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Giorno: 12 Luglio 2014

Le priorità del priore

Prima delle elezioni europee, il Presidente del Consiglio diceva: “La scuola è una priorità ed è necessario restituire valore sociale ai docenti”.
Dopo il risultato ottenuto alle elezioni europee il governo del Priore Decisionista, molto probabilmente durante l’estate, decreterà di:
– aumentare l’orario di servizio dei docenti a parità di salario,
– rendere obbligatorie le supplenze per chi è di ruolo,
– diminuire di un anno la durata degli istituti superiori,
– affidare pieni poteri al dirigente scolastico,
– valutare in maniera meritocratica i docenti,
– abolire le graduatorie di istituto,
– eliminare il fondo di istituto,
– cancellare la contrattazione di istituto,
– far entrare soggetti privati nei Consigli di Amministrazione (pardon, Consigli di Istituto),
– far aprire gli istituti scolastici ai privati.
Certo, la mia è una sintesi schematica scritta con il verbo “decretare” al tempo futuro del modo indicativo quindi chiunque potrà criticarla o metterla in dubbio.
Ne sono consapevole ma sono altrettanto convinto che ognuno potrà constatare una buona continuità di intenti nell’intervenire sulla scuola da parte dei governi Berlusconi, Monti e Renzi.
Per rendersene conto, e per verificare se quelle da me indicate siano illazioni, basta pescare a caso fra le molte dichiarazioni recenti del ministro Giannini, dei sottosegretari Roberto Reggi e Gabriele Toccafondi.
Si può quindi essere o non essere d’accordo sul senso di questa continuità e sulle “ricette” scelte dal governo delle larghe intese per “restituire valore sociale ai docenti”.
A me interessa conoscere piatti e sapori nuovi ma penso, nel caso della scuola, che queste “ricette” (non facendo parte della nostra cucina tradizionale) non siano per niente stuzzicanti, siano poco succulente e presuntuosamente piccantissime.
Sembrano piatti preparati in una mensa aziendale dagli arredi allettanti, in cui la bella presenza nasconde prodotti scaduti e scadenti: un luogo insomma dove il numero di stellette guadagnate nelle guide europee è proporzionale al numero delle promesse di rottamazione dei cuochi precedenti.
Preferisco una trattoria dove si mangia in compagnia, dove i piatti sono preparati in casa, con alimenti genuini ed in cui il menu sia presentato chiaramente e corrisponda, nelle portate e nei prezzi, a ciò che effettivamente verrà servito e a quello che bisognerà pagare.
Ad esempio, io preferisco la cucina mediterranea perché offre un giusto apporto di tutti i principi nutritivi essenziali per una buona crescita, dove tutte le portate sono ben condite con la giusta dose di LIPidi [leggi].
Senza di loro, infatti, non ci sarebbero quelle calorie indispensabili per mantenere tutto il corpo sociale in una sana e robusta Costituzione.

Torna la rassegna “Cinema sul Mare” a Porto Garibaldi e Lido di Spina

da: organizzatori

Torna da martedì 15 luglio Cinema sul Mare, la rassegna cinematografica estiva promossa dal Comune di Comacchio in collaborazione con Maurizio Cinti di Delta Cinematica. Le proiezioni si terranno a Porto Garibaldi nella piazzetta sul porto canale antistante al Bagno Paradiso e a Lido di Spina nel giardino della Casa Museo Remo Brindisi. Tra le dieci pellicole in programma tutti i martedì e mercoledì sera sino al 20 agosto sono stati inseriti anche tre brillanti film d’animazione ma ad aprire la rassegna martedì sera alle 21:30 a Porto Garibaldi spetterà al pluripremiato Little Miss Sunshine, opera prima di J. Dayton e V. Faris. Seguiranno Le follie dell’imperatore, Le avventure acquatiche di Steve Zissou, 500 giorni insieme, Fantastic Mr. Fox, The East, Fa’ la cosa sbagliata, Pranzo di Ferragosto, ParaNorman, Another Earth. L’ingresso a Cinema sul Mare è gratuito, tutti i film sono in lingua italiana. Maggiori informazioni, trailer, contenuti extra, dettagli delle colonne sonore e aggiornamenti disponibili sulla pagina Facebook di Delta Cinematica.

