Skip to main content

da: MLB Home Gallery

Una modella vestita di tre sfoglie tricolori che evocano la bandiera italiana. La modella cammina e l’abito di sfoglia lentamente si sfascia, lasciandola nuda. E’ la performance Le sfoglie di Garibaldi ideata da Stefano Scheda e organizzata da Maria Livia Brunelli per l’EXPO: una metafora dell’Italia di oggi? Un simbolo della perdita dell’identità nazionale e un invito a “ricucirla”?

“E’ tutto questo e anche altro, quello che le persone vorranno vederci. Una bandiera del cortocircuito fra innovazione e tradizione, in cui l’Italia dovrebbe ritrovare la sua forza. Ma la fragilità di questa bandiera evoca anche quella dell’Italian food, che viene derubato e clonato in tutto il mondo: una bellezza da difendere e tutelare”, racconta l’artista, che insegna “Strategia dell’invenzione” all’Accademia di Bologna.

La performance, che sta già suscitando molta curiosità, avrà luogo il 19 agosto alle 12.45, a cura della MLB Maria Livia Brunelli home gallery, nell’ambito delle iniziative promosse dalla Provincia di Ferrara nello spazio “Piazzetta” messo a disposizione dalla Regione Emilia Romagna per EXPO MILANO 2015.

Saranno le sfogline dell’Alto Ferrarese di “Miss…ione matterello” a realizzare il vestito per la modella, utilizzando pomodoro per il rosso, farina e acqua per il bianco, spinaci dell’orto per il verde. Alla performance di Scheda seguirà la “risposta” della modella, che svelerà la sua identità nella performance Prêt-à-Le sfoglie. La modella si rivelerà infatti essere una critica d’arte, anzi, una critica d’arte performativa: Isabella Falbo, che utilizzerà a sua volta le sfoglie modellandosele sul corpo come se fossero abiti.
Due azioni che, come scrive lei stessa, “fanno dunque emergere due delle identità nazionali più forti oggi: la pasta e la moda. Il cortocircuito fuori/dentro, cibo/corpo, attivato dall’idea di indossare la sfoglia, porta a riflettere sul corpo come macchina che consuma cibo, alla continua ricerca di un’estetica soddisfatta dalla moda. Inoltre, l’abito di sfoglia rappresenta il prolungamento dell’atto sensoriale legato alla forte componente estetica del mangiare -poiché il cibo viene prima consumato con la vista, poi con l’olfatto ed infine con il gusto- che svanisce nel momento in cui inizia il blackout dei processi interni al corpo”.

Ma Stefano Scheda, bolognese, è solo uno dei quattro artisti che la curatrice e gallerista Maria Livia Brunelli porta in questa occasione a EXPO. Gli altri tre sono tutti talenti Made in Fe. “Quelle che porterò a Milano sono tutte opere con un significato molto preciso, spesso di denuncia, anche se una denuncia ironica e sottile, che vuole far riflettere emozionando”- spiega. Come farà anche Marcello Carrà, un altro artista seguito dalla gallerista ferrarese, che dal 19 al 21 agosto sarà impegnato in un’opera ciclopica: realizzerà un enorme disegno legato alle tematiche dell’alimentazione su un pannello di due metri, usando esclusivamente la penna biro. Non a caso è stato definito, per l’accuratezza e la precisione dei suoi disegni, “il Leonardo della penna Bic”. Straordinaria la sua cavalletta, esposta a Bruxelles, che raggiunge la dimensione di ben otto metri.

In esposizione anche una installazione su un altro tipico prodotto del Made in Fe, l’osannata salama da sugo: la food artist Giulia Bonora, nel suo rapporto di odio-amore con questo piatto della tradizione ferrarese, lo ha scomposto nelle sue tre componenti (siero, pelle e polpa), accompagnando questa ironica “vivisezione” con una lettera indirizzata alla salama, in cui evoca i suoi ricordi da bambina legati a questo famoso insaccato durante le festività in famiglia. Giulia Bonora è stata anche una delle protagoniste dei laboratori didattici e creativi proposti dalla MLB home gallery sui temi dell’EXPO, “Per mangia/arti meglio”: un modo per avvicinare i più piccoli all’arte attraverso ciò che di quotidiano e familiare si presenta loro in tavola, attraverso l’incontro ludico con Andy Warhol, Tom Wesselmann, Piero Gilardi, Daniel Spoerri.

Maria Chiara Bonora espone invece una serie di 20 fotografie dall’accattivante titolo “L’anatomia della coppia”, che hanno per protagonista la tradizionale coppia di pane ferrarese, interpretata in chiave erotica come incontro fra una coppia di amanti. Una ricerca che ha per oggetto le analogie formali, posturali e materiche, tra il pane di Ferrara e l’approccio sessuale tra gli amanti, mettendo in luce la somiglianza della coppia con le rotondità del corpo, le sue torsioni e tensioni, in un climax ascendente di intimità. Perché, come spiega l’artista, “spezzare, dividere una coppia di pane a Ferrara, può voler dire separare due amanti, interrompere un gesto d’amore in atto e udire un gemito di delusione”.

“Ma dopo l’EXPO non ci fermeremo – annuncia la Brunelli-. Seguirà una cena tricolore che faremo per pochi fortunati commensali, ripetendo la performance di Stefano Scheda, il 26 settembre a Ferrara. Ho infatti chiesto ad alcuni artisti se una cena potesse diventare anche una performance artistica. E la risposta è stata sì, se ideata da artisti che hanno messo al centro del loro lavoro l’idea del food e se lo spazio è suggestivo, come la MLB home gallery, la casa-galleria in cui vivo, metà galleria e metà casa abitata. Verrà eccezionalmente viene ‘prestata’ ai commensali, per far assaporare loro l’emozione di essere protagonisti dell’arte in un palazzo privato rinascimentale di fonte al Castello Estense, circondati da opere di artisti internazionali, in collegamento tematico con le mostre del vicino Palazzo dei Diamanti. Un luogo magico, dove farò scoprire come l’arte può invadere anche la camera da letto, tappezzata di opere d’arte”.

Il programma delle dinner-performance (oltre a quella di Scheda il 26 settembre, è in programma “La seduzione a tavola” con Giovanna Ricotta il 31 ottobre) e dei pranzi-performance con lo chef stellato Pier Luigi di Diego (ogni prima domenica del mese) è consultabile su: www.marialiviabrunelli.com/cene-ad-arte-art-tour-o.php. Partner del progetto è Augustoitalianfood.com, che fornisce online selezionati prodotti di gastronomia di qualità.

Maria Livia Brunelli è conosciuta dal grande pubblico per le sue installazioni che fanno sempre molto parlare: in occasione dell’Anno Mondiale della Biodiversità, aveva disseminato il centro di Ferrara di sculture di grandi animali in via di estinzione di Stefano Bombardieri. Tutti quelli che ci sono stati ricordano ad ArteFiera di Bologna di qualche anno fa, la grande installazione di monetine che ricopriva il pavimento dello stand della MLB home gallery; quest’anno invece protagonista era un prato ricoperto di pelli di mucca. Aspettiamo ora di farci sorprendere all’EXPO.

tag:

Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it