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Giorno: 24 Aprile 2014

Ferrara: il 29 aprile una coreografia in Piazza Municipale per festeggiare la Giornata mondiale della danza

da: organizzatori

Il 29 aprile, in occasione della Giornata mondiale della danza, un gruppo di danzatori e attori ferraresi proporrà alla cittadinanza l’adattamento di una celebre coreografia della Batsheva Dance Company di Ohad Naharin, nella cornice di Piazza Municipale, alle 19.30 con replica alle 20.00 (durata 9 minuti).

La Compagnia Batsheva, ospitata più volte al Teatro Comunale di Ferrara, è conosciuta a livello mondiale, in particolare per la coreografia Echad mi yodea (Chi è uno?) nata nel 1990 nell’ambito di uno spettacolo, KYR, commissionato dal Festival di Israele al neo Direttore artistico della compagnia, Ohad Naharin. Echad mi yodea è rimasta una sezione coreografica ripetuta negli anni, come parte dei vari spettacoli “collage” proposti da Naharin sia per la Compagnia Batsheva, sia per altre realtà conosciute come la Nederlands Dans Theater.

Dal desiderio comune di diversi amici danzatori, professionisti e amatori, con la supervisione e l’adattamento della coreografa Caterina Tavolini, della danzatrice Martina Danieli e dell’attore Massimiliano Piva, nasce l’iniziativa di mettere in scena Echad mi yodea per la Giornata mondiale della danza, grazie al sostegno dell’Assessorato alla cultura e della Fondazione Teatro Comunale di Ferrara. In questo difficile periodo storico e culturale, il gruppo venutosi a formare, ha sentito il bisogno di mostrare il proprio amore per l’arte e per la danza, credendo nel loro profondo potenziale di scambio e di comunicazione.
L’evento del 29 aprile è un anteprima dello spettacolo Tre rose per sempre che sarà presentato dall’Associazione culturale Ballarò il 10 maggio alle ore 21 presso il Teatro Cortazar a Pontelagoscuro.

Danzano e cantano: Cristina Bergamini, Alessandra Bertini, Sara Cambioli, Michela Carli, Agnese Cristofori, Martina Danieli, Anna Giuriola, Madeleine Goldsmith, Margherita Malinconi, Elisa Mucchi, Roberta Paolini, Massimiliano Piva, Federica Tartari, Caterina Tavolini.

Foto di Marija Obramovic

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“Il 25 Aprile, un patrimonio vivo per tutti noi”: il corsivo del presidente Errani

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Bologna – “Il 25 Aprile, un patrimonio vivo per tutti noi” è il titolo del corsivo del presidente della Regione Emilia-Romagna, Vasco Errani, pubblicato oggi sul sito web www.presidenterrani.it.

Di seguito il testo:

“Festeggiamo oggi il 25 Aprile per ribadire con forza che la Resistenza non è una delle tante pagine congelate nei libri di storia, non è una data tra le tante ma è patrimonio vivo di tutti noi italiani. Un patrimonio civile, una eredità morale che ci sono stati trasmessi da chi ha lottato perché questo fosse un Paese libero e democratico.
Io credo che oggi più che mai occorra onorare quella esperienza interrogandosi su cosa rimanga di questa eredità, dell’impegno di una generazione. Perché ricordare oggi il 25 Aprile significa prendere coscienza della nostra storia e della nostra attualità. Ci resta un’Italia moderna ma anche un patrimonio inestimabile di princìpi cui dobbiamo guardare in momenti difficili come quelli che viviamo. Princìpi nei quali si ritrova il senso profondo della nostra stessa identità italiana ed europea, costruita con fatica spesso partendo da idee contrapposte per giungere ad alte sintesi quali la nostra Carta costituzionale.
Noi veniamo da lì. Dall’antifascismo viene la nostra stessa libertà per cui si è battuta e sacrificata un’intera generazione di uomini ma anche di donne, che hanno dato un contributo eccezionale alla lotta di Liberazione e alla costruzione di un’Italia democratica. Anche per questo, per ricordare in particolare le 128 cadute partigiane nella provincia di Bologna, sarò l’11 maggio a Villa Spada per riflettere insieme su un nostro comune futuro.
Buon 25 Aprile a tutti”.

Il CUS abbraccia Ferrara: a settembre inaugura la seconda sede del Centro Universitario Sportivo

da: ufficio stampa CUS Ferrara

A seguito di un’operazione che è intervenuta relativamente alla proprietà dell’impianto KLEB, il CUS Ferrara ha voluto cogliere l’opportunità di dare risposta a varie istanze e necessità che da tempo si stavano manifestando in maniera sempre più marcata. «La sinergia con l’acquirente, l’imprenditore Fabio Bulgarelli che ha realizzato l’operazione – ha esordito il presidente Giorgio Tosi – è motivata dalla sua passione e dall’impegno che sta profondendo in maniera sempre più concreta nel potenziamento delle realtà sportive locali di primo livello. La sinergia, quindi, è tra la massima espressione dello sport dilettantistico e universitario, e la massima espressione dell’agonismo sul nostro territorio».
Per il CUS l’esigenza primaria da tempo dichiarata e mai risolta, è di avere a disposizione l’unico impianto mancante, e dunque la piscina con la possibilità di mettere a disposizione degli studenti e degli altri fruitori l’attività natatoria.
Altra importante esigenza, risolta dal progetto in essere, è quella di offrire ulteriori e diversificati servizi sportivi all’utenza universitaria, che già oggi spesso non trova collocazione in un impianto pur ampio, pur differenziato, ma altrettanto in overbooking per eccesso di richieste.
Analogo maggiore sfogo potrà esservi per tutte le realtà giovanili del CUS, agonistiche e non, anch’esse compresse e limitate nel loro progredire e nella propria attività di reclutamento per l’esiguità delle ore disponibili in palestra, così contribuendo allo sviluppo atletico e a una sana crescita dei più piccoli.
Non da ultimo il complesso degli impianti di via Liuzzo risponderà a una necessità ancora irrisolta di agibilità tramite i mezzi pubblici. Questo fattore, sicuramente gradito tanto dai giovani quanto dagli anziani, andrà a integrare la funzionalità della sede storica di via Gramicia.
«Da non trascurare, poi, la progressione di un’azione oramai consolidata e importante di inserimento nel mondo del lavoro di laureati in Scienze Motorie della nostra università, caratterizzando maggiormente la professionalità, unica nel suo genere, delle proposte motorie del CUS – ha concluso Tosi – Questo progetto intrapreso non interferirà con gli ampliamenti strutturali già in via di definizione e di rilascio di concessione edilizia, per la realizzazione di nuove palestre, di un’aula-studio per gli universitari, e della nuova reception di via Gramicia». Dunque si annusano grandi novità dal primo di settembre nei locali dell’ex KLEB.
Grande soddisfazione dimostrata parimenti da Fabio Bulgarelli, specialmente nel momento della stretta di mano, «per il raggiungimento dell’acquisto – ha espresso l’Ingegnere – dopo mesi di lavoro sul progetto e la costruzione della Cittadella dello Sport, che comprenderebbe il recupero e il rilancio del motovelodromo, e dell’adiacente pista di atletica». L’investimento è stato importante per l’imprenditore, che «ho voluto dare una casa alla Pallacanestro Ferrara e alla Spal – e ha aggiunto – completa di servizi, quali uno spazio ristoro, una piscina, una sala per la muscolazione, dei personal trainer competenti anche nella riabilitazione». Quindi un ambiente attrezzato e confortevole a 360 gradi per società di prima qualità.
Bulgarelli, in particolare, si è dimostrato entusiasta per l’accordo con Tosi, con il quale c’è stata una sintonia di fondamento sin dall’inizio per rendere l’universo sportivo ferrarese armonioso nella sua pluralità di esperienze, «per sviluppare lo sport di alto livello a fianco del mondo universitario e di chi si avvicina per la prima volta». E l’augurio di entrambi è di proseguire insieme nel tempo: «attraverso la nostra sinergia apriremo all’intera città un’area completa per tutti coloro che praticano sport, cominciando proprio dagli studenti universitari, che si potranno allenare vicino ai loro beniamini».

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Sagre dalla A alla Z, a Ferrara il salone delle specialità

Sagre dalla A di Astrogastro – che è la gastronomia da gustare alla luce delle stelle con gli astrofili di Bondeno – alla Z di Zucca e del suo cappellaccio, che si celebra a San Carlo di Ferrara: sono un centinaio le feste di città, paesi e borgate all’insegna di specialità da mangiare per una volta presenti tutte in un colpo solo durante un unico fine settimana. Ferrara ospita infatti una fiera molto particolare, che è il Salone nazionale delle sagre, da venerdì 25 a domenica 27 aprile.

