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Giorno: 9 Ottobre 2014

Paolo Calvano e Marcella Zappaterra presentano la propria candidatura al Consiglio regionale

da: Paolo Calvano, Marcella Zappaterra

Fare squadra per il bene comune

Dopo l’ufficializzazione delle candidature, Paolo Calvano e Marcella Zappaterra lanciano insieme la loro campagna elettorale per il Consiglio regionale dell’Emilia-Romagna.
Sabato 11 ottobre alle 10.30, presso la sala conferenze della Camera di Commercio di Ferrara (Largo Castello, 10), sarà la giornalista Federica Lodi, noto volto di Sky, a dialogare a 360° con Calvano e Zappaterra. I due candidati PD al Consiglio regionale avranno così modo di approfondire i temi più significativi che metteranno al centro del loro impegno per portare più Ferrara in regione e più Emilia-Romagna nella nostra terra. Nella stessa occasione risponderanno con piacere alle sollecitazioni rivolte dalla stampa e dalla società civile presente in sala.
I candidati esporranno alla platea i principi del proprio impegno comune per il territorio, fatto di competenze complementari e capacità di creare sinergie condivise. Peraltro, alle prossime elezioni regionali del 23 novembre, per la prima volta, si potrà esprimere per i candidati al Consiglio regionale una doppia preferenza: una maschile e una femminile.

Quando la scienza è in competizione

da: ufficio Comunicazione ed Eventi Unife

Dopo la Notte dei Ricercatori, la Ricerca di Unife torna protagonista con UnifeCup 2013 e Start Cup Emilia-Romagna 2014, le Business Plan Competitions finalizzate a promuovere la nascita di nuove imprese ad alto contenuto tecnologico.

Con UnifeCup 2013 l’Ateneo estense ha voluto stimolare i giovani ricercatori a valorizzare i risultati di ricerca, con l’opportunità di verificare la realizzabilità delle proprie idee e creare le condizioni di avvio di attività imprenditoriali.

Start Cup Emilia-Romagna 2014 è invece la Competition regionale curata dal Consorzio Spinner, che ha coinvolto anche attori economici per un intervento sinergico a livello territoriale di valorizzazione delle migliori idee imprenditoriali.

E’ stata così istituita la Sezione speciale di Ferrara, promossa da Unife e SIPRO – Agenzia Provinciale per lo Sviluppo.

E lunedì 13 ottobre alle ore 15.00, nell’Auditorium di S.Lucia (via Ariosto, 35), si svolgerà la cerimonia di premiazione dei progetti vincitori, alla presenza del Rettore Pasquale Nappi e di Caterina Brancaleoni, Presidente di SIPRO.

Protagonisti saranno i progetti finalisti delle due competizioni.

I due vincitori di UnifeCup 2013 potranno beneficiare di un affiancamento professionale per la costituzione di impresa.

Ai tre progetti vincitori della sezione ferrarese della Start Cup Emilia-Romagna, SIPRO invece offrirà un anno di permanenza gratuita negli spazi degli incubatori della rete provinciale, oltre all’assistenza nell’avvio dell’attività e nella predisposizione di domande di agevolazione.

Come afferma Francesco Di Virgilio, delegato del Rettore alla Ricerca e al Trasferimento Tecnologico di Unife, “si tratta di una importante opportunità per i giovani di valorizzare l’innovazione generata nel corso dell’attività di ricerca”, mentre per Caterina Brancaleoni: “L’iniziativa rappresenta una possibilità di sviluppo di nuova imprenditoria nel territorio ferrarese e uno stimolo alla collaborazione fra Ateneo e SIPRO”.

