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Giorno: 6 Ottobre 2014

Oltre la Linea Gotica: la loro arroganza, il nostro impegno

da: Settore Informazione – Coordinamento Provinciale di Ferrara di Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie

Voci di giornalisti come Roberto Saviano e Giovanni Tizian o di studiosi come Enzo Ciconte e Federico Varese lo denunciano ormai da tempo: la criminalità organizzata ha oltrepassato la Linea Gotica e non è più solo un’infiltrazione silenziosa e serpeggiante. 9 attentati, 221 danneggiamenti seguiti da incendio, 301 incendi e 1.149 rapine: questi nel 2011 i cosiddetti “reati spia”, cioè commessi con metodi chiaramente mafiosi. (Fonte Mosaico di Mafie e Antimafia-Dossier 2012 curato dalla Fondazione Libera Informazione/Osservatorio Nazionale sull’informazione per la legalità e contro le mafie).
Mercoledì 8 ottobre dalle 19.30 alla Sala Boldini, nell’ambito della Festa della Legalità e della Responsabilità 2014, il Coordinamento Provinciale di Ferrara di Libera con la collaborazione del Presidio Studentesco Giuseppe Francese, della Pro Loco di Voghiera, di Arci e di Ferrara Città Solidale e Sicura, presentano il documentario Romagna nostra. Le mafie sbarcano in riviera, ideato dall’associazione Gruppo Antimafia Pio La Torre di Rimini e girato dal regista Francesco Ceccoli. Il documentario è un viaggio attraverso quattro storie nel volto meno conosciuto della riviera romagnola: in questo lembo di terra, da un lato bagnato dal Mare Adriatico, dall’altro confinante con la Repubblica di San Marino, nel corso del tempo le organizzazioni criminali hanno trovato spazio ed hanno esportato i propri affari criminali, spesso in un silenzio assordante. Un’inchiesta per far crollare lo stereotipo di una mafia ‘silenziosa’ che commette omicidi e violenze solo al Sud, mostrando con coraggio una realtà più volte negata da alcuni politici di quegli stessi territori che contano ormai numerose vittime di aggressioni e intimidazioni. I ragazzi del Gruppo Antimafia Pio La Torre saranno presenti in sala per rispondere alle domande pubblico al termine della proiezione.
Ma la serata sarà anche un’occasione per dimostrare che chiunque di noi può compiere un gesto concreto per essere al fianco di chi combatte ogni giorno le mafie. In apertura sarà infatti proiettato il cortometraggio Siamo tutti coinvolti!, che racconta il viaggio di un camioncino da Voghiera a Sessa Aurunca (Caserta), dove i volontari della Proloco di Voghiera e del Coordinamento Provinciale di Libera di Ferrara lo hanno consegnato alla Cooperativa Al di là dei Sogni, che lavora terreni confiscati alla criminalità organizzata. A presentarlo saranno proprio i volontari della Pro Loco di Voghiera che, insieme al Coordinamento Provinciale di Ferrara di Libera, stanno portando avanti il progetto Libera e Voghiera per ridare vita alla terra.
A precedere le proiezioni per chi lo desiderasse un aperitivo che ha il sapore della legalità con i prodotti di Libera Terra.

A cena con “Terremotati”

da: ufficio stampa “Terremotati – Il Film”

Il comitato Emilia Vite Scosse, con il supporto del Comune, della Pro Loco di Mirabello e del centro sociale “Mira-Bello”, ha organizzato per il 17 ottobre un appuntamento speciale: una cena benefica dedicata a “Terremotati”. L’intero ricavato della serata verrà infatti devoluto al film, i soldi saranno utilizzati per la post produzione. “Anche se le riprese sono terminate – afferma Laura Ansaloni, una delle ideatrici dell’evento – il percorso è ancora lungo. Ci saranno le fasi di montaggio, mixaggio, promozione… Questi ragazzi vanno aiutati! Noi abbiamo scelto di farlo con una cena perché ci sembra bello riunire intorno a un tavolo, in un momento conviviale, tutte le persone che credono in questo progetto”. Alla cena parteciperà anche parte del cast artistico e tecnico del film. I menù della serata saranno due, uno per gli adulti e uno per i bambini. La prenotazione è obbligatoria e va fatta entro e non oltre martedì 14. La cena si svolgerà a Mirabello (campo sportivo) dalle 19,30 alle 22. Per info e contatti: 339.7396518 – 347.5720017.

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Comune di Ferrara, tutti i comunicati del 6 ottobre

da: ufficio stampa Comune di Ferrara

La newsletter del 6 ottobre 2014

BIBLIOTECA ARIOSTEA – Presentazione martedì 7 ottobre alle 17
Il giovane Ludovico Ariosto raccontato da Giuseppe Ligabue
06-10-2014

Racconta le vicende del giovane Ludovico Ariosto il romanzo di Giuseppe Ligabue, dal titolo ‘Il Fecondo Jaco’, che martedì 7 ottobre alle 17 sarà presentato nella sala Agnelli della biblioteca Ariostea. L’incontro è aperto alla partecipazione di tutti gli interessati.

LA SCHEDA a cura degli organizzatori
Con il romanzo storico “Il Fecondo Jaco”, edito nel 540° anniversario della nascita del Poeta, lo studioso di preistoria, archeologia, medievalistica e storia locale Giuseppe Ligabue riscopre luoghi, personaggi, eventi del tempo che il giovane Ludovico Ariosto, capitano della rocca di Canossa, trascorse in terra reggiana.
Fu quella, per il poeta, un’età ricca del piacere della poesia e della lettura rallegrata da esperienze d’amore, un periodo da ricordare, in seguito, con nostalgia e rimpianto. La trama del racconto, che si muove tra fantasia e realtà, tra documenti d’archivio ed esigenze narrative, ha al centro i giorni passati dal poeta a Montejatico (il fecondo Jaco), dove vive l’amore per la bella cugina Ippolita Teresa Malaguzzi, dagli occhi seducenti. Il testo è corredato da inediti documenti, ricche note d’archivio e belle immagini che arricchiscono l’atmosfera creata dalla narrazione.

INAUGURAZIONE – Martedì 7 ottobre alle 18.30, ritrovo al Centro sociale ‘La Scuola’ in via Bologna 1054
Inaugurazione a Montalbano di via Lampone al termine dei lavori di urbanizzazione e di pavimentazione
06-10-2014

Per siglare ufficialmente la conclusione dei lavori per la realizzazione delle opere di urbanizzazione e di rifacimento della pavimentazione stradale, domani martedì 7 ottobre alle 18.30 si terrà l’inaugurazione di via Lampone a Montalbano (con punto di ritrovo al Centro sociale ‘La Scuola’, via Bologna 1054).

Per il taglio del nastro saranno presenti, accanto ai residenti, il sindaco Tiziano Tagliani e gli assessori comunali ai Lavori pubblici Aldo Modonesi e al Decentramento Simone Merli.

LA SCHEDA – E’ stata l’Amministrazione comunale nei mesi scorsi ad occuparsi di ultimare le opere di urbanizzazione di via Lampone, lasciate incompiute dalla ditta esecutrice. Gli interventi, del costo complessivo di 87.400 euro, sono stati finanziati tramite escussione della polizza fideiussoria sottoscritta dalla ditta inadempiente. I lavori hanno comportato tra l’altro il rifacimento di pavimentazioni stradali nella prima parte della via, per una lunghezza complessiva di circa 300 metri.

Giornalisti, fotografi e operatori video sono invitati.

ATTIVITA’ PRODUTTIVE/COMMERCIALI – Emilia-Romagna, Lombardia, Toscana e Veneto pronte ad investire a Ferrara
Forte l’interesse per il Bando per lo sviluppo delle imprese promosso da Comune e Camera di Commercio
06-10-2014

(A cura Ufficio stampa Camera di Commercio di Ferrara)

Anche in periodi di recessione Ferrara attira l’interesse di nuove imprese: Emilia-Romagna, Lombardia, Toscana e Veneto i territori che più di altri, in queste ore, contattano gli uffici della Camera di commercio per avere informazioni sul Bando per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa, promosso unitariamente dall’Ente di Largo Castello e dal Comune di Ferrara con l’obiettivo di favorire l’ingresso nella Città capoluogo di nuove attività produttive e commerciali. Il bando, lo ricordiamo, aprirà i battenti il 18 novembre prossimo.

