Skip to main content

da: organizzatori

Espongono: Rosario Calì, Guglielmo Pepe, Rosario Platania, Salvatore Barbagallo, Benito D’Accampo, Ninetta Minio, Oliana Spazzoli, Giovanni Compagnino, Giacomo Catania, Francesco Di Giovanni, Daniela Maria Costa, Otello Mamprin, Guido Baldessari, Maria Di Gloria, Anastasia Guardo, Ambra Sciuto, Rosa Buccheri, Vincenzo Orto, Salvatore Commercio.

Movimento artistico Verticalismo

“A Catania, nel 1973 si costituisce un gruppo di artisti e intellettuali legati da un’ ”idea”, un sì al Verticalismo (ovvero la Via del Possibile), movimento artistico-culturale e sociale polisemico, aperto a tutte le attività umane.
Risale al 23 novembre 1974 la prima esposizione di 16 pittori e scultori, alla Gallery 71 di via Federico De Roberto 27, elevata a galleria di ‘corrente’”.
“Presenti a sostenere l’ evento, oltre a don Antonio Corsaro, molti altri aderenti al movimento: poeti, scrittori, critici, giornalisti, musicisti, registi, ricercatori…”.
Gli artisti, in quella occasione (un primo seme) liberamente si attestarono sull’ “idea” che lo spazio (l’ Universo) è verticale, vale a dire un “campo di possibilità”, e che il divenire dell’ uomo e della società in tutte le sue espressioni corrono in direzione del possibile.
(…) Non è che l’ inizio di una rivoluzione artistica, che investe l’ io e il noi: lo spazio dell’ essere e della società non meno che dell’ ambiente la casa comune. E’ l’ alba di una nuova “realtà”: la Via del Possibile (la nostra malattia conclamata)”.

Teoria e prassi.

“Con il lemma Verticalismo si vuole significare un divenire di possibilità [pertanto, contrariamente a quanto registra il Dizionario, non sta per architettura gotica né per verticismo né richiama l’ asse gerarchico] e attiene a tutte le espressioni artistico-culturali non meno che socio-politiche. Muove dalla nostra corrente di pensiero filosofico-scientifica “la Via del Possibile” secondo la quale l’ Universo (spazio eterno, fisico e non solo fisico) nato dal Nulla è un puro “campo di possibilità” che sfocia, nel suo continuum di possibilità, nella vita e, in forza di un processo filogenetico, nell’ uomo (spazio biologico e dell’ io)”.

“Considerato che l’ Universo e la (sua) vita si sono evoluti liberamente in quanto “campo di possibilità”, si può senza meno affermare che l’ unica verità (libera da atti, da necessità, da radici deterministiche…) è il “campo di possibilità” dominio della libertà vera.

“Dunque è la nuova concezione dello spatium (fisico, biologico e sociale) il sestante che ci istrada nell’ interlavoro io-società”.

“Da questa nuova visione del mondo muove una conoscenza “altra”, forte, che definitivamente libera dai residui di rigide formule artistiche e culturali che esaltavano verità assolute, misura di ogni azione”.

“Il nostro tamtam consiste nella teorizzazione, rappresentazione e pianificazione artistico-culturale e sociale dell’ espansione dell’ io attraverso la sovrapposizione e la disseminazione di campi di possibilità. Come dire che l’ io inserito nel sociale e nelle attività umane impara e insegna ad assurgere a “verticale” (a “possibilità”) cioè a dire ad essere in un divenire di possibilità”.

“Sul piano prettamente creativo (…) non vengono poste restrizioni per ciò che riguarda la tecnica, la forma, la sperimentazione, il contenuto… neanche per eventuali sconfinamenti in soluzioni codificate, come vuole la nostra libertà (verità) campo di possibilità (…) purché sia nettamente ravvisabile quel linguaggio originale “altro”, quel cambiamento di marcia e di direzione spaziotemporale che è proprio dell’ “opera unica” che vive e cresce in un divenire lungo “la via del possibile” (la via della bellezza dell’ io)”.

[Estratto dal saggio “Verticalismo, la Via del Possibile” di Salvatore Commercio, teorico e fondatore della “corrente”].

tag:

Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it