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Giorno: 17 Giugno 2014

Cosa succede dopo la Conferenza Nazionale di Roma

da: ufficio stampa e Pubbliche Relazioni Democrazia in Movimento

Nel dibattito in Rete, seguito alla Conferenza Nazionale di Roma dell’8 giugno, abbiamo notato alcune incomprensioni sul ruolo di Democrazia in Movimento e sulla natura dell’evento e della Carta d’Intenti che ne è scaturita.

DiM si è fatto promotore di questo incontro ma fin dall’inizio non ha voluto imporre una sua proposta, preferendo un incontro aperto ai contributi di tutti i partecipanti, sia come singoli sia come rappresentanti di gruppi preesistenti.

Di conseguenza, anche la Carta d’Intenti non è una proposta di Democrazia in Movimento, ma è stata elaborata durante l’incontro come base di partenza per un percorso comune. Il gruppo di lavoro proposto dalla Carta d’Intenti è un mero gruppo di elaborazione di una proposta che andrà successivamente discussa nell’incontro di settembre.

Proprio per questo le adesioni alla Carta d’Intenti si fanno come singoli: i gruppi potranno aderire in seguito quando la proposta sarà più chiara dopo l’elaborazione iniziale.

Non è chiaro neanche a DiM quale sarà la natura del soggetto politico che uscirà da questo percorso. Ne stiamo discutendo al nostro interno e ne discuteremo con tutti quelli che vorranno partecipare a questa elaborazione, per avere una proposta il più possibile inclusiva e che possa coinvolgere più soggetti possibili.

Molti hanno ripetuto durante la conferenza che non vogliono entrare in un contenitore: mai Democrazia in Movimento si è proposta come tale.

Precisiamo che all’incontro promosso da DiM hanno partecipato soggetti di varia natura, non solo provenienti dall’area ex 5 Stelle e che questo è il primo comunicato stampa di Democrazia in Movimento dopo la Conferenza Nazionale di Roma.

Quanto scritto ad oggi in altri articoli non rispetta perciò la posizione ufficiale di Democrazia in Movimento.

Malattie del sangue, una rivoluzione lunga dieci anni: presentata la IX “Giornata Nazionale per la lotta contro Leucemie, Linfomi e Mieloma”

da: ufficio stampa Pro Format Comunicazione

La Giornata, che si celebra il 21 giugno, è dedicata quest’anno al decennio
che ha cambiato il volto dell’Ematologia e alle prospettive per i prossimi 10 anni.

L’avvento delle terapie a bersaglio molecolare ha riaperto il futuro
per i pazienti affetti da Leucemia Mieloide Cronica e ha fornito un paradigma
per il trattamento di altre forme di malattie del sangue.
Il prossimo traguardo è la guarigione: pazienti italiani con LMC hanno interrotto
la terapia dopo aver raggiunto la risposta molecolare profonda.

Giovedì 19 giugno speciale Numero Verde AIL-Problemi ematologici 800.226.524:
dalle 8.00 alle 20.00 illustri ematologi italiani risponderanno ai pazienti e ai familiari.

Roma, 17 giugno 2014 – I dieci anni che hanno cambiato la storia dell’Ematologia. I dieci anni in cui si sono raccolti i frutti della grande rivoluzione delle terapie mirate, avviata alla fine degli anni ‘90, quando l’avvento di imatinib, capostipite degli inibitori della tirosin-chinasi, ha riaperto per i pazienti affetti da Leucemia Mieloide Cronica un futuro che sembrava compromesso.
Oggi la speranza di guarigione è una prospettiva reale. L’avvento delle terapie mirate di seconda generazione come nilotinib consente di ottenere risposte molecolari definite “profonde”, che corrispondono a un livello minimo di malattia e aprono la strada all’interruzione della terapia. Questa prospettiva viene oggi esplorata in diversi studi nei quali sono coinvolti anche pazienti italiani che hanno smesso di assumere il farmaco.
L’occasione per tracciare il bilancio di questo decennio, ma anche per gettare uno sguardo al futuro, è la Giornata Nazionale per la lotta contro Leucemie, Linfomi e Mieloma, promossa dall’AIL e posta sotto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica: la IX edizione che si celebra in tutta Italia il 21 giugno, è dedicata quest’anno proprio ai successi raggiunti dalla ricerca e al grande cambiamento vissuto dall’ematologia e dai pazienti.
«Oggi celebriamo un decennio entusiasmante, nel quale siamo riusciti a portare avanti la frontiera della ricerca e la cura delle malattie del sangue, rendendo possibile la guarigione per molti pazienti, una lunga sopravvivenza per molti altri e una buona qualità di vita quasi per tutti», dichiara Franco Mandelli, ematologo di fama internazionale e Presidente Nazionale AIL. «In questo giorno però vogliamo guardare anche avanti e ai risultati che potremmo raggiungere nei prossimi dieci anni: le conoscenze acquisite grazie alla LMC rappresentano il modello e un bagaglio formidabile per nuove e più avanzate ricerche, sempre più orientate alla caratterizzazione molecolare delle malattie e quindi allo sviluppo di nuovi farmaci mirati». Il punto di svolta che ha innescato la rivoluzione dell’ematologia è stata l’identificazione del difetto citogenetico che dà origine alla proteina alterata, BCR/ABL, causa della Leucemia Mieloide Cronica e, su questa base, alla progettazione di farmaci mirati allo specifico difetto molecolare.

«In questo decennio nel complesso sono migliorate sopravvivenza e qualità di vita di tutte le forme tumorali del sangue: avanzamenti significativi si sono avuti per la Leucemia Acuta Promielocitica; buoni risultati in termini di sopravvivenza si ottengono in numerose forme di linfoma, dalle quali oggi guarisce una percentuale importante di pazienti. Ma quello della Leucemia Mieloide Cronica resta ancora oggi il caso più eclatante», afferma
Giuliana Alimena, Professore ordinario di ematologia al Dipartimento di Biotecnologie ed Ematologia della “Sapienza” Università di Roma. «Fino ad alcuni anni fa, l’evoluzione di questa forma in leucemia acuta con prognosi altamente infausta era pressoché ineluttabile, tranne che per un gruppo limitato di pazienti candidati a ricevere il trapianto di midollo osseo. Oggi la sopravvivenza dei pazienti è sovrapponibile a quella della popolazione generale».
L’obiettivo è adesso l’interruzione della terapia una volta raggiunta la “risposta molecolare profonda”: alcuni studi internazionali comparativi, come lo studio ENESTnd, da cui ha avuto origine il progetto Path to Cure sull’interruzione della terapia, hanno evidenziato la superiorità dei farmaci di seconda generazione in termini di efficacia, e hanno posto le basi per gli studi successivi, ancora in corso, per indagare la possibilità dell’interruzione della terapia. «Con l’avvento delle terapie mirate di seconda generazione, è aumentata ulteriormente la possibilità di raggiungere risposte molecolari profonde. A questo stadio le cellule leucemiche, anche se si sospende la terapia, in due terzi dei casi circa continuano a ridursi spontaneamente senza essere più capaci di riespandersi. È come se l’organismo avesse ripreso il controllo della loro espansione e della malattia», spiega Giuseppe Saglio, Professore di Ematologia all’Università di Torino e Direttore del Dipartimento di medicina interna presso l’Ospedale Universitario San Luigi di Orbassano – Torino. «I pazienti che raggiungono la risposta molecolare profonda sono funzionalmente guariti dalla loro malattia. Il follow-up a 5-6 anni dimostra che la Leucemia Mieloide Cronica non si è più ripresentata».
Il passaggio da una diagnosi che non lasciava speranze di vita alle attuali in cui si comincia a parlare di un futuro libero dal farmaco e di guarigione completa, ha segnato il vissuto dei pazienti con Leucemia Mieloide Cronica. «All’inizio i pazienti erano increduli, c’era molto stupore, ci si chiedeva cosa sarebbe successo. Dopo i primi anni, la speranza si è consolidata e i pazienti hanno finalmente potuto cominciare a riprogettare la propria vita, alcuni coltivando il sogno di una famiglia e dei figli, cosa prima impossibile – osserva Felice Bombaci, Responsabile del Gruppo AIL Pazienti LMC – nel momento in cui la ricerca ha riaperto il futuro, i pazienti con Leucemia Mieloide Cronica hanno sentito il bisogno di associarsi costituendo in seno all’AIL il Gruppo Pazienti LMC, nato con l’obiettivo di essere soprattutto uno strumento di auto-mutuo aiuto affinché nessun paziente dovesse più vivere le difficoltà e i disagi legati al “non sapere” e al “non conoscere”».
E per celebrare ed evidenziare la nuova prospettiva che si è aperta nel trattamento della Leucemia Mieloide Cronica l’AIL, con il supporto di Novartis, ha appena lanciato “Sulla strada della guarigione”, un concorso riservato ai pazienti affetti da Leucemia Mieloide Cronica e ai loro familiari, che potranno raccontare la propria esperienza sotto forma di racconto scritto, disegno, video o fotografia (www.sullastradadellaguarigione.it).
Il cambiamento però non ha riguardato solo la Leucemia Mieloide Cronica, ma anche altre forme di malattie del sangue per le quali sono migliorate la sopravvivenza, la qualità di vita dei pazienti e dove la ricerca ha compiuto importanti avanzamenti sul fronte delle terapie target. «Anche per le Malattie Mieloproliferative l’ultimo decennio ha rappresentato una svolta», sottolinea Francesco Vita, componente del Gruppo AIL Pazienti MMP PH-. «È proprio sulla scia del cambiamento che si va delineando nel trattamento di queste patologie che si è costituito il Gruppo Pazienti Malattie Mieloproliferative Croniche che ha come obiettivo principale quello di promuovere l’informazione su queste patologie del sangue ancora poco conosciute».
La Giornata è anche l’occasione per presentare la VI Edizione di “Sognando Itaca”, un’iniziativa AIL dedicata ai pazienti ematologici e che vuole diffondere la vela-terapia per il miglioramento della loro qualità di vita: una barca a vela sta navigando nel mar Adriatico e approderà a Taranto il 20 giugno. In ogni porto toccato dalla barca a vela con a bordo un equipaggio formato da skipper professionisti, pazienti in fase riabilitativa, medici, infermieri e psicologi, si svolge la giornata “Itaca Day“ durante la quale i pazienti dei Centri di Ematologia locale possono imbarcarsi per vivere l’esperienza di una regata amatoriale.
Come ogni anno per la Giornata Nazionale per la lotta contro Leucemie, Linfomi e Mieloma, gli ematologi saranno a disposizione per fornire consigli e risposte al Numero Verde AIL: 800-226524, giovedì 19 giugno. Tutte le informazioni sulle iniziative e gli incontri promossi dalle sezioni AIL in occasione della Giornata sono disponibili sul sito www.ail.it.

