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Giorno: 30 Luglio 2014

Un fine settimana sul litorale all’insegna della cultura

da: ufficio stampa Comune di Comacchio

Imperdibili sono i due appuntamenti all’insegna della cultura, che l’Assessorato alle Istituzioni Culturali ha pianificato per il prossimo fine settimana. Sabato 2 agosto la rassegna “Jazz in rosa” proporrà il concerto di Silvia Cariani, per uno straordinario omaggio ad Ella Fitzgerald. L’iniziativa musicale avrà luogo nel giardino della Casa Museo Remo Brindisi del Lido di Spina, con inizio alle ore 21.30. La cantante ferrarese farà rivivere il mito di una delle regine mondiali del panorama jazzistico contemporaneo, interpretando i più grandi successi collezionati da Ella Fitzgerald nei suoi straordinari sessant’anni di carriera. Anche questo concerto è ad INGRESSO GRATUITO.

Domenica 3 agosto, alle ore 6 del mattino si potrà assistere al sorgere del sole con un concerto all’alba, presso il Bagno Play Ground del Lido di Volano. “Il magnifico barocco” è il live, ad ingresso GRATUITO, con strumenti d’epoca, che terranno in riva al mare Matteo Ferrari (flauto) e Manuela Rossi (spinetta). Si tratterà di un viaggio in musica in compagnia dei maggiori esponenti del Barocco, tra i quali Bach, Haendel, Vivaldi e Benedetto Giacomo Marcello. Matteo Ferrari affianca l’attività concertistica all’insegnamento. E’ docente di flauto e i suoi arrangiamenti didattici vengono annualmente pubblicati e distribuiti dalla prestigiosa casa editrice Carish. Manuela Rossi ha partecipato a diversi concorsi nazionali, tra i quali quello di Osimo, classificandosi al terzo posto e al Premio Manta, conseguendo un ottimo piazzamento da finalista. Ha svolto attività concertistiche, distinguendosi in rassegne musicali nazionali e all’estero.

In caso di maltempo il concerto si svolgerà ugualmente nei locali del Bagno Play Ground.

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Collaborazione tra sistema regionale della ricerca e CNR. L’assessore Bianchi ha incontrato il presidente Nicolais

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Un’analisi dei risultati della collaborazione tra la Regione e il Cnr, che in questi anni ha rafforzato il sistema regionale della ricerca e investito su grandi infrastrutture che possono svolgere un ruolo di traino in Europa per l’intero Paese. L’occasione è scaturita dall’incontro, avvenuto questa mattina a Bologna, tra l’assessore Patrizio Bianchi e il presidente del CNR Luigi Nicolais.
“ER come Emilia-Romagna ma anche come Educazione e Ricerca – ha spiegato l’assessore Bianchi aprendo l’incontro – Il sistema della ricerca regionale e il CNR in questi anni hanno scelto un percorso chiaro: valorizzare la multidisciplinarietà della ricerca ma anche la capacità di fare sintesi dei risultati. Una sintesi che nasce dalla specializzazione e dalla complementarietà e produce efficienza sociale. Solo investendo in educazione e ricerca l’Emilia-Romagna può crescere e svolgere un ruolo strategico per l’intero Paese. Chiedo – ha aggiunto Patrizio Bianchi – una vera e propria alleanza tra sistema della ricerca, imprese del territorio e parti sociali per rafforzare in Emilia-Romagna quella forza progettuale che, unita ad un nuovo regionalismo, può generare le innovazioni sociali e economiche che costituiscono il motore dello sviluppo”.
“È anche grazie alla collaborazione con le istituzioni del territorio e le università che l’area della ricerca del CNR di Bologna – ha detto Luigi Nicolais – rappresenta un punto di forza dell’ente. La produzione eccellente di ricerca di base, e dunque di conoscenza, si integra qui con la capacità di interagire con il sistema economico-produttivo. Una sorta di contaminazione che vede i ricercatori non al servizio delle imprese ma chiamati a svolgere un ruolo attivo nei processi di innovazione strategici per il Paese”.
La riunione, a cui hanno preso parte tra gli altri anche Mariangela Ravaioli, presidente Area della Ricerca del CNR di Bologna e Paolo Bonaretti presidente di Aster, è stata anche l’occasione per presentare al Presidente Nicolais i programmi operativi Fse e Fesr, i primi programmi italiani inviati a Bruxelles per l’avvio del negoziato con la Commissione.
Aumentare l’investimento in ricerca e sviluppo, superando il 2% del Pil regionale, sperimentare un grande laboratorio urbano con azioni innovative di mobilità sostenibile e di riqualificazione dei beni culturali, favorire la capacità imprenditoriale del sistema produttivo orientandolo verso attività, settori o ambiti ad alto utilizzo di competenze che operino per la sostenibilità ambientale ed energetica, sostenere un’azione sistemica sul capitale intellettuale attraverso l’investimento (infrastrutturale, di ricerca, umano) su un sistema formativo capace di formare competenze coerenti con la strategia di specializzazione di questa regione sono alcuni degli elementi sfidanti della nuova programmazione dei fondi strutturali 2014-2020.
“Ognuno di questi – ha concluso l’assessore Bianchi – si pone obiettivi ambiziosi. La collaborazione e la sinergia con i ricercatori del CNR e il sistema regionale della ricerca sarà elemento decisivo per una regione competitiva che sappia sostenere una crescita e uno sviluppo della società regionale sostenibili e fondati sui diritti di tutti i cittadini”.

Un piano straordinario per far ripartire la filiera dell’edilizia

da: Alleanza delle cooperative dell’Emilia-Romagna

Le proposte dell’Alleanza delle Cooperative dell’Emilia-Romagna al governo: situazione drammatica, bisogna agire in fretta. I presidenti Monti, Milza e Mota: servono interventi urgenti per la crescita

Un programma articolato di proposte per far ripartire il settore dell’edilizia, dare nuovo slancio alle imprese e tutelare i lavoratori del settore maggiormente colpito dalla crisi. Le proposte sono state presentate dall’Alleanza delle Cooperative Emilia-Romagna nel corso di un incontro che si è tenuto ieri, 29 luglio 2014, al ministero dello Sviluppo Economico per discutere della situazione del comparto dell’edilizia e delle costruzioni in Emilia-Romagna.

Per l’Alleanza delle Cooperative la situazione va affrontata anche con provvedimenti straordinari vista l’intensità e la durata della crisi che ha colpito il settore. La situazione di insostenibile crisi del sistema delle costruzioni ha generato in Emilia-Romagna, solo per quanto riguarda la cooperazione, un intenso e progressivo utilizzo degli ammortizzatori sociali, che oggi coinvolgono molti lavoratori. I processi di ristrutturazione delle imprese cooperative, già avviati da diverso tempo e necessari a garantire la continuità e il rilancio aziendale, devono essere portati a compimento il più celermente possibile. Si stima che tali processi produrranno esuberi: il piano presentato dall’Aci, oltre ad un programma di formazione e riqualificazione professionale per la ricollocazione del personale, prevede anche il ricorso alle formule più espansive di ammortizzatori sociali, in modo da consentire il collocamento in pensione ad un buon numero di lavoratori coinvolti nei processi di ristrutturazione.

Obiettivo principale del piano straordinario presentato al governo resta quello di far ripartire il settore attraverso l’utilizzo di tutte le misure attivabili per evitare che l’Emilia-Romagna perda un pezzo importante della sua base produttiva (nella filiera allargata dell’edilizia rientrano anche le ceramiche, i materiali per l’edilizia, la produzione di macchine e beni intermedi per il settore oltre al sistema dei servizi ad essi connessi). Nel dettaglio, la cooperazione emiliano-romagnola chiede al governo:

La creazione di uno strumento per favorire il rapido deconsolidamento immobiliare delle imprese, in particolare per favorire la destinazione dei numerosi immobili invenduti a uso sociale.

L’attivazione di un piano straordinario di messa in sicurezza del territorio – anche mediante il ricorso a provvedimenti straordinari – attraverso il quale favorire la rioccupazione del personale in esubero

L’attivazione delle procedure e delle risorse per avviare alcune opere pubbliche e infrastrutturali che rappresentano snodi di grande interesse territoriale e nazionale

Rendere operativa la cessione del credito anche per le società partecipate dalle pubbliche amministrazioni

“L’incontro è stato positivo, nelle prossime settimane continueremo a discutere per trovare le migliori soluzioni ad un problema drammatico e di forte impatto sul tessuto economico e sociale dell’Emilia-Romagna. Bisogna agire in fretta per salvare le imprese cooperative e dare tutele ai lavoratori nell’ambito dell’inevitabile percorso di ristrutturazione già avviato dalle imprese – ha commentato Giovanni Monti, presidente dell’Alleanza delle Cooperative Emilia-Romagna, al termine del vertice con istituzioni e sindacati – Non c’è più tempo da perdere, servono provvedimenti straordinari per affrontare una situazione straordinaria: bisogna riattivare la filiera dell’edilizia e delle costruzioni, pena la perdita o il pesante ridimensionamento di un settore cruciale per l’economia della nostra regione. Le cooperative del settore, che sono i perni di tutta la filiera, sono pronte a fare la propria parte sia attraverso progetti di riorganizzazione, fondati sulla creazione di poli industriali, in grado di creare maggiore efficienza e sviluppo, sia attraverso la messa in campo di un programma di formazione e riqualificazione professionale in grado di supportare la ricollocazione del personale”.

I Franz Ferdinand chiudono a Ferrara sotto le Stelle

da: Ferrara sotto le Stelle 2014

Grazie ad irresistibili melodie neo britpop e alla carica festante dei loro live, la band di Glasgow ha saputo imporsi ai vertici delle classifiche mondiali, diventando il simbolo del successo esponenziale dell’indie-rock contemporaneo

