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Da organizzatori

Il Centro Documentazione Donna di Ferrara e l’Associazione culturale Leggere Donna
in collaborazione con
gli Assessorati alle Pari opportunità e alla Cultura del Comune di Ferrara e l’Università di Ferrara
organizzano un convegno nazionale
dei Centri, biblioteche, librerie, case editrici, riviste e gruppi femministi che si occupano di attività culturali

Il convegno si svolgerà a Ferrara da venerdì 23 a domenica 25 marzo 2018
Le sedi saranno:
• il Dipartimento di Economia e management, via Voltapaletto 11
• la biblioteca del Centro Documentazione Donna, via Terranuova 12/b
Il convegno si articolerà in diverse parti: una storica in cui verranno raccontate le attività di gruppi femministi attivi negli anni Sessanta e Settanta fino ad arrivare agli inizi degli anni Ottanta con la nascita dei Centri di documentazione; una parte aperta agli interventi dei gruppi storici che oggi continuano la loro attività e i nuovi gruppi che si sono creati in questi ultimi anni; una rilettura di alcuni temi tuttora di attualità come il linguaggio, la toponomastica e altri ancora; la proposta di temi di discussione attorno a cui aprire il dialogo con tutte le presenti; un gruppo di lavoro sugli archivi.
Le finalità del convegno sono quelle di mettere in evidenza quanto l’unica rivoluzione pacifica del Novecento, quella femminista, abbia inciso nel sociale modificando modi di pensare e costumi secolari che si ritenevano consolidati irreversibilmente. Malgrado il deteriorarsi, in questi ultimi anni, dalla situazione politica ed economica, l’influenza del pensiero femminista continua ad essere presente nel profondo della coscienza di donne e uomini. Talvolta inconsciamente nelle donne e talvolta suscitando violente reazioni in alcuni uomini. Da movimento nelle piazze negli anni Sessanta e Settanta, il neofemminismo si è trasformato creando luoghi di riflessione e elaborazione di pensiero: Centri di documentazione e biblioteche in cui conservare la memoria storica; librerie, riviste e case editrici per diffondere quanto le donne pensano e creano; associazioni di letterate e storiche che analizzano il passato e il presente; gruppi che organizzano incontri in cui discutere su argomenti legati alla cultura. In controtendenza alla attuale chiusura o al ridimensionamento di istituzioni culturali, donne coraggiose stanno aprendo case editrici e librerie, aggiungendosi a quei molti luoghi e gruppi che sono nati in questi anni sulla scia di un movimento, che, unica rivoluzione riuscita, continua ad essere vitale modello per una società pacifica, non gerarchica, rispettosa di tutte le diversità.
Pur avendo invitato solo i gruppi femministi che si occupano di attività culturali, e neppure tutti perché sono troppi per poterli ospitare, i Centri e gruppi femministi che hanno risposto all’invito del Centro Documentazione Donna di Ferrara e interverranno sono più di 40 e provengono da tutta Italia: da Torino e Trieste a Palermo. La partecipazione infatti ha superato ogni aspettativa, a dimostrazione che c’è molta voglia di rivedersi, parlare e progettare.

Venerdì 23 marzo dalle ore 15:00 alle 19:00 al Dipartimento Economia e Managment in via Voltapaletto 11
Sabato 24 marzo dalle ore 9:45 alle 12:20 al Dipartimento Economia e Managment in via Voltapaletto 11, dalle 15:00 alle 17:15 alla Biblioteca del Centro Documentazione Donna in via Terranuova 12/b e dalle ora 16:00 alle 19:00 al Dipartimento Economia e Managment in via Voltapaletto 11
Domenica 25 marzo alle ore 10:00 visita al Museo archeologico a cura di Carla Lanfarnchi, dalle ore 16:00 alle ore 18:00 spettacolo al Teatro Comunale “Va pensiero”

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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