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Giorno: 11 Febbraio 2014

Venerdì 14 febbraio gli OvO in concerto al Circolo Arci con il nuovo album “Abisso”

da: ufficio stampa tour Pitbelulla

“Abisso” è il nuovo album degli OvO: è lì che Bruno Dorella e Stefania Pedretti vi attendono per farvi nuotare tra gli specchi deformanti dei vostri sogni più contorti, per strapparvi sospiri al ritmo di un sabba tribale. Intriso di un’aura esoterica, affascinante e pericolosa, “Abisso” è rumore e armonia, una nuova, straniante alchimia con cui si apre una nuova fase artistica per il duo, che da 13 anni continua a sperimentare e spingersi in territori di confine, nella continua ricerca dell’estremo.
Sul palco gli OvO si presenteranno in una forma nuova, anche visiva, dato che per la prima volta suoneranno senza le maschere che li hanno resi celebri nella scena undeground internazionale: giocando coi limiti di tutto, dalla propria strumentazione all’incrocio dei generi, arrivando a un’anarchia ormai ben oltre il livello politico, che li porta a sperimentare con la vita, con l’arte, con il voodoo. Sempre con il Cuore, che ha molto a che vedere con l’Abisso.

Comune di Ferrara, tutti i comunicati dell’11 Febbraio

da: ufficio stampa Comune di Ferrara

BIBLIOTECA ARIOSTEA – Libri in scena: incontro mercoledì 12 febbraio alle 17
Riflessioni su potere e coscienza ispirate a “Il nipote di Rameau” di Denis Diderot
11-02-2014

Si concentrerà sul confronto tra potere ed esigenze morali, rappresentato nell’opera satirica di Denis Diderot ‘Il nipote di Rameau’, l’incontro in programma mercoledì 12 febbraio alle 17 nella sala Agnelli della biblioteca Ariostea. L’appuntamento, aperto a tutti gli interessati, rientra nel ciclo ‘Libri in scena’ a cura dell’Associazione Amici della Biblioteca Ariostea, in collaborazione con la Fondazione Teatro Comunale di Ferrara, ed è organizzato in occasione della rappresentazione della pièce di Diderot al Teatro Comunale di Ferrara dal 14 al 16 febbraio prossimi.
Interverranno in veste di relatori Sandro Cardinali e Paola Zanardi.

LA SCHEDA a cura degli organizzatori
‘Il nipote di Rameau’: Diderot e l’altro
Nel ‘Nipote di Rameau’ – dialogo definito da Goethe, Hegel e Marx una delle più alte testimonianze etico-politiche del Settecento francese – Diderot ripensa al confronto fra l’irrazionale ripartizione del potere e della ricchezza da un lato e le esigenze della coscienza morale dall’altro. Fra ‘Io’ e ‘Lui’ si attua, in forma satirica, il confronto/scontro fra la ‘coscienza onesta’ del filosofo e la ‘coscienza del bohèmien’ della società di antico regime.

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CONFERENZA STAMPA – Giovedì 13 febbraio alle 11,30 nel complesso di Santa Lucia
La convenzione fra Comune e Università di Ferrara per l’asilo nido ‘Il Salice’
11-02-2014

Giovedì 13 febbraio alle 11,30 nella Sala Consiliare del complesso di Santa Lucia (via L. Ariosto, 35), si terrà la conferenza stampa per presentare la convenzione fra Comune e Università di Ferrara per l’asilo nido “Il Salice”, volta a garantire 10 posti aggiuntivi ai figli di studenti e dipendenti dell’Ateneo.
Interverranno all’incontro il Rettore Pasquale Nappi e il Sindaco di Ferrara Tiziano Tagliani.

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COMMISSIONI CONSILIARI – Riunione congiunta giovedì 13 febbraio alle 15,30 in sala Zanotti
Illustrazione del progetto di un nuovo impianto del Polo Chimico
11-02-2014

L'”Illustrazione del progetto di un nuovo impianto denominato GP27 per la produzione di elastomeri da realizzarsi nel Polo Chimico di Ferrara” sarà al centro dei lavori della riunione congiunta delle Commissioni consiliari 1.a – presieduta dalla consigliera Francesca Cavicchi – e 4.a – presieduta dal consigliere Enzo Durante – in programma giovedì 13 febbraio alle 15,30 nella sala Zanotti della residenza municipale.

Accanto alle assessore all’Ambiente Rossella Zadro e alle Attività produttive Deanna Marescotti saranno presenti all’incontro il direttore dello stabilimento Marcello Perra, il referente del Progetto EPDM Bruno Frighi e il referente Autorizzazioni Industriali Leonardo Calarco.

A seguire i componenti della 4.a Commissione consiliare, coadiuvati dall’assessora Rossella Zadro, dovranno esaminata la delibera “Adesione del Comune di Ferrara alla rete ‘Sprecozero.net’ finalizzata alla condivisione, alla promozione e alla diffusione delle migliori iniziative utili nella lotta agli sprechi da parte degli Enti locali, approvazione dello Statuto e relativo impegno di Euro 250,00 quale quota associativa per l’anno 2014”.

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BIBLIOTECA RODARI – Giovedì 13 febbraio alle 17 in viale Krasnodar
Belle Storie ‘a quattro zampe’ per bambini dai tre ai sette anni
11-02-2014

Nuovo appuntamento giovedì 13 febbraio alle 17 alla sala Piccoli della biblioteca comunale Rodari (viale Krasnodar 102) con il ciclo di narrazioni dedicato ai bambini dai tre ai sette anni, questo mese all’insegna di ‘A quattro zampe’. Nel corso dell’iniziativa, promossa dal servizio Biblioteche e Archivi del Comune di Ferrara, Paola Bergamini e Claudia Marchi proporranno un pomeriggio di giochi e divertimento e “Le magie di gatta ci cova”.

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SISTEMI INFORMATIVI – Questa mattina in Municipio dal Sindaco e dall’assessora Sapigni
Presentati i nuovi servizi comunali di pagamento on line
11-02-2014

Pagare le rette scolastiche, le mense, il servizio prescuola e il trasporto scolastico, ma anche le contravvenzioni al codice della strada sarà da oggi più semplice e alla portata del computer di casa. All’indirizzo http://pagamenti.comune.fe.it del sito del Comune di Ferrara è infatti ora disponibile il percorso per il pagamento on line di tali servizi, che va ad aggiungersi ai sistemi tradizionali, che resteranno comunque in uso. Le nuove opportunità si affiancano alla possibilità già attivata di pagare on line tra l’altro gli oneri dello sportello Unico Attività Produttive, la carta turistica virtuale MyFeCard (che consente di fruire di accessi gratuiti ai musei, con sconti e agevolazioni) e la tariffa di accesso alla ZTL (attiva ormai da due anni).

L’iniziativa è stata presentata questa mattina in residenza comunale dal sindaco Tiziano Tagliani affiancato dall’assessora ai Sistemi Informativi Chiara Sapigni, dalla comandante della Polizia Municipale Laura Trentini, dal direttore dell’Istituzione scolastica comunale Mauro Vecchi e dal responsabile del Servizio Sistemi Informativi del Comune Fabio De Luigi.

“Con l’introduzione della possibilità di pagamento on line di questi servizi comunali, – ha affermato il sindaco Tiziano Tagliani – prosegue il nostro lavoro all’insegna della semplificazione e della trasparenza a concreto vantaggio dei cittadini. Si tratta complessivamente di un’opportunità in più per tutti gli utenti e per quanto riguarda i servizi scolastici di un nuovo tassello verso il completamento dell’informatizzazione, che si compirà nelle prossime settimane con l’introduzione della formula delle iscrizioni on line al nido e alla materna.”

LA SCHEDA (a cura dei Sistemi Informativi comunali)

Un nuovo insieme di servizi online è da oggi disponibile sul sito del Comune di Ferrara all’indirizzo:
http://pagamenti.comune.fe.it Si tratta di una serie di strumenti innovativi che copre le principali esigenze dei cittadini per i pagamento di servizi e oneri comunali. In particolare:

– pagamento di alcuni servizi in ambito scolastico:
– rette scolastiche (pagamento mensile – asili nido, scuole materne, e centri ricreativi estivi)
– mense (pagamento mensile – scuole elementari, medie, e materne statali)
– trasporto scolastico (pagamento mensile – scuolabus)
– servizio prescuola (pagamento annuale – scuole elementari)
– pagamento delle contravvenzioni al codice della strada (multe)

Inoltre sono attivati servizi per utenti professionali come il pagamento degli oneri dello Sportello Unico Attività Produttive (bolli, diritti di segreteria, ecc.) che vanno ad aggiungersi al versamento al Comune dell’imposta di soggiorno da parte degli ‘albergatori’, e al pagamento della tariffa di accesso alla ZTL attivo ormai da due anni.

I nuovi servizi attivati sono proposti come una modalità aggiuntiva per il cittadino o l’impresa che siano interessati a pagare con carta di credito o PayPal, rimanendo comunque disponibili tutte le modalità più tradizionali in uso fino a oggi.

Sempre nell’ambito dei servizi online, seppur con logiche e modalità diverse, per ampliare ulteriormente il bacino di servizi offerti dalla città di Ferrara è stato attivato il rilascio e pagamento online della carta turistica virtuale, la MyFeCard che permette di fruire di accessi gratuiti ai musei, sconti e agevolazioni (www.myfecard.it).

Dal punto di vista delle tecnologie, a parte la carta turistica, tutti gli altri servizi si basano su un’infrastruttura regionale di pagamenti digitali che prende il nome di PayEr, gestita dalla società Lepida, società in-house degli enti pubblici della regione.