Tra qualche anno, per spiegare come l’industria discografica abbia subito una vera e propria rivoluzione negli anni 2000, la band che verrà presa ad esempio sarà sicuramente quella dei Franz Ferdinand. Se oggi è di fronte agli occhi di tutti il successo esponenziale delle etichette musicali indipendenti, capaci ormai di insidiare colossi come Universal, Sony, Warner e Emi, e se nessuno oggi si stupisce più quando la carriera di un gruppo parte dal passaparola sui siti internet, basta tornare indietro al 2002 per rendersi conto di quanto le cose siano cambiate.
L’anno è ovviamente quello della fondazione del gruppo scozzese, il cui successo non è certo stato fulmineo quanto quello dei compagni di etichetta Arctic Monkeys, visti l’anno scorso a Ferrara Sotto le Stelle.
Nel momento in cui iniziano a suonare assieme, tre dei quattro i componenti dei Franz Ferdinand hanno già accumulato molte esperienze in gruppi decisamente poco conosciuti: Alex Kapranos, cantante e indiscusso leader della band, è già stato negli Amphetameanies e nei Karelia, il chitarrista/tastierista Nick McCarthy, di formazione classica, suona in un gruppo sperimentale chiamato Embryo, mentre Paul Thompson è batterista per The Yummy Fur e cantante per i Pro Forma. Il “quarto uomo”, Bob Hardy, è in realtà un amico di Alex, cui quest’ultimo insegna a suonare il basso pur di averlo con sé nel progetto.
Kapranos ha le idee molto chiare riguardo a ciò che vuole ottenere, è convinto che la musica indipendente abbia ormai tutti i mezzi per abbandonare la timidezza che la contraddistingue, andando a sfidare le produzioni milionarie a testa alta e nei loro territori: i club e le discoteche.
Insomma il leader dei Franz Ferdinand ha l’ambizione di far ballare l’intera Gran Bretagna, ma partendo dal basso e senza avere al momento un contratto discografico. Un’impresa folle ma ben supportata dalla sua stupefacente capacità di comporre brani estremamente accattivanti, in perfetto equilibrio fra new-wave e brit-pop, rivalutazione degli anni ’80 e rivitalizzazione dei ’90.
I primi ad avere la possibilità di accorgersene non sono però le grandi masse di uno stadio, e nemmeno i clienti di un fumoso locale scozzese. La prima esibizione dei Franz Ferdinand (la più difficile, ricorda ancora oggi Kapranos) avviene durante una festa di studenti universitari.
La reazione dello sparuto pubblico di conoscenti è però talmente positiva da incoraggiarli a trovare un quartier generale in cui sviluppare le proprie canzoni. La scelta ricade su un enorme magazzino in disuso, nel quale si insediano stabilmente ribattezzandolo “The Chateau”. In poco tempo questo diviene non solo la loro base, ma anche un punto di aggregazione per i giovani musicisti di Glasgow e per tutta la comunità artistica della città.
Il grande movimento creato grazie a questo laboratorio e locale per concerti costa a Kapranos un arresto per vendita di alcolici senza licenza, ma gli procura al tempo stesso il primo contratto.
Molto distanti dal prototipo di gruppo musicale che le grandi case discografiche amano costruire e imporre sul mercato, i Franz Ferdinand vengono ingaggiati da un etichetta all’epoca decisamente periferica: la Domino Records di Londra, che stampa il loro primo EP. Grazie a loro diventerà una delle più importanti realtà presenti sul mercato inglese, acquisendo la possibilità di produrre gruppi ambitissimi.
Il resto della storia ha tratti comuni a quelli di tutte le grandi rivelazioni degli ultimi anni, ma a sorprendere all’epoca è il modo in cui la band vede crescere il proprio seguito, grazie ad un passaparola sul web che fino ad allora mai si era dimostrato così efficace.
Su internet si inizia a parlare dei Franz Ferdinand come del “gruppo dell’anno”, il cui rock squadrato ed efficiente sembra fatto apposta per divertire all’infinito la nuova generazione dei club, forte di un’invidiabile freschezza pop, declinata però con il piglio nervoso che aveva caratterizzato le migliori band post-punk. Il gruppo inoltre viene preso come punto di riferimento per l’abbigliamento dai giovani britannici e dalle riviste di moda, e tutti sembrano impazzire per lo stile intellettuale e garbato di Kapranos al confronto con le rockstar eccessive della decade precedente.
Gli unici a diffidare sono i giornalisti della stampa specializzata che, trovandosi a scrivere articoli su un gruppo divenuto famoso ben prima che loro potessero occuparsene, sospettano che nei confronti dei quattro di Glasgow si sia sviluppata un’attenzione esagerata.
A far cadere ogni dubbio sulla reale consistenza del gruppo contribuiscono gli irresistibili live della band e l’uscita del primo album, l’omonimo “Franz Ferdinand”.
Nel Gennaio del 2004 il singolo “Take Me Out” arriva direttamente al terzo posto della classifica inglese, trascinando “Franz Ferdinand” nella medesima posizione tra gli album, anche grazie ad una originale copertina che prende a modello l’iconografia dell’avanguardia russa.
Le recensioni sono assolutamente esaltanti e unanimemente positive. Dopo un tour che vede costantemente crescere il numero di spettatori presenti ai concerti, il gruppo passa gran parte dell’anno in studio preparando il nuovo album, che viene pubblicato il 3 Ottobre 2005.
“You Could Have Been So Much Better” dimostra la capacità dei Franz Ferdinand di uscire brillantemente dalla micidiale formula che avevano creato, risultando un’opera decisamente più varia e capace di sorprendere, pur non rinunciando anche questa volta a creare una manciata di singoli che entrano prepotentemente nella scaletta di ogni djset indie-rock.
I numeri della band sono impressionanti: un Mercury Prize, 2 Brit Awards, 4 NME Awards (tra cui quello per la Miglior Band Live), oltre naturalmente a ben 6 milioni di copie vendute.
Nel gennaio 2009 è la volta di Tonight: Franz Ferdinand: new wave, funk ed elettronica segnano il nuovo corso della band, che trova ulteriore compattezza, sia come affiatamento sia come corposità di suono. Certo, la ricerca dell’impatto immediato resta prerogativa indefettibile: ma i Franz Ferdinand non sono più solo coralità nell’uso delle voci e passo danzereccio, ma anche delicate melodie da spiaggia e giri di piano tenebroso. Fra gli svariati progressi tecnici, necessario plauso merita la voce di Kapranos: aspra, ammiccante, ricca di sfaccettature.
Si devono attendere 4 anni per il ritorno in grande stile della band, tornata anche on the road dopo aver pubblicato Right Words, Right Thought, Right Actions, il quarto album – definito da NME il loro migliore – che li mostra in gran forma.
Registrato negli studi scozzesi di Kapranos e nei Mc Carthy Sausage Studios a Londra, il nuovo disco è, a detta dello stesso Alex, “l’incontro tra Intelletto ed Anima, suonato da un gruppo di cazzoni” Testi più maturi ma cori sempre martellanti, di quelli che ti rimangono in testa, insieme a quella potenza pop che è sempre stata il marchio di fabbrica della band.
Ma è dal vivo che la musica dei Franz Ferdinand rende di più, con riff di chitarra pungenti, ritmi sincopati e ritornelli da cantare a squarcia gola. Chi si reca ad un loro concerto difficilmente potrà semplicemente stare fermo ad ascoltare.

Il consiglio per gli appassionati è di non tardare troppo, anche perchè il supporto di lusso è rappresentato da THE CRIBS, l’energica band di Wakefield formata dai tre fratelli Jarman, che con il terzo disco “Men’s Needs”, prodotto dallo stesso Kapranos, ha raggiunto in Gran Bretagna livelli di popolarità vicini a quelli dei Franz Ferdinand. Tanto da essere stata definita dall’autorevole “Q” “la più grande cult band britannica” e da essersi guadagnata la stima e la collaborazione di un mito della musica inglese come Johnny Marr degli Smiths.

FRANZ FERDINAND + THE CRIBS
Piazza Castello – Ferrara
Venerdì 1 agosto

Orari:
Biglietteria: ore 18:00
Porte: ore 19:00
THE CRIBS on stage: ore 20:30
FRANZ FERDINAND on stage: ore 21:30

Ingresso: 32 euro

Info: 0532-241419
Ulteriori informazioni sono reperibili presso il sito web della rassegna: www.ferrarasottolestelle.it

Risorse in rete:
www.franzferdinand.com
www.thecribs.com

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CUP 2000, i soci approvano il piano 2014-2016

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Lusenti: “Puntiamo a garantire la crescita industriale della società e dare nuovo impulso ai servizi ICT per tutto il sistema sanitario regionale”

Via libera dell’Assemblea dei soci di CUP 2000 al Piano strategico operativo 2014-2016 della società.
L’AssembIea ha approvato nella seduta di oggi i contenuti del Piano triennale, che prevede anche accordi di “clausola sociale” per la tutela dei livelli occupazionali della società, condivisi con le organizzazioni sindacali.
Una nuova mission di CUP 2000 nel quadro più ampio dello sviluppo dell’Information e communication technology (ICT) delle Aziende sanitarie regionali, la definizione delle attività non appartenenti ai settori “core” e il percorso di internalizzazione delle aree di front office, back office e call center: sono questi i principali contenuti del Piano, che configura per CUP 2000 un nuovo ruolo di società “in house” che promuove, progetta e realizza sistemi di sanità elettronica per il Servizio sanitario regionale e la rete socio-sanitaria.
“Questo Piano è lo strumento di programmazione strategica più adeguato per garantire alla società un’ulteriore crescita industriale e tecnologica, oltre che per dare nuovo impulso allo sviluppo e alla diffusione dei servizi ICT per tutto il sistema sanitario regionale – hanno dichiarato l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Carlo Lusenti, il presidente della Provincia di Bologna, Beatrice Draghetti e l’assessore alla Sanità del Comune di Bologna, Luca Rizzo Nervo, rappresentanti della componente istituzionale dei soci – Modernizzare e innovare la sanità regionale grazie all’ICT significa soprattutto migliorare la qualità e la prossimità dei servizi ai cittadini in tutti i possibili contatti con le strutture sanitarie”.
Il Piano individua e quantifica le attività di CUP 2000: “non core”, quelle dell’area prenotazione e call center in cui operano tra i 330 e i 360 addetti; “in transizione”, dove sono impiegate circa 40 persone e riguardano attività delegabili al mercato perché o non altamente strategiche o meglio governabili e più vantaggiose anche se esternalizzate; infine attività “core”, quelle cioè strettamente connesse con i temi ICT, dove operano tra i 200 e i 230 addetti.
Il Piano, la cui elaborazione ha preso il via fin dall’ottobre 2013 con il “Documento di indirizzo strategico” approvato dai soci, è stato presentato ai sindacati nel febbraio scorso e sulla base delle sollecitazioni ricevute ha visto anche l’inserimento di una clausola sociale per salvaguardare l’occupazione del personale, un impegno questo già assunto dai soci istituzionali nei mesi precedenti.

In particolare, il documento “Clausola sociale” definisce una serie di impegni dei soci nei confronti dei lavoratori di CUP 2000 quali: la garanzia della piena tutela occupazionale, la riorganizzazione per migliorare l’efficienza nell’utilizzo delle risorse, il mantenimento dei livelli qualitativi dei servizi per i cittadini.
Il documento prevede l’avvio di procedure di selezione tramite concorso da parte delle Aziende sanitarie, l’agevolazione per i dipendenti ai benefici previsti dalle norme per il diritto alla studio, un percorso in più fasi delle re-internalizzazioni dei servizi, l’avvio delle procedure di mobilità tra società partecipate, come previsto dalla Legge di Stabilità 2014.
Ora il Piano strategico operativo sarà valutato dal Consiglio d’amministrazione della società, per i necessari approfondimenti di carattere economico, organizzativo e giuridico.

I soci di CUP 2000 sono la Regione Emilia-Romagna (con il 28,55%), Ausl Bologna (20,94%), IOR Rizzoli e Comune di Bologna (10,6% ciascuno), Azienda Ospedaliero-Universitaria Sant’Orsola di Bologna (6,75%), Provincia di Bologna (5,83%), Azienda Usl di Imola (2,36%) e il Comune di Ferrara con l’1,03% al pari di tutte le altre Aziende sanitarie regionali.

Comune di Ferrara, tutti i comunicati del 30 luglio

da: ufficio stampa Comune di Ferrara

La newsletter del 30 luglio 2014

BIBLIOTECA ARIOSTEA – L’1 agosto nuove letture per bambini a partecipazione gratuita
Venerdì alle 10 appuntamento sotto ‘L’Albero delle storie’
30-07-2014

Nuovo appuntamento venerdì 1 agosto alle 10 nel giardino della biblioteca comunale Ariostea (via Scienze 17), con le letture de ‘L’albero delle storie’. Ancora una volta, all’ombra del monumentale ginkgo biloba di palazzo Paradiso, i bambini tra i 4 e i 10 anni potranno ascoltare le storie divertenti e avventurose loro riservate dal ciclo di narrazioni curato dalla Sezione Ragazzi della biblioteca comunale, in collaborazione con l’associazione Amici della biblioteca Ariostea.
I piccoli partecipanti, accompagnati da genitori, nonni o tate, potranno assistere gratuitamente alle narrazioni proposte di volta in volta da voci diverse e con diverse tecniche narrative. Al termine di ogni appuntamento, i bambini che lo vorranno potranno poi trasformare in disegni le immagini e le emozioni evocate dai racconti.
All’ombra degli alberi sarà inoltre esposta una rassegna di libri scelti tra l’ampia collezione della Sezione Ragazzi dell’Ariostea, disponibili al prestito per continuare anche a casa a coltivare il piacere della lettura.
La rassegna proseguirà ogni venerdì, alle 10, fino al 29 agosto prossimo.
In caso di maltempo l’incontro si svolgerà in sala Agnelli.
Per informazioni contattare il numero di telefono 0532 418211.

CONFERENZA STAMPA – Giovedì 31 luglio alle 11 in sala Arazzi
Presentazione della manifestazione “C’è birra e birra”
30-07-2014

Giovedì 31 luglio alle 11 nella sala degli Arazzi della residenza municipale si terrà la presentazione di “C’è birra e birra”, manifestazione in programma nel fine settimana al chiostro di San Paolo.

All’incontro con la stampa interverranno l’assessore comunale al Commercio, Fiere e Mercati Roberto Serra insieme ad Adelaide Vicentini e alla presidente della società Mri1 Maria Rita Martoni.

