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Comunicato stampa comune di Copparo.

Analisi dell’andamento del primo bando in vista del secondo con plafond triplicato.

In previsione di un secondo bando gestito in collaborazione con la Camera di Commercio di Ferrara, l’Amministrazione e le associazioni di categoria di Copparo hanno fatto il punto sull’andamento del primo, che ha erogato 100mila euro a sostegno delle attività economiche colpite dalla crisi Covid-19. Il sindaco Fabrizio Pagnoni, gli assessori al Bilancio, Simone Grandi, e alle Attività produttive, Bruna Cirelli, e la responsabile comunale Giulia Minichiello ne hanno analizzato le componenti economiche e procedurali insieme a Paola Bertelli e Simona Tumiati di Ascom, Francesco Robboni di Cna, Alessandra Canella di Confartigianato, Silvia Pulvirenti di Confcooperative, Davide Battini Legacoop.

Sotto la lente di ingrandimento i codici Ateco, che avrebbero escluso alcune categorie, per cui sono stati citati esemplificativamente i distributori di carburante, e incluso attività che nel corso dell’emergenza possono non aver risentito di chiusure o di cali di fatturato, citati i commercialisti, i fisioterapisti, i tabaccai, le rosticcerie, le rivendite di materiali per l’edilizia e per l’agricoltura.

È stato inoltre portato il caso dei lavoratori artistici, «da uniformare», senza distinzioni legate al settore della lavorazione,
sia esso legno, vetro, ceramica, ecc., e di quelli delle gallerie commerciali, per cui le misure hanno utilizzato parametri ad hoc. La richiesta è stata di poter recuperare chi non ha avuto accesso ai ristori per i tempi di presentazione della domanda o per irregolarità ora sanate.
Dal primo cittadino è venuta la conferma del nuovo bando a cui è stato riservato un plafond di 300mila euro. «In chiusura del 2020 abbiamo potuto impegnare una prima somma di 100mila euro: le risorse allora allocabili, sapendo che avremmo messo mano ad altri provvedimenti. Ad approvazione del rendiconto abbiamo avuto la possibilità di mettere in disponibilità questi altri 300mila».

L’assessore Grandi ha ribadito che l’elenco dei codici Ateco è stato stilato partendo dai codici individuati per i tre bandi Tari copparesi, rispetto ai quali le realtà economiche hanno dichiarato se sono state chiuse completamente, parzialmente o hanno avuto difficoltà nell’operare, i quali sono stati integrati con quelli indicati da Camera di Commercio, in possesso di una propria lista di codici penalizzati.
«Il cantiere con la Camera di Commercio è aperto e abbiamo modo di definire un quadro ancor più includente. I fondi sono tali da poter coprire comunque le esigenze di chi sia rimasto escluso dal primo bando».

Giulia Minichiello ne ha ripercorso l’iter tecnico della procedura, così da chiarire alcune perplessità su tempi ed esclusioni. In particolare ha dato conto dei 60 giorni necessari per l’indispensabile controllo istruttorio, a partire dalla regolarità amministrativa e contributiva.
Il primo comitato di valutazione si è tenuto il 12 aprile, con l’individuazione di una prima tranche di attività, subito ristorate, e il secondo il 30 aprile, che ha stilato la graduatoria finale: le esclusioni sono legate a mancanza di firme e documenti e a irregolarità contributive al momento della domanda, rispetto alle quali ammettere una regolarizzazione successiva non sarebbe stato corretto per chi avesse adempiuto a tutti gli obblighi nei tempi.

COMMEMORAZIONE DI DANTE BIGHI:
Martedì l’omaggio al cimitero e la presentazione del programma del Centro Studi.

Si terrà martedì 18 maggio la cerimonia di commemorazione in occasione del 27° anniversario della scomparsa di Dante Bighi, che sarà ricordato alle 10.30 presso la sepoltura al Cimitero di Copparo. Successivamente sarà presentato il progetto 2021 del Centro Studi Dante Bighi.
Due momenti per onorare l’artista che con la sua opera e il suo stesso modo di vivere, ha dato lustro a Copparo, a cui lo ha sempre legato un forte sentimento di appartenenza, anche quando la passione e il lavoro lo hanno portato lontano, in giro per il mondo. Le famose campagne pubblicitarie, i ‘libri oggetto’, le raccolte d’arte e i cenacoli di
artisti lo connotano come un grande personaggio del Novecento.  La preziosa donazione al Comune di opere di arte moderna, con 90 fra quadri e sculture di 70 artisti famosi tra cui Brindisi, Christo, Fontana, Warhol, e il lascito di Villa Bighi con lo splendido parco, ora sede del Centro Studi, rappresentano un gesto d’amore verso il territorio. Il vincolo di questi luoghi a esclusivo utilizzo culturale costituisce una responsabilizzazione collettiva alla custodia e allo sviluppo dell’arte e dell’espressione culturale.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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