Sabato 11 ottobre, all’Ibs, Francesco Leoncini presenta “Il Patto di Roma e la Legione ceco-slovacca. Tra Grande Guerra e Nuova Europa”

da: Responsabile Eventi Libreria IBS.it Ferrara

Si tratta di un volume che si colloca in maniera del tutto originale all’interno del dibattito in corso
sulla Grande Guerra ma va oltre, inserendosi nel più ampio quadro della politica estera italiana e dei suoi risvolti nella definizione dell’Europa post asburgica. Il “Congresso di Roma delle nazionalità oppresse dall’Impero austro-ungarico”dell’aprile 1918 e la conseguente dichiarazione (Patto) per l’abbattimento della Monarchia danubiana e per un’intesa italo – jugoslava costituiscono l’atto di nascita di quella che sarebbe stata la Nuova Europa. Questo passaggio venne rimosso al momento delle trattative di pace, travolto dalla pretestuosa invenzione della “vittoria mutilata”, ed è stato a lungo trascurato dalla storiografia.
La rigorosa ricostruzione della formazione e dell’attività della Legione ceco-slovacca, che
rappresentò l’esito più rilevante di quell’evento e che ebbe come punto di avvio la Certosa di San
Lorenzo di Padula (Salerno), contestualmente alla riscoperta del coinvolgimento del Mezzogiorno e delle Isole Maggiori nell’ambito dell’impegno bellico, danno alla pubblicazione un carattere di
assoluto rilievo in ambito nazionale e internazionale.

Il Patto di Roma, siglato alla fine del “Congresso delle Nazionalità oppresse dall’Impero austroungarico” dell’8-10 aprile 1918, costituisce il superamento del Patto di Londra in base al quale l’Italia era entrata in guerra.
Abbandonata qualsiasi velleità imperialistica e una politica di mere rivendicazioni territoriali l’Italia
riesce a formulare in questa occasione un disegno di respiro europeo e porsi al centro di un vasto
schieramento internazionale, cosa che poteva soddisfare contemporaneamente i suoi interessi
strategici e l’aspirazione a giocare un ruolo di prima grandezza quale punto di riferimento politico e culturale.
La conseguente costituzione di un “Esercito Czeco-Slovaco unico ed autonomo posto dal punto di
vista nazionale, politico, giuridico, sotto l’autorità del Consiglio Nazionale dei Paesi Czeco-Slovachi” di Parigi, rappresenta il risultato più rilevante di quella svolta nella politica estera italiana a favore della dissoluzione della Monarchia asburgica e per il riconoscimento dell’indipendenza delle nazionalità che avrebbero dato vita agli Stati della Nuova Europa.
In tal modo riprende vigore quel filone liberal-democratico volto a un’alleanza strategica con i movimenti di rinascita nazionale dell’Europa centrale quale era stata prefigurata nel corso del Risorgimento da Giuseppe Mazzini.
Il volume riscopre un capitolo a lungo trascurato dalla storiografia italiana sulla Grande Guerra e
passato in sordina alla fine del conflitto, sovrastato dalla rinnovata ostilità nei confronti degli
jugoslavi e dalla pretestuosa invenzione della “vittoria mutilata”. Nello stesso tempo esso dà ampio spazio a un passaggio decisivo della storia dei cechi e degli slovacchi che vede come protagonista, in campo diplomatico e militare, lo slovacco Milan Rastislav Štefánik, personalità poliedrica, astronomo ed aviatore, naturalizzato francese ma particolarmente legato all’Italia.
La rivisitazione di queste ultime vicende che hanno come punto essenziale di riferimento la Certosa di San Lorenzo di Padula (Salerno) ha posto in luce la necessità di recuperare la dimensione nazionale degli eventi riguardanti il Primo conflitto mondiale, vale a dire il ruolo assai rilevante, e spesso dimenticato, del Mezzogiorno e delle Isole Maggiori.

Fino a domenica ecco MortadellaBò

dalla redazione di Fuoriporta

Chi la fa, l’Affetta! E’ con questo grido di battaglia che la manifestazione MortadellaBò invita tutti gli amanti di questo affettato a Bologna dal 9 al 12 ottobre. Grande protagonista sarà la Mortadella Bologna Igp, una delle eccellenze italiane più apprezzate nel mondo, che colorerà di rosa lo splendido centro storico del capoluogo emiliano. Degustazioni guidate, laboratori, animazioni, esposizioni a tema, chef, esperti del settore, aperitivi e tanto altro ancora attendono i visitatori per quattro giornate davvero imperdibili.

Un’azienda ferrarese primeggia per qualità e sostenibilità

da: organizzatori

Seppure in un periodo di difficoltà dei mercati, esistono aziende che ottengono brillanti risultati puntando su qualità e attenzione alla sostenibilità ambientale, economica ed etico-sociale.