Attesi complessivamente non meno di 800.000 euro di investimenti, con una ricaduta non solo in termini produttivi e di sviluppo dell’indotto, ma anche sul sistema locale della Ricerca (con il coinvolgimento dell’Università) e sull’occupazione. Gli interventi ammissibili dovranno riguardare l’insediamento di nuove imprese, contestuale alla realizzazione di un investimento produttivo di beni o servizi, capace di generare la creazione di almeno due posti di lavoro, di cui almeno uno a tempo indeterminato e l’altro con contratto a tempo determinato della durata minima di 24 mesi.
Ma non c’è solo il bando nei programmi di Comune e Camera di commercio. Tre gli ambiti di azione individuati: l’individuazione di opportunità territoriali per gli investimenti, l’attrazione degli investimenti veri e propri e l’attivazione di facilitazioni per l’insediamento di imprese. Si opererà, in particolare, in Paesi target per orientare le scelte di investimento nei settori ritenuti strategici. Tra le attività previste, la promozione all’estero delle opportunità di insediamento, la ricerca di investitori potenzialmente interessati, lo sviluppo del posizionamento internazionale del Comune di Ferrara nell’ambito delle azioni di promozione del sistema nazionale, anche attraverso l’organizzazione di eventi mirati.
Relativamente, infine, alle azioni da mettere in campo per facilitare l’insediamento di imprese provenienti dall’esterno, Comune e Camera di commercio, in collaborazione con Sipro e le associazioni territoriali di categoria, assisteranno l’investitore nelle diverse fasi di realizzazione del progetto, a completamento del pacchetto di servizi offerto dalla misura contributiva: sono previsti servizi nella fase di accompagnamento alla localizzazione, la razionalizzazione delle procedure di insediamento e la semplificazione degli aspetti procedurali e burocratici.

Per maggiori informazioni: ufficio Marketing del territorio della Camera di Commercio (tel. 0532/783820; e-mail: promozione@fe.camcom.it), che invita le imprese anche a consultare con attenzione il sito www.fe.camcom.it.

Riferimento per i Media: Camera di Commercio di Ferrara
Ufficio Stampa E-mail: stampa@fe.camcom.it Tel: 0532 783913 – 921

FESTA DELLA LEGALITA’ – Martedì 7 ottobre evento rivolto agli studenti delle scuole superiori
‘Non era un gioco’: in scena la simulazione di un processo penale minorile
06-10-2014

Porterà in scena anche tre magistrati del Tribunale per i Minorenni di Bologna la simulazione di un processo penale minorile, dal titolo ‘Non era un gioco’ che si terrà nella mattinata di domani, martedì 7 ottobre dalle 9, nell’ambito della ‘Festa della Legalità e della Responsabilità’ a Ferrara.
L’evento è rivolto agli studenti delle scuole superiori del territorio che assisteranno allo svolgimento di un processo del tutto verosimile a un loro coetaneo. La vicenda è quella di un ragazzo di 15 anni, fermato in discoteca dalle Forze dell’Ordine poiché in possesso di sostanze stupefacenti, una parte delle quali ha provocato un grave malore alla sua ragazza.
L’iniziativa, organizzata in collaborazione con l’Ufficio Diritti dei Minori del Comune di Ferrara, vedrà l’attiva partecipazione del Tribunale per i Minorenni di Bologna, nonché di rappresentanti di diversi soggetti del territorio (Ser.T. AUSL, Servizio Sociale ASP, Ufficio Minori della Questura di Ferrara, Camera Minorile di Ferrara, Città del Ragazzo, Libera Coordinamento di Ferrara) che per un giorno diventeranno attori, interpretando i diversi ruoli previsti dal copione.
Il ritrovo per gli studenti, divisi per scuole, è alle 9 nella Residenza Municipale (Sala Arazzi e Sala del Consiglio Comunale) e alla sala Boldini, per una prima fase di lavoro informativa e di scambio sulla giustizia minorile, condotta dai magistrati del Tribunale per i Minorenni di Bologna e da operatori del territorio.
Alle 11 ci si sposterà alla Sala Estense e dopo i saluti dell’assessore comunale alla Sanità, Servizi alla Persona e Politiche Famigliari, Chiara Sapigni, si svolgerà la simulazione del processo, con la partecipazione, fra gli altri dei tre magistrati del Tribunale per i Minorenni di Bologna Giuseppe Spadaro (presidente, nei panni dell’imputato), Flavio Lazzarini (sostituto procuratore, nei panni dell’inquirente) e Mirko Stifano (magistrato, presiederà il collegio dibattimentale). La chiusura dell’incontro sarà affidata a Giuseppe Spadaro.
Le scuole superiori del territorio hanno aderito numerose sin dall’inizio e l’iniziativa vedrà la partecipazione di circa trecento studenti provenienti dai licei Carducci, Ariosto e Roiti, dall’Ipssar Vergani e dall’Itas Navarra, dall’Iti Copernico-Carpeggiani, dall’Itc Bachelet, dall’Iis Aleotti-Dosso e dalla Città del Ragazzo. Media partner dell’evento sarà ‘Einaudi TG’, con i ragazzi dell’Istituto Einaudi impegnati nelle riprese e nelle interviste.
Ideata con l’intento di diffondere i valori della cittadinanza attiva e responsabile la ‘Festa della Legalità e della Responsabilità’ è organizzata da Centro di Mediazione – Progetto Ferrara Città Solidale e Sicura del Comune di Ferrara, Libera Coordinamento di Ferrara e Ufficio Diritti dei Minori del Comune di Ferrara, con la collaborazione organizzativa di Arci Ferrara, il sostegno della Regione Emilia Romagna, e i contributi di Avviso Pubblico, Teatro Nucleo, Coordinamento Teatro Carcere Emilia Romagna, Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Ferrara, Tribunale per i Minorenni di Bologna e Camera Minorile di Ferrara, Centro Donna Giustizia, Cinema Boldini, Arci Bolognesi e Presidio Studentesco “Giuseppe Francese”.
Il sito della manifestazione, per rimanere aggiornati sulla programmazione e scaricare i materiali della festa, è http://provalegalita.wordpress.com.

CONFERENZA STAMPA – Mercoledì 8 ottobre alle 11.30, sala Arengo della residenza municipale
Presentazione del “Campionato italiano discesa paracanoa”
06-10-2014

Mercoledì 8 ottobre alle 11.30 nella sala dell’Arengo della residenza municipale si terrà la conferenza stampa di presentazione del “Campionato italiano discesa paracanoa” – per le categorie giovani, junior e senior maschili/femminili e individuale/a squadre – in programma sul Po di Volano domenica 12 ottobre a cura del Canoa Club Ferrara. Nella stessa giornata si disputerà anche il ‘Campionato Regionale discesa canoa’ categoria master.

All’incontro con i giornalisti interverranno l’assessore comunale allo Sport Simone Merli, il presidente del Canoa Club Ferrara Mauro Borghi, la responsabile tecnica Paracanoa Ferrara Giorgia Minzoni, il delegato provinciale CIP Giuseppe Alberti e il socio fondatore Fausto Bertoncelli.

CONCITTADINA ULTRACENTENARIA – La consegna mercoledì 8 ottobre da parte dell’assessore Merli
Una lettera di auguri del sindaco per la centoquattrenne Olga Tamisari
06-10-2014

L’assessore comunale Simone Merli prenderà parte mercoledì 8 ottobre alle 15 ai festeggiamenti che la Residenza Paradiso (via Saraceno 95, Ferrara) ha organizzato per la propria ospite Olga Tamisari, giunta lo scorso 25 settembre al traguardo dei 104 anni d’età. Nell’occasione l’assessore Merli consegnerà alla concittadina una lettera di auguri del sindaco.

LAVORI PUBBLICI – Dal 7 ottobre modifiche alla viabilità con percorsi alternativi
Sovrappasso stradale di via Bonzagni e via Trenti: in partenza i lavori di sostituzione dei giunti
06-10-2014

Inizieranno martedì 7 ottobre i lavori di sostituzione dei giunti di dilatazione dei tratti stradali sopraelevati delle vie Bonzagni e Trenti.
La prima fase dell’intervento, della durata di una settimana, riguarderà la via Bonzagni dove sarà istituito il senso unico di marcia con direzione da via Ferraresi a via Maverna. Mentre nella seconda fase, prevista a partire dal 15 ottobre, sarà ripristinato il doppio senso di circolazione sulla via Bonzagni e sarà istituito il senso unico di marcia nella via Trenti con direzione da via Maverna verso via Arginone. Salvo imprevisti, o impedimenti dovuti a condizioni meteo avverse, i lavori saranno ultimati entro il 18 ottobre.
Durante l’intero periodo di esecuzione dell’intervento la viabilità nell’area subirà una serie di modifiche. Il transito veicolare proveniente da via Arginone sarà infatti interamente deviato su via Maverna; i veicoli diretti verso la via Bologna, per entrare in città dovranno utilizzare il percorso alternativo costituito da via Maverna – via del Lavoro – via Modena – viale Po – viale della Costituzione – via San Giacomo – via Argine Ducale. Su tutto il percorso sarà revocato il divieto di transito ai mezzi pesanti della portata superiore alle 11.5 tonnellate, così come in via Modena nel tratto compreso tra via Schiavoni e viale Po. Si ricorda, a tal proposito che l’altezza del sottopasso ferroviario di viale Po è di 4 metri.
Per garantire il transito veicolare proveniente dalla periferia, sarà inoltre istituito il senso unico di marcia, in direzione della città, in via Arginone nel tratto compreso tra via Trenti e via Drigo; questo per consentire il transito in condizioni di sicurezza dei veicoli, visto il passaggio anche di mezzi pesanti diretti verso la via Bonzagni. A tale proposito, in via Arginone, nel tratto tra via Trenti e via Bonzagni, sarà revocato il divieto di transito dei mezzi pesanti superiori alle 3,5 tonnellate.