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PROTEZIONE CIVILE REGIONALE – Ultimi aggiornamenti a cura dell’Agenzia regionale – ALLERTA n. 65/2014
Tutti gli avvisi e le allerte pubblicate sulle pagine del sito internet ufficiale – Criticità idraulica
11-02-2014

>> GLI AVVISI E LE ALLERTE DELLA PROTEZIONE CIVILE dell’Emilia Romagna

(Aggiornamento AVVISI e ALLERTE a cura degli uffici della Protezione Civile Regionale)

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AGENDA DEL SINDACO
Appuntamenti del 12 febbraio 2014
11-02-2014

Mercoledì 12 febbraio

ore 9.30 – intervento di saluto al convegno “Ferrara, patrimonio storico sostenibile. Per un futuro dell’edilizia”, con ass. Fusari (sede Ridotto del Teatro Comunale di Ferrara)

ore 10.30 – iniziativa nell’ambito del Giorno del Ricordo “La Guardia di Finanza sul confine orientale 1943-1945”, a cura del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Ferrara (sede Sala Estense, piazza Municipio – FE)

ore 14 – nell’ambito del convegno di Urbanistica “Ferrara, patrimonio storico sostenibile”, firma dell’accordo con presidente Ente Palio A. Fortini per la realizzazione della riqualificazione “green” della Torre dell’Orologio, futura sede dell’Ente (Ridotto Teatro Comunale di Ferrara)

ore 14.30 – incontro sul tema “BES. Bisogni Educativi Speciali” a cura di Cisl Scuola (sede Palazzo Bonacossi, via Cisterna del Follo 5 – FE)Bonacossi, via Cisterna del Follo 5 – FE)

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GIUNTA COMUNALE – Approvata anche la politica di gestione sostenibile degli eventi
Per i giovani ferraresi progetti innovativi e continuità delle proposte comunali
11-02-2014

Queste le principali delibere approvate nella riunione della Giunta comunale di martedì 11 febbraio:

Assessorato alla Cultura, Turismo, Giovani e Personale, vicesindaco Massimo Maisto:

In arrivo fondi per dare continuità alle proposte comunali per i giovani

Continuità e innovazione: questo il doppio binario su cui viaggiano le proposte per le giovani generazioni offerte dal Comune di Ferrara in collaborazione con alcune associazioni del territorio. Una parte dei 29.500 euro di contributi regionali dei Piani di Zona, assegnati al Comune per l’Area adolescenti e giovani, sarà infatti utilizzata per dare continuità ad alcune partnership che hanno consentito in questi anni la gestione di una serie di spazi giovanili comunali. Tra queste, quelle con l’associazione L’Ultimo Baluardo per il centro prove musicale Sonika, con la cooperativa Il Germoglio per il progetto di orientamento e rimotivazione scolastica, e con la cooperativa Camelot per il centro aggregativo L’Urlo e le attività con i gruppi informali contattati tramite la ‘Corriera Stravagante’.

Una seconda parte dei fondi sarà invece utilizzata per l’avvio di progetti innovativi mirati a rispondere ad alcune delle nuove esigenze dei giovani. Tra questi, il progetto sperimentale ‘Ragazzi digitali’, volto all’educazione a un uso consapevole di internet e dei social network, sia per gli insegnanti che per gli studenti. Il progetto curato dall’associazione Occhiaperti, coinvolgerà due Istituti Comprensivi (uno di Ferrara e uno dell’Unione dei Comuni del Copparese), con percorsi formativi per i docenti e laboratori per gli alunni, finalizzati ad accrescere la consapevolezza verso un utilizzo ‘sicuro’ della rete.

Il Comune adotta una politica di gestione sostenibile degli eventi

Eventi d’arte e cultura, perfettamente in linea con le regole della sostenibilità. E’ questa la scelta per il futuro che il Comune di Ferrara si appresta a ufficializzare con l’adozione di una politica di gestione sostenibile delle proprie manifestazioni, mirata a qualificare ulteriormente l’identità di Ferrara come sede di iniziative di interesse nazionale e internazionale, ora anche certificate a basso impatto ambientale.

Requisiti guida per l’attuazione pratica della nuova politica, che dovrà ottenere anche il via libera del Consiglio comunale, saranno quelli relativi allo standard Iso 20121:201. Il sistema di gestione riguarderà sia gli eventi organizzati direttamente dall’Amministrazione, sia quelli da essa supportati con contributi economici, agevolazioni organizzative o patrocini non onerosi.

Ingresso gratuito ai musei civici l’1 e 2 marzo per il Carnevale Rinascimentale a Ferrara

Il Carnevale a Ferrara è anche sinonimo di cultura. Per questo in occasione del ‘Carnevale Rinascimentale’, promosso dall’Amministrazione comunale, i musei civici apriranno gratuitamente le proprie porte ai visitatori nelle giornate di sabato 1 e domenica 2 marzo. Coinvolti nell’iniziativa saranno in particolare: Palazzo Schifanoia e il civico lapidario, la Palazzina di Marfisa d’Este, il Museo di Storia Naturale, il Museo del Risorgimento e della Resistenza e il Museo della Cattedrale.

La manifestazione, in programma dal 28 febbraio al 2 marzo prossimi, proporrà una rievocazione storica del Carnevale estense, offrendo a ferraresi e turisti una serie di iniziative, tra cui feste in costume nei palazzi storici, cortei di figuranti delle Contrade del Palio, giochi di fuoco e di abilità, danze rinascimentali, concerti, banchetti, cene rinascimentali, rappresentazioni teatrali, escursioni culturali, visite guidate e animazioni in costume. Intento dell’iniziativa, che coinvolge diversi partner istituzionali, associazioni culturali e di categoria, è quello di offrire alla città un’ulteriore occasione per favorire la conoscenza del proprio patrimonio storico, contribuendo anche alla promozione turistica delle proprie attrattive.

Nuove tecnologie per indagare sul ciclo dei Mesi di Palazzo Schifanoia

Permetteranno di indagare sulla genesi tecnica delle porzioni del Salone dei Mesi dipinte ‘a secco’ le analisi che il Centro Arti Visive dell’Università di Bergamo condurrà a Palazzo Schifanoia utilizzando tecnologie innovative. In base a una convenzione approvata oggi dalla Giunta, il laboratorio bergamasco metterà a disposizione del Comune di Ferrara le proprie competenze per effettuare analisi non invasive di tipo fotografico, che potrebbero anche contribuire alla ricostruzione grafica e fotografica delle porzioni di dipinti murali oggi purtroppo quasi scomparse, concorrendo ad approfondire la conoscenza di uno dei capolavori del Rinascimento italiano.

Rinnovato l’accordo per il museo della Cattedrale

Oltre 180.000 visitatori in dodici anni, importanti restauri d’opere d’arte e prestiti di pregio per grandi mostre. Il Museo della Cattedrale continua ad occupare un posto di rilievo nel panorama culturale della città e per consentire il proseguimento delle sue attività Comune e Capitolo della Cattedrale rinnoveranno per altri cinque anni la convenzione che ne regola la gestione comune.

Ferrara ‘Città per la pace’
Ferrara conferma anche per il 2014 la propria adesione al Coordinamento nazionale degli enti locali per la pace. Fondato nel 1986, il Coordinamento è un’associazione che riunisce i Comuni, le Province e le Regioni italiane impegnate nella promozione della pace, dei diritti umani, della solidarietà e della cooperazione internazionale. Attraverso il rinnovo dell’iscrizione, con il versamento della quota annuale di 1.900 euro, l’Amministrazione comunale ribadisce la propria volontà di favorire la diffusione della cultura della pace con iniziative culturali, educative e informative.

Assessorato alla Mobilità e Lavori Pubblici, assessore Aldo Modonesi:

Nuovo sistema antintrusione alla scuola Dante Alighieri

Sono stati programmati con urgenza, a seguito dei diversi tentativi di effrazione già verificatisi, i lavori per l’installazione di una nuova centrale elettronica antintrusione alla scuola Dante Alighieri di via Camposabbionario. Il sistema, in funzione anche ai piani superiori, sarà collegato con le centrali operative delle Forze dell’Ordine. Per la messa in opera dell’impianto è prevista una spesa di 7.600 euro.

A disposizione di Ifm il collegamento ferroviario con la Zona industriale

Sarà rinnovata per altri tre anni la convenzione con cui fin dal 2003 il Comune di Ferrara consente alla Società Ifm la gestione del binario di collegamento ferroviario della Zona Industriale Ferrarese (Zif) alla stazione di Ferrara. L’Amministrazione comunale dispone infatti di un raccordo ferroviario, i cui binari consentono l’allacciamento degli stabilimenti industriali insediati nella Zif alla rete delle Ferrovie dello Stato. In base all’accordo, la manutenzione dei binari e delle diverse componenti del raccordo resterà a carico di Ifm, che dovrà concordare le modalità di esecuzione con le ditte raccordate e con FS.

Assessorato all’Ambiente, assessore Rossella Zadro

Approvato il piano di monitoraggio per un’area di Versalis Spa

La Giunta ha dato il proprio via libera al piano di monitoraggio presentato da Versalis spa (ex Polimeri Europa) per un’area di proprietà all’interno dello stabilimento multisocietario di Ferrara. L’approvazione ne autorizza l’attuazione con una serie di prescrizioni imposte dalla Conferenza di servizi.

