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Da: Jazz Club

IX Edizione
30 luglio – 27 agosto 2019
in collaborazione con Jazz Club Ferrara
Martedì 06 agosto, ore 22.00 – Ingresso libero
LISA MANARA L’urlo dell’Africanità
Lisa Manara, voce
Aldo Betto, chitarra
Federico Squassabia, Fender Rhodes/bass synth
Youssef Ait Bouazza, batteria

Dopo l’apertura col botto di martedì scorso, Cueva Summer Jazz torna il 6 agosto con “L’urlo dell’africanità”, progetto di Lisa Manara che nasce dalla passione per la musica black e trae ispirazione – tra altro – da Miriam Makeba. Affiancano la grintosa cantante romagnola Aldo Betto alla chitarra, Federico Squassabia al Fender Rhodes e bass synth e Youssef Ait Bouazza alla batteria. L’evento è realizzato in collaborazione con Jazz Club Ferrara, con il patrocinio di Regione Emilia-Romagna e Assessorato alla Cultura del Comune di Codigoro (FE).

Dopo l’apertura col botto di martedì scorso, Cueva Summer Jazz torna il 6 agosto circumnavigando idealmente il Continente Nero con “L’urlo dell’africanità”, progetto della grintosa cantante romagnola Lisa Manara, affiancata da Aldo Betto alla chitarra, musicista eclettico e curioso, che amalgama perfettamente melodia e ritmo nella voce del suo strumento; da Federico Squassabia (Fender Rhodes e bass synth) che ha sviluppato un sound moderno e del tutto personale facendo viaggiare questa musica in altre dimensioni temporali e spaziali; e da Youssef Ait Bouazza alla batteria, musicista di etnia berbera, che dona al progetto la vera essenza della musica africana riproponendoci ritmi ancestrali e ipnotici.
L’urlo dell’africanità nasce infatti dalla passione per la musica jazz sudafricana e in particolare per Miriam Makeba, l’intramontabile Mama Africa, per ampliarsi a brani in equilibrio tra echi blues e groove più afrobeat. L’amore per la musica black, unita a un timbro potente e graffiante, porta la Manara a vincere il concorso “Donne Jazz & Blues” di Bertinoro che le consente di volare a Los Angeles alla Venice Voice Academy. A soli vent’anni partecipa al talent televisivo The Voice e nel 2018 è a fianco di Gianni Morandi in qualità di corista nel tour “D’Amore d’autore”.
Dice di lei il critico Alceste Ayroldi: “Non è facile incontrare una voce che metta insieme grinta, intonazione e una vigorosa interpretazione, soprattutto se si ha poco più di vent’anni. Lisa Manara ci riesce con una disarmante facilità attraversando come poche il bel canzoniere soul-blues. Graffia come una pantera nera e svolazza nelle note alte con un glissato che le consente di passare dalle ottave più basse a quelle alte, senza alcun contraccolpo, mantenendo anche una pronuncia chiara e forbita. Chapeau, quindi alla nuova interprete della musica afroamericana ‘targata’ Italia”.
L’evento è realizzato in collaborazione con Jazz Club Ferrara, con il patrocinio di Regione Emilia-Romagna e Assessorato alla Cultura del Comune di Codigoro (FE).
Cena a partire dalle ore 20:00. Inizio concerti ore 22:00. In caso di maltempo gli spettacoli si svolgeranno all’interno del ristorante. Cocktail bar aperto per chi desidera partecipare ai soli concerti. Per informazioni e prenotazioni: www.lacuevapomposa.it , tel. 0533 719121 – 347 8742694.
Cueva Summer Jazz è patrocinata da Regione Emilia-Romagna e Assessorato alla Cultura del Comune di Codigoro (FE).

Informazioni
Infoline e prenotazione cena 0533 719121 – 347 8742694
www.lacuevapomposa.it

Dove
Giardino estivo del ristorante La Cueva – via Centro, 26 Abbazia di Pomposa, Codigoro (FE)
In caso di maltempo i concerti si svolgeranno all’interno

Costi e orari
Ingresso libero, cocktail bar aperto per chi desidera partecipare ai soli concerti
Cena a partire dalle ore 20.00
Concerto ore 22.00

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JAZZ CLUB FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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