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Giorno: 17 Maggio 2014

Emergenze Creative 2014: la rassegna annuale d’arte contemporanea su tematiche ambientali torna a Ravenna

da: ufficio stampa Emergenze Creative

EMERGENZE CREATIVE 2014, la rassegna annuale d’arte contemporanea su tematiche ambientali, torna nel centro storico di Ravenna e si riconferma come appuntamento fisso nella programmazione culturale della città.
Si rinnova l’interesse per il dialogo arte e ambiente, con una proposta di arte pubblica che nasce da un’attenta indagine del tessuto urbano ravennate e che invita i cittadini a partecipare attivamente all’intervento artistico, diventando da semplici fruitori a necessari protagonisti.
La rassegna è curata da Silvia Cirelli e si sviluppa come evento collaterale alla manifestazione Ravenna 2014. Fare i conti con l’ambiente, organizzata da Labelab.
Questa settima edizione è affidata all’artista bolognese Chiara Pergola, esponente di rilievo della scena contemporanea italiana. Da tempo attenta all’importanza della percezione comune e del valore condiviso dell’arte, Chiara Pergola concentra il suo lavoro sulle dinamiche del linguaggio e su quanto queste possano inserirsi in una lettura sociale e culturale di forte richiamo collettivo.
Il progetto presentato a Ravenna, dal titolo Quelchefarete, si pone in stretto dialogo con lo spazio in cui viene ospitato, trasformando alcuni luoghi del centro storico in tasselli testuali di un vero e proprio rebus, la cui misteriosa soluzione è una parola di 9 lettere, risultante dall’unione di due termini di 5 e 4 lettere. La risoluzione del gioco – un elemento di riflessione sul significato di “sviluppo ecologico” – sarà poi svelata tramite un QR code, presente sul materiale informativo, come anche nei siti di riferimento (il sito personale dell’artista, quello di Emergenze Creative e quello della manifestazione Ravenna 2014).
Lo spettatore, che avrà a disposizione una mappa con segnalati secondo un ordine preciso i tre punti del rebus (le Piazze centrali di Ravenna: Piazza Garibaldi, Piazza XX Settembre e infine Piazza del Popolo), è dunque invitato a decifrare l’enigma recandosi nei luoghi del gioco. In ciascuna Piazza dovrà cercare i due “complici” dell’artista (facilmente riconoscibili per un abbigliamento a tema) i quali, senza parlare ma solo indicando gli indizi testuali, aiuteranno il partecipante a scoprire la soluzione dell’indovinello. La scelta dell’indicalità piuttosto che l’utilizzo della parola è in accordo con la tradizione linguistica enigmistica e soprattutto in linea con il significato delle arti visive.
Il titolo dell’intervento artistico, Quelchefarete, contiene una doppia chiave di lettura, da un lato può essere interpretato come “quel che fa rete” e cioè i comportamenti collettivi che creano equilibri di relazioni fra le persone ma anche con i luoghi; dall’altro può anche essere inteso come “quel che farete”, ovvero quello che i partecipanti dovranno fare durante l’happening, ma soprattutto ciò che è giusto fare in una prospettiva di cambiamento delle nostre condizioni ambientali.
Dall’impronta volutamente ludica, con questo intervento Emergenze Creative si riconferma come opportunità di confronto fra arte e ambiente, con un progetto di richiamo collettivo che ancora una volta evidenzia quanto l’arte contemporanea possa fungere da valido strumento di comunicazione e di sensibilizzazione.
In collaborazione con: Labelab.
Con il Patrocinio di: Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Regione Emilia- Romagna, Provincia di Ravenna, Comune di Ravenna.

EMERGENZE CREATIVE 2014
Rassegna annuale d’arte contemporanea su tematiche ambientali
a cura di Silvia Cirelli
21-22-23 maggio 2014
ARTE PUBBLICA nel centro di Ravenna: happening di Chiara Pergola
Happening artistico il 21-22-23 maggio (dalle 16 alle 19)
Piazza Garibaldi (ore 16 – 17) – Piazza XX Settembre (ore 17 – 18) – Piazza del Popolo (ore 18 – 19)

Concorso letterario per la festa del bicentenario della Fondazione dell’Arma dei Carabinieri, premiati oggi 5 studenti

