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Giorno: 21 Giugno 2014

Lettera aperta di Legambiente al presidente della Provincia

da: Marino Rizzati, presidente del circolo Legambiente “Delta del Po”

Gentile Presidente della Provincia di Ferrara,
la nostra attenzione agli atti della Provincia non è dettata da una particolare pervicacia, ma solamente dal fatto che gli atti di pianificazione della Provincia PTCP e Piani del Parco, hanno un valore di piani sovraordinati a quelli dei piani urbanistici del comune di Comacchio, e quindi ne possono dettare limiti ma anche favorirne l’espansione con minori tutele.

Ci preme rimarcare che così è accaduto nel 2008 quando nell’ultima seduta consiliare provinciale (Lei non era Presidente della Provincia), è stata approvata la delibera “Rete ecologica provinciale “ che conteneva la cancellazione delle aree boscate presenti in aree urbane dalla tutela dell’art. 10 del PTCP , provocando la messa in disponibilità, per le imprese edili, delle pinete del Lido di Spina e del Lido degli Estensi .

Ribadiamo che tale delibera à messo in gioco, per i costruttori, aree con dune e pinete quasi secolari. Un atto che ha provocato l’indignazione degli ambientalisti, dei fedeli della parrocchia del Lido degli Estensi e degli ospiti-turisti che frequentano la nostra costa.

Le nostre preoccupazioni in ordine al consumo di nuovo territorio non sono così slegate dalle previsioni normative del nuovo Piano Territoriale del Parco per la Stazione Centro Storico di Comacchio, già che, contrariamente a quanto Lei sembra sostenere, basta prendere visione della normativa e della cartografia del Piano per trovare ben almeno 160 ettari di territorio ora “libero”, in parte coltivato, in parte occupato da aree boscate (che peraltro Le ricordiamo ancora una volta la Provincia dovrebbe correttamente cartografare), in parte lasciato incolto, messo a disposizione per nuove strutture.

Dalle previsioni normative per queste aree, denominate Sottozone AC.AGR.c nel suddetto piano, queste terre sono “destinate ad ospitare strutture ricettive…”; “in tali aree è consentita la realizzazione, l’ampliamento, il potenziamento, la ristrutturazione delle strutture dedicate alla ricettività turistica…”

Certo la decisione ultima spetterà al Comune di Comacchio, ma è sotto gli occhi di tutti, e anche sotto i nostri, che la progressione di impegni verso la realizzazione di nuove strutture recettive (secondo noi in misura ingiustificata ed eccessiva) sia stata promossa con un ruolo primario dalla stessa Provincia.

Si veda in sequenza:

– Febbraio 2014, presentazione del “Contratto di Sviluppo” assieme a vari imprenditori locali (almeno 16.000 nuovi posti letto e relative nuove strutture)

– Marzo 2014, firma da parte del comune di Comacchio e Provincia di Ferrara di un Protocollo di Intesa imperniato sulla “Partnership Pubblico-Privata”, che contiene in maniera puntale la enumerazione di progetti di nuove strutture ricettive con tanto di numero di edifici, e di numero di posti letto, aprendo poi alla considerazione di ulteriori progetti presentabili anche da altri soggetti, e anche in variante agli strumenti urbanistici;

– Maggio 2014, firma di un Accordo Territoriale fra Comune di Comacchio, Provincia di Ferrara, Ente per i parchi e la Biodiversità – Delta del Po, Regione Emilia Romagna, anch’esso contenente la previsione di realizzazione di nuove strutture ricettive;

Da ultimo, il comune di Comacchio, certamente in proprio ma dando seguito a questo disegno, ha aperto alla raccolta attraverso un bando di “proposte – progetti” da realizzare anche in variante al PRG, proprio in relazione alla costruzione di nuove strutture ricettive, ovunque su tutto il territorio comunale.

Quindi che abbiamo qualche buon motivo per essere preoccupati: ci conceda almeno questo.

