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Giorno: 9 Aprile 2014

Oltre un milione e mezzo di euro per la sperimentazione sugli animali. Se ne parla in sala San Francesco

“Sperimentazione animale e limiti in ambito scientifico”. E’ il tema della conferenza che si tiene domani sera (giovedì 10) alle 20.30 nella sala San Francesco di via Savonarola 3. Relatore è il dottor Massimo Tettamanti, chimico ambientale, responsabile legale del progetto Italia Senza Vivivsezione. L’iniziativa organizzata dall’Associazione ferrarese Animal Defenders, è nata in seguito alle proteste contro l’ampliamento dello stabulario dell’Università di Ferrara.
A parlarne grazie a una conoscenza maturata sia in campo scientifico che giuridico è proprio il dottor Tettamanti, antivivizezionista scientifico, laureato in chimica all’Università di Milano e con al suo attivo un dottorato di ricerca in scienze chimiche alle università di Milano e Siena e numerose cariche in organismi che si occupano di ricerca. E’ infatti coordinatore del Centro internazionale per Alternative nella Ricerca e nella Didattica, consigliere scientifico dell’Associazione Atra e consulente del Mahatma Ghandi Center. In marzo il medico si è distinto in un confronto alla Cattolica di Milano con Silvio Garattini, direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri.

La presentazione della serata è affidata alla giornalista Monica Forti di Ferraraitalia. L’iniziativa dell’Associazione ferrarese ha preso spunto da quanto sta accadendo al polo Chimico Biomedico dell’Università degli Studi di Ferrara – recita il sito di Animal Defenders – dove sono in corso i lavori per la realizzazione di un edificio da destinare ad Animal Facility, lo stabulario con annessi laboratori di ricerca e sperimentazione su animali. I lavori, di importo pari a 1.602.024,36 euro iva esclusa, sono finanziati dalla Regione Emilia Romagna attraverso il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale. Il finanziamento ricade nell’ambito della la promozione della ricerca industriale e del trasferimento tecnologico come fattore di competitività.
A detta dell’associazione l’ampliamento del laboratorio rappresenta uno spreco di risorse del tutto inutile in un momento di difficoltà economica come quello attuale. Si tratterebbe di un cattivo uso di denaro pubblico perché “la sperimentazione animale produce risultati non attribuibili all’uomo a causa delle differenze nella biologia delle diverse specie, senza contare che i risultati possono essere distorti dalle variazioni nei parametri fisiologici degli animali stessi a causa dello stress a cui sono sottoposti durante le normali procedure di laboratorio – sostengono gli associati.

Un articolo pubblicato nel 2012 sulla rivista scientifica Regulatory Toxicology and Pharmacology afferma che gli studi su animali effettuati per valutare la sicurezza dei nuovi farmaci non sono abbastanza sensibili per prevedere reazioni avverse ai farmaci dopo la commercializzazione. Non è quindi rilevante inserire i dati ottenuti su animali negli studi prospettici di farmacovigilanza”. Per Animal Defenders la soluzione sta nel finanziamento di metodi di ricerca alternativi, innovativi, tecnologicamente avanzati ed estranei all’uso degli animali. “Ancora oggi vengono impiegate le colture cellulari di topo nonostante si possano utilizzare colture di cellule e tessuti umani e addirittura co-colture integrate di organi umani, nonché modelli matematici computerizzati, tecniche non-invasive per immagini e studi epidemiologici – insistono – Alla luce delle critiche scientifiche nei confronti della sperimentazione animale nella ricerca biomedica, e delle implicazioni etiche connesse all’esposizione di esseri senzienti a stress, paura e dolore, si chiede all’Università degli Studi di Ferrara di convertire il progetto e di impiegare i finanziamenti destinati alla realizzazione dell’Animal Facility nella realizzazione di un centro di ricerca all’avanguardia, che utilizzi metodi innovativi e tecnologie avanzate non basate sull’uso di animali”.

Ad aprile due appuntamenti del Laboratorio MaCrO sul tema delle mafie

da: ufficio Comunicazione ed Eventi Unife

Al via il nuovo ciclo di incontri sul tema delle mafie, affrontato da diversi scorci prospettici grazie al contributo di ospiti prestigiosi, a cura del Laboratorio interdisciplinare di studi sulla mafia e le altre forme di criminalità organizzata (MaCrO) del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Univeristà di Ferrara, coordinato da Stefania Carnevale, Serena Forlati e Orsetta Giolo.
Ecco gli appuntamenti di aprile alla Sala Consiliare del Dipartimento di Giurisprudenza (c.so Ercole I d’Este, 44):
– domani, giovedì 10 aprile alle ore 15.00, Antonio La Spina (Università Luiss di Roma) interverrà sul tema “L’analisi sociologica della mafia”;
– lunedì 14 aprile, alle ore 11.00, Pier Francesco Asso (Università di Palermo) ci parlerà di “Le conseguenze economiche della crisi in un contesto svantaggiato: capitale sociale, mercato e istituzioni in Sicilia”.
Tutti gli appuntamenti, aperti alla città, sono pubblicati al link:
http://eco.unife.it/dipartimento/scienzegiuridiche/laboratori/macro/homepage

Rinvio questione parcheggi a pagamento al 2015 con decisione unanime del Tavolo del Turismo

da: ufficio stampa Comune di Comacchio

Durante l’incontro odierno del Tavolo del Turismo, convocato in Sala Consiglio, si è nuovamente discusso di una tematica particolarmente sentita, quella relativa ai parcheggi a pagamento e alle lungaggini riscontrate nel rilascio delle autorizzazioni, che competono al Demanio Marittimo. “Visto il protrarsi dei tempi per gli adempimenti burocratici in questione, si è deciso all’unanimità di rinviare su tutti e 7 i lidi – dichiara il Sindaco Marco Fabbri – la proposta per l’istituzione della sosta a pagamento dalla prossima stagione balneare 2015. La decisione, condivisa da tutti, è maturata al fine di eseguire quegli interventi, che richiedono tempi congrui per essere realizzati.” All’incontro erano presenti i rappresentanti delle associazioni di categoria, delle cooperative degli stabilimenti balneari e dei consorzi e la proposta condivisa da tutti “sarà vagliata in un secondo momento, in sede di commissione consiliare – aggiunge il Sindaco -. La volontà dell’Amministrazione Comunale consiste nell’estendere il servizio dei parcheggi a pagamento su tutti i sette lidi, ma le condizioni attuali non lo consentono. Lo scorso anno – precisa il Sindaco – la fase sperimentale avviata ai lidi nord ci ha permesso di verificare i possibili introiti derivanti dalla gestione del servizio e di studiare un progetto molto ambizioso e innovativo, che permetterà di finanziare con gli introiti stessi quelle opere pubbliche, che diversamente non saremmo in grado di finanziare, considerati i sempre più ingenti tagli attuati dal Governo centrale alle risorse degli Enti Locali.” Un discorso analogo vale per la concessione demaniale dell’ex-bagno della Polizia di Stato – prosegue il Sindaco -, che l’Amministrazione Comunale ha richiesto un anno fa, ma che ha ottenuto riscontro solo nelle scorse settimane. In questo caso specifico era stato richiesto lo scomputo dei canoni per le spese di bonifica, ma la domanda è stata respinta. Si è provveduto allora a riformularla, specificando che il Comune di Comacchio si farà carico anche delle spese di bonifica e siamo in attesa del rilascio della concessione, la quale ci permetterà di avere titolo per intervenire sull’area interessata. Calcolando i tempi tecnici previsti, anche per l’acquisizione di quest’area su cui sorgeva il bagno della Polizia di Stato, in abbandono da anni, si presume di poter intervenire dal 2015 – conclude il Sindaco-.”

Venerdì il nuovo seminario di Unife “Lo sviluppo industriale in Italia nel contesto europeo: le prospettive dopo la crisi”

da: ufficio Comunicazione ed Eventi Unife

“Lo sviluppo industriale in Italia nel contesto europeo: le prospettive dopo la crisi” al centro del seminario pubblico che si terrà venerdì 11 aprile, dalle ore 11.00 alle 13.15, in Aula EC7 del Dipartimento di Economia e management dell’Università di Ferrara (via Voltapaletto, 11), organizzato dal Centro di Documentazione e Studi sulle Comunità Europee dell’Università di Ferrara (CDE) diretto da Aurelio Bruzzo, in collaborazione con il Centro di Ricerca sull’Economia dell’Innovazione e della Conoscenza (CREIC).
Diversi gli interventi di esperti di economia del mondo accademico ferrarese, e non solo, nel corso del seminario: accanto all’Assessore regionale Patrizio Bianchi, porteranno il loro contributo, oltre allo stesso Bruzzo, anche Lucio Poma, Lorenzo Sedezzari, Federico Frattini e Laura Ramaciotti di Unife, Gabriele Orcalli dell’Università di Padova, Marina Schenkel dell’Università di Udine e Flavio Bezerra de Farias dell’ Universidade Federal do Maranhão (Brasile). Seguirà dibattito pubblico.
Come afferma Aurelio Bruzzo: “ E’ noto che il settore industriale italiano da tempo sta attraversando una fase strutturale molto difficile. Infatti, non solo ha risentito in misura molto rilevante degli effetti della ‘grande recessione’ internazionale, ma anche prima di questa aveva fatto registrare un’autonoma contrazione del suo livello di produttività e, di conseguenza, anche di competitività rispetto agli altri paesi europei.Di questa situazione ovviamente sta soffrendo soprattutto la parte più debole del sistema produttivo, cioè le micro, le piccole e medie imprese, che nel nostro paese rappresentano una componente fondamentale ai fini soprattutto occupazionali”.
Prosegue Bruzzo: “Per tali motivi il CDE di Unife ha aderito alla sollecitazione proveniente da alcuni studiosi della materia afferenti al Dipartimento di Economia e Management del nostro Ateneo di organizzare – assieme al CREIC – l’iniziativa in programma venerdì prossimo, nel corso della quale si provvederà ad effettuare un’analisi sia di lungo che di più breve periodo, con cui presentare il quadro non solo a livello nazionale, ma anche a livello regionale sulla base dei risultati conseguiti da recenti indagini che sono state condotte nell’ambito della menzionata struttura universitaria.