Attività, mezzi, risorse e strategie: tutti i numeri della Polizia Municipale di Comacchio

da: ufficio stampa Comune di Comacchio

Per tracciare il bilancio di un anno di attività e per illustrare strategie, mezzi e risorse necessari ad affrontare la stagione estiva, questa mattina il Sindaco Marco Fabbri e il Comandante del Corpo di Polizia Municipale Paolo Claps hanno tenuto una conferenza stampa nella sala riunioni dello stesso comando. “In passato è mancata la comunicazione alla collettività, per far sapere cosa esattamente si fa – ha spiegato il Comandante Claps introducendo la conferenza stampa -, ma è importante segnalare i tanti ambiti operativi nei quali si muove la polizia locale, dato che quella delle contravvenzioni è un’attività marginale rispetto al gravoso impegno, di cui tutti gli operatori si fanno quotidianamente carico.” 4834 sono le richieste di intervento di vario genere pervenute nel corso del 2013 alla Centrale Operativa del Comando, tra le quali rimozioni di veicoli nei mercati e in corrispondenza di passi carrai, abusivismo commerciale, controlli nei cantieri (677 con 40 notizie di reato inviate all’autorità giudiziaria) e accertamenti anagrafici (972 tra richieste di residenza, cambi di indirizzo e controlli sociali). Tra i numeri degni di nota spiccano le 39 unità in forze al Comando, alle quali si sommano i rinforzi estivi, portando le risorse umane, operative su tre turnazioni, a 50 componenti. Un migliaio sono i servizi di viabilità giornaliera davanti ai plessi scolastici, a cui si affiancano i 79 incidenti stradali rilevati e le 52 ore di educazione stradale nelle scuole, i 148 controlli agli esercizi pubblici attuati dalla Polizia Commerciale (con 67 sanzioni di natura amministrativa), sino alle 298 verifiche nei mercati settimanali e i 70 verbali per il rinvenimento di merce abbandonata con 20 segnalazioni alla Procura della Repubblica per materiale contraffatto. Per completare la carrellata dei dati vanno citati i 1860 conducenti controllati, 194 sottoposti a test alcolemico con 8 patenti ritirate e 11 veicoli sottoposti a fermo amministrativo. Anche le segnalazioni su maltrattamento o abbandono di animali hanno visto impegnata la Polizia Municipale in ben 200 richieste di intervento. “Anche quest’anno sono già state avviate le attività di prevenzione e di repressione dell’abusivismo commerciale – ha precisato Claps – e su imput dell’Amministrazione Comunale si è proceduto al potenziamento del progetto di sicurezza stradale denominato Comacchio Sicura, con pattuglie dislocate a rotazione su tutto l’arco della giornata.” Per il 2014 l’Amministrazione Comunale attraverso uno sforzo economico ulteriore ha deciso di incrementare i controlli sulle strade, per contrastare l’elevata incidentalità e prevenire le cosiddette stragi del sabato sera. “E’ stato acquistato un etilometro di nuova generazione, che si affianca a quello già in dotazione – ha aggiunto il Comandante – e sono stati acquistati due pre test qualitativi per incrementare i controlli alla guida in stato di ebbrezza.” Un’altra novità di quest’anno consiste nell’impiego di 2 segway, nuovi mezzi elettrici a due ruote recentemente acquistati e destinati al pattugliamento capillare dell’arenile, con la prospettiva di estenderne l’uso nelle zone a traffico limitato dei lidi. “Il loro impatto acustico e ambientale è pari a zero – ha sottolineato Claps – perché sono elettrici ed hanno un’autonomia di 30-40 chilometri.” Il Sindaco Marco Fabbri, rilevando il miglioramento della qualità del servizio di Polizia Municipale grazie all’arrivo del comandante, “figura apicale assente da 3 anni”, ha sottolineato che “intensificheremo tutti i controlli, grazie all’acquisto delle nuove attrezzature.” Uno degli obiettivi particolarmente cari all’Amministrazione Comunale riguarda il centro storico di Comacchio, al fine di liberarlo dalla sistematica presenza di autoveicoli. Per fare questo, il Primo Cittadino ha spiegato che “abbiamo avviato l’aggiornamento del Piano del Traffico, strumento fermo da 10 anni e troveremo presto operatori, riconoscibili da apposita pettorina, che effettueranno rilievi e scatteranno foto, perché lo scopo che si vuole raggiungere è quello di migliorare la qualità della vita del centro storico.” Saranno rivisitati tutti i permessi rilasciati a portatori di disabilità e i permessi di accesso alla Z.T.L. ormai datati. “Va avanti anche il piano di video-sorveglianza con l’istituzione di varchi e dispositivi che scatteranno foto ai veicoli in transito – ha precisato il Sindaco -, confidando sempre nella collaborazione degli operatori e dei residenti”, “perché Comacchio torni ad essere davvero la Piccola Venezia, come è stata ribattezzata – ha aggiunto il Comandante Claps-.”

Progetto Refresh: la visita e i complimenti del vicesindaco Maisto

da: Centro di partecipazione giovanile L’Urlo

La festa presso il centro L’Urlo per la riqualificazione partecipata e low cost degli spazi

«Sono molto contento del lavoro svolto in questi mesi presso L’Urlo, vi faccio i miei complimenti. Questo luogo è vostro nel bene e nel male, sia quando c’è da divertirsi sia quando c’è da rimboccarsi le maniche per renderlo più bello e ospitale». Così il vicesindaco Massimo Maisto sabato 14 giugno ha salutato i ragazzi che hanno partecipato alla festa organizzata al Barco dal centro di partecipazione giovanile L’Urlo. L’evento è stato organizzato per festeggiare la conclusione di Refresh, il progetto di riqualificazione partecipata e low cost degli spazi avviato nella primavera 2013, portato a termine grazie all’impegno di tutte le associazioni e gli utenti che usufruiscono gratuitamente della struttura messa a disposizione del Comune – si tratta di circa 260 persone ogni settimana- .