LAVORI PUBBLICI – Sabato 2 agosto dalle 22 percorso culturale per l’accensione ufficiale della nuova illuminazione
Piazza Trento Trieste ‘sotto una nuova luce’
30-07-2014

Lampioni in stile retrò accanto a faretti di ultima generazione. E’ un connubio tra ispirazioni nostalgiche e richiami al presente il nuovo abito da sera con cui piazza Trento Trieste si mostra ai ferraresi, facendo sfoggio di inediti effetti di luce per dar risalto ai suoi gioielli monumentali più preziosi. Il debutto ufficiale nella nuova veste è previsto per sabato 2 agosto con un’intera serata dedicata alla riscoperta del centro storico riqualificato, che si aprirà alle 22 con la partenza di una passeggiata culturale da piazza Castello, passando per il Giardino delle Duchesse e piazza del Municipio, con approdo finale in piazza Trento Trieste per l’accensione inaugurale del nuovo impianto di illuminazione.
A guidare ferraresi e turisti lungo l’itinerario dal titolo ‘Sotto una nuova luce’ (a partecipazione gratuita) sarà lo storico Francesco Scafuri che, facendo sosta nelle quattro piazze, ne ripercorrerà le vicende e le trasformazioni subite nei secoli, fino ai più recenti interventi di riqualificazione, evocando tra l’altro illustri personaggi del passato che hanno legato i loro nomi a quei luoghi. Prenderanno parte alla passeggiata anche il sindaco Tiziano Tagliani, l’assessore comunale ai Lavori pubblici Aldo Modonesi e il Ministro dei Beni e delle attività culturali e del Turismo Dario Franceschini, oltre ad alcuni dei tecnici comunali che hanno curato i lavori di riqualificazione di piazza Trento Trieste e che ne illustreranno i dettagli e gli esiti.
Ad accogliere i partecipanti al loro arrivo sul ‘listone’ saranno i rintocchi delle campane del duomo, che i maestri dell’associazione ‘Campanari Ferraresi’ suoneranno a festa per accompagnare l’accensione ufficiale della nuova illuminazione. “Grazie – ha sottolineato stamani in conferenza stampa l’assessore Modonesi – al nuovo complesso di luci che, oltre ai sei lampioni storici e ai faretti sotto il porticato del duomo, comprende anche un sistema di illuminazione architettonica rivolto alle facciate dei principali edifici monumentali, sarà possibile vedere in notturna la piazza come mai è stato possibile finora. Con l’evento di sabato sera – ha proseguito Modonesi – concludiamo ufficialmente l’intervento che negli ultimi mesi ha permesso di cambiare in meglio il volto di piazza Trento Trieste, rendendola più vivibile e più accessibile, oltre che più bella sia di giorno che di notte. E così concludiamo anche la prima fase del Programma Speciale d’area per il centro storico di Ferrara che, con il cofinanziamento al 50% della Regione Emilia Romagna, ci ha consentito in questi ultimi anni di riqualificare ampie porzioni del nostro centro, sulla base di una progettazione di qualità, frutto del lavoro di professionalità tutte interne all’Amministrazione comunale, cui va il nostro ringraziamento”. La fase successiva del Programma speciale d’area sarà invece dedicata ad ampliare il numero delle aree di pregio del centro storico, con la riqualificazione di via Carlo Mayr, di piazza Verdi e di via Saraceno, la cui progettazione sarà conclusa entro il 2014 e l’esecuzione avviata nel corso del prossimo anno. Nel frattempo, alcuni piccoli ritocchi permetteranno, nell’autunno prossimo, di rifinire l’intervento di piazza Trento Trieste con il riposizionamento della ‘fontanella’ e la posa del nuovo arredo urbano. “Un arredo – ha precisato il sindaco – che punterà a favorire ancora di più l’uso di questa piazza come luogo di incontro e confronto tra le persone, senza tralasciarne la vocazione commerciale che storicamente la caratterizza, come testimoniato anche dai resti archeologici delle antiche botteghe che sono emersi nel corso degli ultimi scavi. Ora – ha proseguito il sindaco – l’invito che rivolgo ai fruitori del centro storico è quello a volerci dare una mano nella tutela di questi luoghi, affinché i risultati ottenuti grazie agli importanti sforzi compiuti per la riqualificazione permangano nel tempo”.

PROVINCIA DI FERRARA – Provvedimento nel rispetto delle disposizioni dalla legge Delrio (56/2014)
Amministratori al voto lunedì 29 settembre per eleggere presidente e consiglieri della Provincia
30-07-2014

Si voterà lunedì 29 settembre dalle 8 alle 20 nel seggio allestito nella sala Alfonso I d’Este in Castello Estense, per eleggere il nuovo presidente della Provincia e i dodici componenti del Consiglio provinciale.

Lo stabilisce il decreto a firma della presidente della Provincia in carica, Marcella Zappaterra, a seguito delle disposizioni dettate dalla legge Delrio (56 del 2014), su città metropolitane, Province, unioni e fusioni di Comuni.
Decreto che stabilisce, tra l’altro, che i nuovi presidente e Consiglio saranno eletti dai sindaci e consiglieri comunali dei Comuni del territorio.
Sono, invece, eleggibili (cioè elettorato passivo), alla carica di presidente i sindaci e i consiglieri provinciali uscenti, mentre possono essere eletti consiglieri provinciali i sindaci, i consiglieri comunali in carica e quelli provinciali uscenti (cioè chi ha fatto parte dell’ultima assemblea del Castello Estense).
Le candidature alla carica di presidente e le liste di candidati a consigliere provinciale devono essere presentate all’ufficio elettorale (per l’occasione costituito in Provincia), dalle 8 alle 20 di lunedì 8 settembre e dalle 8 alle 12 del giorno seguente.

(Comunicato a cura dell’Ufficio Stampa Provincia di Ferrara)

GIARDINO DELLE DUCHESSE – Spettacolo sabato 2 agosto alle 21,15
Con Favole sotto gli alberi torna a Ferrara ‘La Bella e la Bestia’
30-07-2014

(Comunicato a cura dell’associazione ‘Il Baule Volante’)

La decima edizione della rassegna estiva di Teatro per Bambini e Famiglie Favole sotto gli alberi prosegue, sabato 2 agosto alle ore 21,15, presso il Giardino delle Duchesse (ingresso da Via Garibaldi, 6 – Ferrara), con lo spettacolo: “La Bella e la Bestia” della compagnia Il Baule Volante di Ferrara, che presenterà uno spettacolo storico, di ritorno da una fortunata tournée francese.

Torna a Ferrara La Bella e la Bestia, il fortunatissimo spettacolo della compagnia di casa che narra una vicenda antica e nota al pubblico di grandi e piccini ma sempre avvincente ed emozionante, in questa versione prodotta da Accademia Perduta/Romagna Teatri per la regia di Roberto Anglisani.

La storia è quella di un mercante, padre di tre figlie, che si smarrisce nel bosco, di ritorno da uno sfortunato viaggio d’affari. L’uomo trova rifugio nel palazzo della Bestia, un essere orribile, metà uomo e metà belva. Qui cerca di rubare una rosa e per questo la Bestia lo minaccia di morte. L’unica sua possibilità di salvezza è che sia una delle sue figlie a morire al suo posto.
La più bella delle tre figlie accetta il sacrificio e si reca al palazzo. Ma andrà incontro ad un altro destino.
Con Bella e Bestia prosegue, per Il Baule Volante, un percorso sulla narrazione a due voci e contestualmente un lavoro di ricerca sul tema della diversità. Attraverso l’avvincente intreccio di questa fiaba classica, la compagnia offre una personale disamina di alcuni aspetti di questo tema quanto mai attuale, in particolare, in questo caso, del “diverso” che sta dentro ogni individuo.
Nasce così una storia ricca di fascino e di emozione, in cui i significati più reconditi vengono illustrati attraverso la parola e il movimento. Lo spettacolo utilizza infatti principalmente la tecnica del racconto orale, con la sua essenzialità ed immediatezza. Ma spesso la parola si fonde al movimento espressivo o lascia completamente lo spazio a sequenze di “gesti-sintesi”, nel tentativo di cogliere l’essenza più profonda del racconto, con pochi oggetti e costumi, lasciando alla voce e al corpo tutta la loro forza evocativa.

Dopo anni di successi ininterrotti fra cui la menzione speciale Eolo Awards (maggior riconoscimento nazionale del teatro per ragazzi) e la presentazione dello spettacolo al Festival 2Mondi di Spoleto e al Festival Teatralia di Madrid, La Bella e la Bestia è stato presentato nel corso di interminabili tournée in patria – con oltre 500 repliche nei maggiori teatri italiani – e prodotto in versione francese con la collaborazione di centri importanti come la Scène Nationale d’Albi , nei Pirenei (che ha accolto la compagnia in residenza) e il Centre Culturel di Vendenheim, in Alsazia. In Francia lo spettacolo è stato umanimemente apprezzato dal pubblico e dalla critica ed è stato richiesto, in più di un’occasione, per la presentazione al pubblico degli adulti, per un totale di oltre 90 recite nel corso degli ultimi anni.
La stagione artistica appena passata, però, ha sancito per La Bella e la Bestia l’occasione per una vera e propria consacrazione dello spettacolo e della compagnia in terra d’oltralpe: lo scorso ottobre lo spettacolo è stato presentato – come unico spettacolo di una compagnia non francese – al festival nazionale Contes Givrés, in Borgogna, dove gli artisti della compania si sono visti tributare addirittura un’ovazione a scena aperta da parte del pubblico presente. In marzo lo spettacolo è stato presentato ufficialmente in Normandia, con una settimana di tienitura presso La Scène Nationale di Cherbourg-Octeville. Ma soprattutto, nel mese di febbraio, lo spettacolo è stato selezionato per la presentazione al Théatre Nouvelle Génération di Lione per il festival internazionale RéGéNération: dopo l’esibizione a Lione, i programmatori presenti al festival hanno apprezzato talmente tanto lo spettacolo da richiedere e ottenere l’inserimento di La Belle et la Bete nell’APSV, il progetto culturale della regione Rodano Alpi: questo significa che, per gli anni 2014 e 2015, tutti i teatri che programmeranno lo spettacolo saranno direttamente sovvenzionati dalla Regione. Infatti è già prevista una nutrita nuova tournée francese per lo spettacolo che ha già delle prenotazioni anche per la stagione 2015-2016.
Una bella soddisfazione per la piccola compagnia ferrarese, che però ancora si offre con piacere al pubblico della città, per regalare un’emozione, per condividere tante fatiche e tanti successi e per il piacere di sentirsi nuovamente a casa, dopo tanto viaggiare e prima di ricominciare la nuova, lunga tournée già prevista per la prossima stagione.

Per tutti i bambini a partire dai 4 anni.

In caso di maltempo lo spettacolo si svolgerà presso la Sala Estense, nella vicina Piazza Municipale.

L’ingresso è di € 5,00 per i piccini e di € 6,00 per i grandi.

Informazioni: Il Baule Volante – Andrea Lugli – Paola Storari 0532/770458 – 347/9386676.
www.ilbaulevolante.it – ilbaulevolante@libero.it

Il sindaco Marco Fabbri ha premiato il primo turista con la pergamena di riconoscimento “Premio fedeltà amico di Comacchio”

da: ufficio stampa Comune di Comacchio

Ieri sera il Sindaco Marco Fabbri ha consegnato una pergamena (qui allegata) quale gesto di riconoscimento nei confronti del sig. Manfred Vaubel, turista tedesco, che ha festeggiato la sua cinquantesima vacanza all’Holiday Village Florenz del Lido degli Scacchi. Durante una partecipata cerimonia, in presenza di turisti di numerose nazionalità, è stata così consegnata la prima pergamena associata al “Premio Fedeltà Amico di Comacchio”, introdotto il 18 luglio scorso dalla Giunta Comunale con un’apposita deliberazione. Alla cerimonia in questione erano presenti anche i signori Bettina e Gianfranco Vitali, titolari dell’Holiday Village Florenz del Lido degli Scacchi. “Sono onorato di essere qui – ha detto il Sindaco, dopo aver ringraziato per l’invito – e consegnando questa pergamena di riconoscimento, chiedo a Manfred di essere ambasciatore di Comacchio nel mondo.” Al sig. Manfred Vaubel sono poi state donate la maglia e un set di tazze da colazione con il nuovissimo brand identitario del territorio. Nella home page del sito comunale, all’indirizzo http://www.comune.comacchio.fe.it/index.php/Notizie/Richiesta-attestato-di-fedelta-AMICO-DI-COMACCHIO, è possibile consultare e scaricare la delibera in questione con il modulo di richiesta che gli operatori possono far pervenire all’Amministrazione Comunale. Il turista da premiare dovrà aver maturato almeno dieci soggiorni sul territorio comunale.