L’attesa e la scoperta

En attendant Godot o meglio le parole del sindaco di Comacchio che naturalmente non risponde mercoledì scorso ho la sorpresa di trovare la spiaggia libera dalle baracchette. Noto imbarazzo e riserbo. Sono arrivati d’improvviso vigili e forze dell’ordine (si dice così?) e subito c’è stato un fuggi-fuggi generale. Sconcerto e una certa delusione tra le signore. A rendere più persistente il vuoto del baraccume alla sera si scatena la natura offesa e piovono bombe d’acqua per 48 ore così la spiaggia resta ancora per due giorni libera. Frattanto decido tra una nuvola e l’altra munito di un bel ferrovecchio a due ruote comprato legalmente (in proporzione costa più la catena sofisticatissima che il mezzo) di esplorare i dintorni e quindi prima tappa, a somiglianza delle sorelle di cechoviana memoria che all’unisono gridano “ A Mosca, a Mosca!!”, la mia sarà “Al pesce, al pesce!” sul molo di Porto Garibaldi.
E nasce così un folle amore.

La lunga fila dei pescherecci e delle motobarche turistiche creano un variopinto contraltare, un’animata e operosa vita sul porto-canale. Tutto è pulito, umano, non falsamente legato alle goldoniane manie per la villeggiatura.
E la gente ti guarda negli occhi e fa la fila col numero!!! Non come alle poste lidensi sia in pescheria che nella bellissima farmacia dove tutti si comportano gentilmente: senza stizza o pseudo supponenza. E’ una vera comunità non un luogo che vive quattro mesi all’anno.
L’esempio di quello che ci si aspetterebbe se fossimo stati previdenti nel non aver voluto violentare la natura. Non li vedi i vu cumprà a Porto Garibaldi o molto defilati e non importuni. I ristoranti hanno una fama consolidata negli anni e prosperano. Addirittura puoi comprare il pesce dalle barche stesse a prezzi assolutamente competitivi.

Insomma se mi piacesse vivere in un posto marino, a questo punto della mia esperienza e della mia vita, sceglierei questo piccolo borgo apparentemente modesto ma infinitamente più elegante dei Lidi.
E poi, “incredibile visu” ( mettiamocela una frasetta in latino che fa tanto rompi…i) uno stupendo negozio di fiori che forse anche a Ferrara si sognano: da mandarmi su di giri!
Se dunque questo è possibile in un luogo perché non lo è a un braccio di mare di distanza?
Lo so che parlare con chi non ti risponde sembra un’impresa inutile ma ancora chiedo e mi domando: “Perché?”

La prossima puntata sarà nel cuore stesso del comprensorio. Quella città di Comacchio che ricordo (sono anni che non vi metto piede salvo per recarmi all’ospedale) tra le più affascinanti realizzazioni urbane dell’Italia.

Per lavori stradali modificati gli accessi alle sedi Hera di via Diana

da: ufficio stampa Hera

Hera informa che da lunedì 14 luglio inizia la seconda fase dei lavori di manutenzione stradale disposti dal Comune in via Diana. A seguito dei lavori fino alla fine di luglio, il transito di via Diana sarà vietato dalla rotonda di via Poltronieri al numero civico 40. Dipendenti e clienti potranno entrare in azienda dal numero civico 38. Il parcheggio e la stazione ecologica saranno raggiungibili solo accedendo in via Diana dal lato dell’incrocio con via Cristoforo Colombo.

Per qualsiasi informazione sulle modifiche in atto è possibile telefonare da rete fissa al numero verde di Hera 800.999.500 per clienti famiglie (199.199.500 da cellulare con costi stabiliti dal proprio gestore telefonico), dalle 8 alle 22 dal lunedì al venerdì e dalle 8 alle 18 il sabato.