Precisa Bruzzo : “A questa iniziativa, però, parteciperanno anche studiosi di altri atenei, non solo italiani, al fine sia di fornire diversi punti di vista, che di approfondire i vari temi connessi a quello principale, proprio in considerazione del più ampio contesto di crisi attraversato a livello sia europeo che mondiale”.

“Tuttavia – conclude Bruzzo – non ci si limiterà ad illustrare le importanti indagini svolte, ma si cercherà anche di presentare le varie misure di politica industriale che sono state predisposte negli ultimi anni, soprattutto da parte dell’UE, al fine di contribuire alla definitiva ripresa dei sistemi industriali degli Stati membri, tra cui ovviamente quello italiano il quale da parte sua deve dimostrare di essere in grado di avvalersi di questo ampio insieme di azioni e delle consistenti risorse finanziarie che verranno stanziate”.

IL PD comunale discute del ruolo strategico della cultura a Ferrara

da: Partito Democratico Ferrara

Venerdì 11 aprile, dalle ore 18 alle ore 20, presso Palazzo della Racchetta, in via Vaspergolo a Ferrara, il PD comunale di Ferrara discute del ruolo strategico della cultura a Ferrara. L’evento organizzato si pone lo scopo di mettere a confronto l’amministrazione comunale (nelle persone del Vice Sindaco ed Assessore alla Cultura Massimo Maisto e del candidato Sindaco per le prossime elezioni amministrative Tiziano Tagliani), con alcuni importanti interlocutori del mondo culturale, ma più in generale con tutta la cittadinanza, in un’ottica di dibattito dialogante e partecipata.

L’iniziativa vuole far riflettere tutti coloro che interverranno sulla poliedricità delle politiche in campo culturale, da non vedersi solo come strumento per la conservazione del patrimonio storico-artistico o per la promozione del turismo, ma più in generale anche come un elemento strategico per lo sviluppo dell’imprenditoria nei settori legati al mondo della cultura e della creatività e per la crescita di un senso di identità condivisa fra i cittadini del nostro territorio.

L’incontro prevede un primo momento di presentazione di quanto è stato fatto in materia di cultura negli ultimi cinque anni e sarà curato dal Vice Sindaco Maisto. Seguiranno cinque interventi di interlocutori del mondo culturale, che intendono rappresentarne le diverse istanze. Per il mondo delle imprese vi saranno Matteo Fabbri, co-fondatore dell’impresa creativa Tryeco e Presidente di CNA giovani di Ferrara e Matteo Ludergnani, imprenditore alberghiero con l’azienda Gesthotel, impegnato anche in qualità di vice Presidente con il consorzio Visit Ferrara.
A rappresentare il mondo delle associazioni saranno presenti Andrea Malacarne, noto professionista del territorio e presidente della sezione ferrarese di Italia Nostra e Diego Farina, presidente dell’associazione Città della Cultura – Cultura della Città e dell’Ordine degli Architetti di Ferrara. Infine, come testimone dell’interesse del mondo della formazione universitaria, vi sarà Gianfranco Franz, professore associato presso il Dipartimento di Economia e Management di Unife.

Questi cinque interlocutori avranno cinque minuti ciascuno per porre dei suggerimenti, delle proposte o delle provocazioni sul ruolo che la cultura dovrà avere a Ferrara nel prossimo futuro. Con la stessa modalità anche tutti i partecipanti, presenti fra il pubblico dell’iniziativa, potranno rivolgere le proprie istanze, alle quali risponderà in primis Maisto, per poi lasciare la parola, per un momento conclusivo, a Tagliani.
L’incontro sarà moderato da Francesco Badia, docente di Economia delle Aziende Culturali presso Unife e responsabile Economia e Cultura della segreteria comunale del PD.

Federmanager Ferrara, sabato l’assemblea: focus sul progetto di certificazione dei temporary manager

da: Federmanager

Federmanager Ferrara, associazione dei dirigenti aziendali di Ferrara e Provincia, si riunisce per l’Assemblea ordinaria annuale sabato 12 aprile alle 9.30 presso la Caffetteria Castello – Castello Estense entrata nord.

Il programma dell’incontro, presieduto dal Presidente Giorgio Merlante, oltre all’approvazione del bilancio consuntivo 2013 – con annessa relazione dei Revisori dei Conti – e del bilancio preventivo 2014, prevede la presentazione dell’agenda 2014.

All’attenzione degli iscritti, circa 300 nell’area del ferrarese, il progetto di Federmanager Roma su marketing di associazione e le attività del gruppo di lavoro seniores sulle problematiche dei dirigenti in pensione. Illustrerà la nascita del coordinamento nazionale di questo gruppo il suo Presidente, Marcello Garzia.

E’ poi previsto uno speciale focus sulla certificazione dei temporary manager. Se ne parlerà con Ettore Cambise, responsabile del progetto per Federmanager nazionale.

Con il Temporary Management l’azienda, in un’ottica di flessibilità, può dotarsi di risorse finalizzate a migliorare performance e capacità di gestione, grazie alla collaborazione di manager altamente qualificati.

Un’opzione importante per garantire continuità all’organizzazione, accrescendone le competenze manageriali già esistenti e risolvendone al contempo alcuni momenti critici, sia negativi, come tagli, riassestamento economico e finanziario, che positivi, quali crescita e sviluppo di nuovi business.

FEDERMANAGER Ferrara (Associazione Provinciale Dirigenti Aziende Industriali), fondata nel 1946 e con all’attivo circa 300 iscritti, tutela e promuove l’immagine e il ruolo della categoria dirigenti di Ferrara e Provincia e fa capo a FEDERMANAGER nazionale. Si propone quale punto di riferimento per manager in attività, temporaneamente inoccupati, in pensione o dirigenti che svolgono attività professionale. Info: http://www.ferrara.federmanager.it

“(R )esistenze: storie della Resistenza nel ferrarese”. La nona edizione al Centro Teatro Universitario di Ferrara

da: ufficio Comunicazione ed Eventi Unife

Nell’ambito del progetto “(R)esistenze”, torna per il nono anno consecutivo lo spettacolo “(R)esistenze-Storie della Resistenza nel ferrarese” di Balamòs Teatro, con cinque repliche (11, 12, 14, 15, 16 aprile 2014) al Centro Teatro Universitario (CTU) di Unife (via Savonarola, 19), riservate alle scuole medie di Ferrara e provincia (la replica di sabato 12 è aperta anche al pubblico adulto) e presentato oggi in Rettorato in Conferenza Stampa.
Il testo è tratto dal libro di Nico Landi “Una storia di Storia”, ed è basato su alcune vicende (microstorie di vita quotidiana nel ferrarese e di fatti storici accaduti tra Ferrara e Porotto durante il periodo della Resistenza), incentrate su un gruppo di giovani ragazzi dell’epoca.
Dirige lo spettacolo Michalis Traitsis, di Balamòs Teatro, con gli allievi del laboratorio teatrale del Centro Teatro Universitario di Ferrara Claudia Cincotti e Giuseppe Lipani e l’attrice e musicista Lara Patrizio. Disegno luci di Cristina Iasiello.
L’intento degli allievi del laboratorio nel cui ambito si è originato il lavoro è stato quello di vivificare ricordi, immagini, testimonianze, attraverso la rievocazione di storie, semplici e complesse insieme, tramandate come orme preziose dalle persone che hanno vissuto un periodo di rara intensità politica, sociale ed esistenziale.
Le classi che partecipano al progetto si sono documentate tramite la lettura del libro di Nico Landi e in seguito alla visione dello spettacolo si confronteranno con il regista e gli attori in un dialogo aperto su tutto ciò che gravita intorno al lavoro: la storia dell’Italia, ma particolarmente quella ferrarese in un periodo complesso e delicato, le tecniche dell’adattamento del testo, la messa in scena, la recitazione, l’interpretazione musicale, l’utilizzo dei materiali scenici e tutto ciò che stimola la curiosità e l’interesse del giovane pubblico.
Dalla nota della regia: Noi pensiamo che la Resistenza abbia ancora da dire qualcosa alle nuove generazioni, che valga la pena di insistere a mantenerla viva, ed accettare il rischio di passare per “pedanti”, custodi di un cerimoniale superato. Non si tratta di “beatificare” la Resistenza, ma di parlare di resistenti, tutti, donne, uomini in carne e ossa, giovani alla ricerca di una via d’uscita dall’infamia e dal dolore di una guerra alla quale troppi avevano creduto, perché la strada che conduce alla deriva della libertà è lastricata di menzogne, amplificate dai media e digerite piano piano dall’opinione pubblica. Ieri come oggi. La primavera del ’45 ci stimola. La Resistenza non ha “predicato” la verità, è servita a testimoniarla. E ci ha lasciato un insegnamento che è sempre attuale: bisogna osare la speranza.

Calendario “(R)esistenze-Storie della Resistenza nel ferrarese” 2014:
Venerdì 11/4 – ore 9.45 – Centro Teatro Universitario
Sabato 12/4 – ore 9.45 – Centro Teatro Universitario (aperto anche alla città)
Lunedì 14/4 – ore 10.00 – I.C. 4 Corporeno – scuola secondaria di I grado di Casumaro – segue incontro con Nico Landi
Martedì 15/4 – ore 9.45 – Centro Teatro Universitario
Mercoledì 16/4 – ore 9.45 – Centro Teatro Universitario

Contatti : 328 8120452

Progetto a cura di Balamòs Teatro – Associazione Culturale, in collaborazione con: ANPI Ferrara, Centro Teatro Universitario di Ferrara, e il patrocinio di: Regione Emilia Romagna, Comune di Ferrara, Provincia di Ferrara.

La Provincia di Ferrara protagonista di Gitando.All

da: Consorzio Visit Ferrara

Tante le richieste di pubblico e buyers internazionali per il consorzio Visit Ferrara alla grande fiera sul turismo accessibile a Vicenza. Il territorio ferrarese piace di più!