Coldiretti, con maltempo fino al triplo di acqua in più

da: ufficio stampa Coldiretti

Le piogge intense e le temperature fuori stagione stanno interessando moltissime aree italiane, compresa la nostra provincia. Al momento non si registrano danni diretti ma c’è timore per la campagna di raccolta del pomodoro ed in generale per possibili infezioni di funghi sulle colture in atto, oltre ad una stagnazione dei consumi di frutta estiva.

In alcune zone del Nord è caduto anche il triplo di acqua in più ma in tutta Italia si sono registrate precipitazioni da record che hanno sconvolto i normali cicli stagionali delle campagne oltre a provocare danni diretti alle colture. E’ quanto afferma la Coldiretti sulla base di un monitoraggio dei problemi causati dal maltempo sul territorio nazionale, con gravissime ripercussioni sulle produzioni in campo, dai pomodori alla frutta e verdura, fino alle vigne con pesanti danni economici e perdita di lavoro stagionale. Ma le abbondanti piogge stanno sconvolgendo anche i cicli vegetativi delle piante, con – rileva Coldiretti – l’allungamento dei tempi di crescita di molte colture. Se nei mesi scorsi si era parlato di un anno senza inverno, ora ci troviamo dinanzi a un anno senza estate e ciò sta condizionando i ritmi naturali. Si modificano di conseguenza anche le abitudini degli animali, con riflessi, ad esempio, sulle produzioni di miele, con le api che non volano più per il maltempo, mentre mucche e pecore non possono andare al pascolo. Gravissima anche la situazione sui terreni allagati – continua la Coldiretti – dove è impossibile effettuare le attività di raccolta e quelle di semina dei nuovi cicli di ortaggi. In diverse provincie del nord, dalla Lombardia al Veneto si registrano allagamenti, esondazioni, grandinate. I raccolti di pomodori, melanzane, peperoni sono fortemente danneggiati, mentre la stagione per i meloni è da dimenticare. Problemi gravi anche in Toscana dove le piogge intense e fitte cadute in poche ore negli scorsi giorni unite a fenomeni di grandinate, in particolare in Versilia, hanno danneggiato molte delle colture stagionali come i meloni, i pomodori e le insalata pronte per essere raccolte e finire sulle tavole. Problemi anche nelle Marche, dalla provincia di Ancona a quella di Pesaro dove bombe d’acqua e grandine hanno colpito in particolare vigneti e ulivi.
Attesa anche per la vendemmia che dipenderà molto dalle condizioni che si verificheranno nei prossimi giorni ma già adesso – precisa la Coldiretti – si conta un aumento dei costi di produzione per difendere viti e alberi da frutto.
Nella nostra provincia per il momento non giungono segnalazioni di danni diretti ma la pioggia che continua a cadere ha interrotto le operazioni di raccolta dei pomodori, che rischiano un deprezzamento qualitativo e l’infezione di muffe e funghi. Disagi anche per la raccolta di altre orticole come cocomeri e meloni, oltre che per la frutta, anche in questo caso con il timore di una maturazione non ottimale e di possibili infezioni di funghi con aumento dei costi di produzione.
Ai danni diretti sulle coltivazioni si sommano – conclude la Coldiretti – quelli indiretti provocati dal calo di consumi dei prodotti stagionali come la frutta e verdura a causa delle condizioni climatiche non favorevoli con un conto per l’ agroalimentare ed il turismo che a livello nazionale si stima abbia superato il miliardo di euro.

Agricoltura, l’Emilia-Romagna tra le prime Regioni italiane per efficienza della spesa

da: ufficio stampa giunte regionale Emilia-Romagna

La Regione Emilia-Romagna è tra le prime Regioni, insieme a Veneto e Lombardia, ad aver raggiunto con diversi mesi di anticipo l’obiettivo di spesa dei fondi europei, fissato per fine anno.

I dati sono stati resi noti dal Ministero, tramite la “Rete rurale nazionale”, nel report mensile sulla spesa pubblica effettivamente sostenuta nei singoli Programmi regionali di sviluppo rurale 2007-2013.

“E’ la conferma di una gestione efficiente dei fondi dello sviluppo rurale a tutto vantaggio delle imprese e dei territori”, sottolinea l’assessore all’Agricoltura Tiberio Rabboni. “Il dato è particolarmente apprezzabile perché i pagamenti conclusi sei mesi prima della scadenza riguardano non solo i fondi ordinari ma anche quelli straordinari ed aggiuntivi riservati alle imprese dei territori terremotati. Desidero darne atto ai collaboratori regionali, alle Province e all’organismo pagatore Agrea”.

In particolare la verifica delle spese sostenute nel mese di giugno ha reso evidente la buona performance dell’Emilia Romagna con 19,5 milioni di euro pagati (nello stesso mese) e con 848,3 milioni di euro complessivamente pagati alle imprese dal 2007 ad oggi.

Questo risultato è di particolare importanza anche perché scongiura con sei mesi di anticipo il rischio legato al cosiddetto “disimpegno automatico delle somme”, cioè la procedura europea di riduzione automatica dell’importo annuale impegnato in caso di mancato completo utilizzo dei fondi assegnati.

La replica del Comune di Comacchio a Legambiente sulle opere di sicurezza idraulica

da: ufficio stampa Comune di Comacchio

Alle considerazioni di Marino Rizzati, presidente del circolo Legambiente Delta del Po, pubblicate oggi sui quotidiani locali, il Sindaco Marco Fabbri aveva già risposto via mail nella giornata di ieri. Ricordando a Rizzati che all’albo pretorio online del sito comunale sono consultabili la deliberazione di Consiglio Comunale n° 61 del 6 maggio 2014, relativa all’accordo territoriale recentemente sottoscritto e la deliberazione di Consiglio Comunale n° 85 del 25 giugno 2014, riguardante la sicurezza idraulica del territorio, il Sindaco sottolinea che “proprio da questo ultimo provvedimento strategico si evince che gli investimenti sono stati effettivamente programmati. Contrariamente a quanto si legge nella comunicazione di Marino Rizzati – prosegue il Sindaco – questa amministrazione non ha affatto trascurato la salvaguardia e la difesa del territorio da allagamenti e mareggiate, ma si è invece adoperata per individuare, con risorse adeguate, quelle risposte lungamente attese da tutta la collettività.” Proprio per l’importanza che riveste il tema della sicurezza idraulica, il prossimo numero del periodico della Giunta Comunale “Comacchio Informa”, che a breve sarà spedito alle famiglie del territorio, riserverà uno spazio dettagliato sul cronoprogramma degli interventi con i rispettivi costi di esecuzione. Le soluzioni prospettate dall’accordo territoriale sull’annosa questione degli allagamenti sono due: 1) azioni a lungo termine (separazione delle reti urbane per acque reflue), mediante adozione di un sistema separato, che convoglierà le acque meteoriche direttamente a mare o nel reticolo di bonifica, ovvero utilizzando il recupero del sistema separato laddove già esistente; 2) azioni a medio termine (casse di assorbimento delle punte critiche). L’introduzione di sfioratori agli impianti di sollevamento o, dove si riterrà opportuno, permetterà di scaricare le acque dalla rete mista ad un ricettore differente dal sistema fognario, alleggerendo il carico dell’acqua sollevata, rilanciata dai lidi al depuratore di Via Marina, mantenendo libero il punto di recapito della fognatura. L’acqua può essere indirizzata, ovvero deviata verso la rete dei canali di bonifica, ovvero in apposite vasche di accumulo temporaneo. “Gli interventi elencati nel punto 2) sono oggetto dell’accordo territoriale sottoscritto dall’Amministrazione Comunale con la Provincia di Ferrara, la Regione Emilia Romagna, il Consorzio Acque Delta Ferrarese – tiene ad evidenziare il Sindaco Marco Fabbri -. Le opere complessive ammontano a 10 milioni di euro, una parte dei quali, pari a 6.340.000,00 relativi al primo stralcio, dovrebbero partire a breve. Per quanto concerne gli interventi a lungo termine (punto 1), ritenuti risolutivi, dovranno essere pianificati in primis a valere sui fondi europei 2014/2020.”

Il Comitato Salvaguardia Ospedale del Delta interviene sul guasto al sistema di climatizzazione

da: Comitato Salvaguardia Ospedale del Delta

Il Comitato Salvaguardia Ospedale del Delta dalla sua nascita si è sempre preposto per la corretta informazione inerente il processo di progressiva riorganizzazione, non sempre consono, del tessuto sanitario provinciale. Fedeli a questo punto fermo, siamo a segnalare lo strano caso dell’aria condizionata all’Ospedale del Delta, sembrerebbe quasi il titolo di un romanzo noir, ma è in realtà la frase di esordio di quanto siamo a narrare in merito all’Azienda USL di Ferrara: rivolgendoci sia all’utenza che agli operatori del nosocomio di Lagosanto, nonché a tutte le forze politiche del ferrarese. Era l’11 giugno 2014 quando un guasto al sistema di climatizzazione, di uno dei due impianti frigoriferi del Delta, creava forte disagio ad utenza ed operatori: disagio al quale l’AUSL, attivando le figure della Direzione Sanitaria e del Dipartimento Tecnico, rispondeva in data 12 giugno 2014 con un comunicato stampa che terminava con la seguente frase “… La consegna dei pezzi di ricambio e l’intervento di ripristino sul gruppo frigorifero bloccato sono previsti per la fine della prossima settimana…”, calendario alla mano il problema si doveva risolvere entro il 21 giugno 2014, ma così non è stato. Il problema continua a persistere e passa alle cronache locali agli inizi di luglio 2014, dopo svariate segnalazioni di utenti ed operatori, disattendendo quanto promesso dalla Direzione Sanitaria e dal Dipartimento Tecnico. Arriviamo alla fine di luglio e, consultando l’Albo Pretorio dell’Azienda USL di Ferrara, troviamo la determina n.676, adottata il 29 luglio 2014 e sottoscritta dal Direttore Ing. Bellettato Gerardo, che riporta il seguente oggetto “INTERVENTI DI MANUTENZIONE STRAORDINARIA, DETERMINA A CONTRARRE N. 134 DEL 20/02/2014: LAVORI DI SOMMA URGENZA PER INTERVENTO STRAORDINARIO DI SOSTITUZIONE DEL GRUPPO FRIGORIFERO DELLA CENTRALE DI PRODUZIONE DI ACQUA REFRIGERATA A SERVIZIO DEGLI IMPIANTI DI CONDIZIONAMENTO DELL OSPEDALE DEL DELTA A LAGOSANTO (FE): CIG 58651678EA, INTERVENTO EXTRA CANONE. AFFIDAMENTO COTTIMO FIDUCIARIO, AI SENSI DELL ART. 4, 2° COMMA, DEL REGOLAMENTO AZIENDALE, AL RTI SIRAM SPA DI MILANO.”, documento che, con nostro grande stupore, va a determinare quanto segue “… Di autorizzare l’affidamento diretto dei “Lavori di somma urgenza per intervento straordinario di sostituzione del gruppo frigorifero della centrale di produzione di acqua refrigerata a servizio degli impianti di condizionamento dell’Ospedale del Delta a Lagosanto (FE)” , al gestore dell’Appalto Multiservice, ATI: SIRAM Spa di Milano per un importo stimato di € 107.138,20 (IVA esclusa)…”, quindi da un mero intervento di sostituzione di pezzi di ricambio (che si doveva oltremodo risolvere in pochi giorni), come da comunicato stampa del 12 giugno 2014 a firma AUSL, passiamo alla sostituzione del gruppo frigorifero alla modica cifra di € 130.708,68 (IVA 22% inclusa). Infine, leggendo attentamente la determina, vogliamo porre alcune domande: 1) Perché applicare il criterio della “somma urgenza” a distanza di 48 giorni?; 2) Come mai non si è proceduti ad un regolare bando di gara per la sostituzione del gruppo frigorifero (dato l’importo elevato dell’intervento), ma si è affidato direttamente l’appalto alla SIRAM SPA di Milano?; 3) Ma non è che quando si sarà sostituito il gruppo frigorifero saremo già a rinfrescare l’autunno?
Gli interrogativi ci sembrano leciti e fondati, per tanto riteniamo opportuno chiarimenti in tal senso in quanto non sarebbe accettabile che in un periodo di profonda crisi venissero impiegate risorse economiche che potrebbero, presumibilmente, essere impiegate nel miglioramento o meglio nel ripristino di servizi presso il nosocomio del Delta.