In allegato le planimetrie con i possibili percorsi alternativi

CONFERENZA STAMPA – Martedì 7 ottobre alle 12 nella sala Arengo della residenza municipale
Alloggi ERP: riapertura termini per la domanda di assegnazione
06-10-2014

Martedì 7 ottobre alle 12 nella sala Arengo della residenza municipale, si terrà una conferenza stampa relativa alla riapertura dei termini per riconfermare la domanda di assegnazione degli alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica.

All’incontro con i giornalisti interverranno l’assessore comunale Chiara Sapigni e la responsabile dell’Ufficio Patrimonio del Comune Alessandra Genesini che faranno il punto della situazione in merito all’applicazione del nuovo regolamento e alla procedura di assegnazione degli alloggi ERP.

Internazionale cambia faccia sul web e sceglie le notizie divergenti

C’erano tutti ieri mattina alla Sala Estense di Ferrara, il direttore Giovanni De Mauro, la redazione al completo, amministratori e soci della rivista, per presentare ai loro lettori e al pubblico del festival la loro ultima novità editoriale: il nuovo sito di Internazionale sarà on-line tra qualche giorno ed è stato il frutto di un lungo lavoro che coinvolge un team di una decina di persone. Per la realizzazione del nuovo formato web, si sono rivolti al mitico Mark Porter, grafico britannico che nel 2009 aveva già curato magistralmente il restyling del settimanale, e che è intervenuto in videoconferenza da Londra. “Con questo nuovo sito abbiamo fatto una doppia scommessa, – dice De Mauro – vogliamo entrare nel mondo delle news, senza fare concorrenza all’Ansa o a Repubblica, ma facendo qualcosa di radicalmente diverso dagli altri: le notizie che saranno presenti dovranno essere talmente diverse e divergenti che, comparandole con quelle degli altri quotidiani, il lettore dovrà chiedersi dove sta l’inganno. L’altra sfida è cercare di rompere la barriera di specie tra quotidiani e riviste.”

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La redazione, gli amministratori e soci della rivista presenti all’incontro

Giovanni De Mauro e Martina Recchiuti, girano in piedi sul palco del teatro divertiti e disinvolti, passando da una slide all’altra nel ripercorrere le tappe della storia dei loro siti: dal primo tentativo che risale al 1997 (Internazionale fu uno dei primi giornali on-line insieme all’Unione sarda) in cui comparivano solo alcuni contenuti di testo, al format del 2001 in cui cominciano a comparire alcune foto, poi piccoli aggiustamenti fino ad arrivare al 2009, anno in cui chiedono a Information Architects di ridisegnare il sito. Ma Giovanni De Mauro è sincero, e ci racconta che, qualche anno fa, chiedendo ad un amico e collega esperto di web, cosa ne pensasse del sito, questo rispose: “Questo sembra il sito di un giornale in cui si capisce che la redazione sta facendo altro.” E’ stato da lì che hanno cominciato a prendere seriamente a mano il sito, ma con il privilegio di poter lavorare con calma, perché il settimanale andava benissimo, una curva sempre in crescita, e anche i lettori on-line erano tanti, anche se con i suoi 663.270 ‘mi piace’ la pagina Facebook batteva e batte ancora il sito. Tra le motivazioni che portano alla scelta di fare un sito all’avanguardia, c’è infatti la necessità di rendersi meno dipendenti da Google: “Con Google non possiamo competere, circa il 60 – 65 % dei lettori on-line proviene da Fb, e questo significa che siamo molto dipendenti da questo flusso di traffico. Questo non ci dispiace, ma vogliamo aumentare e diversificare i flussi di traffico, perché nel momento in cui Fb dovesse decidere di limitare i suoi flussi, saremmo nei pasticci”. E finalmente, ecco la nuova testata… e gli applausi dei fan risuonano nel teatro:

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Il nuovo sito in anteprima

• scompare la curva (sul web non funziona, si è scelto di sostituirle anche nel cartaceo) • la font è Lion (si legge come si scrive, non come leone), la stessa del cartaceo • il titolo è in stencil (maschera normografica) • in alto una serie di 3 foto • la colonna di sinistra è uno stream di notizie, un rullo di materiali informativi aggiornati (notizie, portfoli, tweet, opinioni) che scorre semplicemente in ordine cronologico • la colonna di destra è di approfondimento, la redazione riprende il controllo sulle notizie, raccogliendo le notizie che ritiene più significative in senso giornalistico e le collega a tutto ciò che ruota loro attorno, materiale pubblicato negli ultimi minuti, giorni, tempi, cercando di ripercorrere la storia della notizia.

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Pagina dei temi

• alcuni temi che dichiarano la “faziosità” della redazione • le foto sono grandi, ad alta risoluzione (come nel cartaceo), senza skin o banner pubblicitari che le coprono (alle pubblicità è dedicato uno spazio diverso) • ci sarà una sezione video (brevi video di grandi testate straniere), l’idea è quella di autoprodurne di propri su temi italiani, col tempo anche una sezione reportage • scompaiono gli spazi per i commenti • scompaiono i contatori dei ‘mi piace’ di Twitter e Fb (condizinano il lettore) • solo due tag in fondo ad ogni articolo (altre saranno invisibili).

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Mark Porter

E come ciliegina sulla torta, compare sullo schermo Mark Porter, capello brizzolato e occhialino nero, easy ma puntuale e incisivo come sempre: “Non ho voluto fare un sito qualunque. Stiamo parlando di un contesto giornalistico, quindi ho voluto fare un ‘sito tipografico on-line’, dove l’imperativo è la leggibilità. Un sito che avesse un’armonia tipografica con la rivista, ma con elementi fruibili sul web. E’ anni che pensiamo a come trasporre il cartaceo sul web, ora ci siamo riusciti ma, devo essere sincero, non tutto il merito nostro, è grazie alle nuove possibilità del web: poter utilizzare lo stesso carattere, poter tenere presente almeno i tre formati mobile, tablet, desktop, fino a due anni fa non ci saremmo riusciti.”

La Ricerca apre le porte alla città: a Unife torna Porte Aperte al Polo Scientifico Tecnologico dall’8 al 12 Ottobre

da: ufficio Comunicazione ed Eventi Unife

Dopo il grande successo di pubblico delle scorse edizioni, anche quest’anno, da mercoledi’ 8 a domenica 12 ottobre, il Polo Scientifico Tecnologico dell’Università di Ferrara, (via Saragat, 1), apre le porte dei suoi laboratori di ricerca a tutta la città. Un’occasione unica per vedere da vicino alcune tra le più moderne attrezzature usate per la ricerca scienti­fica di Unife.

Sono già iniziati i preparativi presso l’ex-zuccherifico di Via Saragat, dove i Dipartimenti di Fisica e Scienze della Terra, Matematica e Informatica e Ingegneria, in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, stanno organizzando le visite guidate all’interno del Polo, ideate per grandi e piccini.

Per i bambini fino ai 10 anni di età è previsto il Percorso Junior, con laboratori a misura di bambino, visita al Planetario e alla Mostra Il Gioco e la Scienza (con la collaborazione di La Terra dell’Orso e natura, Gruppo Astrofili Columbia e Cooperativa Camelot).

Per i più grandi invece sarà possibile accedere ai Laboratori veri e propri e vedere da vicino le moderne attrezzature utilizzate per la ricerca scientifica della nostra Università.

Tra le principali novità di questa edizioneil a ‘Pendolo di Focaoult’, le osservazioni con telescopi solari e i droni per il telerilevamento.

L’iniziativa è sostenuta da MOBYT, Edi-elettronica, Zenith Ingegneria, ed è gratuita.

Per ulteriori informazioni e prenotazioni, contattare la segreteria dell’organizzazione:

tel. 0532 974633 – http://www.unife.it/porteaperte/pst – porteaperte.pst@unife.it.