Siamo disponibili ad approfondire l’argomento con Lei ed i tecnici del Servizio programmazione strategica e progetti speciali, certi che la tutela del territorio del Delta passi attraverso la crescita della biodiversità e non lo stravolgimento della “mission” del “Parco per la Biodiversità- Delta del Po”

Distinti saluti,

Marino Rizzati
Presidente del Circolo Legambiente “Delta del Po”

Domenica, in Castello Estense, i THE NAKED AND FAMOUS lanciano l’anteprima del festival “Ferrara sotto le Stelle”

da: Ferrara sotto le Stelle 2014

Unica data italiana del lanciatissimo quintetto neozelandese. La band di Auckland ha all’attivo due album e alcuni singoli riempipista negli indie-club, grazie alla sua capacità di coniugare il divertimento più sfrenato del miglior electro-pop e sonorità più evocative e atmosferiche.
Thom Powers (chitarra, cori) ed Alisa Xayalith (voce e tastiere) si incontrano al college nel 2008 e creano una partnership da cui prende le mosse il progetto “THE NAKED AND FAMOUS”, moniker rubato ad un verso di un celebre brano di Tricky; ben presto a loro si unisce anche Aaron Short (alle tastiere), un conoscente di Thom sin dai tempi della scuola. Da tutto questo nasce il doppio EP “No Light and This Machine”, pubblicato da una piccola etichetta indipendente locale, ben accolto dalla critica.
La band inizia ad ottenere i primi riscontri e si allarga a comprendere altri due compagni di scuola: Jesse Wood (batteria) e David Beadle (basso). Dopo aver lavorato duramente per tutto il 2009 e avere sviluppato un nuovo live set e dozzine di demo, THE NAKED AND FAMOUS pubblicano il loro album di debutto, intitolato “Passive Me, Aggressive You” nel settembre del 2010.
L’esordio è folgorante: dopo uno scontato successo in patria, il disco si impone all’attenzione internazionale grazie a due singoli di forte impatto, “Punching in a Dream” e soprattutto “Young Blood”, capace di superare le due milioni di copie vendute.
Il disco è talmente accattivante che viene letteralmente saccheggiato dagli altri media: il brano “The Sun” viene utilizzato per sottolineare i climax emozionali di serie televisive quali “Grey’s Anatomy” e “True Blood”, “Punching in a Dream” è una presenza regolare in “The Vampire Diaries” e diviene parte della soundtrack del videogame “FIFA 2012”, mentre “Young Blood” è scelto come sottofondo di commercials per Red Bull e Canon.
L’anno successivo la BBC inserisce la band nella poll di fine dicembre “Sound of 2011”.
Con “In Rolling Waves”, il secondo album uscito nell’autunno dello scorso anno, la band si smarca dal tentativo di ripetere pedissequamente la formula che ha garantito il successo di un debutto eccellente e dà vita ad un lavoro più buio e introverso, dalle varie sfaccettature sonore, riducendo l’impatto rock e ricercando un suono sintetico più pop. Il nuovo percorso musicale passa da momenti acustici ad un synth-pop poderoso, da un’attitudine “dancefloor” ad uno sfondo sonoro più intimista.
Il nuovo tour ha già fatto segnare il tutto esaurito nelle due date newyorkesi e sta toccando i principali festival internazionali, dalla recente, celebrata esibizione al Coachella, ai prossimi appuntamenti a Glastonbury e al Rock Werchter.
In apertura, i conterranei BLACK CITY LIGHTS, il duo di Wellington formato da Julia Catherine Parr e Calum Robb, che definisce alternativamente le proprie sonorità come “cold wave” e “dark pop”. Ma la migliore definizione del loro approccio viene dalla stampa internazionale: The Corner parla infatti di una “straordinaria abilità di creare empatia tra la loro musica e il pubblico: per quanto la musica sia atmosferica e digitale, rimane profondamente sincera e personale”.

THE NAKED AND FAMOUS + BLACK CITY LIGHTS
Domenica 22 giugno – Cortile del Castello Estense – Ferrara
Ingresso: 20 euro

Orari:
Apertura biglietteria: ore 19:30
Apertura porte: ore 20:00
Black City Lights on stage: ore 21:15
THE NAKED AND FAMOUS on stage: ore 21:45

Info: 348-6117254

Ulteriori informazioni sono reperibili presso il sito web della rassegna: www.ferrarasottolestelle.it

Risorse in rete:

http://thenakedandfamous.com/

http://blackcitylights.bandcamp.com/

Il Festival è organizzato dall’Associazione “Ferrara sotto le Stelle” con il sostegno del Comune di Ferrara, dell’Amministrazione Provinciale di Ferrara e della Regione Emilia-Romagna.

