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Giorno: 10 Giugno 2014

A Comacchio si organizzano anche quest’anno soggiorni estivi termali per anziani e invalidi

da: ufficio stampa Comune di Comacchio

Anche quest’anno l’Amministrazione Comunale ha definito il programma dei soggiorni estivi termali riservati ad anziani e invalidi. Il classico soggiorno a Chianciano Terme, in provincia di Siena, si svolgerà dal 15 al 29 giugno con trasporto gratuito, assicurato dal Comune di Comacchio. Il secondo soggiorno è quello a Torre Canne, in provincia di Brindisi, che avrà luogo dal 21 settembre al 5 ottobre, mentre quello ad Ischia, sulla costa amalfitana, si articolerà dal 12 al 26 ottobre. Per partecipare a tutti i soggiorni occorre documentare l’età pensionabile, ma solo per il soggiorno a Chianciano è prevista una quota individuale proporzionata al reddito mensile percepito nell’anno in corso. La spesa per i soggiorni a Torre Canne e ad Ischia è a totale carico dei partecipanti. Possono partecipare gli anziani e pensionati residenti nel territorio comunale, ma anche i cittadini di altri Comuni, sino ad esaurimento dei posti disponibili, con precedenza dei primi rispetto ai secondi. Sono ancora disponibili posti per il soggiorno nella località Torre Canne (le domande vanno presentate entro le ore 12 del 14 giugno) e per Ischia (le domande dovranno pervenire entro il 10 settembre prossimo). I moduli possono essere ritirati presso l’Ufficio per le Relazioni con il Pubblico (aperto dal lunedì al sabato dalle ore 8.30 alle ore 12.30 in piazza Folegatti, 26 – piano terra-) e presso i Servizi Sociali (Piazza Folegatti, 15 – Piano ammezzato). Per la compilazione dei moduli è necessario rivolgersi alla funzionaria dei Servizi Sociali, sig.ra Margherita Guidi (tel. 0533/310115). Si fa presente che i cittadini di Comacchio che intendono optare per altre comunità termali, possono chiedere di essere ammessi al programma Vacanze-anziani di altri Comuni del Distretto Sud-Est.

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Luciano Vecchi nuovo assessore regionale

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Al consigliere regionale Luciano Vecchi le deleghe di Gian Carlo Muzzarelli. Il neo assessore resterà in Assemblea legislativa.

Bologna – Il presidente della Regione Vasco Errani ha deciso di affidare le deleghe di Gian Carlo Muzzarelli, da oggi sindaco di Modena, al consigliere regionale Luciano Vecchi.

“Con l’elezione di Gian Carlo Muzzarelli a sindaco di Modena – dice Errani – e le conseguenti dimissioni da assessore regionale, si apre un problema di rilievo sia per le deleghe ordinariamente attribuite all’assessore che, in particolare, per la gestione del dopo-terremoto, nella quale Muzzarelli si è distinto per un impegno straordinario per il quale tutti lo ringraziamo di cuore. Tale insieme di problemi richiede capacità, esperienza ed un legame particolarmente solido e forte con il territorio colpito dal sisma nonché dalla rotta del Secchia nel gennaio scorso.
“Per questo – spiega il presidente della Regione – ho deciso di affidare queste deleghe al consigliere Luciano Vecchi, chiedendogli di restare componente dell’Assemblea legislativa in modo da contenere i costi di funzionamento dell’Amministrazione.
“In un colloquio stamane con il consigliere – conclude Errani – ho acquisito la sua disponibilità e dunque mi appresto a predisporre il decreto di nomina. Già ora vanno a Vecchi gli auguri di buon lavoro miei personali e della Giunta regionale”.

Comune di Ferrara, tutti i comunicati del 10 giugno

da: ufficio stampa Comune di Ferrara

La newsletter del 10 giugno 2014

MUSEO STORIA NATURALE – Giovedì 12 giugno alle 21 appuntamento in via delle Vigne
Alla ricerca delle lucciole, nel silenzio notturno della campagna
10-06-2014

Una serata alla ricerca delle lucciole, passeggiando in un angolo di campagna dentro le mura cittadine. L’appuntamento è per giovedì 12 giugno alle 21 per il primo degli incontri estivi per Apprendisti scienziati organizzati dal Museo civico di Storia naturale. Piccoli e grandi potranno scoprire le magie e i misteri notturni della campagna, udire nel silenzio i suoni e i richiami degli uccelli e, con un po’ di fortuna, scorgere tra i cespugli il brillio delle lucciole.
Il ritrovo è alle 21 in via delle Vigne davanti al cimitero ebraico (accesso consentito solo a piedi o in bicicletta). Per partecipare è necessaria la prenotazione da effettuare contattando la sezione didattica del Museo di Storia naturale: tel. 0532 203381 – 206297, dal lunedì al venerdì dalle 9,30 alle 12,30 o all’indirizzo dido.storianaturale@gmail.com (partecipazione al costo di 4 euro a persona).

Info su www.comune.fe.it/storianaturale

LAVORI PUBBLICI E URBANISTICA – La possibilità di agire all’interno del pacchetto di misure “Sblocca Italia”
Complesso monumentale San Benedetto, il Comune chiede a Renzi l’avvio dei lavori
10-06-2014

Il degrado evidente, acuito dai diversi anni di forzata chiusura, rende più che mai indispensabile far partire al più presto l’opera di restauro e risanamento conservativo del complesso monumentale di San Benedetto. Occorre intervenire con urgenza per fermare il processo di decadenza della storica struttura e per restituire alla città uno spazio di grande pregio scelto per ospitare un progetto di valenza nazionale.

E’ questo in sintesi il contenuto della segnalazione che il Sindaco e la Giunta del Comune di Ferrara faranno pervenire al presidente del Consiglio Matteo Renzi in risposta alla sua lettera inviata ai sindaci italiani il giorno della Festa della Repubblica. All’invito del Presidente di indicare entro il 15 giugno una caserma bloccata, un immobile abbandonato, un cantiere fermo, un procedimento amministrativo da accelerare, si associava infatti la promessa di affidare poi al Governo il compito di verificarne lo stato d’attuazione con gli uffici dedicati e – se del caso – agire all’interno del pacchetto di misure “Sblocca Italia”.

L’immobile di corso Porta Po, di proprietà dell’Agenzia del Demanio è stato destinato già dal 2007 a diventare un centro nazionale di alta formazione e studi dell’Agenzia delle Entrate e del Ministero delle Finanze. Per rendere il complesso completamente di proprietà pubblica, il Comune di Ferrara aveva anche acquistato una porzione di proprietà del Sav da concedere in locazione all’Agenzia delle Entrate a fronte di un canone annuo.
Dopo l’apertura proprio a giugno scorso della gara di affidamento dei lavori (una progettazione del Ministero delle Infrastrutture per un importo di 13.660.322 euro), l’iter procedurale è stato sospeso a seguito del ricorso di un’impresa. Al termine della revisione del quadro economico la gara è stata riaperta, ma bloccata a fine 2013 dal Ministero dell’Economia e delle Finanze.