L’Anguilla alla maniera araba: ad interpretare la ‘regina delle valli’ lo chef Hamza El Heleali

da: organizzatori

Un pizzico d’internazionalità alla Sagra dell’Anguilla 2014: per la serata di martedì 7 ottobre – nella suggestiva cornice della Sala Fuochi della Manifatture dei Marinati con inizio alle ore 20 – il cartellone della grande kermesse di Comacchio propone, in collaborazione con Bia e Cooperativa Giulio Bellini, una serata speciale con interpretazione gastronomica assolutamente inusuale per la ‘regina delle valli’. A cucinare sarà infatti lo chef marocchino Hamza El Heleali che proporrà un menu della tradizione d’oltre Mediterraneo che prevede: Jardin du Maroc (fantasia di verdure abbinate a spezie varie); Harira au Poisson: (zuppa marocchina con anguilla e gamberi; CousCous au Poisson (couscous tradizionale cotto a vapore con sugo di anguilla e mzzancolle e verdure); Dolce al CousCous istantaneo con the alla menta e datteri freschi. Al menu saranno affiancati – sulla base della scelta dei commensali – bevande tipiche del Maghreb oppure i ‘doc delle sabbie’ di Tenuta Garusola, presentati da Valentina Mattioli, sommelier della delegazione Ais di Ferrara.
Costo: euro 25 a persona – info e prenotazioni: tel 345 6065432

La regione Emilia-Romagna agli Open Days di Bruxelles con un progetto per lo sviluppo di Cluster su scala locale e trasnazionale

da: Regione Emilia-Romagna, Servizio Politiche di Sviluppo Economico, Ricerca Industriale e Innovazione Tecnologica

La Regione Emilia-Romagna parteciperà il 7 e 8 ottobre agli European Open Days di Bruxelles con il progetto ClusterPoliSEE – Smarter Cluster Policies for South-East Europe, del quale è partner insieme alla Regione Marche, Regione Veneto e ad altri 22 partner dell’area Sud Est Europa.

Insieme all’omologo progetto “Clustrat, New Cluster Concepts for Central Europe”, Cluster PoliSEE guiderà il dibattito tematico “Aumentare l’innovazione attraverso strategie inter-distretto e politiche di Smart Specialisation”. Obiettivo del dibattito è alimentare la discussione sulle future politiche europee di coesione, consentendo lo scambio di idee tra i responsabili politici di livello regionale, nazionale ed europeo ed esperti.

Attraverso il coinvolgimento di 25 partner provenienti da 12 Paesi, il progetto ClusterPoliSEE ha voluto individuare strategie di specializzazione intelligente per lo sviluppo su scala regionale e interregionale di cluster (distretti) ad alto livello di specializzazione e innovazione, che possano accelerare la differenziazione e il cambiamento strutturale verso un’economia basata sulla conoscenza in cui trovino posto tutte le Regioni dell’area Sud Est Europa. Il primo obiettivo del progetto è migliorare la capacità dei responsabili politici regionali di affrontare, prevenire e anticipare il cambiamento, attraverso l’individuazione di linee guida strategiche e la creazione di un sistema di networking che stimoli la cooperazione transnazionale tra regioni.

Durante il dibattito che si terrà mercoledì 8 ottobre al Committee of the Regions saranno illustrati i risultati ottenuti dai progetti Cluster PoliSEE e Clustrat grazie allo sviluppo di nuovi sistemi per l’apprendimento collaborativo delle politiche. Alla luce di questi risultati si discuterà di come strategie regionali intelligenti possono contribuire alla crescita dell’intera area, con particolare riferimento all’impatto delle Industrie Emergenti e delle Tecnologie abilitanti fondamentali.

La Regione Emilia-Romagna ha guidato il primo dei 6 gruppi di lavoro del progetto Cluster PoliSEE, dedicato a Innovazione, Ricerca e Sviluppo (“Innovation, R&D driven Cluster Development). Si è quindi occupata di analizzare, elaborare e sviluppare, a partire da casi di cluster esistenti, politiche e iniziative regional-based, nell’area specifica relativa a R&S e Innovazione. In particolare ha svolto un’analisi approfondita sul distretto biomedicale di Mirandola, uno dei principali casi di successo a livello regionale, sviluppando due focus su:

a) il Parco Scientifico e Tecnologico Materiali Innovativi e Ricerca Applicata del Mirandolese, un programma di ricerca presentato dalla Fondazione DEMOCENTER-SIPE insieme all’Università di Modena e Reggio Emilia

b) il Distretto Biomedicale e Protesica, coordinato dalla stessa Fondazione DEMOCENTER-SIPE

Obiettivo dell’analisi è stato comprendere le esigenze delle imprese appartenenti a questi cluster per poter programmare e realizzare progetti e azioni mirate – anche dal punto di vista dei futuri finanziamenti – al rafforzamento strutturale e al miglioramento della competitività del cluster.

Gli OPEN DAYS – European Week of Regions and Cities –, sono nati per permettere alle realtà locali, città e regioni, di mostrare la loro capacità di creare sviluppo e lavoro e di mettere in pratica le politiche europee di coesione, dando prova dell’importanza che il livello locale e regionale riveste per la buona governance dell’Europa.

L’evento è diventato una piattaforma di cooperazione europea per gli esperti dello sviluppo di politiche su scala locale e regionale, con 6000 partecipanti ogni anno e più di 100 workshop e dibattiti, e opportunità di networking (vedi www.opendays.europa.eu). Gli OPEN DAYS sono l’evento chiave dell’EU Regional Policy, che vede nelle regioni le unità spaziali primarie di trasferimento della conoscenza, di costruzione di sistemi innovativi e competitività in grado di attirare investimenti e talenti.

Al Prof. Mirko Pinotti un prestigioso finanziamento per un progetto di ricerca sull’Emofilia

da: ufficio Comunicazione ed Eventi Unife

Mirko Pinotti, Professore Associato del Dipartimento di Scienze della Vita e Biotecnologie dell’Università di Ferrara, è risultato vincitore del finanziamento “Advancing Science through Pfizer – Investigator Research Exchange (ASPIRE) 2014”, assegnato dall’Azienda farmaceutica internazionale Pfizer assegna per progetti di ricerca sull’emofilia. ADVANCING SCIENCE THROUGHTOR RESEARCH EXCHANGE (ASPIRE) 2

Questo importante riconoscimento è stato consegnato al prof. Pinotti il 26 settembre scorso a Barcellona in occasione del “5th Haemophilia Global Summit”.

A questo bando competitivo, che prevede una valutazione da parte di una commissione internazionale di esperti nel settore, partecipano ricercatori di tutta l’Europa, ed il prof. Pinotti è stato l’unico ricercatore italiano ad essere selezionato quest’anno.

“Il progetto proposto – spiega Mirko Pinotti – riguarda lo studio dell’Emofilia B, una malattia emorragica che colpisce con una frequenza di 1:30.000 maschi, e che nelle forme più severe può portare a condizioni invalidanti talora mortali. La malattia è causata da mutazioni nel gene del fattore IX della coagulazione del sangue. La terapia corrente è basata sull’iniezione di fattore IX ed una delle complicazioni più gravi è lo sviluppo di anticorpi inibitori contro il fattore infuso.

Questo studio, che prevede la collaborazione con numerosi centri della coagulazione nazionali ed internazionali, si propone di chiarire la relazione tra la mutazione genica e la suscettibilità allo sviluppo di anticorpi anti-FIX, con una particolare attenzione alle mutazioni “nonsenso”. Utilizzando modelli cellulari si propone inoltre di esplorare un approccio terapeutico per pazienti con questo tipo di difetti genici basato sull’uso di composti che influenzano la “sintesi proteica”, al fine di disegnare una terapia personalizzata.

I risultati potrebbero avere ricadute diagnostiche ed aiutare la terapia dei numerosi pazienti colpiti da queste mutazioni.”

La Slovacchia incontra Ferrara. Due giorni di arte, musica, storia e turismo

da: Allegra Associazione

10-11 ottobre a Palazzo della Racchetta, Ferrara

La Slovacchia, questa sconosciuta…
Nonostante la vicinanza geografica (8 ore di auto da Ferrara), la Repubblica Slovacca è tra i Paesi meno conosciuti del continente europeo. Un Paese che accosta montagne tra le più impervie d’Europa, dove si può fare ogni genere di attività sportiva – dallo sci alpino e di fondo al cicloturismo, dalle arrampicate al trekking, dal parapendio a… tutto quel che si vuole – al più grande fiume del continente, il Danubio, che è solo il maggiore di centinaia di corsi d’acqua e laghi che ne caratterizzano il territorio. Canoa, rafting e altre attività sono anche qui all’ordine del giorno, inclusa la vela. E dopo lo sport? Il relax, con acque termali, terapeutiche e non, buone per tutti gli usi e già note ai romani, disseminate un po’ in tutta la nazione.
Un paese dalla grande varietà culturale, potremmo dire “dei tanti campanili”, dove ogni villaggio, pur con lo sguardo rivolto al futuro grazie agli enormi cambiamenti alla struttura della società dovuti al ritorno della democrazia un quarto di secolo fa, mantiene ben saldi i legami con le sue radici contadine e tutte le tradizioni e i riti che ne caratterizzano il ritmo.

