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Credito. La Regione chiede al Governo di prorogare sino a fine anno la moratoria di prestiti, mutui e finanziamenti e allungare i tempi di restituzione. Colla: “Così si possono accompagnare imprese e famiglie fuori dalla pandemia e aiutarle a intercettare la ripresa”.

L’assessore ha sollecitato l’esecutivo inviando una lettera al ministro all’Economia e Finanze, Daniele Franco: “Dobbiamo evitare l’effetto precipizio a fine giugno”.

Bologna – “Ora è necessario prorogare la moratoria di prestiti, mutui e finanziamenti per imprese e titolari di partite Iva fino al 31 dicembre 2021 e dilazionare ulteriormente la restituzione del debito”.
È quanto chiesto dalla Regione, con una lettera dell’assessore allo Sviluppo economico e Lavoro, Vincenzo Colla, inviata al ministro dell’Economia e delle Finanze, Daniele Franco, in cui si invita il Governo ad affrontare la questione della liquidità di imprese e famiglie nel prossimo scostamento di bilancio.

Secondo i dati diffusi a metà febbraio, a livello nazionale le domande di adesione alle moratorie su prestiti sono oltre 2,7 milioni per un valore di circa 300 miliardi, le richieste di garanzia per i nuovi finanziamenti bancari per le micro, piccole e medie imprese presentati al Fondo di Garanzia per le Pmi ammontano a 136,8 miliardi, mentre i finanziamenti concessi attraverso Garanzia Italia arrivano a 21,2 miliardi. In Emilia-Romagna sono dunque interessate decine di migliaia di imprese e famiglie.

“L’ultima legge di Bilancio ha portato la sospensione del pagamento delle rate di prestiti e linee di credito fino alla fine di giugno 2021– scrive l’assessore Colla-. Purtroppo la situazione pandemica rimane ancora molto complessa e il Paese resterà in zona rossa o arancione fino alla fine di aprile, con le conseguenti chiusure di numerose attività economiche. Di fronte alle difficoltà, destinate dunque a perdurare e acuirsi, di tante micro, piccole e medie imprese e famiglie, nonché alle prospettive di recupero incerte, è fondamentale prevedere fin da ora un intervento che alleggerisca il peso creditizio. Per questo ritengo necessario che il Governo consideri un ulteriore allungamento dei termini delle moratorie e dei piani di ammortamento dei prestiti”.

“Dobbiamo evitare l’effetto precipizio a fine giugno- spiega l’assessore-, perché non è pensabile che all’abbassamento della curva dei contagi corrisponda come d’incanto l’innalzamento di quella della crescita. Serve un intervento che possa accompagnare imprese e famiglie fuori da questa fase pandemica e le aiuti a intercettare la ripresa quale diritto da garantire a tutti. Le imprese sono indispensabili per gestire la ripartenza e dobbiamo metterle nelle condizioni di farlo con i lavoratori al loro interno, perché senza questi ultimi muore tutta l’economia. È pertanto fondamentale che il Governo integri le giuste misure di ristoro e di sostegno ai redditi anche con interventi rivolti ad aziende, professionisti e famiglie indebitati con il sistema bancario”.

 

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

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