“L’intervento ai chiostri di San Benedetto è davvero diventata una priorità per la nostra città. – hanno affermato oggi nel corso di un sopralluogo all’interno del complesso monumentale gli assessori ai Lavori Pubblici Aldo Modonesi e all’Urbanistica Roberta Fusari, affiancati dal dirigente Davide Tumiati – Fin dalla prima riunione della nuova Giunta la riflessione è infatti caduta sui numerosi interventi nel nostro territorio di competenza degli Enti governativi inizialmente attivati ma poi fermati in dirittura d’arrivo. Oltre al completamento della gara per il rifacimento dei chiostri di San Benedetto – è stato ribadito – sicuramente saranno posti all’attenzione del Governo anche i mancati accordi sui beni demaniali che riguardano il Piano Unitario Valorizzazione (PUV) con particolare attenzione ai palazzi Bevilacqua e Furiani, alla Caserma di Cisterna del Follo e all’area Aeroporto. Senza dimenticare poi il mancato completamento delle procedure per la terza corsia dell’autostrada Bologna-Padova e per l’intervento sulla statale 16 Ferrara-Ravenna”.

Vai alla ‘Lettera ai Sindaci’

BIBLIOTECA ARIOSTEA – Presentazione mercoledì 11 giugno alle 17
‘Il magazziniere fenomenologico’: schegge di letteratura firmate da Matteo Pazzi
10-06-2014

Si intitola ‘Il magazziniere fenomenologico’ la raccolta di ‘Brevi racconti stratificati’ firmati da Matteo Pazzi che mercoledì 11 giugno alle 17 sarà presentata nella sala Agnelli della biblioteca Ariostea. Nel corso dell’incontro, organizzato in collaborazione con l’associazione Il Gruppo del Tasso di Ferrara, dialogheranno con l’autore Alberto Amorelli ed Elisa Orlandini.

LA SCHEDA a cura degli organizzatori
Solitamente si sostiene che i racconti debbano essere del tutto similari a scatti di una vecchia polaroid, fotografare un preciso istante e tralasciare ciò che avviene prima e ciò che avviene dopo, Carver in questo era un maestro. Ma qui, in questa raccolta dello scrittore Matteo Pazzi andiamo oltre, un’iconoclasta scelta di deviazione dalla sensibilità comune a cui noi tutti tendiamo a fare affidamento. Invece queste schegge di letteratura, nella loro brevità e jazzistica improvvisazione, ci rendono l’idea di base, il pensiero a tutto tondo, non sprecandosi in orpelli che solitamente servono solo ad abbellire il testo, questi frammenti sono meravigliosamente compatti e carichi di una lucidità estrema che denota la ben più vasta rivoluzione mentale e percettiva che Pazzi ha delineato, la vera e propria fenomenologia del suo pensiero.

Matteo Pazzi, di origine veneta ma ferrarese d’adozione, inizia a scrivere da giovanissimo cimentandosi in diversi generi, dalla poesia alla narrativa, dai saggi al teatro. Tra il 2000 e il 2008 sono usciti i seguenti volumi di poesia e narrativa: “Ventiquattro poesie”, “Il Pasto” con Este Edition (poesia), “Chiuso per lotta”, (romanzo breve) e “Compendio del cacciatore disarmato” con (poesia). Nel 2013 per Kolibris è stato pubblicato il libro di poesia “Bestiario dell’Estate – Elegìa dell’Inverno” scritto con Alberto Amorelli. Svariati testi, inoltre, sono stati pubblicati in riviste come “Il foglio clandestino”, “Poesia”, “Soglie”, “L’ippogrifo”, “Il vascello di carta”, “Il Segnale”.

PALAZZO DIAMANTI – Ultimi giorni a disposizione per ammirare le opere
Dal New York Times apprezzamenti per la mostra ferrarese dedicata a Matisse
10-06-2014

(Comunicato a cura di Ferrara Arte)
Un lungo articolo del ‘New York Times’ presenta la mostra di Palazzo dei Diamanti ‘Matisse. La figura’ insieme alla rassegna ‘Henri Matisse: The Cut-Outs’ allestita in uno dei templi dell’arte moderna, la Tate Modern di Londra, mettendo in risalto “due mostre che celebrano Matisse in tutte le sue forme”. Secondo l’autorevole quotidiano, l’esposizione ferrarese, giudicata “acuta e illuminante”, mette a fuoco il cruciale interesse dell’artista per la figura lungo tutta la sua carriera grazie ad una sequenza di emblematici capolavori. La mostra londinese si concentra invece sull’epilogo di questa vicenda, il lavoro con le ‘gouaches découpées’, testimoniato da una straordinaria selezione di opere.
Sono rimasti pochi giorni per visitare la mostra a Ferrara, che chiuderà domenica 15 giugno. Per offrire al pubblico un’opportunità in più, fino a domenica Palazzo dei Diamanti rimarrà eccezionalmente aperto tutti i giorni sino alle 23 (chiusura della biglietteria alle 22.30).

Leggi l’articolo del New York Times

BENI MONUMENTALI – Incontro pubblico venerdì 13 giugno dalle 21,15 in via Mortara 98
Una serata per raccontare ‘Storia e prospettive di un complesso straordinario’: Santa Maria della Consolazione
10-06-2014

“Santa Maria della Consolazione, Storia e prospettive di un complesso straordinario”. E’ questo il tema della serata in programma venerdì 13 giugno dalle 21,15 nello stesso chiostro di Santa Maria della Consolazione, in via Mortara 98 a Ferrara. L’iniziativa, gratuita e aperta a tutti gli interessati, è organizzata dal Rione di Santo Spirito in collaborazione con il Comune di Ferrara e vedrà la partecipazione di esperti di varie discipline che offriranno al pubblico notizie, curiosità e immagini suggestive sulla chiesa e sul convento di origine cinquecentesca che si trovano in fondo a via Mortara, all’angolo con corso Porta Mare.
Dopo il saluto d’apertura dell’assessore comunale ai Lavori Pubblici Aldo Modonesi, si alterneranno sul palco Francesco Scafuri, che illustrerà al pubblico la storia del convento e del lazzaretto di Santa Maria della Consolazione; Gianluca Lodi, che ricorderà i progressi della medicina per sconfiggere le epidemie tra Ottocento e Novecento; e , infine, Andrea Malacarne che si soffermerà su alcuni temi del prossimo progetto di restauro della chiesa di Santa Maria della Consolazione.
Durante la serata il Coro Polifonico di Santo Spirito eseguirà alcuni intermezzi musicali.