L’evento
Per avvicinare gli italiani – e i ferraresi in particolare – a questo patrimonio di cultura, è la Slovacchia che si reca a Ferrara, e per due giorni si mette in mostra, offrendo diverse occasioni per fare la conoscenza di alcune sue peculiarità. Venerdì 10 e sabato 11 ottobre, nelle affascinanti sale medievali del Palazzo della Racchetta, “La Slovacchia incontra Ferrara”. Organizzato a chiusura del „Ferrara Art Festival“, questo slovacco rappresenta una sorta di after-festival, che giunge dopo ben quattro intensi mesi di eventi. Per due giorni ci sarà modo di assistere a un campione culturale, musicale, artistico e turistico di quanto può offrire la Slovacchia, una selezione fatta appositamente per un pubblico sfizioso come quello ferrarese.

Il programma
Nella città estense portano le loro opere 35 artisti tra i più noti della scena contemporanea slovacca – scultori, pittori, fotografi, incisori –, la prima volta in Italia per molti di essi, che hanno comunque esposto in molti paesi del mondo, portando la creatività della loro scuola artistica in giro per il globo. Non mancheranno dei veri decani del mondo artistico slovacco, come il notissimo scultore Tibor Bártfay, classe 1922, maestro di diverse generazioni di plasticatori del suo Paese, ancora attivo e prolifico e vero iniziatore della scultura contemporanea slovacca. Ma non ci sono solo artisti ultranovantenni: oltre a una nutrita rappresentanza di artisti maturi che operano da diversi anni, ci sono anche giovani sotto i trent’anni, che hanno intrapreso un cammino moderno e in linea con i tempi che viviamo, pur rimanendo fedeli alle tecniche “classiche” dell’arte che ritengono più durature e di qualità, rifiutando le seduzioni dell’era moderna e digitale, in linea con i principi del gruppo Spectrum ART al quale appartengono.
A Palazzo della Racchetta sarà possibile assistere a due diversi concerti di un gruppo musicale che è una vera leggenda in Slovacchia, i Diabolské Husle – il Violino del Diavolo, un nome che la dice lunga su cosa ci si può aspettare. Il filo rosso della serata di apertura sarà lo stretto legame tra la musica popolare centroeuropea dell’8-900 e le opere di diversi compositori che vi si sono ispirati (Brahms o Dvořák tanto per fare due nomi), mentre il secondo concerto va ad esplorare il vasto e ammaliante mondo gitano, con le melodie fascinose e magnetiche di diverse regioni d’Europa e del mondo che non mancheranno di coinvolgere anche il pubblico più difficile.
Presso la Libreria IBS si terrà la presentazione di un volume che, nella cornice dell’anniversario della Grande Guerra, analizza l’ultimo anno di guerra e il ruolo che l’Italia si ritagliò nel sostenere le richieste di indipendenza delle nazioni slave dell’Impero Asburgico. Il “Patto di Roma” della primavera del 1918 fu un passo strategico che avrebbe portato il governo italiano di Orlando a concedere alle nazionalità ceca e slovacca un riconoscimento ufficiale grazie alla creazione di una Legione Ceco-slovacca che combatté con gli italiani sul Piave. Pochi mesi dopo nacque la Repubblica Ceco-slovacca. Uno dei maggiori artefici di questi avvenimenti è la figura poliedrica e sorprendente dello slovacco Milan Rastislav Štefánik, astronomo, diplomatico, politico per passione e pure generale dell’armata francese, che visse brevemente ma realizzò grandi opere nel giro di pochi anni. Morì in un incidente aereo a Bratislava mentre veniva riaccompagnato in patria da tre militari italiani a guerra conclusa.
Accanto a questo, nel corso dei due giorni saranno disponibili materiali turistici sulla capitale Bratislava e sulla sua regione. La città è forse l’unica in Europa ad avere avuto nel corso della storia ben cinque nomi, che testimoniano bene il succedersi di genti di diversa nazionalità: Istropolis in latino, Pressburg in tedesco, Pozsony in ungherese, Prešporok in slovacco, e infine Bratislava quando divenne parte della Ceco-Slovacchia nel 1918. La regione che la circonda, confinante con la campagna viennese, unisce alla piana alluvionale e alle aree umide del Danubio, il maggior fiume d’Europa, i dolci pendii dei Piccoli Carpazi, le colline che, a partire dal centro storico di Bratislava, si estendono e innalzano poco a poco raggiungendo nel nord-est del Paese i maggiori picchi europei dopo le Alpi. Sui Piccoli Carpazi si pratica da millenni la viticoltura, con cantine e vini che oggi hanno raggiunto risultati notevoli in diverse importanti manifestazioni vinicole mondiali. I paesaggi della regione si uniscono e culminano nella piccola città storica, che fu capitale del Regno d’Ungheria per oltre 250 anni mentre Budapest era stata presa dai Turchi. Nella Cattedrale di San Marino a Bratislava furono incoronati 18 re e regine austro-ungheresi. Tra essi anche Maria Teresa nel 1741.

Anniversari 2014
La manifestazione di Ferrara intende anche celebrare alcuni anniversari chiave per la Slovacchia odierna: i 10 anni dall’accoglimento nella grande famiglia dell’Unione Europea, avvenuto nel 2004; i 25 anni dalla Rivoluzione di velluto, l’evento che nel 1989 portò alla caduta di tutti i muri in Europa; i 5 anni dall’adozione in Slovacchia dell’Euro, primo Paese ex satellite dell’Urss a fare un tale passo.

Slovacchia, Mitteleuropa
Quantunque si parli tanto in questi ultimi tempi di Unione Europea, e della ricchezza delle diversità culturali in essa ricomprese, la conoscenza effettiva di queste culture è spesso qualcosa di distante dai cittadini che non siano per lo meno un po’ curiosi. Eventi come questo cercano di colmare alcune di queste lacune. E malgrado si senta spesso – lo si legge anche su testate giornalistiche prestigiose – la locuzione “paesi dell’Est”, va detto che la Slovacchia, come le vicine Ungheria, Repubblica Ceca e Polonia, sono in realtà Europa Centrale. Sono nazioni ricomprese in quell’ampia formula definita “Mitteleuropa”, allo stesso modo di Vienna (da cui Bratislava dista appena 60 chilometri). Mitteleuropa, che non è solo un’area geografica, peraltro nemmeno troppo determinabile con precisione se costretti a tracciarla con la penna su una mappa, ma soprattutto una regione del cuore, uno stato d’animo, una terra dell’anima, e della letteratura (caratterizzata in qualche modo dal Danubio, il fiume così come il celeberrimo libro omonimo di Claudio Magris). A maggior riprova del fatto che trattasi di Europa Centrale vi è il fatto che il centro geografico del continente europeo, quello che va dal Portogallo agli Urali, si trova nella Slovacchia centrale, vicino alla cittadina di Kremnica, dov’è ancora funzionante la più antica zecca d’Europa.

Chi si lascerà incantare non resterà deluso
Organizzatore dell’evento di Ferrara è l’associazione Allegra, che con le sue attività cerca di avvicinare gli italiani alla conoscenza della Slovacchia. Ed è sempre divertente, per i rappresentanti dell’associazione, vedere lo stupore nei volti di chi prende contatto con un Paese che non conosceva e del quale impara ad apprezzare le sue ricchezze. Questa estate Allegra ha portato alcuni giornalisti italiani in una regione di montagna in Slovacchia (ricordiamo che qui sono le montagne più importanti d’Europa dopo le Alpi). E ha riscontrato la piacevole sorpresa di questi professionisti della carta stampata, della tv e del web (gente di cultura, che ne ha viste tante), nel vedere case curate, città moderne, pulite e accoglienti, gente cordiale e strutture turistiche anche di ottimo livello.
Come ricorda la presidente dell’associazione, Zuzana Solieri Polcerová, «Quello che chiediamo agli italiani, viaggiatori o no, è di aprire il proprio cuore e lasciarsi incantare. Non resteranno delusi».

