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Giorno: 12 Marzo 2014

Domenica 16 marzo una pedalata per riprendersi la strada

da: Associazione Amici della bicicletta

Domenica 16 marzo, in occasione della giornata senz’auto, l’Associazione Amici della bicicletta organizza una pedalata per riprenderci la strada.
Il raduno inizierà alle 10 sul sagrato del Duomo dove cominceremo con una dimostrazione di autoriparazione della bici per poi proseguire con una pedalata lungo le strade della città.
Con questa iniziativa vogliamo ribadire la richiesta della Fiab nazionale di modifica del codice della strada di riduzione del limite di velocità nei centri abitati a 30 km/h, mentre all’Amministrazione comunale, in occasione dell’ultima giornata di blocco del traffico, chiediamo di chiudere il centro abitato al traffico motorizzato tutti i giorni festivi dell’anno e per l’intera giornata. Crediamo che i cittadini abbiano diritto ad una compensazione ambientale che rimuova a monte le cause dell’inquinamento a cominciare dalla riduzione del traffico motorizzato privato. Chiudere il centro abitato alle auto significa prospettare tra i cittadini l’idea che un nuovo e diverso modello di mobilità è possibile.
Già a metà marzo, come ormai da alcuni anni, abbiamo esaurito il bonus annuale del numero di giornate, stabilito dall’UE, in cui è possibile sforare i limiti di legge delle polveri fini e ultrafini.
Ai partecipanti sarà distribuita una mascherina antismog a simboleggiare l’impatto dell’inquinamento causato dal traffico motorizzato. Percorreremo le strade normalmente più frequentate dal traffico motorizzato e cercheremo di vivere la bellezza della nostra città al ritmo lento e silenzioso della bicicletta. Il percorso si snoderà ancora una volta lungo Corso Giovecca per poi portarsi sull’asse Porta Mare- Porta Po. Il resto dell’itinerario lo decideremo durante la pedalata. Sarà una ciclo passeggiata tra amici.
PARTECIPATE NUMEROSI!

Venerdì 14, per “Somethin’ Else”, il Jazz Club alla scoperta del Piemonte e della cucina savoiarda con l’autore Franco Bergoglio

da: ufficio stampa Jazz Club

Venerdì 14 marzo (a partire dalle ore 20.00) con Somethin’Else il Jazz Club Ferrara vi invita a cena con l’autore e critico jazz piemontese Franco Bergoglio. Assaporando le prelibatezze della cucina savoiarda inframmezzate dalla lettura di alcuni passi tratti da Magazzino Jazz (Edizioni Moby Dick) scopriremo perché il Piemonte, la sua cucina e la musica afro-americana si siano saldamente intrecciate nel tempo.
Questione bizzarra quella della cucina piemontese. Le papille gustative riconoscono l’Italia grazie alla pizza, alla pasta, al prosciutto e al parmigiano emiliani, ai grandi vini toscani chiamati Supertuscans, ma che dire di quell’universo così ricco di emozioni enogastronomiche costituito dal Piemonte? La tradizione, la conoscenza, la qualità delle materie prime e il rispetto per la cultura del cibo in Piemonte non hanno eguali, ma sono poco conosciute al mondo restando perlopiù appannaggio di raffinati gourmand, oggi definiti foodies.
La creatività degli chef del Torrione San Giovanni aprirà una finestra su questo importante patrimonio culinario attraverso un menù di quattro portate che consentirà di assaporare il gusto dell’autentico Castelmagno DOP, o di cedere alla “scioglievolezza” del gustoso bonèt. Curiosi aneddoti dispensati dalla voce narrante di Franco Bergoglio costituiscono la cornice ideale di un’esperienza multisensoriale.
Saggista e scrittore, Bergoglio (classe 1973) si definisce al servizio del jazz. Attualmente collabora con Alias, Jazz Magazine, Musica Jazz ed i suoi studi sono stati pubblicati su riviste come Zapruder. Oltre a Magazzino Jazz è da menzionare il lavoro monografico Jazz! Appunti e note del secolo breve (Milano, Costa & Nolan).
È consigliata la prenotazione della cena al 333 5077079 (dalle 15.30). Ingresso a offerta libera riservato ai soci Endas.

DOVE
Tutti gli appuntamenti si svolgono presso il Torrione San Giovanni via Rampari di Belfiore, 167 – 44121 Ferrara. Se si riscontrano difficoltà con dispositivi GPS impostare l’indirizzo Corso Porta Mare, 112 Ferrara.

INFORMAZIONI
Infoline: 339 7886261 (dalle 15:30)
Prenotazione cena: 333 5077059 (dalle 15:30)
www.jazzclubferrara.com
jazzclub@jazzclubferrara.com

Il Jazz Club Ferrara è affiliato Endas, l’ingresso a offerta libera è riservato ai soci.

COSTI E ORARI
Cena € 20 a persona bevande escluse
Cena + Tesseramento Endas bevande escluse € 25

Non si accettano pagamenti POS

Cena con reading: a partire dalle ore 20.00

Comune di Ferrara, tutti i comunicati del 12 marzo

da: ufficio stampa Comune di Ferrara

BIBLIOTECA ARIOSTEA – Incontro con Luciana Tufani e Silvia Casotti giovedì 13 marzo alle 17
Due editrici si raccontano
12-03-2014

Saranno Luciana Tufani (Luciana Tufani Editrice) e Silvia Casotti (Nuovecarte edizioni) le protagoniste dell’incontro in programma giovedì 13 marzo alle 17 nella sala Agnelli della biblioteca Ariostea. Le due editrici parleranno del loro lavoro e delle figure che ruotano attorno alla produzione dei libri, con il contributo di alcune figure professionali impegnate nei diversi settori.

LA SCHEDA a cura degli organizzatori
Cosa significa passare da un fascicolo di carte sparse, di immagini, o da uno o più file, che inizialmente rappresentano l’unica “fisicità” del lavoro di un’autrice/un autore, alla realizzazione di un’edizione? E qual è la differenza tra edito e non edito? Cosa c’è dietro, spesso nascosto, che fa prender forma concreta – di carta o elettronica che sia – al testo?
Gli editori, ferraresi e non, e tutti coloro che vogliono condividere la propria esperienza sono invitati a partecipare e a portare la propria testimonianza.

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AGENDA DEL SINDACO
Appuntamenti del 13 marzo 2014
12-03-2014

Giovedì 13 marzo

ore 11.30 – conferenza stampa di presentazione progetto ‘comunEbook’, con ass. Maisto (sala dell’Arengo, residenza municipale)

ore 16 – inaugurazione anno accademico dell’Accademia delle Scienze, a cura dell’Università di Ferrara (sala conferenze della Camera di Commercio, Largo Castello 10 – FE)

ore 18 – incontro con i cittadini residenti nella frazione di Viconovo (sede circolo Acli via Bertolda 65, Viconovo – FE)

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CONFERENZA STAMPA – Venerdì 14 marzo alle 11 nella sala Arazzi del Municipio
Presentazione del progetto “Cambia il finale”
12-03-2014

Venerdì 14 marzo alle ore 11 nella sala degli Arazzi della residenza municipale si terrà la conferenza stampa di presentazione del progetto “Cambia il finale”. Interverranno all’incontro l’assessora comunale all’Ambiente Rossella Zadro, il dirigente del servizio Ambiente Ivano Graldi, il direttore Corporate social responsibility del gruppo Hera spa Filippo Bocchi, la presidente dell’associazione ADO Daniela Furiani e alcuni rappresentanti delle varie associazioni coinvolte nel progetto.

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BIBLIOTECA ARIOSTEA – Dalle 17 di venerdì 21 marzo alle 17 di sabato 22 marzo – notte inclusa
L’Ariostea aperta per la maratona di poesia ‘Non si uccidono così anche i poeti?’
12-03-2014

Letture, incontri, interviste, perfomance, filmati, laboratori didattici, intermezzi musicali, una gara di improvvisazione poetica, ma soprattutto tanta tanta poesia affidata a più ‘voci’. E’ il ricco elenco di opportunità culturali che sarà messo in campo dalla Biblioteca comunale Ariostea dalle 17 di venerdì 21 alle 17 di sabato 22 marzo (notte inclusa) in occasione della “24 ore della poesia – Non si uccidono così anche i poeti?”, una vera e propria maratona dedicata a questa forma artistica per celebrare degnamente la Giornata Mondiale della Poesia.
Organizzata per la prima volta dal Servizio Biblioteche e Archivi del Comune di Ferrara in collaborazione con numerose associazioni culturali cittadine, la rassegna è aperta a tutti e, grazie ad un programma ancora in via di definizione, ha orari ancora a disposizione per cittadini, associazioni, scrittori ed editori interessati a partecipare concretamente leggendo sia una propria poesia sia un brano di altri.

“Ci attende una lunga e un pò ‘matta’ notte di poesia. – ha celiato oggi il dirigente del servizio comunale Biblioteche e Archivi Enrico Spinelli aprendo la conferenza stampa proprio con una lettura – Un appuntamento singolare, certo anche grazie alle caratteristiche antropologiche del nostro territorio dove da sempre crescono e operano poeti e scrittori, e che metterà tutti a dura prova”.

Al suo fianco, per la presentazione al Teatro Anatomico, erano inoltre presenti l’assessore alla Cultura Massimo Maisto, il responsabile delle Attività culturali della biblioteca Fausto Natali, Gianna Vancini del Gruppo Scrittori Ferraresi, Alberto Amorelli del Gruppo del Tasso, Gina Nalini della Società Dante Alighieri e l’editrice Silvia Casotti.

“Questo progetto, al quale hanno aderito con entusiasmo scrittori, poeti e soci delle associazioni culturali ferraresi, – ha affermato Fausto Natali – si propone come momento celebrativo dell’arte poetica che, come sappiamo, sta incontrando evidenti difficoltà. Finora in occasione del 21 marzo realizzavamo una tavola rotonda dedicata alla poesia ma al termine restava sempre la sensazione di avere avuto poco tempo a disposizione per accogliere tutti gli approfondimenti. Abbiamo così deciso di ‘esagerare’, ideando uno spazio più ampio, aperto ai tanti contributi e adatto anche per favorire l’incontro con questa espressione artistica”.
“Tutti i tipi di arte contribuiscono a creare cultura – ha confermato l’assessore Massimo Maisto – e questa è la prima edizione di un progetto che intendiamo ripetere in futuro. Stiamo raccogliendo i frutti di un scelta politica operata in questi anni in favore della promozione della cultura diffusa e della trasformazione dei luoghi della cultura in spazi della città. Ambiti come i musei, i teatri, le biblioteche sono le nostre moderne piazze dove discutere, proporre argomentazioni e liberare la propria arte e contribuire così, in piena condivisione, alla crescita collettiva”.

L’apertura della ‘maratona’ sarà affidata ad alcune letture dell’assessore Massimo Maisto e del poeta e scrittore Roberto Pazzi mentre le conclusioni saranno a cura del dirigente dell’Ariostea Enrico Spinelli e del sindaco Tiziano Tagliani.

