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Da: Università degli Studi di Ferrara Ripartizione Marketing e Comunicazione

Individuato dai ricercatori dell’Università di Ferrara un approccio innovativo
capace di ridurre drasticamente le crisi epilettiche

E’ in grado di eliminare più del 90% delle crisi epilettiche nell’arco di 3 mesi, il dispositivo biologico di ultimissima generazione messo a punto – e già testato a livello preclinico –  dall’équipe del professor Michele Simonato dell’Università di Ferrara.

I risultati, pubblicati sul Journal of Neuroscience, organo ufficiale della più importante società scientifica di neuroscienze, lasciano davvero ben sperare: “Oltre ad una rapida e progressiva riduzione delle crisi epilettiche, meno 75% nell’arco di due settimane e meno 93% nell’arco di due mesi, lo strumento riduce significativamente anche i sintomi legati allo stress e migliora di molto le capacità cognitive” chiarisce Simonato.

Il dispositivo, che agisce rilasciando una molecola capace di ripristinare l’attività fisiologica delle cellule malate, è impiantato direttamente nell’ippocampo, l’area del cervello colpita dalla malattia: “Si tratta di un sistema che rilascia in maniera costante il fattore GDNF (glial cell line-derived neurotrophic factor), ripristinando la normale attività elettrica del tessuto nervoso e correggendo in parte il danno prodotto dalle crisi” aggiunge il professore.

“Il trattamento è in grado di correggere anche le alterazioni dei tessuti cerebrali che sono associate all’epilessia. Tutto questo ci fa sperare che l’approccio possa dare ottimi risultati clinici nel bloccare le crisi e fermare la progressione della malattia” conclude Michele Simonato.

Lo studio è stato svolto in collaborazione con il laboratorio LTTA del Tecnopolo di Ferrara, l’Università Vita-Salute del San Raffaele di Milano, l’Università di Lund (Svezia) e la biotec Gloriana Therapeutic (USA) nell’ambito del progetto europeo Epixchange, coordinato dal Prof. Simonato.

L’epilessia colpisce oltre 60 milioni di persone in tutto il mondo, più delle persone con sclerosi multipla, Parkinson, paralisi cerebrale e distrofia muscolare insieme. Sono 700 milioni le persone che presentano una crisi epilettica nell’arco della propria vita, 10.000 i nuovi casi di epilessia ogni giorno e più di 60.000 le morti improvvise causate da epilessia. Un terzo dei pazienti non risponde alle terapie oggi esistenti.

Articolo originale:
Long-Term, Targeted Delivery of GDNF From Encapsulated Cells is Neuroprotective and reduces seizures in the pilocarpine model of epilepsy.

Autori: Giovanna Paolone, Chiara Falcicchia, Francesca Lovisari, Merab Kokaia, William J. Bell, Tracie Fradet, Mario Barbieri, Lars U. Wahlberg, Dwaine F. Emerich e Michele Simonato.

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UNIVERSITA’ DI FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

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Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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