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Cultura. Modena Città creativa Media Arts Unesco 2021: presentati i progetti e la Regione sostiene la candidatura. L’assessore Felicori: “Il nostro pieno appoggio per una grande sfida verso la creazione contemporanea, che valorizzerà tutto il sistema culturale regionale”

Oggi la presentazione con le realtà del Comitato promotore. Dalla formazione ai percorsi di digitalizzazione di biblioteche e musei, dall’arte digitale all’intelligenza artificiale i temi al centro di progetti sia pubblici che privati

Bologna – Modena guarda al proprio futuro, punta sulla cultura e rilancia la candidatura a Città creativa Unesco per il cluster Media Arts.

L’iniziativa è stata presentata oggi con il titolo di “Futura creativa”. All’incontro hanno preso parte protagonisti della scena culturale modenese che fanno parte del Comitato promotore, coordinato dal Comune. Ma anche nuove realtà d’impresa, che aderiscono al percorso con progetti innovativi, come il Gruppo giovani di Confindustria Emilia e “Ammagamma”, società di data science che offre soluzioni di Intelligenza artificiale alle aziende.

Al centro del percorso verso la candidatura ufficiale i temi della formazione, dell’utilizzo del digitale per “liberare” la creatività e aprire le porte virtuali dei musei. E poi l’alfabetizzazione e le arti digitali, azioni di creatività integrata e aspetti economici legati alla cultura.

“Assicuro il pieno appoggio della Regione alla sfida che Modena sta compiendo – ha affermato l’assessore regionale alla Cultura, Mauro Felicori intervenendo in video collegamento all’incontro -. Già Bologna è Città creativa Unesco per la Musica e ora lavoriamo per Modena. Le città emiliane sono abituate a rapportarsi nel contesto europeo. Ma appartenere al network delle città Unesco offre qualcosa in più, significa aprirsi al mondo e a tutti continenti, dall’Asia (in particolare Cina, Giappone e Corea del sud), all’Africa, che non è solo sottosviluppo ma anche laboratorio creativo sempre più importante. Modena, quindi, fa benissimo a compiere questa scelta, impegnando tutte le sue energie”.

“Se quello che ha fatto Modena nel campo della meccanica, diventandone capitale mondiale, lo realizzerà anche in ambito culturale- ha aggiunto l’assessore-, il sistema culturale regionale diventerà davvero impressionante. Modena è una città importante e ancorata alla storia dell’arte, come si vede ovunque, dal Duomo alla Galleria Estense, ma già proiettata nel futuro e l’idea delle Digital Humanities, coordinata da AGO e applicata alla stessa Galleria, ne è una testimonianza”.

Il sindaco di Modena, Giancarlo Muzzarelli, ha sottolineato l’importanza di ripartire dalla cultura, dopo l’emergenza Covid, quale fattore di crescita anche economica della città.

Il percorso di candidatura, ancora da formalizzare all’Unesco, è stato presentato dall’assessore alla Cultura del Comune di Modena, Andrea Bortolamasi. In apertura anche gli interventi sul “ruolo degli spazi collaborativi per l’industria culturale e creativa” di Fabio Sgaragli per Laboratorio Aperto Modena – Fondazione Brodolini e sull’importanza del “Network delle città creative Unesco per la ripresa dopo la pandemia globale” di Vittorio Salmoni, coordinatore delle Città creative Unesco italiane.

I progetti sono finora 31 suddivisi in cinque categorie (Formazione, Digitalizzazione,
Arti per formative, Arti visive, Musica). Il percorso di candidatura potrà contare anche sull’esperienza già sviluppata da Linz, città austriaca gemellata con Modena.

L’incontro si può rivedere sulla pagina Facebook Città di Modena.

Informazioni al link www.comune.modena.it/cittacandidataunescomediaarts

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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