Istruzioni per l’uso del nuovo sistema elettorale (con traduzione in italiano)

È stato chiamato Italicum e poi ci ha pensato Giovanni Sartori a battezzarlo Bastardellum, dopo che egli stesso etichettò il Mattarellum e, in seguito, il Porcellum.
Se non si fosse capito si parla di legge elettorale. È la quadra che Matteo Renzi ha distillato dopo l’incontro con Silvio Berlusconi. Un quarto modello rispetto agli iniziali tre che il segretario nazionale Pd ha lanciato, nel tentativo di sbloccare un estenuante stallo politico, nonostante i ripetuti appelli del Capo dello stato e, soprattutto, dopo che la Corte costituzionale ha gambizzato la Porcata di Calderoli.
È facile immaginare che da fuori qualcuno spalanchi gli occhi a sentire tale lessico, ma questa è la politica italiana.

L’estensore della proposta renziana è Roberto D’Alimonte, che preferisce chiamarla Italicum e confessa sul Sole 24 Ore (31 gennaio) che, sì, avrebbe preferito un modello alla francese. Un conto però sono i desideri e altra cosa la realtà. Lo scrive chiaro e tondo sullo stesso quotidiano in un botta e risposta con Sartori, in cui i due si danno, senza esclusione di colpi, dell’idealista e del realista.
Da una parte D’Alimonte avrebbe al fine scelto di fare il “consigliere del Principe”, mentre quest’ultimo si difende dicendo che nell’impossibilità di perseguire le “soluzioni esatte” occorre mettersi sulla strada del possibile.

Intanto, un’altra questione che ha sollevato polvere e scintille è l’accordo cercato con il Cavaliere.
Da una parte, chi rileva l’errore commesso da Renzi di avere rimesso in gioco, addirittura come padre costituente in petcore, il leader di Forza Italia, nel frattempo messo game over da una sentenza definitiva della magistratura. Dall’altra, chi ribatte che se da quella parte tutti riconoscono Berlusconi come leader indiscusso, è inutile parlare con dei portatori d’acqua quando chi decide è il capo della cisterna.

Ma vediamo come il nuovo sistema di voto, salvo ulteriori modifiche, dovrebbe funzionare.
L’idea è un sistema proporzionale con collegi piccoli, dovrebbero essere in tutto 148, e un numero di candidati dai tre ai sei in ognuno. Le liste per collegio sono bloccate, cioè non è possibile esprimere preferenze sulla scheda elettorale. C’è poi una soglia di sbarramento per accedere alla Camera (a seguito infatti della riforma costituzionale, data per prossima, il Senato non sarà più elettivo), che in un primo tempo era del 5 per cento, poi ridotta al 4,5, per i partiti che si presentano in coalizione, mentre sale all’8 se corrono da soli. Chi raggiunge il 37 per cento dei voti (in origine il 35) si aggiudica un premio del 15 per cento, raggiungendo la maggioranza assoluta.
Se nessuno ce la fa, i due più votati – partiti o coalizioni – ricorrono ad un secondo turno (ballottaggio) e chi vince governa.

Prima ancora di giudicare se sia cosa buona e giusta, forse non sarebbe male tentare di comprendere meglio la questione con la chiave di lettura del classico “a chi giova”, visto che pare assodato che le leggi elettorali siano complicate partite a scacchi fra chi si guarda in cagnesco, mentre l’interesse generale è ormai argomento da libri.

Innanzitutto quella soglia di sbarramento, quasi tedesca, eliminerebbe i piccoli, salvo un meccanismo detto “salva Lega”, secondo il quale per chi si presenta in non più di 7 regioni basta raggiungere il 9 per cento dei voti in sole tre circoscrizioni.
Uno a zero per la destra, si direbbe, visto che la Lega è prevedibile che continuerà ad abbaiare, ma poi finirà per tornare alla mangiatoia.

Il secondo turno sembra invece un punto a favore per Renzi strappato al Cavaliere, consapevole che il proprio elettorato va convinto, si dice, a recarsi a votare anche al primo.

Le liste bloccate, tutto sommato, potrebbero fare comodo ad entrambi, visto che un Parlamento di nominati significa, tendenzialmente, gruppi parlamentari più docili.

Più intricato il trittico soglia di sbarramento, candidature in più collegi, ipotesi scartata in un primo tempo e poi ammessa con un tetto di 3-4 collegi, e le recenti aperture di Berlusconi sulle preferenze.
Qui è curioso che dopo i referendum di Segni nei primi anni ’90 per eliminarle, perché piaga endemica di mercato elettorale e mafie, si ritorni a gridare per reintrodurle in nome della trasparenza.
Da allora corruzione e criminalità organizzata in Italia non risulta siano state debellate.

Comunque sia, parrebbe di capire che le preferenze, pensando alla composita coalizione di destra e con il recente ritorno del figliol prodigo Casini, autentico flaneur della politica italica, possano fare buon gioco da quella parte (specie se qualcuno arrivasse a fatica al 4,5), per quanto non è esclusa una partita aperta pure in casa Pd sui nomi.
Se uno come Cuperlo le vuole, un motivo ci sarà.

Mentre sulle pluricandidature, anche se non illimitate, il nome Silvio continua a fare la differenza soprattutto a destra, come insegnano le elezioni del febbraio 2013.

In conclusione, se si vuol dare senso alle parole che girano, si potrebbe dire che Berlusconi ha tutto l’interesse a mettere insieme da quella parte capre e cavoli, diavoli e acque sante, pur di arrivare al fatidico 37 per cento al primo round e beccarsi il premio che lo porterebbe al 52.
Poi governare con gente che continua a mandarsi a quel paese è tutto da vedere, ma intanto quel che conta è vincere.

Per Renzi, invece, a sinistra del Pd è rimasto poco più che il deserto e, magari pensa di giocarsela al doppio turno, specie con le truppe grilline rimaste fuori partita e orfane delle loro stelle. Lo stesso ritocco dal 35 al 37 come soglia del premio al primo turno, secondo questa ipotesi potrebbe complicare le cose proprio in casa Arcore.

Sempre che la Corte costituzionale non riaccenda il semaforo rosso, perché liste bloccate e premio di maggioranza sono, sì, meno ingombranti, ma ci sono ancora.

In ogni caso, molto potranno dire le prossime elezioni europee di maggio, ancora una volta un test importante per scrutare più il cortile di casa piuttosto che rafforzare il sogno di Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi.

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Difesa del suolo, 34 interventi autorizzati dalla Regione per oltre 2 milioni di euro

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Bologna – 34 interventi per un totale di oltre 2 milioni di euro. Sono quelli che la Regione Emilia-Romagna ha autorizzato, dall’inizio dell’anno ad oggi, per opere di contenimento frane, monitoraggio del dissesto idrogeologico, verifica e interventi su argini, sponde e sezioni idrauliche di alcuni fiumi, ripristino della viabilità.
Si tratta sia dei lavori disposti dall’Agenzia regionale di Protezione civile per fronteggiare le conseguenze del maltempo che ha interessato la regione da fine dicembre 2013 ad oggi, sia di quelli richiesti dai Servizi tecnici di bacino per proseguire le opere già avviate in seguito all’ondata di maltempo della primavera scorsa.
“I nuovi interventi autorizzati – commenta l’assessore regionale alla Difesa del suolo Paola Gazzolo – dimostrano come sia costante l’impegno della Regione per garantire la sicurezza del territorio emiliano romagnolo di fronte ad eventi meteo e precipitazioni di particolare intensità e straordinarie. Tutto il personale regionale e l’Agenzia di protezione civile stanno presidiando il territorio e le nuove segnalazioni”.
Di seguito, la suddivisione per provincia.

Bologna
– lavori urgenti di ripristino della sezione idraulica e spondale del fiume Reno in località Sperticano, nel comune di Marzabotto (120 mila euro)
– lavori urgenti per il ripristino dei alcuni tratti arginali del fiume Reno in vari comuni (60 mila euro)
– lavori urgenti di ripristino della sezione idraulica e spondale del torrente Setta in località Loriano nel comune di Marzabotto (40 mila euro)
– lavori urgenti per la messa in sicurezza del tratto spondale del torrente Santerno in località Cà del Forno nel comune di Imola (40 mila euro)
– lavori di somma urgenza per il ripristino del corpo arginale sinistro del torrente Quaderna per la presenza di tane e fontanazzi, in località Fiorentina nel comune di Medicina e al confine con il comune di Molinella (25 mila euro)
– ripristino della strada comunale nel comune di Castiglione dei Pepoli (21 mila euro)
– messa in sicurezza della strada comunale per Pianaccio, località campo delle Noci, nel comune di Lizzano in Belvedere (15 mila euro)

Ferrara
– lavori urgenti di ricostruzione del pennello in pali di legno di Lido di Spina sud nel comune di Comacchio, demolito dalle mareggiate di novembre 2013 (124 mila euro)

Modena
– ripristino, in seguito a eventi franosi, della strada comunale per Tagliole nel tratto Casa Galassini-Casa Micheletto (200 mila euro) in comune di Pievepelago e della strada comunale Fondovalle Dolo-Ceresola Frassinoro a Montefiorino (100 mila euro)
– pronto intervento per la costruzione di una difesa spondale in sponda destra del rio Tagliole in località Ponte Modine nel comune di Pievepelago (70 mila euro)
– lavori urgenti di realizzazione di indagini geotecniche per la valutazione del rischio idrogeologico in località S. Giacomo nel comune di Montese e nel capoluogo del comune di Palagano (35 mila euro)
– lavori urgenti di realizzazione di indagini geotecniche per la valutazione del rischio idrogeologico in località Le Fontane, frazione di Montecuccoli nel comune di Pavullo nel Frignano (25 mila euro)

