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Da: Regione Emilia Romagna

Cultura. Residenze per artisti, finanziati nuovi spazi per la creatività: un centro regionale con due sedi a Mondaino (Rn) e Rubiera (Re) e cinque strutture a Bologna, Faenza, Ferrara e Forlì

Via libera della Giunta regionale, con uno stanziamento di oltre 265 mila euro, all’attuazione dell’Accordo triennale tra Ministero dei Beni e delle Attività culturali, Regioni e Province autonome

Bologna. Supporto alla creatività, ospitalità e formazione. Con queste finalità si strutturano in Emilia-Romagna un “Centro di Residenza” e cinque “Residenze per artisti nei territori” individuate dalla Giunta regionale a seguito di un Accordo triennale tra Ministero dei Beni e delle Attività culturali, Regioni e Province autonome per il triennio 2018-2020. Sono state rese disponibili risorse statali per 273.000 euro, che potranno liberare i finanziamenti regionali, ulteriori 265 mila euro, già deliberati grazie alla Legge 13 sullo spettacolo.
Nate per dare forza ai processi creativi, alla mobilità degli artisti, al ricambio generazionale, le Residenze arricchiscono il mondo delle performing arts e il tessuto culturale e sociale del territorio in cui sono ospitate. La novità più rilevante del triennio 2018-2020 è la nascita dei Centri di Residenza, strutture che mettono a disposizione degli artisti, per lo più giovani, spazi, strumenti e competenze per la formazione e a supporto del processo creativo e riferimento d’eccellenza per l’attenzione alla sperimentazione e ai nuovi linguaggi della scena contemporanea, oltre a rappresentare occasione di dialogo e confronto con i centri culturali e delle arti performative nazionali ed europei.
Oltre ai Centri di Residenza, sono previste Residenze per artisti nei territori, realtà nelle quali l’ospitalità per periodi di creazione e formazione si affianca all’attività di produzione e di programmazione di spettacolo.
Ciascuna Regione può individuare al massimo un Centro di Residenza, che deve essere necessariamente costituito dall’aggregazione di almeno due operatori professionali dello spettacolo e un numero massimo di Residenze per Artisti nei territori che varia in rapporto alla popolazione regionale: 5 quelle assegnate alla Regione Emilia-Romagna.

Il Centro di Residenza
Al termine della valutazione dei progetti pervenuti a seguito di un bando pubblico, la Giunta regionale ha individuato quale Centro di Residenza emiliano-romagnolo il progetto proposto dall’aggregazione dell’Associazione culturale L’Arboreto di Mondaino (Rn), realtà tra le prime in Italia ad essersi dedicata in prevalenza alla cura delle residenze artistiche e dell’Associazione La Corte Ospitale, nata per volontà del Comune di Rubiera nell’omonimo complesso monumentale del XVI secolo, struttura dedicata all’accoglienza degli artisti, alla loro formazione e alla produzione di spettacoli.
Al Centro di Residenza sono assegnati oltre 173.000 euro di contributo ministeriale che si aggiungono ai circa 115.600 euro concessi dalla Regione nell’ambito della Legge 13, secondo la ripartizione del cofinanziamento che prevede una quota pari al 60% a carico del Ministero e un 40% a carico della Regione.

Le Residenze per Artisti nei Territori
La Giunta regionale ha individuato anche le cinque Residenze per artisti nei territori che beneficeranno anch’esse del cofinanziamento statale e, assieme al Centro, costituiranno il sistema emiliano-romagnolo delle Residenze Artistiche.
A Bologna compagnie e performers troveranno ospitalità, occasioni di studio e di presentazione dei propri lavori presso l’Associazione Culturale AtelierSi e i Teatri di Vita attraverso la società cooperativa “L’altra”. A Faenza saranno attesi presso gli spazi dell’Associazione Teatro Due Mondi giovani artisti, in particolare i finalisti del Premio Scenario. Grazie all’Associazione Culturale Masque, il rinnovato Teatro Felix Guattari di Forlì sarà luogo di sperimentazione e ricerca, mentre a Ferrara dialogheranno linguaggi artistici diversi accompagnati dal Teatro Nucleo.
Per le Residenze per Artisti nei Territori in Emilia-Romagna il Mibac ha stanziato nel 2018 un contributo di 100.000 euro a fronte della quota regionale di 150.000 euro messa a disposizione mediante la L.R. 13/99 e corrispondente al 60% del cofinanziamento.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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