Tra 30mila visitatori e 300 espositori provenienti da disparati Paesi europei, il consorzio Visit Ferrara – che unisce in un progetto di turismo integrato gli operatori della Provincia ferrarese – è stato protagonista dal 3 al 6 aprile 2014 di “Gitando.All”, a Vicenza. Visit Ferrara è stata l’unica a rappresentare un’intera provincia nella più importante fiera in Europa dedicata al turismo accessibile. La partecipazione al grande salone europeo (per le vacanze senza barriere fisiche e culturali) è stato la riprova dell’interesse da parte di variegate tipologie di turisti al territorio ferrarese. In particolare è stato molto apprezzato il workshop organizzato da Village for all-V4A (marchio di qualità per il turismo accessibile, che vanta riconoscimenti a livello mondiale, presieduto da Roberto Vitali, consigliere di Visit Ferrara) che ha visto la partecipazione di più di 50 buyers non solo europei ma anche americani, brasiliani e russi.
La seconda giornata della fiera, inoltre, è stata dedicata al MITA (Meeting Internazionale sul Turismo Accessibile) dal tema – in linea con l’Expo 2015 – “Cibo universale per tutti”, con focus specifici sulle diverse esigenze alimentari e sullo Universal design.
Tra le proposte più richieste allo stand del consorzio: i percorsi cicloturistici, le notti in camping, pacchetti accessibili (per chi ha disabilità o esigenze particolari), turismo enogastronomico, mostra di Matisse e vacanze al mar

RadioEmiliaRomagna : nuovo look e nuovi contenuti per la radio regionale che compie otto anni

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia Romagna

L’assessore Mezzetti: “Uno strumento all’avanguardia per conoscere le notizie della regione”

Bologna – A 8 anni dalla sua nascita, RadioEmiliaRomagna (www.radioemiliaromagna.it), la radio web della Regione, si rinnova nei contenuti e nel look, cogliendo le ultime novità offerte dalle nuove tecnologie e dai social network.
Con un archivio di 6450 servizi ?(dal marzo 2006-marzo 2014) e 1500 interviste realizzate (riascoltabili dall’archivio), la radio continua a proporre il racconto della regione, della sua cultura, del territorio e delle sue peculiarità economiche e produttive attraverso la musica e i suoi protagonisti.

“RadioEmiliaRomagna– ha riferito l’assessore regionale alla cultura Massimo Mezzetti – ha raggiunto in questi anni un volume di contenuti consistente e numerosi ascoltatori fidelizzati ”. “Prima esperienza in podcast di una Regione italiana – ha aggiunto – con questo nuovo restyling si conferma uno strumento all’avanguardia, in linea con le opportunità offerte dai social network e sempre più alla portata di tutti”. “Resta ‘una voce’ di qualità per conoscere le principali notizie della Regione, promuovere la cultura nei suoi molteplici aspetti (dai beni culturali agli spettacoli, dalle mostre ai musei) per valorizzare i nuovi talenti musicali e le produzioni del nostro territorio e in generale per ascoltare buona musica”.

Il restyling del sito RadioEmiliaRomagna parte da una ristrutturazione e una rinnovata presentazione dei contenuti. Le 25 rubriche (elencate nel tasto Programmi della home) vengono riorganizzate in 4 canali principali: News, Musica, Cultura & Gusto, Economia & Società ; secondo una logica tematica, che da un lato facilita l’accesso a contenuti diversi e dall’altro razionalizza la scelta e la divulgazione dei canali sul web. In particolare il canale Musica oltre a comprendere tutte le rubriche musicali, contiene anche il racconto del paesaggio attraverso la musica (rubrica Paesaggio dell’anima), mentre tutto ciò che riguarda la cultura, dai musei agli spettacoli, è abbinato alle tradizioni enogastronomiche, ai sapori e itinerari del gusto della regione.
E’ stato realizzato anche il restyling del logo: più moderno e efficace rispetto al precedente, riprendendo il carattere dei siti regionali e rendendo quindi più evidente il collegamento tra la Radio e la Regione stessa.
Il sito è stato ridisegnato in modalità responsive per essere correttamente fruibile anche su Smartphone, ciò significa che i vari contenuti si adatteranno alla dimensione di ogni schermo.
Il sito si presenta con un’interfaccia molto usabile con icone chiare e semplici in cui il linguaggio cromatico delle 4 macro categorie accompagna in modo leggero la lettura dei contenuti. Ogni contenuto presente in home page è già direttamente ascoltabile e condivisibile attraverso l’interazione con i social network , resa più agevole e diretta.
Ampio spazio si è dato anche alle immagini che vanno ad arricchire i servizi proposti accompagnati in questa nuova versione da pulsanti più chiari per lo scaricamento del file, per l’ascolto e con nuovi dati come la durata del servizio.

Alle 25 le rubriche attive e visibili alla voce Programmi, si aggiungeranno 2 nuove rubriche entro maggio: Made in Emilia-Romagna, che racconterà l’innovazione e l’ingegno, in tutti i settori, con interviste ai protagonisti ( prima puntata 24 aprile Fico e Bologna City of Food ) e Mani di questa Terra, in collaborazione con l’assessorato all’Agricoltura della Regione Emilia-Romagna, che parlerà dei prodotti di qualità e di chi li usa e li interpreta, come i piccoli e grandi chef della regione, che ci regaleranno le loro ricette (prima puntata il 17 maggio).

sel

Valeria Rustici va contro il suo stesso partito e non ne rispetta le regole interne

da: Annalisa Felletti, Coordinatore Provinciale Sel

Il gridare di Valeria Rustici ai quattro venti che farà una sua personalissima campagna elettorale si commenta da solo. Lo fa scientemente contro la scelta assunta democraticamente, sia a livello cittadino sia a livello provinciale dal suo stesso partito, di sostenere la candidatura di Tiziano Tagliani a Sindaco di Ferrara .

Così come prevedono del resto proprio le nostre regole interne, che per prima Valeria, nella sua veste di componente dell’Assemblea nazionale e di ormai ex-coordinatrice (solo da qualche minuto) del circolo cittadino di Sinistra Ecologia Libertà, dovrebbe rispettare. Ricordando a Valeria, tra l’altro, il puntiglio con cui legittimamente in fase congressuale ne ha chiesto a tutti la giusta osservanza.
Dia ora lei per prima l’esempio!

Ma veniamo al punto politico, evitando di prendere lucciole per lanterne e di confondere le elezioni europee con quelle municipali. Ora, si tratta di garantire un buon governo alla Città di Ferrara. Ed anche da sinistra la scelta di Tiziano Tagliani è oggi la migliore possibile.

Annalisa Felletti
Coordinatore Provinciale Sel

Anselmi incontra l’Ente Palio: “Un motore per la città”. Sul piatto possibili progetti da sviluppare in sinergia.

da: ufficio stampa Comitato per Vittorio Anselmi, candidato Sindaco di Ferrara

Vittorio Anselmi ha incontrato il presidente dell’Ente Palio Alessandro Fortini e i rappresentanti delle contrade cittadine nel corso di un incontro pianificato da giorni e che il candidato ha definito proficuo e ricco di spunti interessanti.
Il candidato del centrodestra ha ascoltato le esigenze del Palio estense, dalla necessità di definire un nuovo statuto che regoli il rapporto con il Comune, agli spazi necessari allo svolgimento delle attività, oltre al tema dei finanziamenti e ai collegamenti con le scuole del territorio.
Anselmi ha inoltre proposto alcuni temi da sviluppare di concerto con l’ente e le singole contrade. “Considero il Palio come un vero motore di sviluppo per la città, sia in chiave turistica che di valorizzazione del nostro patrimonio culturale. Visto il prestigio di cui gode, anche a livello internazionale come testimoniano i recenti articoli sulla stampa estera, riteniamo si debba procedere a promuoverlo attraverso un Museo ad hoc da collocare presso il Castello Estense. Inoltre ci sono spazi come ‘Bazzi e Coloniali’ che l’attuale Giunta vorrebbe utilizzare come una sorta di Urp, ma che per posizione e visibilità, dopo essere stato ristrutturato, potrebbe essere messo a disposizione delle contrade come vetrina di prestigio in ottica turistica. Inoltre – ha aggiunto il candidato sindaco – è necessario un impegno di tutti per trovare specifici luoghi coperti da dedicare all’allenamento di tamburini e sbandieratori, facendo collimare le loro esigenze con la necessità di quiete sollevata da più residenti” .
Anselmi, accogliendo l’invito giunto in serata dai vari presidenti, nelle prossime settimane si recherà in visita alle singole contrade.

“La patria non è la nazione ma il posto in cui si è nati e cresciuti”

da: Valentina Scabbia

Prendo spunto dall’intervista a Federico Varese per dichiarare il mio amore per Ferrara. Si cita Bassani ed io non posso fare altro che confermare le sue parole.
Proprio quando si e lontani si capisce il valore delle cose e persone che si sono lasciate. Quando mi si chiede da dove vengo la mia risposta e:”sono di Ferrara”. La patria non è nazione, la patria e il luogo dove si e nati e cresciuti, il posto in cui si e formata la propria personalità non solo grazie alla famiglia e alle amicizie, ma anche grazie alle abitudini, usanze del posto. Insomma mi mancano la bicicletta, la nebbia che non ti permette di vedere al di la del tuo naso, l’afa estiva che toglie il respiro, le coppie di pane…
D’altro lato sono contenta di esserne lontana. Al contrario di chi ci vive riesco a vedere e percepire la sua bellezza. Adoro andare in giro per il centro senza una meta precisa perché all’improvviso arrivo in vie, vicoli o palazzi dimenticati e ne ammiro la bellezza (non certo con l’occhio del turista) che da donna molto giovane non riuscivo a vedere.
Nessun ferrarese camminando guarda in alto, eppure bisognerebbe farlo: i cornicioni che contornano i tetti dei vecchi palazzi sono meravigliosi (outsider tipp). Se fossi poeta dedicherei alla MIA città sicuramente una poesia, pero non lo sono e mi accontento di respirarla ogni volta che ne ho la possibilità.

Jazz Club: per il penultimo appuntamento di “Somethin’Else”, Soul Food, Blues e l’armonica di Fred Brindisi

da: ufficio stampa Jazz Club Ferrara

Per il penultimo episodio firmato Somethin’Else, venerdì 11 aprile (a partire dalle ore 20.00) il Jazz Club Ferrara vola a New Orleans, nella culla del jazz, alla scoperta del Soul Food e della musica che da sempre lo affianca, il Blues. Le origini del Soul Food sono da ricercarsi nel Sud degli Stati Uniti, nella particolare rivisitazione che il popolo afro-americano ha apportato ad alcune ricette della cucina americana. Ma Soul Food non è solo sinonimo di cibo, è pensiero, arte, storia, sentimento, musica, spiritualità. La cura nella preparazione e nella cottura del cibo è oggi la stessa di un secolo fa, laddove semplici ingredienti si trasformano in vere e proprie leccornie.
Con la stessa passione gli Chef del Torrione elaboreranno due piatti tipici della cucina creola ed in particolare di New Orleans, il Gumbo e la Jambalaya. Da non perdere.
La degustazione sarà accompagnata dal suono appassionante dell’armonica di Fred Brindisi, impeccabile interprete dell’affiatata Fabrizio Sauro Blues Band.
È consigliata la prenotazione della cena al 333 5077079 (dalle 15.30). Ingresso a offerta libera riservato ai soci Endas.