Il lavoro è stato finanziato grazie ai fondi raccolti con la cena organizzata assieme alla contrada di Santo Spirito e grazie alla vendita delle magliette “Keep calm and play Games”, realizzata dai soci della ludoteca Ludus Iovis Diei. La riqualificazione è stata avviata nell’autunno 2013 e ha compreso la tinteggiatura della pareti, il restauro e la colorazione di tutte le porte e gli infissi, la decorazione dei tavoli e di vari accessori, per i quali sono state usate le tecniche del decoupage e dello stancil.

«È stata un’operazione lunga e complessa – ha commentato la coordinatrice del centro, Licia Vignotto -, alla quale ognuno ha contributo mettendo a disposizione il proprio tempo e le proprie capacità. Ora è una gioia poter accogliere i ragazzi in un luogo completamente “rinfrescato”, più ordinato e accogliente». Soddisfazione e ringraziamenti sono arrivati anche da Fausto Pagliarini, responsabile del Servizio Giovani per il Comune di Ferrara, e dal neo-eletto consigliere comunale Davide Bertolasi, che da anni – contestualmente al suo precedente incarico per la per la Circoscrizione 3 – segue le vicende del centro.

I soci di Afric Racine – che tutti i mercoledì sera tengono presso L’Urlo un corso di danze africane – hanno aperto la festa di sabato con un’esibizione intensa e coinvolgente, una coreografia intitolata “Fumi Fumi”, dedicata al tema del conflitto e della pace. Il buffet è stato messo gentilmente a disposizione dalla cooperativa sociale Il Germoglio, che presso il centro ospita il proprio doposcuola. I ragazzi della ludoteca Ludus Iovis Diei – situata al piano terra – hanno organizzato contestualmente una maratona di gioco della durata eccezionale di ventiquattro ore e una grigliata all’americana, finalizzata a raccogliere per il gattile comunale, gestito dall’associazione A coda alta.

“Mi auguro che continuiate nel tempo ad essere così – ha concluso Maisto -, aperti nel raccogliere e ospitare tante persone e tante passioni diverse”.

Alessandro Guzzi e il regno dell’anticristo tra letteratura e pittura da La Carmelina a Il Giornale

da: ufficio stampa La Carmelina edizioni Ferrara

Primavera in full immersion per Alessandro Guzzi, noto pittore antagonista di Roma Capitale e anche scrittore, in veste visiva già nella Biennale di Venezia a cura di V. Sgarbi (2011/12), con segnalazioni critiche autorevoli quali Carlo Fabrizio Carli, Leonardo Canova, Filiberto Menna (ecc.), anche su Il Giornale a firma Gianfranco De Turris. Nell’ordine, appena uscito il saggio “diversamente” mistico Il regno dell’anticristo e altri scritti (La Carmelina, edizioni, Ferrara-Roma), sorta di prosa pittorica complementare all’arte visuale vera e propria per cui Guzzi è più noto Quasi contemporaneamente: è in corso dal 23 maggio al prossimo 23 giugno presso la Libreria Galleria L’Universale di Roma, a cura di Maurizio Messina, la personale Il Mondo e la Poetica di Alessandro Guzzi.Un pittore poeta, come accennato, diversamente antimoderno, eppure cantore vuoi di una nuova Bellezza, quasi neopreraffaellita, supportato da una Tekne rara nel panorama spesso trash o parasperimentale attuale, intrisa di sensualità aurorale e spiritualità cosmico innamorante e trascendente. Come ben evidenziano nell’omonimo prezioso catalogo, gli stessi Vincenzo Centorame, Sandro Giovannini, Marco Guzzi, Don Mauro Tranquillo e lo stesso Roberto Guerra, futurista ferrarese (un testo critico e un paio di interviste all’artista, una sulla mostra e una proprio sul libro cartaceo di cui prima).

*DAL CATALOGO (Guerra su Guzzi)
” …. Più nel focus fare colore & picture, Guzzi è postcontemporaneo doc, antipostmoderno: ulteriormente nessun paradosso, oltre la parola liquida effimera e mistificatoria spesso,, ritorno, come accennato, alla Forma ma dopo la scienza. Un tecnegraffito…”

Info

Alessandro Guzzi in mostra a Roma


http://www.mirorenzaglia.org/2013/05/alessandro-guzzi-il-pittore-che-non-dice-non-occulta-ma-da-segno/

http://www.ilgiornale.it/news/spettacoli/guzzi-realismo-e-simbolismo-libreria-galleria-darte-1027970.html

Il Parco del Delta del Po e la valorizzazione del suo patrimonio al centro del seminario “Nuove opportunità per arricchire l’offerta del territorio”

da: ufficio stampa Ascom Ferrara

Parte dalla Provincia di Ferrara il primo dei cinque incontri promossi dal CAT-Centro Assistenza Tecnica Confcommercio Emilia Romagna per presentare ed illustrare i progetti di valorizzazione del territorio finanziati dalla Regione Emilia Romagna attraverso le risorse dei Fondi Strutturali 2007-2013.

Mercoledì 18 giugno 2014, presso il Palazzo della Ragione dell’Abbazia di Pomposa – Via Pomposa Centro 12, a Codigoro, Ferrara – si terrà a partire dalle ore 10.00 il seminario “NUOVE OPPORTUNITÀ PER ARRICCHIRE L’OFFERTA DEL TERRITORIO”, dedicato alla promozione dei progetti di valorizzazione del patrimonio ambientale e culturale legati al Parco del Delta del Po e realizzati con i finanziamenti regionali dell’Asse IV del POR FESR (Programma operativo regionale Fondo Europeo di Sviluppo Regionale) 2007-2013.
Si tratta del primo evento di un ciclo di seminari promossi ed organizzati da CAT-Centro Assistenza Tecnica Confcommercio Emilia Romagna in collaborazione con le Ascom del territorio, su iniziativa della Regione Emilia Romagna, per presentare i progetti avviati e realizzati con il finanziamento dei Fondi Europei della precedente programmazione, con l’obiettivo di far conoscere gli interventi di riqualificazione attuati ed avviare un percorso di condivisione del patrimonio del territorio, favorendo lo sviluppo di nuove opportunità di offerta turistica.
“L’area del Parco del Delta del Po – dichiara Massimo Biolcatti, Presidente di Ascom Confcommercio Codigoro – in questi anni si è affermato come un significativo polo attrattivo per il turismo naturalistico e culturale, sia sul mercato nazionale che sui paesi esteri. E’ quindi importante dare continuità agli interventi di valorizzazione già intrapresi in questi anni per rendere competitiva la nostra offerta, soprattutto verso quei mercati stranieri che dimostrano di comprendere maggiormente la ricchezza dei nostri luoghi”.
I nuovi spazi recuperati dalla ristrutturazione di edifici di evidente valore storico culturale (Castello di Mesola, Ex Ospedale degli Infermi di Comacchio, Ecomuseo della Civiltà palustre di Bagnacavallo), i nuovi percorsi attrezzati che si sviluppano nella sacca di Goro e tra Comacchio e il mare, funzionali al consolidamento dell’offerta di cicloturismo e turismo fluviale, ed infine la riqualificazione delle stazioni del Parco nella Pialassa di Ravenna, nelle pinete di Classe e San Vitale e nelle saline di Cervia rappresentano un arricchimento del patrimonio culturale e ambientale di questo territorio, che contribuisce a esprimerne ulteriormente l’unicità.
“Il parco del Delta del Po – aggiunge Davide Urban, Direttore di Confcommercio Imprese per l’Italia della Provincia di Ferrara – rappresenta un punto di forza di questo territorio, su cui come Associazione abbiamo fortemente investito in questi anni. Oggi è tuttavia necessaria una attenta valutazione delle esigenze che esprime il mercato per rendere il più efficace possibile l’impiego delle risorse e finalizzarle su progetti veramente importanti per qualificare il territorio”.
Al seminario interverranno Massimo Biolcatti Presidente dell’Ascom di Codigoro, Rita Cinti Luciani Sindaco di Codigoro, Davide Urban Direttore di Confcommercio Imprese per l’Italia Ascom Provincia di Ferrara e Paola Ragazzini di Iscom Group.

