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Comunicato stampa UE COOP.

Vale oltre 300mila posti di lavoro nel settore degli spettacoli la riapertura di cinema, teatri, sale da concerto e altri locali con le nuove regole allo studio del Governo per l’emergenza pandemia. E’ quanto merge dall’analisi dell’Unione europea delle cooperative (Uecoop) su dati Inps in riferimento al prossimo DL Covid valido dal 26 aprile al 31 luglio con la progressiva ripartenza di tutte le attività.

Le limitazioni imposte dall’emergenza Covid – sottolinea Uecoop – sono costate la cancellazione di oltre 7 eventi su 10 (72,6%) nel 2020 mettendo in ginocchio un settore nel quale – spiega Uecoop – operano molte cooperative e genera un forte indotto sia in termini di servizi diretti, dalle luci alla vigilanza, sia per il turismo nazionale ed estero. La spesa del pubblico per concerti, spettacoli, cinema e teatri è franata dell’86,7% spiega Uecoop su dati Siae prosciugando i redditi di migliaia di lavoratori del settore che rischiano di entrare a fare parte delle schiere dei nuovi poveri che stanno popolando l’Italia al tempo del Covid.

Una situazione drammatica in uno scenario dove con il gruppo più numeroso è rappresentato dagli attori (25,4%), seguiti dai lavoratori degli impianti e circoli sportivi (11,2%), dagli impiegati (11%) e dai concertisti e orchestrali (9,4%) con più di 45mila giovani fra i 25 e i 29 anni e le donne che – sottolinea Uecoop – rappresentano oltre 4 addetti su 10 (42,5%).

Il problema dei lavoratori dello spettacolo non riguarda ovviamente i vip che hanno risorse economiche per superare il blocco causato dall’emergenza, ma colpisce – evidenzia Uecoop – tutti gli altri che, magari a inizio carriera o con posizioni professionali meno qualificate, hanno una retribuzione media annua che nel 2019 ha raggiunto appena i 10.664 euro con meno di 1 giornata di lavoro su 3 da gennaio a dicembre.

Siamo di fronte a una una crisi senza precedenti e la progressiva ripartenza non riuscirà a riassorbire in tempi brevi le perdite subite con il blocco causato dalla pandemia, per questo – afferma Uecoop – servono aiuti strutturali a lavoratori e aziende per agganciare una possibile ripresa per la quale oltre la metà delle realtà produttive prevede che ci vorrà almeno un anno con 9 imprese su 10 (92%) secondo cui – conclude Uecoop – la massiccia campagna vaccinale per immunizzare gli italiani è la prima condizione per la ripartenza dell’economia con l’uscita dall’emergenza Covid secondo l’indagine Uecoop sulle imprese a livello nazionale.

 

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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