LA SCHEDA (a cura del responsabile Attività Culturali Servizio Biblioteche e Archivi) – In occasione della Giornata Mondiale della Poesia la Biblioteca Comunale Ariostea ospita La 24 ore della Poesia ovvero ‘Non si uccidono così anche i poeti?’ dalle 17 di venerdì 21 marzo alle 17 di sabato 22 marzo – notte inclusa.
Il primo giorno di primavera di ogni anno si celebra in tutto il mondo la Giornata Mondiale della Poesia. Un’iniziativa istituita dall’Unesco nel 1999 per sottolineare il ruolo imprescindibile dell’espressione poetica nella promozione del dialogo e della comprensione interculturale, della diversità linguistica e culturale, della comunicazione e della pace.
La “24 ore della Poesia”, organizzata dal Servizio Biblioteche e Archivi del Comune di Ferrara in collaborazione con numerose associazioni culturali cittadine, vuole condividere un breve tratto di strada con tutti coloro che guardano all’antichissimo statuto dell’arte poetica come ad un luogo fondante della memoria e punto di origine di tante altre forme di creatività letteraria e artistica.
Il sottotitolo “Non si uccidono così anche i poeti”, che evoca le sfiancanti maratone danzanti di un celebre film di Pollack, vuole mettere in evidenza le difficoltà che incontra la cultura in questo complicato momento storico.
Dalle 17 di venerdì 21 marzo, e per 24 ore filate, una lunga sequenza di letture, incontri, interviste, filmati, performance, laboratori didattici e interventi musicali per esplorare il meraviglioso mondo della “più discreta delle arti”…
Il programma, ancora in via di definizione e con alcuni orari ancora a disposizione per cittadini, associazioni, scrittori ed editori prevede l’apertura con alcune letture di Massimo Maisto e Roberto Pazzi. A seguire tavola rotonda e interventi del Gruppo Scrittori Ferraresi e letture notturne curate dal Gruppo del Tasso. Sempre venerdì, ma nel pomeriggio alle 16,45, in Teatro Anatomico si svolgerà un laboratorio di poesia per insegnanti tenuto da Marco Dallari.
Il sabato vedrà alternarsi sul palco di Sala Agnelli l’Associazione Olimpia Morata, la Società Dante Alighieri, la Flauti Junior Orchestra, gli studenti americani del Council on International Educational Exchange, la poesia delle piante di Nedda Bonini e Andrea Pavinato, gli Amici della Biblioteca Ariostea e molte altre associazioni e singoli cittadini desiderosi di leggere versi propri o altrui.

Come se non bastasse, per animare la nottata, a partire dalle 2, si svolgerà la prima edizione di MasterPoet, una gara/gioco di improvvisazione poetica. Sulla falsariga del format televisivo MasterPiece, gli aspiranti maestri della poesia si confronteranno a colpi di versi composti al momento su temi scelti dai tre giudici: due poeti, Alberto Amorelli e Matteo Bianchi e un’editrice, Silvia Casotti.

L’invito alla “24 ore di poesia”, come spettatori o lettori, è esteso a tutti i cittadini, associazioni, scrittori, editori …

Chi desidera leggere e condividere alcune poesie (di qualunque autore o le proprie) può concordare l’orario chiamando lo 0532 418212/207 o inviare una mail a archibiblio@edu.comune.fe.it.
Le iscrizioni alla prima edizione di MasterPoet devono pervenire all’indirizzo mail archibiblio@edu.comune.fe.it (0532 418212/207) entro le ore 12 del 20 marzo.

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CENTRO DI MEDIAZIONE – I percorsi di alfabetizzazione sono offerti gratuitamente
Nuovi corsi di italiano per adulti stranieri alla sala polivalente del Grattacielo
12-03-2014

Iniziano i nuovi corsi di italiano L2 per adulti stranieri al Grattacielo. A partire da oggi (mercoledì 12 marzo) sarà possibile frequentare, alla sala Polivalente del Grattacielo, i corsi di livello A0 (50 ore con docente Barbara Bongiovanni) e A1 (50 ore con docennte Marzia Marchi) organizzati dal Centro Territoriale Permanente di Ferrara.

I corsi di lingua italiano offrono un’opportunità di alfabetizzazione gratuita a tutti i migranti, con particolare attenzione alla preparazione del test ministeriale che ha lo scopo di individuare il livello di conoscenza della lingua italiana dello straniero che intenda richiedere il rilascio del permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo.

Il progetto è coordinato dal Centro di Mediazione – Ferrara Città Solidale e Sicura.

Per info: Centro di Mediazione: Viale Cavour 177/179 – tel. 0532/770504; centro.mediazione@comune.fe.it; Orari di apertura: lunedì, mercoledì e venerdì ore 10-12; martedì e giovedì ore 15-19.

(Testo a cura del Centro di Mediazione)

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POLITICHE SOCIO SANITARIE – Convegno sabato 15 marzo alle 9 all’ospedale di Cona
‘Nascere a Ferrara’: specialisti a confronto sull’esperienza del parto
12-03-2014

Sarà tutto dedicato all’esperienza del parto e della nascita il convegno in programma sabato 15 marzo alle 9 nell’Aula Magna dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Ferrara (viale Aldo Moro, 8, Cona). L’incontro, dal titolo ‘Nascere a Ferrara – percorsi di integrazione’, vedrà la partecipazione di diversi esperti che affronteranno in particolare i temi della parto analgesia, delle tecniche alternative di contenimento del dolore da parto, del ruolo dei vari specialisti e dei compiti dell’ambulatorio ostetrico sul territorio e della sua integrazione con l’Azienda Universitaria.
La mattinata sarà aperta dai saluti dell’assessore alla Salute e Servizi alla persona del Comune di Ferrara Chiara Sapigni, del direttore generale dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Ferrara Gabriele Rinaldi e del direttore generale dell’Azienda Usl di Ferrara Paolo Saltari.
L’appuntamento è promosso da Comune, Azienda Ospedaliero Universitaria, Azienda Usl e Università di Ferrara.

LA SCHEDA a cura degli organizzatori
Il convegno, indirizzato alle donne e agli uomini di Ferrara, alle future mamme, al personale medico e sanitario, ai medici in formazione, vuole sostenere “l’umanizzazione della nascita” definita come l’occasione che viene data ad ogni donna di vivere l’esperienza della nascita del suo bambino secondo quelli che sono i suoi valori, la cultura in cui è cresciuta, i suoi desideri e le sue aspettative. Sviluppa in maniera integrata, in rete, interprofessionale, interdisciplinare una campagna di informazione, sensibilizzazione e prevenzione per motivare, spiegare e diffondere meglio il messaggio di che cosa voglia dire nascita sicura, parto analgesia e tecniche alternative di contenimento del dolore da parto. Presenta i risultati del questionario “Cosa sai della Partoanalgesia/parto indolore” e pone le basi per interventi di promozione sociale e di salute che hanno come obiettivo quello di migliorare la conoscenza relativa al tema, ottimizzare i percorsi assistenziali e i percorsi nascita, creare strumenti di informazione adeguati nel rispetto dell’equità senza differenze per scegliere con consapevolezza.

PROGRAMMA:

‘Nascere a Ferrara – percorsi di integrazione’
Aula Magna Azienda Ospedaliero Universitaria di Ferrara (via Aldo Moro 8, Cona)
9.00 – 9.20
Saluti delle Autorità:
Assessore alla Salute e Servizi alla persona Chiara Sapigni
Direttore Generale AOU Ferrara Gabriele Rinaldi
Direttore Generale AUSL Ferrara Paolo Saltari
Moderano:
Chiara Benvenuti e Andrea Franchella
9.20 – 9.40
Perché partorire senza dolore?
Giannemilio Furicchia
9.40 – 10.00
La visione delle donne sul percorso: i dati del questionario “Cosa sai della parto analgesia”
Teresa Matarazzo
10.00 – 11.00
La parto analgesia: il ruolo del ginecologo, dell’anestesista, del neonatologo, dell’ostetrica
Liliana Pittini, Giulia Dallocchio, Cinzia Fortini, Carla Mosca
11.00 – 11.20
Le tecniche alternative di contenimento del dolore da parto
Michela Bonacorsi
11.20 – 11.40
L’ambulatorio ostetrico sul territorio e sua integrazione con l’Azienda Ospedaliera
Elio Ultori
11.40 – 12.30
Dibattito
12.30
Chiusura dei lavori

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CARNEVALE RINASCIMENTALE 2014 – Premiazione venerdì 14 marzo alle 19,30 in piazza Savonarola
Scelte le più belle foto del contest Instagram #RinasciFe2014
12-03-2014

(Comunicato a cura dell’Ufficio Stampa dell’Ente Palio città di Ferrara)
In tanti hanno raccontato per immagini le emozioni del Carnevale Rinascimentale a Ferrara, tenutosi in città dal 27 febbraio al 2 marzo, partecipando al contest Instagram #RinasciFe2014, organizzato dal Comune di Ferrara in collaborazione con l’Ente Palio città di Ferrara e Instagramers Ferrara.
Una giuria ha selezionato la foto più rappresentativa e il vincitore o la vincitrice verrà premiato venerdì 14 marzo nel corso di un”aperi-cerimonia’ aperta al pubblico, alla caffetteria-bistrot Giori, in piazza Savonarola a Ferrara, dalle 19.30.
Saranno presenti all’evento, tra gli altri, l’assessore comunale con delega al Palio Aldo Modonesi, e Orazio Spoto, responsabile marketing e comunicazione di Instagramers Italia.
Sarà possibile visitare la piccola galleria di immagini selezionate, farsi raccontare dagli Instagramers la passione per il foto-social e magari venire coinvolti in questa che sta diventando una vera e propria forma d’espressione artistica.

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POLITICHE GIOVANILI – Già 110 i Comuni che hanno aderito per favorire consumi responsabili e protagonismo dei ragazzi
Youngercard: Ferrara capofila del progetto per la carta giovani regionale
12-03-2014

Sarà Ferrara, assieme a Reggio Emilia, a guidare per la Regione Emilia Romagna il progetto youngERcard, la nuova carta pensata per promuovere consumi responsabili tra le nuove generazioni e favorire il protagonismo giovanile. L’iniziativa è stata avviata ufficialmente lunedì 10 marzo a Bologna, con una conferenza alla quale ha partecipato l’assessore regionale Daniela Bortolazzi. “Abbiamo realizzato questa carta condividendo e mettendo a sistema tutte le migliori esperienze svolte in questo settore dai Comuni e dalle Province – ha spiegato Bortolazzi -. Attualmente hanno già aderito a questo progetto 110 Comuni, 10 Unioni di Comuni e un Circondario”.
YoungERcard verrà distribuita gratuitamente a tutti i giovani tra i 14 e 29 anni di età che studiano o lavoro sul territorio regionale. Servirà loro a usufruire in modo agevolato di servizi culturali e sportivi, ad avere sconti in esercizi commerciali e punti ristoro, ma non solo: youngERcard sarà un vero e proprio passepartout per tutti i ragazzi interessati a impegnarsi per la propria comunità. La carta infatti promuoverà percorsi di cittadinanza attiva, studiati e realizzati assieme alle amministrazioni locali, le cooperative sociali e le associazioni per fare in modo che i partecipanti possano conoscere meglio il territorio in cui vivono e contribuire attivamente alla sua crescita.
A Ferrara i punti di distribuzione in cui è già possibile richiedere la carta sono due: lo sportello Informagiovani, in piazza Municipio 23, e il centro Area Giovani, in via Labriola 11. Sono, inoltre, già stati messi in calendario alcuni appuntamenti mirati per la distribuzione nelle scuole: lunedì 17 e martedì 18 marzo youngERcard sarà al liceo Ariosto, mentre giovedì 27 e venerdì 28 sarà all’istituto Bachelet.
A supporto di queste iniziative il Comune di Ferrara ha messo a disposizione del progetto un camper attrezzato, che servirà non solo per la distribuzione della carta sul territorio provinciale, ma anche per la realizzazione di un vero e proprio tour regionale. Il camper si muoverà tra paesi e città e ogni tappa del suo viaggio sarà una festa: gli operatori di youngErcard infatti non solo si occuperanno di distribuire la carta, ma utilizzeranno le attrezzature presenti sul mezzo per allestire un vero e proprio centro di aggregazione giovanile su quattro ruote.