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Alluvione e trombe d’aria: 80 milioni di contributi per le imprese. Errani firma il provvedimento

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Firmato il provvedimento per risarcire le attività economiche colpite dall’alluvione del 17 e del 19 gennaio 2014, dalla tromba d’aria del 3 maggio 2013, dagli eccezionali eventi atmosferici e dalla tromba d’aria del 30 aprile 2014. La nuova ordinanza (la n. 6 del 10 luglio 2014) del commissario delegato alla Ricostruzione Vasco Errani definisce modalità e criteri per la concessione dei contributi, stimati in 80 milioni di euro. Gli interventi previsti, e ammessi a contributo, riguardano la riparazione, il ripristino, la ricostruzione di immobili a uso produttivo degli impianti e delle strutture produttive agricole; la riparazione e il riacquisto di beni mobili strumentali all’attività, di beni mobili registrati e la ricostituzione delle scorte e dei prodotti.

“Si tratta di un provvedimento di eccezionale importanza per i territori colpiti dalle calamità del 2013 e del 2014 – sottolinea l’assessore regionale alle Attività produttive Luciano Vecchi – . Le imprese possono così completare i loro piani di ripristino e riprendere completamente le attività economiche, salvaguardando l’occupazione. E’ un risultato – prosegue Vecchi – ottenuto grazie all’impegno comune della Regione, dei sindaci, dei parlamentari del territorio, delle associazioni, dei cittadini e delle imprese. Quest’ordinanza è stata discussa in maniera aperta con tutte le parti interessate e, grazie alla loro partecipazione, ulteriormente migliorata per poter rispondere adeguatamente a tutte le specifiche esigenze”.

“L’alluvione del Secchia – dichiara l’assessore all’Agricoltura, Tiberio Rabboni – ha interessato un’area di oltre 5.500 ettari destinati a colture – vite, pero, pomodoro, cereali, foraggi – di altissima qualità e di notevole importanza economica; 302 le aziende agricole coinvolte, che hanno subito danni stimati per circa 52 milioni di euro. Il ripristino delle infrastrutture connesse all’agricoltura, come strade interpoderali, opere di approvvigionamento idrico, reti idrauliche e impianti di irrigazione al servizio di più aziende, richiederanno circa 2 milioni. Particolarmente gravi – aggiunge Rabboni – anche gli effetti sul settore agricolo della tromba d’aria del 30 aprile 2014. Per la provincia di Bologna la stima complessiva dei danni è di 5,1 milioni, per il modenese di 2,8 milioni. Il provvedimento del commissario consentirà di ripristinare la piena funzionalità a imprese che potranno contribuire in modo concreto alla ripresa economica del nostro territorio”.

Gli interventi dovranno essere finalizzati alla ripresa e alla piena funzionalità dell’attività produttiva in tutte le componenti fisse e mobili strumentali, e al recupero a fini produttivi degli immobili. La quantificazione del danno dovrà avvenire attraverso perizia asseverata, mentre gli interventi devono essere realizzati successivamente alla data degli eventi calamitosi e conclusi entro il 30 giugno 2015. In presenza di copertura assicurativa, il contributo è riconosciuto sulla differenza tra i costi dell’intervento e gli indennizzi assicurativi attribuiti all’intervento finanziato, corrisposti o da corrispondersi da parte delle compagnie di assicurazioni.

I comuni interessati
Possono beneficiare dei contributi le imprese, appartenenti ai settori industriali, dei servizi, commerciali, artigianali, turistiche, agricole, agrituristiche, zootecniche, professionali. I comuni colpiti dalla tromba d’aria del 3 maggio 2013 sono, per quanto riguarda la provincia di Bologna, Argelato, Bentivoglio, San Giorgio di Piano e San Pietro in Casale; nella provincia di Modena Castelfranco Emilia e Mirandola. I comuni (tutti modenesi) colpiti dagli eventi alluvionali avvenuti tra il 17 e il 19 gennaio 2014 sono Bastiglia, Bomporto, Camposanto, Finale Emilia, Medolla, San Felice sul Panaro, San Prospero (a cui si aggiungono in Comune di Modena le frazioni di Albareto, La Rocca, Navicello e San Matteo).

