Coronavirus. L’aggiornamento in Emilia-Romagna: su oltre 39.500 tamponi, 551 nuovi positivi (1,3%). 455 i guariti, calano ancora i ricoveri (-66). Vaccinazioni: oltre 2 milioni e 95mila dosi somministrate
Il 95% dei casi attivi è in isolamento a casa, senza sintomi o con sintomi lievi. L’età media nei nuovi positivi è di 37,9 anni. 11 i decessi.
Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 378.607 casi di positività, 551 in più rispetto a ieri, su un totale di 39.527 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. Il numero complessivo di tamponi ne comprende anche 12.915 effettuati nei primi tre giorni della settimana, che per un problema tecnico non sono stati registrati dal sistema.
La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti da ieri è dell’1,3%.
Continua intanto la campagna vaccinale anti-Covid, che in questa fase riguarda il personale della sanità e delle Cra, compresi i degenti delle residenze per anziani, in maggioranza già immunizzati, gli ultraottantenni in assistenza domiciliare e i loro coniugi, se di 80 o più anni, e le persone dai 55 anni in su, mentre da ieri è possibile candidarsi alla vaccinazione per la fascia di età 50-54 (i nati dal 1967 al 1971 compresi).
Il conteggio progressivo delle somministrazioni effettuate si può seguire in tempo reale sul portale della Regione Emilia-Romagna dedicato all’argomento: https://salute.regione.emilia-romagna.it/vaccino-anti-covid, che indica anche quante sono le seconde dosi somministrate.
Alle ore 16 sono state somministrate complessivamente 2.095.517 dosi; sul totale, 695.098 sono seconde dosi, e cioè le persone che hanno completato il ciclo vaccinale.
Prosegue l’attività di controllo e prevenzione: dei nuovi contagiati, 199 sono asintomatici individuati nell’ambito delle attività di contact tracing e screening regionali. Complessivamente, tra i nuovi positivi 213 erano già in isolamento al momento dell’esecuzione del tampone, 316 sono stati individuati all’interno di focolai già noti.
L’età media dei nuovi positivi di oggi è 37,9 anni.
Sui 199 asintomatici, 149 sono stati individuati grazie all’attività di contact tracing, 12 attraverso i test per le categorie a rischio introdotti dalla Regione, 8 con gli screening sierologici, 4 tramite i test pre-ricovero. Per 26casi è ancora in corso l’indagine epidemiologica.
La situazione dei contagi nelle province vede Bologna con 110 nuovi casi, seguita da Modena (106), Parma (92) e Reggio Emilia (87). Poi Rimini (42), Ravenna (36), Forlì(26) e Cesena (25); quindi Piacenza (11), il Circondario Imolese (10) e, infine, Ferrara (6).
Questi i dati – accertati alle ore 12 di oggi sulla base delle richieste istituzionali – relativi all’andamento dell’epidemia in regione.
Ai 26.725 tamponi molecolari effettuati, per un totale di 4.597.538, si aggiungono anche 12.802 tamponi rapidi.
Per quanto riguarda le persone complessivamente guarite, sono 455in più rispetto a ieri e raggiungono quota 338.648.
I casi attivi, cioè i malati effettivi, a oggi sono 26.892 (+85 rispetto a ieri). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 25.596 (+151), il 95% del totale dei casi attivi.
Purtroppo, si registrano 11 nuovi decessi: 2 a Piacenza (una donna di 73 e un uomo di 56 anni); 1 nella provincia di Modena (un uomo di 67 anni); 4 in provincia di Bologna (una donna di 66 anni e tre uomini, di 64, 88 e 95 anni); 1 in provincia di Forlì-Cesena (un uomo di 74 anni); 3 nel riminese (tutti uomini, di 73, 74 e 76 anni). Nessun decesso nelle province di Parma, Reggio Emilia, Ferrara e Ravenna.
In totale, dall’inizio dell’epidemia i decessi in regione sono stati 13.067.
I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 160 (-3 rispetto a ieri), 1.136 quelli negli altri reparti Covid (-63).
Sul territorio, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti: 9 a Piacenza (numero invariato rispetto a ieri), 13.a Parma (-1), 21 a Reggio Emilia (invariato), 23 a Modena (-1), 45 a Bologna (+1), 6 a Imola (invariato), 14 a Ferrara (-2), 9 a Ravenna (-1), 6 a Forlì (invariato), 4 a Cesena (-1) e 10 a Rimini (+2).
Questi i casi di positività sul territorio dall’inizio dell’epidemia, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 23.312 a Piacenza (+11 rispetto a ieri, di cui 4 sintomatici), 27.343 a Parma (+ 92, di cui 63 sintomatici), 46.086 a Reggio Emilia (+87, di cui 58 sintomatici), 64.426 a Modena (+106, di cui 79 sintomatici), 80.857 a Bologna (+110, di cui 82 sintomatici), 12.470 casi a Imola (+10, di cui 6 sintomatici), 22.910 a Ferrara (+6, di cui 2 sintomatici), 29.937 a Ravenna (+36, di cui 12 sintomatici), 16.581 a Forlì (+26, di cui 16 sintomatici), 19.101 a Cesena (+25, di cui 12 sintomatici) e 35.584 a Rimini (+42, di cui 18 sintomatici).
Rispetto a quanto comunicato nei giorni scorsi, sono stati eliminati 4 casi, di cui 2 positivi a test antigenico ma non confermati dal tampone molecolare e 2 casi risultati non Covid-19.
REGIONE EMILIA-ROMAGNA
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Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.
Se già frequentate queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.
Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani. Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito. Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.
Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta. Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .
Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line, le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.
Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e di ogni violenza.
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