Venerdì 14 marzo la compagnia comacchiese “Briciole di Teatro” presenta “Noste Didèn gigèn.”

da: ufficio stampa Comune di Comacchio

Venerdì 14 marzo animerà la serata a Palazzo Bellini il gruppo teatrale comacchiese “BRICIOLE DI TEATRO”, per il penultimo appuntamento della rassegna “Comacchio a teatro”. La compagnia presenterà in anteprima all’interno del cartellone della stagione teatrale il suo ultimo lavoro: “NOSTE DIDÈN GIGÈN”.
Sarà presentata una originale rivisitazione in tre atti di una commedia brillante tratta dal repertorio tradizionale, tradotta e riproposta in dialetto comacchiese. L’intreccio di ‘Nostro Zio Gigino’ si avvale delle più classiche dinamiche del comico e della commedia: stretti intorno al capezzale del defunto, i parenti estromessi dal testamento sono costretti ad ingegnarsi per appropriarsi dell’eredità. Particolarmente ricco il cast, che vede in scena la compagnia al gran completo: Giovanna Zamboni interpreta Desdemona, Alessandra Ferroni è Ofelia, Sante Toffoli è Fernando, Patrizia Toffoli è Arpalice, Francesco Guidi è Otello, Simone Balestra è il notaio, mentre Gianromano Cinti interpreta Giovannino ed il protagonista, Zio Gigino.
Lo spettacolo garantisce divertimento assicurato per gli spettatori di tutte le età. L’inizio è fissato come di consueto alle ore 21:00. La biglietteria aprirà alle ore 20:00. Sono disponibili gli ultimissimi biglietti per lo spettacolo: è possibili prenotazioni telefonicamente al numero 349 0807587, oppure acquistare on-line sul sito www.comacchioateatro.it.
Infine venerdì 21 andrà in scena il gran finale della stagione teatrale 2014. “05 QuartoAtto” presentarà per la prima volta a Comacchio “IMPRO’ – MATCH DI IMPROVVISAZIONE TEATRALE”, uno spettacolo tutto da ridere, durante il quale 12 attori si sfideranno sul palco in una gara all’ultima risata. La prevendita per lo spettacolo proseguirà martedi 18/03, presso la Biblioteca comunale a Palazzo Bellini, dalle ore 15 alle ore 18.

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Agricoltura, al via un piano della Regione per prevenire gli attacchi dei lupi al bestiame

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Presentato questa mattina un piano di intervento della Regione per prevenire gli attacchi dei lupi al bestiame. Previsto il supporto di esperti agli allevatori e un bando per l’acquisto di recinzioni e cani da guardia. L’assessore Rabboni: “Il lupo è una specie protetta dalla legge, noi vogliamo proteggere anche i nostri allevamenti”

Bologna – Al via un piano di intervento destinato alla prevenzione degli attacchi dei lupi al bestiame. Lo ha messo a punto l’assessorato all’Agricoltura della Regione Emilia-Romagna per sostenere le aziende zootecniche collinari e montane esposte al rischio predatorio. A questo scopo, nel piano finanziario regionale è stato introdotto per il 2014 lo stanziamento di specifici fondi, che ammontano a 100 mila euro e che potranno essere ulteriormente incrementati.
“Il lupo è una specie protetta dalla legge italiana ed europea. Noi vogliamo proteggere anche i nostri allevamenti. L’obiettivo del piano è rendere possibile una convivenza difficile”. Con queste parole l’assessore regionale all’Agricoltura, Tiberio Rabboni, ha presentato stamani l’iniziativa alla stampa.
Il piano, sperimentale, prevede tre fasi: la sensibilizzazione degli allevatori, con incontri sul territorio per far conoscere le opportunità offerte e raccogliere le manifestazioni d’interesse. Sopralluoghi di esperti nelle singole aziende per individuare gli interventi più idonei alla protezione del bestiame. La pubblicazione di un bando regionale per finanziare l’acquisto di cani da guardia addestrati e di materiale di protezione, come recinzioni e dissuasori.
“Il progetto – ha spiegato Rabboni – nasce da alcune considerazioni: il fenomeno degli attacchi dei lupi, con la conseguente uccisione di bestiame, sta diventando una realtà purtroppo significativa anche nell’Appennino emiliano-romagnolo. Convivere con il lupo è possibile, ma per farlo gli allevatori devono adottare le precauzioni adeguate. Esperienze simili già realizzate in Italia e in Europa hanno dato ottimi risultati, con un contenimento di oltre il 90% dei fenomeni predatori quando è stata fatta una buona prevenzione”.
Già dal 2002 la Regione riconosce agli allevatori zootecnici un indennizzo dei danni da canidi (lupi e cani vaganti): attualmente viene risarcito il 100% del valore dei capi predati, con un contributo di 100 euro per lo smaltimento delle carcasse, per una spesa annua complessiva di circa 150 mila euro, che non ha conosciuto picchi di crescita nel tempo.
“Il piano di intervento – ha concluso Rabboni – costituisce dunque uno strumento aggiuntivo di supporto agli agricoltori, per aiutarli a convivere con un rischio d’impresa rispetto al quale si trovano spesso impreparati. Il lupo è stato infatti assente per lunghi anni dal territorio regionale, ma ormai è diffuso su tutto il crinale appenninico emiliano-romagnolo”.
“Metteremo in atto le migliori pratiche già sperimentate con successo e concorderemo con gli allevatori soluzioni su misura in base a tipologia dell’allevamento, morfologia del territorio, modalità di ricovero del bestiame e guardiania”, ha specificato l’esperto del settore Duccio Berzi che prenderà parte al progetto.

Gli attacchi al bestiame
Dal 2008 la Regione Emilia-Romagna ha georeferenziato gli attacchi da canidi per identificare le zone più a rischio. Sono interessate tutte le province, ad eccezione di Ferrara; Forlì-Cesena è la più colpita.
Su 572 aziende zootecniche presenti nelle zone collinari e montane, mediamente sono 130 all’anno quelle che subiscono gli attacchi. I dati del Servizio Veterinario regionale registrano 139 azioni predatorie nel 2011 e 127 nel 2012; per il 2013, fino a settembre sono state 76. Su 14.200 capi allevati, nel 2011 ne sono stati uccisi 630, nel 2012 709 e 296 fino a settembre 2013.
Gli animali più attaccati sono gli ovicaprini (92%), sia per le dimensioni contenute, sia per la difficoltà, da parte degli allevatori, di mettere in atto efficaci strategie antipredatorie. Modesti, invece, i danni su bovini, asini e cavalli. Il periodo maggiormente interessato dagli attacchi va da aprile a ottobre, mesi in cui il bestiame viene generalmente lasciato al pascolo allo stato brado o semibrado.

Il piano in dettaglio
Il “Piano di intervento per la realizzazione di un progetto sperimentale di prevenzione degli attacchi da lupo in Emilia-Romagna” è stato approvato con delibera di Giunta n 250/2014. Con una modifica alla legge regionale sulla fauna selvatica del luglio scorso, è stata demandata alla Giunta sia l’approvazione di uno specifico piano, sia il relativo stanziamento di fondi.
Viene istituito un gruppo di lavoro – composto da Regione, Province, Associazioni agricole, Associazioni degli allevatori e un esperto del settore – per la condivisione delle azioni.
Su tutto il territorio regionale, ad eccezione della provincia di Ferrara che è l’unica non interessata al fenomeno, saranno organizzati gli incontri con gli allevatori, al termine dei quali verranno raccolte le manifestazioni di interesse che costituiranno un criterio di priorità per accedere ai contributi. I sopralluoghi degli esperti serviranno a concordare la soluzione migliore per l’azienda.
Nei prossimi mesi la Regione approverà il bando a cui tutti gli allevatori potranno partecipare, indicando il tipo di intervento e una stima dei costi. Le risorse stanziate saranno assegnate alle singole Province, che erogheranno agli allevatori i contributi previsti sulla base di una graduatoria. La liquidazione avverrà una volta verificata la messa in opera del materiale o l’adeguato utilizzo dei cani.
Gli strumenti di difesa che possono essere acquistati sono: recinzioni tradizionali, elettrificate o miste e dissuasori elettronici, che funzionano attraverso l’emissione di suoni al passaggio di animali rilevati da un sensore.
Il piano prevede anche la consegna, da parte della Regione, di cuccioli di cani da guardia adeguatamente selezionati, l’assistenza di un operatore cinofilo e incontri formativi per la corretta gestione dell’animale.

Il monitoraggio in Emilia-Romagna
Dal 2002 la Regione Emilia-Romagna – in collaborazione con Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) – ha attivato un progetto di monitoraggio decennale per studiare il fenomeno della ricolonizzazione del territorio da parte dei lupi. Sono stati analizzati circa 7.000 campioni biologici di canidi, dai quali è stato possibile identificare i soggetti appartenenti alla specie lupo, la localizzazione, il numero di branchi stabili e i soggetti con patrimonio genetico ibrido tra cane e lupo.
È stata stimata una dimensione media annua della popolazione di circa 200 individui, diffusi lungo l’intero crinale appenninico regionale, e sono state individuate 31 aree di presenza stabili, in alcune delle quali vivono esemplari con patrimonio genetico ibrido (21 quelli identificati).