Teatro in strada
nel quartiere Giardino

Ma chi sono questi personaggi che arrivano a bordo di un carro trainato a mano con una piccola corte colorata di attori su strane biciclette, a piedi o appoggiati a una scopa? Fino a domenica alcune strade o luoghi di Ferrara verranno animati dallo spettacolo ‘Il Giardino dei destini incrociati’. La rappresentazione prende spunto da un’opera di Italo Calvino per raccontare la storia del quartiere Giardino, che è anche una zona di passaggio per molti viaggiatori in direzione della stazione. In scena da venerdì 20 a domenica 22 giugno in cinque punti cruciali della città. E’ una sorta di serial teatrale, organizzato dall’associazione Alpha Centauri in collaborazione con l’associazione Basso Profilo.

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Scena dall’episodio arancio del “Castello dei destini incrociati’ a Ferrara in via Vittorio Veneto

L’idea è quella di sperimentare una drammaturgia ispirata alla memoria storica e alle trasformazioni sociali in atto nel quartiere Giardino di Ferrara, nato come area residenziale modello e negli ultimi anni spesso al centro di fatti di cronaca. Lo spettacolo è un gioco di performance, che avranno diverse repliche nel corso del fine settimana. Trama e progetto nascono all’interno del laboratorio teatrale site-specific “Succede qui” condotto da Natasha Czertok e Davide Della Chiara con la partecipazione di una ventina di giovani allievi. Ogni episodio dura al massimo un quarto d’ora, per cui gli organizzatori raccomandano la massima puntualità.

L’opera ha vinto il bando “Giovani per il territorio” promosso dall’Ibc e dalla Regione Emilia-Romagna e patrocinato dal Comune di Ferrara.

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Via allo spettacolo nel quartiere Giardino

Programma e orari

  • Monumento dell’Aeronautica, via Fortezza – episodio verde – venerdì 20/06 ore 19; sabato 21/06 ore 19; domenica 22/06 ore 11, 17, 19
  • Via Vittorio Veneto – episodio arancio – venerdì 20/6 ore 19.15 – sabato 21/06 ore 19.15; domenica 22/06 ore 11.15, 17.15, 19.15
  • Stazione dei treni – episodio giallo – venerdì 20/6 h 19.00 – sabato 21/06 ore 19; domenica 22/06 ore 11, 17, 19
  • via Nazario Sauro – episodio rosso – venerdì 20/6 ore 19; sabato 21/06 ore 19; domenica 22/06 ore 11, 17, 19
  • Wunderkammer, via Darsena 57 – episodio blu – venerdì 20/06 ore 19; sabato 21/06 h 19; domenica 22/06 ore 11, 17, 19