Per Mandiaye

da: Teatro delle Albe

Cari amici

è da domenica pomeriggio, da quando abbiamo appreso la notizia della morte di Mandiaye, che siamo in una sorta di veglia continua: accompagnati dai messaggi, dalle telefonate, dalle lettere, dalle preghiere, dagli abbracci di tanti, ognuno con ogni mezzo vuole essere presente, in punta di piedi, in questa danza requiem per il nostro grande amico attore, con cui dal 1989 abbiamo posto le basi del nostro teatro meticcio, attraversando insieme i canti e i paesaggi d’Africa.
Mandiaye era solito usare parole d’eternità: erano la sua sfida alla morte, quella caducità cui il teatro è geneticamente legato.
Conserviamo una lettera speciale, scritta da Mandiaye per la morte di una persona cara alle Albe: “dobbiamo sapere che la morte vive con noi, è il nostro compagno più vicino, dorme con noi, si diverte con noi, fa tutto con noi, ma prima o poi ci tradirà… è per quello che mia nonna diceva sempre che bisogna tradirla prima che ti tradisca… per questo dobbiamo pregare, perché la lontananza di chi scompare diventi un bene per tutti noi, perché questa persona cui abbiamo portato amore diventi un’antenata di storia e racconti per tutti noi”.
Mandiaye era un devoto alla luna, e per sostenere meglio e più a lungo la sua inguardabile luminosità, si metteva un dito sotto il mento e in questo modo si alzava il capo, con gesto infantile.
Un gesto che ha più volte usato negli spettacoli e che ha indicato a noi come poter guardare “attraverso”.
Anche noi ora ci metteremo il dito sotto al mento, per poter continuare a vedere il nostro amato compagno.

Un abbraccio a tutti voi
Teatro delle Albe

Ravenna, 9 giugno 2014

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Risorse irrigue in agricoltura, un nuovo servizio di supporto alle imprese e ai consorzi per la stima e la pianificazione dei fabbisogni

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Agricoltura, la Regione si è dotata di un nuovo servizio di supporto alle imprese e ai consorzi per la stima preventiva e la pianificazione dei fabbisogni di risorse irrigue. Rabboni: “Una novità assoluta”

Bologna – Un innovativo servizio di supporto alle imprese agricole e ai consorzi di bonifica per la stima preventiva dei fabbisogni irrigui trimestrali delle colture agrarie regionali e dell’effettiva disponibilità dell’acqua da destinare all’irrigazione nel periodo estivo.
E’ il progetto I-Colt, cofinanziato da Regione e Arpa, per consentire alle imprese agricole, ai Consorzi di bonifica e a tutti i soggetti coinvolti di pianificare l’uso delle risorse idriche in modo razionale e senza sprechi. “Questo strumento rappresenta una novità assoluta – sottolinea l’assessore regionale all’Agricoltura Tiberio Rabboni – e consentedi individuare preventivamente e tempestivamente gli interventi più opportuni per minimizzare eventuali criticità stagionali, favorendo anche l’uso responsabile, controllato e razionale della risorsa acqua”.
In base ai dati raccolti quest’anno, le previsioni stagionali probabilistiche relative al trimestre giugno-agosto 2014 indicano che l’estate avrà temperature medie stagionali normali o inferiori alla norma e precipitazioni nella media climatica. Questo consentirà di avere, tra giugno e agosto, anche un fabbisogno di acqua per l’agricoltura nella media (pari a circa 607 milioni di m3).

Il progetto I-Colt (Classificazione delle colture in atto tramite telerilevamento), cofinanziato da Arpa e assessorato all’Agricoltura della Regione Emilia-Romagna, è uno strumento di individuazione e quantificazione delle colture e di valutazione dei consumi idrici attesi, utilizzando modelli di simulazione e un’attività di telerilevamento.
Attraverso un software sviluppato dal Servizio Idro-Meteo-Clima di Arpa Emilia-Romagna, vengono analizzati i dati dei Piani colturali regionali (sulla base delle macro-classi: colture estive potenzialmente irrigue, colture autunno-vernine non irrigue e foraggere), l’acqua presente nei terreni e le previsioni del tempo. L’analisi riguarda tutte le zone agricole di pianura dell’Emilia-Romagna e quest’anno ha interessato un’area di oltre 802 mila ettari.
Obiettivo del progetto è la valutazione e definizione di un protocollo operativo regionale che monitori l’uso del suolo agricolo su scala annuale sia a fini statistici georiferiti che di gestione dell’acqua destinata all’irrigazione. Per questo ultimo aspetto il risultato della classificazione viene fornito entro fine giugno in modo da poter controllare l’evoluzione dei consumi idrici durante la stagione estiva a maggior richiesta di acqua.
In allegato, le previsioni probabilistiche mediane di irrigazione per i singoli consorzi.

tabe

Giovedì, all’Ibs, Enrico Norelli presenta “La nascita del cristianesimo”. Interviene con l’autore Piero Stefani

da: Responsabile Comunicazione Libreria Ibs.it Ferrara

Gesù di Nazaret suscitò, nella Galilea e Giudea del tempo dell’imperatore Tiberio, un movimento di «risveglio» rivolto a Israele e fondato sull’annuncio dell’apertura del regno di Dio. Perché
la morte infamante di Gesù non mise fine al suo movimento,
che anzi ne trasse spunto per un rilancio del suo messaggio anche oltre le frontiere d’Israele? In che modo si costituì, nel secondo secolo, un sistema di poteri e dottrine che sarebbe stato capaced’imporsi all’impero romano? Il libro ripercorre i modelli di fede in Gesù adottati dai vari gruppi di credenti, illustra la concezione del mondo e la pratica di vita che postulavano, e le ragioni per le quali alcuni di tali modelli risultarono vincenti.

Enrico Norelli è professore ordinario di Storia del cristianesimo delle
origini nell’Università di Ginevra. Tra le sue pubblicazioni la «Storia
della letteratura cristiana antica» (con C. Moreschini, Morcelliana, 2005-2006) e «L’enigma Gesù» (con M. Pesce e C. Gianotto, Carocci, 2008).

Giovedì 12 giugno ore 17:30

Presso la storica sala dell’Oratorio San Crispino
Libreria IBS.it bookshop

Enrico Norelli
presenta
La nascita del cristianesimo
(Il Mulino)

Interviene con l’autore Piero Stefani

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L’assessore Caterina Ferri si dimette dalla giunta provinciale

da: ufficio stampa Provincia di Ferrara

“Sono stata nominata assessore del Comune di Ferrara e pertanto ho deciso di rassegnare le dimissioni a partire dal 10 giugno 2014”.
Con queste parole l’assessore provinciale Caterina Ferri si congeda con lettera di dimissioni dalla giunta provinciale, dopo essere entrata nella squadra di governo del sindaco di Ferrara, Tiziano Tagliani.
Caterina Ferri lascia le deleghe Politiche e servizi per il lavoro, Formazione professionale, Pari opportunità, Servizi sociali, Politiche abitative e Associazionismo, che ritornano in toto nelle competenze istituzionali della presidente Marcella Zappaterra.

