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da: ufficio stampa Coldiretti Ferrara

Luigi Giampaolino, che ha ricoperto la carica di Presidente della Corte dei Conti della Repubblica Italiana dal 2010 al 2013 ed oggi ne ricopre il ruolo di Presidente Emerito, è il Presidente nazionale di UE.COOP – Unione Europea delle Cooperative, la nuova centrale cooperativa riconosciuta ufficialmente 2 anni e mezzo per segnare una forte discontinuità rispetto al passato anche con l’adozione del primo codice etico di autoregolamentazione per guidare tutti i comportamenti delle associate e di quanti sono chiamati a svolgere funzioni dirigenziali nel rispetto dei principi fondatori della cooperazione. L’elezione è avvenuta all’unanimità da parte dei delegati delle 4.000 cooperative associate che operano in tutte le categorie e sono dislocate in tutte le Regioni del Paese ed alle quali capo fanno oltre mezzo milione di soci. Con UE.COOP si intende rilanciare in Italia un sistema cooperativo che rispetti le regole fondamentali di mutualità, solidarietà e trasparenza al servizio dei soci e della comunità in cui le cooperative operano quotidianamente.
UE.COOP promossa inizialmente dalla Coldiretti è nata infatti per sostenere i valori ed i principi del modello cooperativo, che si fondano sulla solidarietà, la sussidiarietà e la sostenibilità con l’obiettivo principale di essere uno strumento a favore delle proprie coop associate, puntando sulla centralità dei soci a favore del territorio in cui le imprese operano.
“Ho voluto candidarmi alla presidenza di UE.COOP – ha dichiarato Luigi Giampaolino – con l’intento di mettere a disposizione delle Cooperative associate alla UE.COOP, la mia esperienza istituzionale e il mio impegno nell’ottica della difesa del modello cooperativo “vero”, quale strumento sociale volto alla crescita di ogni socio e di ogni territorio”. “La mia missione – ha proseguito Giampaolino – dopo l’esperienza pubblica svolta in passato, sarà quella di essere anche per UE.COOP, il garante dei valori che contraddistinguono un modello societario di cui il Paese ha bisogno, dando risposte concrete con passione, coraggio, trasparenza e coerenza”. Per questo – ha precisato Giampaolino – denunceremo e contrasteremo con forza le abitudini di chi guarda alla cooperazione come ad un sistema per fare cose più a buon mercato, risparmiando sul costo del lavoro dei cooperatori e risparmiando sulla qualità dei servizi. Quella – ha concluso Giampaolino – non è cooperazione e quella non potrà mai essere ciò che rappresenta UE.COOP.
Nella sua rilevante carriera, Luigi Giampaolino è stato presidente dell’Autorità di Vigilanza sui contratti pubblici, Presidente della Corte dei Conti della sezione Giurisdizionale della Lombardia e della Puglia. E’ stato inoltre Consigliere delegato al controllo del Ministero del Tesoro nonché magistrato addetto al controllo dell’IRI, dell’ENAV, dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato e della Consip. Ha ricoperto varie volte incarichi di Capo dell’ufficio legislativo e di Capo di gabinetto di vari Ministeri ed è autore di numerose pubblicazioni in materie giuridiche. E’ stato insignito dell’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.

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COLDIRETTI


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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