La Slovacchia
La Repubblica Slovacca è un Paese indipendente dal 1993, a seguito della scissione pacifica della ex Cecoslovacchia, e da quell’anno è tra i membri dell’Onu. È entrata nell’Unione Europea nel 2004, e nello stesso anno ha fatto il suo ingresso nella Nato. Da allora è membro di un vasto numero di organizzazioni internazionali.
Dal 1° gennaio 2009 la Slovacchia ha adottato l’Euro (che sostituì la Corona slovacca – SKK), e divenne il 16° paese membro della zona euro, primo dei paesi ex appartenenti al blocco orientale (se escludiamo la Slovenia, ma la Jugoslavia non era allineata a Mosca) a possedere i parametri economici, e la volontà politica, di aderire all’Eurozona.
Dati generali: Popolazione 5,5 mln; Superficie 49mila km2 (Piemonte e Lombardia assieme); la capitale Bratislava ha 431mila abitanti.
Governo: sinistra monocolore; Primo ministro Robert Fico (2012-2016); Presidente: da giugno, Andrej Kiska, milionario e benefattore, estraneo alla politica.
Economicamente, la Slovacchia ha realizzato molto in questi ultimi anni. Nel periodo pre-crisi ha avuto tassi di crescita del Pil persino a due cifre, meritandosi il titolo di “tigre dell’Est”. Dopo una recessione nel 2009, l’economia del Paese ha di nuovo ripreso a crescere, in maniera più moderata ma sempre risultando tra le più dinamiche della Zona Euro. Per quest’anno il Ministero delle Finanze stima un +2,4%, mentre nel frattempo, dopo alcuni anni di austerità, il deficit delle finanze pubbliche è stato riportato ben sotto il 3%.
Altre info sulla storia della Slovacchia: www.turismoslovacchia.it/?page_id=2285
Info generali su politica, economia, attualità: www.buongiornoslovacchia.sk.

La Slovacchia, come arrivarci
Chi vive nell’Italia del Nord-Est, per arrivare nella capitale Bratislava deve fare appena 6-7 ore di viaggio in auto, tutto su modernissime e comode autostrade (e pure più economiche di quelle italiane). Chi invece preferisse l’aereo, da Bergamo-Orio al Serio impiega meno di un’ora e mezzo; in treno invece, si possono prendere gli espressi da Bologna o Venezia partendo in tarda serata per essere a Vienna all’ora di colazione, e proseguire con un comodo intercity per Bratislava dove si arriva a metà mattinata.

ALLEGRA
Questo progetto rientra all’interno di un lungo cammino di promozione dei rapporti tra Italia e Slovacchia che l’associazione Allegra ha intrapreso nel 2006, grazie e con il sostegno di diverse istituzioni. Nel corso degli anni sono stati organizzati eventi in diverse città del Nord Italia, da Bologna a Ravenna, da Modena a Milano, da Firenze a Venezia. Tra i progetti realizzati vi sono manifestazioni culturali, incontri sociali, mostre itineranti ed eventi dal carattere istituzionale.
Specialmente questi ultimi hanno avuto un carattere particolare e alcuni sono fatti per restare. Tra essi due targhe commemorative dedicate, a Ravenna a Venezia, ai santi slavi Cirillo e Metodio, dialogatori tra l’Est e l’Ovest del continente europeo che un millennio fa, sul territorio dell’odierna Slovacchia, iniziarono un percorso di evangelizzazione delle genti slave; o una targa installata sul Piave per i 90 anni dalla fine della Prima Guerra mondiale, a memoria dei soldati slovacchi caduti in una delle fasi più cruente della Grande Guerra. Queste lastre hanno avuto, al di là del loro carattere artistico, un significato straordinario, considerando da un lato la devozione in Slovacchia per Cirillo e Metodio, non solo da parte dei fedeli per la loro santità, ma anche dall’intera comunità culturale per l’aver dato una forma scritta ad una lingua – la slava – che fino al IX secolo aveva soltanto un impiego orale. È di Cirillo, peraltro, la prima opera letteraria in lingua slava, il proemio in forma poetica che apre la sua traduzione del Vangelo; e dall’altro il fatto che molti slovacchi ancora oggi hanno una memoria delle battaglie sul Piave, dove un nonno o qualche parente ha combattuto in gioventù.
La grande varietà di attività ha portato Allegra a collaborare con diverse istituzioni, dall’Ambasciata all’Istituto di cultura slovacchi in Italia, da diversi ministeri slovacchi (Cultura, Esteri, Difesa) a istituzioni governative e non, fino all’Ufficio del Governo e al Parlamento nazionale slovacco.

L’OPINIONE
Ricette per la ripresa: ricerca e investimenti
o lo scalpo dei sindacati

di Diego Carrara

Ma è proprio vero che nel nostro Paese non si può fare sviluppo e far ripartire l’occupazione senza mettere mano allo statuto dei lavoratori e soprattutto all’articolo18?
Assistendo ad un dibattito, nell’ambito del festival di Internazionale, (cui doveva partecipare anche Maurizio Landini) abbiamo capito, o per essere più chiari, abbiamo avuto conferma che non è così, che si può fare politica industriale e relazioni sindacali in maniera positiva, senza mettere in discussione l’articolo 18 e i diritti acquisiti.
L’esatto contrario di quello che ha propugnato, da piazza Municipale a Ferrara, il presidente del Consiglio Matteo Renzi pochi giorni fa, contro l’attuale Statuto dei lavoratori.
Al dibattito organizzato da Cgil, Fiom e Chimici Cgil ha partecipato, oltre a vari esponenti sindacali anche Patrizio Bianchi, assessore regionale a Scuola e Università e noto economista industriale.
Quello che è uscito, tra l’altro, da questo confronto è che già oggi in Emilia Romagna e anche a Ferrara, terra di multinazionali oltre che di Pmi, si firmano contratti di lavoro (con la Fiom e non solo) e accordi con la Regione che innovano l’organizzazione produttiva per aumentare la produttività e soprattutto il valore aggiunto delle produzioni, senza toccare l’articolo 18.
L’economista ferrarese ha ricordato che quello che chiedono le multinazionali, ma anche le imprese locali più dinamiche, per continuare a produrre in Emilia Romagna, è più ricerca più formazione e maggiore integrazione tra il percorso scolastico e lavoro, nonché una rete efficiente di subfornitori.
Quindi più investimenti pubblici sul fronte della ricerca e dell’Università, per rimanere sulla difficile frontiera dell’innovazione, per presidiare ed alimentare quelle produzioni ad alto valore aggiunto, necessarie per rimanere competitivi sui mercati internazionali. Nell’ultimo accordo fatto nella nostra Regione, infatti, quello della Ducati (gruppo Volkswagen), si integrano maggiormente scuole professionali e lavoro, ed inoltre, l’orario di lavoro si riduce a 30 ore settimanali senza sacrificare l’occupazione.
Del resto appena due anni fa l’economista Marianna Mazzucato, sempre al festival internazionale aveva presentato un lavoro che oggi è stato pubblicato con il titolo di: “Lo Stato Innovatore” dove dimostra che i prodotti commerciali come Iphone sono frutto di progetti finanziati con miliardi di dollari dallo stato federale Statunitense.
Essa stessa ricorda come “Obama ha permesso a Marchionne di acquistare Crysler con soldi americani, ma l’ha obbligato a investire nei motori ibridi. Renzi si è limitato a guardare Fiat spostare la sede fiscale allo scopo di pagare meno tasse”. E quando è stato ricordato, alla stessa Mazzucato che Renzi ha inserito nella sua biblioteca personale anche il libro in questione, ha risposto in questo modo: “Non è servito. E’ sconsolante che discuta di articolo 18 e di riforma del mercato del lavoro come se fossero una priorità… E non basta la promessa di qualche sgravio fiscale o di sfoltire la burocrazia: servono gli investimenti, che in Italia sono ai minimi storici. Come si fa in questo contesto a parlare di Statuto dei lavoratori?”
Già, come si fa? Eppure basterebbe guardarsi intorno e magari utilizzare quelle esperienze industriali sviluppatesi nelle nostre regioni di punta come l’Emilia Romagna, invece di cercare la luna nel pozzo. Ma siamo proprio sicuri che il premier voglia far ripartire il Paese attraverso la politica industriale e non invece utilizzando lo scalpo del sindacato da esibire ai mercati, convinto che solo in questo modo si possano far ripartire gli investimenti?
Se così fosse venga pure in Emilia Romagna, ma non a pontificare genericamente sul lavoro, come ha fatto spesso, fino ad ora, ma per apprendere quelle esperienze che possono far crescere davvero l’Italia senza riportare indietro l’orologio della storia economica e sindacale del nostro Paese.