Parma
– lavori di somma urgenza per la messa in sicurezza della scarpata a protezione della strada provinciale 19 a livello del torrente Manubiola nel comune di Berceto (100 mila euro)
– lavori di somma urgenza per il mantenimento della rete scolante e monitoraggio relativo al movimento franoso in località San Biagio, nel comune di Berceto, e in località Torre di Chiastre nel comune di Calestano (130 mila euro)
– completamento dei lavori di consolidamento della traversa sul torrente Taro denominata La Diga, in località Gotra nei comuni di Albareto e Borgo val di Taro (80 mila euro)
– lavori di somma urgenza per il ripristino della rete scolante in località Il Micone nel comune di Fornovo (70 mila euro)
– lavori urgenti per il ripristino dell’officiosità idraulica del torrente Recchio nel comune di Noceto (50 mila euro)
– costruzione di opere di difesa e risagomatura dell’alveo a protezione dell’area ecologica in sponda sinistra del torrente Taro, in località Santa Maria del Taro, nel comune di Tornolo (50 mila euro)
– lavori urgenti di ripristino viabilità nella strada comunale Lesignano de’ Bagni-Rivalta nel comune di Lesignano de’ Bagni (30 mila euro)
– lavori urgenti di regimazione e disciplina delle acque all’interno dell’area interessata da cedimento e indagini geognostiche con installazione di strumenti di monitoraggio in località Pietta del comune di Tizzano Val Parma (30 mila euro)
– ripristino delle strade comunali Ponteceno-Casaleto e della strada comunale in località Chiesiola del comune di Bedonia (28 mila 600 euro)

Piacenza
– lavori di somma urgenza per il ripristino delle difese in sponda destra del fiume Trebbia in località Cà Teresa nel comune di Travo (200 mila euro)
– nel comune di Cortebrugnatella escavazione e movimentazione di materiale in compensazione sul fiume Trebbia, nel tratto a monte del ponte sulla Statale 45 e consolidamento del cimitero comunale in località Ozzola (25 mila euro)
– intervento sul movimento franoso in località Sassi Neri, comune di Farini, con ripristino della struttura stradale (23 mila euro)
– messa in sicurezza della strada comunale e dell’abitato di Rondanera nel comune di Travo (15 mila euro)

Reggio Emilia
– messa in sicurezza delle infrastrutture, della strada e della rete del gas a Vetto, anche in seguito all’aggravamento del dissesto idrogeologico dopo la recente ondata di maltempo (70 mila euro)
– lavori di ripristino e messa in sicurezza di opere pubbliche di consolidamento dell’abitato di Marzano nel comune di Baiso (70 mila euro)
– intervento sul movimento franoso in località Le Macchie nel comune di Carpineti, con ripristino della struttura stradale e regimazione delle acque superficiali (30 mila euro)

Rimini
– lavori di ripristino dell’arginatura sinistra del fiume Marecchia in località Zona Annonaria alle porte dell’abitato di Rimini (90 mila euro)
– lavori di ripristino della scogliera soffolta al confine tra i comuni di Misano Adriatico e Riccione (80 mila euro)
– lavori per la ripresa del dissesto in località Cà Guidi-La Petra con interessamento della strada provinciale 84 “Valpiano-Miratoio” nel comune di Pennabilli (65 mila euro)
– lavori urgenti di fissaggio massi e pulizia di porzioni di pareti incombenti sulla strada comunale Villanova- Maiano nel comune di San Leo (50 mila euro). /EC

Replica del Sindaco Marco Fabbri a Valter Zago

da: ufficio stampa Comune di Comacchio

In riferimento all’intervento odierno di Valter Zago sulla stampa locale, interviene il Sindaco Marco Fabbri. “Il circolo di Sel definisce la provincia di Ferrara e l’Amministrazione Comunale come il diavolo e l’acqua santa, rei di essere nemici per la questione Sanità e a gomito a gomito nella gestione del turismo. Il contratto di sviluppo turistico presentato venerdì scorso all’istituto Remo Brindisi – prosegue il sindaco – prevede una forte partnership tra pubblico e privato ed è stato illustrato alla presenza del Ministro dello Sviluppo Economico Zanonato, della Regione Emilia Romagna, della Provincia di Ferrara e del Comune di Comacchio. L’Ente Parco, anch’esso presente in questa sede, è sicuramente parte attiva di questo processo, tanto che si è già espresso su queste tematiche, in fase di stesura del Piano di Stazione del Centro Storico di Comacchio e dovrà farlo altresì con gli atti di attuazione dello stesso. Tale strategia delinea, come noto, le politiche di sviluppo del territorio per i prossimi vent’anni, puntando in controtendenza e in rottura rispetto al passato, sulle strutture ricettive all’aria aperta (campeggi e villaggi turistici), agli alberghi e alle residenze turistiche alberghiere e non più sulla proliferazione di seconde case. Lo stesso Piano, seppur nelle incertezze economiche del periodo storico, vede gli imprenditori impegnati nella realizzazione di strutture che permetteranno, a regime e, quindi, nel medio periodo, di aumentare la ricettività di oltre 20mila posti, corrispondente ad un incremento occupazionale di circa 500 posti. L’Amministrazione Comunale valuta e giudica in base alle proposte concrete. “A tale proposito credo invece – aggiunge il Sindaco – sia il segretario di SEL Valter Zago ad aver messo in atto un bel teatrino dell’incoerenza in quanto ormai alcuni anni orsono sottoscrisse, in qualità di allora presidente del Parco del Delta, un accordo preliminare per la realizzazione dell’intervento madre del contratto di sviluppo. Certo il segretario di Sel può anche rinnegare le scelte compiute in passato, disconoscere la temporalità, ma non quanto è stato fatto. Tornando al concreto, cosa ne pensa del Contratto di Sviluppo? Il circolo di SEL ha una ipotesi alternativa di sviluppo del territorio, che possa creare occupazione? Ecco –conclude il Sindaco – su questo siamo disposti a confrontarci, su questioni concrete e non su sterili filosofeggi.”

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Incentivi della Camera di Commercio: è boom di richieste. Chiusura anticipata del bando alle 16 di oggi

da: ufficio stampa Cciaa di Ferrara

Voglia di innovazione tra gli imprenditori ferraresi: è boom di richieste, infatti, per gli incentivi messi a disposizione dalla Camera di Commercio per l’introduzione di nuovi modelli organizzativi, la realizzazione di infrastrutture telematiche e satellitari, la valutazione e valorizzazione dei beni intangibili dell’impresa, la gestione integrata dei servizi turistici e la qualificazione della rete distributiva e commerciale. In sole due ore, per intenderci, le imprese della provincia hanno effettuato più di 200 prenotazioni, per un importo complessivo di oltre 400 mila euro: una cifra nettamente superiore ai 200 mila euro disponibili.

Per questo motivo la Camera di Commercio ha disposto, a partire dalle ore 16 di oggi (11 febbraio), la chiusura anticipata del bando.

Nel ricordare che la valutazione sarà avviata secondo l’ordine cronologico di presentazione della domanda e che, in ogni caso, le risorse finanziarie disponibili saranno utilizzate per agevolare le sole iniziative che soddisfino i criteri di valutazione stabiliti dal bando, si segnala che per maggiori informazioni è possibile rivolgersi all’ufficio Marketing del territorio, innovazione e qualità (tel. 0532/783.813-820).

Al Dipartimento di Architettura si inaugura la Mostra “e_bookzine. Dall’espositore alla mostra”

da: ufficio Comunicazione ed Eventi Unife

“e_bookzine. Dall’espositore alla mostra”. E’ questo il titolo della Mostra che sarà inaugurata domani, mercoledì 12 febbraio, alle ore 15.30 nel Salone del piano terra di Palazzo Tassoni Estense, sede del Dipartimento di Architettura dell’Università di Ferrara, (via della Ghiara, 36).
L’esposizione, che rimarrà aperta fino a lunedì 17 febbraio, è il risultato finale dell’esperienza didattica semestrale del Laboratorio di Design della Comunicazione A.A. 2013-2014, tenuto dai docenti Alfonso Acocella, Veronica Dal Buono, Michele Zannoni del Dipartimento di Architettura di Unife.
“Bookzine – affermano i docenti del Laboratorio – è un neologismo che fonde i termini inglesi di book (libro) e magazine (rivista), espressione nata per identificare pubblicazioni periodiche cartacee che, per stare al passo con i grandi cambiamenti in corso nel mondo editoriale, hanno scelto di proporsi come format monografici vicini all’autonomia narrativa del libro senza perdere la freschezza e la varietà tematica della rivista. Ogni bookzine può essere vista come una collezione di ‘micro-storie’, dove parole e immagini sono le protagoniste. Inoltre nella ricerca di espansione contenutistica e innovatività del format comunicativo di base, le bookzine transitano dal mondo della stampa su carta alle edicole digitali, adeguando allo schermo dei device il format grafico, arricchendone i contenuti con video, gallerie fotografiche, effetti sonori. Propongono così, una più complessa ‘esperienza’ dove la componente visivo-razionale della lettura si ibrida con quella più emozionale tipica della percezione multisensoriale. Ecco perchè bookzine viene preceduto dal prefisso e_ caratteristico dei format elettronici”.
E così gli studenti del primo anno del Laboratorio di Design hanno realizzato sia il progetto grafico e contenutistico di una bookzine, sia il prototipo cartaceo. Ma non solo. In chiusura del Corso, si è ipotizzato il trasferimento dei contenuti al digitale, prevedendone l’implementazione e la funzionalizzazione per un tablet device.
Gli studenti hanno inoltre ideato e realizzato gli espositori a colonna di cartone su cui sono disposte le bookzine, che ne consentono la visualizzazione frontale (di copertina) e una naturale consultabilità allo sfoglio.