È il caso della ferrarese Delphi International, società di organizzazione di eventi, tra le primissime in Italia a ottenere la doppia certificazione ISO 20121 e ISO 9001 – rispettivamente riferite alla gestione sostenibile degli eventi e agli standard di qualità – rinnovate recentemente grazie al supporto dell’azienda di consulenza Punto 3, anch’essa ferrarese.

La visita ispettiva dell’organismo certificatore Kiwa Cermet ha preso in esame l’Antica Fiera di Portomaggiore, importante rassegna organizzata da diversi anni da Delphi International e giunta alla sua 590esima edizione.
La fiera, tenutasi dal 19 al 22 settembre scorsi, è stata concepita e strutturata prestando particolare attenzione alle tematiche della sostenibilità, in particolare alla gestione virtuosa dei rifiuti, al risparmio energetico, al coinvolgimento e alla sensibilizzazione di partecipanti ed espositori, puntando a valorizzare i tratti distintivi della manifestazione congiuntamente al territorio che la ospita.

Elementi che hanno consentito a Delphi International di rientrare nei parametri stabiliti dal Comitato Internazionale Iso, permettendole di ottenere il rinnovo del prestigioso marchio.

logo-comune-ferrara

La riconoscenza del sindaco Tagliani verso tutti i componenti delle equipe di neuroradiologia interventiva e dello “stroke team”

da: ufficio Portavoce del Sindaco di Ferrara

Il Sindaco di Ferrara e Presidente della Provincia esprime ammirazione e riconoscenza nei confronti dei dottori Valeria Tunioli, Andrea Saletti, Stefano Cerruti e di tutti i componenti delle equipe di neuroradiologia interventiva e dello “stroke team”, per il brillante intervento che ha restituito alla sua famiglia e all’intera comunità ferrarese il giovane concittadino di 14 anni colpito da una grave forma di ictus.

Tiziano Tagliani ha anche sottolineato: “Questo episodio conferma, insieme alle numerose segnalazioni di interventi risolutivi che si sono susseguiti nei mesi passati e alle quotidiane testimonianze di “buona sanità”, la validità della scelta di indirizzare il nostro ospedale lungo un percorso di progressiva specializzazione e valorizzazione delle eccellenze”.

I Lidi festeggiano in Sagra gli amici della costa comacchiese

da: organizzatori

Nel corso della serata saranno premiati i vincitori dell’estemporanea di pittura

Apertura straordinaria, venerdì 10 ottobre, per lo Stand Gastronomico della Sagra dell’Anguilla 2014: dalle 19,30 la tendo-struttura di Argine Fattibello a Comacchio ospita “I Sette Lidi in Sagra: Cena-Evento degli Amici della Costa comacchiese” con un menu speciale che prevede antipasto freddo di pesce con seppie e canocchie; sedanini con canocchie alla Magnavaccante; anguilla ai ferri con polenta; fritto misto di valle e dolcetto comacchiese (menu completo a 23 euro – bevande escluse) – info&prenotazioni 345 6065432). Nel corso della serata, organizzata in collaborazione con le aggregazioni degli operatori turistici della costa – Cooperativa servizi turistici Volano, Consorzio Lido delle Nazioni, Consorzio Lidi Pomposa-Scacchi, Associazione L’Alba Porto Garibaldi, Consorzio Lido degli Estensi e Vivispina-Consorzio Lido di Spina – sarà anche ufficializzato il verdetto della giuria – composta dall’assessore comunale alla Cultura, Alice Carli, dal noto pittore comacchiese, Albino Scarletti, e dal presidente dell’Us Volania (organizzatrice della Sagra), Vaide Pozzati – e consegnati i riconoscimenti alla terna delle migliori opere (realizzate da Innokentiy Fateev; Enrico Menegatti e Monica Mazzetto) di “Comacchio tra Storia e Colori”, l’estemporanea di pittura ed arti grafiche tenutasi nel primo week end di Sagra le cui realizzazioni rimarranno esposte fino a domenica 12 ottobre nelle vetrine delle attività commerciali del centro storico.