da: ufficio stampa Comune di Comacchio

Con un tema composto in forma epistolare e in prima persona, come se fosse stato ispirato da Cristiano Scantamburlo, il giovane Brigadiere dei Carabinieri, deceduto in servizio il 12 febbraio 2006, dopo uno scontro a fuoco con un pregiudicato, Fabio Bellotti, alunno della classe III^ C della scuola secondaria di primo grado “A. Zappata” di Comacchio, ha vinto il concorso letterario, abbinato alla festa del bicentenario della Fondazione dell’Arma dei Carabinieri. Questa mattina nella sala polivalente San Pietro si è svolta la cerimonia di premiazione con l’assegnazione di 5 borse di studio agli alunni, che più si sono distinti, cimentandosi in un elaborato improntato ai valori dell’Arma. “L’Arma mi ha sempre affascinato e appassionato – ha scritto Fabio nel suo tema, come se fosse Cristiano Scantamburlo a raccontare la propria vita – proteggendo i più deboli e gli indifesi dai malviventi. Ho lasciato la mia vita troppo presto, i miei sogni si sono spezzati, ma ho ottenuto per questa occasione una speciale dispensa a scendere sulla terra e a festeggiare con i miei amici con la mia divisa.” Fabio ha strappato commossi applausi dalle autorità presenti in sala, dal pubblico numeroso e dai compagni di scuola, accompagnati dalla vice-preside Roberta Agostini. Le borse di studio, come si è detto, contestualmente al Memorial Scantamburlo, torneo di calcio giovanile, che oggi e domani si disputa allo stadio comunale Raibosola sono entrambe iniziative dedicate alla figura di Cristiano Scantamburlo, “un giovane carabiniere che ha sacrificato la propria vita, per difendere la nostra sicurezza. Tramandare il ricordo di Cristiano e contribuire a diffondere i valori dell’Arma, dall’onestà, alla fedeltà, al porsi al servizio del prossimo con spirito di abnegazione, rappresentano un impegno e un dovere per tutti, – ha commentato il Sindaco Marco Fabbri nel suo saluto di benvenuto – a partire proprio dalle giovani generazioni. Voi siete i protagonisti – ha detto il primo Cittadino rivolgendosi a tutti gli studenti in sala -, ci avete messo il cuore per questa sfida letteraria e questo vi fa onore ed è un’arricchimento per la vostra crescita.” Lo scrittore e giornalista Luciano Boccaccini ha moderato l’iniziativa, ricordando la mostra che a breve sarà inaugurata a Palazzo Bellini con i cimeli messi a disposizione da carabinieri in servizio e in congedo. Lo scrittore Marcello Simoni, insieme al Comandante della Compagnia Carabinieri di Comacchio, Capitano Luca Nozza, allo storico Aniello Zamboni, al presidente della locale Associazione Nazionale Carabinieri in congedo Alberto Tuminello (che ha curato tutti gli aspetti organizzativi insieme alle dirigenti scolastiche dei due istituti comprensivi del territorio), ha fatto parte della commissione giudicatrice per la scelta degli elaborati. Presente tra i relatori anche il Generale Claudio Rosignoli, cittadino onorario di Comacchio, nonché Ispettore regionale dell’Associazione Nazionale Carabinieri in congedo. “Voi siete la speranza del futuro, – ha detto commosso il Generale Rosignoli rivolgendosi agli alunni-, grazie per l’impegno che avete profuso a ricordare la figura di Cristiano Scantamburlo, uno dei nostri eroi caduti e grazie per aver contribuito a diffondere i valori dell’Arma, che sono la lealtà, la fedeltà e lo spirito di abnegazione per tutelare la libertà e la democrazia e far vivere in Pace il nostro Paese.” Il Capitano Luca Nozza ha portato anche il saluto del Comandante Provinciale dei Carabinieri Colonnello Carlo Pieroni, sottolineando che “oggi l’Arma festeggia 200 anni di storia, un’istituzione solida, parte attiva del Paese, purtroppo contornata da numerosi caduti, compreso il compianto Cristiano.” Hanno partecipato alle premiazioni anche Gianfranco Vitali, presidente della Polisportiva Magnavacca, che da 5 anni organizza il torneo di calcio giovanile, “Memorial Scantamburlo”, dedicato alla figura di Cristiano e Alberto Tuminello, presidente dell’A.N.C. di Comacchio. Presente in sala anche il Vice Sindaco Denis Fantinuoli. Questi gli altri premiati del concorso letterario: Roberto Guidi della classe 3^ E della scuola media “A. Zappata” di Comacchio è il secondo classificato; Tatiana Cavallari della 3^ A è la terza classificata, mentre Sofia Caruso della 2^ D della scuola media di Porto Garibaldi è la quarta classificata ed infine Emanuele Carli della 2^ B è il quinto classificato. Un plauso è rivolto a tutti i protagonisti di questa straordinaria festa, che rendendo omaggio ai duecento anni dell’Arma dei Carabinieri, ha unito in un grande abbraccio il mondo della scuola, dello sport e delle Istituzioni, ricordando la figura di Cristiano Scantamburlo.