Rudy, Bandiera del web: “Anche in rete la credibilità è tutto”

Di recente di lui si è parlato e scritto per un inedito ruolo di inviato speciale al seguito del Giro d’Italia: ha raccontato il dietro le quinte della manifestazione attraverso un blog che ha destato molta curiosità [leggi]. Ma Rudy Bandiera, ferrarese, titolare con Riccardo Scandellari dello studio NetPropaganda, è prima di tutto un informatico che ha compreso prima di altri le potenzialità del web. Ha sviluppato una particolare competenza per il mondo dei social media e in qualità di pubblicista e consulente è sovente interpellato per fornire risposte circa il cosiddetto marketing non convenzionale [leggi il suo blog].

“Rischi e opportunità del web 3.0 e delle tecnologie che lo compongono” è il titolo del tuo libro. Innanzi tutto cos’è il web 3.0?
Bella domanda… non lo so (ride). In effetti non lo sa nessuno, nel senso che una definizione precisa ancora non esiste, così come quella di 2.0 è ombrosa e sfumata. Diciamo che, dal mio punto di vista, sono quelle tecnologie che, nei prossimi anni, si fonderanno per rendere la nostra vita totalmente interconnessa, come ad esempio Cloud e Big data. Di fatto, e questo è un paradosso, il Web 3.0 non è solo web.

E che cos’è, dunque?
E’ il futuro. Io lo immagino come l’interconnessione tra le cose e le persone, la creazione di una sorta di “mente collettiva” con la quale tutti quanti dialogheremo.

La logica del database su cui si fonda, caratterizzerà sempre più il web come enorme archivio: la rete diventerà il totem della memoria?
La Rete lo è già, il totem della memoria, ma la memoria da sola no serve a nulla. Una delle definizioni di Web 3.0 è anche quella di “web semantico” ovvero un web evoluto in cui le macchine siano in grado non solo di leggere ma di interpretare. L’interpretazione dei dati, quindi della memoria, è la vera sfida.

Spazio e tempo nel web si modificano e si contraggono. Dinanzi al monitor si può dominare il mondo, o quantomeno ci si illude di farlo. Il virtuale risulta sempre più un potenziamento del reale. Ormai stiamo vivendo dentro i film di fantascienza che ci facevano sognare solo pochi anni fa, non ti pare?
Si, e lo trovo bellissimo. Mi spiego raccontando un aneddoto che ho scritto anche nel libro: Qualche tempo fa sono andato a tenere una lezione in una scuola superiore a Cesena, per spiegare quali fossero i rischi del dare tutti i nostri dati in mano ad aziende private che, tra l’altro, sono americane. Sì sì, non vi preoccupate, alla fine del libro arriviamo anche a fare due chiacchiere su questo ma, dicevo, prima del mio intervento ho seguito quello di Renzo Davoli, un bravissimo informatico che per moltissimi anni ha lavorato negli Usa. Un uomo che ha visto Arpanet, l’embrione militare di Internet, con i propri occhi, per capirci. Davoli raccontava che quello che stiamo vivendo è una sorta di Rinascimento, o di Rivoluzione industriale, o di entrambi messi insieme aggiungo io, tuttavia diceva anche un’altra cosa interessantissima, ovvero che le rivoluzioni epocali, incredibili e giganteschi passaggi da un’umanità ad un’altra del tutto diversa, hanno sempre solo e soltanto una cosa in comune: che quelli che la vivono non se ne rendono conto. Ecco, tutti noi non ci stiamo rendendo conto di quello che accade, quindi ne abbiamo in parte paura. Non dobbiamo! E dobbiamo, invece, coglierne le opportunità.

I “vip” del nuovo mondo sembrano essere i guru della rete: sei tu, insomma! Ci spieghi cosa significa essere “social influencer” e come lo si diventa, casomai ci venisse la tentazione?
Naaaa… io no riesco ad influenzare nemmeno il clima accendendo il condizionatore! Anche qua mi permetto di rispondere con un mio pezzo: “Ecco come si diventa influencer, o almeno ecco quali sono i passaggi per tentare di esserlo: – la definizione di un obiettivo – l’individuazione di un ecosistema – il lavoro, duro, per anni. Capite cosa vi piace, o cosa volete fare o cosa volete vendere. Capite il mondo al quale vi state avvicinando e percepitene le forme e le persone che lo popolano. Scrivete, impegnatevi, sempre e comunque dicendo quello che ritenete opportuno ma sempre e comunque pensando che il mondo è popolato di persone che non sono d’accordo con voi. Siate disponibili al dialogo, sempre, e partecipate ai contenuti degli altri senza la supponenza che i vostri siano i migliori. Tenete sempre a mente il mantra: ‘la Credibilità è Tutto’. La ‘Credibilità’ si costruisce negli anni, parola dopo parola. La Credibilità è Tutto”.

Umano, troppo umano… Giovedì alle 18 alla libreria Ibs di Bologna con il tuo socio Riccardo Scandellari sarete pubblicamente intervistati dalla giornalista ferrarese Camilla Ghedini e avrete modo di sviluppare questi ragionamenti (e tu magari potrei racocntare anche la tua recente esperienza al seguito del Giro d’Italia). Il pretesto è la presentazione dei vostri recenti libri che stanno riscuotendo un notevole successo. Hai promesso un evento “rock”, cosa lo renderà tale? Ci sarà una ‘carrambata’ con Celentano?!?
Io vorrei, e giuro lo vorrei, entrare con Enter Sandeman dei Metallica a tutto volume. Sarebbe una bomba! Ma non so… ma vediamo 😉

Con una nuova Summer School di Unife si impara a scrivere, divulgare e comunicare l’antichità

da: ufficio Comunicazione ed Eventi Unife

Al via da giovedì 12 giugno la Summer School “Scrivere, divulgare e comunicare l’antichità”, la tre giorni di attività didattiche legate alla comunicazione e al giornalismo, organizzata da Livio Zerbini, Ricercatore del Dipartimento di Studi umanistici dell’Università di Ferrara.
La Scuola, che si terrà il 12 e il 13 giugno presso la sede dell’Istituto Universitario di Studi Superiori IUSS-Ferrara 1391 in via Scienze 41/b e l’ultimo giorno al Museo Archeologico Nazionale, via XX Settembre 122, si rivolge a diplomati e laureati che intendano approfondire competenze specifiche nel campo della divulgazione e comunicazione dell’Antichità, della Storia e dei Beni Culturali, focalizzando l’attenzione sull’editoria (giornali, riviste e libri), sulla documentaristica, divulgazione televisiva e nei nuovi media.
“Si tratta della prima iniziativa di questo tipo a livello universitario in Italia – afferma Zerbini – Obiettivo della scuola è di coniugare la ricerca storica con la comunicazione e la divulgazione che rappresentano il miglior modo per tutelare e salvaguardare i beni culturali”.
La tre giorni di didattica prevede anche attività laboratoriali per un totale di sei crediti formativi.