Sergio Soffiatti nella Segreteria Nazionale Confartigianato Trasporti

da: ufficio stampa Confartigianato

Sergio Soffiatti, già responsabile del comparto Mercato e Sicurezza di Confartigianato Ferrara e coordinatore dell’autotrasporto merci in Emilia Romagna, è entrato a fare parte della Segreteria Nazionale Confartigianato, settore Trasporti. L’annuncio è stato fatto direttamente dal Presidente Nazionale di Confartigianato Trasporti, Amedeo Genedani, che lo ha proposto nel corso del Consiglio Direttivo dello scorso 8 febbraio, riconoscendo a Soffiatti «le responsabilità necessarie al ruolo» e la lunga esperienza nel sindacato impresa. Soddisfazione esprime da via Veneziani, il direttore di Confartigianato Ferrara, Giuseppe Vancini. «Per noi questa nomina è certamente motivo di orgoglio, perché significa che al settore abbiamo sempre riservato sensibilità e attenzione. Per questo, a nostra volta, non possiamo che ringraziare Soffiatti, che vi ha speso la propria vita professionale. E’ la conferma – chiude Vancini – dell’impegno dall’associazione sempre profuso».

Un giorno (qualunque) nella metropolitana di Mosca

Da MOSCA – Fuori fa freddo, nevica, tutto si sta imbiancando velocemente mentre i taxi fanno lo slalom fra gli immensi spazzaneve che cercano spazio per fare altro spazio. Le luci del Natale e del Capodanno sono ancora accese, è quasi buio e i tronchi d’albero ai lati delle strade affollate sono ancora avvolti, quasi abbracciati, da fili di illuminazioni azzurro-cielo e bianco-diamante. I raggi di luce si proiettano sugli infiniti passaggi pedonali e sul tuo volto intirizzito; tutto scintilla, tutto sfavilla, tutto è animato. Anche gli edifici sono decorati allo stesso modo. Quasi avessero la testa adornata di coroncine luccicanti, a volte intermittenti, a volte fisse. E fisso è il tuo sguardo all’insù, sempre stupito da quei bagliori che sembrano non volersi mai spegnere, da cartelloni pubblicitari che lampeggiano, da palazzi abbelliti da luci di ogni tipo, da stelline e fiorellini che non lasciano spazio a brutti pensieri. Avvolto da un’atmosfera quasi magica, pensi che forse sia meglio ripararsi dai quei fiocchi a dire il vero un po’ prepotenti, rifugiandoti nel caldo ventre della metropolitana moscovita. Pronta ad accoglierti, per alcuni a divorarti. Ma noi vogliamo coglierne lo spirito materno che ci protegge da intemperie e avversità cittadine. E poi è un giorno lavorativo, stiamo rientrando da una corsa al supermercato e, con la neve che incombe, ci pare la soluzione migliore.

Ammetto che la profondità di questa metropolitana non mi piace, mi spaventa da sempre, anche perché soffro di claustrofobia, ma va anche detto che lo spettacolo merita uno sforzo. Si tratta, infatti, di una delle maggiori attrazioni turistiche della capitale. Difficile da immaginare, solitamente la vediamo come un semplice mezzo di trasporto spesso noioso e fastidioso, ma entrare qui ha un altro sapore, perché siamo in un museo a cielo aperto. E poi ci sono storia e storie dietro, alcune reali altre di fantasia. E non solo della mia. Una penna non basterebbe.

La mia stazione preferita è sicuramente quella del Park Kultury (Parco della Cultura), inaugurata insieme alle altre della prima tratta della metropolitana moscovita il 15 maggio 1935. Mi piace, non solo perché vicino casa, ma per il suo nome e il suo colore. In essa predomina, infatti, il bianco, un bianco candido, latte, luminoso e pulito. E a me piace questo colore. La stazione è a due piani e gli architetti Krutikov e Popov, che la disegnarono, scelsero, per essa, decorazioni ispirate all’antica Grecia: lungo le banchine vi sono 22 pilastri ricoperti in marmo crimeano Kadykovka, sormontate da capitelli, lungo le mura altri pilastri ma decorati a mosaico. I sovrappassi pedonali, che conducono agli ingressi, sono ricoperti di piastrelle metallo-plastiche, balaustre bianche con eleganti corrimano in marmo. Le mura dei corridoi che portano agli ingressi sono in marmo degli Urali. In questi giorni in cui si parla tanto di atleti, questo luogo è un vero inno allo sport e all’armonia del corpo. La stazione è una delle poche della rete che è rimasta quasi immutata sin dalla sua costruzione, ad eccezione della ripavimentazione in granito della banchina e del rinnovo dell’illuminazione. Quest’ultima consisteva di bellissimi lampadari al centro, corredati da lampade semicircolari alle pareti; con l’introduzione delle lampade a luminescenza, lampadari e lampade furono sostituiti. All’inaugurazione, la stazione aveva un nome ben più lungo: Central’nji Park Kul’tury i Otdycha imeni Gorkovo (Parco Centrale della Cultura e dell’Agiatezza Maksim Gorkij). Nel 1980, con i Giochi Olimpici a Mosca, il nome fu abbreviato. Se entrate qui, rimarrete colpiti dalle sculture, dalle statue, da come un luogo di cultura di colore bianco possa improvvisamente apparire sotto terra, ad illuminare la giornata, i passi e i pensieri di tutti, quando in posti come questi ci si aspetta solo buio, grigio e mancanza di aria e di luce.

Ma questo posto è uno dei tanti. Le stazioni della metro sono numerose e molte di queste sono bellissime, soprattutto quelle dell’area centrale della città. E hanno anche cambiato nome, spesso. La stazione della metropolitana Giardino di Alessandro, Aleksandrovskiy Sad, quella che si affaccia sui bellissimi e curati giardini vicino al Cremlino, per intenderci, venne aperta al pubblico nel maggio 1935. All’epoca si chiamava Via Komintern, dal nome della strada sotto la quale fu costruita e dove si trovava la sede del comitato esecutivo del Komintern (l’organizzazione internazionale del proletariato rivoluzionario che riuniva i partiti comunisti dei vari paesi). Nel 1946, la strada cambiò nome e venne chiamata via Kalinin, in omaggio a un importante uomo di stato sovietico, il cui un busto in granito venne installato all’interno della stazione. Nel 1990, alla via venne restituito il suo nome originario, via Vozdviženka e, pertanto, anche il nome della stazione cambiò e venne ribattezzata dall’omonimo giardino di Alessandro situato vicino alla sua uscita. Essa segue lo schema di una stazione ferroviaria e ha un soffitto sorretto da tre file di colonne ottagonali. La fila in mezzo ai due binari non ha un rivestimento particolare, mentre le colonne delle due file laterali sono rivestite di marmo bianco. L’illuminazione è affidata a plafoniere semisferiche al centro di cassettoni quadrati che decorano il soffitto. Le pareti della stazione sono ricoperte di mattonelle azzurre. Bella e incantevole anche questa.

Se si vuole, invece, scendere alla fermata che porta direttamente alla Piazza Rossa, usciremo, allora, alla stazione di Ohotnyj Rjad, quella che più di tutte le altre ha cambiato nome da quando è stata costruita. Il suo primo nome è stato Ohotnyj Rjad, nome che ha tutt’oggi dopo vari cambiamenti. Ohotnji Rjad significa Via della Caccia, ma rjad vuol dire fila, riferendosi alle file di chioschi in legno situati, dal XVII secolo al XIX, in una via limitrofa, adibiti alla vendita della cacciagione. Ma già nel 1955 si decise di ribattezzare questa stazione, dandole il nome di Lazar Kaganovič, incaricato di attuare il progetto di costruzione della metropolitana di Mosca. Così dal 1955 al 1957 la stazione portò il nome di questo importante uomo di stato dell’epoca staliniana. Dopo la morte di Stalin, Kaganovič si oppose alla destalinizzazione e, accusato di aver cospirato contro Chruščëv, venne destituito da ogni carica politica e espulso dal partito. Alla stazione venne, quindi, restituito il suo vecchio nome, ma per poco. Nel 1961 fu ribattezzata Prospekt Marksa, in onore di Carlo Marx. Solo nel 1990 tornò a chiamarsi Ohotnij Rjad. Essa è costituita da una sala centrale sormontata da tre grandi volte a cassettoni alle quali vennero appesi lampadari sferici. Le volte poggiano su pilastri rivestiti di marmo bianco e grigio. Le pareti sono ricoperte con piastrelle in ceramica bianca e il pavimento è in granito grigio. Fra le decorazioni c’è ancora il ritratto di Marx, realizzato in mosaico negli anni ‘60, mentre è stata rimossa la statua di Stalin che si trovava all’uscita nord.

Molti altri nomi di stazioni sono stati cambiati nel tempo, in particolare dopo la caduta dell’Unione Sovietica, quando i nomi sovietici furono sostituiti con i nomi originari. Qualcuno vi ha ambientato romanzi e storie; si potrebbe, in effetti, scrivere molto su di essa o stando in essa, esplorandola con curiosità e attenzione per qualche giorno. Oltre ai luoghi, essa è viva e pulsante per le persone e le storie che queste portano con sé, lì dentro, là fuori. Nel mondo. Tutto cambia, almeno un po’.

Così, ancora, l’antica Dzerzhinskaya è diventata Lubjanka (Feliks Edmundovič Dzeržinskij era il capo della polizia segreta Čeka, precedente al KGB, nome da cambiare…). Sopra di essa si trova la famosa Lubjanka, il quartier generale dei servizi segreti. Nel 1990, dopo aver rinominato piazza Dzerzhinskij con il suo nome storico, ossia piazza Lubjanka, anche alla stazione della metropolitana venne assegnato questo nome.

La stazione di Kirovskaya è divenuta quella di Čistye Prudy. Sergej Kirov era un protetto di Stalin e membro del Comitato Centrale, poi vittima della stessa caduta di Stalin. Nel 1990, il nome della stazione venne sostituito con quello di uno stagno nelle vicinanze, lo stesso che Alexander Menshikov, il favorito di Pietro il Grande, aveva fatto ripulire, denominandolo appunto Čistye Prudy (“Stagno pulito”).