La presenza del lupo in Italia
Dal 1971 in Italia è proibita la caccia al lupo, riconosciuto per legge dal 1976 “specie protetta”. In quanto tale, anche l’Europa ne proibisce il disturbo, la cattura, l’uccisione, la detenzione e il commercio.
Risale agli anni Settanta la sua rapida ricomparsa non solo nelle aree montane, soprattutto appenniniche, ma anche in collina e in fondovalle.
Si tratta di una specie dalle grandi capacità adattive e questa caratteristica l’ha reso il mammifero terrestre selvatico più distribuito nel mondo; in Italia era ampiamente diffuso fino alla metà del XIX secolo, ma all’inizio degli anni ’70 raggiunse il minimo storico, con una presenza di circa 100 esemplari. La deforestazione delle aree montane, la conseguente scomparsa degli ungulati selvatici, sue prede naturali, e la persecuzione da parte dell’uomo per l’impatto sul bestiame domestico hanno causato la riduzione drastica del lupo.

angelo-agostini

L’uomo che sfatò il mito del ‘giornalisti si nasce’. L’ultima lezione di Angelo Agostini

di Carlo Sorrentino*

Angelo Agostini è stato senz’altro la principale cerniera fra mondo giornalistico e mondo accademico. Non soltanto perché era professore di Teoria e tecniche del linguaggio giornalistico allo Iulm di Milano e giornalista professionista, brillante editorialista e autore di interessanti servizi. Questa doppia appartenenza l’hanno avuta e l’hanno anche altri. Ma perché è stato per quasi tre decenni uno snodo fondamentale fra questi due mondi, non sempre in grado di parlarsi e intendersi, animando una quantità impressionante di attività, progetti e iniziative. Soprattutto Angelo ha delineato la formazione al giornalismo nel nostro paese, sicuramente il tema che maggiormente lo appassionava e sul quale ha scritto, pensato, progettato, proposto e – soprattutto – realizzato dagli inizi della sua carriera fino alla fine.
Sostenendo che Angelo ha “creato” la formazione al giornalismo in Italia non credo di cadere in una di quelle stucchevoli iperboli frequenti quando siamo chiamati a ricordare uno stimatissimo collega, ma soprattutto un amico, quale era Angelo per me.
Certamente tanti – anche prima di lui – hanno teorizzato, proposto e lavorato perché nel nostro paese la radicata convinzione che “giornalisti si nasce” perdesse consistenza; ma sicuramente nessuno come Angelo è riuscito a far diventare tutto ciò realtà, prima con l’Istituto per la formazione al giornalismo di Bologna e poi con l’esperienza del Master allo Iulm, nonché con l’impegno in campo europeo. Angelo ha caratterizzato il dibattito sulla centralità della formazione, indispensabile per raccontare un mondo complesso, in tempi resi sempre più stretti e convulsi dalle tecnologie.
Già, le tecnologie, un altro “pallino” di Angelo. Stamattina, riguardando le annate di Problemi dell’informazione, la rivista creata da Paolo Murialdi che lo volle nel 1999 come suo successore e che Angelo si apprestava a lasciare, leggevo un suo intervento di oltre vent’anni fa in cui già indicava nel digitale la sfida che il giornalismo avrebbe dovuto affrontare. Una lungimiranza che aveva trasferito nell’instancabile azione di “progettatore” – termine per lui più adeguato di quelli di direttore e coordinatore – di formazione per il giornalismo. E che non poche critiche gli erano costate all’interno del mondo della professione, spesso lento almeno quanto quello accademico nel recepire le novità.
Seppure se così prematuramente, Angelo se ne va lasciandoci generazioni di giornalisti che ha contribuito a formare. Sono sicuro che ci avrà riflettuto in questi ultimi suoi giorni e gli si sarà aperto quel sorriso che sempre riservava agli allievi, attenuando per un momento la focosa irritazione per la politica e il giornalismo italiani, amori viscerali le cui tante imperfezioni ha osservato e descritto fino agli ultimi giorni.

*L’articolo è stato pubblicato oggi da Europa quotidiano (www.europaquotidiano.it) e da ferraraitalia ripreso per gentile concessione. L’autore è il nuovo direttore de “I problemi dell’informazione” (il Mulino)

 

Studioso dei media e giornalista, Angelo Agostini se ne andato l’11 marzo, a 54 anni. Giovanissimo ha contribuito a fondare l’Istituto per formazione al giornalismo di Bologna, del quale è stato condirettore e poi direttore per dieci anni. Ha in seguito fondato il master Iulm in giornalismo di cui è stato docente e coordinatore. E’ stato anche presidente della European Journalism Training Association, l’associazione europea delle scuole di giornalismo ed era direttore di “Problemi dell’informazione”, il trimestrale di media e comunicazione, edito da Il Mulino.
Fra i vari incarichi, è stato consulente della Presidenza del Consiglio per l’editoria tra il 1996 e il 1998 e direttore del corso di giornalismo della Svizzera italiana a Lugano. Ha fatto parte, inoltre, del consiglio direttivo della Federazione della stampa ed è stato membro di commissioni ministeriali per la riforma dell’Ordine dei giornalisti e per il riordino dei corsi di laurea in Scienze della comunicazione.

[Questo il ricordo di Ivan Berni, suo collega al master di giornalismo dello Iulm]
[E questo il pensiero a lui rivolto dai suoi allievi del master]

tasse

Per rilanciare l’economia meglio sarebbe stato ridurre l’Irap alle aziende

Potrei iniziare il mio visionario commento dicendo che lo sapevo che anche Renzi avrebbe combattuto le battaglie che avevano combattuto Bersani e Letta, battaglie contro i membri Pd deputati (gli stessi che affossarono Prodi dopo averlo proclamato con un’ovazione), del resto la maggioranza ed i parlamentari sono gli stessi, con alcuni di loro che più che persone responsabili sembrano un accozzaglia di opportunisti e parassiti, quindi il buon Renzi di cosa va lamentandosi, “chi è causa del suo mal pianga se stesso” recita il proverbio. Potrei dire che lo immaginavo che il percorso renziano avrebbe trovato ostacoli dentro il suo stesso partito, con alcuni dei membri parlamentari della direzione che votano una cosa nell’organismo di partito e, poi, in parlamento, protetti dal voto segreto, ne votano una diversa. Potrei dire tutto ciò, ma evito per rispetto del lavoro che il segretario sta tentando di fare, a proposito del quale avrei qualche annotazione critica sotto forma di domande, era il caso di “svendersi” così tanto ai voleri berlusconiani pur di dimostrare al proprio ego ed agli italiani che portava a casa un risultato (uso l’articolo indeterminativo non a caso)?
Oggi verrà presentata la “riforma shock” del cuneo fiscale, e su ciò mi pongo, da non esperto, la domanda se non fosse meglio suddividere i denari trovati tra l’Irpef e l’abbassamento dell’Irap a carico delle aziende? Siamo certi che con un pochino di denari in più ci saranno file davanti ai negozi di cittadini vogliosi di comprare qualcosa o, forse gli stessi non li metteranno in banca o per pagare i debiti contratti con la crisi o per sicurezza? Mah…
Un ultima considerazione vorrei farla sul l’intervista al segretario della Cgil in cui afferma che bisogna dare i denari ai lavoratori ed ai pensionati, intendendo, lei, con la parola lavoratori, solo il mondo del lavoro dipendente… Cara Cgil anche chi lavora in proprio è un lavoratore, e, al contrario di altri, lo è senza tutele e sta pagando questa crisi in modo almeno paritetico agli altri… smettiamola, cortesemente, con la rappresentazione che tutti gli autonomi sono evasori. E stimoliamo la politica combattere davvero l’evasione che danneggia l’economia ed in modo maggiore l’immagine di tanti autonomi onesti che le tasse le pagano, a volte, anche a fronte di redditi non percepiti.

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Giudici di pace, la soddisfazione di Saliera

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Giudici di pace, uffici a Porretta Terme, Lugo, Faenza, Fornovo di Taro e Langhirano. Saliera: “Grande soddisfazione per la decisione di mantenerli in funzione”

Bologna – “La decisione del Governo e del guardasigilli Orlando di mantenere in funzione gli uffici del Giudice di Pace di Porretta Terme, Lugo, Faenza, Fornovo di Taro e Langhirano è motivo di grande soddisfazione e dimostra come siano importanti la collaborazione tra istituzioni, la ragionevolezza e la capacità di discernere le varie situazioni senza lasciarsi andare a tagli lineari indistinti e inutili”. Così Simonetta Saliera, vicepresidente e assessore al Bilancio, commenta la decisione del Governo comunicata ieri dal ministro della Giustizia Andrea Orlando di non chiudere le sedi dei Giudici di Pace di alcuni comuni emiliano-romagnoli.
“I Giudici di Pace rappresentano un serio presidio della giustizia sul territorio, un modo per snellire i tempi della giustizia civile in modo da assicurare risposte in tempi sufficientemente rapidi per i cittadini”, sottolinea Saliera.

Tper

Sciopero nazionale del trasporto pubblico di mercoledì 19 marzo: modalità per i servizi TPER

da: ufficio stampa Tper

Per mercoledì 19 marzo, le Organizzazioni Sindacali FILT-CGIL, FIT-CISL, UILTRASPORTI, FAISA-CISAL, UGL TRASPORTI hanno proclamato uno sciopero nazionale del trasporto pubblico di 24 ore.
Queste le modalità per i diversi servizi TPER:

– Per il personale viaggiante dei servizi automobilistici e filoviari TPER dei bacini di servizio di Bologna e Ferrara (bus e corriere) lo sciopero si svolgerà dalle ore 8.30 alle ore 16.30 e dalle 19.30 a fine servizio.

Negli orari di sciopero, i servizi di trasporto pubblico urbano, suburbano ed extraurbano non saranno garantiti.

Più precisamente per i mezzi urbani, suburbani ed extraurbani del bacino di Bologna saranno garantite solamente le corse dal capolinea centrale verso periferia, e viceversa, con orario di partenza fino alle ore 8.15 al mattino e fino alle ore 19.15 alla sera. Per le linee extraurbane del bacino di Bologna effettuate dal vettore Autoguidovie saranno in vigore gli stessi orari di sciopero. Durante lo sciopero al call-center telefonico 051-290290 sarà garantita la presenza di un operatore fino alle ore 9 e dalle ore 16 al termine del servizio.

Per le linee urbane di Imola verranno garantite tutte le corse complete in partenza dalla stazione ferroviaria, o dall’autostazione, fino alle ore 8.20 al mattino e fino alle ore 19.20 alla sera.

Per i mezzi urbani di Ferrara, per quelli extraurbani e del servizio Taxibus saranno garantite solamente le corse dai capilinea periferici, centrali e intermedi con orario di partenza fino alle ore 8.15 al mattino e fino alle ore 19.15 alla sera.

– Per il personale viaggiante dei servizi ferroviari TPER, lo sciopero di 24 ore si svolgerà dalle ore 00.01 alle ore 24.00 di mercoledì 19 marzo, con fasce di servizio garantite dalle ore 6 alle ore 9 e dalle ore 18 alle ore 21 sulle linee della rete di competenza FER Bologna-Portomaggiore, Bologna-Vignola, Ferrara-Suzzara, Ferrara-Codigoro, Reggio Emilia-Guastalla, Reggio Emilia-Sassuolo, Reggio Emilia-Ciano d’Enza, Modena-Sassuolo e Parma-Suzzara.
Negli orari di sciopero, ad eccezione delle predette fasce orarie, il servizio ferroviario non sarà garantito. Per informazioni telefoniche sul servizio dei treni TPER il call center 840.151.152 è attivo tutti giorni feriali dalle ore 7 alle 14 e dalle ore 15 alle 18.

