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Da: Organizzatori

Il presidente della SIC Francesco Romeo entra nell’esecutivo dell’EHC (European Heart for Children), fondazione che dal 2009 si occupa di pazienti pediatrici con cardiopatie

Malattie cardiache congenite nei bimbi, dalla solidarietà italiana un primo ospedale in Marocco: curerà oltre 1000 piccoli ogni anno

Il progetto è stato presentato al congresso nazionale dei cardiologi appena conclusosi a Roma, con la proiezione di un video alla cerimonia inaugurale. L’impegno del prof. Roberto Ferrari
Roma, 20 dicembre 2016. E’ frutto dell’impegno di una fondazione umanitaria italiana, l’EHC (European Heart for Children) con sede a Nizza presso la Società Europea di Cardiologia, il primo e unico centro che tratterà in Marocco bambini con malattie cardiache congenite, che riguardano ben 5.000 nuovi casi l’anno. L’unità operativa sarà realizzata nel prossimo anno e gli interventi sui piccoli pazienti con equipe formate e strumentazioni di grande livello saranno possibili già nel 2018. L’annuncio in chiusura dei lavori del 77 congresso Sic svoltosi a Roma alla presenza di 2.500 specialisti, sotto la presidenza del prof. Francesco Romeo che ha aderito con entusiasmo al progetto umanitario della Fondazione EHC.
“Ho concepito l’idea di questa Fondazione durante il mio incarico di presidente della Società Europea di Cardiologia – spiega il prof. Roberto Ferrari, direttore della Cardiologia dell’Università di Ferrara e membro del Board di EHC – dal 2009, grazie ai fondi raccolti durante congressi e da singoli benefattori, abbiamo visitato oltre 2100 bambini, quasi 300 quelli operati e salvati, 9 portati in Italia per interventi chirurgici complessi. Grazie a borse di studio, sono stati formati medici e personale sanitario che hanno prestato la loro opera in paesi tormentati come Iraq del Nord, Siria, Tunisia, Haiti, Camerun, Romania, Egitto e Marocco. E proprio in questo paese ora stiamo iniziando la costruzione di una sede nell’ospedale CHU Ibn Rochd di Casablanca, dove, una volta completati i lavori, potremo trattare gratuitamente i bambini affetti da malattie cardiache congenite. Prevediamo 500 interventi l’anno, che diventeranno 1.000 nel tempo.”
Nel board della Fondazione, oltre al prof. Ferrari, alla regista Claudia Florio, al presidente ESC Francisco Pinto e al responsabile del Dipartimento di Cardiologia del prestigioso ospedale Pitiè – Salpetriere di Parigi, Michel Komajda, ora è stato eletto il prof. Francesco Romeo, presidente uscente di SIC. “Con l’entrata del prof. Romeo nella nostra Fondazione – afferma il prof. Ferrari – anche la SIC assume una nuova dimensione: una moderna società scientifica deve occuparsi di portare avanti il proprio ruolo scientifico, educazionale ed organizzativo, ma non deve dimenticare l’aspetto umanitario.”

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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