C’è poi Novoslobodskaya, famosissima per le 32 vetrate colorate opera degli artisti lettoni E. Veylandan, E. Krests, e M. Ryskin. Ogni pannello, circondato da un bordo elaborato, è posto in uno dei piloni della stazione, illuminato dall’interno. Ci si può specchiare o immaginarsi un personaggio di una delle storie ricamate sui vetri. Piloni e archi tra di essi sono ricoperti di marmo rosa degli Urali. Alla fine della banchina vi è un mosaico di Pavel Korin intitolato “Pace nel Mondo”.

Con questa immagine vi vogliamo lasciare, le stazioni sono tante e molte altre meriterebbero un commento. Se pur spiacenti, vi lasciamo allora, in attesa di percorrere ancora insieme le strade di Mosca, alla scoperta di nuovi posti e di tante curiosità. C’è davvero tanto da raccontare…

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Piccolo viaggio tra le seguaci della Ragazza con l’orecchino di perla

Una ragazza che fa scuola. E’ quella “con l’orecchino di perla” di Jan Vermeer in mostra a Bologna, palazzo Fava, fino al 25 maggio. Un capolavoro di uno dei pittori fiamminghi più conosciuti e riconoscibili. Un’occasione per vedere a distanza ravvicinata questa tela così nota. E anche un’occasione – per chi ama gli accostamenti, le divagazioni e i rimandi – per un piccolo viaggio tra le seguaci di questa fanciulla dipinta o, per usare un linguaggio più attuale, tra le sue follower…

Locandina del film "La ragazza con orecchino perla"
Locandina del film “Girl with pearl earring” in versione originale con Scarlett Johansson e Colin Firth

Come tutte le opere che riescono a raggiungere una fama e una popolarità così vasta, la “Ragazza” diventa icona, prototipo sul quale esercitare fantasia, sogno, indagine e magari anche gioco. Sul suo viso non è arrivato il pennello dadaista di Marcel Duchamp a dissacrare il mito trasformandolo nel simbolo di un movimento artistico di rottura, come è successo con i baffi sulla Gioconda. Ma ci sono tanti lavori e citazioni interessanti, che fanno spaziare i nostri occhi e la nostra immaginazione.

Primo fra tutti i rimandi di questa lista che sarà di per sé parziale e soggettiva è quello doveroso che porta al film intitolato come il quadro, con Scarlett Johansson che incarna la ragazza stessa a distanza di 338 anni (dal 1665 al 2003) impressionando con le sue fattezze la pellicola di Peter Webber. Certamente una ripresa – quella cinematografica, basata sul romanzo omonimo di Tracy Chevalier – che è stata anche fonte di divulgazione tra un pubblico più ampio, che ha esteso il fascino di quel quadro tra tanti spettatori non necessariamente appassionati d’arte e con la capacità di coinvolgimento di massa che solo il cinema sa trasmettere grazie alla sua commistione di immagine, musica, narrazione.

Anomala nella sua forma espressiva e proprio per questo notevole, è la versione commestibile della “Ragazza”, resa dalla blogger norvegese Ida Skivenes. Attraverso Instagram e il suo blog, IdaFrosk si fa conoscere per la sua passione: raccontare i quadri utilizzando il cibo tagliato ad arte sopra una fetta di pane.

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La “Ragazza con l’orecchino di perla” in uno dei panini ad arte della norvegese Ida Skiveness

Ecco quindi il turbante reso con una striscia di formaggio con le tartine usate come se fossero tele, dove gli asparagi possono diventare alberi di Van Gogh e i filetti di peperone rosso, giallo e verde le pennellate dell’Urlo di Munch.

Un’artista-fotografa che parte dai capolavori pittorici per fare una riflessione sugli stereotipi legati alla differenze etniche è invece Elizabeth Kleinveld, che la “Ragazza con l’orecchino” ha voluto re-immaginarla con i lineamenti di una giovane asiatica. Sotto a turbante e velluti assolutamente simili a quelli dell’epoca, il ritratto mostra spiazzanti occhi a mandorla. Questa e altre tele fotografiche sono state esposte in novembre dall’artista statunitense nella galleria Rizzoli di Bologna, quindi a poca distanza dal palazzo che ora ospita la sua illustre antenata.

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La versione fotografica della “Ragazza con l’orecchino di perla” dell’artista statunitense Elizabeth Kleinveld

Da non tralasciare per l’originalità della materia espressiva è infine il lavoro di Marco Sodano, che utilizzando i mattoncini Lego ha fatto ricomparire quella “Ragazza” con una tecnica che esplicita le modalità descrittive del digitale usando le tessere del gioco come macroscopici pixel. Il famoso quadro si riconosce per le forme, ma ovviamente i particolari si perdono nei pezzettini da costruzione. Un lavoro apprezzabile anche per il messaggio che lancia, che è quello che dietro al gioco si nasconde l’anima dell’arte. Perché il divertimento può essere il motore della creatività, la passione e il sogno piccole tessere che danno senso al mosaico della vita.

Mercoledì all’Ibs il libro di Shapiro “Lasciare il passato nel passato: tecniche di auto-aiuto nell’Emdr”

da: responsabile eventi Ibs Ferrara

Le psicologhe e psicoterapeute Sandra Marchetto e Gabriella Degrandi illustrano la tecnica psicologia dell’EMDR che aiuta a superare traumi ed esperienze bloccate, con l’utilizzo anche di tecniche di auto-aiuto di facile applicazione

Creato nel 1989 da Francine Shapiro, l’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) non ha mai smesso di dialogare con la ricerca scientifica, ed è oggi uno dei metodi più efficaci nel trattamento del trauma a livello psicoterapeutico. L’EMDR tiene conto di tutti gli aspetti di un’esperienza stressante o traumatica, cognitivi, emotivi, comportamentali e neurofisiologici, utilizzando i movimenti oculari o altre forme di stimolazione bilaterale per migliorare la comunicazione tra gli emisferi cerebrali. La patologia viene in questo approccio considerata come informazione immagazzinata in modo non funzionale, mentre la salute mentale è definita come un equilibrio tra ricordi positivi, da un lato, ed esperienze negative correttamente rielaborate, dall’altro.

Il tempo non guarisce tutte le ferite. Anzi, se l’evento traumatico non viene adeguatamente rielaborato, il trascorrere del tempo ne ‘congela’ il ricordo nel cervello, generando reazioni automatiche di sofferenza e disagio. Lo sa bene chi, anche dopo molti anni, continua a provare la stessa rabbia, lo stesso identico dolore o rancore, come se il tempo non fosse mai passato. Secondo il modello EMDR le esperienze traumatiche possono arrivare a sopraffare il sistema di elaborazione adattiva dell’informazione, non consentendogli di fare i collegamenti interni necessari per giungere a una risoluzione interna delle esperienze stesse. L’EMDR tiene dunque conto di tutti gli aspetti di un’esperienza stressante o traumatica, cognitivi, emotivi, comportamentali e neurofisiologici, utilizzando i movimenti oculari o altre forme di stimolazione bilaterale per ristabilire l’equilibrio eccitatorio/inibitorio, migliorando così la comunicazione tra gli emisferi cerebrali. La patologia viene in questo approccio considerata come informazione immagazzinata in modo non funzionale, mentre la salute mentale è definita come un equilibrio tra ricordi positivi, da un lato, ed esperienze negative correttamente rielaborate, dall’altro.

Aperte le iscrizioni al III° Premio Nazionale di Fotografia e Pittura “Paola Occhi”, il tema sarà la cecità.

da: Staff Premio Paola Occhi 2014

Da quest’anno il Premio prevede la sezione fotografia, oltre che la già presente sezione pittorica. Per quest’ultima categoria confermata la giuria degli ultimi 2 anni, che ha portato a vincere artisti quali Elisa Zadi e Michele Pierpaoli, mentre per la sezione fotografica è stato chiamato il comitato scientifico del prestigioso Premio Cascella, che negli ultimi 3 anni ha visto fra i vincitori fotografi quali Tea Falco, Lorenzo Fontanesi, Giulia Magagnini, Alessandro Falco, Simone Sapienza, e si è avvalso della professionalità critica e tecnica di Marianna Santoni, che li ha coadiuvati nel 2013.

Il III° Premio Nazionale di Fotografia e Pittura ‘Paola Occhi’ vuole concentrare la sua attenzione sul tema Cecità, e chiede agli artisti partecipanti di interpretare questo concetto tramite fotografia e pittura. Verranno selezionati 20 artisti su territorio nazionale ed è prevista la realizzazione di un progetto espositivo e del catalogo dello stesso. Tutte le informazioni su www.premiopaolaocchi.com.

L’evento, curato da Alessandro Passerini del Collettivo TM15 ed Elisa Mucchi del progetto polis_artika, rientra nelle attività attuate dal Comune di Migliarino (FE) rivolte alla sensibilizzazione sul problema amianto, grazie alla stessa Elisa e Giancarlo Mucchi, in collaborazione con l’associazione AEAC di Alberto Alberti e il prezioso contributo di Rossella Zadro, assessore all’ambiente di Ferrara.

Termine ultimo per inviare le candidature: 20 aprile 2014.
Bando: http://premiopaolaocchi.com/bando

Spazio Espositivo: Centro Polifunzionale, viale giacomo matteotti, 11 – Migliarino (FE)

Genere: concorso di fotografia e pittura
Termine iscrizioni: ore 24.00 del 20 aprile 2014

Partecipazione gratuita.