Partiti quattro anni fa con quest’idea, Ferrara Fiere Congressi e l’Associazione turistica sagre e dintorni sono riusciti a creare un evento, unico in Italia, che vuole celebrare una delle feste più diffuse e più variegate, che contraddistingue le specialità culinarie legate a tradizioni locali e spesso poco conosciute fuori dai piccoli confini del territorio dove vengono preparate. Ecco allora, la “panissa”, un particolare risotto che si prepara a Vercelli con una base di fagioli, battuto di lardo e salame con la cipolla e al quale è dedicata una sagra durante il mese di agosto. Ma ci sono anche le sagre dedicate al “fagiolo zolfino” (a Terranuova Bracciolini in provincia di Arezzo), alla “cicerchia” (un legume che viene preparato in forma di zuppa in novembre a Serra de’ Conti in provincia di Ancona), al “crostolo” (sorta di piadina a base di uova e strutto di maiale al centro di una festa settembina a Urbania, venti chilometri da Urbino), al “riso co’ le nose” (un risotto con le noci che si preparara a Nogara in provincia di Verona), alle lumache tipiche di Casumaro di Ferrara, al somarino che si prepara a Runzi di Rovigo e all’ortica usata per fare pasta fresca, ma anche ciambella e pane a Malalbergo di Bologna.

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“Salone delle Sagre” a Ferrara dal 25 al 27 aprile 2014

Assaggiare per credere, le cucine delle Sagre accendono forni e fornelli negli stand ferraresi dalle 12 alle 15 e poi dopo le 19 di venerdì, sabato e domenica per distribuire migliaia di assaggi di piatti tipici, dal tortellone al cotechino, dal bollito al salame alla brace. Quest’anno uno spazio particolare viene dedicato a pera, mela, pesche e a tutta la frutta che viene prodotta nel territorio emiliano, spiega Paolo Bruni, presidente del Centro servizi ortofrutticoli, che con il progetto “Sfrutta la sagra” punta a promuovere l’inserimento della frutta italiana di stagione nel circuito delle sagre.

Per gli amanti di filetti e braciole, ma anche di bignè e cannoncini il pomeriggio in fiera con il “Laboratorio didattico di pasticceria salata e preparati di carne in abbinamento”: in cattedra il maestro macellaio Lorenzo Rizzieri dell’Istituto italiano assaggiatori carne De gustibus carnis e Cristiano Pirani della pasticceria “Chocolat” di Ferrara. Non può mancare uno spazio riservato a un insaccato tipico di Ferrara: alla sera (ore 21) nell’area concorsi, il “Gran galà della Salama”: una sfida del gusto che venerdì vedrà protagoniste le salamine prodotte da privati, sabato quelle di laboratori e salumerie, e domenica per le migliori in assoluto tra le prime tre di ogni categoria.

Salone-delle-sagre-Ferrara-2014-Alluvione-1951-Rovigo-Il-Giornale-del-PoUn’area del salone sarà, poi, riservata a “Lungo il Po”, il progetto di valorizzazione enogastronomica e turistica dei territori lambiti dal grande fiume’, ideato da Ferrara Fiere Congressi, in collaborazione con le province attraversate dal Po e con le belle immagini di un fotografo come Mario Rebeschini che la bellezza di questi argini, canneti e cavalli selvaggi ha iniziato a immortalare negli anni ’70 contribuendo a rendere popolare un’area che all’epoca era poco conosciuta e valorizzata. Al Po è dedicato un percorso espositivo scandito dalle tipicità legate a paesaggio, cucina e arte che rendono uniche le terre bagnate dal fiume più lungo d’Italia. «Una grande festa popolare per tutta la famiglia – assicura Nicola Zanardi, presidente di Ferrara Fiere – dove si possono gustare sapori particolari; così localismo e microcomunità possono diventare motori di sviluppo di un intero territorio».

Il Salone delle sagre è alla Fiera di Ferrara, via della Fiera 11, venerdì e sabato, ore 10-23.30; domenica, ore 10-22.

Comune di Ferrara, tutti i comunicati del 24 aprile

da: ufficio stampa Comune di Ferrara

La newsletter del 24 aprile 2014

BIBLIOTECA ARIOSTEA – ‘Istruzione e democrazia’: incontro lunedì 28 aprile alle 17
Bruno Ciari e l’educazione democratica
24-04-2014

Sarà dedicato alla figura di Bruno Ciari e alla sua visione dell’insegnamento il nuovo appuntamento, lunedì 28 aprile alle 17 nella sala Agnelli della biblioteca Ariostea, con il ciclo di incontri ‘Viaggio nella comunità dei saperi – Istruzione e democrazia’ a cura dell’Istituto Gramsci e dell’Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara. Ad approfondire il tema sarà Mauro Presini, maestro elementare, con introduzione di Roberto Cassoli.

LA SCHEDA a cura degli organizzatori
Bruno Ciari (1923 -1970) nacque a Certaldo durante il periodo fascista, fu oppositore del regime fascista e rifiutò la chiamata alle armi unendosi poi alla lotta della Resistenza. Fu allievo di Ernesto Codignola presso la facoltà di Magistero di Firenze e risentì poi permanentemente della sua influenza, in particolare per l’insegnamento dei valori di libertà, giustizia e spirito critico nella vita scolastica. Si dedicò all’insegnamento e al lavoro nella scuola e si unì all’associazione di insegnanti italiani progressisti conosciuti come Movimento di Cooperazione Educativa. Un periodo significativo della sua vita professionale fu anche quello trascorso dal 1966 al 1970 a Bologna, nella direzione delle attività parascolastiche ed educative del Comune, che – anche per il suo contributo – diventò un punto di riferimento per tutta la realtà italiana, in particolare per le esperienze della gestione sociale della scuola dell’infanzia e per la qualificazione della scuola a tempo pieno.

VIABILITA’ – Provvedimenti in vigore sabato 26 aprile dalle 15.30 alle 18
A Porotto modifiche alla circolazione per il 69° Anniversario degli Eccidi
24-04-2014

Sabato 26 aprile dalle 15.30 alle 18, in occasione delle celebrazioni del 69° Anniversario degli Eccidi, a Porotto in via X Martiri, in via Ladino (fino in prossimità della scuola elementare) e in via Tagliaferri sarà in vigore il divieto di transito per il periodo temporale strettamente necessario al passaggio del corteo. Ammessi al transito i veicoli dei residenti e degli addetti alle attività della zona e i mezzi del trasporto pubblico Tper.

GIUNTA COMUNALE – Le principali delibere approvate nella riunione del 24 aprile
Porta degli Angeli: aperta la ricerca di progetti culturali per i prossimi mesi
24-04-2014

Queste le principali delibere approvate nella riunione della Giunta comunale di giovedì 24 aprile:

Assessorato alla Cultura, Turismo, Giovani e Personale:

Pronto il nuovo bando per la gestione della Porta degli Angeli fino al 2017

Valorizzare l’antico spazio della Porta degli Angeli con iniziative culturali e artistiche che si propongano anche come occasioni di richiamo turistico. E’ con questa richiesta che il Comune di Ferrara presenta il nuovo bando di concessione dello spazio espositivo inserito nella cinta muraria cittadina, lanciando un invito alla presentazione di proposte da far pervenire entro il prossimo 30 giugno.
L’appello è rivolto esclusivamente ad associazioni senza scopo di lucro, singole o riunite in consorzio o rete temporanea. Il periodo di concessione, a titolo gratuito, sarà di trenta mesi, dall’1 settembre 2014 al 28 febbraio 2017. I partecipanti al bando, approvato oggi dalla Giunta, dovranno presentare un progetto culturale e di gestione della struttura, contenente l’indicazione delle attività artistiche, culturali, turistiche e sociali che si intendono realizzare, un calendario di massima delle iniziative per il periodo di concessione, un calendario dettagliato per il primo anno, le possibili collaborazioni con altri soggetti pubblici o privati e i giorni di apertura garantiti.

Le proposte saranno poi esaminate da una commissione ad hoc che le valuterà sulla base di una precisa serie di criteri. La priorità andrà in particolare alle idee che mireranno alla valorizzazione culturale e turistica della Porta degli Angeli, dello spazio antistante e dell’intera cinta muraria, anche in collegamento con altri soggetti cittadini. Ma con un occhio alla promozione della creatività giovanile e della connessione tra proposte di arte contemporanea e utilizzo di spazi storici.

Fino al prossimo 31 agosto la gestione della struttura resterà affidata alla Rta ‘Progetto Porta degli Angeli’ che nel 2010 ne ha ottenuto la concessione d’utilizzo gratuita per lo svolgimento di attività culturali.

Contributi per le iniziative di Estate a Ferrara 2014
Ammonta complessivamente a 14.050 euro la somma dei contributi comunali che saranno distribuiti fra nove diversi comitati, associazioni e gruppi del territorio che nelle prossime settimane prenderanno parte alla manifestazione ‘Estate a Ferrara 2014’ organizzando, in diverse zone della città, serate d’intrattenimento musicale, teatro dialettale, ballo e musica, per i ferraresi e i turisti.