Nicola Zagatti – Giorgio Franchi

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Si vota lunedì 29 settembre per l’elezione della nuova Provincia di Ferrara

da: ufficio stampa Provincia di Ferrara

Si voterà lunedì 29 settembre dalle 8 alle 20 nel seggio allestito nella sala Alfonso I d’Este in Castello Estense, per eleggere il nuovo presidente della Provincia e i dodici componenti del Consiglio provinciale.
Lo stabilisce il decreto a firma della presidente della Provincia in carica, Marcella Zappaterra, a seguito delle disposizioni dettate dalla legge Delrio (56 del 2014), su città metropolitane, Province, unioni e fusioni di Comuni.
Decreto che stabilisce, tra l’altro, che i nuovi presidente e Consiglio saranno eletti dai sindaci e consiglieri comunali dei Comuni del territorio.
Sono, invece, eleggibili (cioè elettorato passivo), alla carica di presidente i sindaci e i consiglieri provinciali uscenti, mentre possono essere eletti consiglieri provinciali i sindaci, i consiglieri comunali in carica e quelli provinciali uscenti (cioè chi ha fatto parte dell’ultima assemblea del Castello Estense).
Le candidature alla carica di presidente e le liste di candidati a consigliere provinciale devono essere presentate all’ufficio elettorale (per l’occasione costituito in Provincia), dalle 8 alle 20 di lunedì 8 settembre e dalle 8 alle 12 del giorno seguente.

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Turismo, Melucci: “La direzione di marcia dei provvedimenti nazionali é quella giusta”

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

“Le nuove norme sul turismo colgono in gran parte le esigenze vere del settore: riqualificazione e innovazione del prodotto turistico, digitalizzazione e web, semplificazione amministrativa solo per citare alcuni dei principali punti”, così l’assessore regionale a Turismo e commercio Maurizio Melucci commenta l’avvenuta conversione in legge del decreto sul turismo.

“Si tratta di un provvedimento atteso da anni e che rappresenta un salto culturale nelle politiche turistiche del nostro del Paese”, sottolinea l’assessore ricordando innanzitutto la previsione del credito di imposta per chi riqualifica le strutture (sino al 30% dell’investimento) e per chi investe nella digitalizzazione. E se “nelle prossime leggi finanziarie occorrerà incrementare le risorse per il settore”, spiega Meluccci intanto “sono importanti le norme che riguardano i distretti turistici. Come é noto – ricorda – la costa romagnola é già costituita in Distretto turistico i cui obiettivi sono la semplificazione amministrativa, la fiscalità e il credito. Nella nuova legge questo c’è così come é data la possibilità per i distretti di promuovere progetti pilota, in accordo con i ministeri competenti. E’ un’opportunità in più per fare decollare il Distretto della costa romagnola e per dare risposte concrete ai nostri imprenditori”.

Infine, Melucci guarda anche alla norma che impegna il Governo a procedere entro tre mesi a una nuova classificazione alberghiera (con stelle uguali in tutta Italia) e alla classificazione dell’impresa turistica, d’intesa con la Conferenza delle Regioni.

“In definitiva – conclude l’assessore – la direzione di marcia con questi provvedimenti nazionali é quella giusta. Noi siamo già pronti”.

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Servizio civile. Oltre 500 posti a disposizione in 113 progetti. Opportunità di accedere anche con Garanzia Giovani

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

L’assessore Marzocchi: “Un’occasione per acquisire conoscenze e competenze”

Sono 113 i progetti di servizio civile per oltre 500 posti a disposizione delle persone iscritte a Garanzia Giovani, il progetto dell’Unione Europea creato per dare ai ragazzi e alle ragazze tra i 15 e i 29 anni che non studiano e non lavorano nuove opportunità per acquisire competenze ed entrare nel mercato del lavoro. In Emilia-Romagna per accedere a Garanzia Giovani, attiva dal 1° maggio 2014, si deve compilare un form online disponibile sul portale Formazione e lavoro della Regione o sul sito del ministero Cliclavoro.
“Dall’inizio di agosto – spiega l’assessore regionale alle Politiche sociali Teresa Marzocchi – le ragazze e i ragazzi iscritti a Garanzia giovani potranno scegliere in quale progetto di servizio civile impegnarsi: un’opportunità d’impegno attivo, un’occasione per acquisire conoscenze e competenze per i giovani fino a 29 anni, senza distinzione di cittadinanza”.
La suddivisione dei 527 posti è la seguente: 288 posti nell’ambito di progetti di assistenza, 212 posti nell’educazione e nella promozione culturale, 19 posti in progetto riguardanti il patrimonio artistico e culturale, 6 in tema di ambiente e 2 nell’ambito della protezione civile.
Il bando di progettazione ha consentito agli Enti accreditati di presentare anche i progetti tradizionali di servizio civile regionale: 202 i posti richiesti, di cui 34 autofinanziati dalla Fondazione Manodori e dalla Camera di commercio nei progetti della provincia di Reggio Emilia e 6 posti autofinanziati dall’Unione dei Comuni Modenesi Area Nord. A settembre i giovani – cittadini italiani, comunitari o stranieri extra UE, regolarmente soggiornanti – potranno presentare domanda di partecipazione per un progetto di servizio civile regionale inserito negli appositi avvisi provinciali pubblicati dai Coordinamenti Provinciali degli Enti di Servizio Civile (Co.Pr.E.S.C.); gli enti effettueranno la selezione tra le domande ricevute, per poi iniziare le attività concrete di servizio civile dalla metà del mese di ottobre 2014.
“Complessivamente a disposizione ci sono 729 posti– aggiunge l’assessore Marzocchi – 527 di Garanzia giovani e 202 di servizio civile regionale. Nella primavera del 2015, con l’approvazione dei progetti nazionali, avremo in Emilia-Romagna oltre duemila giovani in servizio civile, un primo passo verso il servizio civile universale”.

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Edilizia, incontro a Roma per fare il punto sulla crisi del settore

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Vecchi: “Lavoriamo per salvaguardare l’occupazione e costruire le condizioni per il rilancio del settore”

Un tavolo regionale in agosto per mettere a punto le proposte per contrastare la crisi del settore edile e un incontro a Roma con il Governo a settembre.

E’ quanto stabilito ieri a Roma nel corso della prima riunione, presso il Ministero dello Sviluppo economico, tra Governo, Regione Emilia-Romagna e parti sociali sulla crisi delle imprese cooperative del settore edile.

All’incontro, chiesto dalla Regione, hanno partecipato gli assessori regionali Luciano Vecchi e Alfredo Peri, il viceministro dello Sviluppo economico Claudio De Vincenti, la sottosegretaria al lavoro Teresa Bellanova e un’ampia rappresentanza delle organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil e dell’Alleanza delle Cooperative, rappresentanti le tre centrali cooperative.

Nell’incontro l’assessore Vecchi ha sottolineato come l’attuale fase di crisi del settore delle costruzioni si stia scaricando drammaticamente sulle grandi imprese cooperative che per anni hanno utilizzato il proprio patrimonio per evitare riduzioni di personale. Si è quindi convenuto che sia necessario considerare misure straordinarie e incentivi per favorire processi di aggregazione e ristrutturazione delle imprese coinvolte dalla crisi e prevedere ammortizzatori sociali che agevolino i processi di riorganizzazione e diano ai lavoratori la possibilità di aggiornamento e di riconversione. Su sollecitazione della Regione Emilia-Romagna il Governo ha accettato di convocare, all’inizio di settembre, un tavolo tecnico nel quale studiare concretamente le proposte da mettere in campo mentre ad agosto il tavolo regionale si riunirà per formulare unitariamente le proposte al governo.

“E’ la prima volta che si riconosce a livello nazionale – conclude Vecchi – la specificità e la rilevanza della crisi del settore delle cooperative edili, elemento trainante dell’intero comparto. Lavoreremo affinché si mettano in campo tutte le misure possibili per salvaguardare l’occupazione, tutelare i lavoratori e costruire le condizioni per il rilancio del settore. Resta comunque indispensabile che si sblocchino gli investimenti pubblici e si incentivino le iniziative private, soprattutto per quanto riguarda la messa in sicurezza e la ristrutturazione di edifici pubblici e privati”.

Questa sera all’Arena Parco Diamanti la proiezione del film “The Grand Budapest Hotel”

da: Arci Ferrara

L’iniziativa Cinema nel Parco, realizzata da Ferrara sotto le stelle e Arci Ferrara con la collaborazione dell’Amministrazione Provinciale e del Comune di Ferrara, propone mercoledì 30 luglio alle 21.30 nel parco adiacente a Palazzo Diamanti (ingresso da via Dosso Dossi 8) THE GRAND BUDAPEST HOTEL di Wes Anderson

GRAND BUDAPEST HOTEL narra le avventure di Gustave H, leggendario concierge di un lussuoso e famoso albergo europeo, e di Zero Moustafa, un fattorino che diviene il suo più fidato amico. Sullo sfondo il furto e il recupero di un celebre dipinto rinascimentale, la violenta battaglia per impadronirsi di un’enorme fortuna di famiglia ed una dolce storia d’amore.

Biglietto intero: 6 euro, ridotto: 4 euro. La riduzione è valida per i soci Arci, studenti Università di Ferrara.
In caso di maltempo la proiezione si terrà presso la Sala Boldini, in via Previati, 18.
Abbonamenti 10 ingressi 50 euro
Abbonamenti 10 ingressi soci Arci 30 euro
Gli abbonamenti saranno validi dal 27 giugno al 24 agosto.

Informazioni: www.arciferrara.org, t. 0532.241419 / Sala Boldini t. 0532.247050 / Parco Diamanti 320.3570689

Grazie ad un aumento dei finanziamenti per Erasmus+ Unife diventa sempre più internazionale

da: ufficio Comunicazione ed Eventi Unife

L’Università di Ferrara sempre più proiettata nella dimensione internazionale. Questa volta a farle varcare i confini del “Bel Paese” è il programma europeo di mobilità internazionale Erasmus+, dedicato agli studenti che desiderano svolgere periodi di studio e tirocinio all’estero e al personale docente e amministrativo di Unife, che per quest’Anno Accademico ha ottenuto un finanziamento nettamente superiore rispetto al precedente per tutte le tipologie di mobilità previste dal programma.

“Siamo molto soddisfatti dei finanziamenti ottenuti – afferma Franco Mantovani, Delegato del Rettore alla mobilità internazionale – Erasmus+ che integra i sette programmi di mobilità finora esistenti, prenderà il via a partire da quest’anno accademico fino al 2021, con obiettivo primario l’aumento dell’occupabilità, la modernizzazione degli strumenti formativi, i tirocini e il lavoro giovanile. Sono ben 304, circa cento in più dell’anno scorso, gli studenti in partenza per la loro esperienza di studio all’estero ed il considerevole incremento di finanziamenti ci consentirà di aumentare ulteriormente il numero di ragazzi che scelgono di intraprendere un percorso di mobilità internazionale. Stiamo parlando di cifre importanti: la mobilità per studio ha ottenuto un aumento di 43.650 euro rispetto allo scorso anno, per un ammontare totale di circa 293.000 euro; la mobilità di tirocinio, con un bel “più” 5.630 euro, si aggira intorno ai 39.000 euro; la mobilità docenti con un finanziamento di 24.324 euro, ha ricevuto un incremento di circa 14.000 euro; infine la mobilità degli amministrativi con un aumento di circa 1.600 euro ha raggiunto la cifra di 6.097 euro”.
Non solo. Ulteriore novità è che il Mobility Consortium Erasmus+ ha approvato il progetto CON.C.ER.T.O. (CONsortium for Certified Emilia Romagna Traineeship Opportunities), di cui Unife è capofila in partenariato con l’Università di Parma, l’Università di Modena e Reggio Emilia, il Conservatorio di Ferrara, il Conservatorio di Parma, il Conservatorio di Cesena, il Conservatorio di Piacenza e l’Accademia delle Belle Arti di Bologna.
Il progetto, che prevede soggiorni per tirocinio in Europa rivolti a studenti e neolaureati degli istituti partner, ha ottenuto un finanziamento di circa 55.600 euro.