La Cna sul taglio delle risorse per le Camere di Commercio

da: ufficio stampa Cna Ferrara

Cna contro il taglio del 50% delle risorse delle Camere di Commercio. Così si azzerano le risorse per gli investimenti delle imprese

La riforma della Pubblica amministrazione, varata nei giorni scorsi dal Governo, tra le altre cose, taglia del 50% il diritto che le aziende pagano alle Camere di commercio per i servizi resi. “A Ferrara, ciò potrebbe significare che le risorse destinate al sostegno alle imprese, al loro sviluppo, innovazione, sostegno all’occupazione, creazione di nuove imprese e imprenditoria giovanile, ecc. saranno probabilmente azzerate. Un fatto grave, che contraddice gli impegni assunti dall’attuale Governo nei confronti del sistema produttivo e imprenditoriale del Paese, sottoposto alla doppia morsa della crisi e della pressione di uno Stato esoso che ne prosciuga le risorse”.
Lo afferma la presidente provinciale della Cna Irene Tagliani, di fronte alla notizia di un intervento del Consiglio dei ministri “che mette a repentaglio l’efficienza, l’efficacia e l’economicità delle attività camerali, tra i pochi soggetti impegnati, in questi anni, a fianco del sistema delle piccole e medie imprese, vera e propria ossatura economica del nostro Paese, al quale ha fatto da supporto, cogliendone le esigenze concrete”.
Il taglio del 50% delle risorse comporterà, secondo fonti camerali, un gettito più che dimezzato, quindi. In pratica, ciò significherà il probabile azzeramento degli investimenti mirati allo sviluppo dell’economia e la limitazione alle mere attività minime istituzionali. Ciò, a fronte di una riduzione minima degli importi da pagare per le imprese ferraresi.
Nel criticare severamente questo provvedimento, che avrà “conseguenze gravi sul medio e lungo periodo per tutto quello che concerne le numerose attività promozionali a diretto vantaggio delle imprese e del territorio”, la presidente provinciale della Cna annuncia l’impegno dell’Associazione ad adoperarsi, ad ogni livello, per la modifica di tale iniziativa da parte del Governo.

TARI, nuova tariffa…vecchi problemi

da: ufficio stampa Ascom Ferrara

Dopo il lunedì nero delle Tasse di ieri (16 giugno) con l’affollarsi di numerosi versamenti a pesare sulle tasche dei contribuenti Ascom interviene sul tema spinoso della TARI (per intenderci la nuova Tariffa dei Rifiuti) in pagamento per il 2014: “In media un negozio di 80 metri quadrati di abbigliamento si è trovato a pagare qualcosa come 370 €uro a fronte di una produzione di rifiuti pressoché nulla se si eccettua pochi imballaggi in cartone, in più – commenta Davide Urban direttore generale Ascom Ferrara- a fronte di queste cifre ci troviamo, un esempio su tutti, come nel caso di Galleria Matteotti, intervento peraltro appena concluso, di fronte ad una situazione di sporcizia e degrado pesante. Ma dov’è il miglioramento del servizio? I commercianti e gli operatori del terziario non possono essere lasciati certo da soli a provvedere alla pulizia di questo come di altri spazi. Abbiamo chiesto come Associazione un incontro urgente agli assessorati competenti per affrontare la questione dei rifiuti”.
E sul tema TARI interviene anche il presidente provinciale della Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi Matteo Musacci:”I bar, i ristoranti così come gli esercizi alimentari sono davvero tartassati. Rimane infatti insoluto il nodo delle aliquote applicate per metro quadrato che doveva essere rimodulato, e che non tiene conto dei reali consumi delle singole attività ne tantomeno
valuta la corretta gestione o meno del rifiuto da parte del gestore”.

Giovedì 19 giugno chiusura temporanea di via Zappata angolo via Mercanti per la rimozione di macerie

da: ufficio stampa Comune di Comacchio

Per consentire il regolare svolgimento dei lavori di rimozione di macerie davanti ad un immobile di proprietà privata, oggetto di un crollo verificatosi nell’estate del 2013, il Settore Tecnico ha adottato un’ordinanza che dispone il divieto di sosta con rimozione forzata nel piazzale sul quale insisteva l’edificio, dalle ore 7 alle ore 19.30 di giovedì 19 giugno p.v. Il Piazzale in questione, adibito a parcheggio, è ubicato a Comacchio in angolo tra la Via A. Zappata e la Via Dei Mercanti. L’impresa esecutrice dei lavori provvederà, secondo la normativa vigente, all’apposizione di idonea segnaletica, al fine di non consentire il passaggio di veicoli o di persone non addette ai lavori nell’area interessata dallo sgombero delle suddette macerie.

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Rifiuti: l’impegno della grande distribuzione in un innovativo accordo siglato oggi tra Regione e Legacoop Emilia-Romagna

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Bologna – Dopo l’accordo per il recupero delle materie plastiche sottoscritto ad aprile, la Regione aggiunge un nuovo tassello alla lotta alla produzione dei rifiuti, suggellando un’innovativa intesa con Legacoop Emilia-Romagna, che associa alcune tra le più importanti insegne della distribuzione organizzata sul territorio regionale.

L’accordo con Legacoop ed Atersir, sottoscritto oggi nella sede di Legacoop a Bologna, riconosce i punti vendita come luoghi strategici in cui attuare politiche di recupero e prevenzione, in cui è possibile agire sulle scelte di consumo dei cittadini ma anche dove vengono attualmente prodotti grandi quantitativi di rifiuti, non solo da imballaggio.

L’accordo si inserisce nelle nuove politiche regionali di prevenzione dei rifiuti, parte integrante del nuovo Piano regionale di gestione dei rifiuti (Prgr), che si pone come obiettivo una riduzione della produzione dei rifiuti pari al 20-25% entro il 2020 e che riconosce proprio nelle intese pubblico-private un efficace strumento per perseguire tale ambizioso target.

“Lavorare con il sistema della distribuzione organizzata nella nostra regione – afferma il sottosegretario alla Presidenza della Regione Emilia-Romagna, Alfredo Bertelli – significa poter contare su un partner che storicamente ha dimostrato una forte sensibilità e un deciso impegno sul fronte ambientale. Con questa intesa si vuole capitalizzare l’esperienza consolidata nel corso degli anni, consentendo di sistematizzare e diffondere quanto di buono è stato fatto e al contempo progettare e avviare insieme nuovi percorsi virtuosi”.

La definizione delle singole azioni da intraprendere è affidata a specifici accordi di dettaglio, che potranno dare operatività a progetti molto diversi tra loro e che vedranno la luce nei prossimi mesi, come frutto dell’attività di appositi gruppi di lavoro tematici. Questi affronteranno argomenti di grande rilevanza e attualità quali il recupero dei beni non commercializzabili, esperienza che ha già dimostrato enormi potenzialità in alcuni territori (più di 1000 tonnellate di merce recuperata e donata in un anno da parte di 49 punti vendita); il recupero degli oli alimentari esausti; un sistema di qualificazione ambientale dei punti vendita, che ne innalzerebbe complessivamente le prestazioni ambientali migliorando non solo l’aspetto legato ai rifiuti.

L’accordo è stato sottoscritto alla presenza dei rappresentanti dei soggetti firmatari: il sottosegretario Bertelli, il direttore generale Ambiente della Regione Emilia-Romagna Giuseppe Bortone, il direttore di Atersir Vito Belladonna e il presidente di Legacoop Emilia-Romagna Giovanni Monti.

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Rifiuti: Piano regionale di gestione promosso a pieni voti dall’Europa

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Per il sottosegretario Bertelli è “un’ulteriore dimostrazione del fatto che la Regione si pone tra i buoni esempi”

Bologna – L’Emilia-Romagna, con il suo Piano di gestione dei rifiuti adottato lo scorso febbraio dalla Giunta regionale, è stata promossa a pieni voti da parte dell’Unione europea, per una piena rispondenza al diritto comunitario e in particolare alla Direttiva quadro sui rifiuti, sia per la particolare qualità del Piano stesso nel prefigurare previsioni e scenari futuri di gestione dei rifiuti giudicati virtuosi, consistenti e soprattutto attuabili.

La Commissione europea aveva dato avvio a un progetto finalizzato alla valutazione dei Piani di gestione dei rifiuti. A tale scopo, erano stati selezionati a livello comunitario 50 piani affinché ne venissero valutate completezza e adeguatezza alla normativa comunitaria di riferimento. Scopo di tale progetto era identificare buone pratiche ed eventuali criticità presenti nei piani valutati e conseguentemente fornire alle autorità competenti raccomandazioni e suggerimenti al fine di rendere il documento di Piano conforme al diritto comunitario, favorendo lo sviluppo di gestioni virtuose nella pianificazione in materia di rifiuti.