Venerdì 11 aprile – Jazz Club Ferrara, Torrione San Giovanni – Ore 20.00
Somethin’Else
New Orleans Jambalaya Blues Party
Degustazione di piatti tipici della cucina creola con accompagnamento musicale
Fred Brindisi, voce e armonica;
Fabrizio Sauro, chitarra; Francesco Boni, basso; Marco Giolli, batteria;

DOVE
Tutti gli appuntamenti si svolgono presso il Torrione San Giovanni via Rampari di Belfiore, 167 – 44121 Ferrara. Se si riscontrano difficoltà con dispositivi GPS impostare l’indirizzo Corso Porta Mare, 112 Ferrara.

INFORMAZIONI
Infoline: 339 7886261 (dalle 15:30)
Prenotazione cena: 333 5077059 (dalle 15:30)
www.jazzclubferrara.com
jazzclub@jazzclubferrara.com

Il Jazz Club Ferrara è affiliato Endas, l’ingresso a offerta libera è riservato ai soci.

COSTI E ORARI
Cena € 20 a persona bevande escluse
Cena + Tesseramento Endas bevande escluse € 25

Non si accettano pagamenti POS

Cena: a partire dalle ore 20.00
Intrattenimento musicale a partire dalle ore 21.30

Expo all’orizzonte: il 10 aprile al Castello Estense un incontro dibattito sull’esperienza imprenditoriale

da: ufficio stampa Ascom Ferrara

Positività, Coraggio, Creatività: sono alcuni degli elementi centrali dell’ esperienza imprenditoriale. Sono i punti attorno ai quali ruoterà l’incontro dibattito “Dall’Expo 2015 alle Smart Communities: le eccellenze imprenditoriali in Emilia Romagna. Positivi, coraggiosi, creativi. Fare impresa oggi a Ferrara” che si svolgerà il 10 aprile (a partire dalle ore 17 presso la sala degli Stemmi in Castello Estense).
Il prestigioso appuntamento è promosso ed organizzato da QN il Resto del Carlino in partnership con Confcommercio e Intesa Sanpaolo e partirà proprio da Ferrara, con la collaborazione di Ascom e Carisbo, il tour che toccherà altre importanti città della nostra Regione (Bologna il 29 maggio- Reggio Emilia il 20 giugno- Ravenna il 18 settembre e Forlì il 3 ottobre), dando voce alle singole specificità provinciali.
L’incontro – moderato da Cristiano Bendin caposervizio del Carlino Ferrara – avrà quindi il compito in un momento caratterizzato da grande complessità ma che vede all’orizzonte la grande sfida e le mille opportunità offerte dell’Expo Internazionale del 2015 di fornire spunti ed elementi di novità, ed in particolare di comprendere come qui a Ferrara, sia possibile intraprendere un cammino di fiducia, attraverso il racconto testimonianza di tre donne capaci che hanno saputo con entusiasmo passione ed una ferrea determinazione affermarsi.
Le esperienze saranno quelle di Nicoletta Castagnetti (titolare dell’Hotel Logonovo al Lido degli Estensi), Maura Ferrari (chef dello Spazio “diCibo) ed infine Elena Ruzziconi (amministratrice delegata di Easy Form – Wall Street Institute): Dunque tre esperienze dalla ristorazione, all’ospitalità alla formazione ma ognuna ha saputo trovare una sua ricetta vincente che verrà raccontata dalle tre imprenditrici. “L’appuntamento del 10 aprile – spiega il presidente di Ascom Ferrara Giulio Felloni- è significativo per due ragioni: da un lato in un momento complesso dove l’impresa è tartatassata su più fronti, dal credito al fisco, emerge il valore di fare rete e del valore aggiunto che l’Associazione di categoria come la nostra può fornire alle imprese del Terziario. In secondo luogo – prosegue il presidente Felloni – di fronte a cambiamenti sempre più repentini e di fronte ad un incertezza crescente i momenti di incontro e di dibattito come questi promossi dal Carlino sono l’occasione per l’imprenditore per riflettere e capire le tendenze della società e del mercato. Oggi è sempre più importante aprirsi alla società e come Ascom ci stiamo muovendo in questa direzione interagendo con l’Università, o ad esempio con iniziative rivolte ad un turismo pienamente accessibile, nella consapevolezza che l’Expo 2015 sia un occasione per l’economia di Ferrara, non automatica, ma da cogliere anzi costruire insieme, in modo proattivo, tra pubblico e privato”. il pomeriggio del 10 aprile si aprirà con il previsto saluto istituzionale del vicepresidente della Provincia di Ferrara Carlotta Gaiani, dell’ assessore al Bilancio e Partecipazioni del Comune di Ferrara Luigi Marattin e del presidente della Camera di Commercio di Ferrara Paolo Govoni. Il saluto della Confcommercio regionale sarà invece portato dal direttore Pietro Fantini. Il focus del dibattito poi proseguirà con l’intervento di Giulio Felloni, presidente di Ascom Ferrara che aprirà agli interventi di Edoardo Bacis direttore generale di Carisbo – gruppo Intesa Sanpaolo e delle tre imprenditrici. Il pomeriggio poi sarà chiuso dall’intervento del prof. Patrizio Bianchi, Assessore Scuola , Formazione Professionale, Università e Ricerca , Lavoro, della Regione Emilia Romagna

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L’Idrovia diventa economia. Incontro 11 aprile alle 15 a palazzo ex magazzini Savonuzzi

da: uffici stampa Comune e Provincia di Ferrara

“L’idrovia diventa economia” è il titolo dell’incontro in programma venerdì 11 aprile alle 15 nel palazzo ex magazzini Savonuzzi (via Darsena, 57) a Ferrara.
Intervengono durante la prima sezione dei lavori la presidente della Provincia, Marcella Zappaterra, Lorenza Badiello del servizio di collegamento con gli organi dell’Ue a Bruxelles, il presidente della Camera di Commercio, Paolo Govoni, il direttore generale reti infrastrutturali della Regione Emilia-Romagna, Paolo Ferrecchi e il parlamentare ferrarese Alessandro Bratti.
Gli interventi più specifici sulla città sono scanditi dal sindaco di Ferrara, Tiziano Tagliani, dalla direttrice regionale per i beni culturali e paesaggistici, Carla Di Francesco, dall’Ad del consorzio Ifm, Paolo Schiavina, cui faranno seguito Gabriele Mei di Lyondell Basell, Claudio Bottoni di Innova, Matteo Ludergnani dell’Hotel Carlton e Alessandro Orsatti di Orsatti Group.
Le conclusioni sono affidate all’assessore regionale Patrizio Bianchi.

La grande bellezza dei film italiani al New Italian Cinema Events Russia 2014

Il New Italian Cinema Events, riparte con la promozione del cinema italiano emergente e apre il 2014 con la 17° edizione del festival diretto da Viviana del Bianco e Grazia Santini, che quest’anno si tiene in Russia. Mosca parta italiano, dunque, dal 9 al 15 aprile (Cinema Illusione), e anche San Pietroburgo, dal 12 al 18 aprile (Centro cinematografico Rodina).
N.i.c.e. debutta in entrambe le città con una serata dedicata a Paolo Sorrentino con La Grande Bellezza (2013) e L’uomo in più (2001), opera prima del regista. Confermate le presenze dei registi Edoardo Leo (Buongiorno papà) e Francesco Amato (Cosimo e Nicole) oltre che del produttore di Neve, Domenico Formisano, che incontreranno il pubblico dopo le proiezioni.
Oltre a Buongiorno papà (2013), commedia brillante di Edoardo Leo con Raul Bova e Marco Giallini, verranno proposti, in anteprima, anche al pubblico russo, Cosimo e Nicole di Francesco Amato (2012), Un giorno devi andare di Giorgio Diritti (2013), Alì ha gli occhi azzurri di Claudio Giovannesi (2012) e due commedie: Viaggio sola di Maria Sole Tognazzi e il film di esordio di Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif, La mafia uccide solo d’estate. Per la sezione eventi speciali, sarà presentata una rassegna di film di registi napoletani: oltre ai due di Sorrentino, ci saranno quelli di Stefano Incerti (Neve e Gorbaciof) e il film collettivo Napoli 24.
Anche quest’anno, a Mosca, una giuria formata da critici cinematografici russi e da Naum Kleiman, direttore del Museo Kino, sceglierà, tra gli studenti del Vgik – Istituto statale pan-russo di cinematografia, il vincitore dell’Alexander Gimelfarb Award, una borsa di studio intitolata allo scienziato di San Pietroburgo, sostenitore del grande schermo. La stessa giuria assegnerà il Premio bozzetto d’oro Savio Firmino al miglior scenografo o arredatore di scena che avrà saputo riportare sullo schermo le caratteristiche di armonia, intensità e gusto della tradizione scenografica italiana.
N.i.c.e. è uno degli eventi di primaria importanza nell’ambito del Ministero per i beni e le attività culturali – Direzione generale per il cinema, del Ministero affari esteri (Ambasciata di Mosca, Consolati e Istituti italiani di cultura di Mosca e San Pietroburgo), Assessorato alla cultura – Comune di Firenze, Regione Toscana, Fondazione sistema Toscana-Mediateca regionale-Toscana film commission.
A Novembre prossimo, N.i.c.e. U.S.A. 2014 presenterà la nuova selezione a New York, al Tribeca Cinema, dal 5 al 10 novembre, e a San Francisco, dal 9 al 17 novembre, al Clay Cinema, in collaborazione con San Francisco film society.