Destinatari dei contributi saranno in particolare: la Filarmonica G.Verdi di Cona, l’Associazione Vivere in via Bologna, il Circolo Aics di Porotto, la Pro Loco di Francolino, il Comitato vivere insieme per Pontelagoscuro, il Comitato Vivere Insieme per la qualità della vita, il Centro di Promozione Sociale Il Borgo del Passo Vecchio, la Banda Musi e l’associazione L’Ultimo Baluardo.

Sostegno all’organizzazione di eventi in città

Due nuove manifestazioni si aggiungono all’elenco di quelle programmate per le prossime settimane da associazioni del territorio a cui l’Amministrazione comunale garantirà il proprio supporto logistico e organizzativo, offrendo una serie di agevolazioni per l’uso degli spazi pubblici e la promozione degli eventi.

Il 28 maggio l’associazione privata di fedeli ‘Domus Familiae Padre Daniele’ onlus proporrà l’iniziativa dal titolo ‘La Soglia’ che vedrà l’esibizione di alcuni gruppi musicali in piazza Municipale e l’allestimento di stand sul sagrato del Duomo per lo svolgimento di attività mirate a offrire ai più giovani spunti di riflessione in tema di comportamenti positivi.

E’ invece prevista per il 21 e 22 giugno prossimi la manifestazione “Bio per tutti! Buono sano e consapevole” organizzata dall’associazione Scirarindi e dislocata tra piazza Municipale, Giardino delle Duchesse, piazza Castello e piazza Repubblica. L’iniziativa avrà l’obiettivo di promuovere la cultura del biologico e il suo ruolo nella salvaguardia della qualità del cibo, della salute delle persone e del territorio e vedrà l’incontro del mondo dei piccoli produttori bio locali con la cittadinanza ferrarese.

Assessorato Decentramento e Sport:
Campo polivalente a disposizione della Polisportiva Cocomarese

Resterà a disposizione della Polisportiva Cocomarese per altri sei anni il campo polivalente di Cocomaro di Cona di proprietà comunale. Il rinnovo della convenzione è stato approvato stamani dalla Giunta.

A Ferrara i Campionati italiani assoluti di 10.000 metri in pista

Saranno organizzati con il supporto logistico, oltre che con il patrocinio, del Comune di Ferrara i Campionati italiani assoluti di 10.000 metri in pista in programma il prossimo sabato 17 maggio. Per lo svolgimento della gara l’Amministrazione concederà gratuitamente al Centro Universitario Sportivo di Ferrara l’uso del campo sportivo scolastico comunale.

FESTA DEL LIBRO EBRAICO – Sabato 26 aprile alle 23 passeggiata nel corso della 4a ‘Notte bianca’
Con Francesco Scafuri alla scoperta della Ferrara ebraica ed estense
24-04-2014

Si snoderà attraverso le vie del centro storico l’escursione culturale in compagnia di Francesco Scafuri (responsabile Ufficio Ricerche Storiche del Comune di Ferrara) che sabato 26 aprile alle 23 prenderà il via da piazza Trento Trieste (con ritrovo davanti Palazzo San Crispino). L’iniziativa, dal titolo: “Storie della Ferrara ebraica ed estense passeggiando per le piazze più belle”, è inserita nel programma dell’annuale Festa del Libro ebraico in Italia e della quarta notte bianca ebraica
Nel corso della passeggiata (a piedi o con bicicletta a mano), lo storico Scafuri, svelando particolari in parte inediti, accennerà alle vicende che hanno caratterizzato nel tempo i beni monumentali inclusi nel percorso, come il Palazzo Ducale, il Giardino delle Duchesse e i tanti edifici di pregio nel cuore della città, scrigno prezioso d’arte e architettura.
“Sarà un itinerario – anticipa Scafuri – reso ancora più magico e suggestivo dalle luci notturne e, come ormai da tradizione, ad arricchire l’evento non mancherà qualche sorpresa”.
Al termine della visita, nel Cortile d’Onore del Castello Estense, è prevista la degustazione di specialità di ispirazione ebraico-ferrarese.
L’itinerario, a partecipazione gratuita, è promosso dal Meis in collaborazione con il Comune di Ferrara.
In caso di pioggia l’iniziativa si terrà alla Sala Estense

SPORT – Sabato 26 aprile la Randonnée in bici Bolzano-Ferrara
Oltre 300 km di pura passione per il turismo su due ruote
24-04-2014

Da Bolzano a Ferrara in bicicletta. Oltre 300 km in una sola giornata, dalle Alpi alla pianura Padana, per il puro piacere di viaggiare su due ruote attraverso paesaggi e località di grande fascino. L’appuntamento è per sabato 26 aprile, per una nuova edizione della ‘Randonnée del donatore’ organizzata da Witoor Sport in collaborazione, tra gli altri, con Provincia e Comune di Ferrara e il sostegno di Avis. “Non si tratta di una manifestazione competitiva – ha precisato stamani in conferenza stampa Simone Dovigo di Witoor – ma di un percorso cicloturistico rivolto ad appassionati delle due ruote pronti a mettersi alla prova su una distanza certamente impegnativa, ma non impossibile. Con la Randonnée – ha proseguito Dovigo – intendiamo supportare le istituzioni locali nel promuovere l’itinerario di collegamento cicloturistico tra le due città di Bolzano e Ferrara, che rappresenta uno tra i più suggestivi nel panorama italiano”.
Al momento sono già oltre cento gli iscritti da diverse città italiane, ma le registrazioni resteranno aperte fino al momento della partenza, sabato mattina, alle 5,30 da Bolzano. Lungo il tracciato i partecipanti incontreranno tre punti di ristoro: a Trento, Peschiera e Mantova, tutti gestiti dalle Avis locali, così come l’ultimo a Ferrara, in piazza Castello, dove i primi arrivi sono attesi a partire dalle 18.
“Siamo lieti di offrire il nostro supporto a questa manifestazione – ha dichiarato il presidente Avis Provinciale di Ferrara Florio Ghinelli – a conferma della vicinanza di Avis al mondo dello sport e degli sportivi, per la diffusione dei principi della solidarietà e dell’adozione di stili di vita sani”. E a ulteriore dimostrazione di questa vicinanza, l’atleta ferrarese Coni testimonial di Avis Mirko Rimessi tenterà l’impresa di partecipare alla Randonnée percorrendo gli oltre 300 km sui pattini.
Un ringraziamento agli organizzatori e collaboratori della manifestazione è stato espresso anche dall’assessore allo Sport del Comune di Ferrara.

LA SCHEDA a cura degli organizzatori
La storica Randonnée arriva a Ferrara
Passerà per la seconda volta a Ferrara una tappa del calendario delle Randonnée italiane, manifestazioni di cicloturismo non competitivo ricche di fascino e tradizione, che vedrà al via sabato 26 aprile oltre 100 iscritti in partenza da Bolzano. L’evento, organizzato da Witoor Sport in collaborazione con Provincia e Comune di Ferrara, unisce la passione per la bicicletta ad un modo armonico di attraversare il paesaggio: un’occasione per promuovere il territorio in modo attivo e coinvolgente, grazie a un tracciato che si snoda dalle Alpi al Delta del Po.
La Randonneè del Donatore Bolzano-Ferrara si inserisce nell’iniziativa di promozione di questo percorso, che Provincia di Ferrara ed Azienda di Soggiorno di Bolzano stanno portando avanti da diversi anni. L’itinerario prevede il passaggio in quattro regioni: Trentino Alto-Adige, Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna. La partenza alle 5:30 in centro a Bolzano, con arrivo a Ferrara alla sera dopo 314 km che attraverseranno scenari differenti: dalla conca di Bolzano, tra vigneti e boschi dell’Alto Adige, si scenderà verso Trento e i borghi medievali della valle dell’Adige, raggiungendo la costa veneta del Lago di Garda. Seguendo il Mincio si arriverà a Mantova, fino a imboccare la ciclabile Destra Po e giungere infine a Ferrara.
La Randonnée (letteralmente “passeggiata di lunga percorrenza”) è nata in Italia nel 1897, ma si è radicata in Francia nel secolo scorso, sviluppando un sistema di brevetti che ne regolamentano lo svolgimento. Dal 1993 è tornata in Italia e oggi il calendario nazionale, gestito da Audax Italia, prevede una ricca serie di appuntamenti. Le randonnée non sono gare competitive, ma aggregazioni spontanee fra i ciclisti che si dimenticano del cronometro e affrontano lunghi percorsi animati soltanto da un genuino spirito sportivo: si festeggiano allo stesso modo tutti coloro che ce la faranno a coprire la lunga distanza, con la propria andatura.
La prima edizione fu accompagnata da un tempo da lupi, ma grazie all’organizzazione capillare lungo il percorso completarono il tracciato quasi la metà dei partecipanti. La caratteristica della Bolzano-Ferrara infatti consiste nel preparare punti ristoro in collaborazione con i volontari Avis che offrono prodotti tipici (strudel a Trento e riso alla pilota e Lambrusco a Mantova), fino al ristoro a Ferrara. L’attenzione verso i partecipanti quest’anno si rafforza, grazie a un pullman che da Ferrara porterà gli atleti emiliano-romagnoli a Bolzano il giorno prima. I partecipanti della zona di Bolzano invece saranno riaccompagnati con un altro pullman domenica mattina.
L’evento è organizzato da Witoor Sport in collaborazione con AVIS Comunale Trento, AVIS Provinciale Mantova, AVIS Provinciale Ferrara, TMP Bike, Azienda di Soggiorno di Bolzano, Comune di Bolzano, Comune di Verona, Comune di Peschiera del Garda – Città Virtuosa – Città Turistica e d’Arte, Provincia di Ferrara, Comune di Ferrara. Lungo il percorso saranno allestiti punti ristoro e di controllo del passaggio degli atleti (necessari per ottenere il brevetto finale). Il ristoro finale a Ferrara sarà curato da Avis. All’arrivo, verrà premiata la squadra più numerosa e saranno consegnati i certificati di completamento della Randonneé. L’appuntamento avrà anche una ricaduta turistica su Bolzano e Ferrara: gli oltre 100 iscritti pernotteranno nelle due città nel corso del fine settimana.

