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Da: Confartigianato imprese Emilia Romagna

Bologna, 23 luglio 2019. I dati, elaborati dal Centro Studi Confartigianato su una ricerca della Banca d’Italia, indicano che, a marzo 2019, il credito alle piccole imprese risulta in calo del -2,3%, peggiorando il -1,1% di dicembre 2018, e con un’intensità maggiore rispetto al calo relativo al totale delle imprese che è dello -0,6%. In Emilia-Romagna è il dato arriva al -3,6% (fanno peggio solo Veneto, Umbria, Marche e Valle d’Aosta con -3,8% e Friuli Venezia Giulia con -5,2%).
Analizzando i dati relativi ai prestiti alle imprese artigiane, in un contesto di diminuzione dei prestiti all’artigianato diffusa sul territorio nazionale, si osserva che a dicembre 2018, in 19 regioni, la dinamica tendenziale è in peggioramento rispetto a quella rilevata nel trimestre precedente e in queste si concentra il 94,5% dei prestiti dell’artigianato; nel trimestre precedente accadeva l’opposto, con la dinamica dei prestiti che peggiorava in una sola regione. In tale ottica in Emilia-Romagna, a dicembre 2018, si registra un -9,7%, in peggioramento rispetto al -8,2% di settembre 2018. In linea con i dati regionali la provincia di Bologna (-9,1%), quella di Parma (-9,2%), Reggio Emilia (-9,3%, in miglioramento rispetto ai dati di settembre 2018, quando registrava un -10,7%), Forlì-Cesena (-9,8%). Dati peggiori rispetto alla media regionale si segnalano a Modena (-10,4%), Ferrara, (-11,1%), Rimini (-14,7%). Ravenna, con -8%, e Piacenza, con -6,7%, migliorano leggermente la situazione.
Rimane molto alto il gap strutturale di costo che sfavorisce le piccole imprese: il tasso di interesse pagato, a livello nazionale, da questa tipologia di impresa è pari al 6,19% ed è quasi doppio rispetto al 3,23% pagato dalle imprese medio-grandi. In Emilia-Romagna il tasso per le Pmi è del 5,98% mentre le aziende di medio-grandi dimensioni pagano il 3,15%.

“Sul fronte del credito si rileva da tempo una situazione critica per le piccole e medie imprese – commenta Marco Granelli, presidente di Confartigianato Emilia-Romagna -. Infatti, mentre le aziende di grandi dimensioni hanno potuto diversificare le proprie fonti di approvvigionamento finanziario, le pmi hanno solo il mondo bancario come riferimento. Tuttavia una iper-regolamentazione dovuta all’osservazione delle normative europee, la bassa marginalità, e un potere decisionale sempre più lontano dai territori hanno caratterizzato un’ulteriore riduzione dell’accesso al credito. A complicare la situazione è pure giunta l’esclusione, dal Decreto Crescita, dell’articolo 36 della Legge Bassanini, che avrebbe attivato il sistema dei Confidi per crediti fino a 150 mila euro”.
“Per dare ossigeno alle piccole e medie imprese – prosegue Granelli -, Confartigianato chiede da tempo la creazione di un istituto di credito pubblico, che dia garanzie alle pmi affinché possano ottenere i finanziamenti necessari, al pari di quanto accade in Paesi come la Francia, la Germania e l’Inghilterra”.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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