La Grande bellezza, di Paolo Sorrentino, Italia-Francia, 2013, 142 mn

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La grande belleza, locandina

Cast: Toni Servillo, Carlo Verdone, Sabrina Ferilli, Carlo Buccirosso, Iaia Forte, Pamela Villoresi, Galatea Ranzi, Anna Della Rosa, Giovanna Vignola, Roberto Herlitzka, Massimo De Francovich, Giusi Merli, Giorgio Pasotti, Massimo Popolizio, Isabella Ferrari, Franco Graziosi, Sonia Gessner, Luca Marinelli, Dario Cantarelli, Ivan Franek, Anita Kravos, Luciano Virgilio, Vernon Dobtcheff, Serena Grandi, Pasquale Petrolo, Giorgia Ferrero, Aldo Ralli, Ludovico Caldarera, Maria Laura Rondanini, Anna Luisa Capasa

Jep Gambardella, re della mondanità capitolina, è ridotto a fare il giornalista, famoso per il suo primo e unico romanzo, scritto a 20 anni, perché poi «Roma ti deconcentra ». Poi più nulla. Ogni tanto porta a letto una bella donna ricca «ma a 65 anni non posso più perdere tempo a fare cose che non mi va di fare»; la notte balla sulle terrazze romane o negli attici all’ultima moda, si affloscia sui divani dei salotti romani «a parlare di vacuità, perché non vogliamo misurarci con la nostra meschinità». Toni Servillo è geniale, come sempre, capace di giudicare e giudicarsi, perché «siamo tutti sull’orlo della disperazione, non abbiamo altro rimedio che farci compagnia, prenderci un po’ in giro». Dolce inflessione napoletana, giacche coloratissime sui pantaloni bianchi, il cappello bianco, la sigaretta tra le dita, il sorriso compiacente di chi è sempre al centro della festa, ma non della sua vita, con la speranza che forse, un giorno, riuscirà a tornare a scrivere. Il film inizia con una visione meravigliosa dal Gianicolo, talmente stupefacente che il cuore di un turista giapponese non regge. E c’è sempre la bellezza di Roma, ovunque, e intorno a essa personaggi dalle vite naufragate: da Carlo Verdone, poeta fallito e innamorato respinto che torna al paese, a Sabrina Ferilli, la spogliarellista avanti negli anni. Il film, definito da molti felliniano, è toccante e profondo. [vedi il trailer]

L’uomo in più, di Paolo Sorrentino, Italia-Francia, 2001, 100 mn

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L’uomo in più, locandina

Cast: Toni Servillo, Andrea Renzi, Nello Mascia, Ninni Bruschetta, Italo Celoro

Nella Napoli degli anni ‘80 si svolgono parallele le storie di Tony Pisapia (Servillo), cantante attempato di musica leggera e Antonio Pisapia (Renzi), capitano del Napoli. Mentre il primo si esibisce in un grande concerto, il secondo segna un gol in mezza rovesciata. I due hanno tutto da perdere e così sarà. All’apice della carriera segue la disfatta inesorabile: Tony, cocainomane donnaiolo, è sorpreso a letto con una minorenne, dalla moglie e dalla madre; Antonio si rompe i legamenti durante un allenamento. Passano quattro anni: Tony è assolto, Antonio prende il patentino di allenatore, ma nessuno è interessato a lui. Tony, conscio che il successo non tornerà, rileva la gestione del ristorante di un amico – il suo tentativo di cambiamento, il suo “uomo in più”- ma arriva tardi. L’epilogo è l’incrocio delle due storie, corse fino a quel momento parallele. Abbandonato dalla moglie, solo e incapace di reagire e resistere, Antonio esce sconfitto dalla vita, Tony decide di vendicarlo. Sorrentino affonda oltre l’apparenza delle persone e ne traccia le multiformi personalità, in una fase della vita comune a ogni essere umano, quella del declino. [vedi il trailer]

Viaggio sola, di Maria Sole Tognazzi, Italia, 2001, 85 mn

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Io viaggio sola, locandina

Cast: Margherita Buy, Stefano Accorsi, Fabrizia Sacchi, Gianmarco Tognazzi, Alessia Barela, Lesley Manville, Carolina Signore, Diletta Gradia.

Viaggio sola racconta il mutamento dei rapporti, degli affetti, dei ruoli: una quarantenne single non pentita (Irene, che lavora come ispettrice alberghiera, in continuo viaggio da un albergo di lusso all’altro e se ne vedono tanti…), un antico amore diventato amorevole e tenera amicizia, la coppia sposata che non ha più rapporti fisici ma si ama lo stesso, la solidarietà femminile, la donna che decide di tenersi il figlio frutto dell’incontro casuale, l’uomo che scopre la meraviglia della paternità che non contempla l’obbligo della coppia, l’antropologa che studia questa rivoluzione dei generi, delle convenzioni e dei sentimenti, il rapporto solido con sorella e nipotine. Irene è soddisfatta del suo modo di vivere, da lei ritenuto indipendente e privilegiato. Quando però l’ex fidanzato le confida che una donna con cui ha avuto una storia è rimasta incinta e vuole tenere il bambino, Irene entra in crisi. A farla riflettere ulteriormente sul suo modo di vivere ci penserà Kate Sherman, un’antropologa inglese incontrata a Berlino durante un viaggio di lavoro. La vita che ha scelto è libertà o solitudine? Autobiografia sincera e reale della generazione attuale di molti quarantenni. [vedi il trailer]

Cosimo e Nicole, di Francesco Amato, Italia, 2012, 101 mn

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Cosimo e Nicole, locandina

Cast: Riccardo Scamarcio, Clara Ponsot, Paolo Sassanelli, Souleymane Sow, Giorgia Salari, Andrea Bruschi, Jo Prestia, Thierno Thiam, Angela Baraldi.

L’italiano Cosimo, la francese Nicole, la Genova del G8 nel 2001, le manifestazioni, l’amore a prima vista, travolgente, libero e passionale, gli infortuni sul lavoro, gli immigrati senza volto e senza nome, la precarietà, la libertà all’eccesso, sono gli ingredienti di questo film che vuole descrivere due ragazzi che lottano per restare spontanei, appassionati, erotici, danzanti, liberi, senza vincoli o freni, incapaci di progetti a lungo termine, fuori dagli schemi. Conosciutisi e innamoratisi a Genova durante il G8, Cosimo e Nicole iniziano una relazione conturbante e, dopo un periodo di vita in Francia, tornano nel capoluogo ligure. Vivono alla giornata, senza paura ma solo con passione e complicità, nel vuoto di opportunità che li circonda, fino a quando un incidente (durante il montaggio di un’impalcatura, l’extracomunitario Aliounè precipita da un’altezza di sette metri) li costringe a rivelare le proprie coscienze e l’autentica natura di una relazione egoistica, costruita sull’esclusione degli altri. I due giovani finiscono, allora, per interrogarsi su ideali e progetti di vita, fino ad arrivare a scegliere strade differenti che portano all’inevitabile incrinarsi della relazione. [vedi il trailer]

Un giorno devi andare, di Giorgio Diritti, Italia, Francia, 2013, 110 mn

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Un giorno devi andare, locandina

Cast: Jasmine Trinca, Anne Alvaro, Pia Engleberth, Amanda Fonseca Galvao, Sonia Gessner, Federica Fracassi, Paulo De Souza, Nilson Trindade Miquiles, Manuela Mendonça Marinho

La dolorosa perdita del figlio spinge Augusta, una giovane donna italiana, a mettere in discussione le certezze della sua esistenza, lasciando madre, nonna e Trentino alto adige per seguire in Amazzonia un’amica missionaria, suor Franca. Su una piccola barca, e nell’immensità della natura amazzonica, inizia il suo viaggio, accompagnando la suora nella sua missione di evangelizzazione presso i villaggi indios. Lasciata Franca, Augusta si cala nella realtà delle favelas di Manaus, accolta nella casa di nonna Arizete: qui, nell’incontro con la gente semplice, torna a percepire la forza dell’istinto di vita, di un sorriso ricambiato anche dove non richiesto, intraprendendo il suo viaggio personale, fino a isolarsi nella foresta, accogliendo il dolore e riscoprendo l’amore. In una dimensione in cui la natura e la sua energia assumono un senso quasi profetico, scandiscono nuovi tempi e stabiliscono priorità essenziali, Augusta affronta la ricerca di se stessa, incarnando la questione del senso dell’esistenza umana, immersa nei valori della comunità e della solidarietà. [vedi il trailer]

Gorbaciof, di Stefano Incerti, Italia, Italia, 2010, 87 mn

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La locandina del film

Cast: Toni Servillo, Yang Mi, Geppy Geijeses, Gaetano Bruno, Haruhiko Yamanouchi.

La storia del cassiere corrotto di Poggioreale, dalla vistosa voglia sulla fronte, già commentato su questo giornale [leggi]

 

 

 

 

La mafia uccide solo d’estate, di Pierfrancesco Filiberto (“Pif”), Italia, 2013, 90 mn

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La mafia uccide solo d’estate, locandina

Cast: Pif, Cristiana Capotondi, Ninni Bruschetta, Claudio Gioè

« – Ma la mafia ucciderà anche noi? – Tranquillo. Ora siamo d’inverno. La mafia uccide solo d’estate. » (Il padre al piccolo Arturo, prima di andare a dormire).