Disagi conseguenti allo sciopero dei dipendenti TPER potrebbero verificarsi anche in relazione alla possibile soppressione di treni TPER che circolano sul servizio regionale delle linee della rete RFI Ferrara-Ravenna-Rimini-Pesaro, Ferrara-Bologna-Imola-Rimini, Bologna-Poggio Rusco, Bologna-Parma, Parma-Fornovo-Fidenza, Modena-Mantova.

L’Azienda adotterà ogni misura tecnico-organizzativa utile ad agevolare, al termine dello sciopero, un più celere ed integrale ripristino del servizio.

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Come promuovere e commercializzare al meglio il proprio prodotto turistico: venerdì l’ultimo incontro di “Lezioni di Territorio”

da: ufficio stampa Provincia di Ferrara

Dopo il successo dei primi due incontri con oltre ottanta operatori presenti in aula, venerdì 14 marzo sarà la volta del terzo ed ultimo appuntamento formativo con “Lezioni di Territorio”, l’iniziativa realizzata congiuntamente da Provincia e Camera di Commercio di Ferrara, rivolta a tutti gli operatori turistici ed agli amministratori del territorio locale e finalizzata all’individuazione degli strumenti ottimali per la valorizzazione delle risorse della provincia ferrarese.
Docente in aula sarà Flavia Fagotto, consulente specializzata nella gestione delle destinazioni turistiche e co-fondatrice di “Four Tourism”, società di consulenza turistica nel Management.
Nella sua lezione, tenterà di fornire ai presenti i consigli per commercializzare al meglio il proprio prodotto turistico, offrendo suggerimenti pratici su come vendersi con successo.
L’appuntamento è presso la Sala Conferenze della Camera di Commercio di Ferrara dalle 14.30 alle 18.30. Per informazioni ed iscrizioni è possibile contattare il numero 0532/299278 o inviare una mail a elena.occhi@provincia.fe.it.
Come nelle precedenti edizioni al ciclo di lezioni in aula seguiranno alcuni itinerari guidati sul territorio che porteranno gli operatori turistici, e non, ad attraversare la provincia ferrarese per viverne le emozioni e poterle, poi, veicolare al meglio ai propri turisti. Il calendario degli itinerari verrà comunicato nei prossimi giorni

Aperitivo-premiazione per il vincitore del Contest Instagram #RinasciFe2014

da: ufficio stampa Ente Palio città di Ferrara

In tanti hanno raccontato per immagini le emozioni del Carnevale Rinascimentale a Ferrara, tenutosi in città dal 27 febbraio al 2 marzo, partecipando al Contest Instagram #RinasciFe2014, organizzato dal Comune di Ferrara in collaborazione con l’Ente Palio città di Ferrara e Instagramers Ferrara.
Una giuria ha selezionato la foto più rappresentativa e il vincitore o la vincitrice verrà premiato venerdì 14 marzo nel corso di un’aperi-cerimonia aperta al pubblico, presso la caffetteria-bistrot Giori – in piazza Savonarola a Ferrara, dalle 19.30.
Saranno presenti all’evento Aldo Modonesi, Assessore al Palio e sfrenato instagramer , Rudy Bandiera, che sia auto definisce “Giornalista e consulente Web, con la passione per i nuovi media, la tecnologia la birra e i grassi saturi”, Orazio Spoto, responsabile marketing e comunicazione di Instagramers Italia.
Sarà possibile visitare la piccola galleria di immagini selezionate, farsi raccontare dagli Instagramers la passione per il foto-social e magari venire coinvolti in questa che sta diventando una vera e propria forma d’espressione artistica.

“UniStem Day” 2014 una giornata per gli studenti delle scuole superiori dedicata alla ricerca sulle cellule staminali

da: ufficio Comunicazione ed Eventi Unife

Al via venerdì 14 marzo nelle Aule E2 ed E3 del Polo Chimico Bio Medico dell’Università di Ferrara, (via L. Borsari, 46) la seconda edizione ferrarese di UniStem Day, la giornata divulgativa dedicata alla ricerca sulle cellule staminali per gli studenti delle scuole superiori
Giunta alla sua 6° edizione a livello nazionale, UniStem Day 2014 vede coinvolti 36 Atenei italiani e 9 tra Irlanda, Regno Unito, Spagna e Svezia. 20.000 studenti da oltre 350 scuole superiori, più di 250 tra ricercatori, clinici, filosofi, sociologi, storici della medicina, tecnici, comunicatori della scienza e amministratori, insieme ancora una volta per il più grande evento divulgativo sulle cellule staminali a livello europeo.
“UniStem Day – affermano il Prof. Paolo Pinton ed il Prof. Michele Simonato coordinatori dell’evento – è un’occasione per scoprire insieme ai ragazzi un interesse o una vocazione per la scienza e la ricerca scientifica, a partire dai temi e dai problemi affrontati nell’ambito degli studi sulle cellule staminali. Attraverso lezioni, discussioni, filmati, visite ai laboratori, gli studenti possono incontrare contenuti e metodi della scienza e scoprire inoltre che la ricerca scientifica è divertente e favorisce relazioni personali e sociali costruite sulle prove, sul coraggio e sull’integrità. Inoltre, dal palco dell’Università degli Studi di Milano, in diretta streaming con gli altri Atenei, interverrà Roberto Cingolani, direttore scientifico dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova”.
L’iniziativa ferrarese, a cui parteciperanno oltre 400 studenti delle scuole superiori, comprenderà una serie di interventi da parte di autorevoli scienziati esperti di cellule staminali. Nel pomeriggio inoltre sarà possibile, per gli studenti interessati, visitare il Laboratorio per le Tecnologie delle Terapie Avanzate (LTTA) del Tecnopolo di Ferrara, che si occupa di ricerca biomedica
“Questa è un’occasione importante per i giovani studenti ferraresi – concludono Pinton e Simonato – per l’apprendimento, la scoperta e il confronto nell’ambito della ricerca sulle cellule staminali, soprattutto in un momento in cui questa ricerca scientifica solleva così grandi interrogativi di ordine etico, scientifico e terapeutico. Una ulteriore dimostrazione di come il nostro Ateneo si assuma una grande responsabilità civica ed educativa nei confronti degli studenti delle scuole superiori”.

Codice Rosa approvato in Regione. Di Martino: una norma di civiltà

da: Cristiano Di Martino, candidato Forza Italia al Consiglio Comunale di Ferrara, elezioni amministrative 25 maggio 2014

Ieri l’Assemblea Regionale dell’Emilia Romagna ha approvato all’unanimità il Codice Rosa, uno specifico percorso di accesso al Pronto Soccorso riservato a donne e minori vittime di violenza. Il provvedimento impegna inoltre la Giunta Errani a “favorire, sostenere e sviluppare le esperienze territoriali di organizzazioni integrate e multidisciplinari dirette a potenziare prevenzione, diagnosi e cura delle patologie femminili e di genere correlate, nonché a portare a completa attuazione gli indirizzi già adottati per l’accoglienza delle vittime di violenza” .

Cristiano Di Martino, candidato al consiglio comunale di Ferrara, esprime la propria soddisfazione in proposito. “Considero l’introduzione del Codice Rosa un principio di civiltà. Questa è la politica che prediligo: quella che si occupa direttamente dei problemi delle persone, specie dei più deboli, attraverso misure concrete. Approfitto per ringrazia i Club Forza Silvio della nostra regione che hanno raccolto oltre duemila firme per presentare questo provvedimento, oltre al gruppo regionale di Forza Italia, primo firmatario della proposta”.

Con Hera biglietti omaggio per i concerti jazz di Crossroads

da: ufficio stampa Hera

Il 13 marzo on line la promozione per i clienti della multiutilty: ingressi gratuiti per tanti concerti jazz di Crossroads, in programma a marzo in tutta la regione

In Emilia-Romagna è tempo di jazz. Parte “Crossroads, Jazz e altro in Emilia Romagna”, il festival che dal 2000 porta le note del jazz in molte città della regione.
Il programma è ricco di concerti e offre un esauriente spaccato del jazz contemporaneo, dalla tradizione all’avanguardia, estendendo il proprio raggio d’azione alle musiche limitrofe.

Il Gruppo Hera, che sostiene la manifestazione, lancia una promozione sul web per i clienti: sarà pubblicata su www.gruppohera.it tra le ore 9 e le ore 13 di giovedì 13 marzo e riporterà tutte le istruzioni per inoltrare la richiesta e provare a ottenere due biglietti omaggio, per un concerto a scelta fra i seguenti in programma:

• ALESSANDRO SCALA QUARTET & special guest FABRIZIO BOSSO (Massa Lombarda, RA, 19 marzo)
• TEREZ MONTCALM TRIO (Rimini, 21 marzo)
• CRISTINA ZAVALLONI (Cesenatico, FC, 28 marzo)
• ADA MONTELLANICO QUARTETTO (Castel San Pietro Terme, BO, 30 marzo)

Al via le semine 2014: si comincia da erba medica e barbabietola

da: ufficio stampa SIS – Società Italiana Sementi SpA

A partire da erba medica e barbabietola sono al via le semine 2014, che però hanno già incontrato qualche difficoltà legata soprattutto ai terreni molto bagnati. Ne dà notizia SIS – Società Italiana Sementi, nel fornire il quadro della situazione e le previsioni per i prossimi mesi.

La coltura dell’erba medica fa parte di diritto delle colture tradizionali particolarmente adatte e vocate per il territorio italiano. E’ una coltura poliennale che assicura protezione del suolo, spese contenute ed elevata produttività, con grande quantità di proteine e fibra di ottima qualità. L’erba medica rappresenta inoltre punto di riferimento per le aziende zootecniche ed in particolare in quelle zone dove foraggicoltura significa produzione di fieno.

La gamma delle mediche SIS è trainata da due diffusissime varietà: GARISENDA, derivata direttamente dall’ ecotipo Romagnolo, e DELTA da quello Polesano, che tanto successo continuano ad avere tra gli allevatori di tutte le zone d’ Italia. A queste si sono aggiunte EQUIPE e ROBOT, varietà dell’Istituto di Lodi per l’ambiente padano, e in anni recenti AZZURRA, costituita da SIS con l’intento di riunire in un’unica varietà le migliori caratteristiche di produzione, persistenza e qualità del foraggio. È AZZURRA che nelle prove ufficiali del CRPA (Centro Ricerche Produzioni Animali) degli ultimi anni occupa stabilmente il primo posto nella produzione in una media ottenuta su diverse località.

Salute: arriva la settimana della prevenzione con Lilt

da: ufficio stampa Coldiretti

Iniziative per sensibilizzare ai corretti stili di vita e di comportamento. A Ferrara è partito uno sportello informativo e sono in programma due spettacoli teatrali con degustazioni di prodotti della filiera agricola italiana, per imparare a prevenire con gusto.