Le risorse finanziarie
Dei 210 milioni di euro stanziati dal Consiglio dei ministri per alluvione e tromba d’aria, 160 milioni (che è la cifra prevista per il 2014, mentre gli altri 50 milioni andranno sul 2015) sono già stati impegnati con le ordinanze finora emanate. Infatti, gli 80 milioni di quest’ultima ordinanza – per le imprese – si aggiungono ai 50 milioni per le abitazioni (ordinanza n. 2), agli oltre 23 milioni degli interventi idraulici su Secchia e Panaro (ordinanza n. 5) e ai 6 milioni per le opere pubbliche (ordinanza n. 4).

Destinazione dei contributi
I contributi vengono concessi per la riparazione e il ripristino di immobili danneggiati e la ricostruzione di quelli eventualmente distrutti, in modo da ristabilire la piena funzionalità per l’attività dell’impresa; per la riparazione e il riacquisto dei beni mobili strumentali, così da ripristinare la loro piena funzionalità e sicurezza (compresi impianti e macchinari e compresi i beni mobili registrati); per la ricostituzione delle scorte, vive e morte, connesse all’attività dell’impresa; per i danni economici subiti dai prodotti; per il ripristino dei terreni agricoli, degli impianti arborei produttivi, delle infrastrutture aziendali (strade poderali, interpoderali e attraversamenti; opere di approvvigionamento idrico, reti idrauliche, impianti irrigui e rete di scolo; impianti di protezione delle colture); per il mancato guadagno dovuto alla distruzione della produzione agricola, valorizzata con riferimento alla media del triennio precedente, o i costi sostenuti per le anticipazioni colturali delle produzioni agricole danneggiate.

Lo schema di convenzione con la Provincia di Modena
Una successiva ordinanza (la n. 7 del 10 luglio 2014) riguarda l’approvazione dello schema di convenzione con la Provincia di Modena che, attraverso le sue strutture, garantirà il supporto per lo svolgimento delle attività istruttorie delle domande di contributo. Nello specifico, la Provincia ha individuato l’Area Economia come struttura competente per l’istruttoria amministrativa e tecnica delle domande.

I provvedimenti sul sito della Regione
I provvedimenti – come prevede il Decreto legge numero 74 del 12 maggio del Consiglio dei ministri – sono stati adottati da Errani in qualità di commissario delegato alla Ricostruzione, in accordo con le amministrazioni locali e l’Agenzia regionale di Protezione civile. Le ordinanza firmate (numero 6 e 7 del 10 luglio 2014) e il decreto legge sono consultabili sul sito della Regione, all’indirizzo www.regione.emilia-romagna.it/i-provvedimenti-per-alluvione-e-tromba-daria.

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Musica: il Maestro Nicola Piovani “in quintetto” al Teatro Binario di Cotignola

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Una serata “da Oscar” al Teatro Binario di Cotignola (Ra) con la musica del Maestro Nicola Piovani. Unica data in Emilia-Romagna, sabato 26 luglio alle 21.30. Un progetto dell’associazione “Cambio Binario” dedicato ai giovani

Una serata “da Oscar” nel giardino del Teatro Binario di Cotignola, sabato 26 luglio alle 21.30. Protagonista il Maestro Nicola Piovani (premiato proprio con l’Oscar per la colonna sonora del film “La vita è bella”) e il suo “Concerto in quintetto” per pianoforte, da lui stesso ideato e diretto, in un progetto dedicato ai ragazzi e alla loro creatività. L’evento è organizzato dall’associazione “Cambio Binario”, con il patrocinio della Regione Emilia-Romagna, del Comune di Cotignola, dell’Unione dei Comuni della Bassa Romagna, e il supporto di numerosi partner. “Cambio Binario” destinerà l’intero incasso della serata alla ristrutturazione di un vagone ferroviario annesso al Teatro, per adibirlo a sala prove musicale: uno spazio attrezzato e all’avanguardia, che favorisca la nascita di gruppi e nuove proposte musicali. Ogni biglietto venduto sarà, dunque, un importante “tassello” di un progetto comune dedicato ai ragazzi.