Il sottosegretario regionale alla Presidenza della Giunta regionale, Alfredo Bertelli ha così commentato il positivo esito della valutazione: “Tale giudizio è un’ulteriore dimostrazione del fatto che la Regione Emilia-Romagna ancora una volta si pone tra i buoni esempi nella gestione dei rifiuti, confermando una continuità di scelte appropriate ed efficienti, tutte improntate alla concretezza e basate su presupposti realistici e sostenibili”.

Due aziende ferraresi sul podio regionale del premio Oscar Green 2014

da: ufficio stampa Coldiretti

Alex Di Domenico e Mosè Padoan, premiati al concorso Oscar Green 2014 nella fase regionale che ha selezionato realtà innovative “under 30” e messo in luce la nuova agricoltura che pensa positivo e sfrutta tutte le opportunità del mercato e del territorio

L’agricoltura è la nuova frontiera per fare impresa in Emilia Romagna. Lo afferma Coldiretti regionale sottolineando che tra il 2011 e il 2013 nelle campagne emiliano romagnole hanno aperto i battenti 600 nuove imprese al ritmo di 200 l’anno. La tendenza ad orientarsi verso attività legate al verde e al cibo è confermata anche dalle iscrizioni scolastiche, che nelle iscrizioni al primo anno delle superiori per il 2014 ha visto un giovane su cinque superiori ha optato per scuole per l’agricoltura, l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera.
Nelle campagna italiane la green economy apre nuove opportunità che i giovani scelgono per fare impresa. Ed è proprio a questi giovani che si rivolge “Oscar Green”, il premio per l’innovazione in agricoltura promosso da Coldiretti Giovani Impresa, con l’alto Patronato del Presidente della Repubblica e della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea arrivato quest’anno all’ottava edizione per premiare le aziende capaci di conquistare il mercato con idee e prodotti innovativi.
Si va dal giovane produttore che a mille metri di altezza, sull’Appennino piacentino, contribuisce a salvaguardare un paese disabitato, all’agricoltore che sulle colline forlivese a salvato antichi vigneti dall’espianto per fare un vino che viaggia online; dal produttore reggiano che in Svizzera, invece di capitali, esporta angurie di alta qualità, al produttore di vongole veraci dei lidi ferraresi che commercializza con una filiera cortissima; dall’allevatore modenese che ha ripreso la produzione di yogurt e caciotte che amava negli anni dell’infanzia, al coltivatore della bassa ferrarese che è tornato ad allagare i terreni prosciugati dalla palude per fare allevamento di pesce.
La molteplicità delle idee innovative ha costretto i promotori di Oscar Green a prevedere due menzionispeciali. La prima per un’azienda che nel ravennate applica l’”agricoltura sinergica” nel rispetto dell’ambiente e di un sistema naturale di fare agricoltura e la seconda per un allevamento in provincia di Bologna con prodotti innovativi ottenuti da latte di capre e pecore.
La cerimonia di premiazione si è svolta presso l’Agriturismo La Baccelliera, a Modena, alla presenza del presidente dell’Unione regionale delle Camere di Commercio dell’Emilia Romagna, Maurizio Torreggiani, del neo-sindaco di Modena, Gian Carlo Muzzarelli, delle delegate nazionali e regionale di Coldiretti Giovani Impresa, Maria Letizia Gardoni e Valentina Bosco, del presidente e del direttore di Coldiretti Emilia Romagna, Mauro Tonello e Marco Allaria Olivieri, sotto la guida di Lisa Bellocchi, presidente dell’associazione interregionale dei giornalisti agroalimentari di Emilia Romagna, Toscana, Marche, Umbria e Repubblica di San Marino.
Sono state premiate, nelle diverse categorie, le aziende: Diavoletto di Maximilian Girardi di Rocca san Casciano (FC), Francesco Chinosi di Farini (PC), Matteo Zarantonello di Novellara (RE), Cooperativa La Vela di Mosé Padoan di Comacchio (FE), La Costa di Dante Corradini di Prignano sulla Secchia (MO), Val testa di Alex Di Domenico di Argenta (FE). Mentre le menzioni speciali sono andate a Michele Rosetti di Castiglione di Ravenna e all’azienda Valbona di Roberto Maccaferri di Sant’Agata bolognese.
Insieme con le aziende vincitrici, che accedono alla fase finale nazionale che si svolgerà in autunno è stato premiato l’archivio di Stato di Parma per la sua mostra storico-documentaria su “Giuseppe Verdi proprietario e politico“ che dall’8 novembre 2013 al 24 aprile 2014, nell’ambito delle celebrazioni del bicentenario verdiano, ha documentato l’intensa attività di agricoltore del grande compositore.

IL PROFILO DELLE AZIENDE FERRARESI VINCITRICI SELEZIONE EMILIA ROMAGNA DI OSCAR GREEN

Sezione In Filiera
Cooperativa La Vela di Mosé Padoan
Comacchio (Ferrara)

“Va dove ti porta il cuore” è stato il motto di Mosé Padoan, giovane agricoltore di Comacchio, nel ferrrese. All’agricoltura tradizionale fatta di coltivazioni di cereali, bietole e ortaggi, ha aggiunto una licenza di pesca all’anguilla, regina incontrastata dei pesci di valle, e la produzione e vendita di vongole veraci. Con due amici ha fondato la Cooperativa La Vela, che ha la concessione di circa 1,5 ettari di acqua presso il Lido di Spina. Le vongole inizialmente venivano vendute all’ingrosso, con poco profitto per la cooperativa che aveva alti costi e poca resa. E’ così che Mosé e i soci si sono orientati verso la vendita diretta. La Vela partecipa a diversi mercati di Campagna Amica e le vongole veraci arrivano sempre vive e freschissime, grazie ad una filiera cortissima e trasparente in modo che i molluschi appena pescati vengano trasferiti allo stabulario dove rimarranno per due giorni e poi messe in sacchetti di rete da 1 kg e marchiate con il logo della cooperativa. Il giorno successivo sono già nel banco frigo pronte per il consumatore. E’ stata questa la scelta che ha consentito di ritagliarsi uno spazio di assoluto rilievo nello scenario ittico ferrarese dove la cooperativa incarna il coraggio delle scelte imprenditoriali, l’amore per il territorio e i suoi prodotti, la filiera corta e la tracciabilità garantita. Il tutto “mettendoci la faccia”, in questo caso la faccia di un giovane ragazzo che ha voluto seguire un sogno e l’ha trasformato in impresa.

Sezione Ideando
Società Agricola Val Testa di Alex Di Domenico
Bando di Argenta (Ferrara)

Una volta il territorio paludoso era una maledizione, per questo nella bassa ferrarese è stato bonificato, strappando alle acque terreni divenuti poi particolarmente vocati per la coltivazioni di ortaggi, dal pomodoro da industria ai cocomeri, dai meloni alle zucche e agli asparagi. Tutte produzioni che vengono ancora coltivate nell’azienda Val Testa, insieme con altre produzioniortofrutticole come pere, mele, albicocche, cocomeri, meloni, zucche, comprese quelle di Halloween, ed ortaggi invernali di secondo raccolto come finocchi, radicchio e cavolo.
Il giovane Alex Di Domenico ha però deciso di “riconsegnare” parte della sua azienda alla palude, allagando di nuovo tre ettari di terreno. E’ stato così ricreato quell’ambiente vallivo tipico dell’ inizio del secolo scorso. I canneti lasciati liberi di crescere spontaneamente rendono i bacini un’oasi naturale all’interno dell’azienda, luogo dove diverse tipologie di uccelli, sia stanziali che migratori, come aironi, garzette, germani reali, gallinelle d’acqua e folaghe trovano il loro ambiente ideale per nidificare e crescere. Vecchi capanni di caccia utilizzati nel lontano passato ora permettono ai clienti, che vengono per acquistare iprodotti, di poter osservare la fauna locale. L’azienda, come fattoria didattica, ospita sempre più di frequente scolaresche che chiedono proprio questo contatto con l’ambiente. I bacini d’acqua sono diventati anche luogo di allevamento di pesci autoctoni, come l’anguilla e il pesce gatto. Il pescato viene venduto a centri di pesca sportiva e a diversi agriturismi che stannoriproponendo con enorme successo i sapori e le tradizioni gastronomiche a base di pesce di valle.