Il film racconta la vicenda di Arturo, giovane palermitano che condivide un segreto romantico con Rocco Chinnici, giudice e vicino di Flora, la bambina di cui si è perdutamente innamorato. Concepito il giorno in cui Totò Riina, Bernardo Provenzano, Calogero Bagarella e altri due uomini della famiglia Badalamenti uccisero Michele Cavataio, da quel momento la sua giovane vita è allacciata alla mafia. Cresciuto in una famiglia passiva e in una città “muta”, il ragazzino prova da solo a produrre un profilo e un senso a quegli uomini contro e gentili che gli offrono un iris alla ricotta (il commissario Boris Giuliano) o gli concedono un’intervista (il Generale Dalla Chiesa). L’unico che non riesce a incontrare è il premier Giulio Andreotti. Gli anni passano, la mafia cresce e i paladini della giustizia sono eliminati uno a uno. La morte di Giovanni Falcone e di Paolo Borsellino lo risveglierà da un sonno quasi atavico e dentro una città finalmente cosciente. Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif, debutta al cinema con una storia di rimozione, quasi un romanzo di formazione, una storia scomoda, perché chiama in causa molte responsabilità collettive che costringono a interrogarsi sull’identità culturale del Paese, sul suo passato e sul suo futuro. [vedi il trailer]

Napoli 24, di Giovanni Cioni, Bruno Oliviero, Gianluca Iodice, Diego Liguori, Roberta Serretiello, Luca Martusciello, Nicolangelo Gelormini, Guido Lombardi, Mariano Lamberti, Stefano Martone, Andrej Longo, Mario Martone, Mario Spada, Fabio Mollo, Pietro Marcello, Andrea Canova, Lorenzo Cioffi, Corrado Costetti, Massimiliano Pacifico, Marcello Sannino, Federico Mazzi, Vincenzo Cavallo, Gianluca Loffredo, Daria D’Antonio, Ugo Capolupo, Paolo Sorrentino, Italia, 2012, 75 mn

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Napoli 24, locandina

Ventiquattro registi, con tre minuti a disposizione ciascuno, raccontano Napoli, punto di partenza di quest’opera collettiva. È la conferma della volontà da parte dei creativi napoletani di voler dire qualcosa sulla propria città, magari abbandonata da anni ma difficilmente dimenticata. Napoli è raccontata attraverso tempi, luoghi, modi e sguardi diversi per cercare di coglierne la complessità. Una raccolta d’istantanee che prova a fermare un momento: quello di una giornata passata al mare o alla finestra; il tempo dispari di un pianista jazz e quello ordinato di una canzone malavitosa; vicoli e periferie, mare e musei. Spiccano, fra i racconti, quello del centesimo compleanno di un arzillo ex calzolaio e l’accenno di rapporto madre-figlio, nel finale che Sorrentino dedica alla principessa Luisa de Gregorio di Sant’Elia Cattaneo. I tempi sono diversi l’uno dall’altro, ma emerge una città sempre in movimento, una città bella e complessa colti in lampi fulminei. [vedi il trailer]

Neve, di Stefano Incerti, Italia, 2013,90 mn.

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Neve, una scena del film

Cast: Roberto De Francesco, Esther Elisha, Massimiliano Gallo, Antonella Attili, Angela Pagano
Un uomo viaggia a bordo di una station wagon verde, con sci sul portapacchi, alla ricerca di qualcosa, forse la refurtiva di una rapina dimenticata. Un incontro fra destini che s’incrociano improvvisamente. Una donna dalla pelle scura, Norah, scaricata in fretta e furia da un’automobile lussuosa e poi inseguita da un gangster, cui forse ha sottratto qualcosa d’importante, forse del danaro. Perché Donato decide di soccorrere la ragazza, e portarla con sé lungo un tratto del suo misterioso percorso? Perché Norah non si allontana da lui e gli sta addosso fino alla fine, fino a scoprire le ragioni della sua ricerca? L’incontro casuale di due vite “con le spalle al muro”. Sullo sfondo, la provincia italiana, un paesaggio senza luoghi, sempre imbiancato dalla neve. [vedi il trailer]

Alì ha gli occhi azzurri, di Claudio Giovannesi, Italia, 2012, 100 mn.

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locandina del film

Cast: Nader Sarhan, Stefano Rabatti, Brigitte Apruzzesi, Marian Valenti Adrian

Ispirato alla poetica di Pier Paolo Pasolini (basti ricordare i suoi scritti Alì dagli occhi azzurri, raccolti in unico volume, tra il 1950 e il 1965), il film racconta la dura vita di due adolescenti. Nader ha sedici anni e una fidanzata italiana malvista dai genitori e dalla legge islamica. Ma a lui non importa niente delle tradizioni, delle proibizioni, delle preghiere in moschea, quello che desidera lo prende subito, rapinando una drogheria, accoltellando un coetaneo, comprando una fedina e giurando eterno amore sulle note di Gigi d’Alessio. Condivide tutto con il compagno di scuola Stefano. Rientrato ancora una volta a notte avanzata, Nader viene lasciato fuori di casa e invitato dalla madre a riflettere sulla sua condotta. Una notte che diventa giorni passati tra periferia e città, dentro la metropolitana, sulla spiaggia, sfuggendo rumeni arrabbiati, “chiedendo asilo” a un’innamorata che non sorride più. Nader ha gli occhi neri ma li nasconde dietro lenti azzurre che alterano lo sguardo in bilico tra due età e due culture, quella egiziana e quella italiana. Sette giorni per cercare un’identità e una tregua, una risoluzione al conflitto tra la cultura islamica e occidentale, sette giorni per crescere provando ad assumerle entrambe, trasformando la duplicità in ricchezza. [vedi il trailer]

Buongiorno papà, di Edoardo Leo, Italia, 2013, 109 mn.

 

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locandina del film

Cast: Raoul Bova, Marco Giallini, Edoardo Leo, Nicole Grimaudo, Rosabell Laurenti Sellers, Paola Tiziana Cruciani, Mattia Sbragia, Ninni Bruschetta

Andrea è un trentottenne, bello e sicuro di sé, single, “sciupafemmine’” superficiale, con un’avviata carriera in un’importante agenzia. Lavora nel mondo del cinema, fa il product placement, è molto apprezzato nel suo lavoro ed è anche ricco: ha una bella Porsche e vive in un elegante loft nella capitale. Nella sua vita sembra andare tutto a gonfie vele: nessuna responsabilità, solo lavoro e tanto divertimento. Finché un giorno, al suo ritorno a casa, dove vive con Paolo, un amico disoccupato, trova Layla. La ragazzina, carina e stravagante, ha diciassette anni e dice di essere sua figlia. E non è sola… Con lei c’è suo nonno Enzo, un ex rockettaro e padre della sua prima fugace e dimenticata conquista… E sono venuti per restare! [vedi trailer]

“Perduti nel paesaggio”, la nuova grande mostra del Mart a cura di Gerardo Mosquera

da: ufficio stampa Mart Rovereto

Al Mart, il Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, dal 5 aprile al 31 agosto 2014 una grande mostra a cura di Gerardo Mosquera. Oltre 60 artisti provenienti da tutto il mondo testimoniano come l’arte contemporanea affronti i temi dell’ecologia, della rappresentazione del paesaggio e della trasformazione dei territori.
Carlos Garaicoa, Cuando el deseo se parece a nada, 1996[Rovereto 5 aprile 2014] Il Mart, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto presenta Perduti nel paesaggio/Lost in Landscape, un grande progetto espositivo dedicato al paesaggio contemporaneo e ai suoi molti significati: spazio, ambiente, territorio, luogo in cui si vive e da cui ci si allontana, paesaggio naturale e paesaggio urbano.

La mostra del Mart, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, a cura di Gerardo Mosquera, affronta il tema attraverso le opere di oltre 60 artisti provenienti da tutto il mondo, molti dei quali mai presentati in Italia. In mostra oltre 170 fotografie, 84 opere pittoriche, 10 video, 4 video-installazioni, 4 installazioni, 4 interventi context specific (Gonzalo Diaz, Takahiro Iwasaki, Glexis Novoa e Cristina Lucas), 1 progetto web specific (Simon Faithfull), 1 libro d’artista (Ed Ruscha).

Non è certo un Eden quello raccontato nelle sale del Mart, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, e neanche un nuovo genere artistico, bensì uno sguardo appassionato e sofferto sul mondo, che scopre necessariamente anche i suoi angoli più drammatici e contraddittori.
Gerardo Mosquera scrive infatti nel testo in catalogo (Edizioni Mart) che il significato del termine “paesaggio” definisce allo stesso tempo “sia la percezione di un determinato luogo, sia la sua rappresentazione”, rendendo inseparibili fra loro l’oggetto dal soggetto, l’ambiente dal suo abitante. Oggi, nella concezione del paesaggio del nostro tempo, il grado di soggettività della percezione, infatti, coinvolge i protagonisti attivi delle trasformazioni del territorio, ovvero, quelle strutture e coloro che agiscono su di esso e ne definiscono la stessa nozione, ormai allargata a tutto ciò che ci circonda, dalle autostrade alle foreste, dalle metropoli agli ambienti rurali.

Vissuto e costruito, contemplato e utilizzato, il paesaggio è inseparabile dall’uomo. Infatti, nel percepire, conoscere e descrivere il paesaggio, l’uomo è al tempo stesso oggetto inscritto nella realtà e soggetto esterno e narrante. Un dualismo che si evidenza per esempio nelle fotografie di Bae Bien-U. In questo lavoro l’artista fotografa un pineto dal suo interno e il paesaggio raccontato non è solo un panorama, una vista, una veduta. Gli alberi folti sembra quasi che circondino e incombano sull’osservatore-artista, mentre in realtà è proprio lui a offrirci la sua autonoma e intima visione del bosco. O ancora un dualismo che mostra tutte le nostre contraddizioni: laddove la natura è ancora sublime, è l’uomo a infonderle il segno grave del cambiamento traumatico. Nelle immagini fotografiche di Richard Mosse è presente un forte contrasto tra l’immagine di un paesaggio irreale, dalle tinte fiabesche, e la violenta presenza delle truppe militati che trasfor ma completamente il significato dell’immagine. I colori squillanti, dovuti all’uso di una pellicola militare agli infrarossi, condizionano la percezione dell’immagine di questi meravigliosi luoghi fotografati nell’est del Congo, dove invece ha prevalso dolore e violenza.