“Invito tutti ad accogliere l’invito dell’associazione ‘Cambio Binario’, non solo per lo straordinario spettacolo che sicuramente il Maestro Piovani offrirà, ma anche per compiere un atto di partecipazione attiva, volta a concretizzare un progetto di grande valore – sottolinea Massimo Mezzetti, assessore Cultura, Sport della Regione Emilia-Romagna – . Questo teatro è un esempio importante di come l’arte possa portare bellezza in ogni luogo e situazione; riqualificare un vagone ferroviario dismesso, trasformandolo in spazio di aggregazione e formazione, è l’ulteriore conferma del ruolo fondamentale che la cultura riveste nella crescita e nel progresso di una comunità”.

“Come amministrazione comunale siamo convinti da sempre dell’esigenza di allargare i consueti confini della promozione culturale – spiega Luca Piovaccari, sindaco di Cotignola – . Portare il Maestro Piovani a suonare in un luogo insolito come il cortile del Teatro Binario va proprio in questa direzione, diventando un’occasione per avvicinare alla musica sinfonica un pubblico più vasto meno abituato a frequentare i teatri. Allo stesso tempo l’iniziativa rappresenta il primo passo per la realizzazione di una sala prove musicale integrata nel Teatro Binario, un progetto in grado di creare ulteriori occasioni per la crescita artistica dei nostri giovani e sul quale l’amministrazione è pronta a fare la propria parte”.

“Concerto in quintetto”
Il repertorio della serata al Binario arriva dal cinema dei Taviani, di Moretti, di Benigni, di Fellini. Brani scritti per il grande schermo, per il teatro, per concerto, appositamente rivisitati, riarrangiati da Piovani in versione da piccolo gruppo di solisti, tra cui spicca innanzitutto il ruolo del pianoforte, suonato dall’autore; e poi Marina Cesari (sax e clarinetto), Pasquale Filastò (violoncello e chitarra), Andrea Avena (contrabbasso) e Cristian Marini (batteria, percussioni e fisarmonica). Un concerto nato con l’idea di fondo di mostrare al pubblico i “fabbricatori” di suono, quelli che al cinema non si vedono mai e che anche il teatro, talvolta, nasconde nel buio della fossa d’orchestra. Rispetto ai concerti di ampio organico orchestrale, il “Concerto in quintetto” è una riflessione più intima e flessibile, che punta molto sulla cantabilità dei singoli strumenti – il sassofono, il violoncello, la fisarmonica – , ma anche sulla duttilità ritmica di un organico agile, che permette all’invenzione solistica di rivelare lati nascosti tra le pieghe di partiture destinate in origine a un repertorio corale, collettivo. Da un repertorio di quasi centocinquanta film, il Maestro Piovani ha estratto un’autobiografia musicale da cui non potevano essere escluse le composizioni nate per il teatro. “Concerto in quintetto” ha sperimentato come, proprio a teatro, ogni sera sia diversa dalla precedente, ma anche come, in ogni parte del mondo, il pubblico si assomigli. Di replica in replica, l’allestimento si è quindi modificato, adattandosi alle platee che lo hanno applaudito, tanto da poter dire che anche il pubblico è, a suo modo, coautore di “Concerto in quintetto”.
Numerosi i partner che supportano il progetto di “Cambio Binario”: Fonderia Morini, BCC ravennate e imolese, Gruppo Villa Maria, Sti Solfotecnica, Gruppo Hera, Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, Coop Adriatica, Assicoop Romagna Futura, Unipol Banca, Torneria Montesi, Meccanica Santerno, Tipografia Faentina, C&G Impermeabilizzazioni e Isolamenti, Osteria del Boccaccio, Ca’ Bianca Lugo.