Nella foto: Alex Di Domenico, il direttore di Coldiretti Ferrara, Luigi Zepponi e Mosè Padoan.

La moda, che barba

Ultimamente mi capita sempre più spesso di uscire di casa e imbattermi in persone che stento a riconoscere. Temevo si trattasse di mia distrazione, o peggio di sintomi di incipiente senilità. Ed ero un po’ abbacchiato per questo. Invece mi sono reso conto che il problema è un altro. Hanno tutti la barba! Anche quelli che si radevano due volte al giorno. E’ per questo che fatico a mettere a fuoco volti noti, così, travisati da inedita peluria come sono, appaiono sconosciuti…
La maturata consapevolezza mi ha procurato sollievo: non sono improvvisamente rincitrullito, non più del solito almeno. D’altro canto la scoperta mi ha pure creato un po’ d’orticaria: possibile che alle mode non si riesca proprio a resistere? Persone di spirito apparentemente indipendente, che mai nella loro vita si sono sognate di rendere ispide le gote, ora che soffia il vento in quella direzione, si mostrano subito pronte a piegarsi all’ultimo “must”.
Qualcuno, a dire il vero, ci ha pure guadagnato in charme, e non è solo il caso del nostro Dario Franceschini, gratificato da Luciana Litizzetto dagli schermi di “Che tempo che fa” dell’appellativo di figoide per quell’innovazione che ha dissipato la precedente aria da chierico. Ma così non è per tutti. Altri stanno veramente male. Però, come ci ricorda Gaber, “quando è moda è moda”…
Ed è proprio questo a indispormi, al punto da rendermi invisa la mia stessa barba trentennale. Fastidi personali a parte, quel che emerge è la conferma di un bisogno diffuso di stare nel rassicurante gregge: la barba quando è richiesta; il capello lungo o corto, ispido o curato secondo tendenza; la maglietta con il logo più in voga del momento… E’ sempre più desolatamente evidente l’equazione: appaio dunque sono. O così mi illudo d’essere: travestito per (soprav)vivere.

Lauree a Doppio titolo: gli studenti di Unife diventano internazionali

da: ufficio Comunicazione ed Eventi Unife

Sono 13 i percorsi didattici che consentono di ottenere il titolo di laurea Unife e straniero

Internazionalizzare il proprio curriculum da studenti? A Ferrara è possibile grazie ai numerosi Corsi di Laurea a Doppio Titolo attivati con Università europee ed extra europee, ulteriori tasselli a dimostrazione di quanto l’internazionalizzazione sia punto di forza nella mission dell’Ateneo.
Accanto ad Erasmus e ai programmi di mobilità verso Paesi non europei, Unife ha aggiunto un’opportunità davvero interessante grazie alle Lauree a Doppio Titolo, percorsi didattici internazionali che consentono di ottenere due titoli di laurea: quello dell’Università di Ferrara e quello dell’Università partner straniera.
Una “doppia laurea” che consentirà ai ragazzi che sceglieranno questo percorso, di lavorare o continuare gli studi in un altro Paese senza difficoltà, valore aggiunto in questi tempi di forte mobilità dei laureati in cerca di opportunità lavorative al di fuori dei confini nazionali.
Come funzionano esattamente questi corsi? Prevedono, nel corso del regolare periodo di studi, un periodo di circa un anno di mobilità obbligatorio in un Ateneo straniero, durante il quale lo studente frequenta regolarmente le lezioni e sostiene i relativi esami. Ciò consente di ottenere anche la seconda laurea valida nel Paese ospitante. E per quanto riguarda le spese? Tutti gli studenti ammessi ottengono un finanziamento che copre parzialmente i costi di mobilità.
Ecco i 13 Corsi di Laurea a Doppio titolo che Unife offre ai propri studenti:
Laurea Magistrale in Lingue e letterature straniere: Università di Valladolid (E), Università di Cordova (E), Università di Regensburg (D), Pontificia Universidad Catolica di Curitiba (Brasile); Laurea Magistrale in Scienze geologiche, georisorse e territorio: Università di Cadice (E); Laurea a ciclo unico in Giurisprudenza: Università di Granada (E); Laurea in Infermieristica e Laurea in Ostetricia: Università ULADECH (Perù); Laurea Magistrale in Matematica: Università di Orleans (F); Laurea Magistrale in Fisica: Università Parigi Sud (F); Laurea Magistrale in Economia, Mercati e Management, Laurea a ciclo unico in Architettura e Laurea in Design del prodotto industriale: Pontificia Universidad Catolica di Curitiba (Brasile).
Un’offerta didattica ampia che spazia tra tutti i Dipartimenti di Unife, che si arricchirà a breve di altre importanti collaborazioni internazionali.
Tutti gli studenti interessati possono rispondere ai bandi attualmente pubblicati e ricevere ulteriori informazioni consultando il sito www.unife.it nella sezione della mobilità internazionale dedicata ai doppi titoli.

L’estate a Ferrara è solo Groove Aperitherapy per immergersi nel verde tra musica, cocktails e piatti rinomati

da: organizzatori

Mercoledì 18 giugno vi aspetta a Villa Horti l’Aperiterapia firmata Messisbugo e Villa Horti della Fasanara

L’aperitivo dell’estate? Si chiama Groove Aperitherapy ed è firmato da Michele Mazzanti del Messisbugo e da Elda Filia di Villa Horti della Fasanara, che da appuntamento a tutti, domani, mercoledì 18 giugno, dalle 19.30 a mezzanotte, nella suggestiva e verde cornice del parco di Villa Horti in via Vigne 34 a Ferrara.
Ad animare la serata dell’ormai conosciuta ed originale aperiterapia dei mesi estivi in città, sarà la musica travolgente del dj Lorenzo De Blanck con la sua deep house e chill out.
Non solo! Groove Aperitherapy è molto di più! Ad accompagnarvi nel corso della serata saranno i cocktails e long drinks preparati dalle mani esperte dello staff del Messisbugo e le specialità del ristorantino Quel Fantastico Giovedì che propone ad ogni appuntamento uno show cooking con finger food e mono piatti.
E l’aperiterapia quest’anno supera i confini della nostra città grazie alla collaborazione artistica del Pineta by Visionnaire e del Pacifico Dinner di Milano Marittima, che saranno presenti agli appuntamenti. Sponsor anche per il 2014 Martini.
Un mix vincente, un’atmosfera unica e raffinata per un aperitivo lunghissimo!
Vivi la tua estate in città con Groove Aperitherapy!

L’ingresso è gratuito, ma riservato solo a pedoni e biciclette. Il parcheggio è possibile nei dintorni di Piazza Ariostea. Per informazioni: 393 9303450.

Racket Festival: un giovedì sera ricco e articolato nel segno della letteratura e della musica

da: ufficio stampa Ferrara Art Festival

Giovedì 19 giugno a Palazzo della Racchetta, dalle ore 21, a ingresso libero e
con servizio bar, va in scena il secondo, ricco appuntamento del Racket Festival.
Tenendo fede al suo sottotitolo (“Crossing the Arts: Teatro, Musica, Letteratura”)
giovedì sera, sul palco allestito all’aperto nel cortile dell’antico Palazzo a 100 metri
dal Listone (o nel salone al primo piano in caso di pioggia), si succederanno la
presentazione dei due romanzi dei due giovani autori: il ferrarese Stefano Bonazzi
e il bolognese Gianluca Morozzi e il concerto dell’altrettanto giovane cantautore
ferrarese Giacomo Marighelli, mentre prima e dopo gli avventori potranno visitare
le quattro mostre d’arte internazionali inaugurate sabato scorso.
Dopo il successo di critica e di pubblico riscontrato giovedì scorso col primo evento
teatrale del Festival (lo spettacolo “Rimani”, con la regia di Roberta Pazi), questo
giovedì sono di scena dunque la letteratura e la musica. Apre la serata il ferrarese
Stefano Bonazzi che presenta il suo fortunato romanzo “A bocca chiusa” (Edizioni
Newton Compton). A bocca chiusa, romanzo d’esordio di Bonazzi, racconta la
genesi di un assassino. Un viaggio allucinato tra i deliri del protagonista, che parte
da un’infanzia di violenze e privazioni per sfociare in un tragico finale.
Webmaster e grafico, Bonazzi ha esordito nel 2011 con il racconto Stazioni di
posta, scelto da Gianluca Morozzi per l’antologia Auto Grill, cui sono seguiti Morsi,
contenuto nel volume Il voltatore di pagine, e Primo amore, in Bologna violenta.
Segue Gianluca Morozzi che presenta “Radiomorte” (Guanda); un romanzo dal
ritmo serrato in cui l’autore ritrova le atmosfere e la suspense di Blackout,
chiudendo tra le quattro mura di uno studio radiofonico un gioco di specchi, di
verità, di orrori sepolti nell’idillio dell’Appennino bolognese.
Morozzi, bolognese classe 1971, ha pubblicato i romanzi Dieci cose che ho fatto
ma che non posso credere di aver fatto, però le ho fatte, Accecati dalla luce e la
raccolta di racconti Luglio, agosto, settembre nero, tutti usciti da Fernandel.
Conclude la kermesse il ferrarese Giacomo Marighelli con “Margaret Lee in
Concerto”. Un percorso, come del resto la vita. Si parte dal negativo per arrivare
attraverso la purificazione al positivo. Storie personali, storie di cronaca, storie
passionali. Giacomo Marighelli come qualunque cittadino, come persona comune,
come il proprio vicino di casa. Giacomo Marighelli come Giacomo Marighelli, si
pone domande, racconta di se e pregunta a Jodorowsky Alejandro come si può
amare, nonostante la negatività ci perpetui.
Presenteranno e interloquiranno coi tre giovani autori il giornalista Michele Govoni
e il curatore del Festival Virgilio Patarini.

