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Da: Stampa Lega Emilia-Romagna

COVID, BERGAMINI (LEGA ER): “NON UDENTI DIMENTICATI DALLA REGIONE: LA GIUNTA LAVORI PER MIGLIORARE L’ACCESSIBILITA’ ALL’ASSISTENZA SANITARIA”

BOLOGNA, 28 GEN – “Da aprile chiediamo alla Regione quali azioni abbia intrapreso per migliorare l’accessibilità all’assistenza sanitaria dei cittadini non udenti che, soprattutto in un periodo critico come quello dell’emergenza sanitaria, si trovano a fare i conti con diversi problemi. Eppure molte criticità emerse nel corso del 2020 sembrano ancora attuali”. Così i consiglieri della commissione Sanità della Lega ER Daniele Marchetti, Fabio Bergamini, Simone Pelloni e Valentina Stragliati che, attraverso un’interrogazione a prima firma Marchetti, hanno sollecitato l’esecutivo di viale Aldo Moro ad attivarsi per “accorciare le distanze che le persone sorde o con disabilità uditive devono percorrere per poter avere una vita degna”.

“Attraverso l’atto ispettivo abbiamo chiesto alla Giunta quali siano le richieste delle associazioni per migliore l’accessibilità all’assistenza sanitaria dei cittadini sordi, quali di queste abbiano avuto un seguito e cosa si è fatto fino ad oggi” hanno spiegato gli esponenti del Carroccio.

“A luglio, facendo riferimento anche alle richieste delle associazioni che come Lega condividevamo, la Giunta ci aveva informato che era stato attivato un servizio di traduzione simultanea in LIS dei comunicati dell’allora Commissario ad acta Sergio Venturi. Nella stessa risposta si riferiva che durante l’emergenza erano stati mantenuti rapporti di comunicazione e collaborazione con le associazioni regionali delle persone sorde e si rilevava come fosse ripresa l’attività regionale di attuazione della LR 9/2019 in particolare la valutazione dei progetti presentati dalle associazioni stesse oltre alla ricostituzione del Tavolo regionale per le disabilità uditive” hanno spiegato.

“Oggi vogliamo quindi sapere se il servizio di traduzione simultanea in LIS, utilizzato negli scorsi mesi per i comunicati dell’allora Commissario ad acta, sia proseguito per altri ambiti regionali e se sia possibile prevedere un servizio di traduzione in LIS per le comunicazioni istituzionali nelle televisioni locali e nei TGR per andare incontro alle esigenze di una componente della nostra società troppo spesso dimenticata. Oltre a ciò chiediamo alla Giunta quali siano le richieste ricevute delle associazioni per migliore l’accessibilità all’assistenza sanitaria dei cittadini sordi e cosa stia facendo la Regione sotto questo aspetto” hanno concluso Marchetti, Bergamini, Pelloni e Stragliati.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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