Per ogni approfondimento sulla manifestazione, i dati tecnici e l’iscrizione, è possibile consultare il sito web www.witoor.com.

PIAZZA XXIV MAGGIO – Dal 25 al 27 aprile occasioni di incontro e gastronomia
La ‘Protezione civile in festa’ con i cittadini
24-04-2014

Sarà l’anello di piazza XXIV Maggio, ai piedi dell’Acquedotto monumentale, a fare da teatro, da venerdì 25 a domenica 27 aprile, alla ‘Protezione civile in festa’, iniziativa organizzata dal Coordinamento delle associazioni di volontariato di Protezione civile della Provincia di Ferrara (CAVPCFE) con il supporto del Comune di Ferrara. Accanto allo stand gastronomico, saranno presenti le associazioni di Protezione Civile e le associazioni del Quartiere Giardino. Obiettivo della manifestazione è infatti quello di promuovere occasioni di incontro tra i cittadini mirate alla riappropriazione del territorio e al rinsaldamento del tessuto sociale grazie alla collaborazione tra Istituzioni, soggetti del Terzo Settore e comitati civici. L’iniziativa offrirà inoltre l’occasione per valorizzare la recente apertura della sede del CAVPCFE in piazza Castellina mostrandone le capacità operative.

IL PROGRAMMA:
– Venerdi 25 aprile: inizio attività ore 16, pinzini fritti e salumi; ore 19,30 apertura stand gastronomico.
– Sabato 26 aprile: inizio attività ore 16, pinzini fritti e salumi; ore 19,30, apertura stand gastronomico.
– Domenica 27 aprile: inizio attività ore 12; ore 12,30 apertura stand gastronomico; ore 16 pinzini fritti e salumi; ore 19,30 apertura stand gastronomico.

Tutti i giorni dall’orario di inizio attività e fino alle 23,30, saranno presenti le associazioni della Protezione Civile con proprio gazebo e le associazioni del Quartiere Giardino.
Il menù ha un prezzo fisso di 15 euro ed è il seguente:
un primo a scelta fra pasta al ragù o taleggio e asparagi,
un secondo a scelta fra misto di carne alla griglia o somarino con polenta,
un contorno a scelta fra patate fritte o insalata mista,
ciambella, acqua e vino.

Per info e prenotazioni: 334 1345999

TEATRO VERDI – Spettacolo sabato 26 aprile alle 21 in via X Martiri a Porotto
In scena il disagio alimentare e i suoi effetti
24-04-2014

Si intitola ‘Famerò’ lo spettacolo di prosa, per la regia di Shamira Benetti, che andrà in scena sul palco del Teatro Giuseppe Verdi di Porotto sabato 26 aprile alle 21.
“Lo spettacolo – spiegano gli organizzatori – affronta il tema del disagio alimentare dal punto di vista narrativo ed espressivo, passando attraverso la parola che restituisce giustizia ed onestà, e vuole mettere in evidenza il concetto del valore della persona. In scena a ‘sfidarsi’, saranno due figure femminili che cercheranno attraverso i diversi linguaggi della comunicazione di entrare in contatto tra loro fino ad approdare alla meta dell’ascolto”.

L’allestimento si avvale delle coreografie di Maura Mura e del montaggio audio di Giorgio Testoni.

Lo spettacolo è promosso dall’associazione Teatro G.Verdi di Porotto, con la collaborazione della Circoscrizione 3 e il patrocinio del Comune di Ferrara.
Per info:
teatroverdiporotto@gmail.com
www.teatroverdiporotto.it

ARTE E SPETTACOLO – Martedì 29 aprile alle 19,30 e alle 20
Una coreografia in piazza del Municipio per festeggiare la Giornata mondiale della danza
24-04-2014

(Comunicato a cura degli organizzatori)

Martedì 29 aprile, in occasione della Giornata mondiale della danza, un gruppo di danzatori e attori ferraresi proporrà l’adattamento di una celebre coreografia della Batsheva Dance Company di Ohad Naharin, nella cornice di piazza del Municipio, alle 19.30 con replica alle 20 (durata 9 minuti).
La Compagnia Batsheva, ospitata più volte al Teatro Comunale di Ferrara, è conosciuta a livello mondiale, in particolare per la coreografia ‘Echad mi yodea’ (Chi è uno?) nata nel 1990 nell’ambito di uno spettacolo, ‘KYR’, commissionato dal Festival di Israele al neo direttore artistico della compagnia, Ohad Naharin. ‘Echad mi yodea’ è rimasta una sezione coreografica ripetuta negli anni, come parte dei vari spettacoli ‘collage’ proposti da Naharin sia per la Compagnia Batsheva, sia per altre realtà conosciute come la Nederlands Dans Theater.

Dal desiderio comune di diversi amici danzatori ferraresi, professionisti e amatori, con la supervisione e l’adattamento della coreografa Caterina Tavolini, della danzatrice Martina Danieli e dell’attore Massimiliano Piva, è nata l’iniziativa di mettere in scena ‘Echad mi yodea’ per la Giornata mondiale della danza, grazie al sostegno dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Ferrara e della Fondazione Teatro Comunale di Ferrara. In questo difficile periodo storico e culturale, il gruppo venutosi a formare, ha sentito il bisogno di mostrare il proprio amore per l’arte e per la danza, credendo nel proprio profondo potenziale di scambio e di comunicazione.
L’evento del 29 aprile è un anteprima dello spettacolo ‘Tre rose per sempre’ che sarà presentato dall’Associazione culturale Ballarò il 10 maggio alle 21 al Teatro Cortazar di Pontelagoscuro.

Danzano e cantano: Cristina Bergamini, Alessandra Bertini, Sara Cambioli, Michela Carli, Agnese Cristofori, Martina Danieli, Anna Giuriola, Madeleine Goldsmith, Margherita Malinconi, Elisa Mucchi, Roberta Paolini, Massimiliano Piva, Federica Tartari, Caterina Tavolini.

Lunedì 28 aprile a Mesola il convegno “Scenari e strategie per le orticole del delta”

da: ufficio stampa Provincia di Ferrara

“Scenari e strategie di difesa per le orticole del delta” è il titolo del convegno in programma lunedì 28 aprile alle 20,15 nella sala civica del Palazzo della Cultura (ex scuole) di Mesola.
L’appuntamento, organizzato dalla fondazione Navarra insieme con la Provincia, sarà aperto dai saluti del presidente della fondazione, Pier Carlo Scaramagli, e dall’assessore provinciale all’Agricoltura, Stefano Calderoni, cui seguiranno gli interventi di Stefano Roverati di Casa Mesola e di Giovanni Curto del servizio fitosanitario della Regione Emilia-Romagna.
Le conclusioni sono affidate alla senatrice Maria Teresa Bertuzzi.
Coordina i lavori della serata Fabio Galli, della Fondazione Navarra.
Per maggiori informazioni è a disposizione la segreteria organizzativa (tel.: 0532.756110, mail: info@fondazionenavarra.it , sito: www.fondazionenavarra.it ).