C’è da togliere un punto ma all’ospedale di Cona manca la pinzetta

Avendo appena concluso il Trittico di Cona e avendo promesso che non avrei ulteriormente insistito sui problemi, temi, situazioni del maggior nosocomio ferrarese, il tempo, il caso, il destino mi riportano in quel luogo poco amato per un’ulteriore vicenda alla fine della quale era necessario trovare giustificazione e titolo. Mi soccorre dunque alla memoria une famosa tetralogia scritta dal grande Lawrence Durrell ( 1912-1990) che, riporto da Wikipedia, consta di “una serie di romanzi detta «Il Quartetto di Alessandria», composta da quattro romanzi (Justine, 1957; Balthazar, 1958; Mountolive, 1958; Clea, 1960) ambientati in Egitto, dove ha raccontato la stessa storia d’amore, di politica e di perversione, da quattro punti di vista diversi, per dimostrare che non solo la verità è relativa, ma la stessa personalità umana è inafferrabile ed esiste solo in funzione dell’osservatore.” Detto fatto m’immagino La tetralogia di Cona come parodia dei romanzi di Durrell, ma in fondo cercando di mettere in luce quei diversi punti di vista, fondati nella consapevolezza di vivere “sullo sfondo di una società in disfacimento”, come recita l’analisi di questi romanzi.

Lietamente contento che i temuti e catastrofici temporali promettano di risparmiare la festa matrimoniale dell’ultima nipote nubile (Ah che goduria tecnologica lo svolazzo del dito su meteo.it!) mi sveglio con un tremendo fastidio all’occhio destro che non passa nonostante la folta schiera di collirii sempre a disposizione dopo l’infelice doppia operazione della cataratta, A questo punto scatta il panico: come posso partecipare all’evento –meditavo- con quel “dolor”? Avrei potuto, vagheggino d’antan, propormi con un paio di scarpe bicolori bianche e blu degne di un museo che ho ereditato dallo zio generale, medaglia d’oro e che superando ormai gli 80 anni di confezione ( la gloriosa Zenith!) avrebbero testimoniato dei capolavori artigianali della nostra città? Mi sembrava improbabile.

Nel frattempo il “dolor” aumentava e rassegnandomi all’agonia dell’attesa, sbarco al Pronto Soccorso, accompagnato da un nipote che, tra comprensione per il male di “crazy uncle” ( così è il nome che mi ha affibbiato decenni fa) e curiosità dei miei commenti, sacrifica al riposo dei giusti la testimonianza dell’evento. E per un attimo il cuore s’apre alla speranza. Superata la soglia dantesca del Pronto soccorso metaforicamente consegnato all’abusata formula del “Lasciate ogni speranza ( di far presto) voi ch’entrate” sono ricevuto con un grazioso sorriso da una abbronzatissima e bellissima addetta al Triage che con nonchalance mi chiede la carta sanitaria e mi domanda i sintomi del male. Confuso e male in forma rispondo d’aver l’occhio destro bruciante e gonfio. Mi porge un foglio e leggo la sentenza che fa crollare ogni speranza: codice bianco! A chi -fortuna loro- non sapesse cosa significhi l’esser un pària del Pronto Soccorso, l’ho saprà solo se avrà in mano il codice bianco che presuppone “forse” malattie inesistenti o fissazioni del paziente il quale, in ogni caso, viene relegato agli ultimi posti dopo l’esaurirsi di ogni altro controllo del male codificato dagli altri colori: verde, giallo, rosso. Malinconicamente penso di tenermi e gonfiore e bruciore anche perché dopo un’ora la fatidica porta dell’ambulatorio non s’apre. Nel frattempo col nipote si passano in rassegna le cronache del nostro lungo viaggio assieme negli anni che stanno per trasformarsi in storia: la storia della nostra famiglia. Improvvidamente dalla Svizzera mi telefonano per prendere accordi sulla mia partecipazione al convegno ( c’è sempre un nesso tra allegoria e simbolo visibile a noi studiosi di Dante nel Nome), convegno che si titola Les Folies en Europe dotta e coinvolgente avventura tra le “follie” che nel tempo gli uomini disseminano nei giardini per avvicinare improbabili momenti della storia di ogni tempo e i poemi che ne sono causa: dal giardino d’Armida di Tasso alla Hypnerotomachia Poliphili, da Dante interpretato nel giardino di Bomarzo, all’Isle des peupliers dove riposa Rousseau. Ma, sciagura!, ben altra follia stava per riversarsi sull’occhio bruciante.

S’apre finalmente l’uscio proibito e esce LUI, l’artefice del mio destino oculare, che si scusa davanti a prefiche e brontolii cupi dei possessori di codici e rassicura che avrebbe “fatto” tutti: con pazienza. Aspetto un’altra ora poi esitante e umìle ( un aggettivo dantesco fa sempre fico!) espongo il mio caso al medico che mi guarda e sentenzia “ Ma è uscito un punto della cataratta! Glielo tolgo subito” Rinfrancato e baldanzoso, accolto da una gentile giovane dottoressa a cui non mi par vero di raccontare l’appuntamento matrimoniale del pomeriggio, porgo la fronte all’apparecchio che m’avrebbe tolto e spine e bruciori. S’appresta il medico alla bisogna quando vedo spandersi sul suo viso ( a 10 centimetri dal mio) imbarazzo e sconforto: “Purtroppo ho finito le pinzette adatte a togliere il punto furiuscito a causa dell’Intervento eseguito precedentemente. Avevo in dotazione QUATTRO PINZETTE STERILIZZATE, ma le ho tutte usate! Può tornare domani lunedì pomeriggio?”
Ricordando mentalmente il glorioso motto CHE FARE? tento di tenere comportamento dignitoso e di ricacciare dentro gli insulti all’organizzazione ospedaliera, a Cona, all’Asl o come diavolo si chiama. Rispondo chinando la testa e dicendo che non andrò a quell’appuntamento, sperando di trovare in altri ospedali la pinzetta introvabile e rassegnandomi a bruciar negli occhi al matrimonio della bella nipote. Ci guardiamo e…. il dottore ha uno scatto di eroismo. “Mi aspetti qui. Vado a prendere la mia pinzetta personale e speciale che tengo nel mio studio così lo togliamo” E chi non conosce Cona sa che tra Pronto soccorso e studi medici tra andata e ritorno si consumano pedibus calcantibus scarpe per circa due chilometri. Infine dopo un adeguato tempo, eccolo lo strumento d’intervento. In cinque minuti il punto è tolto; esco, mentre una folla di rassegnati di cui non conosco il codice attende fiduciosa che altre pinzette saltino fuori.

Grazie all’eroico medico, qualche ora dopo assisto commosso all’arrivo della nipote avvolte in nuvole bianche, sfoggiando le mie scarpe bicolori ( qualcuno afferma che assomiglio moltissimo a Johnny Stecchino- Benigni), le mie lenti scure da spia che viene dal freddo rivolgendo un grato pensiero al medico e alla sua pinzetta. A proposito il dottore si chiama Roberto Modestino.