Più olio d’oliva nel piatto per prevenire i tumori (ma non solo). E’ l’iniziativa che dal 16 al 23 marzo coinvolgerà circa duecento mercati e agriturismi di Campagna Amica sul territorio nazionale, in occasione XIII edizione della Settimana nazionale per la prevenzione oncologica organizzata dalla Lilt (Lega italiana lotta ai tumori) in collaborazione con Coldiretti e Fondazione Campagna Amica. L’evento ha come obiettivo di informare correttamente, sensibilizzare e rendere tutti consapevoli che la prevenzione rappresenta oggi lo strumento più efficace per i vincere le malattie.
Con questa iniziativa Campagna Amica e Lilt vogliono promuovere, sostenere e sviluppare iniziative di divulgazione sull’agricoltura etica e sulla dieta mediterranea, che consentano un corretto stile di vita e concorrano alla prevenzione delle patologie tumorali. Se è vero infatti – evidenzia Coldiretti – che il 34 per cento delle neoplasie ha cause nella scorretta alimentazione, è altresì vero che una dieta corretta e ricca di principi nutritivi genuini come quella mediterranea porta ad un drastico calo dell’incidenza di queste malattie, come anche del diabete e delle patologie cardiovascolari. L’olio extravergine d’oliva spremuto a freddo, per esempio, contiene delle molecole chiamate fenoli complessi che alcuni studi pubblicati hanno dimostrato essere soppressori dell’eccessiva espressione di oncogeni nelle cellule umane del cancro del seno. Si è dimostrata anche un’azione preventiva contro lo sviluppo del cancro del colon, grazie alla presenza di idrossitirosolo.
A Ferrara le iniziative messe in campo da Campagna Amica e LILT vedono la possibilità di accedere ad un servizio informativo curato da medici volontari di LILT, presso la sede provinciale di Coldiretti in via Bologna, 637, ogni giovedì mattina, dalle 10 alle 12, aperto a tutti i cittadini interessati, dove affrontare dubbi e problematiche in tema di screening sulle principali patologie oncologiche, ma anche su corretta alimentazione e stili di vita (servizio gratuito, previa prenotazione al numero telefonico 0532/979711, servizi provinciali).
Come ulteriore momento di sensibilizzazione domenica 16 marzo e martedì 18 marzo, con inizio alle 20,rispettivamente a Copparo, al Teatro De Micheli ed a Ferrara, alla Sala Estense, sarà rappresentato lo spettacolo “con degustazione” Eyes Wine Shot, incontro ad ingresso gratuito con tutti i cittadini, per affrontare in modoironico e divertente il tema del buon cibo come fondamento della vera felicità, con un approfondimento sul vino e sulla dieta mediterranea, in forma di rappresentazione teatrale preceduta da assaggi di prodotti e vino del nostro territorio a cura di Campagna Amica.
Protagonisti gli attori Giuseppe Gandini e Gianantonio Martinoni.

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La Ferraresità, da un vecchio testo del sociologo Max Ascoli una chiave di comprensione dell’identità presente

C’è un’utile e illuminante riflessione del sociologo ferrarese Max Ascoli che riteniamo interessante riproporre ai nostri lettori poiché, a dispetto del fatto di essere stata elaborata 90 anni fa, appare ancora oggi per molti tratti attuale, per la sua capacità di illustrare alcune dinamiche motivazionali la cui chiave di comprensione risiede nella storia e nella cultura del nostro territorio. L’articolo che ospitiamo su Ferraraitalia s’intitola “Il Ferrarese” ed è stato pubblicato nella rivista di cultura politica “Rivoluzione liberale”, n. 40, il 28 ottobre del 1924. Nell’ottobre 1924, Piero Gobetti (che ha fondato la Rivista nel 1922), vuole dedicare un numero monografico di “Rivoluzione liberale” alle lotte agrarie nelle campagne padane, e chiede contributi per le loro particolari conoscenze a diversi intellettuali: Mario Missiroli, Andrea Parini (segretario di Giacomo Matteotti), Luigi Francesco Ferrari, a Max Ascoli naturalmente chiede di scrivere di Ferrara.

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Max Ascoli

Nell’articolo Ascoli (Ferrara, 25 giugno 1898 – New York, 1 gennaio 1978) esamina la lotta politica primordiale che si era svolta fra contadini ferraresi, non ancora educati al socialismo, e proprietari reazionari. Nelle parole che chiudono l’articolo: “Ferrara colle sue masse di avventizi sempre sconvolte e torbide, con la sua classe di proprietari-agrari schiavisti e cinici quanto ciechi, è una infelice e per inesorabile necessità turbolenta Balcania. Ed ha offerto infatti, col Fascismo, il suo dono balcanico all’Italia. Poiché qui, in questa atmosfera di palude umana, è sorto il Fascismo, la sua nullità disastrosa l’ha iniziata gli si è plasmata qui, nel tentativo di conciliare colla forza, per far tornare proprietari i possidenti, dissensi che con la forza si inveleniscono e non si risolvono. E nel fatto che il Fascismo sia sorto in una regione socialmente e politicamente arretrata e inorganica, collocata proprio nel centro della civilissima Italia settentrionale – nella natura dei luoghi da cui il Fascismo sorse come una meridionalizzazione con spinta dal Nord – forse qui non é l’ultima causa dei mali di cui tutti soffriamo”, si comprende che Ascoli aveva perfettamente intuito, fin dal 1924, la portata decisiva dei fatti avvenuti a Ferrara per la nascita del fascismo.

“Il Ferrarese” (di Max Ascoli)

