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da: ufficio stampa giunta regionale Emilia Romagna

A disposizione quasi 3 milioni di euro. L’assessore Mezzetti: “Risorse importanti per associazioni ed enti locali”

Bologna – Il recupero della cultura popolare e delle tradizioni locali, ma anche la valorizzazione delle altre culture, così come la promozione dell’arte contemporanea, il sostegno alla creatività giovanile e ai nuovi talenti, la diffusione della cultura della legalità e della cittadinanza responsabile. Sono gli obiettivi del Piano di sostegno ai progetti e alle iniziative di promozione culturale sul territorio regionale per il 2016, approvato dalla Giunta in attuazione della legge regionale n. 37/1994, che stanzia complessivamente 2 milioni e 775 mila euro a favore di soggetti pubblici e privati.
“I contributi concessi in virtù di questa legge rappresentano un polmone importante per un tessuto associazionistico che ha visto nel tempo ridurre sempre più le risorse a disposizione per le tante manifestazioni che valorizzano il nostro territorio in termini di cultura e di spettacolo- ha detto l’assessore regionale alla Cultura Massimo Mezzetti- Questo è il primo anno che i contributi della legge 37 vengono assegnati con lo strumento del bando, e abbiamo dovuto rodare i nuovi meccanismi fissati dagli indirizzi approvati nel piano pluriennale pochi mesi fa. Dal prossimo anno- assicura l’assessore- i tempi di selezione dei progetti e di assegnazione delle risorse saranno sicuramente più celeri”.
Come in precedenza, anche quest’anno sono state ammesse a convenzione per il triennio 2016-2018 associazioni e istituzioni di dimensione regionale. Nell’ambito sovralocale hanno presentato domanda 142 associazioni e 12 istituzioni. Di queste, sono state ammesse a contributo 117 associazioni e 11 istituzioni, mentre sono 57 i progetti di enti locali ammessi a finanziamento a fronte delle 61 domande pervenute. Le risorse finanziarie impegnate in questo ambito sono complessivamente pari a 1.329.000 euro a favore di Comuni e Unioni di Comuni e 1.091.000 euro a favore di associazioni e istituzioni.
Per la prima volta, grazie alle modifiche introdotte alla legge a seguito del processo di riordino istituzionale, hanno potuto presentare domanda anche gli enti locali, e in particolare i Comuni con popolazione superiore ai 15 mila abitanti, i Comuni capoluogo e le Unioni di Comuni. I Comuni con popolazione inferiore ai 15 mila abitanti hanno potuto presentare domanda esclusivamente in forma associata con almeno altri due Comuni.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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