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Proroga chiusura Opg, dichiarazione dell’assessore Lusenti

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Politiche per la salute – Proroga della chiusura degli Opg, a Reggio Emilia minoritaria la presenza in struttura dei residenti. L’assessore Lusenti: “Abbiamo compiuto un grosso lavoro, pronti a chiudere nei tempi previsti”

Bologna – “L’Emilia-Romagna sarà pronta a chiudere l’Ospedale psichiatrico giudiziario di Reggio Emilia nei tempi previsti e adottare i piani di assistenza individuali per i residenti”. Queste le parole dell’assessore alle Politiche per la salute della Regione Carlo Lusenti in merito al decreto per il superamento degli Opg, che ne proroga la chiusura al 2015. Dei 180 ospiti presenti all’Opg di Reggio Emilia (dato al 31 dicembre 2013), di cui 40 detenuti e 140 internati sulla base della legge 9 del 2012, solo 25 sono residenti in Emilia-Romagna. Il tasso di presenze in relazione alla residenza è tra i più bassi d’Italia: sul totale dunque è una parte minoritaria quella che, per competenze territoriali, “rimarrebbe in regione all’indomani della chiusura della struttura: si pone quindi il problema della destinazione degli altri detenuti”. Nel 2008 i residenti emiliano-romagnoli presenti nell’Opg di Reggio erano 46. “Questo calo nelle presenze di residenti dal 2008 a oggi e l’incremento delle dimissioni sono legati a un intenso lavoro svolto con le Aziende sanitarie regionali per individuare i programmi alternativi per le persone internate – conclude Lusenti – . Abbiamo istituito un tavolo di studio con la magistratura sull’esecuzione delle misure di sicurezza applicate alla persone prosciolte, stanziato finanziamenti dedicati al supporto di progetti per internati in licenza finale, fatto corsi di formazione ad hoc per operatori: è stato un cammino impegnativo, in cui abbiamo creduto e crediamo fortemente perché in gioco ci sono i diritti fondamentali delle persone”.

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“L’Emilia e il Cile: io, marchiato da due terremoti”

di Antonio Martella

Da CHIMBOTE – Così imprevedibile e implacabile, la natura; così  impotente e impaurito, l’essere umano. Talvolta la frenesia della vita quotidiana impedisce di fermare lo scorrere del nostro pensare e capire i piccoli grandi avvenimenti che ogni giorno sua maestà Natura pone davanti al nostro filtro oculare.
Il terremoto che ha colpito il Cile il primo aprile scorso è solo una delle tante circostanze che ogni giorno invadono l’irrazionale umano.
L’entità del terremoto, con una magnitudo di 8.3, fortunatamente non ha causato così tanti danni quanti se ne potrebbero attendere da un scossa di questo livello.
Sei morti, diverse abitazioni distrutte, qualche frana che ha bloccato la normale viabilità, migliaia di persone rimaste senza corrente elettrica e tanta tanta paura, quello sgomento che chi ha passato il terremoto in Emilia conosce bene, quella pietrificazione e impotenza che sono archetipiche nell’uomo.
E’ un legame arcaico che ci unisce a madre natura; e il sentimento che ci governa ci dovrebbe, a volte, far riflettere su cosa affrontiamo, produciamo e creiamo nel nostro quotidiano.
L’uomo è l’ineffabile impotenza, la natura e la sorprendente  devastazione. In che misura oggigiorno l’uomo può resistere e opporsi nei confronti della sorprendente e imprevedibile natura? E’ il mio interrogativo, dopo gli eventi sismici emiliani e cileni che mi hanno coinvolto in prima persona.
Sono state delle lunghe e travagliati notti quelle vissute  tanto dalle popolazioni emiliane come dai loro compagni di sventura della costa del pacifico settentrionale. 1 aprile 2014  e 20 maggio 2012 sono due date che indelebilmente rimarranno incise nella mia memoria.
Sono quegli interminabili istanti che fanno partire la mia riflessione per cercare di afferrare cosa l’uomo sia arrivato effettivamente a comprendere, nonostante tutti gli studi e le grandi scoperte in ambito scientifico, della scienza sismologica: quel poco o quel nulla.
Sicuramente l’evoluzione della scienza ci ha concesso una qualità di vita straordinariamente migliore rispetto ai nostri antenati, la vita media  dell’uomo nel mondo è intorno ai 70 anni, la malnutrizione e le epidemie sembrano quasi essere un retaggio del passato, o è questo che cercano di propinarci respingendo in un angolo remoto le sofferenze di una consistente parte della popolazione del pianeta, e con una buona dose di fortuna noi ‘occidentali’ riusciamo a vivere gli ultimi anni della nostra vita godendo i frutti del nostro stremante lavoro.
Ma nel momento in cui si presentano eventi simili , tutta l’evoluzione si ferma, la grande scienza si trasforma in un piccolo bambino impaurito e tutti gli sforzi di una vita sembrano scomparire in poche frazioni di secondo.
Siamo risucchiati dalla spirale della vita che non lascia tempo alla razionalizzazione di circostanze come terremoti, tsunami, le eruzioni vulcaniche, insomma le famose calamità naturali, ma nel momento in cui accadono, proprio in quell’attimo riecheggiano in noi quei sentimenti ancestrali, come dei segnali di una straordinaria forza, risvegliando quella collettiva emotività primoridiale .
Bene, la sismologia avrà pure fatto dei passi da gigante negli ultimi anni, ma non penso che riuscirà mai a prevedere per tempo l’inopinabile e sorprendente natura. Componente emotiva e memoria hanno il ruolo di attaccante e portiere per chi ha già avuto l’onore di confrontarsi con sua altezza il Sisma.
L’irrazionalità della natura governata dalle più razionali delle leggi, la matematica, una strana dualità intrinseca nella natura, come altrettanto nell’uomo: ecco l’azzardo e il paradosso che non trovano composizione.
Ed è qui che mi interrogo su come l’uomo, nell’illusione di governare questi eventi e nell’inaccettabile consapevolezza di non poterci riuscire si comporta: come se tutto fosse scontato, nell’epoca dell’incertezza.
La scelleratezza e l’irresponsabilità di chi osa tanto non sempre porta buoni frutti, le trivellazioni che provocano subsidenza ne sono l’esempio palese. Basti ricordare che in Cile, uno dei Paesi più colpiti dal punto di vista sismico, il terremoto di Valdivia del 22 maggio 1960, conosciuto anche come Grande terremoto cileno, il più potente dei terremoti mai registrati nella storia mondiale della sismologia, con una magnitudo momento di 9,5, fu innescato proprio da una sorta di subsidenza, in quel caso naturale: in termini scientifici si parla di subduzione della placca terrestre. Il suo epicentro fu localizzato nei pressi di Canete, circa 900 chilometri a sud di Santiago, ma la città più colpita fu Valdivia. Dopo la scossa principale, una serie di fenomeni tellurici continuò a sconvolgere il sud del paese sino al 6 luglio.
Il sisma fu avvertito in differenti parti del pianeta e produsse uno tsunami, con onde alte fino a 25 metri, che colpì diversi stati fino alla sponda opposta dell’oceano Pacifico: Hawaii (devastando Hilo), Giappone, Filippine, Nuova Zelanda, Australia e Alaska. Lo stesso fenomeno fu inoltre causa dell’eruzione del Vulcano Puyehue. Le cifre esatte sulle perdite umane e materiali sono sconosciute, ma le stime più credibili parlano di tremila morti, più di due milioni di sfollati, e danni tra 400 e 800 milioni di dollari Usa (tra i 2,9 e i 5,8 miliardi del 2011), dati comunque piuttosto contenuti in confronto all’entità del terremoto, anche a causa della bassa densità della popolazione e degli edifici costruiti principalmente in legno.
Sono questo genere di calamità che ci fanno intendere la fragilità dell’uomo di fronte a tanta forza distruttiva, la raggiante forza della natura e l’impotenza dell’essere umano, uno dei temi più discussi nella storia del pensiero; che ci attraversa e ci scuote ad ogni nuova catastrofe.

Grande musica e colpi di scena per l’ultima tappa ferrarese del concorso nazionale “Una Voce per Sanremo in tour 2014”

da: Relazioni esterne Associazione Merkaba Eventi

In una serata ricca di colpi di scena in occasione dell’ultima tappa ferrarese, all’Antica Osteria delle Volte, del concorso nazionale “Una Voce per Sanremo in tour 2014” sezione edito. A partire dalla gradita dell’ospite d’onore Eraldo Turra (popolare attore di fama nazionale), per concludersi con la visita da parte della polizia municipale che priva il pubblico di una esilarante esibizione finale dell’improvvisato trio canoro formato dallo stesso Turra, il suo manager Claudio Bettocchi e il giurato Stefano Duo. Nonostante tutto la gara viene portata a termine con la vittoria del giovane cantante ferrarese Giacomo Mezzadri, piastrellista di professione, che si aggiudica il premio del pubblico. Il riconoscimento della giuria tecnica formata da: Isabella dall’Olio (cantante e vocal-coach), Susanna Rossi (insegnante di canto moderno), Stefano Duo (attore e musicista) e del sopracitato Turra, è andato alla giovane e promettente, diplomata geometra ma di professione commessa, Federica Palliotta di Bologna. Degna di nota anche la prestazione della studentessa universitaria ferrarese Chiara Fortini che forse, complice l’emozione, non ha reso pienamente rispetto alle sue potenzialità. Ora per una settimana, il via libera al voto online che potrebbe modificare la classifica per redigere l’elenco dei partecipanti alla finalissima provinciale, che si terrà nella serata di sabato 3 maggio a Copparo, in concomitanza con la Festa di Primavera.

