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Sarà il libro di Mario Fornasari “Cronache dal Grande Fiume” (Edizioni Minerva, 2021) ad inaugurare – in anteprima per Ferrara – la nuova stagione di Incontri 2021-2022 organizzata dal Circolo della Stampa. L’appuntamento è per lunedì prossimo 20 dicembre nella sala dell’hotel Astra (viale Cavour 55, ore 21). Alla serata sarà presente, insieme all’autore, anche Roberto Mugavero, editore e fondatore della casa editrice Minerva.
Sono passati 70 anni dalla drammatica alluvione del Polesine. La sera del 14 novembre 1951 il Po ruppe gli argini e inondò campi, paesi, abitazioni. I danni furono immensi: oltre cento persone persero la vita, più di 200 mila furono costrette a sfollare. A raccontare quella tragedia arriva ora in libreria il volume curato da Mario Fornasari che ha raccolto le straordinarie foto scattate da Walter Breveglieri (Crevalcore 1921 – Bologna 2000). Fotoreporter di incredibile talento, Breveglieri – nei giorni dell’alluvione – fu tra i primi a giungere sul posto e testimoniò con i suoi scatti la distruzione di una vastissima area, i drammi personali, la mobilitazione dell’intero Paese. “Questo volume racconta quella tragedia, ma anche la catena della fraternità voluta dalla Rai e ideata da Vittorio Veltroni, padre di Walter, da Sergio Zavoli, Silvio Gigli, Corrado e l’allora giovanissimo Piero Angela – spiega Fornasari –  In 24 ore il cuore degli
italiani si manifestò in tutta la sua forza, con 100 milioni di lire in donazioni 700 milioni in una settimana. Lo stipendio medio in quell’anno sfiorava le 32 mila lire, un caffè costava 30 lire e un litro di benzina 116″.
Lo straordinario archivio di fotografie di Breveglieri accompagna il lettore in un viaggio emozionante nel Polesine sino alla fine degli anni ’50, illustrandone la povertà, ma anche la capacità di sopravvivenza di una popolazione segnata indelebilmente dalle alluvioni. Il volume comprende un brano del ministro Dario Franceschini e una intervista a Luigi Mille, direttore dell’Agenzia interregionale per il Po, nella quale si sottolinea il bisogno di nuove strategie nella manutenzione e nelle difese del fiume: un messaggio importante, alle soglie di un futuro che lascia presagire eventi climatici sempre più estremi e
catastrofici.
Mario Fornasari, giornalista professionista, è stato capocronista nella redazione ferrarese de Il Resto del Carlino e successivamente capo della redazione di politica ed economia dello stesso quotidiano. Di origini venete, è figlio del professor Enrico Fornasari, stimatissimo sindaco di Castelmassa dal 1947 al 1970 che, nel 1950, istituì la prima biblioteca civica dell’Altopolesine. Dal 2017 è socio del Circolo della Stampa.
Ferrara, 17 dicembre 2021

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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