Il costo dei biglietti è di 32 euro intero, 29 euro ridotto soci Coop Adriatica, 22 euro ridotto ragazzi fino ai 14 anni. Le prevendite sono aperte su www.vivaticket.it e i punti vendita autorizzati presenti su tutto il territorio nazionale. Per informazioni: www.cambiobinario.it, tel. 373 5324106, oppure info@cambiobinario; oppure su Facebook alla pagina “Cambio Binario”. Il Teatro Binario è in via Vassura 18/a. In caso di maltempo il concerto si terrà al Teatro Goldoni di Bagnacavallo.

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Google “Made in Italy”: eccellenze artigianali e agroalimentari italiane in digitale

da: ufficio stampa Cciaa di Ferrara

Govoni: “Ancora una volta, la Camera di commercio ha voluto scommettere sui giovani, migliorandone
la preparazione e favorendo quindi il loro inserimento nelle nostre realtà produttive d’eccellenza”.
2 giovani ferraresi (Daniele Borrelli e Lucia Romanelli) tra i 104 vincitori delle borse di studio

Sono stati svelati pochi giorni fa, alla presenza del On. Maurizio Martina, Ministro delle
Politiche Agricole Alimentari e Forestali, di Stefano Firpo, Capo della Segreteria Tecnica del Ministro
dello Sviluppo Economico, i nomi dei vincitori delle 104 borse di studio, bandite da Google insieme
a Unioncamere, con l’obiettivo di digitalizzare le imprese del Made in italy. E, tra i 104 vincitori,
figurano due ferraresi, Daniele Borrelli e Lucia Romanelli, che, grazie al cofinanziamento della
Camera di commercio di Ferrara (6.000 euro per ciascuna borsa di studio), verranno ospitati per 6
mesi presso l’Ente di Largo Castello con il compito di favorire la digitalizzazione delle imprese del
territorio, aiutandole a creare o sviluppare la propria presenza online, sfruttando così le
innumerevoli opportunità offerte da Internet.
Le aziende ferraresi interessate, fa sapere la Camera di commercio, possono, sin da ora, seguire
su www.eccellenzeindigitale.it un percorso formativo gratuito realizzato dagli imprenditori e rivolto
agli imprenditori, ricco di consigli pratici per utilizzare il web come mezzo di sviluppo di business.
Recenti indagini, infatti, dimostrano che, al crescere del livello di maturità digitale, aumenta la
percentuale di imprese che fanno export. Maturità digitale ed export hanno un impatto diretto sul
fatturato delle imprese: fino al 39% del fatturato da export delle imprese di medie dimensioni che
sono attive online è realizzato grazie a Internet.
“La nostra provincia – ha commentato Paolo Govoni, presidente della Camera di commercio di
Ferrara – è ricca di giovani talenti, che possono offrire un fondamentale contributo allo sviluppo di
idee innovative per il settore agroalimentare. La lezione che, ancor più in questi ultimi anni, ci
viene dal made in Italy è che se le nostre imprese scommettono sulla qualità e sulla cultura
produttiva radicata nei territori, allora riescono a intercettare con successo la grande e crescente
domanda di Italia che viene da ogni angolo del mondo. Anche a Ferrara – ha concluso Govoni –
sempre più imprese intendono sfruttare questa via dell’export, ma senza il valore aggiunto della
conoscenza e del know-how digitale, soprattutto se l’azienda è di piccole dimensioni, è difficile
competere sui mercati globali”.

