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da: organizzatori

Paesaggio e immaginario al centro di God save the Green.
Il progetto dedicato al verde urbano torna a Wunderkammer dal 2 ottobre con tanti appuntamenti

Paesaggio, infanzia, immaginario: queste saranno le tre parole chiave che guideranno il calendario autunnale di “God save the Green”, il progetto avviato la scorsa primavera da Basso Profilo. L’associazione di promozione sociale torna sul tema del verde in occasione del festival di Internazionale, organizzando nel weekend a Wunderkammer – piano terra di Palazzo Savonuzzi, in via Darsena 57 – due eventi dedicati alla comprensione poetica ed emotiva dell’ambiente e della natura.
Venerdì 2 settembre alle 21 verrà inaugurata la mostra fotografica di Paolo Zappaterra, “L’Argentina di Borges”, che raccoglierà gli scatti più intensi realizzati dal maestro ferrarese nella patria del grande scrittore sudamericano, scatti dove il dato fisico del territorio si mescola alla suggestione letteraria, allo sguardo intellettuale e lirico. L’esposizione sarà visitabile su appuntamento fino al 31 ottobre.
Le giornate di sabato 3 e domenica 4 ottobre saranno dedicate ai più piccoli, coinvolti dalla straordinaria e delicata fantasia dell’artista Manuela Santini in un atelier d’illustrazione intitolato “Il giardino e l’immaginario”. Il laboratorio si svolgerà nelle due mattinate, dalle 9 alle 13, e servirà a costruire un piccolo albo illustrato che racconterà, attraverso la metafora del giardino, il mondo interiore dei bambini.
Il calendario delle attività prosegue lunedì 5 ottobre con la presentazione, aperta a tutti, del corso “Cinema per fotografare”, tenuto dallo stesso Paolo Zappaterra. Il corso comprenderà otto lezioni sul cinema come scuola di fotografia e due campagne di shooting all’esterno, nei luoghi scelti dai grandi registi che hanno lavorato nel capoluogo estense. Si svolgerà il lunedì sera dalle 20 alla mezzanotte.
Infine a partire da sabato 24 ottobre comincerà il laboratorio teatrale per bambini “Alla ricerca di Esopo”, condotto da Manuela Santini assieme a Sara Draghi, della compagnia A_ctuar. Il primo weekend – sabato 24 e domenica 25 ottobre, dalle 15 alle 19 – sarà dedicato al teatro d’ombra, i piccoli partecipanti realizzeranno con la carta paesaggi e personaggi delle favole di Esopo, animandoli. Il secondo weekend – sabato 7 e domenica 8 novembre – servirà a giocare con il corpo e con la voce, indagare in modo divertente l’immaginario del celebre favolista classico. Il percorso si chiuderà domenica 8 novembre alle 19.30 con una festa dove si presenterà lo spettacolo ispirato dal percorso svolto.
Il progetto “God save the Green”, dedicato alla promozione dell’agricivismo e del greening urbano, è organizzato nell’ambito del programma “Ri-generazione urbana”, coordinato da Leonardo Del monte, avviato nel 2010 con il contributo della Regione Emilia-Romagna e il patrocinio del Comune di Ferrara.
Per informazioni e prenotazioni scrivere a info@rigenerazioneurbana.org

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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