“Importanti traguardi – conclude Mantovani – raggiunti anche grazie all’impegno e alla qualità del lavoro svolto dall’Ufficio Mobilità Internazionale di Unife”.

Coldiretti: la frutta d’amare “Made in Fe” arriva sabato 2 agosto al bagno Sayonara di Lido degli estensi

da: ufficio stampa Coldiretti

Pesche, cocomeri, meloni, prugne e pere: sono buone, fanno bene e sono a km zero: sabato 2 agosto, dalle 10 alle 12 al bagno Sayonara di Lido degli Estensi Coldiretti presenta la buona frutta ferrarese. Gulinelli (presidente Coldiretti Ferrara): “la conoscenza dei nostri prodotti è fondamentale per mantenere mercato e reddito”.

Dopo la “pesca d’amare” della riviera romagnola, arriva sui lidi di Comacchio la “frutta d’amare”, l’iniziativa di Coldiretti che in questa pazza estate vuole promuovere la conoscenza ed il consumo dei frutti del territorio.
Sabato 2 agosto incollaborazione con il bagno Sayonara di Lido degli Estensi, dalle 10 alle 12, possibilità per tutti di assaggiare la buona frutta di stagione delle campagne ferraresi, offerta in degustazione dai produttori di Coldiretti che ne ricorderanno anche le caratteristiche nutrizionali e salutistiche, oltre che la bontà se scelta al momento giusto di consumo. L’estate “pazza” del 2014 è già costata al sistema economico italiano oltre un miliardo di euro per colpa del maltempo che ha sconvolto soprattutto le attività turistiche e quelle agricole ma ha anche cambiato le abitudini stagionali degli italiani a tavola. E’ uno dei segnali negativi che ha portato anche alla riduzione del consumo di frutta, con un crollo di circa il 30% rispetto agli ultimi 15 anni, con meno di un chilo al giorno per famiglia di ortofrutta, limite minimo consigliato dall’organizzazione mondiale della sanità.
“E’ necessario che come produttori facciamo conoscere in ogni occasione i nostri prodotti ed anche le corrette modalità di acquisto e di consumo – evidenzia Sergio Gulinelli, presidente di Coldiretti Ferrara – e per questo dobbiamo svolgere una attività in qualche modo educativa, che consenta di apprezzare la differenza tra i prodotti del territorio, delle nostre campagne, e quelli di incerta origine e scarsa qualità che troppo spesso i consumatori trovano nei punti vendita della distribuzione. La chiara indicazione dell’origine ed una migliore organizzazione commerciale possono avviare un circolo virtuoso per spingeresulla propensione all’acquisto dei consumatori. Naturalmente bisogna offrire prodotti di qualità percepibile e riuscire a farla apprezzare: prodotti sani, gustosi, al giusto grado di maturazione ed ad un prezzo equo per dare redditività agli agricoltori e possibilità di acquisto ai cittadini”.
Oltre a queste attività promozionali Coldiretti ha presentato nei giorni scorsi proposte concrete per intervenire sulla crisi del settore: una corretta riconversione varietale; il coordinamento unico per l’immissione del prodotto sul mercato; la regolamentazione del sistema degli sconti e delle vendite sottocosto nella grande distribuzione organizzata; la regolamentazione sul commercio in materia di confezionamento che riduca i costi evitando il moltiplicarsi di formule diverse; lo sviluppo di fondi mutualistici per affrontare le situazioni eccezionali; la progettazione di nuove forme assicurative multirischio che comprendano le situazioni di crisi; l’esclusione della frutta più facilmente deperibile dal sistema del libero servizio nella Grande distribuzione organizzata (Gdo), maggiori controlli sul rispetto delle norme di commercializzazione e sui prodotti di importazione, troppo frequentemente spacciati per italiani. Perl’immediato, al fine di dare maggiore soddisfazione a chi produce la buona frutta e rilanciare i consumi di più alta qualità e far ripartire mercato eprezzi negli ultimi 60 giorni di campagna, Coldiretti sostiene la richiesta che il ministro dell’Agricoltura, Maurizio Martina, ha fatto alla Commissione Ue per l’utilizzo di quanto previsto dal Regolamento comunitario 1308/2013 (Ocm Unica), con un intervento straordinario per la frutta estiva (pesche e nettarine, angurie, meloni, ecc.) che riguardi sia soci sia non soci di organizzazioni ortofrutticole.

Ferrara sotto le Stelle: ultimi biglietti per i Franz Ferdinand

da: Ferrara sotto le Stelle 2014

Dopo il sold-out dei SIMPLE MINDS, sono agli sgoccioli anche i biglietti per la data dei FRANZ FERDINAND + THE CRIBS di venerdì prossimo.
Un invito agli appassionati ferraresi interessati al concerto a procurarsi rapidamente i biglietti per non rischiare di perdere l’atteso evento di chiusura del festival.

Info:
www.ferrarasottolestelle.it

Il Racket Festival torna con il teatro: il 31 luglio il Palazzo della Racchetta si riempie delle parole di “Come la neve di primavera”

da: ufficio stampa Ferrara Art Festival

Sarà il teatro a chiudere il mese di luglio nella programmazione di eventi del Racket festival a Palazzo della Racchetta (Via Vaspergolo 4/6 Ferrara).
Il 31 luglio 2014, a partire dalle 21.30 e ad ingresso libero, salirà sul palcoscenico la brava Vittoria Triglione in un monologo scritto da Michele Govoni per la regia di Virgilio Patarini: Come la neve di primavera.
Il monologo narra, attraverso la viva voce della sua protagonista, della storia di Domitilla, una donna che ha trentanove anni, un peso sul cuore ed una certezza: la gioia che le dà il sabato. Proprio in un sabato qualunque, durante il rito del trucco prima di uscire, Domitilla si racconta attraverso frammenti della sua vita; i suoi ricordi divengono i nostri e lo strano stream of consciousness che viene delineandosi sembra farsi presente ai nostri occhi come fosse dipinto. Domitilla ci accompagna attraverso le sensazioni umane di una donna che, davanti allo specchio, sta guardando non solo se stessa, ma un pezzo di umanità. Tutto è avvolto da un’aria delicata e leggera che va facendosi più pesante man mano che il racconto procede. Come la neve di primavera, metafora non solo di un’esistenza ingannevole, ma anche del senso di tutto il monologo, rivela così, solo nel finale, la verità di questa serata di confidenze solo apparentemente velate.
Vittoria Triglione, pugliese di nascita ma ferrarese d’adozione, ha iniziato a recitare nel 1999 con il regista Marco Pilone. In seguito a quell’esperienza negli anni successivi ha partecipato alla messa in scena di diversi lavori con la compagnia Mimesis. Dopo il tarsferimento a Ferrara, Vittoria Triglione ha lavorato sotto la guida dei registi Davide Pedriali, Massimo Malucelli e Roberta Pazi ed attualmente fa parte di due compagnie teatrali: “Piccoli tocchi di teatro” dell’Associazione Ferrara Off e “Gli ammazzacaffè” con i quali interpreta “cene con delitto” delle quali è anche autrice.
In “Come la neve di primavera” è guidata dall’istrionico Virgilio Patarini, curatore del Ferrara Art Festival, ma anche artista, autore, regista e attore.
Nel suo curriculum teatrale figurano numerose regie, testi e corsi, durante i quali il teatro viene affrontato a 360° prendendo in esame tutte le caratteristiche: dalla realizzazione del testo alla scenografia.
Il testo, nato in seno al Racket Festival, segna l’esordio in teatro del giornalista e scrittore ferrarese Michele Govoni.
Classe 1977, Govoni collabora da sedici anni con le pagine culturali del quotidiano La Nuova Ferrara; suoi articoli sono apparsi inoltre su L’ippogrifo, il Terzo Occhio, Ciao Jazz e Art&Job Magazine.
E’ stato responsabile Ufficio Stampa per il Jazz Club Ferrara ed ora si occupa di comunicazione e qualità aziendale nell’azienda della sua famiglia.
Primo classificato all’edizione 2011 del Premio “G.Rossi” con il racconto “Andata e Ritorno” ha frequentato alcuni corsi di perfezionamento a distanza organizzati dalla Scuola Holden di Torino.

Venerdì 1 agosto “Il gruppo dei 10” presenta la “Tiger Dixie Band”

da: Il gruppo dei 10

Sarà un mese infuocato quello inaugurato venerdì 1 agosto dalla Tiger Dixie Band, una delle poche band a livello internazionale che si dedica sistematicamente al recupero del jazz degli “anni ruggenti”, proponendolo con un approccio interpretativo originale ed attuale. L’appuntamento rientra nella quarta edizione di “Tutte le Direzioni in Summertime”, la ricca rassegna di musica e spettacolo organizzata dal Gruppo dei 10 al Panama Beach di Porto Garibaldi.

Sul palco dell’ ’unconventional restaurant & beach’ in viale dei Mille, 30 saliranno ben otto musicisti: Paolo Trettel (tromba, cornetta), Stefano Menato (clarinetto, sax, soprano), Fiorenzo Zeni (sax soprano, tenore, C melody), Luigi Grata (trombone, tuba), Enrico Merlin (banjo, chitarra), Giorgio Beberi (sax basso, sax, tenore), Renzo De Rossi (pianoforte) e Claudio Ischia (batteria).

La band opera da ormai vent’anni nel settore della ricerca e delle riscoperta del jazz degli albori del ‘900 spaziando dal ragtime al charleston, dal blues al dixieland. Le atmosfere tipiche del New Orleans e del Chicago Style sono rispettate nel timbro e nello spirito, anche per via dell’utilizzo di alcuni strumenti originali dell’epoca. Il sound generale è però filtrato attraverso le esperienze musicali più moderne dei singoli membri della Tiger Dixie Band, che si fondono sui vari piani dell’esecuzione (dall’arrangiamento all’improvvisazione).

Nonostante il repertorio sia costituto da brani tradizionali e originali, quindi, la chiave di ascolto è moderna e accattivante. Lo scopo del gruppo trentino, infatti, è quello di far scoprire al pubblico un genere musicale di fondamentale importanza per la comprensione del jazz e talmente affascinante da non far sentire la propria età, così come d’altra parte, i generi che si sono in seguito avvicendati, come lo swing e il bebop, sempre fortemente radicati sul repertorio degli standard. Alla base dei vari progetti della Tiger Dixie Band vi è l’idea che la musica di Louis Armstrong, Jelly Roll Morton, Fats Waller, Bix Beiderbecke e degli altri giganti degli albori del ventesimo secolo e del primo dopoguerra, ha pari nobiltà delle altre correnti jazzistiche e può essere ulteriormente sviscerata e riproposta ai nostri giorni senza cadere in una mera operazione di ripristino conservativo ma di arricchimento culturale.

Se le radici della band affondano nel jazz della tradizione, i frutti sono ritmi trascinanti in grado di coinvolgere il pubblico anche a 100 anni di distanza per una magica serata in riva al mare.

Cena alle 20.30 e a seguire concerto. Per informazioni e prenotazioni contattare i numeri 0533 326226 e 335 7002223, visitare la pagina Facebook https://www.facebook.com/ilgruppodei10?fref=ts o scrivere a ilgruppodei10@gmail.com.

Canili pubblici romeni, i video dell’orrore

da: ufficio stampa Save the Dogs and Other Animals onlus

Immagini shock dimostrano le violazioni sistematiche della legge rumena

A quasi un anno dall’approvazione della nuova legge per la gestione del randagismo, innumerevoli documenti filmati dimostrano che le autorità rumene si stanno limitando ad eliminare in modo brutale i cani abbandonati. Al contrario gli aspetti positivi della normativa – quali l’obbligo alla sterilizzazione degli animali con padrone e la loro registrazione in anagrafe canina – vengono sistematicamente disattesi.