Martedì 29 aprile alle 17, nei Camerini del Principe in Castello Estense, l’inaugurazione della mostra “La Leda perduta”

da: ufficio stampa Provincia di Ferrara

Sarà inaugurata martedì 29 aprile alle 17 nei Camerini del Principe in Castello Estense, la mostra “La Leda perduta: una collezione ferrarese. Divagazioni su un mito nel centenario di Michelangelo Buonarroti”, che resterà aperta fino al 18 maggio.
Per l’occasione, dunque, riapriranno al pubblico le sale che un tempo furono l’appartamento privato del duca Alfonso I d’Este, per ospitare l’esposizione curata da Lucio Scardino con catalogo pubblicato dalla Liberty House di Ferrara.
L’orario di visita è lo stesso del percorso museale del Castello Estense: dalle 9,30 alle 17,30, con ultimo biglietto alle 16,45. Invariato è anche il costo del biglietto di ingresso al Castello.
Trenta sono le opere – pittoriche, sculture, grafica – esposte per l’occasione, tutte collezionate dal curatore in circa trent’anni sul tema di “Leda”, fra le quali spiccano le firme di Renato Guttuso o degli ex docenti al liceo artistico ferrarese “Dosso Dossi”: Goberti, Guidi, Biavati, Zanni e Bonora.
L’esposizione cade volutamente nel 450simo anniversario della morte di Michelangelo Buonarroti. Proprio al grande artista toscano Alfonso I d’Este commissionò verso gli anni trenta del Cinquecento il dipinto “La Leda col cigno”, essendo il duca rimasto fortemente impressionato dal personaggio narrato da Ovidio nelle “Metamorfosi”. Libro, peraltro, molto conosciuto ed apprezzato nella corte ferrarese.
Il quadro era destinato ad arricchire la leggendaria collezione d’arte dei Camerini, ma non giunse mai a Ferrara a causa di una serie sfortunata di coincidenze. Fino ad essere bruciato per volere della regina di Francia, a causa delle presunte oscenità del dipinto.
Ne sono rimasti, però, un paio di studi preparatori dello stesso autore e varie copie cinquecentesche di vari artisti del tempo.
“La mostra – commenta la presidente della Provincia Marcella Zappaterra – si propone come un percorso iconografico lungo il tempo su questa figura femminile tuttora fonte di forte ispirazione artistica e, nello stesso tempo, ed è l’occasione per riaprire al pubblico alcuni spazi del Castello ricchi di storia e arte”.

“Conversazioni sull’arte”, martedì 29 aprile il secondo appuntamento incentrato su Andy Warhol e la Pop Art

da: Menegatti Lab

RO FERRARESE. Sono ancora disponibili alcuni posti per il secondo appuntamento con le “Conversazioni sull’arte” nello spazio CUCINAVIVA del Menegatti Lab di Ro Ferrarese.
Al centro dell’appuntamento previsto per martedì 29 aprile a partire dalle 20.45 sarà la Pop Art del grande Andy Warhol; il critico e giornalista Michele Govoni, relatore delle serate, entrerà nei colori, nei temi e soprattutto nella vita del grande artista americano che, grazie all’arte, ha modificato il modo di guardare e considerare non solo l’arte ma anche la società americana del boom economico dei primi anni ’50.
La conversazione, un vero e proprio racconto che cercherà nei momenti della vita dell’artista i motivi delle sue scelte poetiche, pittoriche e culturali, si alternerà ad uno speciale accompagnamento enogastronomico realizzato dallo chef ferrarese Marco Boni ed ispirato al tema della serata.
Per iscrizioni ed informazioni contattare Silvia Di Marco al 348/9920275 oppure inviando una email a silvia@menegattilab.it. Il contributo per ogni singola serata è di 38,00 euro.

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Pac e aiuti accoppiati. Rabboni: aiuti anche per pomodoro da industria e frutta trasformata

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Pac ed aiuti accoppiati – Riunione interlocutoria a Roma. Rabboni: aiuti anche al pomodoro da industria e alla frutta trasformata, filiere italiane a rischio di ridimensionamento. Bene l’inserimento della barbabietola. Il 30 aprile un nuovo incontro.

Bologna – “Bene l’inserimento degli aiuti accoppiati per la barbabietola, ma è indispensabile che questi vengano riconosciuti anche al pomodoro da industria e alla frutta trasformata.” Questo in sintesi il commento dell’assessore regionale all’agricoltura dell’Emilia-Romagna Tiberio Rabboni, dopo la riunione di ieri a Roma tra il Ministro delle politiche agricole Maurizio Martina e gli Assessori regionali all’agricoltura per concordare le scelte nazionali della Pac 2014-2020 relative alla definizione di “agricoltore attivo” e agli aiuti accoppiati. Nel corso dell’incontro è stata presentata dal Ministero una proposta che destina 288 milioni a sostegno della zootecnia ( vacche che hanno partorito, nutrici, bovini macellati, ovicaprini, soia), 184 ai seminativi (oleoproteaginose, proteiche, barbabietola, riso) e 98,3 milioni alle colture permanenti (olivo). Gli Assessori hanno espresso numerose osservazioni critiche e chiesto al Ministro una nuova proposta. La riunione è stata riconvocata il 30 aprile.
“E’ apprezzabile che il Ministero abbia aggiunto, come da noi più volte richiesto, la barbabietola tra le colture da sostenere con gli aiuti accoppiati ad ettaro – ha commentato Tiberio Rabboni – l’eliminazione nel 2017 delle quote zucchero nazionali aprirà infatti le porte dell’Italia alle produzioni europee di minore qualità e prezzo e senza l’aiuto accoppiato la bieticoltura italiana, già ridimensionata dalla riforma del 2005 rischia di scomparire definitivamente. Bene anche il premio per le vacche da latte che hanno partorito vitelli, premio maggiorato in caso di incroci con razze da carne. Non possiamo però dirci soddisfatti. L’aiuto accoppiato è indispensabile anche per il pomodoro da industria, un settore con un numero molto elevato di occupati tra agricoltura e trasformazione, e per la frutta (pere, pesche e prugne) da trasformazione. Paesi europei produttori di ortofrutta concorrenti con il nostro, con costi di produzione peraltro più bassi di quelli italiani (Spagna, Portogallo, Francia), hanno già deciso l’attivazione dell’aiuto. Ciò porterà ad uno svantaggio incolmabile per le produzioni italiane e ad un serio rischio di crisi strutturale futura. Per questo insisto sulla richiesta di aiuto accoppiato anche per il pomodoro da industria e la frutta da trasformazione. Confido in un riscontro positivo del Ministero il prossimo 30 aprile”.

Parte il Salone Nazionale delle Sagre – Misen!

da: ufficio Stampa e comunicazione Ferrara Fiere Congressi

Il Salone Nazionale delle Sagre – Misen è pronto al via! Dopo il clamoroso successo di pubblico e di espositori riscosso nel 2013 – ventimila visitatori e oltre cento sagre partecipanti –, a partire da domani e fino a Domenica 27 le nozze tra cucina di qualità e tradizione tornano a celebrarsi nei padiglioni della Fiera di Ferrara, per la quarta edizione.
Organizzato da Ferrara Fiere Congressi e dall’Associazione Turistica Sagre e Dintorni, il Salone è l’unico evento in Italia dove, con un solo biglietto d’ingresso, il pubblico può assaggiare le prelibatezze di sagre enogastronomiche provenienti da ogni angolo della penisola, e trascorrere piacevolmente tre giorni tra attrazioni, gare, dimostrazioni, balli, tombole e shopping.
Dopo il taglio del nastro, fissato per le 10, il programma della giornata inaugurale prevede la distribuzione di cassette di frutta alle sagre, nell’ambito del progetto “Sfrutta la Sagra” che, nato da un’idea di Adriano Facchini, Claudio Gamberini, Roberto Fiammenghi e Paolo Bruni, punta a promuovere l’inserimento della frutta italiana di stagione nel circuito delle sagre.
Dalle 10, nel laboratorio non-stop “A scuola di pane”, un maestro fornaio insegnerà a preparare quello che ne “Il mulino del Po” Riccardo Bacchelli definiva “il pane più buono del mondo”, ovvero la coppia ferrarese. Alle 10.30, nell’Area Concorsi del padiglione 4, gli chef di Zanussi Elettrodomestici terranno, invece, il corso “Le nuove tecnologie in cucina”.
Dalle 12 alle 15, saranno pienamente operative le cucine delle Sagre, che distribuiranno al migliaia di deliziosi assaggi di piatti tipici, dal tortellone al cotechino, dal bollito al salame alla brace.
Il pomeriggio in Fiera si aprirà alle 14.30 con il “Laboratorio didattico di pasticceria salata e preparati di carne in abbinamento”, che vedrà “in cattedra” il Maestro macellaio Lorenzo Rizzieri dell’Istituto Italiano Assaggiatori Carne De Gustibus Carnis e Cristiano Pirani della pasticceria “Chocolat” di Ferrara.
La ristorazione curata dalle Sagre riprenderà alle 19, mentre alle 21.00, sempre nell’Area Concorsi, si svolgerà il primo round dell’avvincente disfida “Gran Galà della Salama”: a riempire del proprio profumo i padiglioni del Quartiere fieristico saranno le salamine prodotte da privati, che si contenderanno i pochi posti disponibili per la finale di Domenica 27.
Se le sagre sforneranno manicaretti fino alle 21.30, la serata del Salone Nazionale delle Sagre è però destinata a proseguire. Alle 22.00, il testimone passerà al musicomico Andrea Poltronieri che, nel padiglione 1, sarà il mattatore di “Sagre Happy Hour” e del tombola-show: la cartella per la prima tombola è in omaggio con il biglietto d’ingresso e ci sono in palio ricchi premi gastronomici.
Musica e danze saranno protagoniste del “Gran Galà del Liscio”, con le migliori orchestre e l’animazione del gruppo “Musicallegria”, mentre gli hobby più originali e bizzarri, con collezionisti di livello internazionale, terranno banco a “Misenpassion”. Ampio spazio sarà dedicato anche al pubblico “baby”, che potrà divertirsi in sicurezza tra gonfiabili e altre attrazioni.
Un’area del Salone sarà, poi, riservata a “Lungo il Po”, il progetto di valorizzazione enogastronomica e turistica dei territori lambiti dal ‘Grande Fiume’, ideato da Ferrara Fiere Congressi, in collaborazione con le province che insistono sull’asta del Po. Qui i visitatori troveranno un percorso espositivo scandito dalle tipicità legate al paesaggio, alla cucina e all’arte che rendono uniche le terre bagnate dal fiume più lungo d’Italia.
Il biglietto di ingresso (12 € l’intero, 10 € il ridotto, scaricabile dal sito www.salonedellesagre.it, 8 € quello riservato alla categoria 11-25 anni) consente di gustare le proposte di tutti gli stand e dà accesso agli spazi e alle attività in programma. I bambini sotto i 10 anni entrano gratis.
Durante il Salone, una navetta gratuita porterà visitatori ed espositori direttamente in Fiera. Fermate alla Stazione ferroviaria e ai Giardini di Viale Cavour, vicino alle Poste Centrali.

