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Mi viene da giocare tra Expo e Espoo. Grafie e assonanze sono così intriganti che è difficile vincere la tentazione. Ma cos’hanno a che fare Expo e Espoo tra loro così distanti? Da un lato l’esposizione universale sulla alimentazione e la nutrizione, dall’altro Espoo, una grande, importante città della Finlandia. Pare che ‘espoo’ in finnico significhi ‘pioppo’. Proprio come quelli delle nostre campagne e delle nostre golene, così la quadratura è glocale. Espoo si occupa di nutrire l’intelligenza delle persone, è conosciuta come una delle più importanti città d’apprendimento del mondo.
È successo quando l’Unione europea ha dichiarato il 1996 anno della formazione permanente. Sul tema a Espoo si è tenuta la conferenza internazionale “The Joy of Learning” e questo evento ha indotto gli amministratori della città di Espoo a riconsiderare le attività di apprendimento e a guardare alla formazione continua come strumento di sviluppo della comunità. L’amministrazione della città ha nominato un comitato per promuovere l’apprendimento permanente e per migliorare la consapevolezza della sua importanza per lo sviluppo della città.
Nel 1997 Espoo è entrata a far parte dell’Associazione internazionale delle città educative, del progetto europeo ELLI, relativo all’apprendimento permanente, collegandosi a partner provenienti da sedici paesi differenti e aventi come focus la formazione degli adulti.
Prende così avvio un processo che ha come punto d’arrivo quello di creare il più ampio contesto di conoscenze e di apprendimenti possibili. Le strategie di apprendimento permanente si integrano con i valori e la visione della città. Se ne analizzano i vantaggi e gli svantaggi. Si individuano i bisogni formativi di tutti i soggetti attivi, dai giovani, agli adulti, alle imprese. Gli impegni dell’Amministrazione e i possibili partner per fare della città una comunità che apprende.
Le attività del progetto Learning city sono uno strumento per lo sviluppo della città, e, come tali, vengono incluse nei normali procedimenti amministrativi, nelle strategie e nel bilancio della città. C’è un gruppo esecutivo e c’è un gruppo dirigente, un’ampia partecipazione di differenti settori della città. Il gruppo dirigente è guidato da un delegato del sindaco o da un delegato dell’assessore all’istruzione e alla cultura. Inoltre ci sono gruppi di consulenza e gruppi di lavoro formati da esperti soprattutto nel campo dell’istruzione e dell’amministrazione comunale. Questi gruppi variano a seconda delle problematiche da sviluppare o dei progetti nazionali o internazionali da realizzare. C’è anche un comitato di rappresentanti di aziende e di fornitori di apprendimento. Di grande importanza è la cooperazione con partnership della vita economica della città e della regione, il vantaggio reciproco di questa sorta di cooperazione nel condurre in porto comuni progetti concreti. Il “Learning city project” è diretto da un manager il quale è responsabile dell’intera realizzazione del progetto, oltre che della cooperazione internazionale e dell’implementazione dell’agenda della learning city.
L’obiettivo è quello di fare della cultura operativa parte integrante della vita quotidiana dei cittadini di Espoo. Istituzioni educative e ambienti di apprendimento puntano a fornire saperi di alta qualità, dalle conoscenze, alle capacità, alla preparazione, alla condivisione di valori, agli atteggiamenti necessari per realizzare uno stile di vita a dimensione delle persone e della tutela dell’ambiente. L’idea è promuovere a partire dall’infanzia e per tutta la vita l’aumento della consapevolezza degli abitanti di Espoo rispetto ai temi dell’ambiente, del benessere, dell’economia, della cultura e delle loro relazioni per uno sviluppo sostenibile.
La formazione permanente è incorporata nei piani per la cura e l’educazione della prima infanzia, nei curricula delle scuole, dall’istruzione primaria a quella superiore. È parte integrante dell’attività quotidiana di tutte le organizzazioni educative in Espoo.
L’obiettivo è fornire un apprendimento di alta qualità, di implementare valori e atteggiamenti indispensabili alla comprensione e alla realizzazione di un diffuso stile di vita sostenibile. Il progetto di Espoo è sostenuto da una rete a cui collaborano le istituzioni scolastiche, i servizi culturali, i servizi sociali e sanitari, i tecnici dell’ambiente, i servizi del Comune, l’Università di Scienze Applicate, la Metropolia university, l’Università di Helsinki, così come ricercatori, diverse aziende private e associazioni impegnate per la promozione del benessere.
L’impegno riguarda allo stesso modo l’apprendimento non formale e informale, come quello formale. Lo scopo della rete creata a Espoo è quello di sviluppare una strategia per aiutare tutte le persone nella formazione permanente, a vivere in modo sostenibile nel presente e in futuro.
Il progetto è, dunque, pensato e realizzato come strumento di crescita per l’intera città e comunità, non solo per le istituzioni scolastiche e culturali, andando oltre gli ambienti tradizionali dell’apprendimento e i modi di pensare il ruolo e i compiti dell’apprendimento stesso.
L’apprendimento è creativo in una città creativa. Tutta la città è ambiente di apprendimento, perché esso si realizza attraverso le opportunità offerte nei campi più disparati, perché il successo della coesione sociale ha il suo fondamento principale nei processi di apprendimento, perché la preoccupazione è quella di essere una città al servizio dell’apprendimento per l’intero arco di vita dei suoi abitanti.
L’apprendimento avviene ovunque e in tutti i luoghi della vita quotidiana, a scuola, al lavoro, in famiglia, nel tempo libero e nella vita comunitaria.

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Giovanni Fioravanti

Docente, formatore, dirigente scolastico a riposo è esperto di istruzione e formazione. Ha ricoperto diversi incarichi nel mondo della scuola a livello provinciale, regionale e nazionale. Suoi scritti sono pubblicati in diverse riviste specializzate del settore. Ha pubblicato “La città della conoscenza” (2016) e “Scuola e apprendimento nell’epoca della conoscenza” (2020). Gestisce il blog Istruire il Futuro.

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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