A Unife giovedì 12 giugno si inaugura la Mostra “Archetipi. Opere di Lena Papadaki”

da: ufficio Comunicazione ed Eventi Unife

Giovedì 12 giugno alle 17 a Palazzo Turchi Di Bagno

Taglio del nastro giovedì 12 giugno alle ore 17 a Palazzo Turchi Di Bagno, (c.so Ercole I D’Este 32), per l’inaugurazione della Mostra “Archetipi. Opere di Lena Papadaki”, realizzata in collaborazione con il Sistema Museale di Ateneo dell’Università di Ferrara, che si terrà fino al prossimo 30 luglio.
Originaria di Creta e attiva a Forlì dove si è trasferita negli anni Settanta, maestra ceramista nella tecnica millenaria del “lustro metallico”, l’artista propone un viaggio verso le origini concettuali delle forme e superfici che sono caratteristiche dell’immaginario visivo mediterraneo.
“La sostanza linguistica del termine ‘archetipo’ – spiegano gli organizzatori – rimanda a qualcosa di originario, a volte non immediatamente rammentato nelle cose che ci circondano. La ricerca artistica di Lena Papadaki affonda nelle matrici del linguaggio poetico della materia, inventando –cioè scoprendo e formando – le forme essenziali di un alfabeto espressivo che precede ogni altro linguaggio. Una poetica molto simile alla visione della natura dei primi pensatori e degli artisti che hanno caratterizzato la fase arcaica della produzione artistica del mondo mediterraneo al quale il lavoro di Lena si riconnette gettando un ponte fra epoche remote fra loro e realizzandole nel presente della poesia della materia”.
Nel periodo dell’esposizione sono stati organizzati tre eventi legati tematicamente alla mostra, che si terranno alle ore 18 nello spazio espositivo: mercoledì 18 giugno “Intorno a Medea”. Recital teatrale di Flavia Corina Di Saverio; mercoledì 25 giugno “Tecnica e tempo. Da Lena Papadaki alle radici del lustro” con relatore il Prof. Sauro Gelichi dell’Università Ca’ Foscari di Venezia; mercoledì 2 luglio “Giacimenti enigmatici: la poesia, la terra, l’arcaico”, seminario del Prof. Francesco Giardinazzo dell’Università di Bologna – sede di Forlì.

La mostra è visitabile da lunedì a giovedì dalle 9 alle18 ed il venerdì dalle 9 alle 17.

Centoform: le candidature per partecipare al corso di formazione professionale presso Polymia Srl scadono il 18 giugno

da: Divisione Comunicazione Centoform

Concrete prospettive occupazionali per il settore chimico nel biennio 2014/15: scadrà il prossimo 18 giugno il termine ultimo per presentare la propria candidatura alla Centoform (selezionepolymia@centoform.it) per poter prendere parte ad un percorso di formazione professionale gratuita (sono 14 i posti disponibili) nel settore chimico all’ interno di Polymia Srl, azienda che opera nel polo chimico di Ferrara.
“Si tratta di un’occasione formativa che offre concreti sbocchi occupazionali – commenta Chiara Pancaldi direttore di Centoform ente formativo con sede principale a Cento – Infatti la metà dei partecipanti, al termine del corso OPERATORE DELLA PRODUZIONE CHIMICA, verrà assunta in Polymia. I candidati dovranno avere un diploma tecnico, preferibilmente ad indirizzo chimico o conoscenze pregresse in ambito chimico e/o conduzione di impianti di produzione di granulati termoplastici/compound e conoscenza di base della lingua inglese. I candidati, in possesso dei requisiti richiesti, affronteranno la selezione a partire dal prossimo 20 giugno. Il percorso formativo, finanziato dalla Provincia di Ferrara, attraverso il Fondo Sociale Europeo, inizierà il 1° luglio”.
Centoform sul territorio provinciale di Ferrara sta conducendo altre azioni formative finalizzate a fornire conoscenze e competenze finalizzate con lo scopo di preparare le risorse selezionate all’assunzione in gruppi imprenditoriali quali ad esempio Manifattura Berluti – all’interno della holding internazionale del lusso Lvmh- ed Lte, ad Ostellato, del gruppo Toyota.

Ferrara, una città che si sa narrare

Gli italiani, così almeno pare, amano le statistiche. I loro giornali sono sempre pieni di tabelle, liste di best seller e sondaggi d’opinione.
Molto popolari anche le classifiche delle città italiane con la migliore qualità della vita, pubblicate con regolarità dalle riviste. I criteri di valutazione che vanno per la maggiore sono: retribuzione media dei cittadini, qualità dei servizi comunali, offerta di attività culturali, funzionamento dei trasporti pubblici, numero e superficie degli spazi verdi.

Si tratta, indubbiamente, di indici importanti, ma ci sono anche altri criteri – non materiali – per definire il valore delle città, criteri letterari, per esempio. Quanto contano ancora palazzi, chiese, case, piazze, strade, angoli, monumenti e, non dimentichiamoli, i luoghi che una città dedica ai suoi morti? Le città sommerse dal consumo sono città morte; non ci raccontano niente, i loro abitanti sono intercambiabili, come i negozi.
Molti parlano, in questi ultimi anni, della crisi che attanaglia Ferrara, e ci sono effettivamente tanti elementi per verificarla. Non è mio compito giudicare da lontano se è vero o no. Ma si può assumere anche un altro punto di vista, un punto di vista letterario. E in questo senso, per me Ferrara è una città viva, che si offre alla lettura: le sue strade e i suoi vicoli sono come «il filo conduttore di un racconto», come scrisse della Berlino degli anni venti lo scrittore Franz Hessel. In Italia, e in Europa, è sempre più difficile visitare una città in cui è possibile riscoprire quella «capacità di narrare» così intrinseca a Ferrara, la città degli Estensi.

«Il modo in cui Bassani ha raccontato Ferrara ha attirato l’attenzione dei turisti sulla città», scrisse Alfred Andersch, uno dei più famosi scrittori tedeschi del dopoguerra, nel saggio Sulle tracce dei Finzi-Contini. Molti visitatori stranieri associano quindi Ferrara al Romanzo di Ferrara di Bassani, cercano il giardino dei Finzi-Contini e, non trovandolo, rimangono delusi. Ma il visitatore straniero che ha modo di fermarsi più a lungo scopre, al di là delle vie narrate da Giorgio Bassani, anche nuove tracce che portano ad altri racconti, romanzi, saggi e, perché no, anche a poesie non ancora scritte.
Ovunque è possibile scoprire dettagli e ornamenti, epigrafi e tavole votive che testimoniano una lunga storia e le storie più misteriose di Ferrara. Chi sa ascoltare il cuore di questa città, magari educato all’ascolto dal meraviglioso saggio di Alberto Savinio su Milano, riuscirà a cogliere il fascino e scoprire la magia di Ferrara e dei suoi dintorni, al di là delle mete turistiche più famose.
Potremmo dire che Ferrara è una scuola dei sensi, per chi vuole ascoltare e vedere. Consentite, pertanto, a un visitatore straniero come me, di parlare di alcune delle mie prime scoperte. Per esempio, del cimitero ebraico in fondo a via delle Vigne, così diverso dai cimiteri tedeschi tenuti con cura maniacale e progettati come se fossero autostrade. All’ombra delle mura cittadine, coperte da una fuga di alberi, i morti possono riposare in pace. Nessuno spazza le foglie, nessuna lapide viene pulita, il decadimento dilaga dappertutto.