Lo dimostrano video come quelli girati nella struttura-lager di Bacau, nel Nord-Est del paese, dove sono detenuti 2.000 cani che muoiono ogni giorno di inedia o di malattie, spesso agonizzando tra la sporcizia e le feci (ATTENZIONE, IMMAGINI FORTI):
https://www.youtube.com/channel/UCDn0LNWOUY-0wEelYYN0pzA/playlists

Bacau è solo un esempio di ciò sta accadendo nei canili pubblici romeni, come testimonia l’indagine svolta tra marzo e maggio 2014 dall’associazione Vier Pfoten e appena resa pubblica. L’inchiesta ha portato alla luce la situazione scioccante in cui versano tutti i 43 canili pubblici rumeni valutati, con violazioni che vanno dall’assenza totale di servizi veterinari a condizioni di detenzione che implicano sofferenze inimmaginabili per i quadrupedi. I risultati dell’inchiesta sono visibili in un rapporto ufficiale (in allegato), a cui è stato affiancato un video (ATTENZIONE, IMMAGINI FORTI):

Le prove raccolte dimostrano in maniera evidente che la Romania non è in grado di applicare la normativa vigente a causa delle gravi carenze strutturali e logistiche del sistema preposto alla gestione dei cani randagi.

Pur non condividendo i contenuti della Legge 258/2013, Save the Dogs chiede al Governo del Primo Ministro Victor Ponta di intervenire quanto prima attraverso gli organi competenti per sanare una situazione inaccettabile.

Inutile ricordare che oltre alla sofferenza inflitta a decine di migliaia di animali, gli abusi documentati dalle associazioni danneggiano gravemente l’immagine internazionale della Romania.

Con l’Unità se ne va un altro pezzo della bella politica

“Leggete e diffondete l’Unità”. Non un semplice slogan: quello racchiuso in un quadratino autopromozionale pubblicato qua e là a piè di colonna fra le pagine del quotidiano era un’esortazione e un vero comandamento per il militante del Pci, ateo per stereotipo, ma sorretto da un’incrollabile fede civile, quella comunista. Leggere: dunque conoscere, informarsi (per qualcuno magari pure indottrinarsi…). Diffondere: quindi divulgare, rendere partecipi, socializzare (o, per i più dogmatici, indottrinare)… Con l’Unità sottobraccio, la domenica mattina si girava strada per strada. E a casa delle persone (altri compagni, ma anche semplici simpatizzanti o potenziali elettori) non si portava unicamente il giornale, ma idee e passioni. Era una sorta di campagna elettorale permanente in formato amicale, ma anche l’occasione, attesa, per scambiare opinioni, ragionare di ciò che succedeva – nel mondo prima ancora che nella città o nel proprio quartiere – fornire spiegazioni e trasmettere motivazioni. Motivazioni per aderire al progetto, per indurre a partecipare con un impegno diretto e personale alla lotta per il cambiamento. Cambiare, questo era l’imperativo: “Cambiare si può, cambiare si deve, cambiare è necessario”, fu un fortunato slogan della propaganda comunista. Fortunato perché diretto ed efficace. E quando si diceva “cambiare”, non si intendeva spostare il ripetitore della telefonia o tappare una buca: quello veniva per ultimo. Prima c’era da cambiare il mondo, il resto, poi, di conseguenza. L’analisi procedeva sistematicamente dal generale al particolare: il mondo, appunto, le superpotenze, gli equilibri planetari, le sopraffazioni, le guerre, la fame, le ingiustizie; e poi, di seguito a stringere il cerchio, l’Europa, la necessità delle alleanze e di orizzonti più ampi, l’Italia, il malgoverno, la corruzione, le speranze di un futuro migliore e il dovere di impegnarsi per propiziarlo. E infine, noi: la nostra città, il nostro particolare. Poi, nella pratica, il pragmatismo induceva a ribaltare l’ordine di intervento e si procedeva sulla base della concretezza, affrontando e cercando di risolvere i problemi pratici e immediati, secondo una logica del fare che ha reso in molti momenti cruciali della nostra storia come pure nella quotidianità il Partito comunista in Italia anche un potente, prezioso e insostituibile motore di innovazione e buongoverno. La chiusura dell’Unità, giornale comunista fondato nel 1924 da Gramsci – il padre nobile del partito – oltre che un evento doloroso, simbolicamente rappresenta l’ennesimo episodio che attesta la fine di un certo modo di fare e concepire la politica nel nostro Paese: quello basato sull’incontro, il confronto, il dialogo, i rapporti umani, le idealità. Se ne va un altro pezzetto di un mondo in cui la politica non solo era praticata, ma vissuta con pienezza, come un’esperienza di vita intensa e coinvolgente che dava senso all’esistenza.

Sud Sudan, questo sconosciuto: incontro con chi questo Paese lo vive davvero

Il Sud Sudan è uno dei paesi più giovani al mondo, uno Stato indipendente, dal luglio 2011, dopo una guerra civile devastante e distruttiva durata oltre 20 anni. Il Paese è stato talmente impattato da tali eventi, a livello economico e di sviluppo umano, che il 50,6% della popolazione vive sotto la soglia di povertà. Mancano infrastrutture, vi sono i più alti tassi di mortalità materna e di analfabetismo femminile al mondo. Carestia e crisi idrica sono altri componenti di questo terribile scenario. In questo scenario, operano alcuni operatori umanitari internazionali e italiani che cercano di portare soccorso alle popolazioni. Abbiamo voluto parlare con uno di questi “eroi moderni”, Anna Sambo, responsabile dei progetti della Fondazione Avsi nel Paese [vedi]. Conosco Anna da tempo e, considerati il suo carattere e la sua forza di volontà, potevo solo immaginare di ritrovarla in posti come questo.

Anna, ci conosciamo dai tempi di progetti sociali portati avanti nell’ambito di un’attività d’impresa, e lo spirito che caratterizzava il tuo impegno di allora non sarà sicuramente cambiato. Cosa ti ha portato a cambiare vita, e soprattutto a scegliere il Sud Sudan? Perché proprio questa realtà?

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Anna Sambo, responsabile dei progetti della Fondazione Avsi in Sud Sudan

E’ stato il Sud Sudan a entrare nella mia vita, per primo, quattro anni fa, con una visita tra Uganda e Sud Sudan. Ho seguito un invito e ricordo il passaggio del confine tra Uganda e Sud Sudan: alle pendici delle montagne, i villaggi, come li avevo sempre visti e immaginati nei racconti degli antropologi quando studiavo all’Università di Milano. Ricordo la commozione. E da lì si è rafforzato il desiderio di “stare” in Africa. Poi è arrivata un’offerta di lavoro. E dire di sì non è stato facile. Più volte ho tenuto in considerazione quello che dicevano gli altri, che era una follia: lasciare un impiego a tempo indeterminato nella più grande azienda italiana, in tempo di crisi. Da matti.
Alla fine, era Natale, ho deciso da sola e per me stessa. Non tanto per dei valori specifici o per un’idea di voler fare un lavoro che per il pensiero comune è “nobile” (aiutare i poveri…) ma per una questione di dignità personale: sono cresciuta e sono stata educata in un ambiente in cui il lavoro è parte integrante della vita e della soddisfazione personale. Anzi, ho sempre visto miei genitori divertirsi tanto nel lavoro. Volevo trovare uno spazio per me, per imparare cose nuove e conoscermi meglio. Poi mi hanno sempre insegnato che dalla fatica nasce la felicità. E devo dire che qui, in Sud Sudan, provo questo sulla mia pelle. Diciamo che qui questo concetto non ha proprio nulla di metaforico. Qui si prova la vera fatica fisica, la precarietà di tutto. E quando accade qualcosa di bello, provi una piena felicità piena. Si tratta di letizia, come mi ha scritto una volta mio papà in una delle prime email che ho mandato da qui, quasi un anno e mezzo fa. Mi scrisse: che bello sentirti così lieta! E tuttora è ancora così. Le fatiche sono aumentate, perché’ è sbiadito il semplice entusiasmo e si è fatta sempre più strada la consapevolezza. Questa realtà in qualche modo mi ha scelto. E forse proprio qui, nell’Africa più difficile, dovevo capitare, per capire meglio cosa conta davvero nella mia vita (e non solo nella vita in generale) e su cosa poggio io, Anna.

Ha forse a che fare anche con il “mal d’Africa”???

Tutti dicono che il mal d’Africa esiste davvero. Quello che so è che ogni volta che parto da qui, mi prende la nostalgia. Mi prende un senso di spaesamento ad allontanarmi da qui. E il pensiero consolatorio che faccio sempre è che sono contenta di andare ma, allo stesso tempo, di sapere che qui ci torno. Vado via, ma torno subito, mi viene da dire quando decollo da Juba.

In Sud Sudan rappresenti Avsi, che, nel paese, è molto attiva tanto nel settore dell’educazione che dell’assistenza medica a bambini e donne. Ci descriveresti alcuni dei maggiori progetti che portate avanti ora?

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Clinica St. Teresa a Isohe, la sala operatoria è uno degli ultimi interventi di Avsi

Il settore educativo e sanitario sono quelli su cui siamo impegnati di più, anche se stiamo terminando un grosso progetto di riabilitazione del sistema idrico della città di Torit, finanziato dall’Unchr. Mi è capitato, proprio in questi ultimi mesi, di fare più attenzione al progetto sanitario che portiamo avanti, da un anno, nella contea di Ikotos, finanziato da Health pooled fund (progetto alimentato dai fondi del governi inglese, canadese, australiano e dell’Unione europea). Dalla nostra base di Isohe (tra le montagne dell’Eastern Equatoria, uno dei 10 Stati che compongono il Sud Sudan) supportiamo il dipartimento di salute della contea di Ikotos. Gli obiettivi del progetto sono il supporto al lavoro della Contea (con attività di capacity building) e la fornitura di servizi sanitari di base (vaccinazioni, distribuzione di medicine, attività di cura prenatale), con un’attenzione particolare a bambini e donne incinte. Sono stata tanto nei villaggi, in quest’ultimo periodo (di solito sto molto a Juba, in ufficio) e mi sono resa conto della situazione disgraziata in cui si trovano le persone e del bisogno reale di ciò che facciamo. Ora posso dirlo, al di fuori di luoghi comuni e ideologie. Ora lo vedo proprio. L’altro grande progetto è quello finanziato dal Ministero affari esteri italiano: è un progetto triennale, iniziato a maggio 2014, che fa seguito ad altri due progetti con lo stesso donatore susseguitisi nel 2012 e 2013. E’ un progetto educativo, sempre nello stato dell’Eastern Equatoria. Negli anni precedenti, AVSI ha lavorato alla riabilitazione di scuole. Con questo nuovo progetto ci concentriamo maggiormente sulla formazione degli insegnanti di scuole elementari e medie e sul supporto agli studenti della School of education del St. Marys College di Juba, con borse di studio. La scuola è supportata da Avsi e forma – come Università – gli insegnanti delle scuole elementari. Si tratta di un intervento importante ed è una grossa sfida oltre che un rischio: è una visione di sviluppo per un paese in piena emergenza. In un momento in cui tutti puntano sulla distribuzione di cibo e di beni di prima necessità, Avsi prova a investire nello sviluppo, contando su una presenza costante nel paese. Lavorare nell’educazione significa fidarsi del fatto che le persone abbiano un’immagine del loro futuro e che non pensino solo ad arrivare a fine giornata vivi. Significa fidarsi del fatto che c’è qualcosa di più del giorno per giorno. Abbiamo, poi, dei progetti di Education in Emergency, dove lavoriamo con bambini, genitori e insegnanti, attraverso un accompagnamento psicosociale. Inizieremo presto un progetto simile qui a Juba, in uno dei campi degli sfollati interni (Internally displaced people), quelli che sono scappati dai combattimenti e dalle “persecuzioni”, dallo scoppio della guerra lo scorso dicembre. Le persone nei campi rifugiati hanno paura a uscire, vivono nel terrore di essere nuovamente in pericolo.