L’ estate di un ghiro. Il mito di Lord Byron attraverso la vita, i viaggi, gli amori, le opere di Vincenzo Patanè

da: Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara

L’ Istituto di Storia Contemporanea e il Gruppo Scrittori Ferraresi, venerdì 10 ottobre 2014, alle ore 16.30, presso la sala conferenze dell’Istituto di Storia Contemporanea, vicolo s.Spirito,11, organizzano la presentazione del libro di Vincenzo Patanè, L’ estate di un ghiro. Il mito di Lord Byron attraverso la vita, i viaggi, gli amori, le opere (Cicero editore – Venezia 2013).
Interverranno lo storico Davide Mantovani e il critico Lucio Scardino.
La figura del grande scrittore inglese viene ricostruita attraverso le opere, i diari e le lettere, molte delle quali inedite in Italia. Ne risulta un profilo esauriente che affronta con profondità ogni aspetto della personalità dello scrittore, dall’entusiasmo per la vita all’esigenza di fuga verso l’esotico e all’interesse per la vita mondana, dagli innumerevoli amori alla lotta per l’indipendenza italiana e per quella greca, per la quale si sacrificò.

“La Slovacchia incontra Ferrara”: due giorni di arte, musica, storia e turismo

da: Allegra Associazione

La Slovacchia, con la sua ricchezza culturale, “atterra” a Ferrara e per due giorni si mette in passerella: musica, arte, storia e turismo saranno protagonisti di quattro appuntamenti tra venerdì 10 e sabato 11 ottobre presso Palazzo della Racchetta, in una ideale continuazione, nelle sue fastose sale, del Ferrara Art Festival che già da oltre quattro mesi accompagna la vita culturale cittadina con eventi d’arte plurimi e a 360 gradi.

Una mostra con una sessantina di opere di 35 artisti contemporanei tra i maggiori del loro Paese, due concerti di un gruppo musicale che è una leggenda in Slovacchia, la presentazione di un libro che dagli eventi della Grande Guerra rivaluta il ruolo svolto dall’Italia non sono nella creazione della Cecoslovacchia ma nel ridisegno di quella parte del continente allora ricompreso nell’impero asburgico – dall’Europa centrale ai Balcani – e una presentazione turistica della capitale slovacca Bratislava e della regione circostante.

Il programma

Venerdì 10/10/2014, ore 18:00
Vernissage Mostra: “Incontro all’arte”
A cura di: Róbert (Viktor) Němeček
Palazzo della Racchetta, Via Vaspergolo 6, Ferrara
Chiusura 24/10/2014
Orari: feriali 16:00-20:00, sabato e domenica 10:00-13:00 e 16:00-20:00

Sono 35 gli artisti slovacchi tra i più noti della scena contemporanea del loro Paese che portano nella città estense una cinquantina delle loro opere. Tra loro scultori, pittori, fotografi, incisori, alcuni per la prima volta in Italia anche se hanno esposto in diversi angoli del mondo. Di diversa estrazione culturale, e diverse generazioni, dall’ultra novantenne Tibor Bártfay, maestro riconosciuto come iniziatore della scultura contemporanea slovacca, a giovani trentenni che già hanno imboccato con sicurezza la loro strada, passando per una generazione di artisti maturi che spesso insegnano nelle accademie alle giovani generazioni. Tutti, comunque seguono con fedeltà le tecniche “classiche” dell’arte, che ritengono più durature e di qualità, rifiutando le seduzioni dell’era moderna e digitale, in linea con i principi del gruppo Spectrum ART al quale appartengono.