Ancora riconoscimenti per Ferrara. Il progetto “Made In Italy: Eccellenze in Digitale” si arricchisce, inoltre, di 48 nuove mostre, portando a 150 i prodotti presenti sulla piattaforma google.it/madeinitaly, appositamente realizzata dal Google Cultural Institute per presentare le eccellenze produttive del nostro Paese. Attraverso racconti, immagini e documenti storici, gli utenti di ogni parte del mondo possono scoprire le eccellenze del sistema agroalimentare e
dell’artigianato italiano, e le tradizioni del Made in Italy. Ai prodotti più noti, come il Pomodoro di
Pachino, il Radicchio Variegato di Castelfranco o il vetro di Murano, si affiancano le “Ceramiche
graffite ferraresi”, dove, questa è la motivazione del prestigioso riconoscimento, “I motivi
decorativi e i toni dei colori assumono caratteri di assoluta originalità”.

La storia della ceramica graffita ferrarese

La storia della ceramica graffita ferrarese affonda le proprie origini nei manufatti alto-medioevali
provenienti dalla Cina e dalle ampie zone dell’Altipiano iranico che giungevano sulle nostre coste
per via dei traffici marittimi e commerciali con l’Oriente. I primi lavori che l’archeologia medioevale
ha rinvenuto in sterri ferraresi portano una datazione non anteriore al secolo XIII e preludono a
uno sviluppo di grande rilievo nel corso del secolo XIV, fino ad arrivare al massimo livello
ornamentale e di perfezione esecutiva negli anni che vanno dal 1440 al 1520 circa.
Le manifatture delle aree corrispondenti all’ampia valle del Po – nella prima fase della ceramica
graffita, cosiddetta arcaica – sono piuttosto omogenee nelle forme dei manufatti e negli ornati. Le
argille della valle padana si prestavano particolarmente all’utilizzo degli ossidi metallici di base –
rame, ferro e piombo – per la realizzazione delle vernici che caratterizzavano questo tipo di
ceramica. Le narrazioni ornamentali sono piuttosto schematiche, di carattere prevalentemente
geometrico e floreale; assai più di rado vi compare la figura umana mentre non mancano profili di
uccelli o immagini di animali fantastici desunti dal bestiario dell’epoca.
Nell’ambito di queste produzioni, le cui propaggini territoriali si spingono anche oltre le regioni
dell’Italia settentrionale, Ferrara giunge a svolgere un ruolo di primo piano e di autentico primato a
partire già dalla prima metà del secolo XV in coincidenza con il Marchesato di Lionello d’Este.
La scintilla primordiale va ricercata in un evento eccezionale per la storia e l’arte estense: il
Concilio ecumenico del 1438. In quell’anno fece tappa a Ferrara, portando in città il papa Eugenio
IV, l’imperatore d’Oriente Giovanni VIII Paleologo. Giunse con uno stuolo di grandi studiosi e
umanisti e uno straordinario artista come Antonio Pisano, detto Pisanello, la cui attività di pittore,
di medaglista, di fine disegnatore di animali, costumi e acconciature, ispirò direttamente le migliori
botteghe di ceramiche graffite di quel periodo.
Ed è a partire da quegli anni che compaiono sulle mense più sontuose di Ferrara magnifiche coppe
centrotavola, grandi piatti da portata e da parata con scene edificanti, finissime stoviglie decorate
all’interno e all’esterno, calamai riproducenti tematiche allegoriche stemmate e, poco più oltre, la
ricorrente figura di San Giorgio a cavallo che uccide il drago nelle più diverse guise. Imprese
estensi, stemmi nobiliari delle famiglie Rangoni, Bentivoglio, Bevilacqua, Romei, Contrari, Sacrati e
così via definivano gli ornati di molte ciotole, piatti e boccali evidentemente ispirati dalla più
ragguardevole aristocrazia ferrarese del tempo, anche se gli stessi motivi araldici trovavano uso e
consumo anche sulle tavole più popolari. I colori più utilizzati sono: verde ramina (ossido di rame),
giallo ferraccia (ossido di ferro) e viola manganese (ossido di manganese).
Curiosità. Si narra che il Duca Alfonso I d’Este fosse un grandissimo estimatore della ceramica
graffita ferrarese e nel suo tempo libero da gravami bellici o diplomatici amasse dilettarsi nella sua
“bottega” presso il castello estense, tanto che la sua passione lo condusse a modificare l’etichetta
aristocratica italiana. Fu egli, infatti, il primo principe a rendere protagonista sulle tavole il
vasellame in ceramica, sostituendolo a quello in oro e in argento in uso sul nobile desco fino a quel
momento.