La nostra esperienza, cultura e stato sociale allora non smettono di condizionare il modo in cui percepiamo e organizziamo il paesaggio. Gabriel Orozco ricrea questa visione direttamente nella strada, nella periferia, costruendo una piccola città nella città: rifiuti e materiali trovati sul luogo concorrono ad una rappresentazione effimera, povera dell’ambiente metropolitano.
A questo nodo problematico, va aggiunto il tema dei fenomeni di trasformazione e urbanizzazione del paesaggio, centrali nell’analisi degli artisti contemporanei, interessati più allo spazio urbano che a quello naturale, rappresentato soprattutto attraverso il mezzo fotografico e il video: Du Zhenjun immagina l’esplosione urbana in termini apocalittici, Michael Wolf ne mette in risalto la vastità infinita della proliferazione edilizia, David Stephenson riscopre nella metropoli una bellezza primitiva e cristallina attraverso la sua luce artificiale, mentre nel video di Junebum Park la città corrisponde alle sue insegne luminose e l’affollamento pubblicitario è il suo unico criterio di sviluppo.
Infine, in un momento storico come quello che stiamo vivendo in cui è sempre più pressante l’urgenza di salvaguardare il territorio dai rischi di un consumo inconsapevole e spesso rivolto alla distruzione, con la mostra Perduti nel paesaggio/Lost in Landscape, il Mart propone un percorso espositivo che, attraverso le migliori esperienze artistiche, apre una discussione sulla necessità di ritrovare, e rinnovare, gli antichi equilibri tra l’uomo e il suo ambiente.
Perduti nel paesaggio/Lost in Ladscape si apre con “The microwave sky as seen by planck” la prima immagine completa dell’universo, catturata nel 2010 con il telescopio satellitare Planck (©ESA/ LFI & HFI Consortia). Si tratta di una rappresentazione che, delineando il paesaggio totale, descrive la più ambiziosa appropriazione dell’ambiente mai realizzata. L’immagine dell’ universo è accostata all’antico Disco Celeste di Nebra (1.600 a.C.) che è invece la prima sua rappresentazione conosciuta. La raffigurazione di un paesaggio assoluto, conferma il desiderio di sfidare l’infinito e l’espansione permanente del cosmo, contenendolo, descrivendolo, possedendolo.
In mezzo a questi due estremi della storia, l’esposizione del Mart propone numerose interpretazioni contemporanee, provenienti da diverse latitudini, attraverso una molteplicità di linguaggi, tecniche e media differenti. Dai lavori di forte denuncia sociale come i paesaggi fotografati del messican o Fernando Brito alle opere intime di Glenda León e alle rappresentazioni oniriche di Hong Lei, che si alternano agli scenari naturali di Analía Amaya. I luoghi dei conflitti narrati da Vandy Rattana, Gabriele Basilico, Kang Yong-Suk e Rula Halawani, dialogano con gli scenari di trasformazione urbana di Iosif Kiraly, e Guillermo Santos. Immagini surreali, mappe, paesaggi urbani e lunari si sommano in una mostra che esplora la dialettica tra distanza e appartenenza e costruisce messaggi, innesca esperienze, propone indagini.
La mostra parte dall’ immensità dell’universo per arrivare alla semplicità del volto di un individuo trasformato in paesaggio: un atto di appropriazione forse ancora più estremo della cattura dello spazio illimitato, nell’opera dell’uruguaiano Luis Camnitzer.

Artisti in mostra
Marina Abramovic, Tarek Al Ghoussein, Lara Almárcegui, Analía Amaya, Carlo Alberto Andreasi, Massimo Bartolini, Gabriele Basilico, Bae Bien-U, Bleda y Rosa, Fernando Brito, Luis Camnitzer, Pablo Cardoso, Jordi Colomer, Russell Crotty, Gonzalo Dìaz, Simon Faithfull, Fischli & Weiss, Carlos Garaicoa, Emmet Gowin, Carlo Guaita, Andreas Gursky, Rula Halawani, Todd Hido, Huang Yan, Carlos Irijalba, Takahiro Iwasaki, Isaac Julien, Anselm Kiefer, Iosif Kiraly, Hong Lei, Glenda Leòn, Yao Lu, Cristina Lucas, Armando Lulaj, Rubens Mano, Arno Rafael Minkkinen, Richard Mosse, Sohei Nishino, Glexis Novoa, Sherman Ong, Gabriel Orozco, Alain Paiement, Junebum Park, Paul Ramìrez Jonas, Vandy Rattana, Szymon Roginski, Ed Ruscha, Guillermo Santos, George Shaw, Gao Shiqiang, David Stephenson, Davide Tranchina, Carlos Uribe, Agnès Varda, Verne Dawson, Michael Wolf, Catherine Yass, Kang Yong-Suk, Du Zhenjun.

“Perduti nel paesaggio” al Mart – Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto inaugura il 5 aprile 2014 e resta aperta al pubblico fino al 31 agosto 2014. Maggiori informazioni su “Perduti nel paesaggio” al Mart di Rovereto sono disponibili sul sito del Mart all’indirizzo http://www.mart.trento.it/perdutinelpaesaggio. Aggiornamenti e news sulla mostra nel corso del periodo di esposizione saranno disponibili su Twitter seguendo l´hashtag #perdutinelpaesaggio e il profilo Mart @mart_museum.

“Anita e la Setta dei Padroni del Tempo”, la storia di Anita Garibaldi così come non l’avete mai conosciuta

da: Vittoria Tomasi

Tra magia, avventura e mistero, l’esordio della giornalista Vittoria Tomasi racconta la storia sotto nuove e fantasiose prospettive.

Uscirà il 10 aprile il romanzo “Anita e la Setta dei Padroni del Tempo”, un racconto fantasy-storico ambientato tra il Brasile e l’Italia che porterà il lettore a scoprire insieme alla protagonista alcuni dei misteri celati per secoli dalla Setta dei Padroni del Tempo.
La giovane giornalista comacchiese, classe 1990, era già conosciuta a livello nazionale grazie alla sua partecipazione all’edizione di Miss Italia 2010, ed ora intraprende la sua prima avventura da scrittrice sperando di affascinare il pubblico di lettori grazie alla sua fantasia. Nelle pagine del suo libro, si diverte a giocare con la storia e la magia, rievocando anche i luoghi (in particolare della provincia di Ferrara e di quella di Ravenna) e alcuni momenti dello sbarco in Italia dell’eroe dei due mondi. Un piccolo tributo alla storia del suo paese, che ben si amalgama alle avventure dalla giovane eroina del romanzo, che arriverà ad affrontare numerosi pericoli e una ciurma di spietati mercenari per poter portare a termine una missione per la quale era stata prescelta da generazioni.
Anita infatti è una ragazza nata in un villaggio della foresta amazzonica tormentata da un sogno ricorrente al quale però non riesce a dare alcun significato. L’unica persona capace di aiutarla è la veggente del villaggio, misteriosamente scomparsa dopo ad un loro incontro. Per risolvere questo enigma, la protagonista si troverà catapultata in una serie di eventi concatenati che la porteranno ad attraversare l’oceano Atlantico insieme a strani personaggi pronti a sostenerla nel compimento di una misteriosa missione che non sapeva nemmeno di avere.
Il romanzo, edito da Editore Mannarino, è adatto a tutti i lettori e sarà disponibile in libreria e su tutti i canali on-line a partire da giovedì 10 aprile.
Il primo appuntamento di presentazione del romanzo sarà invece venerdì 18 aprile, giusto qualche giorno prima di Pasqua. Vittoria sarà ospite presso la Libreria Rizzati di Comacchio dove, alle 18, svelerà qualche piccola anticipazione del suo libro e sarà disponibile a rispondere alle domande dei lettori. L’autrice, sarà introdotta dal giornalista e scrittore Luciano Boccaccini.

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Tagliani: le mie larghe intese? “Una ricchezza, non un problema”

Tempo di elezioni. Il 25 maggio anche a Ferrara si vota per il rinnovo del Consiglio comunale. Ferraraitalia presenta una serie di interviste con i candidati, iniziando dall’attuale primo cittadino.

Sindaco Tagliani, lei si prepara al secondo mandato come candidato di una coalizione ampia ed eterogenea dentro la quale, assieme al Pd che è il suo partito, stanno Sinistra ecologia e libertà, pur con qualche mal di pancia, ed esponenti politici, ora riuniti nel neonato raggruppamento ‘Ferrara concreta’, che in questa legislatura sono stati suoi oppositori dai banchi del centrodestra. Non la preoccupa questa babele?
Assolutamente no, perché l’intesa è stata preceduta da molti incontri e si è concretizzata nella sottoscrizione di un programma, fatto non di slogan ma di 30 pagine ben dettagliate che non si prestano ad ambiguità. Evidentemente c’è stato il riconoscimento della positiva azione di governo svolta e la volontà di unirsi di fronte a scelte concrete da portare avanti. E’ una dote rara in questa città, più incline a spaccarsi che a fare squadra. Certo, potranno manifestarsi sensibilità differenti, ma questo ritengo rappresenti una ricchezza e non un pericolo.

La vecchia politica però ci ha abituato ad adesioni formali corroborate da richieste sostanziali, che di norma si traducono in poltrone. Come funziona invece nella nuova politica che lei dice di voler rappresentare?
Intanto di poltrone ormai non ne sono rimaste quasi più. Comunque la nuova politica si esprime in termini di efficacia. E poi i patti sono pubblici e del loro rispetto si dovrà rispondere dinanzi alla città.

La Dc, dalle cui fila lei proviene, era maestra nell’arte del tenere insieme.
Provengo da quel mondo ma in realtà non ho mai avuto la tessera della Democrazia cristiana.

In ogni caso è stato il primo sindaco di Ferrara, nel corso degli ultimi sessantanni, a non essere figlio del Pci o dei suoi diretti eredi…
Certo, ho rappresentato una novità, ma in assoluta coerenza con il percorso del Partito democratico. A Bologna e Parma è capitato ben altro e io non mi rammarico di non avere avuto per sindaco un Guazzaloca o un Pizzarotti! Viceversa a Reggio Emilia con Delrio e a Firenze con Renzi si sono determinate situazioni simili alla nostra e mi pare che nessuno abbia sollevato la questione.

Come dire: l’esigenza di cambiamento anziché sortire un ribaltone vero e proprio si è sublimata in una giravolta soft. Ad accompagnarla però c’è stato anche un conforme ricambio della classe dirigente: abbiamo avuto, per esempio, l’uomo della formazione professionale, il cattolico Mario Canella, a presiedere Ferrara arte, una nomina che ha fatto storcere il naso a molti.
Il discorso non va circoscritto a Canella, ma va esteso a una logica di rappresentanza partitica oggi superata. I tempi sono cambiati. C’era un sistema che accompagnava il percorso dei politici, e che in qualche modo garantiva loro un’occupazione costante. Valeva per tutti. Ma l’epoca dei professionisti della politica è finita, con tutto ciò di positivo e di negativo che questo significa. Di negativo c’è il fatto che la precarietà non è incentivante in alcun settore, così anche in politica si assiste a un livellamento medio verso il basso di chi decide di impegnarsi.

Parlava prima di poltrone in estinzione. La furia iconoclasta di Renzi comincia a fare effetto: a livello di organi territoriali via le Province e ora si parla anche di eliminazione delle Camere di commercio. Lei come la vede?
Cancellare le Province tout court crea più problemi di quanti ne risolva. O le Regioni si spalmano sul territorio oppure le istanze territoriali rischiano di non avere rappresentanza. Serve una riorganizzazione seria a livello regionale. Diversamente la cosa non funziona.