Metropolitana d’arte: Napoli-Toledo batte Mosca-Komsomolskaya

Da MOSCA – Durante una domenica pomeriggio moscovita di questo aprile ancora grigio e uggioso, mi decido ad andare al Multimedia Art Museum Moscow (Mamm), a visitare la Biennale di fotografia 2014. Per la capitale russa è un evento artistico e mondano importante, qui s’incontrano persone di ogni età e nazionalità e si percorrono i sei piani del museo avveniristico che ospitano fotografie in bianco e nero dei maggiori fotografi dell’Agenzia Magnum, da Cartier Bresson a Erwitt, oltre che immagini di Erwin Blumenfeld e, addirittura, di Jessica Lange.
Entro ed assisto ad un interessante scorrere d’immagini, da lontano, e m’imbatto subito in un’impressionante e coinvolgente opera. Mi avvicino alle didascalie e leggo il titolo: Il teatro è vita. La vita è teatro – Don’t ask where the love is gone, di Shirin Neshat. Con mia grande sorpresa, mi ritrovo nel mio Paese, e, precisamente, a Napoli. Mi siedo di fronte a quelle fotografie, le osservo con curiosità e stupore.

Shirin Neshat
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Nel 2012, l’artista e regista cinematografica di origine iraniana, Shirin Neshat, è stata incaricata di creare uno spazio “visivo” per la stazione Toledo della metropolitana di Napoli. L’invito faceva parte di un ambizioso progetto artistico e di design che coinvolgeva una “star-architetto” (il catalano Oscar Tusquets Blanca) e numerosi artisti internazionali, ognuno incaricato di una diversa stazione, ognuno impegnato a creare esperienze interessanti, uniche e accattivanti per i passeggeri. Il progetto è stato attentamente curato dal critico d’arte Achille Bonito Oliva. Fra gli altri, le stazioni ospitano lavori di Shirin Neshat, Robert Wilson, Ilya ed Emilia Kabakov, Francesco Clemente e William Kentridge.

 

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Shirin Neshat, famosa per i suoi ritratti di donne coperti da scritte in calligrafia persiana

Vogliamo soffermarci con voi sul lavoro della Neshat, incrociato, appunto, al MAMM. Dopo aver passato alcuni giorni a Napoli, Shirin Neshat (artista conosciuta per il suo lavoro nella fotografia, nei video e nel cinema – si ricordi il suo vincitore del Leone d’Argento Donne senza uomini del 2009) è rimasta inevitabilmente attratta dalla vitalità e teatralità napoletane e, con il fotografo italiano Luciano Romano, ha deciso di immortalare alcuni ritratti di una serie di vari attori locali di teatro sperimentale napoletano (Teatro nuovo e Teatro Instabile)  tra i quali le attrici Cristina Donadio, Antonella Morea, Giovanna Giuliani e il direttore artistico dell’Instabile Michele Del Grosso. Con questo lavoro Neshat ha scelto per la prima volta nella sua carriera soggetti occidentali.
L’opera, intensa e drammatica, s’ispira esplicitamente al rapporto di corrispondenza fra finzione teatrale e vita reale, e esprime la volontà di rappresentare, attraverso diverse e intense espressioni del corpo, il sentimento della perdita e della separazione.

I nove ritratti in bianco e nero esposti a Mosca, sfilano ora sui muri della stazione Toledo della linea 1 della metropolitana partenopea. Come prigionieri che tentano di scappare, queste figure sembrano emergere dalle neri e fosche ceneri di una lontana Pompei bruciata. Apparendo dall’oscurità e avanzando verso la luce, i movimenti rallentati danno l’impressione di una sorta di sfida, ma, allo stesso tempo, del dolore della condizione umana e della lotta speranzosa per un nuovo inizio. Qualche critico si è domandato se non si trattasse di una metafora dell’eterna “elasticità” e “capacità di recupero” della città di Napoli…

Ma perché “Don’t Ask Where the Love Is Gone”? Si tratta della canzone dell’egiziana Oum Kalthoum, la cui voce aveva emozionato migliaia di persone. «Cerco l’universalità, qualcosa che possa essere valido per chiunque», aveva detto la Neshat. «La bellezza deve sempre essere accompagnata dal sentimento e dall’impegno sociale e politico. Perseguire la bellezza di per sé rimane un estetico sforzo superficiale e la lotta politica solo un grido rumoroso. Solo quando le combiniamo allora esse diventano arte».

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Metropolitana di Napoli, stazione Toledo

Nel 2013, l’azzurra Toledo è stata considerata dal britannico The Daily Telegraph la fermata più affascinante d’Europa, battendo la bellissima e famosa fermata Komsomolskaya di Mosca, con i suoi mosaici, e quella della stazione di Stoccolma che ha per tema la natura.

Fra l’altro, il corridoio che collega l’uscita Montecalvario è decorato con le fotografie di Oliviero Toscani in vari punti del centro storico della città per la sua iniziativa Razza Umana/Italia. Le fotografie raffigurano i volti dei napoletani che hanno voluto partecipare all’iniziativa.

 

 

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Mosca, stazione di Komsomolskaya

Va ricordato che la stazione fa parte del grande e ambizioso progetto Stazioni dell’Arte, promosso dall’amministrazione comunale di Napoli per rendere i luoghi della mobilità più attraenti e offrire a tutti la possibilità di un incontro con l’arte contemporanea, costituendo uno degli esempi più interessanti di museo decentrato e distribuito sull’intera area urbana, un museo che non è spazio chiuso, luogo di concentrazione delle opere d’arte, ma un percorso espositivo aperto, per una fruizione dinamica del manufatto artistico.

(Nella foto in evidenza: opera di Shirin Neshat Don’t ask where the love is gone fotografata da Simonetta Sandri al Mamm di Mosca).

Quei kit dell’Abi e di Bankitalia

Mettendo ordine nella mia affollata libreria, ho colto l’occasione per rileggere alcuni libri sull’euro e i tre kit che l’Associazione bancaria pubblicò (con il supporto della Banca d’Italia) per i corsisti bancari, per formarli come euro tutor. Non ho trovato sorprese nella lettura, dopo i tanti anni trascorsi con questa valuta, anzi molte conferme e non poche indicazioni sulle cose da fare a livello di impianto e le non poche riforme da realizzare in tempi ben precisi.

Il 25 di maggio si voterà per eleggere i parlamentari europei e i successivi organismi di governo, quindi penso sia utile riprendere quei lontani suggerimenti, per contribuire ad un voto più consapevole.
Di seguito alcuni dei punti forti su cui si basava l’introduzione della moneta unica, pensata come strumento unificante. Alcuni dei passi che le Nazioni e gli Stati avrebbero dovuto compiere, anche a tappe, ma comunque compiere, per raggiungere uno sviluppo armonico e una crescita sostenibile, per misurarsi con il resto del mondo, ridimensionando il signoraggio.
Bilanci convergenti, armonia dei welfare sociali, politiche economiche e di crescita in rete e coerenti, fiscalità diretta ed indiretta in linea, politiche di difesa ed estera comune, governance a maggioranza e senza diritti di veto, politiche dei prezzi conformi, uniformità di diritti sindacali, politiche monetarie e strumenti unici a sostegno dello sviluppo per le nazioni aderenti, erano i suggerimenti forti che venivano segnalati per avere l’Europa che vogliamo.