LA STORIA
Zoa, ovvero come andare controcorrente in Russia

Sappiamo bene, ormai, come la street art possa essere un potente veicolo di messaggi, grande palcoscenico a cielo aperto che raggiunge un enorme e diversificato pubblico. A volte attento, a volte meno, ma comunque un mondo ‘sui generis’, potente, ‘esposto’, spesso involontariamente, a grida di aiuto o a necessità di veicolare messaggi sociali di vario tipo e intensità. Talora questi messaggi sono anche politici, come il caso di Aleksandra Kachko in Russia, a San Pietroburgo. L’artista, conosciuta come Zoa (vedremo poi perché…), dipinge il suo dissenso contro Putin e per questo è stata più volte arrestata. Artisti di strada come Jef Aerosol, Banksy, Mat Benote, Cartrain, Dan Witz, Tod Hanson, Invader, Michael Kirby, Viso Collo, Ellis Gallagher, Vhils, Os Gemeos, Swoon, Twist, 108 e Sten Lex si sono guadagnati l’attenzione internazionale per il loro lavoro e hanno goduto di una popolarità più benevola. Hanno, per così dire, vita più facile.

zoa-controcorrente-russiaDi Zoa (potremo chiamarla anche Sasha, il diminutivo affettuoso, in Russia, usato per le ragazze che si chiamano Alexandra), non si trova molto in rete, almeno non in italiano o in inglese, salvo un’intervista del 2011 che le era fatta dopo l’arresto per aver partecipato ad alcune manifestazioni, diciamo, non troppo pro Putin. Di lei si sa che ha oggi 28 anni, che non è fra gli artisti più noti nel suo campo, ma che merita menzione.

zoa-controcorrente-russiaPerché Sasha è una donna coraggiosa, che ha studiato da sola, senza incoraggiamento familiare, con un padre ex saldatore e problemi con l’alcol. Ma pare che lei non voglia parlare di questo, né tanto meno essere oggetto di inutili e sterili vittimismi. Lei è forte e attiva, e cerca di parlare con i colori. Oggi fa l’architetto a San Pietroburgo, non vive, quindi, grazie ai suoi graffiti ma di essi ne fa una bandiera importante di attivista per i diritti civili.
Sasha ha iniziato a manifestare, avvicinandosi alla politica, nel movimento Strategia 31 (fondato dallo scrittore Eduard Limonov, oggi leader del partito Altra Russia), che ogni fine mese si riunisce a Mosca e in altre città della Russia, per protestare contro la violazione dell’articolo 31 della Costituzione, che sancisce il diritto a manifestare pubblicamente, in modo pacifico. Meno pacifica la reazione della polizia, si dice.

zoa-controcorrente-russiaA parte alcuni manifesti preparati in quell’occasione, Sasha ha iniziato a fare graffiti politici, nell’ottobre 2010, dopo l’arresto dell’amico Aleksander Pesotskij, incriminato ex art. 282, ossia per l’accusa di ricostituzione del partito bolscevico.
Passeggiando per la già fresca San Pietroburgo, recentemente, ho visto qualche graffito, ma se si comparano Ekaterinburg e Perm (e alla stessa Mosca), dove si fanno festival di street art (ovviamente, non a sfondo politico), qui non si vede molto. A Mosca, invece, forse perché è la capitale, forse perché è più aperta o semplicemente più popolata e frequentata da vari movimenti artistici, si incrociano più muri dipinti. Basti ricordare che qui aveva spopolato colui che era stato definito il Bansky russo, Pavel 183, deceduto giovane ma che aveva, e ha, lasciato forte impronta e ricordo nella città.

zoa-controcorrente-russiaTra i soggetti realizzati da Sasha ce ne sono anche molti di tema femminista, come, ad esempio, un disegno su sfondo rosa di una donna crocifissa, con la scritta “il Patriarcato uccide”, messaggio forte in un Paese, peraltro, molto religioso. Sasha dice che, all’estero, spesso la donna russa è vista come emancipata ma che, nella realtà, solo alcune donne (la minoranza) lo sono, e che molte altre appartengono a una cultura rigidamente patriarcale. Secondo lei, l’Unione sovietica era meno sessista perché era necessario che le donne lavorassero nelle fabbriche e aumentassero la produttività, ma sempre per l’interesse nazionale. Sasha lotta contro quella che viene definita, spesso, una normalità: una donna maltrattata dal marito non è vista come un problema. Non si deve tollerare e perdonare. Alcune sue opere toccano il tema dell’aborto o dell’arresto di femministe.

Finora, l’abbiamo sempre chiamata Sasha, ma in Russia chi la conosce la conosce come Zoa, nome nato per caso: un bel giorno qualcuno ha attaccato un annuncio sui suoi graffiti: «Sono interessata a incontrare un uomo. Zoja» e lei ha deciso di adottarlo come nome. Ha preso quella forma come una sorta di messaggio, di suggerimento, di battesimo.

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Mostra di graffiti sociali, “Matite femministe”, Mosca, ottobre 2013

Zoa ha partecipato anche alla mostra di graffiti sociali, “Matite femministe”, organizzata a Mosca nell’ottobre 2013, nel quadro della biennale d’arte contemporanea.

In alcune dichiarazioni, Zoa ha ricordato di avere effettuato 20-30 opere originali ma che, per la loro natura effimera, l’attenzione ad esse dedicata dalla polizia e dagli incaricati di ripulire le strade, sono rimaste visibili per poco tempo. Alcune hanno vissuto un solo giorno, altre un po’ di più. Ma lei spera di avere comunque passato un messaggio.

Foto da Il Fatto quotidiano [vedi]

IL PERSONAGGIO
John Berger, la giusta misura delle parole

Il teatro comunale di Ferrara è gremito per la giornata conclusiva del Festival di Internazionale. Attende lo scrittore e critico d’arte inglese John Berger, venuto a dialogare con il collega nigeriano Teju Cole su arte e scrittura. Comincia male. Almeno per me. Il traduttore simultaneo non va. Sono costretto ad affidarmi al mio orecchio arrugginito per tradurre a braccio una conversazione in inglese. Cole è troppo giovane, parla un inglese spedito. Perdo le sfumature. Altro discorso vale per l’ospite d’onore.

Misura bene le parole, Berger. Gli da il peso, l’importanza che meritano. Sembra sappia che ha a che fare con un’arma potente, precisa. Un’arma che seduce, in alcuni casi uccide. La giornalista Maria Nadotti gli chiede cosa rappresenti per lui la lingua madre .

La faccia solcata dai quasi novant’anni di età, le pause di chi non deve nulla a nessuno e si prende tutto il tempo che gli serve. Racconta una piccola storia, John. La scena è questa: siede al bancone di un pub qualsiasi della sua Inghilterra. Lui che da una vita risiede in un villaggio della Francia alpina. Inizia a discorrere con un vicino mentre si beve della birra. Accade di frequente, in Inghilterra, magari guardando un match della premier league. Alla fine, il tizio si complimenta con John per l’ottimo inglese. Forse avrà pensato di trovarsi di fronte a un forestiero che parli perfettamente una lingua straniera.

Quindi ride di un sorriso sincero, il nostro Berger. Ride di un ricordo normale che ancora lo diverte e contagia una platea attenta. Di quelle che si costruiscono negli anni. Ecco! Questa una sua parziale risposta su cosa sia una lingua madre.

L’altra, quella che mi entra nel petto senza filtri, la spara in conclusione del suo intervento sull’argomento: “la lingua è figlia di una puttana”.

John Berger sul palco del teatro comunale cammina col passo sincopato dettato dal ritmo della vecchiaia. Veste un abbigliamento casual, semplice come le parole limpide che sceglie di pronunciare. Si concede solo un paio di calzini a righe orizzontali. Forse sono l’unico lembo di chi pare stare al mondo con misura. Scende le scale. Si risiede e affronta una interminabile fila di lettori in attesa di una firma, di una dedica.

Non si diventa grandi per caso. Esistono diverse misure di grandezza, questo è vero! Berger ha mostrato parte della sua. Ho inteso i suoi occhi che guardano intorno. Ho inteso che per uno come lui il mondo è un pozzo profondo. C’è chi si affaccia ad osservarlo, e chi, come John Berger, in qualche modo vi si immerge. Non riesce a farne a meno. Solo così potrà dirci che sapore ha la sua acqua. Il mondo è un pozzo profondo e a me pare che John vi abbia passato la vita immerso dentro. Altri non riescono che a vedere una pozzanghera. Si specchiano pigramente sulla sua superficie.

Per una domenica mattina di un ottobre ancora estivo, gremito di giovani che affollano Ferrara e la trasformano in una piccola capitale, direi che non è poco. Non è male finire con le parole, la misura, la lingua madre di John Berger.

