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Da: Organizzatori

Quattro puntate in programma: Quartetto Noûs a Rubiera (9 maggio), Quartetto Bresler a Scandiano (16 maggio), Quartetto Echos a Spilamberto (23 maggio) e Quartetto Eos a Castellarano (30 maggio)

Musica “da vedere”, con l’ascolto del repertorio classico per quartetto d’archi ambientato in antiche dimore e castelli del modenese e del reggiano. A partire da sabato 9 maggio prende il via su Rai 5 (canale 23) il secondo ciclo di puntate di Musica da camera con vista, un progetto a cura del musicologo Giovanni Bietti, sostenuto dalla Regione Emilia-Romagna e promosso dall’Associazione “Amici del quartetto Guido A. Borciani” in collaborazione con Tempo di Musica e Oficina Ocm (Orchestra da Camera di Mantova).

Il progetto, dal forte intento didattico senza mai perdere in rigore e capacità di approfondimento, è nato nel 2018 con l’obiettivo di diffondere attraverso il web la musica da camera per quartetto d’archi, coinvolgendo giovani artisti e ambientando le esecuzioni nei luoghi in cui venivano eseguite in origine: salotti e saloni di dimore private, spazi ancor oggi esistenti, a volte passati ad altre destinazioni d’uso pubblico. Finora sono state realizzate nove puntate.

Le quattro puntate in programma su Rai 5, secondo ciclo di 12 previste, con l’introduzione e il commento di Giovanni Bietti saranno dedicate a Tradizione e innovazione, con l’esecuzione del Quartetto Noûs, (il 9 maggio alle ore 19,15) ambientata nella Riserva naturale del Secchia e Ospitale a Rubiera (Mo); L’amore con il Quartetto Bresler (16 maggio ore 19,15) nella Rocca dei Boiardo a Scandiano (Re); La natura con il Quartetto Echos (il 23 maggio ore 19,15) nel Museo dell’Aceto balsamico a Spilamberto (Mo) e infine Il pathos con il Quartetto Eos (30 maggio ore 19,15) nel Borgo delle viole a Castellarano (Re). Ogni puntata ha la durata di mezzora circa.

Nel programma, che prevede l’esecuzione di brevi brani particolarmente significativi di cui si illustrano le caratteristiche, i valori e la modernità, si valorizza anche l’aspetto turistico dei territori, aprendo al vasto pubblico del web la conoscenza di siti prestigiosi per bellezza, architetture e decori, di dimensioni intime e raccolte e particolarmente adatti all’ascolto della musica da camera ma spesso sconosciuti nell’ambito del turismo culturale.

A settembre 2020, sono in programma le ultime tre registrazioni coi Quartetti Mitja, Prometeo e Quartetto di Mantova.

Il ciclo intero di 12 puntate abbraccia un ampio repertorio che dal “padre del quartetto” Haydn, attraverso diversi e significativi brani di Mozart e Beethoven giunge dapprima all’800 con Schubert, Mendelssohn, Borodin, Wolf, Puccini, e quindi al Novecento storico con Janacek, Schulhoff, Webern, Bartók. Le scelte del 2020 andranno a completare la panoramica degli autori di musica per quartetto d’archi, toccando periodi come il tardo romanticismo tedesco e l’Impressionismo francese.

Sono coinvolti nel progetto giovani quartetti italiani e internazionali, che negli ultimi anni si sono guadagnati l’apprezzamento della critica e del pubblico e si sono affermati in importanti concorsi nazionali ed europei

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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