Se si pensa al libro bianco di Delors nel 1986 e poi a quella bellissima pagina della storia che ci ha offerto la caduta del muro di Berlino tre anni dopo; Maastricht con i suoi tre pilastri; e ora, a dieci anni e più dall’introduzione dell’euro, non possiamo nasconderci i tanti sconvolgimenti in cui, in questi lontani e recenti anni, siamo stati tutti un po’ tutti coinvolti.
Coinvolti anche come singoli, nei comportamenti familiari, a livello locale e globale, come singole nazioni, come democrazie; coinvolti, forse nostro malgrado, dalle guerre vicine, dentro e fuori dai perimetri europei sempre più allargati.

Di questa lunga storia e della geopolitica ci scordiamo spesso, non riusciamo a rifocalizzarla. Ci piace solo, egoisticamente e cinicamente, soffermarci sull’oggi, sul nostro piccolo giardino e sulle responsabilità degli altri, della politica soprattutto.
Quelle note di Bankitalia, però, ci avvertivano dei benefici, dei costi e dei rischi che qui richiamo, non solo per bucare la memoria ma perché la verità è quello che conta, anche per capire il nostro domani.
I benefici: una moneta unica all’interno di un enorme mercato di 400 milioni di persone, significa meno costi di transazione e di incertezze derivanti dalla flessibilità e volatilità dei cambi, trasparenza, compatibilità dei prezzi e massima concorrenza, maggior peso dell’Europa nel contesto internazionale, e quindi vantaggi economici e politici.
I costi: la perdita dell’autonomia monetaria e dell’uso del tasso di cambio in presenza di rigidità nominali.
I rischi: ulteriori ampliamenti dei divari regionali esistenti, gli effetti della maggior specializzazione produttiva e della maggior concentrazione geografica indotta dall’unificazione monetaria, gli attacchi speculativi delle monete “outs” (specialmente contro valute di economia ad alto debito), possibilità di ritorsioni commerciali e rischio di disintegrazione del mercato unico.

Ecco, in sintesi, una lettura dello scenario che, nel processo di integrazione europea e nei meandri dello shock mondiale, ci ha visto trascinarci da almeno un ventennio.
E guai a fare un’analisi dei nostri guai partendo solo dal 2007, dall’inizio della crisi che attraversa noi come Italia e comunque tutta l’Europa, anche con diverse articolazioni.
Se poi andiamo a rileggerci, Le 33 false verità sull’Europa, un intelligente e convincente libro di Lorenzo Bini Smaghi, sicuramente comprenderemo quale pazzia sarebbe uscire dall’Europa, sia a livello politico che monetario.
Sarebbe bene saperne di più su quel 1.936,27. Sul come e perché di quella cifra. La nostra mente allora vedrebbe, nella sua composizione, nei suoi componenti, nei totali parziali e nella somma, dove il tutto non sono numeri ma una condizione, un vissuto, un sentimento, una storia, un popolo.
Una cifra che, col suo criterio di formazione, cioè il tasso di conversione, si articola di ogni valuta del paniere ecu per ritrovare stabilità in parità bilaterale, fissando i valori discreti, poi il rapporto con il dollaro, poi ancora ecu/valute ue, ancora $/ecu, ancora valute /$ e, concludendo il percorso, si ha il tasso di conversione Euro in valute area euro per ogni paese aderente.
La complessità matematica ci porta a dire che tutti questi passaggi (una sorta di vecchia catenaria) sono i tempi di un vissuto sociale, economico, civile, di libertà, del lavoro e dell’impresa, ben quantificati e ponderati in un paniere che ha subito diverse sue composizioni al crescere di un Paese e di una nazione ma, soprattutto, ci piace sottolineare che quella cifra aggiuntiva ed integrativa (sostanziale) è fatta di fatiche, di sudore, di sacrifici, dei pianti e dei dolori delle persone, delle famiglie, delle comunità, di tutti gli italiani.

C’è chi pensa che quella cifra sia troppo alta, c’è chi pensa che occorra tornare indietro, anche correndo il rischio vero di una nuova miseria e di una nuova povertà, mettendo in pericolo anche una storia. C’è chi gioca per un’ideologia e per populismo, c’è chi pensa di raccogliere qualche migliaia di voti in più. Ma può un Paese con una responsabilità così grande e storica essere lasciato cadere nel baratro? Penso proprio di no. E allora attenti a quelle 33 false verità.

Difendere i bambini dalla paura

La paura è un’esperienza naturale dell’uomo. Ha una funzione di protezione, anche nelle specie animali svolge primariamente una funzione di allarme, di difesa e garantisce la sopravvivenza. Ci consente di prepararci psicologicamente ad affrontare una situazione pericolosa, esorta alla prudenza, aiuta a valutare un rischio. Le paure, però, chiedono di essere superate per poter agire e vivere nel quotidiano, anzi l’elaborazione di una propria paura rafforza la stima in se stessi.
Le paure cambiano col tempo e sono condizionate dall’ambiente: il contesto sociale influenza il contenuto della paura. Le paure sociali sono quei timori condizionati dall’educazione e, quindi, frutto della relazione con i genitori e con gli educatori.
Diverse situazioni possono spingere i bambini ad avere paure, a partire da un atteggiamento di disinteresse da parte degli adulti, disinteresse che crea nei bambini sensazioni di solitudine e vuoto emotivo. Le paure possono essere correlate anche ad un atteggiamento educativo permissivo, che il bambino può vivere come indifferenza o ad uno stile educativo basato su minacce e punizioni, con particolare ricorso alla minaccia di non voler più bene; ad un’aspettativa esagerata sul piano intellettivo che può lasciare inappagate le necessità affettive del bambino, ad uno stile educativo iperprotettivo che non riconosce autonomia al bambino, lo rende dipendente e limita il suo sviluppo.
Viviamo in un tempo in cui vecchie e nuove paure si mescolano. Restano, ad esempio, le minacce della natura che hanno da sempre accompagnato l’umanità: le vecchie paure di temporali e calamità naturali si traducono nella paura di catastrofi, amplificata dai media. Molte paure possono coinvolgere i bambini: la paura di essere rapiti, la paura di punizioni (senza cena o senza videogiochi, ad esempio), la paura di andare male a scuola, di risultare “impopolare” o di apparire come un “perdente”, paura enfatizzata da un contesto che esalta risultati e successi.
Le paure si trattano trasmettendo il messaggio ai bambini che non bisogna avere paura di avere paura, facendo attenzione alle immagini trasmesse dai media e insegnando ad affrontare i pericoli reali. Quando la paura è trasmessa dai media, ha un impatto diverso a seconda dello sviluppo emotivo ed intellettivo raggiunto dal bambino. Il suo stato psichico generale e la sua capacità di confrontarsi con le sue paure costituiscono fattori importanti per poter gestire le emozioni suscitate da  un film o da un telegiornale. È di fondamentale importanza il ruolo dell’adulto che accompagna il bambino in questo confronto, che può aiutarlo a decodificare e gestire le emozioni, dando più spazio all’ascolto piuttosto che ai consigli.
È consigliabile che i genitori, per quanto possibile, possano monitorare i programmi televisivi che guardano i loro figli (guardandoli con loro) o facendo da filtro. E’ importante che gli adulti si pongano come figure di riferimento sia dal punto di vista cognitivo, sia da quello emozionale: aiutare i bambini a decodificare le immagini ed i contenuti, cercare di contenere e comprendere le loro emozioni, condividerne le preoccupazioni, rappresentano occasioni per rafforzare la relazione tra genitori e figli, insegnanti e studenti.
La tutela dei bambini dalla violenza delle immagini e dei contenuti da esse veicolati deve rappresentare un valore da perseguire quotidianamente. La paura è contagiosa e ha il potere peculiare di trasmettersi. Si tratta di un chiaro esempio dell’effetto profondo che tale emozione esercita sulle funzioni corporali, ma è anche una dimostrazione della facilità con cui si è indotti ad avere paura senza ragione. La paura paralizza il sistema nervoso, causa stanchezza ed affaticamento.
Infine, ricordiamo che, come scriveva Sartre: “Tutti gli uomini hanno paura. Tutti. Chi non ha paura è un anormale. E tutto questo non ha niente a che vedere con il coraggio”.

Chiara Baratelli è psicoanalista e psicoterapeuta, specializzata nella cura dei disturbi alimentari e in sessuologia clinica. Si occupa di problematiche legate all’adolescenza, dei disturbi dell’identità di genere, del rapporto genitori-figli e di difficoltà relazionali.
baratellichiara@gmail.com

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La Porta degli Angeli (foto di Aldo Gessi)