Il Ferrarese è, dicono, terra rivoluzionaria; dal 1897 non v’è più stata pace; i più noti agitatori, Pasella o Bianchi, si sono resi esperti qui nell’arte dei sommovimenti sociali, utilizzata poi con ben maggiori profitti, e altri agitatori, Rossoni e Balbo, son nati e son cresciuti qui. Pure, in ben poche regioni dell’Italia settentrionale la popolazione è tanto inerte e indifferente a tutto quel che non sia lavoro indefesso su una fecondissima terra: gente tranquilla, abituata senza sofferenze al dominio dei preti e fatta sortire da questo dominio senza rivoluzioni. E’ proprio certo che il ferrarese non invelenisce affatto con romagnola volontà di parteggiare i dissensi esistenti fra le classi e le categorie economiche, ma se questi dissensi han determinato per quasi trent’anni una permanente agitazione devono essere di natura ben complessa e grave, poiché il ferrarese di suo, di deliberato malanimo, non ci mette nulla. Tanto, che non si può parlare di lotta politica, ma di nuda lotta di classe, di pura lotta agraria, nel Ferrarese. In poche altre regioni la maturità politica, nelle classi dirigenti e nelle masse è più infantile. Prova ne siano, per le masse, i passaggi repentini, totalitari da un estremismo all’altro; e di classi dirigenti par non poterne parlare se i ceti borghesi han vivacchiato nella più gretta moderateria clericale per affidarsi poi, stremati, al Fascismo; e i dirigenti del socialismo il Ferrarese li ha sempre presi dal di fuori fra i disponibili capitani di ventura. Anche i pochi uomini d’ingegno partecipanti alle lotte politiche, son poi spinti dalla natura greve della razza a sopportare quello che nelle loro fazioni si compie: ne sian prova due uomini di opposti partiti, l’uno, il Sen. Pietro Niccolini (1) emergente appena, con scetticismo caustico sornione, fra la consorteria clerico-moderata; l’altro, Mario Cavallari, sempre, con volonteroso buon cuore, sacrificatosi ai forestieri, capitani di ventura. Son nature queste fatte più per dar Senatori che uomini di parte.
Non vi è mai stata lotta politica nel Ferrarese, ma solo rovesciamenti di situazioni: poiché qui la lotta politica è solo la rivelazione travolgente e esacerbata di una mai risolta situazione economica. Ogni principio politico ha per il Ferrarese la propria promessa, e ogni principio viene quindi accolto torrenzialmente: nella lotta politica cioè la situazione economica rivela sempre lo stesso groviglio, e non si risolve. Se il ritmo della politica è tutto lineare e tragica lotta di classe, allora la Provincia di Ferrara merita d’essere alla testa d’Italia poiché qui la lotta di classe è nuda; ma qui appare verosimile un principio alquanto diverso dalla nuda enunciazione della lotta di classe che, appunto perché anima sottintesa d’ogni conflitto economico e politico, non può mai essere affrontata nei suoi termini crudi. Come si poté giungere a questa disastrosa lotta di classe che tramutò quasi di colpo la più completa conquista socialista in dominio fascista spostando appena alcuni, e non tutti, fra i dirigenti locali? Il socialismo fu qui il perfetto fratello cadetto, il ricalcatore non sempre originale del capitalismo. Le grandi opere di bonifica (2) attrassero i lavoratori da tutte le zone vicine, aiutarono il disgregamento della unità familiare colonica nelle terre vecchie, chiamando a sé i contadini più sradicabili, pronti ad abbandonare i complessi vincoli di subordinazione nella vita colonica per ridursi a proletari viventi a salario di danaro. Le grandi opere di bonifica diedero una enorme massa proletaria al Ferrarese, attrassero braccia col ritmo stesso con cui la grande industria stacca i lavoratori dalla campagna per renderli operai nei suburbi della città. E i proletari ferraresi, terminate le opere di bonifica, non trovarono la disciplina della fabbrica o la vita dei centri urbani, ma solo l’obbligo di ritornare contadini senza legame alcuno con la terra – contadini appunto viventi a salario di danaro – peggio ancora che braccianti, avventizi.
La condizione quindi, così delineata da un ventennio, si presentava straordinariamente propizia alla lotta di classe, sopratutto alla lotta di classe intesa in senso sindacalista. Qui non era necessario dare agli agricoltori coscienza proletaria, se il proletariato agricolo c’era, creato dalla grande industria: bastava strappare le altre categorie di lavoratori legati da patti di cointeressenza alla terra del proprietario (piccoli affittuari, mezzadri e, sopratutto obbligati (3), ridurre il più possibile ogni forma di ricompensa al salario di danaro, spezzare cioè ogni altra categoria che non fosse quella degli avventizi, fino a identificare con questa l’intera classe dei lavoratori della terra. Pressoché tutte le agitazioni tesero appunto a questo: proletarizzare i lavoratori del Ferrarese strappando nello stesso tempo alla classe proprietaria quelle concessioni e quegli aumenti di salari che togliessero i lavoratori dalla miseria e dessero loro quel tanto di relativo benessere che occorre per condurre una lunga lotta rivoluzionaria. L’ultima agitazione, nel 1920, aveva chiarissima, troppo chiara sventuratamente, questa meta finale. In essa l’elemento politico rivoluzionario dominava su quello economico: tanto che nel patto Zirardini (Marzo ’20) appena e non del tutto i salari stabiliti raggiunsero quelli dell’anteguerra, tenendo conto del deprezzamento della moneta. Il patto Zirardini concretò la situazione rivoluzionaria del ferrarese con l’ufficio di collocamento. Con esso il proletariato veniva insieme disciplinato ed educato rivoluzionariamente ad un vero controllo sulla gestione delle aziende agricole: nella regione cioè cui le grandi bonifiche diedero un proletariato industriale costretto al lavoro agricolo, gli uffici di collocamento furono l’esatto equivalente dei consigli di fabbrica. Il patto Zirardini fu stipulato nel marzo del 1920. Alla fine del ’20 cominciò l’offensiva agrario-fascista, alla metà del ’21 tutta la Provincia di Ferrara era fascista, e tutto il rivoluzionarissimo proletariato ferrarese era passato nei Sindacati di Edmondo Rossoni.
Che cosa era avvenuto? Non vi era dunque una coscienza rivoluzionaria – la nuda lotta di classe per lo sradicamento ormai ottenuto degli operai dalla terra, non doveva produrre il capovolgimento? Il capovolgimento infatti avvenne: fatalmente, quasi senza resistenza – ma fu da Zirardini a Balbo. La enorme massa resa tutta proletaria, staccati gli ultimi vincoli che la legavano al suolo, per l’urto del fascismo, totalmente si capovolse. I senza terra possedevano ormai, attraverso le loro organizzazioni di classe, tutto il suolo ferrarese – negli uffici di collocamento avevano lo strumento per governarlo – i diritti legali di proprietà erano ormai divenuti altrettanto nominali quanto quelli degli industriali che, nell’autunno del ’20, avevano le officine occupate: e questi strumenti e questo dominio il proletariato ferrarese se li lasciò strappare di mano con una resistenza che, se si guarda a Molinella, par nulla. Possedeva ormai tutto: e, se si confronta alla enormità del dominio sfuggitogli, non reagì. Evidentemente, quindi, di questo dominio non sapeva che farsene: era troppo per lui, troppo per la sua capacità rivoluzionaria e produttiva. Poiché forse la realtà dura è questa: che nel Ferrarese non vi fu mai del Socialismo; vi fu dell’avventiziato, del leghismo, vi furono tutte le condizioni esteriori della lotta di classe, ma la coscienza di classe fu da una parte sola: negli agrari. Non fu un proletariato che si conquista la propria potenza e la propria azione rivoluzionaria, non ebbe nemmeno mai educazione alla gestione diretta della proprietà con cooperative di produzione e con affittanze collettive: gli esperimenti, limitatissimi, si debbono a riformisti condotti nel Portuense da Mario Cavallari ed Antonio Bottazzi e nel Bondesano da Ugo Lugli.
Pareva un proletariato armato, del tutto simile a quello della grande industria, ed era invece un regalo della grande industria: operai sradicati dalla terra, inquieti e torbidi, che vollero forse la terra, ma senza avere né l’educazione dell’industria né quella dell’agricoltura. E la rivoluzione che pareva imminente e matura fra centomila organizzati, abortì per l’urto di alcune centinaia di fascisti. Il Ferrarese ora non è fascista come non fu socialista; occorre altra anima, altra preparazione economica, per concedersi il lusso delle lotte politiche. Il problema unico, vero è quello dell’avventiziato che fu creato dal Capitalismo, che il Socialismo tentò di risolvere con la costruzione di un edificio crollato in poche ore – edificio che i fascisti distrussero si ma per montare la guardia intorno ai suoi imponenti ruderi e per contribuire alla risoluzione essenziale del problema, praticamente, con niente. Il loro programma agrario fu la solita formula: la terra ai contadini. Ma la verità più intima fu: i contadini alla terra. E i contadini, infatti, furono non radicati ma sbattuti alla terra e tenuti ben proni ad essa: non si frazionò la proprietà che in scarsissima misura, non si fece risorgere dopo il livellamento provocato dal Socialismo, la categoria così tipicamente ferrarese degli obbligati; appena dove fu possibile, favorì il sorgere della mezzadria e della piccola proprietà o affittanza, ma il problema fondamentale del Ferrarese rimane inalterato in tutta la sua grandiosità; peggio, forse, aggravato. Poiché, dopo che il Fascismo diede la sicurezza ai proprietari, il valore delle terre ferraresi, in quattro anni triplicò: si era giunti a quattro o cinque mila lire l’ettaro, ed ora si è arrivati a tredici, quattordici, quindicimila. E i nuovi proprietari, affittuari, mezzadri molto spesso non sono ferraresi ma veneti, romagnoli, cremonesi e bresciani perfino, chiamati a Ferrara dall’ora vivissimo commercio di terre che sono fra le più feconde d’Italia. Così nuove famiglie ferraresi devono andare ad ingrossare la massa degli avventizi. Come rimedio o palliativo temporaneo, vanno sorgendo per la Provincia stabilimenti industriali, zuccherifici, essiccatoi di tabacco, fabbriche di conserve alimentari. Ma poco fa la fabbrica in campagna, fra operai avventizi, quando il lavoro è saltuario. E poi il problema e la risoluzione del problema è agricolo, e non industriale: costruzione di opere coloniche nelle grandi terre di bonifica, educazione della massa alla gestione e alle affittanze collettive, intensificata diffusione del cooperativismo. Si è, si era agli inizi con una povera massa sprovvista quasi di tutto, materialmente e moralmente: e si faceva già del comunismo!! Il Ferrarese – se è una povera terra vittima della sua ricchezza – vittima della grande industria e dell’affarismo agricolo – vittima delle correnti troppo forti di ricchezza che affluiscono a lei e sorgono da lei e non permettono ancora alla sua economia sociale di assestarsi; sussultante per un ritmo di vita economica troppo forte per quel ché può essere sopportato nelle vicende della terra. Economicamente sviluppatissimo, socialmente primordiale, politicamente gretto o infantile… Si avrà ritmo normale di attività, quando si potrà trovare un equilibrio fra questi tre aspetti di vita. Per ora di fronte alla solidità politica e sociale del Bolognese e della Romagna, Ferrara colle sue masse di avventizi sempre sconvolte e torbide, con la sua classe di proprietari-agrari schiavisti e cinici quanto ciechi, è una infelice e per inesorabile necessità turbolenta Balcania. Ed ha offerto infatti, col Fascismo, il suo dono balcanico all’Italia. Poiché qui, in questa atmosfera di palude umana, è sorto il Fascismo, la sua nullità disastrosa l’ha iniziata gli si è plasmata qui, nel tentativo di conciliare colla forza, per far tornare proprietari i possidenti, dissensi che con la forza si inveleniscono e non si risolvono. E nel fatto che il Fascismo sia sorto in una regione socialmente e politicamente arretrata e inorganica, collocata proprio nel centro della civilissima Italia settentrionale – nella natura dei luoghi da cui il Fascismo sorse come una meridionalizzazione con spinta dal Nord – forse qui non é l’ultima causa dei mali di cui tutti soffriamo.

NOTE (1) Al Niccolini si deve uno studio lucidissimo e meritatamente ritenuto quasi classico, sulla questione agraria nel Ferrarese. L’opera del Niccolini (La questione agraria nella Provincia di Ferrara – Ferrara, 1907) può ancora essere con grande profitto consultata poiché dal 1907 ad oggi non si può purtroppo dire che la situazione sia nelle sue linee essenzialmente mutata. (2) Una sola bonifica, detta “La Bonifica” per antonomasia, promossa da gruppi capitalistici torinesi, ha aumentato il suolo coltivabile ferrarese di 16.000 ettari. (3) Il patto con gli obbligati è tipicamente ferrarese e fu già diffusissimo nella Provincia con grande, beneficio nell’agricoltura. L’ obbligato vive sul fondo e viene ricompensato oltre che con l’alloggio la legna ecc., con salario di lavoro e con una cointeressenza variamente graduata alle colture.

Si ringrazia la Dr.ssa Anna Maria Quarzi, Direttrice dell’Istituto di Storia contemporanea di Ferrara, che ha contestualizzato l’articolo nel delicato periodo della storia ferrarese in cui è stato scritto.

L’Istituto di Storia contemporanea di Ferrara ha dedicato a Max Ascoli, nel 2008 (Ridotto del teatro comunale 23 e 24 ottobre), in occasione del trentesimo anniversario della morte, il convegno internazionale “Max Ascoli, antifascista, intellettuale, giornalista” ed è stato pubblicato a cura di Renato Camurri il libro con lo stesso titolo Max Ascoli, antifascista, intellettuale, giornalista (Ed. Franco Angeli, Milano 2012) contenente i saggi del convegno.

Ringraziamo altresì Carl Wilhelm Macke per la preziosa segnalazione del testo

Bibliografia su Camille Claudel

RICERCHE, STUDI E PUBBLICAZIONI SU CAMILLE CLAUDEL E LA SUA OPERA IN ORDINE CRONOLOGICO

La bibliografia, così come è costruita, non ha la pretesa di essere esaustiva ma mira a ripercorrere la riscoperta della figura dell’artista, in Francia e poi in  Italia, e di accompagnare la lettura dell’articolo a cui si riferisce.

ANNE DELBÉE, Une femme, Presses de la Reinessance, 1982 (in francese)

ANNE DELBÉE, Una donna chiamata Camille Claudel, Longanesi, 1988 (prima pubblicazione in italiano)

ANNE DELBÉE, Una donna chiamata Camille Claudel, TEA, 1995 (seconda pubblicazione in italiano), 2004 seconda edizione per TEA)

‎REINE-MARIE PARIS, Camille Claudel, Editions Gallimard, Paris, 1985 (in francese)

JACQUES CASSAR, Dossier Camille Claudel, Maisonneuve & Larose, 1987 (in francese)

REINE-MARIE PARIS, Camille Claudel. Frammenti di un destino d’artista, Marsilio, 1989

BRIGIDA DI LEO, Camille Claudel. Il prezzo della creatività, collana “L’altra metà dell’arte”, Selene Ed., Milano, 2001

SANDRO PARMEGGIANI (a cura di), Camille Claudel. Anatomie della vita interiore, Skira, Ginevra-Milano, giugno 2003

REINE-MARIE PARIS, Camille Claudel: 1864-1943, malade mentale, Editions Gallimard, 2002 (in francese)

ANTOINETTE NORMAND-ROMAIN, Camille Claudel e Rodin. Le temps remettra tout en place, Édition du Musée Rodin, Paris, 2003 – Catalogo della mostra a Palazzo Magnani, Reggio Emilia, 14 giugno – 31 agosto 2003

LUCA QUATTROCCHI (a cura di), Auguste Rodin. L’arte. Conversazioni raccolte da Paul Gsell, collana “Carte d’artisti”, Abscondita, 2003 – Titolo originale: L’art. Entretiens réunis par Paul Gsell

ANNE RIVIERE, BRUNO GAUDICHON (a cura di), Camille Claudel. Corrispondenza, collana “Carte d’artisti”, Abscondita, 2005 – Titolo originale: Correspondance (Gallimard, 2003)

MONICA PAVANI, Luce ritirata, Ed. La Fenice, Premio Senigallia, 2005

GERARD BOUTE, REINE-MARIE PARIS, Camille Claudel, le miroir et la nuit: essai sur l’art de Camille Claudel, Editions de l’Amateur, Paris, 2009

Breve biografia di Camille Claudel (1864-1943)

Biografia tratta e tradotta dal sito ufficiale http://www.camille-claudel.fr

Camille Claudel nasce nel villaggio di Villeneuve-sur-Fère in Piccardia nel 1864, da Louis-Prosper Claudel, funzionario delle imposte e Louise-Athanaïs Cerveaux, figlia di un medico. Seconda di quattro figli, il primo dei quali muore nei primi giorni di vita, Camille comincia sin da bambina ad impastare l’argilla che trova in natura con un istinto selvaggio, affascinata dai mostri che intravede nelle rocce di Geyn, una foresta che si trova nelle vicinanze. Nel 1976 si traferiscono a Nogent-sur-Seine, per una promozione del padre, e la dodicenne Camille prende le prime lezioni dallo scultore locale Alfred Boucher; sono di questo periodo le sue prime opere ispirate ai grandi conquistatori, ai paesani, ma il suo modello preferito è il fratello Paul (allora tredicenne), a cui dedica una serie di disegni e busti, e che diverrà poi il famoso poeta Paul Claudel.