Grillini: troppe urla, inesattezze e aggressività

da: lista civica Ferrara Concreta, elezioni amministrative 25 maggio 2014

«Le modalità con cui i grillini stanno affrontando la campagna elettorale lascia di stucco. Troppe urla, inesattezze e aggressività». Roberto Serra, portavoce di Ferrara Concreta, la lista che alle amministrative del 25 maggio appoggia il candidato sindaco Tiziano Tagliani, non lascia correre. Perché se a livello nazionale Grillo parla addirittura di vivisezione (per il cane di Berlusconi), dimostrando l’assenza totale di rispetto per gli animali e per chi li ama, a livello locale l’atteggiamento della penta stellata Ilaria Morghen – che si atteggia a perseguitata e nei giorni scorsi ha dato del ‘bastardo’ a Tagliani e ha definito in rapporto al sisma 2012 ‘merdosa’ la scuola statale frequentata dal figlio – , è davvero troppo. «Come Ferrara Concreta, abbiamo la profonda convinzione che la politica non sia grida, offese, turpiloquio. Che alimentando la diffidenza e la contrarietà non si ottenga nulla». Serra pone l’accento sul fatto che ai giovani viene offerto un triste spettacolo e un unico insegnamento: «Che sbraitare può sostituire l’assenza di idee e l’inettitudine al confronto». La chiosa: «Ferrara Concreta è per il dibattito anche acceso ma rispettoso delle istituzioni e dell’avversario politico. L’ educazione ai giovani passa attraverso la musica e ogni forma d’arte, attraverso l’impegno a trovare per loro canali e circuiti espressivi; attraverso la conoscenza della storia locale, che magari avrebbe permesso alla Morghen di non dire inesattezze sui governi della città; attraverso lo sport, come luogo in cui apprendere e sperimentare le relazioni; attraverso l’associazionismo, come forma di condivisione di comuni obiettivi per la società in cui si vive. Di tutto il resto – chiude il portavoce di Ferrara Concreta – si può fare a meno».

Cna: un premio alla capacità di innovare e di eccellere sul mercato

da: ufficio stampa Cna Ferrara

Consegnati i riconoscimenti, istituiti da CNA Ferrara, a 19 imprese della provincia dei diversi settori produttivi. Menzione particolare a sei aziende per le performances raggiunte

Ci vuole coraggio a mandare avanti un’impresa in questo momento, ma ancora di più a innovare, mettendosi in gioco, ancora una volta rischiando. E’ a questo coraggio che Cna Ferrara ha voluto dedicare il premio alle proprie “Imprese di valore”, tenutosi ieri, alla presenza del presidente nazionale della Confederazione, Daniele Vaccarino.
“Vogliamo dire grazie a questi imprenditori e imprenditrici che stanno tenendo in piedi il Paese e che lo faranno crescere nuovamente”, ha esordito Irene Tagliani, presidente provinciale della Cna, in apertura della cerimonia, nel corso della quale è stato consegnato il riconoscimento a 19 aziende della nostra provincia. Rappresentative dei più diversi settori produttivi: dalla meccanica alle fonti rinnovabili, dall’alimentazione ai servizi educativi, dalla realizzazione di serramenti al restauro conservativo di immobili, dall’acconciatura alla comunicazione, le imprese premiate si sono particolarmente distinte per eccellenza manageriale e capacità innovativa, del tutto meritorie in una fase di grande difficoltà economica.
“Malgrado i segnali di ripresa di cui si continua a parlare – ha infatti evidenziato il presidente nazionale Vaccarino – la gran parte delle piccole e medie imprese oggi continua a soffrire. Vogliamo, comunque, rivolgere loro un messaggio di fiducia, perché se le condizioni di ripresa che si manifestano a livello internazionale troveranno conferma, il nostro sistema di pmi sarà senz’altro in grado di coglierle. Tuttavia, come abbiamo sollecitato al Governo, è indispensabile compiere scelte precise. Non è accettabile che, tra tassazione nazionale e locale sulle imprese, si siano ormai raggiunti livelli in alcune aree del Paese attorno al 74%”.
L’impegno della Camera di Commercio a fianco delle piccole e medie imprese è stato testimoniato dal suo presidente Paolo Govoni, che ha ricordato come il 73% delle risorse camerali sia indirizzato proprio a iniziative a fondo perduto a loro vantaggio.
Ma la scena centrale è stata occupata dalla premiazione delle 19 aziende della provincia, coordinata dal direttore provinciale della Cna Corradino Merli. “Imprese di valore”, valutate tali dopo essersi sottoposte ad una rigorosa analisi dei diversi fattori gestionali, dalla produzione alle relazioni con il cliente, dalla valorizzazione delle risorse umane, agli investimenti in ricerca e sviluppo, con particolare attenzione alla capacità di innovazione imprenditoriale. Tra queste, sei attività imprenditoriali hanno ricevuto una menzione particolare. Si tratta di: Cablaggi Iosco srl, (montaggi meccanici e cablaggi elettrici – Argenta); EnergyPie srl, (energie rinnovabili e del risparmio ed efficienza energetica – Ferrara); F.lli Rizzieri di Rizzieri Lorenzo & C. snc (macelleria salumeria gastronomia artigiana Ferrara); Cooperativa Girogirotondo (servizi socio – educativi e assistenziali, inserimenti lavorativi di persone svantaggiate – Comacchio); Isofin srl (finestre, porte e accessori serramenti – Cento); Pasquali srl (metalmeccanica conto terzi – Ferrara).
Questi, i nomi delle altre 13 imprese premiate: Attiv.A Costruzioni srl (conservazione e tutela del patrimonio immobiliare – Cento); Cicli Casadei Srl, (costruzione e vendita biciclette e accessori – Comacchio); Cpm di Castaldini Stefano srl (taglio, fresatura, tornitura meccanica – Portomaggiore); Eurocell srl (involucri cellophane e propilene, imballaggi – Cento); Far srl (produzione di bollitori e serbatoi in acciaio – S. Agostino); Fb Project srl (meccanica di precisione – Ferrara); Inside Btb (agenzia di comunicazione e marketing – Ferrara); Hyper Hair Culture (acconciatura – Ferrara); Logikamente snc (web marketing e system integration – Ferrara); Modelleria Meccanica Bonora (costruzione stampi – Ferrara); Pronesis srl (siti web e servizi gestionali digitali – Ferrara); Termoidraulica Bolognesi (impianti termoidraulici, a gas e solari – Ferrara); X-MakRace (lavorazioni meccaniche e costruzione prototipi – Ferrara).

