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Da ufficio stampa regione Emilia-Romagna

La Regione chiama a raccolta il mondo della cultura per costruire insieme una vetrina delle produzioni di qualità, promuovendo e sostenendo iniziative. Il momento clou dal 7 al 14 ottobre 2018. Le modalità per aderire alla campagna sul sito www.emiliaromagnacreativa.it

Bologna – Eventi culturali, incontri, spettacoli, iniziative in tutta la regione, anche in luoghi inconsueti alla portata di tutti e sotto un’unica egida. Così la Regione Emilia-Romagna celebra l’Anno europeo del patrimonio culturale 2018, portando in vetrina eccellenze e creatività in ambito culturale con una campagna di comunicazione, “EnERgie Diffuse- Emilia-Romagna un patrimonio di culture e umanità”, che valorizzerà quanto organizzato da realtà culturali, istituzionali e non.
Con tale campagna l’Assessorato alla Cultura dell’Emilia-Romagna porta il proprio contributo all’iniziativa europea promuovendo, sostenendo e realizzando un vasto programma di eventi che raggiungeranno l’apice nella settimana di promozione della cultura programmata dal 7 al 14 ottobre 2018.

La settimana si caratterizzerà come una sorta di stati generali della cultura, dove i Comuni, le istituzioni partecipate dalla Regione stessa e importanti organizzazioni culturali e di ricerca sono chiamati a raccolta per costruire un programma di eventi in grado di valorizzare e promuovere il sistema regionale, che conta un patrimonio di beni materiali e immateriali, di culture e conoscenze policentrico, diffuso e ricco di eccellenze. Il patrimonio della Regione Emilia-Romagna ha ben 9300 beni architettonici tutelati, 214 beni archeologici, 643 sedi di conservazione degli archivi mentre l’offerta di spettacoli dal vivo, mostre e iniziative culturali, si colloca tra le prime in Italia.

“Il nostro obiettivo- afferma l’assessore regionale alla Cultura, Massimo Mezzetti- è quello di valorizzare i recenti interventi legislativi nel settore del cinema, della memoria e della musica e affermare attraverso incontri, eventi e spettacoli che la cultura, il patrimonio culturale e la creatività sono strumenti di coesione sociale e di integrazione, con riflessi importanti sullo sviluppo economico e sulla rigenerazione urbana”.
“Inoltre- continua Mezzetti- attraverso una programmazione molto partecipata insieme al territorio, intendiamo rafforzare il senso di comunità degli attori delle politiche culturali e degli operatori regionali, sviluppando la conoscenza e la fruizione della cultura nelle fasce di popolazione più deboli o di solito lontane dai consumi culturali”.

Il primo appuntamento sarà in primavera, per fare il punto sull’industria creativa in Emilia-Romagna. Nell’occasione verrà illustrato il report realizzato da Ervet (ente regionale per la valorizzazione economica del territorio) sull’impatto economico e sociale della cultura: un aggiornamento di una prima indagine, realizzata nel 2011.

Il logo della campagna, che sarà presente in tutte le iniziative in linea con gli obiettivi della Regione, delinea in modo molto semplice nella forma il territorio regionale, ponendolo al centro di una sorta di atomo in cui le orbite degli elettroni (i cerchi dai diversi colori) raffigurano un sistema policentrico di energie creative.

Le modalità per aderire all’iniziativa e presentare progetti per la settimana della cultura sono on line sul portale regionale della cultura “Emiliaromagnacreativa” all’indirizzo: https://spettacolo.emiliaromagnacreativa.it/it/soggetto/energie-diffuse/

“European Year of Cultural Heritage”, l’Anno Europeo del Patrimonio Culturale 2018 ha l’obiettivo sensibilizzare in merito all’importanza sociale ed economica del patrimonio culturale e celebrare la ricchezza e la diversità culturali dell’Europa. Il motto dell’anno è: “Il nostro patrimonio: dove il passato incontra il futuro”. L’Anno vedrà svolgersi una serie di iniziative e di manifestazioni in tutta Europa per consentire ai cittadini di avvicinarsi e conoscere più a fondo il loro patrimonio culturale e rafforzare il senso di appartenenza a un comune spazio europeo.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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