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Da: Coldiretti

“L’economia agricola regionale versa in una condizione di estrema difficoltà, a partire da attività come gli agriturismi, le fattorie didattiche, il florovivaismo, la pesca e il vitivinicolo che hanno risentito immediatamente e in maniera gravissima dell’emergenza sanitaria da Covid-19. A ciò si aggiungono le gelate che nelle settimane scorse hanno colpito oltre 2500 aziende della regione, solo fra i soci di Coldiretti, con una danno medio del 65% e con molte aziende che hanno perso oltre il 90% della produzione per coltivazioni quali albicocche, susine, kiwi e pesche”. Lo ha detto il Presidente di Coldiretti Emilia Romagna, Nicola Bertinelli, nel suo intervento durante la Consulta regionale di oggi, al quale ha partecipato in videoconferenza assieme al Direttore regionale di Coldiretti, Marco Allaria Olivieri.

“Ringraziamo la Regione che, accogliendo le nostre istanze, chiederà al Governo la deroga alla legge 102/2004 sulle calamità e la semplificazione della segnalazione on line dei danni subiti in riferimento alle gelate” ha aggiunto Bertinelli “perché l’assicurabilità risultava in parte vanificata dalle limitazioni progressive e sempre più restrittive agli spostamenti da parte degli agricoltori a seguito dell’epidemia di covid-19”.

Coldiretti Emilia Romagna chiede interventi urgenti per far sì che alle aziende possa arrivare a breve l’anticipo PAC sulla domanda 2020 in modo corretto, aprendo immediatamente il registro nazionale dei trasferimenti titoli PAC per evitare che alcune aziende rimangano escluse dall’anticipo stesso.

“È determinante” ha continuato Bertinelli “che il Governo stanzi importanti risorse per il fondo di solidarietà nazionale per risarcire le aziende agricole che ancora attendono i risarcimenti per i danni da cimice asiatica. A questo adesso si sono aggiunte le gelate che hanno messo in ginocchio il settore orticolo e frutticolo”.

“Vanno aiutati i settori come quello del vitivinicolo che avevano gran parte della loro attività legata al canale Ho.Re.Ca. (l’industria alberghiera), paralizzata dall’emergenza Coronavirus”.

Coldiretti Emilia Romagna, infine, chiede la reintroduzione dei voucher in agricoltura per sopperire alla carenza di manodopera straniera permettendo di lavorare a studenti e pensionati. Chiede inoltre che venga consentita la riapertura delle strutture che consentono di operare in sicurezza, come i mercati di vendita diretta dei produttori di Campagna Amica e ha tenuto a ringraziare la Regione, in primis il Presidente Stefano Bonaccini, l’Assessore all’agricoltura Alessio Mammi e tutta la squadra di viale Aldo Moro per come sta venendo gestita l’emergenza Covid-19.

Il Presidente della Regione Stefano Bonaccini nel suo intervento ha riferito che l’attività di silvicoltura avrà il via libera nel decreto che verrà a breve firmato dal Governo. Soddisfazione di Coldiretti che aveva segnalato le difficoltà per gli operatori del settore.

L’Assessore Mammi ha aggiunto come la Regione, recependo quanto proposto da Coldiretti nel suo documento programmatico in vista delle recenti elezioni regionali, abbia avviato un piano concreto per attivare la semplificazione burocratica a favore delle istanze delle imprese. “Una situazione come questa” ha detto Mammi “ci insegna come certi percorsi vadano abbreviati e semplificati nell’interesse di tutti”.

“Inoltre” ha concluso l’assessore “a breve sarà possibile presentare le domande per i danni da cimice asiatica e verranno aumentate le risorse sul PSR per l’installazione delle reti”.

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di Piermaria Romani

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Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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