Quante storie raccontano le iscrizioni ancora leggibili sulle lapidi commemorative degli ebrei di Ferrara, ormai slavate dal tempo. Ricordano persone dotate di «un grande cuore», deportati in «campi di sterminio nazisti» o «Deportato ad Auschwitz»fra il 1940 e il 1945, cifre già corrose degli anni. E le storie narrate da coloro che riposano nel cimitero ebraico di Ferrara sono particolarmente mortificanti per un tedesco. Ci si imbatte poi in epigrafi più vecchie, se non antiche, come quella di Jacob Massarani, morto il 22 marzo 1877, in vita «scrupoloso osservatore»: un’espressione che sembra facile tradurre in un tedesco parlato, anche se con il tempo il significato della parola “scrupoloso” si è sbiadito. Viene spontaneo domandarsi quando e perché l’aggettivo sia stato rimosso, come un fardello ingombrante, dal vocabolario della vita moderna. In tempi di giudizi veloci e univoci chi – eccezion fatta per gli artisti – può permettersi il lusso di essere uno «scrupoloso osservatore» dei propri tempi? A volte sono proprio le lapidi dei vecchi cimiteri a ricordarci perdite irrimediabili.

Lasciamo in pace i morti e andiamo in città, dove vivono gli essere umani. Il vicolo del Leocorno, nascosto ai margini delle città vecchia, dove mia moglie ed io abbiamo acquistato un appartamento, porta il nome di una drogheria che vi si trovava verso la metà del XVI secolo, il cui simbolo era il favoloso unicorno. Partendo da questo dettaglio, si potrebbe raccontare tutta la cronistoria delle attività commerciali e dei piccoli negozi di Ferrara che oggi rischiano la chiusura per colpa dei grandi supermercati insediatisi fuori le mura e le grande catene del mercato globale incluso dei mini shop cinesi, spesso di valore minore ma molto economici. Qualche anno fa, mi ricordo di una donna che un giorno vidi decorare le vetrine della sua bottega di via Carlo Mayr, vicino casa nostra, fino a notte fonda, per attirare nuovi clienti. Forse la signora potrebbe raccontarci qualcosa su questa lotta per la sopravvivenza.
Accanto a una copia de La donna in rosa di Giovanni Boldini, nella sua vetrina disponeva amorevolmente cosmetici: raramente ho visto clienti in quel negozio. Forse perché ci siamo tutti scordati che per ogni bottega, per ogni trattoria, per ogni bar che chiude, la città viene privata di una piccola parte della sua identità e peculiarità.
«La nuova abbondanza,» scrive Italo Calvino nel suo bellissimo libro “Le città invisibili, «faceva traboccare le città di materiali, edifici, oggetti nuovi; affluiva nuova gente di fuori; niente e nessuno aveva più qualcosa in comune con la Clarice o le Clarici di prima; e più la nuova città si insediava trionfalmente nel luogo e nel nome della prima Clarice, più s’accorgeva di allontanarsi da quella, di distruggerla non meno rapidamente dei topi e della muffa.» Che scrivendo queste frasi, stesse pensando anche a Ferrara?

All’estero la città estense è giustamente famosa anche per la sua politica culturale. Le iniziative culturali ad alto livello, come i concerti e i balletti al Teatro Comunale, sono in grado di competere con quelle organizzate nelle grandi capitali europee. L’esemplare lavoro di restauro del suo centro storico ha avuto il più ampio riconoscimento internazionale. Le mostre di Palazzo Schifanoia, di Palazzo dei Diamanti e di Casa Romei, sono un richiamo irresistibile per tutti gli appassionati d’arte. Il Castello e la Cattedrale sono tra le mete irrinunciabili dell’Emilia. Poeti e scrittori come Carducci, Bassani e Piovene hanno eretto a corso Ercole I d’Este un monumento letterario indimenticabile.

Tutte le guide turistiche elogiano, a ragione, il patrimonio artistico di Ferrara, ma la città conserva anche un patrimonio di storia e di cultura di cui le guide turistiche non fanno menzione, un patrimonio che ci consente una lettura della città che altre, seppure con una qualità della vita forse migliore, hanno perso per sempre.
«Il problema culturale delle città moderne,» scrive il sociologo urbano americano Richard Sennett, «è quello di riuscire a far parlare un ambiente anonimo, di fare uscire le città dalla loro degradazione e dalla loro neutralità.» Questo problema, per Ferrara, non si pone. Forse deve solo imparare a riscoprire e valorizzare un elemento importante della sua qualità di vita: la propria capacità di narrare.

(Traduzione di Carl Wilhelm Macke con Giovanna Runngaldier)

Intorno a Matisse, la trombetta di Govoni ci chiama

da: Elena Muzzani

Ieri pomeriggio alle 17, al Ridotto del teatro comunale “Abbado” di Ferrara, si è tenuto un concerto della classe di composizione del maestro Mariani del Conservatorio Frescobaldi: MUSICES OFFICINA.
Questa performance, molto particolare, fatta di musica, poesia e immagini, ha messo a dura prova questi giovani talentuosi, i quali non si sono sottratti al compito di indagare la difficilissima strada della musica dodecafonica, inquadrandola perfettamente sia dal punto di vista artistico sia da quello letterale.
Le parole mirabilmente recitate da Fabio Mangolini, di non facile interpretazione hanno permesso a chi ha assistito allo spettacolo di compiere un vero e proprio tour nel mondo delle arti dei primi del ‘900, sulla scia della mostra su MATISSE, attualmente visitabile a palazzo Diamanti.
L’dea che il mondo dell’ARTE nelle sue diverse facce, si sia mosso intorno all’esposizione dei Diamanti conferma la vena artistica di Ferrara, città di cultura, antica e contemporanea, tempio della metafisica
La città che spesso è indicata come bella ma addormentata, si è misurata attraverso le musiche composte per l’occasione da Jacopo Bonora, Naike Cavallari, Enrico Dolcetto, Matteo Forlani Alessandro Greco e Francesco Zamorani, anche con l’arte del canto, con mondi musicali ai più sconosciuti, dei canti di tradizione cinese, quasi si volesse raccogliere ancora una volta una sfida: quella della modernità assoluta, quella della commistione di arti e culture diverse, esposta con grande professionalità dal direttore Mariani e dai suoi generosi allievi.
Peccato che queste iniziative non siano opportunamente pubblicizzate, perché Ferrara è soprattutto patrimonio umano e non solo dell’Unesco, si deve essere orgogliosi che giovani della nostra città e giovani che alla nostra città giungono, provino esperienze di questo tipo, ma soprattutto che la città stessa sia a conoscenza di chi siano i suoi cittadini e del loro valore.
Sarebbe stato molto forte in questo senso poter assistere al concerto all’interno del cortile dei Diamanti segno ulteriore di fusione delle diversi arti.