Il simpatico disordine
dei prati fioriti

La spelacchiatura di un campo da calcio non dovrebbe far notizia, ma se il campo in questione è quello di uno stadio dei mondiali allora è un’altra faccenda. Il fondo erboso dello stadio di Manaus è venuto male e per rimediare ad un verdino passabile, i giardinieri carioca sono ricorsi ad una verniciatura a spruzzo, un vero e proprio maquillage dell’ultima ora. Tutto questo ha del grottesco, ma se la voglia di far bella figura dei brasiliani di fronte al mondo è comprensibile, la persistenza della moda planetaria per i pratini moquette continuo a non capirla.
Nei climi caldi e poco piovosi, mantenere un prato verde, compatto e folto come quello standard dei campi da golf inglesi, è una follia di costi e di manutenzione. Ma dove nasce questa passione collettiva per i pratini? Mettendo da parte per un attimo gli antenati naturali del prato che sono i pascoli, anche nei giardini dell’antichità si cercava di creare un fondo verde omogeneo per le piantagioni di fiori e arbusti. Plinio li descrive quando racconta dei suoi giardini, ma non si trattava di prati rasati uniformi, al contrario, di praterie fiorite tagliate spesso.
I Romani avevano sperimentato che la camomilla, tollerante di strapazzi e siccità, fosse un’ottima pianta per creare dei tappeti verdi anche dove il clima era asciutto. L’uso dei prati di camomilla nei giardini è documentato durante il Medioevo e comunque per secoli: sia la letteratura che l’arte figurativa, ci hanno descritto prati ricchi di fiori selvatici affiancati alle erbe. Questo tipo di rappresentazione aveva un alto valore simbolico legato alla figura della Vergine e dell’Amor cortese, ma ciò non toglie che per i posteri rappresentino anche un importante documento di storia botanica.
I prati italiani erano prati fioriti anche nei giardini Rinascimentali. Ci siamo abituati a pensarli come una monocultura verde per alcuni svarioni di interpretazione più recenti, che si possono collocare a cavallo tra il XIX e il XX secolo, ma si può ancora rimediare. Di sicuro, la moda del prato verde di sole graminacee l’abbiamo ereditata dall’Inghilterra. Se al principio c’erano pascoli e boschetti, l’invenzione del giardino paesaggistico ricostruisce, secondo parametri estetici, le tessiture del paesaggio rurale tradizionale, e per avere un bel prato non erano più sufficienti i passaggi delle pecore, ma sono stati necessari tagli più frequenti.
Le graminacee si imposero come specie dominante e resistente a questi trattamenti, infittendosi a livello radicale e rendendo la vita impossibile alle erbacee da foglia e da fiore. Usare la falce è un’arte, il suo sibilo è una musica, un po’ meno poetico tagliarsi un polpaccio, ma gli incidenti non facevano testo, e l’invenzione dei tosaerba meccanici fu una necessità dettata dalla diminuzione di forza lavoro nelle campagne. Gli Inglesi sono dei perfettini, e si capisce dal fatto che ai cavalli da traino mettessero delle speciali pantofole di cuoio per non rovinare l’erba. Da qui alla pittura del campo da calcio di Manaus è passato poco più di un secolo, ma le assurdità che si possono compiere per avere un prato come una moquette evidentemente non sono ancora esaurite.
Nel nostro clima, dove la pioggia ha degli andamenti imprevedibili e non costanti, un prato verde richiede acqua, ma soprattutto ha bisogno di una buona preparazione del terreno, che deve essere fresato, trattato con diserbanti specifici, livellato con un po’ di pendenza e soprattutto ben drenato, cioè vanno eliminate tutte le buche e gli avvallamenti che impediscono all’acqua di defluire; una prima osservazione preliminare la possiamo fare quando piove a dirotto, dove si creano delle pozzanghere stagnanti l’erba non crescerà mai bene. L’impianto di irrigazione va fatto con criterio per evitare che ci siano zone troppo innaffiate e zone secche. Il prato va tenuto falciato con regolarità, l’erba raccolta o triturata fine fine.
Per fare le cose per bene, bisognerebbe togliere il muschio, eliminare le erbacce come le margherite, le viole, i radicchi selvatici, i ranuncoli, i pisaletto e mille altre con diserbanti selettivi. Non dovremmo dimenticare le concimazioni chimiche durante l’anno: fosfati in autunno e azotati in primavera. Per non parlare della raccolta delle foglie cadute in autunno. Insomma avere una cosa che sembra così “naturale” è uno stress, un delirio con costi di tempo, energia e denaro non indifferenti, quindi, siccome i pratini leccati non mi sono mai piaciuti, confido nella crisi economica, se i prati fioriti, misti, disordinati e resistenti non passeranno come moda, torneranno come necessità, a tutto vantaggio dell’ambiente, del portafoglio e della nostra serenità.

La postura,
il nostro ‘biglietto da visita’

La macchina della vita, un ingranaggio perfetto se ogni parte è al posto giusto.