Sul turismo la zavorra dei mille ‘enti preposti’

“A territory worth experiencing in freedom”, e per noi “Un territorio da vivere in libertà” è un piccolo depliant-libretto che la Provincia di Ferrara ha pubblicato e che si trova sugli scaffali degli Iat, nelle agenzie di viaggio e d’affari, ai punti informativi del Comune, all’entrata dei luoghi di cultura ed arte.
Un altro libretto libretto parla della costa, del Parco del Delta, di Comacchio e dei sette lidi, entrando nei dettagli e mettendo il lettore-vacanziero in condizioni di muoversi adeguatamente e con interesse.
Ci troviamo di fronte a due strumenti di marketing prevalentemente turistico che evidenziano le peculiarità dei territori, anche se sarebbe stato opportuno, saperne di più di storia, tradizioni e vissuto, e se la visione avrebbe dovuto comprendere il lungo nuovo distretto turistico emiliano-romagnolo fino alla laguna veneta.
Certo è che l’iniziativa, e non è la prima, ci mostra che l’assessorato al Turismo della provincia e il suo staff c’è l’hanno messa tutta nell’elaborare i contenuti, affidandone la distribuzione sia alla rete pubblica che ad operatori turistico-commerciali. Anche se, forse, servirebbero altre idee e ulteriori strumenti di sostegno e di servizio.
Sarebbe interessante, inoltre, capire che tipo di coinvolgimento è stato attivato e chi cura questo settore, dalla Camera di commercio, alle Sovraintendenze, dalle Agenzie per lo sviluppo Sipro e Delta 2000, ai Comuni, alla Regione e al ministero con le loro rispettive strutture operative.
Come si legge, i soggetti attuatori sono tantissimi, a volte con competenze concorrenti, a volte in conflitto, a volte silenziosi, a volte in sovrapposizione e con “spezzettamenti” a dire poco incomprensibili.
Anche qui, in questa circostanza, e non è la sola, richiamiamo l’attenzione di Franceschini, ministro indicato a mettere ordine, a rilanciare il settore, affinché turismo e cultura siano una filiera di innovazione e sviluppo, a ricreare le giuste condizioni per più lavoro, più occupazione, più imprese e farne la prima azienda nazionale.
Generalmente i supporti tecnici per animare ed accogliere i turisti si costruiscono in ottobre e novembre guardando alla stagione dell’anno successivo (se si ragiona nel breve). Occorre ricordare a tale proposito che l’ente Provincia diverrà un ente di secondo grado e privo della funzione turismo-cultura, ci pare quindi giusto evidenziare almeno alcune preoccupazioni.
Che dire ancora, se non che il nostro presidente, che è stato anche il sindaco di Firenze, dovrebbe molto preoccuparsi, perché se non arriviamo primi come accoglienza, l’Unesco potrebbe da subito toglierci dall’elenco dei Paesi i cui beni sono patrimonio dell’umanità (ne abbiamo tantissimi).
Il pil, il deficit, il debito, i parametri dei fondamentali macroeconomici, il tasso di disoccupazione, la Bce e altre istituzioni internazionali possono essere viste e riviste nella loro elasticità di movimento, anche con meno variabili indipendenti, anche con meno rigore nelle cifre e nei numeri, ma sul turismo non si può più scherzare e quindi, carissimo Dario, devi correre e più di quanto in Africa fanno il leone e la gazzella.
Buon lavoro, e speriamo bene!