Venerdì 10/10/2014, ore 20:15
Concerto “La Passione nel Cuore” – Ján Berky-Mrenica & guests
Palazzo della Racchetta, Via Vaspergolo 6, Ferrara

Sabato 11/10/2014, ore 20:30
Concerto “Canzoni Gitane del Mondo” – gruppo rom Diabolské Husle (Violino del diavolo)
Palazzo della Racchetta, Via Vaspergolo 6, Ferrara

A Palazzo della Racchetta sarà possibile assistere a due diversi concerti di un gruppo musicale che è una vera leggenda in Slovacchia, i Diabolské Husle – il Violino del Diavolo, un nome che la dice lunga su cosa ci si può aspettare. Il filo rosso della serata di apertura sarà lo stretto legame tra la musica popolare centroeuropea dell’8-900 e le opere di diversi compositori che vi si sono ispirati (Brahms o Dvořák tanto per fare due nomi), mentre il secondo concerto va ad esplorare il vasto e ammaliante mondo gitano, con le melodie fascinose e magnetiche di diverse regioni d’Europa e del mondo che non mancheranno di coinvolgere anche il pubblico più difficile.

Sabato 11/10/2014, ore 18:00
Presentazione del libro “Il Patto di Roma e la Legione Ceco-Slovacca”
Libreria IBS, Piazza Trento e Trieste, Ferrara

Nella cornice dell’anniversario della Grande Guerra, il volume “Il Patto di Roma” analizza l’ultimo anno di guerra e il ruolo che l’Italia si ritagliò nel sostenere le richieste di indipendenza delle nazioni slave dell’Impero Asburgico. Il “Patto di Roma” della primavera del 1918 fu un passo strategico che avrebbe portato il governo italiano di Orlando a concedere alle nazionalità ceca e slovacca un riconoscimento ufficiale grazie alla creazione di una Legione Ceco-slovacca che combatté con gli italiani sul Piave. Pochi mesi dopo nacque la Repubblica Ceco-slovacca. Uno dei maggiori artefici di questi avvenimenti è la figura poliedrica e sorprendente dello slovacco Milan Rastislav Štefánik, astronomo, aviatore, diplomatico, politico per passione, e infine generale dell’armata francese, che visse brevemente ma realizzò in pochi anni risultati che hanno segnato il suo Paese nel secolo a venire. Morì in un incidente aereo a Bratislava rientrava in patria a guerra conclusa. Con lui perirono tre aviatori italiani.

Venerdì 10/10 e Sabato 11/10/2014
L’offerta turistica di Bratislava e della sua regione
Palazzo della Racchetta, Via Vaspergolo 6, Ferrara

Nel corso dei due giorni saranno disponibili materiali turistici sulla capitale Bratislava e sulla sua regione. La città è forse l’unica in Europa ad avere avuto nel corso della storia ben cinque nomi, che testimoniano bene la stratificazione di culture e genti di diversa nazionalità: Istropolis in latino, Pressburg in tedesco, Pozsony in ungherese, Prešporok in slovacco, e infine Bratislava quando divenne parte della Ceco-Slovacchia nel 1918. La regione che la circonda, confinante con la campagna viennese, unisce alla piana alluvionale e alle aree umide del Danubio, il maggior fiume d’Europa, i dolci pendii dei Piccoli Carpazi, le colline che, a partire dal centro storico di Bratislava, si estendono e innalzano poco a poco raggiungendo nel nord-est del Paese i maggiori picchi europei dopo le Alpi. Sui Piccoli Carpazi si pratica da millenni la viticoltura, con cantine e vini che oggi hanno raggiunto risultati notevoli in diverse importanti manifestazioni vinicole mondiali. I paesaggi della regione si uniscono e culminano nella piccola città storica, che fu capitale del Regno d’Ungheria per oltre 250 anni mentre Budapest era stata presa dai Turchi. Nella Cattedrale di San Marino a Bratislava furono incoronati 18 re e regine austro-ungheresi. Tra essi anche Maria Teresa nel 1741.

Questo fine settimana le elezioni per il rinnovo degli organi ordinistici per il triennio 2015-2017