Domani il secondo appuntamento con l’Aperiterapia firmata Messisbugo e Villa Horti della Fasanara

da: organizzatori

L’estate a Ferrara è solo Groove Aperitherapy. Per immergersi nel verde tra musica, cocktails, piatti rinomati

Imperdibile secondo appuntamento con Groove Aperitherapy, l’aperitivo dell’estate, mercoledì 11 giugno dalle 19.30 a mezzanotte nella suggestiva e verde cornice del parco di Villa Horti della Fasanara in via Vigne 34 a Ferrara.
Ad animare la serata dell’ormai conosciuta ed originale aperiterapia dei mesi estivi in città, firmata da Michele Mazzanti del Messisbugo e da Elda Filia di Villa Horti, saranno due ospiti musicali d’eccezione.
A partire dalle 19 sarà la musica travolgente del dj Lorenzo De Blanck ad accompagnarvi al ritmo della sua deep house e chill out, mentre a partire dalle 22.30 saranno i Damien Mcfly con la voce, la batteria, il mandolino, la fisarmonica, il contrabbasso e il violoncello, a proporre i loro pezzi con rivisitazioni pop e rock in chiave folk di cover e brani inediti.
Non solo musica. Groove Aperitherapy è molto di più! Ad affiancare i cocktails e long drinks preparati dalle mani esperte dello staff del Messisbugo, saranno la cucina rinomata e le specialità del ristorantino Quel Fantastico Giovedì che propone ad ogni appuntamento uno show cooking con finger food e mono piatti.
E l’aperiterapia quest’anno supera i confini della nostra città grazie alla collaborazione artistica del Pineta by Visionnaire e del Pacifico Dinner di Milano Marittima, che saranno presenti agli appuntamenti. Sponsor anche per il 2014 Martini, che per questo mercoledì offre ai tutti i presenti gadgets e cadeaux distribuiti da hostess.
Un mix vincente, un’atmosfera unica e raffinata per un aperitivo lunghissimo!
Vivi la tua estate in città con Groove Aperitherapy!

L’ingresso è gratuito, ma riservato solo a pedoni e biciclette. Il parcheggio è possibile nei dintorni di Piazza Ariostea. Per informazioni: 393 9303450.

Domani sera torna il Ferrara Feshion Night al Chiostro di San Paolo

da: Feshion Coupon

Torna il FERRARA FESHION NIGHT mercoledì 11 Giugno in una location esclusiva: il Chiostro di San Paolo in via Boccaleone 19!!

Un fantastico dj set nel cuore del centro storico a partire dalle 19.30, contornato da un ricchissimo buffet!

Una serata per tutti, un lunghissimo aperitivo…ed un prezzo super feshion!

Ingresso alla festa con una golosissima “birra centokiodi” e cena a buffet a soli 7 €

Rock anni ’70/’80/’90

Per una notte vestiamo Ferrara di bianco e lilla, indossando un capo o un accessorio di uno dei due colori!
Prevendite a 6€ disponibili presso il Punto Wind in Piazza trento e trieste 15 a Ferrara!
Per info e prenotazioni/lista contattare il 3495878324

Una Spinelli nel fianco

Non so dire se fa più rabbia o malinconia questa nuova baruffa dentro la lista Tsipras (chiamiamola pure così, stavolta: perché questa non è certo ‘l’Altra Europa’ che vorremmo, ma solamente la nostra vecchia Italia, nonché il lato triste della sinistra).
La vicenda è nota. Da una parte c’è Barbara Spinelli che si presenta alle elezioni come candidato di bandiera, promettendo che non andrà ad occupare il seggio di Strasburgo, ma poi ci ripensa (o è indotta a farlo, spiega lei, da numerose e autorevoli pressioni) e accetta la nomina.
Dall’altra ci sono le proteste di chi imputa alla neo parlamentare il mancato rispetto della parola data. Fra gli indignati – guarda un po’ – c’è Marco Furfaro di Sel, defraudato del seggio cui avrebbe avuto diritto come primo dei non eletti. Il coordinatore della sua campagna elettorale, Enrico Sitta, con garbo afferma in proposito: “Poco conta che quando Marco Furfaro va in tv riaccende una speranza a sinistra in questo Paese, mentre la Spinelli non si capisce neanche quello che dice. Poco conta se ha promesso ovunque che avrebbe rinunciato al ruolo. Poco conta che i voti li ha presi perché l’hanno fatta votare tutti i candidati, sapendo che si sarebbe dimessa. Poco conta che ci sia gente che si è candidata proprio perché sapeva che si sarebbe dimessa; sticazzi giocare con la vita delle persone. Chi se ne frega”. E aggiunge: “Una persona misera Barbara Spinelli, una borghese piccola piccola, priva della facoltà politica e forse anche umana di intendere e di volere, in mano a dei mascalzoni che hanno sfruttato l’occasione per un unico scopo politico che andava delineandosi fin dall’inizio: fare fuori Sel. Per invidie, vecchi rancori, politicismi, opportunismi d’accatto”. Bell’ambientino… Vien immediatamente da chiedersi: ma i mascalzoni manipolatori stavano dentro o fuori la lista Tsipras?
Ricostruiamo il quadretto. Da una parte c’è il carnefice (la carnefice in questo caso) che certo rimedia una pessima figura e viene legittimamente accusata di doppiezza, ma anche di inettitudine (e se così fosse perché candidarla? Magari per la sua popolarità?). Dall’altra, ecco “la vittima”, che però si fa rappresentare da uno che si qualifica con espressioni da zotico, e imbastisce una difesa d’ufficio becera e tracotante al punto che anziché servire la scopo inevitabilmente getta ombre anche sul profilo del suo “dante causa” (il quale per parte sua non si rammarica d’aver preso meno voti, in compenso lamenta d’essere stato trattato come “carne da macello”).
In ‘filigrana’ traspaiono ambizioni, meschinità e le ipocrisie dei ‘soliti accordi’. Ma si può andare avanti così?

Il brano intonato: L’avvelenata di Francesco Guccini

Holon, la città dei bambini

Fortunatamente le città che perdono i loro bambini sono solo nelle fiabe dei fratelli Grimm. Fa piacere scoprire che nella realtà esistono città da favola, dove tutto è volto a far crescere con amore e cura i propri piccoli, fino a intitolare la città ai bambini. Del resto i bambini sono le vere radici di ogni comunità.