Se dovessi spiegare, in sintesi, a un lettore, magari anche a un giovane lettore, cosa succede in Sud Sudan, come glielo spiegheresti? Sai che qui in Italia si parla poco di realtà simili…

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Primary health care unit di Mangalla, donne e bambini in attesa di una visita

Quando sono tornata qui a gennaio, dopo l’evacuazione dello scorso dicembre, la percezione era di trovarsi in un luogo instabile. La percezione era, poi, che la gente pensasse solo a trovare il modo per andare via. O comunque, che ancora più del solito la gente fosse in grado solo di pensare all’oggi. Nessuna prospettiva per nessuno. E da lì la domanda del perché stare qui se quelli che stanno qui, per primi, se ne vogliono andare. Tutto ti fa pensare che non può che andare male. Per tutti.
Il Sud Sudan è lo stato più giovane del mondo, nato il 9 luglio del 2011, dopo 20 anni di guerra con il nord. Prima era un unico Sudan. I sud sudanesi, quando sono arrivata, facevano una vita che mi pareva normale. Sapevamo che lo stato era nuovo, uscito dalla guerra, e che, dunque, poteva essere molto instabile. A luglio dell’anno scorso, proprio in questo periodo, il Governo ha mandato via alcuni rappresentanti della forza di opposizione, che, fino ad allora, era stata integrata nel governo anche come segno di una volontà di pacificazione tra due fazioni diverse, appartenenti alle due diverse etnie principali i Nuer e i Dinka.
Il presidente Salva Kir, guerriero, soldato e di etnia Dinka, ha cominciato a spargere semi della discordia. Già allora si temeva la guerra. Ci avevano detto di essere pronti all’ibernazione (stare in casa o nel compound con acqua e cibo sufficienti, un telefono satellitare carico e funzionante) o all’evacuazione. Poi non è successo nulla e abbiamo ripreso la vita normale, seppur faticosa, ma credendo di stare in pace. La notte tra il 15 e il 16 dicembre, hanno iniziato a combattere. Mi stupisco perché, quando parlo di quel momento, a fatica riesco a dire “quando è scoppiata la guerra” perché quello che viviamo da qui non è una guerra. Ma in realtà la guerra c’è. E’ un conflitto a bassa intensità, che ogni tanto ha dei picchi in cui l’intensità aumenta (come il 5 marzo scorso, quando abbiamo sentito lo stesso rumore di combattimenti sentito quella notte) e ti senti ripiombato nel nulla. Nei tre stati al nord del paese (Unity, Jonglei e Upper Nile) la guerra continua. In questi giorni si parla, più di prima, di rischio carestia per 4 milioni di persone. La gente è scappata, non ha un posto dove stare e non ha campi che producano mais o sorgo. Non hanno potuto coltivare nel periodo dell’anno in cui è possibile farlo. Sono arrivate le piogge e non si coltiva. Non porterebbe frutto. E il cibo non può raggiungere quelle zone del nord. Il commercio non funziona, i trasporti sono quasi impossibili, per le piogge e per la guerra. Gli aiuti umanitari non arrivano. Ci sono grandi proclami, ma gli aiuti arrivano solo grazie a qualcuno che ha il coraggio di percorrere strade di fango e di distribuire il cibo a piedi.
Qui ci sono guerra e povertà. Ogni tanto l’informazione ne parla, ma poi passa il momento. Le persone, tuttavia, soffrono e muoiono, per guerra, fame e malattie. In tutto questo ci siamo anche noi, che facciamo di tutto per portare avanti una vita normale, soprattutto perché vorremmo lo facessero anche i sud sudanesi. E lo facciamo perché vogliamo stare qui, con una presenza vera, che vada aldilà di una guerra che cancella ogni pensiero sul futuro. Vogliamo che la vita quotidiana che sia degna di questo nome.

Ti ho visto in televisione quando, a causa della nuova guerra esplosa tra le diverse fazioni armate, sei stata evacuata con un ponte aereo organizzato dall’Unità di crisi della Farnesina – a gennaio, ma correggimi se sbaglio. Immagino quanto tu fossi tesa e provata, ma il tuo sorriso era lì… Inutile forse domandarti “ma come fai”?
L’aereo ci ha portati prima a Gibuti e poi in Italia, il 20 di dicembre 2013. E’ stato un momento di cui parliamo spesso. Tante amicizie sono nate in quell’occasione. Quando sono salita sul C130 della Farnesina ho pianto finalmente, dopo giorni di tensione. Sono stati solo 3 giorni, ma di continue telefonate di coordinamento con i colleghi delle altre basi (che sono usciti dal Sud Sudan via terra, andando in Uganda e da lì in volo fino in Italia) e con la sede in Italia. Non mi sono mai sentita sola. Ho scoperto che gli spari di notte mi provocavano una reazione di spavento, fisica. Ero stanca, dormivo poco. Ma non mi sono mai sentita sola o troppo spaventata. Forse il ruolo, accompagnato dalla presenza degli amici e colleghi. Mi ricordo la telefonata via skype con papà la sera prima dell’evacuazione. Mi chiedeva di raccontargli cosa stava succedendo. Con i miei genitori è stata una condivisione tra adulti, una parte del “bello” di quel momento.
Mi piace questa domanda “come fai?”. Ogni tanto mi fermo a guardarmi. E vedo tutte le fatiche, che sono fatiche diverse da quelle cui ero abituata. La prima risposta è che tante volte ho pensato “io non ce la faccio” e poi c’era sempre qualcuno che mi faceva compagnia. Qualcuno che mi faceva sentire parte della realtà. Come faccio… semplicemente mi succede che riesco ad accorgermi del germoglio verde sul tronco che sembra secco. Questa cosa non me la do da sola. Non riesco a convincermi di essere felice. Non ci sono mai riuscita. Ho sempre voluto una vera felicità, una vera pienezza. E qui, con tutta questa fatica, sarebbe impossibile riuscire a “raccontarmela”. Dunque, è sempre la realtà che mi tira fuori dallo sconforto dalla tristezza, dalla fatica e dalla solitudine. Ecco… sono felice di farcela, perché vedo quanto questo sguardo mi faccia essere lieta e adulta nella migliore delle sue accezioni. Le relazioni, gli incontri, le amicizie e il desiderio inarrestabile – e sempre più forte – della felicità.

Ho letto la tua intervista su Famiglia Cristiana dello scorso febbraio, nei giorni in cui erano stati sospesi i negoziati di pace tra ribelli e Governo, previsti ad Addis Abeba, in Etiopia, nello stesso mese. Nelle tue parole si leggeva comunque una ferma volontà a proseguire in una ricerca. Quella del Bene comune? Ma come si fa a crederlo in situazioni simili?
Sì, una ricerca di cui sono intrinsecamente fatta, forse perché l’ho vista in tante persone che ho incontrato durante la mia vita, nelle amicizie e sul lavoro. Una ricerca che ritrovo anche in te. Quella della compiutezza, della letizia. Cerco la felicità nel quotidiano. E, paradossalmente, è qui che lo sto imparando. E quello che imparo qui mi serve per amare di più il luogo da cui provengo. Non è una questione di credere, ma di cercare ogni giorno quel “Bene comune” di cui parli. Che parte dal mio bene. Il mio desiderio più grande è quello di essere felice in ogni istante (chi non lo vorrebbe?). E forse la fatica che si vive qui rende più intensa ed evidente le bellezza dell’attimo, degli incontri, l’importanza di un messaggio degli amici dall’Italia. Ogni tanto ci sono cose, situazioni, che mi fanno sobbalzare il cuore. E allora penso che è proprio in quel tuffo al cuore che trovo il Bene. E basta solo stare a guardare, perché accade ogni giorno, anche qui.

Il tuo “Diario dal Sud Sudan” su Sussidiario [leggi] prosegue con cadenza quasi settimanale, da febbraio. Ci parli della bellezza che non c’è (o che c’è?)?
La bellezza che non c’è la trovo nei bambini sporchi e che se ne vanno in giro a piedi scalzi nel fango, o che si lavano i denti nel canale di scolo dietro il nostro ufficio. Nel fatto che gli adulti intorno a loro non se ne accorgono. La bellezza che non c’è l’ho vista nello sguardo perso e nelle botte prese da uno dei nostri autisti finito in carcere, l’ho vista nella lotta finita con la morte a forza di botte di Sebit, un altro nostro autista. Con la storia di Sebit ho iniziato a scrivere. E ricordo quel periodo (gennaio) come veramente intenso e in qualche modo “bello” nonostante il dramma di ciò che succedeva – è stato quando siamo rientrati in Sud Sudan dopo l’evacuazione di dicembre. La bellezza è in tutto ciò che mi sorprende. Una nuova collega con uno sguardo aperto alla realtà, i racconti di bellezza da chi non è mai riuscito a vederci nulla di bello qui, le risate con i colleghi. E il silenzio quando succede qualcosa di terribile. Silenzi pieni. La bellezza è nella sorpresa di trovare il bello, senza raccontarsela. La bellezza s’impone, è evidente, succede. Non sono io che la faccio, ma è lei che mi viene incontro. La bellezza delle lettere degli amici (poche, ma quando arrivano è una festa). E quella della condivisione.

Da “persona che s’informa sui fatti”, ma anche da amica, ti seguo e siamo anche in contatto sui social network. Ti vedo sempre attiva, nei limiti, immagino, dei tuoi impegni. Noto con piacere che, fra tutte le difficoltà, oltre a trovare il tempo di scrivere – e anche bene, lasciamelo dire – fotografi molto. Com’è nata questa tua passione per la fotografia e cosa preferisci far entrare nei tuoi scatti? Ossia cosa t’ispira veramente?

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La comunità di Lobira presso Il Primary health care center

Ci pensavo in questi giorni. La settimana scorsa ero sul terreno, tra le montagne di Isohe, per una visita ai nostri progetti sanitari. Ho fatto fotografie che a rivederle mi commuovono. Sembra quasi che non le abbia fatte io, per la reazione che mi provocano. Ci tengo a farle, a sistemarle quando torno a casa, a condividerle con i colleghi qui e con gli amici. Ci penso ogni volta, se valga la pena o no renderle “pubbliche” attraverso i social network. Poi penso che sì. Perché tenere per me il mondo che vedo? Dunque, fotografare mi piace per rivedere meglio quello che forse a volte preferisco vedere di sfuggita. Alcune cose preferisci non guardarle. Almeno, non direttamente. La fotografia da una parte si “mette in mezzo” tra me e il disastro, lo sporco, la tristezza, la povertà, ma anche tra me e la bellezza e l’umano. Si mette in mezzo e allo stesso tempo è ciò che mi fa guardare meglio le cose, le persone e i posti che amo, qui. Quello che m’ispira veramente, che ho voglia di fotografare, sono i dettagli e le persone. I volti, ma allo stesso tempo le “composizioni” che riesco a vedere “come in fotografia” quando vado in giro. Mi piace fotografare da dietro persone che parlano, godendo della bellezza di quello scambio. Mi piacciono i volti rugosi dei vecchi sud sudanesi, che pur avendo 50 o 60 anni ne dimostrano un centinaio. Mi piace perché le loro fotografie sono quasi dei dipinti. Mi piace sempre tanto fotografare i bambini, perché ti corrono incontro. E appena mostri la foto che hai fatto, ne arrivano altrettanti a farsi fotografare. La fotografia mi avvicina a chi mi sta attorno e, allo stesso tempo, mi permette di guardare le cose dalla giusta distanza. Quella che mi commuove. La fotografia mi è sempre piaciuta, perché posso fermare la bellezza dell’istante, che rincorro fotografando.

Se ti dovessi, infine, definire con tre parole e tre aggettivi, quali useresti?

Lacrime, inquietudine, corsa; sensibile, insicura, sorridente.

Progetti, dopo il Sud Sudan?
Non si placa il mio desiderio di imparare e conoscere. Non ho idea di come questo si realizzerà, ma i criteri saranno quelli di tenere seriamente in considerazione tutto quello che so fare e che ho imparato nel lavoro (non solo qui, ma anche quando lavoravamo insieme), di considerare seriamente e con cura le mie debolezze e le mie paure, di continuare a seguire ciò che mi fa dire ogni giorno di stare spendendo la vita per la mia felicità (che di conseguenza diventa anche quella degli altri). Non voglio fermarmi. Sulle Dolomiti ho imparato il bello del cammino. Vorrei continuare a camminare.

E noi vorremmo camminare con te, ti seguiremo…

Foto per cortese concessione di Anna Sambo