Calamitati dall’isola d’oltremanica dove tutto è fervore

Da BIRMINGHAM – Il passare del tempo non si smentisce mai e rapido, anche quest’anno, tra uno scroscio di pioggia e l’altro, a Birmingham è arrivato il Summer term: peculiarità dell’Università, infatti, è che gli esami siano concentrati nel mese di maggio. A sostegno degli studenti in questo periodo di revision, la Main Library del Campus è ormai da un mese aperta 24 ore su 24 per venire incontro alle esigenze più bizzarre, notturne, diurne o festive che siano. I ragazzi paiono apprezzare, trascorrendo letteralmente giornate intere studiando tra scaffali, computer e vicini più o meno apprezzabili. L’affluenza si mantiene costantemente alta e la tensione per gli esami in vista (questa annebbiata per i più sfortunati anche da quattro o cinque in una settimana) si fa sentire, anche con singhiozzi disperati per i corridoi. Certo, può risultare stressante, ma non è un’impresa eroica… In Italia lo sarebbe?
“Non puoi sapere tutto!” è il tipico commento degli studenti inglesi avviati al sistema; difatti, uno dei punti chiave della preparazione di un buon esame d’Oltremanica non è lo studio, matto e disperatissimo, di tutto lo scibile, come tipicamente avviene nel Belpaese, bensì la tattica statistica: avendo domande aperte tra cui scegliere, nella maggior parte dei casi, si può calcolare la mole di studio da affrontare e gli argomenti da studiare in vista dell’obiettivo che si vuole raggiungere. Strategia a cui non è concessa una seconda chance per rimediare, se non per risostenere un failed exam in agosto, superandolo con il voto minimo; insomma, si rischiano anche disfatte napoleoniche, non solamente vittorie. I professori, però, sono consapevoli della situazione e si dimostrano più transigenti e tolleranti nel giudicare le risposte date in sede d’esame. Certamente un approccio simile non è l’emblema dello studente perfetto, ma è da biasimare? È meglio applicarsi e snocciolare nozioni non avendo mai sentito parlare di una lettera di presentazione o non avendo svolto attività parallele? Nel Regno Unito è normale che alla fine del primo anno gli studenti trovino già uno stage da svolgere, così da acquisire familiarità e confidenza imparando sul campo. Nessuno pretende esperienza. Per la stessa posizione aperta per un tirocinio in una multinazionale, il requisito inglese recitava “Bachelor”, quello italiano, in aggiunta a innumerevoli altri requisiti, “Laurea specialistica”; stessa azienda, stesso ruolo, diversa latitudine. Inoltre, anche le attività extracurriculari hanno un notevole peso all’interno del curriculum, dove le competenze di team-working e leadership acquisite danno lustro a chiunque, dimostrando proattività e voglia di fare.
Forse l’impostazione del sistema universitario inglese, concepito come un ambiente più orientato al mondo del lavoro, non considera la laurea come uno strumento fine a se stesso, come a volte sembra durante il percorso universitario in Italia, dove manca la visione sul lungo periodo: il voto è lo scopo, non un mezzo. Tant’è che il numero di fuoricorso in Italia è altissimo, come hanno dimostrato recenti sondaggi, mentre in Inghilterra il fenomeno è pressoché inesistente. Sarà colpa della situazione politico-economica in cui siamo impelagati da troppo tempo? Sarà questione di produttività ed efficienza lasciti di Margaret Thatcher? Come sempre, la verità giace nel mezzo, a patto che di verità si possa parlare. Il Regno Unito ha molti problemi al suo interno, dalla scalpitante Scozia agli eccessivi investimenti su Londra noncuranti delle ex città industriali, rimane, però, un Paese capace di offrire soddisfazioni a chi è meritevole, locale o straniero che sia. Magari è questo ciò che manca in Italia, lo stimolo per fare meglio, il fervore che si respira su quest’isola, dove tutto è in continuo movimento ed evoluzione, dove la quasi totalità degli studenti all’inizio del terzo anno ha già un contratto in mano.
Come sconsigliare, quindi, a un giovane italiano di partire e lasciarsi alle spalle un Parlamento che discute di come tagliare le spese risparmiando sul conio dei centesimi, quando mancano concrete misure di rilancio e spinta dell’economia? Ritengo sia inutile tagliare se mancano i presupposti per ripartire. Rimanere, o tornare, pertanto, significa essere sciocchi? Probabilmente è più corretto definirlo come una sorta idealismo che confida nel riconoscimento del merito, supportato dall’auspicio di un miglioramento generale delle condizioni; resta il fatto che tutto dipende da cosa vogliamo e cosa siamo disposti a perdere. È anche vero, però, come sottolineava Orson Welles, che “in Italia sotto i Borgia, per trent’anni, hanno avuto assassini, guerre, terrore e massacri, ma hanno prodotto Michelangelo, Leonardo da Vinci e il Rinascimento. In Svizzera hanno avuto amore fraterno, cinquecento anni di pace e democrazia, e che cos’hanno prodotto? Gli orologi a cucù”.