Nutrire l’intelligenza dei bambini è il successo della loro crescita. L’infanzia è il periodo più prezioso per lo sviluppo del nostro cervello. L’infanzia ha bisogno di ambienti di apprendimento, di luoghi capaci di stimolarne la naturale curiosità, l’esplorazione, l’interesse, l’abitudine a conoscere come quella a respirare e a nutrirsi. Ha bisogno di una rete intelligente di apprendimenti informali, non necessita di essere ordinata precocemente nell’istruzione scolastica.
Da tempo Holon dimostra d’averlo compreso. Non Holon della Specie Delta, la regione del mondo immaginario dei Pokémon. Holon nel centro di Israele, vicina a Tel Aviv.
Centottantamila abitanti, nel 1990 era considerata la città dormitorio della classe operaia, guardata con sufficienza e vissuta come poco attraente dalla sua popolazione, con i giovani in fuga per trasferirsi in città vicine ritenute più interessanti.
Motti Sasson, il nuovo sindaco, ha proposto ai suoi cittadini di fare di Holon una città della conoscenza, iniziando con l’adottare una nuova identità, quella di Città dei Bambini.
Da allora il capitale intellettuale è divenuto il focus di Holon, impegnata a favorire la valorizzazione delle conoscenze, con una attenzione della città rivolta alle generazioni più giovani, fornendo servizi, attrazioni e infrastrutture che servano a loro e ai loro figli.
In primo luogo, la città cura l’ambiente e le infrastrutture educative. Crea istituzioni e attività culturali nuove e uniche, con l’intento di tessere un ambiente di apprendimento in cui i bambini siano esposti ad apprendere idee, fatti e conoscenze dai diversi campi della ricerca e del sapere.
E allora sorge il museo dei Bambini di Israele unico nel Medio oriente, che offre un’esperienza interattiva ai bambini e ai loro genitori. Il “Meets the Eye”, un centro per vivere l’arte attraverso i mezzi tecnologici più avanzati, per stimolare l’intelletto dei bambini, arricchirne le conoscenze e iniziarli al linguaggio delle arti. Attraverso l’apertura del centro per l’Arte digitale e l’istituzione del Centro inter domain, associato al Wiezmann science institute, i bambini accedono alle conoscenze scientifiche. Inoltre, Mediatech, il centro di teatro per i giovani.
Una città della conoscenza, città dei bambini, dove l’interconnessione progettata di attività, istituzioni e operatori fornisce all’infanzia, come agli adulti, l’incontro con i saperi dei diversi territori delle scienze, della cultura e del patrimonio storico.
Il tutto in un contesto di estetica urbana e ambientale unico. La cura dell’ambiente ha trasformato Holon in una delle principali città verdi di Israele, con i giardini d’arte pubblici come lo Storybook garden, dove la cultura si integra con l’ambiente naturale.
L’obiettivo che l’amministrazione di Holon si è ripromessa è alto. È quello di divenire leader, in Israele e nel mondo, del pensiero e delle azioni innovative nel fornire risposte ai bisogni educativi e culturali, dalla nascita fino alla vecchiaia. Questo è il target dell’economia, delle imprese e dei servizi della città.
È straordinario come Holon abbia individuato nel legame con le sue scuole la maggiore risorsa per la città e il suo futuro, assegnando, innanzitutto, grande importanza all’autonomia degli istituti scolastici e alle professionalità che in essi operano. Su queste professionalità, che hanno in mano il destino dei bambini e dei giovani, la città investe. A partire da un lavoro di squadra con l’amministrazione all’interno e all’esterno delle scuole, puntando verso il miglioramento professionale degli operatori scolastici, coinvolgendoli in seminari di formazione, in modo che le scuole siano i luoghi dove gli alunni potenziano le loro competenze e la loro creatività.
La città è concentrata su ogni passo del percorso dei suoi studenti, dalla scuola dell’infanzia al conseguimento del diploma di scuola superiore, monitorando la qualità delle loro esperienze scolastiche e sostenendole con diversi interventi.
Sperimentazione e innovazione sono sviluppate e favorite come ossigeno per il rinnovo dei curricoli scolastici. Di questo è espressione l’esperienza della Scuola democratica che fa fuoco sulla democrazia e sui suoi valori, non predicati ma testimoniati, a partire dalla coerenza delle condotte di insegnanti e genitori.
La combinazione di istruzione formale e informale, la cultura del tempo libero, l’importanza di tutte le forme di conoscenza, istruzione e cultura costituiscono il terreno su cui poggia e cresce la centralità del capitale umano quale chiave del successo futuro.
L’amministrazione di Holon ha investito nella promozione e nello sviluppo di una facoltà dell’Educazione, qualificata in standard d’alta istruzione. In essa è coinvolto come ricercatore tutto il corpo docente, autore dei progressi nella ricerca didattica. Gli investimenti nelle nuove tecnologie, come parte dell’ambiente dell’apprendimento, consentono il controllo e una migliore gestione dell’apprendimento.
L’idea è fare della scuola non solo un sistema che fornisce apprendimenti, ma un’organizzazione che apprende, tenendo regolari sessioni di formazione tra i responsabili scolastici, gli insegnanti e gli altri soggetti coinvolti nei processi educativi, al fine di migliorare competenze e capacità professionali e manageriali.
Gli indicatori chiave del successo per quanto riguarda il capitale umano includono il monitoraggio, la verifica e la valutazione del livello professionale degli operatori della scuola e delle istituzioni di apprendimento. Ad Holon chi opera nell’istruzione e nella cultura migliora se stesso attraverso regolari seminari e programmi educativi che sostengono e accompagnano insegnanti e dirigenti, promuovendo la loro professionalità.
Educare ai valori sociali, incoraggiare al pensiero critico e originale è un processo lungo e complicato, ma l’amministrazione di una città della conoscenza e del capitale intellettuale, come Holon, crede fermamente nell’effetto a lungo termine della cultura e dell’istruzione permanente sulla città e sulla società nel suo complesso.

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GERMOGLI
l’aforisma
di oggi…

Una quotidiana pillola di saggezza o una perla di ironia per iniziare bene la giornata…
 
“La psicanalisi è un mito tenuto vivo dall’industria dei divani” (Woody Allen)

IMMAGINARIO
la foto
del giorno

Ogni giorno immagini rappresentative di Ferrara in tutti i suoi molteplici aspetti, in tutte le sue varie sfaccettature. Foto o video di vita quotidiana, di ordinaria e straordinaria umanità, che raccontano la città, i suoi abitanti, le sue vicende, il paesaggio, la natura.

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La scuola è finita… (foto di Aldo Gessi)

La scuola è finita… (foto di Aldo Gessi)
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