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Da Francesco Monini

Ferraraincomune è una nuova associazione politico-culturale, costituita da un gruppo di cittadine e cittadini che intendono impegnarsi per elaborare e attuare proposte per la città di Ferrara.
L’azione di ferraraincomune vuole opporsi e lavorare per costruire un’alternativa al pensiero e alle scelte che, in questi anni, hanno messo al centro il mercato e le sue priorità, quel neoliberismo che ha acuito le disuguaglianze economiche e compresso verso il basso le condizioni di vita, i diritti del lavoro e di cittadinanza, ridimensionato le tutele sociali e l’intervento pubblico, considerati l’ambiente e i Beni Comuni come semplici merci da sfruttare, ridotto il ruolo e la pratica della democrazia, esaltato lo spirito individualistico.
La nostra città, vista la sua economia debole e le scelte dei governi locali centrate sulla riduzione del debito, ha subito più di altre i colpi della crisi più lunga del dopoguerra e presenta oggi una società impoverita, interi quartieri con segni di degrado urbano e fenomeni di disagio sociale. Le cifre della disoccupazione, specie giovanile e femminile, l’allargarsi del lavoro precario e sottopagato, l’aumento delle famiglie che vivono sotto la soglia di povertà, fotografano in modo drammatico i problemi di fondo che Ferrara, i suoi cittadini, il suo governo devono affrontare per risalire la china e porre le basi per un futuro migliore.
Ferraraincomune ritiene che la strada da imboccare debba essere prima di tutto quella del rilancio della democrazia e della partecipazione. Nella nostra città assistiamo, infatti, ad un progressivo inaridirsi dei luoghi dove i cittadini singoli e organizzati sono chiamati a discutere, controllare e giudicare le scelte operate dalla amministrazione pubblica come dalle aziende municipalizzate o dalle multiutility concessionarie di servizi pubblici. I problemi della Ferrara presente, come i progetti per la Ferrara futura, non devono rimanere confinati nell’aula del Consiglio Comunale e nelle polemiche tra i partiti, ma occorre sperimentare nuove sedi e nuove forme di rappresentanza e di cittadinanza attiva.
Non partiamo però da zero. Ferrara esprime anche una grande ricchezza sociale e culturale: sono moltissimi i soggetti, i gruppi, le associazioni culturali e di volontariato sociale che lavorano attivamente in campi e su problemi specifici. Manca però una realtà che interconnetta nel loro complesso le grandi questioni che stanno alla base del vivere urbano, e proprio qui starebbe l’ambizioso progetto di ferraraincomune.
L’associazione politico-culturale ferraraincomune, collaborando con tutte le associazioni cittadine interessate, ritiene quindi urgente intervenire su alcuni temi cruciali (anche se altri potranno aggiungersi) e su cui costruire proposte coraggiose e innovative per la nostra città:
• la sperimentazione di nuove forme decisionali e di controllo ispirate alla democrazia partecipativa;
• il rilancio e la qualificazione di politiche più efficaci rivolte all’accoglienza e all’integrazione, a partire dai migranti;
• l’adozione di misure rivolte alla promozione del lavoro dignitoso e di qualità;
• l’elaborazione di nuove linee nel campo della cultura e dell’istruzione, con particolare attenzione alla dimensione di base e delle periferie;
• la valorizzazione dell’ambiente naturale e urbano;
• l’affermazione dei Beni Comuni, promuovendone la gestione pubblica e partecipata.

Chiunque sia interessato a partecipare o a maggiori informazioni su ferraraincomune può scrivere a ferraraincomune@gmail.com.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Francesco Monini
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