A voi concludere la storia e a commentarla, sperando che La tetralogia di Cona non diventi un laico Pentateuco.

La via del sesamo

Questa settimana “La città della conoscenza” si occupa della ‘via del sesamo’, ricordate “Apriti sesamo”? È la Sesame Street, che insegna ai bambini come essere responsabili del mondo che abitano, a divenirne cittadini a pieno titolo, combattendo ingiustizie e disparità economiche. Tutto con un gioco che ha conquistato il mondo “Panwapa” e con una filosofia che non è quella dell’Ocse e della World Bank.

Pare che il sesamo abbia incredibili proprietà nutritive e vitali, che aprirebbero all’uomo le porte della forza e della vitalità. Gli antichi cospargevano di sesamo i sedili dei commensali, per scacciare i demoni che avrebbero potuto impossessarsi del loro cibo. “Apriti sesamo” è la formula magica delle fiabe della nostra infanzia, di Alì Baba e i suoi quaranta ladroni, per accedere alla caverna del loro altrettanto favoloso tesoro.
Oggi, non tutti lo sanno, esiste Sesame Street, lo potete facilmente trovare nel web. E potremmo dire che mantiene, almeno per i bambini, come lo siamo stati noi, la sua promessa di fascino e di magia. Ma questa via del sesamo, per dove promette di portare, ammalia anche noi adulti. Nel suo cartello indicatore dice di condurre là dove si diventa cittadini del mondo.
Sesame Street è un educatore mondiale che lavora in centoventi paesi, ha sempre utilizzato la televisione come medium per l’istruzione dell’infanzia nei paesi poveri e in guerra, in particolare con i bambini dell’Afghanistan.
Chi non sogna il regno della giustizia sociale? C’è qualcuno che ha voluto pensarci seriamente. L’ONU e la Fondazione Clinton, l’associazione non governativa dell’ex presidente degli Stati Uniti, con la sovvenzione della finanziaria Merrill Lynch, hanno dato alla Sesame Street l’incarico di farlo.
Così è nato Panwapa, un gioco per imparare online. Disponibile in arabo, inglese, cinese, spagnolo e giapponese.
Panwapa vuole essere il simbolo della mondialità. È il nome immaginario di un’isola galleggiante che si muove attraverso gli oceani della Terra. “Panwapa”, nella lingua Tshiluba della repubblica democratica del Congo, significa “qui su questa terra”. Poiché galleggia per il mondo, i suoi abitanti sono autentici cittadini del globo. La descrizione ufficiale del gioco enuncia: «L’isola di Panwapa è qui come in ogni luogo, e i suoi residenti appartengono semplicemente “alla Terra”. Essi sono cittadini del mondo».
L’intenzione degli ideatori del gioco è quella di formare e indurre i bambini a sentirsi cittadini responsabili del pianeta. Le proposte educative di Sesame Street sono diffuse, con adattamenti alle lingue e alle culture locali, in Bangladesh, Cina, Egitto, Germania, Israele, Giordania, Messico, Olanda, Palestina, Russia e Sud Africa. Una così vasta diffusione solleva immediatamente un interrogativo, se esista sulla Terra un significato di cittadinanza che tutti ci accomuni.
I propositi dei pedagogisti e degli psicologi che lavorano per la Sesame Street paiono non collimare con quelli della World Bank e dell’Ocse. Per questi ultimi l’educazione alla cittadinanza mondiale significa formare la forza lavoro per il mercato dell’economia della conoscenza, standardizzando i curricoli, gli strumenti di valutazione e controllando gli apprendimenti.
Non è così per l’Unesco, il Cyberschoolbus delle Nazioni Unite e il Sesame Street Workshop. Che puntano invece i loro sforzi nella direzione di una educazione per uno sviluppo sostenibile, la parità di genere, la tutela delle culture e delle lingue, la formazione di cittadinanze attive. La giustizia sociale, la lotta alla povertà, la pace, la difesa dei diritti umani, la lotta al razzismo e la promozione della cooperazione multiculturale.
La missione affidata a Cyberschoolbus e a Sesame Street è quella di produrre giochi in rete per imparare, fornire informazioni sulle culture e le lingue dei paesi del mondo, mettere a disposizione materiali per l’educazione alla pace, ai diritti umani, alla giustizia sociale, acquisire le competenze necessarie a vivere la multiculturalità della Terra, far acquisire ai bambini un’istruzione di base e modelli di comportamento positivi, oltre agli strumenti per continuare a studiare.
Navigando per il mondo, gli abitanti di Panwapa incontrano e apprendono a vivere con persone di diverse nazionalità, religioni, culture e lingue. Come questa umanità simbolica vive su questa isola senza confini nazionali, muovendosi da un oceano all’altro?
La risposta è fornita dai creatori di Panwapa, è contenuta soprattutto nel ruolo che il programma sta giocando nell’era della globalizzazione: «Media e tecnologie avvicinano le persone, l’economia mondiale è più che mai interdipendente. Tutte queste circostanze ci inducono a pensare in modo nuovo ai bisogni delle generazioni più giovani del mondo».
Così l’agenda di Panwapa prevede di formare abitanti della Terra che sappiano cavarsela con i loro simili di culture e di lingue differenti. La consapevolezza del mondo esterno, il riconoscimento del vasto spazio in cui viviamo. In altre parole, gli utenti vengono educati a pensare globalmente. Il primo obiettivo del gioco è proprio quello di collegarsi con altri bambini sia a livello locale che mondiale.
Ciò che rende le finalità educative di Panwapa veramente differenti da quelle perseguite dai teorici del capitale umano come capitale lavoro, è il focus sulle ineguaglianze economiche.
Nel contesto di questo obiettivo, il gioco rivendica di insegnare che tutti gli uomini vivono di bisogni e prepara i bambini ad imparare come aiutare il prossimo e a superare le disparità economiche.
Panwapa è la continuazione in internet del programma televisivo creato dalla Sesame Street per un pubblico prescolare, con l’intento di combattere la povertà, di promuovere una società mondiale pacifica e multiculturale, insegnando nel contempo i numeri, l’alfabeto e le parole. Ora il programma attraversa l’intero globo, portando il suo messaggio a tutti i bambini.
La scelta della televisione come mezzo è del consulente del programma, Gerard Lesser, professore di pedagogia e di psicologia dello sviluppo ad Harvard. La televisione, secondo Lesser, ha dei vantaggi che la scuola non ha. Perché a scuola l’alunno è sottoposto al controllo dell’insegnante e dei compagni, a mortificazioni pubbliche, alla paura di sbagliare. L’apprendimento televisivo non contiene nessuno di questi elementi. Di fronte alla televisione il bambino apprende senza il timore dell’errore e dell’insegnante. Non è punitiva e fornisce un rifugio sicuro allo stress emotivo.
Diversamente dalla cattiva maestra di Karl Popper, Lesser pensa che una grande quantità di apprendimenti possa essere diffusa attraverso questo strumento, aiutando ad avere una visone umana della vita.
Di fronte al successo di Sesame Street nel mondo, almeno le mete promesse meritano che anche noi proviamo ad incamminarci per la via del sesamo, se non altro per deliziarci del suo profumo.

GERMOGLI
l’aforisma
di oggi…

Una quotidiana pillola di saggezza o una perla di ironia per iniziare bene la giornata…
 
“Gli italiani perdono le partite di calcio come se fossero guerre e perdono le guerre come se fossero partite di calcio” (Winston Churchill)

IMMAGINARIO
la foto
del giorno

Ogni giorno immagini rappresentative di Ferrara in tutti i suoi molteplici aspetti, in tutte le sue varie sfaccettature. Foto o video di vita quotidiana, di ordinaria e straordinaria umanità, che raccontano la città, i suoi abitanti, le sue vicende, il paesaggio, la natura.

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La Torre della vittoria in corso Martiri (foto FeDetails)
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La Torre della vittoria conserva la scultura di Arrigo Minerbi ‘La vittoria del Piave’ (foto FeDetails)

La grande Torre della Vittoria che si può ammirare oggi in corso Martiri della Libertà è una ricostruzione primo novecentesca. La antica originale torre, che si trovava nella medesima posizione, detta ‘del Rigobello’, venne distrutta da un fulmine nel 1600. Al suo interno si trova la scultura “Vittoria del Piave”, opera di Arrigo Minerbi
(foto e info FeDetails)