“[…] la postura è espressione di un vissuto ereditato, di un vissuto personale, della formazione e deformazione culturale, di memorie dei propri traumi fisici ed emotivi, del tipo di vita e di stress che conduciamo, del tipo di lavoro e di sport a cui ci siamo assoggettati nel tempo; postura è il modo in cui respiriamo, il mondo in cui stiamo in piedi, ci atteggiamo e ci rapportiamo con noi stessi e con gli altri. La nostra postura è espressione della nostra storia.” (D. Raggi, 1998)

Lo studio della postura ci può quindi fornire indicazioni preziose sulla persona in quel determinato momento della sua vita. La disciplina che si occupa dello studio scientifico e clinico della posizione del corpo nello spazio è la posturologia che studia il funzionamento della posizione del corpo statico-dinamico e analizza la relazione tra lo squilibrio del sistema posturale e le patologie dell’apparato locomotore. L’insieme delle strutture neurofisiologiche del nostro organismo, che regolano i rapporti tra il nostro corpo e il mondo che ci circonda, costituisce il sistema tonico posturale: esso riceve informazioni dagli occhi, dalla pelle, dai piedi, dai muscoli, dall’orecchio interno e dalla bocca, dalla lingua, ma soprattutto dalla psiche.
Molto spesso una tensione muscolare, una particolare postura, una mimica rivelano tensioni più profonde che coinvolgono la nostra psiche. Queste tensioni nascondono e proteggono emozioni represse e non vissute, traumi emotivi, conflitti della personalità, ecc. La maggior parte delle posture e delle tensioni muscolari si strutturano fin dall’infanzia, come risposta alle pressioni familiari, sociali e anche a traumi fisici e psichici. Attraverso la fissazione di abitudini e atteggiamenti creiamo un’armatura muscolare e caratteriale che ci accompagna nella nostra vita.
Dall’esame dei diversi fattori che possono alterare l’equilibrio del soggetto fisico nello spazio, risulta come il corpo e la mente siano l’espressione di un unico processo e come nel corpo dell’uomo si concentrino e si manifestino il suo passato, il suo presente, in una parola la sua storia. Spesso le tensioni mimiche facciali sono in relazione a comportamenti posturali errati che provocano, a distanza, sui muscoli e sulle fasce notevoli contratture e spasmi. Questi muscoli tesi come corde di violino inibiscono la funzione dei processi emozionali, in altre parole lo stress psico-emotivo influenza in larga misura il nostro corpo, il sistema muscolo-scheletrico, l’asse del collo, delle spalle, degli altri distretti corporei. Ciascuna postura è l’espressione della nostra vita interiore.
Durante un esame della postura, noi osteopati dobbiamo chiederci come mai la persona o il soggetto che abbiamo davanti assume quella particolare postura e da che cosa può essere causata. Non possiamo limitiamoci a osservare il segmento traumatizzato o solo il segmento che esprime una sofferenza, ma dobbiamo interpretarlo in relazione anche al vissuto psicoaffettivo. Interpretarlo in una visione di globalità è un imperativo.
Vorrei quindi ancora sottolineare, quanto la psiche abbia un ruolo fondamentale nella gestione della postura. Gli aspetti psico-emotivi che si esprimono nella postura del soggetto, condizionando nel suo insieme il sistema tonico posturale. In parole semplici, la psiche influenza in modo significativo il sistema di regolazione della postura. Il sistema psichico può anche essere definito come una sorta di sistema caotico, che interferisce con quello posturale durante le operazioni di controllo della postura. Un numero sempre maggiore di studiosi che si occupano di posturologia e osteopatia, condividono la convinzione della multi-fattorialità delle cause che influenzano la postura di una persona. La postura, per quanto possa essere banale tale affermazione, è il biglietto da visita della salute del nostro corpo, della nostra mente, del nostro spirito.
Quando curi una malattia puoi vincere o perdere. Quando ti prendi cura di una persona vinci sempre.

GERMOGLI
l’aforisma
di oggi…

Una quotidiana pillola di saggezza o una perla di ironia per iniziare bene la giornata…
 
“Se non fossi diventato un cantante sarei stato un calciatore o un rivoluzionario. Il calcio significa libertà, creatività, significa dare libero corso alla propria ispirazione” (Bob Marley)

IMMAGINARIO
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Ogni giorno immagini rappresentative di Ferrara in tutti i suoi molteplici aspetti, in tutte le sue varie sfaccettature. Foto o video di vita quotidiana, di ordinaria e straordinaria umanità, che raccontano la città, i suoi abitanti, le sue vicende, il paesaggio, la natura.

Verde Ferrara (foto di Aldo Gessi)

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Verde Ferrara (foto di Aldo Gessi)