Nel 1881, a 17 anni, Camille convince il padre a trasferire la famiglia a Parigi perché vuole a tutti i costi scolpire: nonostante l’opposizione della madre, si trasferiranno tutti nella capitale, tranne il padre che invece rimarrà in Piccardia per mantenere il suo impiego. Guidata dal maestro Alfred Boucher, Camille segue corsi femminili di scultura all’accademia Colarossi e apre un atelier in rue Notre-Dame-des-Champs con tre amiche inglesi. Nel 1883 Boucher parte per l’Italia a chiede al non ancora celebre Auguste Rodin di sostituirlo per le lezioni agli studenti. Auguste Rodin (1840-1917), di 24 anni più vecchio di Camille, è abbagliato dalla sua bellezza e abilità. Nonostante la differenza d’età, tra i due scultori nasce subito un legame senza precedenti nella storia dell’arte: l’allieva Camille diventa modella, sbozzatrice, amante, emulatrice e ispiratrice di Rodin, nel suo atelier di rue de l’Université. Durante il periodo in cui i due lavorano insieme con passione e complicità, la mano di Camille si confonde con quella di Rodin, e insieme danno vita ad alcune tra le più geniali opere del maestro, tra cui La porte de l’infer, La Tête d’esclave, l’Avarice et la Luxure, l’Homme aux bras croisés, Giganti, l’Homme penché.

Nel 1887 Camille lascia il domicilio di famiglia e va a vivere in un atelier presso in affitto per lei da Rodin, in Boulevard d’Italie. Nel 1888 vince il premio della Società degli artisti francesi con l’opera Sakountala. Nel 1888 il suo busto di Rodin meraviglia la critica e con Psaume conquista definitivamente il suo stile.

Il dramma di un aborto avvenuto nel 1892 e la partenza dell’amato fratello Paul per gli Stati Uniti, porta Camille a liberarsi dalla morsa del maestro. Nel 1893, Camille affitta un atelier in Boulevard d’Italie. E’ il periodo più creativo dell’artista in cui vedono la luce capolavori come La Valse, Clotho, la Petite Châtelaine. Il tradimento dell’amante viene trasposto nel capolavoro L’ Âge mur (L’età matura). Negli ultimi anni del secolo, riceve le prime commesse da mecenati privati grazie all’intermediazione di Rodin. Influenzata dall’arte giapponese, Camille in questo periodo si emancipa dalla tradizione che ancora si basava sulla copia dal vero, e crea Causeuses (Le pettegole) in marmo e onice, Vague (L’onda) in onice, Profonde Pensée (La riflessione) et Rêve au coin du feu (Sogno accanto al fuoco).
Nel gennaio del 1899, Camille si trasferisce all’Ile Saint Louis, in quai Bourbon. Eugène Blot, il suo mercante e amico, acquista i diritti di riproduzione di una ventina di gessi per commercializzarli in bronzo. Le esposizioni del 1905 e 1908 alla Galleria Blot non ebbero un successo eclatante ma permisero la vendita di diversi esemplari.

Dal 1906 vive sola nel suo atelier in Boulevard d’Italie; non esce più, il suo unico passatempo è guardare dalla finestra la vita della strada, da cui trae diversi spunti per il suo lavoro. Alcuni di questi gessi, sono stati ritrovati, altri sono spariti, alcuni sono stati distrutti dall’artista in momenti di disperazione. Nel 1906, dopo la partenza di suo fratello Paul per la Cina, Camille cessa ogni attività creatrice: è ossessionata dal ricordo di Rodin e lo accusa di averle rubato le idee e le opere.

Il 2 marzo 1913 muore suo padre, che aveva sempre sostenuto la vocazione artistica della figlia, e al quale si era voluta risparmiare la decisione di far internare Camille. La madre e il medico di Camille firmano il certificato d’internamento, e il 10 marzo dello stesso anno la rinchiudono a Ville-Evrard. A causa della guerra la spostano a Montevergues, oggi Montfavet, in Provenza, dove morirà all’età di 79 anni, il 19 ottobre del 1943, senza aver mai ricevuto la visita né della madre né dell’amatissimo fratello Paul.

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Legge animali d’affezione, l’assessore Lusenti replica alle associazioni: “Ulteriore approfondimento”

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Politiche per la salute – Animali d’affezione, l’assessore Lusenti risponde alle associazioni animaliste: “Necessario ulteriore approfondimento del Regolamento attuativo della legge regionale”

Bologna – “E’ necessario un ulteriore approfondimento del testo del Regolamento attuativo della legge sugli animali d’affezione, per arrivare ad una più ampia condivisione tra tutte le parti interessate”.
L’assessore regionale alle Politiche per la salute, Carlo Lusenti, risponde così ad alcune associazioni animaliste che sollecitano l’adozione del provvedimento di attuazione della legge n.3 del 2013 sugli animali d’affezione. “Considerate alcune perplessità e divergenze sul testo del Regolamento già presentato in Commissione consigliare – spiega l’assessore – si ritengono utili nuovi approfondimenti, per arrivare in tempi brevi alla sua adozione”.

Il testo del Regolamento, nella prima stesura presentata alla Commissione politiche per la salute e politiche sociali dell’Assemblea legislativa regionale, era stato elaborato dopo aver acquisito osservazioni e indicazioni da diverse componenti su tutto il territorio dell’Emilia-Romagna, compresi i Comitati provinciali della legge 27 del 2000. Viste le divergenze tra le varie osservazioni e indicazioni acquisite, per quanto riguarda i requisiti delle strutture di ricovero degli animali d’affezione, era stato preso come riferimento l’Accordo Stato-Regioni del 2003.

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Guerra fra generazioni

Da anni è in atto una contrapposizione generazionale. Nella storia accade spesso, ma ogni volta in modo diverso. Si tratta allora, per capirne le cause specifiche, di spostarsi dal piano della polemica quotidiana, a quello culturale e antropologico.

Schematicamente organizzo il discorso mediante alcune mosse storico-concettuali per fornire qualche criterio metodologico. All’indomani della Seconda guerra mondiale, il filosofo liberale Benedetto Croce e il leader comunista Palmiro Togliatti si confrontarono pubblicamente su che cosa sia una nuova generazione. Croce ne negava l’esistenza sostenendo che il compito dei giovani era quello di invecchiare. Togliatti rispondeva che esistono peculiarità che caratterizzano una nuova generazione, ma non tutte le generazioni che si succedono sono nuove. Entrambi dicevano una cosa giusta. Per Croce, l’invito ai giovani di invecchiare significava richiamare il difficile e necessario impegno per diventare adulti e responsabili. Togliatti richiamava l’esigenza che ogni generazione, per definirsi nuova, dovesse essere portatrice di novità vere e significative rispetto a quelle precedenti.

Antonio Gramsci, in alcune note dei Quaderni del carcere, fornisce alcuni criteri che restano importanti per il nostro tema: “Una generazione che svaluta la generazione precedente, non può che essere meschina e senza fiducia in se stessa, anche se assume pose gladiatorie e smania per la grandezza. […]Si rimprovera al passato di non aver compiuto il compito del presente: come sarebbe più comodo se i genitori avessero già fatto il lavoro dei figli. Una generazione che sa fare solo soffitte, si lamenta che i predecessori non abbiano costruito palazzi di dieci o trenta piani.” Questo modo di ragionare sul passato era presente nella generazione del ’68, ed è diffuso anche oggi nel comune sentire dei giovani, soprattutto nei confronti della politica.

E sulle responsabilità delle vecchie generazioni? Si interroga Gramsci: “Da dove viene l’irrequietezza dei giovani? Si può dire che essa è dovuta al fatto che non c’è identità tra teoria e pratica, e più precisamente ciò vuol dire che c’è una doppia ipocrisia: cioè si opera con una teoria o giustificazione implicita che non si vuole confessare; e si dichiara una teoria che non ha una corrispondenza nella pratica. Questo contrasto tra ciò che si fa e ciò che si dice produce irrequietezza, cioè scontentezza, insoddisfazione. In questa situazione le responsabilità sono degli anziani. Costoro dirigono la vita, ma fingono di non dirigere, di lasciare ai giovani la direzione. I giovani credono di dirigere, ma i risultati delle loro azioni sono contrari alle loro aspettative, e così diventano ancora più irrequieti e scontenti. Il risultato può essere che chi domina non può risolvere la crisi, ma ha il potere di impedire che altri la risolva.” Infine, conclude Gramsci “[… ]nel succedersi delle generazioni può avvenire che si abbia una generazione anziana dalle idee antiquate e una generazione giovane dalle idee infantili, che cioè manchi l’anello storico intermedio: la generazione capace di educare i giovani.”
Quest’ultima annotazione rappresenta bene l’attuale stallo in cui ci troviamo.

A conclusione di questo schematico e rapido percorso, mi permetto due indicazioni positive, da parte di un anziano, per un dialogo fecondo e non rissoso.
Per ciò che riguarda la politica, resta decisivo il monito di Vittorio Foa: “I valori politici non si ricostituiscono con le prediche. Vorrei vedere degli esempi, perché è dagli esempi che nasce qualcosa. Ho notato che la parola ‘esempio’ non compare più nel lessico della politica, mentre è una parola essenziale: l’esempio è la cosa più importante che si deve chiedere al politico.” E’ detto chiaro il rifiuto di ogni atteggiamento paternalistico nel rapporto tra anziani e giovani.
Per ciò che riguarda il piano esistenziale, ricordo il consiglio che dava Jean Paul Sartre ai giovani, per evitare la trappola del lamento permanente e del vittimismo: “Non è importante ciò che gli altri hanno fatto di te, ma ciò che tu farai di ciò che gli altri hanno fatto di te.” Sembra uno scioglilingua. Traduciamo: non lamentarti per tutta la vita dei condizionamenti che ti derivano dal tempo in cui sei nato, dalla famiglia in cui sei cresciuto, dal lavoro che fai, dall’ambiente che frequenti. Esci dallo stato di minorità e diventa adulto: esercita fino in fondo la dimensione personale della responsabilità. Come diceva Immanuel Kant: “Sapere aude!” Abbi il coraggio di servirti del tuo proprio intelletto!

Fiorenzo Baratelli è direttore dell’Istituto Gramsci di Ferrara

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