Giro d’Italia in Griso: il 21 maggio la tappa a Ferrara

da: organizzatori

I ragazzi di Grisoguzzi.it sono felici ed orgogliosi di presentare un tour itinerante a scopo benefico lungo tutto il territorio italiano: il Giro d’Italia in Griso.
Ricordiamo che “Griso” è il nome che Moto Guzzi ha dato al suo particolare modello e che prende il nome dal noto personaggio manzoniano de “I promessi Sposi”
L’evento si svolgerà dal 10 al 24 Maggio 2014 con partenza ed arrivo presso lo stabilimento Moto Guzzi a Mandello del Lario ed in modalità ‘a staffetta’: gruppi di motociclisti si scambieranno il testimone presso località prestabilite. I gruppi saranno presidiati da un capo gruppo e saranno aperti a tutti i motociclisti guzzisti e non guzzisti, basta presentarsi alla partenza della tapa
Il giorno 21 maggio si svolgerà la tappa Ferrara Parma
La partenza della tappa è prevista per le ore 11 dall’officina Murri Factory a Rovereto di Medelana in via Manzolli 78
L’arrivo è previsto per le ore 15 circa a Parma presso la concessionaria Moto Guzzi Guareschi in via Fantelli 15/A dove sarà presente sarà la stampa locale ad accogliere il gruppo di motociclisti
Il testimone della staffetta sarà una bandiera tricolore e l’intento è quello di ‘registrare’ su di essa il passaggio nelle varie località e la partecipazione delle persone (firme, pensieri, aneddoti, ecc.)
Domenica 25 Maggio l’evento si concluderà presso la Cooperativa La Bula di Parma, dove saranno consegnati i fondi ed il testimone
Qualsiasi gadget prodotto e diffuso durante l’evento (magliette, toppe, adesivi o simili) attraverso Grisoguzzi.it è volto solo ed esclusivamente alla raccolta fondi, allo spirito di gruppo e di amicizia e al divertimento. Qualsiasi azione o vendita non sarà a scopo di lucro e non ne deriverà alcun profitto; il ricavato, al netto dei costi di produzione, sarà interamente devoluto alla Cooperativa La Bula di Parma che da decenni aiuta ragazzi diversamente abili ad inserirsi nel mondo del lavoro
Per maggiori informazioni: http://www.grisoguzzi.it/griso-guzzi-forum/eventi-e-viaggi/136124-10-24052014-giro-ditalia-in-griso-pagina-14-2505-evento-bula.html

Non accettato l’invito al confronto pubblico. Di che cosa ha paura Toselli?

da: Stefania Agarossi, Candidata Sindaco per Sant’Agostino, Lista Civica Valore e Rispetto

Questa la domanda che mi faccio da cittadina, prima ancora che da candidata sindaco. Venerdi 9 maggio, di fronte a una platea gremita, ho chiesto a Fabrizio Toselli un confronto pubblico tra i tre candidati sindaci per Sant’Agostino. Qualsiasi data, libero di scegliere lui dove e quando. Obiettivo garantire il diritto e l’opportunità ai cittadini di valutare e scegliere meglio il prossimo sindaco, come sta già accadendo in altri comuni.
Toselli si è preso 48 ore per rispondermi. Ormai è passata una settimana. E nessuna risposta.
E mi chiedo: perché Toselli non vuole un confronto? Di che cosa ha paura? Forse di dover ammettere altre verità scomode in campagna elettorale di cui preferirebbe non dover parlare? Venerdi scorso ha dovuto ammettere che le tasse comunali aumenteranno, che la costruzione del nuovo asilo nido non è al momento una priorità, che il sogno del polo-ombelico sanitario a Sant’Agostino non sarà pubblico, sarà metà pubblico e metà privato.
Il mio intervento è stato considerato come un atto di lesa maestà. In realtà, gli unici a essere veramente lesi sono i cittadini. I miei concittadini, a cui viene negata completezza d’informazione, trasparenza, equità. Anche per questo mi candido. Perché così non può e non deve andare più avanti. Si deve cambiare.
Al di là di aperitivi e paste o prossimi patinati programmi messi in buchetta contenenti tante belle promesse, sta di fatto che siamo senza bilancio di Previsione 2014, già presentato invece a Poggio Renatico, Mirabello, Ferrara, tutti comuni anche loro alla scadenza elettorale e terremotati come noi. E sta di fatto che proprio per questo motivo è rallentata di molto l’attività amministrativa e gli uffici non riescono a procedere speditamente come si dovrebbe, soprattutto ora con la Ricostruzione in atto. Perché ci siamo meritati questa maglia nera?