Perché una scuola difficile è più democratica

Spesso gli insegnanti, a tutti i livelli di istruzione si lamentano del fatto che i bambini, gli adolescenti, i giovani non sanno più nulla, cercano scorciatoie per superare un compito, non hanno voglia di fare fatica e sembrano pochissimo interessati a qualcosa che non sia il semplice risultato per l’esame. Per lo più questa riflessione viene da insegnanti che hanno vissuto alle origini, come studenti, l’inizio di questa scivolosa china e che, dopo più di un trentennio, ne subiscono, dall’altra parte della cattedra, le rovinose conseguenze.
La scuola facile allora – mi riferisco ai primi anni Settanta – era considerata una condizione della democrazia, quando si pensava che solo riducendo la difficoltà, fosse possibile ai ragazzi provenienti da famiglie culturalmente deprivate, raggiungere traguardi di istruzione un tempo appannaggio della classe borghese. A distanza di decenni, è necessario riflettere sul fraintendimento all’origine dell’errore per porvi rimedio.
Perché la scuola facile non è utile a chi la frequenta? Semplice: perché riduce le capacità. Vi sono molte ragioni, che andrebbero declinate rispetto ad ogni livello del processo formativo. Nelle scuole elementari la facilità (che in questo caso si traduce nell’enfasi sulla spontaneità e la creatività) non abitua all’ordine che è necessario per ogni risultato, nelle scuole medie e superiori non insegna il rigore delle argomentazioni, l’esigenza di solide fondamenta per qualunque vocazione, la necessità di confrontarsi con il passato. All’università la scorciatoia ferale è l’idea che solo ciò che è immediatamente utile possa favorire il mitico “ingresso nel mercato del lavoro”, espressione ormai ammantata di fastidiosa retorica e di pelosa falsità.
Non è corretto attribuire la colpa alla svogliatezza degli studenti. La svalutazione della cultura umanistica, come della ricerca scientifica di base, del valore della scrittura hanno origini lontane. L’assoluto fastidio per ciò che non è “utile” alle competenze ha ristretto la testa di intere generazioni di ministri prima che di studenti.
Il punto è che tutto ciò nuoce ai giovani proprio rispetto alla possibilità di raggiungere un buon lavoro. Il mercato del lavoro attuale, e ancor più quello futuro, sarà sempre più competitivo, togliendo qualunque speranza che il titolo di studio sia sufficiente per avere un’occupazione decente. Solo i migliori ce la faranno. E i migliori saranno quelli che hanno studiato di più e che hanno accettato sfide difficili. Sarebbe indispensabile, per invertire la deriva, una discussione onesta sulla mistificazione che ne sta all’origine: l’idea che in una società di massa l’inclusione avvenga per diritto, abbassando la soglia di ingresso piuttosto che innalzando la qualità per superare privilegi di posizione sociale.

Maura Franchi – Laureata in Sociologia e in Scienze dell’educazione. Vive tra Ferrara e Parma, dove insegna Sociologia dei Consumi, Social Media Marketing e Web Storytelling, Marketing del prodotto tipico. I principali temi di ricerca riguardano i mutamenti socio-culturali connessi alla rete e ai social network, le scelte e i comportamenti di consumo, le forme di comunicazione del brand.
maura.franchi@gmail.com

Tu sola dentro una stanza. Giornalismo partecipativo e potere del web, la rivolta viaggia in rete

Ala’a ha diciannove anni, frequenta il primo anno di università ed è raro che si stacchi da Internet, se non per dormire. Fino a poco tempo fa, la sua vita era uguale a quella di qualunque altra ragazza della sua età: uscire con gli amici, andare al centro commerciale, studiare. Fino alla rivoluzione in Siria. Perché Ala’a vive a Chicago insieme alla sua famiglia di esuli siriani. Lei è lo hub, il nodo centrale che unisce centinaia, migliaia di cittadini siriani di mettersi in contatto, unirsi, manifestare, unire i singoli individui in gruppi e i gruppi in aggregazioni ancora più potenti e grandi contro la dittatura di Assad, calco di quella già perpetrata dal padre che tenta di mettere a tacere il popolo bombardando civili, picchiando attivisti, torturando chiunque venga catturato e trovato in possesso di tecnologie utilizzando la baashia (letteralmente: fantasma), forma di repressione violenza assai simile allo squadrismo.

Perché la parola chiave dell’intera storia è proprio tecnologia, o meglio Internet, attraverso cui gli attivisti sono coordinati e possono postare immagini e filmati che costituiscono già la prova inconfutabile della colpevolezza del governo. Non super partes, ma in medias res. Dentro la rete, nella stanza della sua casa in periferia da cui è collegata al suo Paese di origine, a diecimila chilometri di distanza, alle strade percorse dai suoi amici virtuali, alle case distrutte e abbandonate, al rumore dei bombardamenti incessanti e delle azioni violente contro donne e bambini, contro uomini lasciati a morire per strada o in ex cliniche in cui non è possibile curare adeguatamente nessuno. Ala’a è parte attiva della rivolta in Siria, aiuta lo scambio di informazioni filtrandole attraverso i social media e la rete di citizen journalism che dimostra come sia l’informazione proveniente dai cittadini, da chi vive sul territorio, possa creare un effetto a catena sul giornalismo globale. Perché a fare giornalismo sono le persone di tutti i giorni, armate solo di camera e telefonino con cui filmare proteste e brutalità della dittatura; mentre chi ha scelto di restare e affrontare a suo modo il regime si chiede cosa aspetti l’Onu a intervenire in una situazione di questo tipo, in un territorio privo di no-fly zone, dopo la tiepida decisione di sei punti programmatici da fare rispettare – a ora completamente ignorati dal regime siriano.

Posta su Youtube video e foto, date, luoghi e traducendo informazioni, didascalie e notizie perché possano comprenderle un grande numero di persone. Perché diventino virali, perché possano essere condivise, diffuse. Perché il sentimento e la reazione che ne scaturiscono non siano episodi singoli e lontani ma contribuiscano a creare una rete di condivisione. Oscura gli account Facebook dei suoi amici e delle persone con cui è in contatto quando vengono arrestate, così che non vengano messi in contatto con altri dissidenti e non ne carpiscano informazioni attraverso la tortura e l’estorsione. Compra materiale tecnologico la cui novità depisti i militari da cui vengono intercettati; microcamere, bluetooth, miniregistratori. e lo spedisce oltreoceano nei Paesi limitofi, dove poi sarà recuperato dagli attivisti siriani. Riunisce altri immigrati siriani per raccogliere voci anche nel luogo in cui abita. Forza del documentario è creare un naturale collegamento tra lo scenario geopolitico contemporaneo e tante storie personali, piene di coinvolgimento e passione, coraggio e impegno politico, che costruiscono attivamente un movimento di protesta e un potentissimo sistema di informazione, strumento per fare sentire alta la voce e dare modo di non ignorare, di non poter scivolare in un negazionismo che per altre epoche storiche e situazioni altrettanto drammatiche si sta facendo, o si tenta di fare.

Uno dei temi ricorrenti di questa edizione di Internazionale è stato il web, e le mille potenzialità che offre. Che ha assunto a tutti gli effetti il ruolo cruciale che ebbero, durante la rivoluzione americana, pamphlet e macchina da stampa, e che oggi è assunto da iPhone e Facebook, da Twitter e Skype. Perché è attraverso questi mezzi che Ala’a resta in contatto con quelli che definisce i suoi amici siriani, di Damasco e di Hama.
Che conosce solo attraverso la rete, ma con cui condivide a tutti gli effetti ideali, sogni e speranze. Le cui vite si intrecciano, senza toccarsi fisicamente ma scorrendo sul sottile filo del web. Con quella di Bassan, brillante studente e regista che segue passo passo i manifestanti, filmando esplosioni e correndo a perdifiato per scappare dai cecchini che sparano a vista e che resta ucciso da una di queste esplosioni.
Con quella di Aous, studente che sogna di diventare un medico, che guida i manifestanti di Damasco e filma ciò che vede ma che abbandonerà la videocamera per imbracciare un fucile unendosi all’Esercito Siriano Libero, composto da disertori che scelgono di andare contro al potere pur di non dover combattere contro la propria gente.
Con quella di Omar, ventitreenne studente di architettura ucciso nel corso di una protesta, una delle anime a distanza di Ala’a che la ragazza si riprometteva, a guerra finita e a regime rovesciato, di andare a conoscere di persona.
Perché in Siria, come giù in Egitto e in Tunisia, è solo questione di tempo.

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La locandina di #chicago girl

#chicagoGirl: the Social Network Takes on a Dictator
Docufilm di Joe Piscatella
Siria-Usa 2013, 74′

IMMAGINARIO
Legale è bello.
La foto di oggi…

“La legalità è insieme rispetto e pratica delle leggi. In ballo c’è il bene comune, la vita di tutti, la società”. Sono le parole di don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, che sintetizza il senso della “Festa della legalità e responsabilità” in questi giorni a Ferrara. Tra gli appuntamenti della 5a edizione oggi (ore 10) in Municipio la presentazione del libro “Mafie del nord”. Incontri, teatro e cinema a cura del Centro di mediazione del Comune di Ferrara. Fino a mercoledì 15 ottobre.

OGGI – IMMAGINARIO EVENTI

Festa-legalità-responsabilità-5-edizione-2014
Festa di legalità e responsabilità a Ferrara per la 5a edizione (particolare locandina 2014)

Ogni giorno immagini rappresentative di Ferrara in tutti i suoi molteplici aspetti, in tutte le sue varie sfaccettature. Foto o video di vita quotidiana, di ordinaria e straordinaria umanità, che raccontano la città, i suoi abitanti, le sue vicende, il paesaggio, la natura…

 

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