Dal 5 gennaio 2019 l’appuntamento è con i Saldi Invernali – il commento di Ascom Ferrara
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Da: Ufficio Stampa – Ascom Ferrara
Scatta il count down per i saldi invernali – gli unici autorizzati e che possono chiamarsi in questo modo – che partiranno ufficialmente in Emilia Romagna, sabato 5 gennaio e proseguiranno per i tradizionali sessanta giorni per concludersi, martedì 5 marzo. Secondo le stime dell’ufficio studi nazionale di Confcommercio il volume d’affari previsto in Italia per i Saldi è intorno ai 5,1 miliardi di euro interessando all’incirca 15,6 milioni di famiglie con una spesa pro capite stimata intorno ai 140 euro (325 a nucleo famigliare secondo i parametri Istat)
“C’è grande attesa per i saldi tradizionali perché quest’occasione coincide con l’opportunità di poter avere sconti significativi (e quindi di fare ottimi affari nel rapporto qualità/prezzo) anche su capi importanti (abiti, cappotti, camice, pantaloni, giubbotti, maglieria, calzature, accessori e pelletteria), magari riuscendo ad acquistare i marchi desiderati ad un prezzo molto vantaggioso.
“In media lo sconto si aggira intorno al 30% – spiega Giulio Felloni presidente provinciale Ascom Confcommercio Ferrara e Federazione Moda Italia, che prosegue: ” I saldi invernali sono anche un modo per riappropriarsi dei centri storici, passeggiare in un contesto monumentale che nel capoluogo così come in provincia offre spunti suggestivi con una rete di negozi di vicinato su tutto il nostro territorio che sposa qualità, competenza ed eccellenti livello di servizio. Insomma una bella opportunità da cogliere al volo”.
Un lavoro di promozione del commercio di vicinato che deve fare i conti con ombre che lo oscurano: come accade con i colossi dell’e-commerce contro i quali serve da un lato una nuova mentalità che trasformi lo shopping diretto in un esperienza coinvolgente che veda nel fattore umano il suo punto di forza. Dall’altro l’introduzione di una “Web tax che regolarizzi questo settore sempre più incontrollato e che genera nei fatti una concorrenza sleale nei confronti del negozio tradizionale”. Senza contare l’aspetto dei blocchi del traffico scattato anche in queste ore e che di nuovo rischia di penalizzare, oltre ogni misura l’afflusso in centro, senza peraltro essere risolutivo.
Tra i punti dolenti di queste settimane inoltre come “ci è stato segnalato dalla nostra stessa base associativa, qualche furbetto che ha effettuato illegalmente promozioni nei 30 giorni antecedenti i saldi. Un divieto stabilito dalla delibera regionale (n.1804/2016) con sanzioni da un minimo di 516 ad un massimo di 3096 euro. Segnalazioni che abbiamo provveduto ad inoltrare formalmente e tempestivamente agli assessorati competenti per i dovuti controlli del caso” conclude Felloni
Per il corretto acquisto degli articoli in saldo, Federazione Moda Italia-Confcommercio ricorda alcuni principi di base:
1. Cambi: la possibilità di cambiare il capo dopo che lo si è acquistato è generalmente lasciata alla discrezionalità del negoziante, a meno che il prodotto non sia danneggiato o non conforme (art. 1519 ter cod. civile introdotto da D.L.vo n. 24/2002). In questo caso scatta l’obbligo per il negoziante della riparazione o della sostituzione del capo e, nel caso ciò risulti impossibile, la riduzione o la restituzione del prezzo pagato. Oppure ancora esiste la possibilità dell’emissione di un ulteriore buono acquisto rilasciato dal negoziante e da spendersi entro 120 giorni. Il compratore è però tenuto a denunciare il vizio del capo entro due mesi dalla data della scoperta del difetto.
2. Prova dei capi: non c’è obbligo. E’ rimesso alla discrezionalità del negoziante.
3. Pagamenti: le carte di credito devono essere accettate da parte del negoziante.
4. Prodotti in vendita: i capi che vengono proposti in saldo devono avere carattere stagionale o di moda ed essere suscettibili di notevole deprezzamento se non venduti entro un certo periodo di tempo.
5. Indicazione del prezzo: obbligo del negoziante di indicare il prezzo normale di vendita, lo sconto e il prezzo finale.
ASCOM FERRARA
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)
PAESE REALE
di Piermaria Romani
Caro lettore
Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.
Se già frequentate queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.
Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani. Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito. Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.
Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta. Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .
Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line, le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.
Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e di ogni violenza.
Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”, scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.
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