Come terremotata, mi chiedo perché, dichiarata la grande attenzione per la ricostruzione a San Carlo, sono stati fatti 4 incontri pubblici a Sant’Agostino, uno solo a Dosso e nemmeno uno a San Carlo.
Dov’è poi la lista che mostra nei dettagli come e dove siano stati esattamente spesi il milione e 235mila euro che gli italiani hanno donato per noi terremotati? Quale il vero motivo per il quale ci siamo persi la donazione dei 50.000 euro per la messa in sicurezza della Curva Matteuzzi a San Carlo? Perché nella relazione di fine mandato di Toselli, si parla di un debito ancora non pagato di oltre 70.000 euro per il noleggio di quel tendone bianco quasi inutilizzato che staziona davanti al campo sportivo di San Carlo da oltre un anno e mezzo. Tendone ubicato su un terreno non di proprietà del comune.
Come mamma vorrei poi sapere perché nel programma di Toselli non si parla più del progetto – se non come recondita ipotesi da valutare in futuro – della costruzione del nuovo Asilo Nido, progetto dato mesi fa per imminente e per il quale abbiamo ricevuto in donazione 120.000 euro dai Comuni Piemontesi. Forse perché lo ritiene meno importante del giusto obiettivo del rifacimento delle scuole primarie di Dosso? E si che i due stabili sono nelle stesse condizioni. Forse che i bambini più piccoli hanno meno bisogno dei più grandi?
E ancora: perché i giochi da parco donati generosamente a San Carlo dai Colombarini nel 2012, sono rimasti chiusi nel magazzino comunale per 18 mesi e ricompaiono solo ora magicamente alla scadenza elettorale a Dosso e nulla a San Carlo? Perché data l’accettazione della donazione a marzo 2013 con tanto di delibera, i lavori al parco Chico Mendes non sono ancora iniziati? Perché i bambini di San Carlo sembrano non avere gli stessi diritti degli altri?
Queste solo alcune delle molte domande che mi sarebbe piaciuto fare a Toselli, ma pare che come candidata sindaco abbia perso il diritto di farle come cittadina. Per questo motivo le consegno alla stampa, con la speranza che altri le facciano al posto mio, a Toselli o alla sua squadra. Perché in democrazia non può essere negato il diritto di fare e ottenere risposte da un sindaco.

L’hackathon in tavola, un nuovo metodo d’indagine per parlare di cibo

Si chiamano hackathon (dalla congiunzione di “hack” e “marathon”), hanno una durata che va dalle 24 ore all’intera settimana e negli Usa sono stati adottati a partire da fine anni ’90, dagli ormai famigerati hacker informatici, all’inizio per sviluppare o ideare nuovi software, ora in ambiti più ampi come effettivi strumenti di ricerca. Gli ingredienti principali? Lavoro di squadra, condivisione e creatività, il tutto cucinato secondo le moderne tecniche di human centered design, capaci di rendere protagonista la persona e le sue qualità, ottimizzando il lavoro in team.

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Un momento della due giorni della Bipimbap food hackathon

Eventi estremamente versatili e applicabili alle più differenti tematiche, da qualche anno vengono utilizzati anche nel nostro Paese per produrre conoscenza. L’ultimo esempio è Bibimbap food hackathon che, a partire dalla metafora del piatto coreano a base di riso, verdure e carne, decide di occuparsi di cibo. Prima a Milano, durante il Salone del mobile, e l’8 e 9 maggio scorso nella vicina Bologna, con cornice la verde e affascinante location di Villa Guastavillani (sede della prestigiosa Alma Graduate School) per una due giorni dedicata al tema della ristorazione collettiva: come migliorarla, ripensarla e ridefinire soluzioni che mettano al centro la persona e le sue esigenze?

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Si sviluppano nuovi software e app a partire da condivisione e lavoro di gruppo

Un centinaio gli studenti partecipanti (da differenti indirizzi di studio e specializzazione), moltissimi i mentor, anche provenienti da oltreoceano, ancor meglio dalla conosciutissima Sillicon Valley, 48 ore il tempo per l’indagine e ad organizzarla la neonata realtà filantropica Future Food Institute, in collaborazione con Alma Graduate School. Diversi, innovativi e stimolati gli esiti: da un’app che responsabilizza il consumatore e permette di migliorare i processi di preparazione/distribuzione dei pasti all’interno di mense aziendali, scolastiche o ospedaliere; alla riprogettazione di uno spazio mensa che diventi luogo ricreativo in cui poter organizzare riunioni, godersi una serena pausa o rilassarsi attraverso massaggi di benessere, fino a un “movimento” che utilizzando i social network diffonda la cultura per poter preparare cibo vero, sinonimo di divertimento e di benessere per tutti.

