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Anche una mela può diventare un business. Oppure un festival, un blog, un caffè. A Ferrara il progetto “Atmosfera creativa” proposto da Sipro fa dialogare i soggetti che usano la creatività come ingrediente di lavoro: moda, gusto, design, comunicazione, spettacolo, cultura e turismo. Alla ricerca di una strategia comune, ecco la mappatura di aziende innovative e talenti del territorio: al Salone del restauro giovedì 27 marzo alle 16, Padiglione 5 sala Ermitage della Fiera.

È possibile che il benessere economico e sociale di un territorio si fondi su creatività e cultura? Da un’indagine svolta in Piemonte, intitolata “Atmosfera creativa” e documentata in un volume edito dal Mulino risulta di sì: un territorio può avere un modello di sviluppo sostenibile basato proprio sulla creatività e sulla cultura, intese in senso ampio. Possono, infatti, fare business la moda e lo stile, il cibo e il gusto, l’artigianato e il design, i mezzi di comunicazione e i nuovi media, lo spettacolo, il patrimonio culturale, il turismo e i festival.

Ferrara – sede del festival Internazionale e di Busker festival, ma anche di birrifici artigianali, aziende di software e stilisti – punta a ripartire da un’analisi del genere per cercare di usare la creatività in chiave di sviluppo. Il progetto di mappatura e chiave di rilancio è di Sipro, l’Agenzia per lo sviluppo di Ferrara, che fa suo il modello “Atmosfera creativa” e chiama a raccolta architetti e produttori di eccellenze, blogger e organizzatori di eventi, editori e operatori turistici per soppesarne quantità e qualità. L’obiettivo: individuare a Ferrara criticità e opportunità di crescita per i settori culturali e creativi, mettendo a fuoco le peculiarità del territorio in modo da trovare un percorso di sviluppo possibile per un comparto variegato.

Il progetto di analisi arriva dall’esperienza fatta in una regione, dove la “Atmosfera creativa” è riuscita davvero a ingranare la marcia, a mettere in movimento il mercato, l’economia di un territorio e la sua immagine. Lì (ad Alba di Cuneo), tanto per fare un esempio, c’è un colosso del settore alimentare come Ferrero e la sua macchina produttiva della Nutella; a Bra di Cuneo nasce e resta il cuore pulsante di Slow food, l’associazione che trasforma il concetto di cibo e di cura del prodotto in un marchio che rimanda a uno stile di vita; a Torino vengono organizzati il Salone del gusto e le mostre del Lingotto. Anche Ferrara ha risorse, talenti, eccellenze. Manca però la riconoscibilità territoriale, la visibilità di un marchio distintivo, un progetto strutturato, coordinato e di ampio respiro. Come le mele – ha fatto notare a un incontro operativo Michele Travagli, project manager dell’agenzia di comunicazione Kuva. Le mele vengono prodotte da sempre nel Ferrarese, che per anni è stata la capitale riconosciuta della produzione agricola, con i maggiori quantitativi raccolti e commercializzati. Ma poi a creare un brand di qualità ci ha pensato il Trentino Alto-Adige: dal 2003 la Mela della Val di Non trentina ottiene la Denominazione di origine protetta (Dop) che ne contraddistingue 5 varietà; e dal 2005 ben 11 varietà altoatesine hanno il marchio europeo di Indicazione geografica protetta. Due bollini rilanciati e sostenuti (con marchi come Melinda, Marlene) che il consumatore riconosce e sceglie, che contraddistinguono forme, colori e garanzia di sapore. In terra emiliana le mele si continuano a far crescere e maturare, ma l’operazione di marketing è tardiva, ancora lontana dal riconoscimento di origine o di tutela della denominazione conferito dall’Unione europea.

Insomma, la voglia è quella di capire e valorizzare quello che si fa, di ripensare e comunicare il significato di un prodotto. Non importa che si tratti di un frutto o di una mostra d’arte, di una rassegna teatrale o di un oggetto di design. E per promuovere un prodotto o un’idea del territorio i soggetti che se ne occupano devono mettersi insieme, pensare in modo nuovo, non basarsi sul fatto che si è sempre lavorato in un certo modo e che così si continuerà a fare. Non basta raggiungere profitti isolati, insomma, serve una strategia proiettata nel tempo.

Il 3 febbraio scorso in Fiera l’appuntamento tra gli operatori che hanno aderito a una prima fase di indagine per stimolare anche a Ferrara il decollo di una strutturata “Atmosfera creativa”. Giovedì 27 marzo – annnuncia il direttore di Sipro, Elisabetta Scavo – le conclusioni della ricerca finiranno in un report che verrà presentato al Salone del restauro, a Ferrara.

Lo studio ferrarese è promosso da Sipro nel quadro del progetto europeo Macc, finanziato dal programma Italia Slovenia. Coordina la raccolta ed elaborazione dei dati il centro di ricerche Css-Ebla, che ora prepara la mappatura delle imprese culturali sul territorio, ma anche la messa a fuoco di criticità e punti di forza.

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Giorgia Mazzotti

Da sempre attenta al rapporto tra parola e immagine, è giornalista professionista. Laurea in Lettere e filosofia e Accademia di belle arti, è autrice di “Breviario della coppia” (Corraini, Mantova 1996), “Tazio Nuvolari. Luoghi e dimore” (Ogni Uomo è Tutti Gli Uomini, Bologna 2012) e del contributo su “La comunicazione, la stampa e l’editoria” in “Arte contemporanea a Ferrara” sull’attività espositiva di Palazzo dei Diamanti 1963-1993 (collana Studi Umanistici Università di Ferrara, Mimesis, Milano 2017). Ha curato la mostra “Gian Pietro Testa, il giornalista che amava dipingere”

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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