Patrocini: Collettivo TM15, il Volano, associazione AEAC, Associazione tamèr, Associazione Tracce d’Arte, Premio Nazionale di Arte Contemporanea ‘B.Cascella’, Galleria del Carbone, il Faro Verde, Terry May Home Gallery, Progetto polis_artika.

Curatori: Elisa mucchi, Giancarlo Mucchi, Alessandro Passerini.

Informazioni:
www.premiopaolaocchi.com
premio.occhi@gmail.com

La Torre dell’Orologio in “green”: la riqualificazione della futura sede dell’Ente Palio parte domani

da: ufficio stampa Ente Palio città di Ferrara

Domani pomeriggio, mercoledì 12 febbraio, alle ore 14.00, il presidente dell’Ente Palio città di Ferrara, Alessandro Fortini, presenterà il primo caso studio su edificio monumentale italiano sul protocollo GBC Historic Building “Coniugare tradizione, cultura e sostenibilità: la riqualificazione della torre dell’orologio a Ferrara” e sottoscriverà con il sindaco di Ferrara Tiziano Tagliani tale protocollo per la realizzazione della riqualificazione “green” della futura sede dell’Ente.
La firma de protocollo si colloca all’interno del convegno che la Green Building Council Italia “Ferrara, patrimonio storico sostenibile. Per un futuro dell’edilizia” organizzato, in collaborazione con il Comune di Ferrara, presso il Ridotto del Teatro Comunale.
Il convegno avrà come tema centrale il rilancio dell’edilizia attraverso la riqualificazione del patrimonio architettonico e la rigenerazione urbana, in linea con le tendenze internazionali e il quadro normativo europeo in materia di politiche ambientali. La città di Ferrara è stata scelta come sede dell’incontro proprio perché presenta un’importante tradizione di riqualificazione urbana e possiede un patrimonio storico e culturale invidiabile: le necessità di oggi volgono alla riqualificazione sostenibile degli edifici storici e il convegno fornirà un quadro di riferimento con interventi da parte del Comune e dell’Università di Ferrara, dell’UNESCO, di Nomisma e di Sinloc.
Verranno infatti presentate alcune best-practices e casi studio orientati all’edilizia sostenibile e significative esperienze del territorio ferrarese, raccontate da progettisti, imprenditori e docenti del territorio che hanno utilizzato protocolli di certificazione dell’edilizia sostenibile o si sono distinti a livello internazionale per la definizione di metodiche di valutazione della sostenibilità ambientale per edifici storici, come nel caso dell’Università di Ferrara per il protocollo GBC Historic Building.

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La Corte dei Conti apre gli occhi: il patrimonio artistico italiano “vale”!

Da qualche giorno ci viene proposta, sbandierata  sui media con clamore e clangori, la decisione della Corte dei Conti che, tramite un suo membro, pensa di richiedere una cifra enorme alle agenzie di rating le quali, dal 2011, hanno penalizzato l’Italia declassandola e classificandola tra le nazioni  “pig”, quindi responsabile con altre di quelle economie-spazzatura che s’identificano come una delle cause determinanti del tracollo dell’economia europea e globale. Sembrerebbe che il ricorso abbia come input iniziale una grave dimenticanza delle agenzie, quella cioè di non contare nelle ragioni addotte quanto “vale” economicamente l’immenso patrimonio artistico di proprietà della Nazione. Mi si perdoni l’uso del virgolettato per esprimere concetti a me particolarmente ostici e quindi da lasciare agli esperti di questo settore, ma soprattutto per non incorrere nelle severe e giuste reprimende dell’assessore ferrarese Marattin.

Ho cercato quindi di avvalermi nella riflessione di un bell’articolo di Francesco Erbani apparso su “La Repubblica” del 6 febbraio, delle considerazioni di Salvatore Settis sul medesimo giornale e nella stessa data, e del parere dell’amico Fabio Donato espresso nell’Introduzione al suo recentissimo libro La crisi sprecata, Aracne editrice in uscita in questi giorni. Ma partiamo da Marattin che così delinea la figura del procuratore che ha promosso l’azione contro le agenzie e che si può leggere nel suo diario di Facebook: “Angelo De Dominicis, il procuratore regionale della Corte dei Conti del Lazio che ha chiesto 351 miliardi di danni alle agenzie di rating. Al suo attivo un libro di poesie e un saggio che intreccia le vite di Andreotti, Paolo Conte e Tinto Brass. E voi c’avete paura della Troika.” Un giudizio pesante che però rende bene conto di quella intricatissima vicenda che progressivamente sta minando le ancor sempre più fragili resistenze del patrimonio culturale italiano. Cominciando dall’ignobile vicenda dei tagli all’insegnamento della Storia dell’arte nelle scuole secondarie (o almeno in parte da esse) di cui responsabile prima è stata la mai deprecata gestione Gelmini ex Ministra della Cultura e la debole e confusa difesa della attuale Ministra Carozza, vicenda che c’entra eccome perché potenzialmente, ma non solo, toglie alle giovani generazioni la possibilità di rendersi conto di che cos’è il patrimonio artistico, poetico, paesaggistico di cui l’Italia è la massima detentrice mondiale. Un’efficacissima immagine che mi è arrivata su fb, mostra la Dama con l’ermellino di Leonardo con questa dicitura “Milano 2020. La sciura con il cane in braccio”, evidente ironia sulla probabile incapacità delle generazioni future di non sapere riconoscere i grandi capolavori della nostra arte. E per finire in gloria, la “riorganizzazione” della gestione dei Beni Culturali di cui riferisce con chiarezza degna di tutta condivisione Vittorio Emiliani nell’ “Unità” del 7 febbraio scorso. Problemi enormi che potrebbero portare alla paralisi della gestione di quello che sciaguratamente in vena di compiacimenti elettorali venne chiamato “giacimento” o “riserva” del patrimonio culturale d’Italia di cui ci si riempie la bocca, che si teme possa cadere nelle mani dei privati ma dei quali nello stesso tempo s’invoca la presenza. Da qui un tentativo di riorganizzazione delle funzioni ministeriali proposto dal Ministro Bray che sembra sia assai debole e non sposti di molto il macigno della gestione dei Beni Culturali.

Francesco Erbani propone un esempio ferrarese per rendere conto del significato che si deve dare al termine valore. Erbani ben conosce la realtà ferrarese, avendo collaborato per molto tempo con Paolo Ravenna e con Italia Nostra, e in quell’occasione ho potuto rendermi personalmente conto della capacità di affrontare questi problemi da parte del valente giornalista. La sua riflessione prende spunto dal giudizio di Paolo Leon, autore del discusso ma stimolante Economia della cultura (Il Mulino editore) che asserisce: “E’ che alle agenzie di rating non interessa tanto il contributo della cultura al valore del patrimonio, quanto il valore di mercato della fruibilità del bene.” Un discorso assai interessante se si pensa che, anche affidando a 10 in una scala di valori che vada dall’1 al 10 e dando un plus valore oltre al 10 al verso dantesco “patrimonio” italiano “la bocca mi baciò tutto tremante”, non potrò mai spenderlo quel verso o monetizzarlo. Così Erbani ripropone l’esempio ferrarese analizzato da Leon che indaga il valore delle Mura ferraresi: “Abbiamo calcolato quanto spazio quelle mura hanno sottratto ad una potenziale espansione della città proprio in quel luogo: il mancato guadagno in termini, diciamo, di speculazione edilizia è il valore di quelle mura”. Ma, analizzando l’affermazione di Leon, Erbani propone d’individuare che cosa sia quel valore ipotetico “che indicizzato nei secoli, serve ai cittadini di Ferrara, insieme alla sua bellezza intrinseca, per capire che importanza ha la cinta muraria e quanto conviene tutelarla al meglio”. Per concludere – con mia piena condivisione –  che “non essendoci compratori possibili, quel valore serve per aumentare la consapevolezza civica”. Sarebbe il risultato più eticamente nobile che si possa dare al valore dell’opera d’arte o del monumento!

Altrettanto significativo, e per me risolutivo, l’intervento di Salvatore Settis di cui nessuno può mettere in dubbio la capacità e la perizia che si assommano alla sua indubitabile e affascinante storia scientifica. Come si sa, a seguito di non sempre piacevoli polemiche, lo studioso si è dimesso dal suo ruolo di consulenza al ministero per assumerne uno dirigenziale al Louvre, dalla cui esperienza trae alcune preziose considerazioni. A cominciare dalla monetizzazione dei beni storico-culturali e del paesaggio che altro non si può definire come un falso problema (e secondo Costituzione!), perché i beni culturali altro non possono e non devono  essere “ciò che la memoria e l’anima sono per ognuno di noi” per cui va rilevata l’inutilità, o meglio la stupidità e la pericolosità, di monetizzare l’opera d’arte o il paesaggio o un verso di Dante. Al prezzo si deve opporre il valore. E da qui partire per quell’ “économie de l’immatériel” che è diventata l’arma risolutiva della Francia di questo particolare problema: “C’è una ricchezza inesauribile, fonte di sviluppo e di prosperità: il talento e la passione delle donne e degli uomini”. Una splendida (e posso aggiungere commovente) dichiarazione di principi e, per dirla con Settis, “Talento e passione innescati, alimentati, sorretti dalla memoria culturale”. E questo grande intellettuale prestato alla Francia, perché qui è guardato con sospetto o appare troppo rigoroso per le nostre menti di “itagliani”, perché non può o non deve diventare ministro dei Beni culturali? I valori immateriali possono produrre economia come ben si evince dall’esempio francese; ma in Italia tutto questo rimane (e non si sa per quanto) lettera morta. Ne abbiamo esempi anche nostrani quando la presidente della Provincia di Ferrara, inaugurando il convegno dell’Arci, sostiene che quella associazione fa politica culturale attiva (e non si sa cosa cosa facciano le altre meno fortunate associazioni culturali storiche della città, poverette) perché – testuale – “noi non abbiamo mai disinvestito in cultura ma questa consapevolezza non è così diffusa oltre il nostro territorio” in quanto qui non c’è come altrove “un atteggiamento eccessivamente rivendicativo e polemico”. Alla grazia! Con quello che a Ferrara è accaduto riguardo alle politiche culturali, andrei un po’ più con i piedi di piombo, evitando trionfalismi che mi sembrano perlomeno un po’ fuori tono. Ma soprattutto rimanendo misterioso quell’altrove.