Un nuovo metodo d’indagine dunque, figlio di una cultura “nerd” che contamina positivamente altri ambiti di studio e si fa importare insegnando ad una delle culle dell’umanità un nuovo modo di ripensare tematiche, anche molto serie, valorizzando il lavoro in team, la creatività e la condivisione, ambendo all’innovazione.
Ora non resta che attendere che le idee divengano realtà…

 

Per saperne di più:
Bibimbap
Alma Graduate School
Future Food Instititute

L’addio a Carolina Marisa Occari: maestra d’incisione e allieva di Morandi insegnava agli studenti l’arte di guardare

“Quali lezioni hai oggi?” / “Dopo Italiano e Scienze ho finalmente Disegno! Due ore!” / “Ma non hai mai i compiti di Disegno?” / “La Professoressa dice che il nostro compito è quello di guardare, sempre, tutto. E ricordare”.

Così il ricordo della mia professoressa di Disegno delle scuole medie, Carolina Marisa Occari, si presenta quando vengo a sapere che ci ha lasciato. Un’arte del silenzio e dell’attenzione, dei particolari naturali che pochi sanno apprezzare e riconoscere.

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Una grande fattoria ferrarese, 2004, acquaforte

Marisa Occari inizia ad ascoltare il Po a Stienta nel 1926, e se ne allontana da ragazza per studiare alla scuola d’arte Dosso Dossi di Ferrara, quindi al liceo artistico di Venezia e infine all’Accademia di belle arti di Bologna, dove è allieva di Giovanni Romagnoli e di Giorgio Morandi. Nei primi anni ’50 comincia a dedicarsi all’arte dell’incisione, ed è proprio Morandi che comprende l’energia artistica che Marisa trae dai suoi incontri con il Fiume.
Incide sulle lastre per sempre i suoi paesaggi, gli intricati borghi naturali, le piccole cose e i personaggi della sua campagna. I segni precisi, decisi, eterni che trasformano gli ambienti di bassa pianura, segnati da canali, filari, casolari, dal delta del Po, in luci ed ombre del regno di terre ed acque. Le sue opere rappresentano l’arte incisoria italiana del ‘900.

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Grande pioppo sul Po, 1999, aquaforte

In una recente intervista Marisa Occari ricorda i suoi incontri con il Fiume: “Il Po, che cosa meravigliosa! Si trasforma a seconda dell’alba e del tramonto. I tramonti poi sono unici. Mia madre mi diceva: ‘Prendi la bicicletta Marisa, corri, fai presto, vieni a vedere tutta la bellezza del tramonto’.”

“Mia mamma era preoccupata. Si lamentava con mio papà: ‘Dicono tutti, ma quella matta della Occari è sempre lì che va in giro con le sue borse, con le sottane tutte scucite (non badavo molto alla moda)’. Ed in bicicletta io correvo con le mie cose per disegnare, le chine, le matite, ero affascinata da quella cosa lì. Era il momento più creativo”.

Nel 1951, dopo la rotta del Po: “Io riuscivo ad andare da Stienta ad Occhiobello in bicicletta. Dall’argine vedevo un paesaggio lunare, gli alberi contorti, sradicati, un insieme di rovine. Ero affascinata da questo luogo. Mi ricordo la devastazione e la morte di tante persone. Il paesaggio aveva acquistato un fascino, una distesa di bellezza. La nostra campagna è bellissima. Non ne potevo fare a meno”.

“Il giorno del mio compleanno mio figlio mi ha chiesto cosa mi facesse piacere. Gli ho detto: Tu mi porti a vedere il mio Po.”

Arrivederci Marisa.

 

Le sue opere sono conservate presso:

– Istituto nazionale per la grafica, Roma
– Raccolta dei disegni e delle stampe “Achille Bertarelli”, Milano
– Gabinetto dei disegni e delle stampe degli Uffizi, Firenze
– Raccolta del Museo civico, Bassano (VR)
– Gabinetto stampe antiche e moderne, Bagnacavallo (RA)
– Gabinetto dei disegni e delle stampe di Villa Pacchiani, Santa Croce sull’Arno, Firenze
– Biblioteca Ariostea, Ferrara
– Palazzo Bonaccossi, Ferrara
– Palazzo Vescovile, biblioteca, Rovigo
– Collezione Melotti, Ferrara
– Museo Albertina, Vienna
– Gabinetto delle stampe del Museo d’arte orientale e occidentale, Odessa (UK)
– Museo d’arte nazionale, Kiev (Ucraina)

Per saperne di più [vedi il sito]