E le Camere di commercio?
Non sono tutte uguali. A Ferrara ad onore di Carlo Alberto Roncarati che l’ha presieduta in questi anni va detto che il rapporto costi-benefici pende dalla parte del secondo. In ogni caso il Registro delle imprese qualcuno dovrà tenerlo e qualcuno dovrà svolgere il coordinamento delle attività economiche. Insomma, non mi accontento della fase distruttiva e questa idea che ha Renzi che le persone si impegnino a fare cose gratuitamente non è che entusiasmi proprio tutti. Io come sindaco continuo ad accumulare cariche e incombenze. E non vedo file di volontari.

Per completare la ricognizione le chiedo se è d’accordo nel considerare il tracollo della Cassa di risparmio di Ferrara anche una sconfitta della politica.
No, la politica non c’entra nulla. E’ il fallimento di chi ha gestito la banca, maturato lontano dalle stanze del potere, a causa di scelte sbagliate.

Non vorrà sostenere che ai due macigni che hanno contribuito ad affondare la banca (Coop Costruttori e Cir di Roberto Mascellani) la politica fosse estranea.
La Costruttori è figlia di un’altra epoca, la falla si è aperta prima del ’99 ed è frutto della politica consociativa degli anni Ottanta e Novanta. Mascellani invece con la politica non c’entra.

…E con chi, allora?
Non mi faccia parlare… Se qualcuno ha fatto pressione sono state le categorie economiche, non certo i partiti. Si è esposto chi poteva avere voce in capitolo, chi occupava posti nei consigli di amministrazione.

Ho capito. Torniamo a un ragionamento complessivo sulla città. Lei come immagina Ferrara fra dieci anni?
Penso a una città coesa con una forte identità. Un centro storico più ampio, attrattivo per i visitatori e per chi ci abita. Penso a un’Università capace di generare – attraverso spin-off e tecnopòli – occasioni di impresa e occupazione per i giovani. Vorrei una città che non si definisce di cultura solo perché vuol vendere menu o stanze d’albergo, ma che si sente tale perché va a teatro, legge, mette la scuola al primo posto, si aggiorna. Una città che si è finalmente collegata al territorio circostante, ne valorizza il paesaggio e lo rende attrattivo anche per i turisti, recupera l’orgoglio del grande fiume e attraverso il Po si connette al Delta e alle valli. Un città come era un tempo, immersa in una scenario paesaggistico fra i più belli e meglio conservati d’Europa. E che fa di questo legame un’occasione culturale, ma anche un’opportunità economica e turistica attraverso la nuova rete fluviale. Immagino nuovi poli aggregativi a palazzo Massari che non sarà più museo ma spazio culturale e ricreativo aperto ai giovani e agli anziani, un salotto esperienziale a casa Minerbi – legato al ‘polo delle carte’ – dove si potranno udire le voci di Ravenna, Minerbi e Bassani. Penso al completamento entro tre anni del museo della Shoah per il quale sono in arrivo nuovi finanziamenti.
Mi immagino anche un petrolchimico in grado di tornare ad essere al vertice della ricerca come è stato in passato, che prende a fare nuovi polimeri e nuove materie plastiche operando però su basi vegetali, tornando a essere al vertice dell’innovazione e della ricerca. E in ambito produttivo, con l’insediamento delle manifatture Berluti, intravedo delinearsi la possibilità di un distretto connesso alla lavorazione della pelle.

Emerge da questa immagine una visione di città che si è faticato a scorgere in questi anni, lei ne è consapevole?
A me non piace fare l’elenco dei sogni, non conto balle, io sono legato alla concretezza del fare. In questi anni di crisi, di tagli e di incertezze è stato difficile gestire e arduo programmare. Le cose che ora annuncio non sono desideri ma progetti finanziati che si potranno realizzare grazie a un lungo e paziente lavoro svolto per reperire risorse e mettere insieme i partner per le varie operazioni. Non tutto dipende solo da noi, ma il fatto che noi siamo così determinati contribuisce a rendere solida e credibile la prospettiva.
Posso aggiungere, visto che me lo chiede, che mi piacerebbe creare un museo della città per colmare una lacuna in una realtà che pure ha una solida rete museale; e dico che lo vedrei bene collocato negli spazi del castello estense. E sono d’accordo sul fatto che via Volte andrebbe valorizzata: io ci vedrei bene le botteghe artigianali, ma su questo attendiamo suggerimenti da parte delle categorie economiche.

L’orgoglio principale di questo suo primo mandato da sindaco?
Avere lavorato tanto e in uno spirito autentico di squadra.

Qualcosa che ha fatto o non ha fatto e di cui si è pentito?
La crisi ha dimostrato che non è sufficiente difendere la spesa sociale a favore di bambini e anziani. Sono soddisfatto di avere incrementato i fondi per il settore casa, ma bisogna intervenire con urgenza per affrontare i drammi connessi alla perdita del lavoro che ha colpito tante persone e tante famiglie e rafforzare le risorse per sostenere adeguatamente i bisogni dei soggetti più fragili.

Un ultimo pensiero, sindaco, da parte della principale autorità civile rivolto alla principale autorità religiosa della città, questo nuovo vescovo che appare molto distante dal messaggio e dalla sensibilità espresse da papa Francesco. Monsignor Negri in questi mesi ha assunto posizioni ed espresso giudizi che hanno suscitato vivaci polemiche anche al di fuori del perimetro di città. Le che ne pensa?
Che il vescovo si è dimostrato un uomo combattivo e diretto. Ma credo incominci a comprendere la nostra città.

La cultura marmellata

Certi caratteri nazionali resistono tenaci e persistenti nel tempo. Per esempio, a quasi due secoli di distanza, sembra confermata la diagnosi di Leopardi: “Le conversazioni d’Italia sono un ginnasio dove colle offensioni delle parole e dei modi s’impara per una parte e si riceve stimoli dall’altra a far male ai suoi simili… Gli italiani posseggono l’arte di perseguitarsi scambievolmente colle parole, più che alcun’altra nazione.” (“Discorso sopra lo stato presente dei costumi degl’italiani”, 1824).
Il gusto di colpirsi a sangue con le parole è l’opposto della principale dote richiesta al vero confronto, che deve rispettare l’altro mentre ne critica le idee. Senza questa normale disposizione non c’è vera conversazione. Ma essa cresce solo dove esiste una società veramente civile, in cui le élite dettino tono e stile. In Italia, negli ultimi decenni, abbiamo registrato un degrado del linguaggio. Il principale strumento di informazione e intrattenimento, la televisione, ne è stato il veicolo principale. Sono stati promossi a star personaggi che hanno sfondato grazie al turpiloquio, all’ostentazione di arroganza ed aggressività. Al posto dell’eleganza e della eccellente testimonianza di cultura e di educazione civica del mitico maestro Alberto Manzi, è arrivato un esercito di intolleranti e di maleducati. Una parte della politica ha fatto suo questo stile. Soprattutto quella nuova. Mi riferisco alla Lega di Bossi e Borghezio e, per ultimo, al M5S il cui capo, Grillo, rivendica il V Day come l’evento fondativo del movimento.
Quale conseguenza deriva da questo degrado? Che il foro pubblico è stato occupato da un populismo ignorante e prepotente, secondo il quale l’opinione della gente più semplice e ignara sarebbe il fondamento della democrazia. Pian piano, è scomparsa l’idea che per confutare una posizione occorra conoscerla e che non basta, per neutralizzare una critica, squalificare il suo portatore con qualche etichetta qualunquista.
Bisogna riconoscere che la tendenza a sorvolare su prove, fatti, verifiche è una delle eredità peggiori del post-’68. Una parte di quei protagonisti (magari passati attraverso l’imposizione ai docenti del 18 garantito) pensava che la verità dovesse essere messa ai voti e non basata su competenza e rigore nella sua ricerca. Il prodotto più deteriore è stato un certo relativismo che non significa tolleranza e rispetto della pluralità, ma assolutizzazione di ogni punto di vista a scapito della verifica dei fatti. Così si presenta il relativista assoluto: “io la penso così. Non mi interessano le dimostrazioni!”. Ma se l’analisi della realtà viene annullata dalle credenze dei singoli e dei gruppi, allora al posto del pensare si sostituisce una propaganda fatta di retorica fumosa e abuso di parole astratte. Già gli antichi filosofi greci, avevano ben chiara la differenza tra credenze e conoscenze. La credenza non ha bisogno di essere dimostrata, la conoscenza sì: per questo Socrate non si stancava mai di dialogare. E il meglio della modernità (illuminismo, empirismo, rivoluzione scientifica, liberalismo) ha rappresentato il primato della cultura della sobrietà e della permanente ricerca e verifica pratica di idee e valori.
E’ uscita, in questi giorni, una raccolta di articoli e saggi di un raro intellettuale illuminista del nostro tempo, Giovanni Jervis (“Contro il sentito dire”, Bollati Boringhieri). In uno di questi saggi ricorre alla definizione di cultura-marmellata. E’ una metafora che vuole evocare un mondo in cui prevalgono le idee spalmabili, quel modo di pensare diffuso privo di caratteristiche salienti, amorfo, mai troppo impegnativo, mai compromettente, utilizzabile da tutti e in tutte le circostanze.
E voilà! Ecco pronto l’universo delle mode, dei tic e dei sentito-dire, degli stereotipi ripetuti senza capirne il senso, delle leggende metropolitane, dei titolo sensazionali che ispirano le agenzie di informazione (stampa e tv). La cultura-marmellata è l’erede di quel dizionario dello stupidario che compilò Flaubert nel suo capolavoro “Bouvard e Pecuchet”. Quando poi la melassa si fa eccessiva, ecco opporglisi l’urlatore rozzo e aggressivo. Ma, ovviamente, non si tratta di un’alternativa, ma dell’altra faccia del degrado. Entrambi, il ripetitore di luoghi comuni e il volgare trasgressore, impediscono che una cultura seria e rigorosa svolga il suo compito: produrre un progresso intellettuale di massa. Ma ciò è proprio quello che i demagoghi e gli arruffapopoli di ogni colore e di ogni tempo non vogliono che si realizzi.

Fiorenzo Baratelli è direttore dell’Istituto Gramsci di Ferrara

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A Ostellato l’idrovia porta un nuovo ponte (foto di Aldo Gessi) – clicca sull’immagine per ingrandirla

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A Ostellato l’idrovia porta un nuovo ponte (foto di Aldo Gessi)