A questo punto ben sovviene l’analisi di Fabio Donato che nella sua Introduzione a La crisi sprecata invoca un radicale cambiamento dei modelli di governance “che si basi sulle logiche di network, su criteri di apertura e trasparenza e su forme di partenariato con i soggetti privati” (p.8).  Ciò che Donato ritiene necesario è passare dal modello manageriale “micro” a quello “meso“, quest’ultimo “riferito ad aree territoriali omogenee sotto il profilo culturale, che sia coerente con le caratteristiche del nostro patrimonio culturale”. La proposta che prosegue attraverso un’analisi economica assai stringente ha i suoi vantaggi e tenta la risoluzione della crisi attraverso una puntuale analisi. Ma in città, di questo, mi pare non se ne sia ancora tenuto conto.

Come del resto, a proposito della scambio e dell’interazione tra pubblico e privato, mi pare importante accogliere le parole di Settis che domanda se sia possibile in Italia “distinguere chi entra in un museo con lo spirito del donatore da chi vi entra solo per far profitti?” E si veda la vicenda dell’ esibizione del secolo a Bologna: la Ragazza dall’orecchino di perla di Vermeer, un’operazione altamente di profitto che poco dà alla città se non una monetizzazione priva di valore. Eppure, proprio in questo periodo di crisi economica, il valore della cultura sembra attrarre le persone. E probabilmente, sulla scia della mostra evento, ecco che un numero che sembra fantascientifico di più di mille persone si reca alla Pinacoteca Nazionale di Bologna per assistere a una conferenza. Il valore del Museo dunque resiste in epoca di crisi, e lo costatiamo giornalmente nella programmazione delle attività delle associazioni culturali che inducono a riferirsi all’économie de l’immatériel. E penso alle sale piene per i cicli dell’Istituto Gramsci alla Biblioteca Ariostea o alle conferenze del Garden o degli Amici dei Musei o degli Amici della Biblioteca alla Pinacoteca o al Museo di Spina o all’Ariostea, che diffondono cultura immateriale ma nello stesso tempo promuovono acquisto di libri o visite alle mostre. Ecco perché rimango spesso perplesso di fronte all’esigenza, che sembra diventata assolutamente e sconsideratamente prioritaria, del rendimento economico che le mostre o gli eventi dovrebbero produrre, proprio perché non supportati da queste premesse che l’improbabile decisione della Corte dei Conti ha provocato e che nasce da pura ignoranza (nel termine benigno di non conoscenza). Sentire la lista delle priorità di un’economia in sfacelo mette sicuramente in ombra le esigenze del valore della cultura ma, nonostante e in opposizione alla crisi, quest’ultimo deve essere riproposto come priorità, per non allevare generazioni future di un paese che non ha talento né anima o ha talento senza anima.

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L’educazione del capitale umano e la fabbrica del consumo

La stragrande maggioranza delle nazioni mondiali ancora individua nella scuola e nei suoi curricoli il mezzo per fornire ai giovani ciò che si ritiene sia necessario per poter competere nel mercato globalizzato del lavoro e nel mondo dell’economia globale.
Nello stesso tempo però le pratiche educative fondate sulla teoria del capitale umano (a cui per primo fece riferimento l’economista Adam Smith nel 1776) sono oggi sempre più oggetto di critica per i loro effetti negativi sulla qualità della vita delle persone. Il Nobel dell’economia Amartya Sen poco più di un decennio fa esprimeva le sue preoccupazioni circa lo sviluppo di politiche incentrate solamente sulla crescita economica. Nel suo Development as Freedom egli individua nel tasso di longevità di una popolazione l’indicatore della qualità della vita umana. Sen sottolinea che, poiché le variazioni della speranza di vita dipendono da una gamma di opportunità sociali che sono fondamentali per lo sviluppo (comprese le politiche epidemiologiche, l’assistenza sanitaria, le strutture scolastiche e così via), una visione esclusivamente centrata sul reddito ha bisogno oggi di essere rivisitata o quanto meno integrata, se si vuole giungere a una piena comprensione dei processi di sviluppo.
Inoltre gli studi internazionali di economisti e di psicologi sociali hanno da tempo individuato i fattori sociali che influenzano la percezione soggettiva del benessere e la longevità delle persone. È davvero significativo che tra questi nel nostro mondo globalizzato non ci sia l’istruzione nella sua forma attuale, se non solo quando consente di accedere a un lavoro ben retribuito.
Ma il valore dell’istruzione e dei sistemi formativi può essere oggi ridotto unicamente alla preparazione degli studenti per il mercato del lavoro?

Gli stessi indicatori internazionali sembrano suggerire che la percezione individuale del diritto all’istruzione coinvolge in modo sempre più consapevole ed esteso il diritto soggettivo delle persone ad avere non solo un futuro di lavoro ma un progetto di vita da realizzare, e soprattutto un progetto di vita che sia di qualità, che investe la felicità individuale, la salute e la tutela dell’ambiente.
A tale proposito, la scoperta del contributo che l’istruzione può dare alla felicità delle persone e alla loro longevità dovrebbe essere considerata come una chiamata alle armi per cambiare profondamente le politiche dell’istruzione, sostiene Joel Spring, professore alla City University di New York e maggiore esperto dei sistemi educativi nel mondo.
I modelli educativi del capitale umano hanno assunto come paradigma la positività della crescita economica e hanno chiarito che il benessere consiste nell’accrescere la propria capacità di consumo di sempre nuovi prodotti. In questo sistema di industria e di consumi l’uguaglianza delle opportunità educative significa fornire a ciascuno un’eguale possibilità di essere formato per divenire partecipe dell’economia globale attraverso il lavoro e il consumo. L’uguaglianza delle opportunità consiste nel disporre di uguali chance di guadagno e di reddito per l’acquisto di un flusso infinito di prodotti fabbricati dall’ impresa globale.

Le scuole del capitale umano finiscono così con l’assomigliare a fabbriche per la lavorazione della materia prima umana, testata e certificata per diventare forza di lavoro e di consumo globale.
In questo quadro la fruizione del diritto all’istruzione per l’integrazione sociale non può più essere considerata una finalità sufficiente. Istruzione e cultura sono sempre più gli elementi indispensabili ad ogni singolo individuo, bambina e bambino, ragazza e ragazzo per poter concretamente esercitare il proprio diritto alla salute, alla felicità, che non sono il diritto a consumare, ma bensì a costruire e realizzare il proprio progetto di vita.

Istruzione, formazione, educazione non sono solo mezzo, strumento, occasione, sono invece parte determinante della qualità del progetto di vita di ciascun giovane. In questa dimensione ci rendiamo conto che lo strumentario delle classi, dei voti, della didattica ex cathedra, degli edifici scolastici riciclati da conventi e caserme, eccetera dovrebbe appartenere da tempo ad un’epoca ormai distante e che l’istruzione amica, esperienza ottimale per ciascuno, appagante richiede di essere vissuta e partecipata con mezzi, spazi, relazioni, strumenti che sono tutti da ripensare con creatività e lena.
Lo stesso sistema di valutazione delle competenze imposto dalla Banca Mondiale alle scuole dell’educazione globalizzata, l’Ocse Pisa, ci deve vedere capaci di valutazioni e considerazioni largamente autonome, avendo l’occhio rivolto alla crescita delle persone, alle competenze necessarie alla realizzazione del loro progetto di vita, più che agli interessi della crescita economica e sociale del mondo globalizzato. E’ davvero tempo di nuovi paradigmi per la politica scolastica soprattutto per il nostro Paese che più di altri ha necessità di recuperare sulle numerose stagioni perdute e sui ritardi fin qui accumulati.

Si può e si deve pensare a un sistema scolastico che sia luogo, non della retorica di star bene a scuola, ma di benessere che è ben altra cosa, ad un sistema scolastico che nella organizzazione della sua struttura, nei suoi curricoli, nei suoi metodi di istruzione e di studio contribuisca ad accrescere il benessere e la felicità delle persone, assumendo le persone, prese singolarmente, ognuna per se stessa come il prezioso capitale umano, come valore su cui il nostro Paese, attraverso l’istruzione e il suo sistema, investe per il proprio futuro e soprattutto per prospettare alle nuove generazioni un avvenire più felice, per il quale vale la pena davvero impegnarsi e investire gli anni preziosi della propria crescita.

Erasmo da Rotterdam

GERMOGLI
l’aforisma
di oggi…

Una quotidiana pillola di saggezza o una perla di ironia per iniziare bene la giornata…

“Le idee migliori non vengono dalla ragione, ma da una lucida, visionaria follia” Erasmo Da Rotterdam

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IMMAGINARIO
La foto
di oggi

Ogni giorno immagini rappresentative di Ferrara in tutti i suoi molteplici aspetti, in tutte le sue varie sfaccettature. Foto o video di vita quotidiana, di ordinaria e straordinaria umanità, che raccontano la città e i suoi abitanti.

San Benedetto visto dal drone (foto Roberto Fontanelli) – clicca l’immagine per ottenere un ingrandimento

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La chiesa di San Benedetto e sullo sfondo i fumi del petrolchimico