Il paesaggio ovvero amore, cura e civiltà

Che cos’è il paesaggio? tutti ne parlano, tutti lo vogliono, tutti sanno cos’è, ma chiunque ne dà una definizione diversa, allora prendiamo il testo dei testi, wikipedia, e proviamo a capirci qualcosa. È interessante notare che la prima voce presa in esame nella pagina è la definizione del paesaggio stabilita dalla Convenzione europea del paesaggio (2000 – ratificata dall’Italia nel 2006), perché in questa occasione è stata sottolineata la consistenza percettiva del paesaggio a prescindere dalle sue qualità.
Cosa significa? Innanzitutto che il paesaggio non è un oggetto che si può tenere in mano, ma è qualcosa che esiste se c’è un occhio umano che lo guarda, in pratica il paesaggio è quello che noi vediamo del territorio che ci circonda. Questo implica tantissime cose. La prima è che ogni persona vede quello che vuole e quello che può vedere: un geologo in vacanza con la famiglia, probabilmente vedrà cose totalmente diverse da un geologo durante un sopraluogo di lavoro. Se paesaggio è ciò che vediamo, questo fa crollare l’idea che il paesaggio debba essere solo bello. In questo caso wikipedia cade nella trappola e mette nella pagina solo immagini di stereotipi paesaggistici, ovvero, le cartoline. Le cartoline, sono state un mezzo straordinario per far conoscere le caratteristiche dei luoghi, ma essendo inquadrature (recinti visivi all’interno dei quali mettere o togliere quello che si vuole), hanno diffuso un modo di vedere il territorio evidenziandone solo gli aspetti positivi. Un altro esempio classico sono le foto delle vacanze: le foto più bugiarde della storia. Quante volte ho fotografato monumenti deserti svegliandomi ad ore antelucane o aspettando l’attimo in cui il mio campo visivo venisse colpito da una momentanea catastrofe che eliminasse, per un attimo, il genere umano. Tutto per illustrare stupidamente una bellezza ideale dei luoghi, che spesso non c’è più, o che semplicemente si è trasformata in qualcos’altro. La fontana di Trevi a Roma è un luogo magico, ma il paesaggio urbano e umano che chiunque può sperimentare dalle otto di mattina in poi è quello di un carnaio. Quindi è molto importante accompagnare la parola paesaggio da un aggettivo e, soprattutto, cominciare ad accettare l’idea che paesaggio sia tutto, il bello e il brutto.
La seconda osservazione sempre relativa al fatto che il paesaggio sia qualcosa di legato alla percezione, è che diventa molto difficile da progettare. Esiste la professione dell’architetto paesaggista (spesso confusa o compresa con quella di architetto di giardini), un professionista in grado di leggere la complessità di un luogo e, dopo un’accurata analisi, sapere indicare le linee per trasformarlo in modo equilibrato. Per quello che riguarda l’inserimento delle grandi infrastrutture, c’è molta attenzione per questo aspetto progettuale in Francia e in Germania; invece, per quello che riguarda l’architettura, la tendenza generale è quella di creare dei bellissimi e immensi soprammobili di design urbano che si possono stanziare in modo indifferenziato a Dubai come a Reggio Emilia. Il mio mestiere sarebbe quello di paesaggista, ma nel tempo mi sono resa conto che ogni persona è un paesaggista. Ogni gesto che facciamo, anche il più banale, incide sull’immagine del luogo. Se sporco il marciapiede o stendo i panni alla finestra, creo automaticamente una trasformazione in positivo o in negativo sul paesaggio. Il bel paesaggio è dunque una responsabilità corale. Quando mia mamma guarda la campagna intorno a casa mia, sorride e dice: “Questa è ancora una bella campagna, si vede che è una campagna amata.” Ed è vero, perché ci sono ancora tanti contadini che la curano e ne sono responsabili. Forse la salvezza dei nostri luoghi, non sarà la conservazione dei luoghi intesa come imbalsamazione del paesaggio passato com’è tramandato dalle cartoline, con lo scopo di offrirlo come carne in pasto ai turisti, ma la cura, cura della strada, della città, dei luoghi; cura che è vita, lavoro quotidiano, rispetto, responsabilità civile di tutti, l’unica cosa che fa veramente la cultura di un luogo e del suo paesaggio.

[Foto in evidenza, Ferrara – profilo della Montedison al tramonto, autore Raffaele Mosca]

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Ogni giorno immagini rappresentative di Ferrara in tutti i suoi molteplici aspetti, in tutte le sue varie sfaccettature. Foto o video di vita quotidiana, di ordinaria e straordinaria umanità, che raccontano la città, i suoi abitanti, le sue vicende, il paesaggio, la natura.

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L’inaspettato vicolo dei duelli

Vicolo dei duelli (foto FeDetails) – clicca sull’immagine per ingrandirla

Percorrendo via Cortevecchia in direzione di via Boccacanale di Santo Stefano, a metà del cammino, sulla sinistra, protetta da un cancello, si trova una delle vie più antiche e “dimenticate” di Ferrara: via dei Duelli. Il vicololetto, strettissimo al punto da passare quasi inosservato, sbuca nella piazzetta del Turco. Come si deduce dal nome, in questa strettissima via un tempo si regolavano le questioni d’onore col duello.
A Ferrara i duelli si tenevano con l’approvazione degli Estensi, che indicavano il luogo in cui i contendenti avrebbero dovuto battersi e, se erano nobili o personaggi di particolare rilievo della società, spesso presenziavano all’incontro.