da: organizzatori

Si terranno da sabato a lunedì, nella sede di piazza Sacrati 11, le elezioni per il rinnovo degli organi ordinistici – quindi Consiglio Direttivo, Collegio Revisori dei Conti, Commissione Albo Odontoiatri – per il triennio 2015-2017. Per la sesta volta, si presenta la lista Dignità Medica, con l’attuale presidente Bruno Di Lascio, l’unica finora formalizzata. Come rimarca Di Lascio, «è tuttavia quanto mai importante andare a votare e raggiungere il quorum al primo turno. Una seconda convocazione comporterebbe infatti un inutile aggravio di costi per l’Ordine». Le urne saranno aperte sabato e domenica dalle 9 alle 21 e lunedì dalle 9 alle 22. Impossibile non trovare un momento compatibilmente con i propri impegni professionali e personali. Nell’ottica della continuità, Di Lascio ricorda che «molte sono state le azioni di tipo amministrativo e culturale messe in campo anche nell’ultimo trienno con l’obiettivo precipuo di rendere l’Ordine un interlocutore credibile delle istituzioni e renderlo dunque soggetto attivo, per quanto di competenza, in ambito territoriale». Nello specifico, Di Lascio pensa all’attenzione verso la riorganizzazione sanitaria in corso nell’ambito delle nuove strategie regionali e ricorda il percorso inaugurato nel 2012 con il convegno pubblico Dove va la sanità ferrarese e ai recenti Stati Generali della Sanità, dove si è voluta dare voce a tutte le componenti mediche rimarcando la necessità di una loro tutela. Per l’immediato futuro, Di Lascio pensa «ai giovani colleghi, che vanno incentivati», la cui tessera di iscrizione, per il primo triennio, verrà ulteriormente abbassata dagli attuali 90 a 50 euro, contro i 150 ordinari. I danari risparmiati da un eventuale secondo turno, saranno destinati alla Psiconcologia dell’Università degli Studi di Ferrara, diretta da Luigi Grasso, per la realizzazione di una borsa di studio intitolata a Francesco Tomasi, scomparso a inizio 2014 per una malattia incurabile, prima di riuscire ad affrontare l’esame di Stato, e recentemente inserito ad honorem nell’Albo dei Medici. Nominativi lista Dignità Medica. Consiglio Direttivo: Giovanni Accardo, Roberto Altavilla, Andrea Bedetti, Rosario Cultrera, Bruno Di Lascio, Rosa Maria Gaudio, Roberto Manfredini, Massimo Masotti, Vincenzo Matarese, Agostino Panajia, Roberto Rizzati, Marco Ruina, Marco Vaccari, Ida Vitagliano, Davide Onorio Zampini. Collegio Revisore dei Conti: Giseppe Vincenzo Raele, Barnbbarara Romanini, Giovanni Elia, Zairo Ferrante (supplente)

Cento: uno speciale annullo postale in occasione del “50° anniversario di fondazione Benedetto XIV Basket Cento 1964-2014”

da: Ufficio Comunicazione Territoriale Emilia-Romagna e Marche

La Filiale di Ferrara di Poste Italiane, in occasione del “50° Anniversario di fondazione Benedetto XIV Basket Cento 1964-2014” ha approntato un servizio temporaneo con speciale annullo postale su richiesta del Circolo Culturale Filatelico Centese. L’annullo si potrà ottenere sabato 11 ottobre dalle 17.30 alle 21.00 nello spazio allestito presso il Palazzetto dello Sport di Cento in piazzale Donatori di sangue e organi, 10.
Nei giorni successivi alla manifestazione, i marcofili e coloro che volessero ottenere l’annullo possono inoltrare le commissioni filateliche allo sportello filatelico dell’ufficio postale di Ferrara Centro in viale Cavour, 27 (tel. 0532 297336).
Poste Italiane attiva Servizi Filatelici Temporanei dotati di bolli speciali che riproducono con scritte e immagini il tema di manifestazioni legate ad eventi di notevole interesse culturale, economico e sociale: convegni, congressi, raduni, fiere, mostre, celebrazioni di eventi storici, manifestazioni filateliche, sportive, culturali, umanitarie, anniversari di personalità non viventi, inaugurazioni di opere pubbliche di particolare rilevanza locale o nazionale.
Il servizio è rivolto a chi intenda pubblicizzare e storicizzare il proprio evento con la realizzazione del bollo speciale (Enti Pubblici o privati, Associazioni, Società, Partiti Politici, Organizzazioni sindacali, comitati promotori o organizzatori di manifestazioni).

Venerdì 17 ottobre appuntamento con la formazione “Coffee Job” – presenta il Master in Business Administration”

da: ufficio stampa Ascom Ferrara

Come incrementare gli affari ? E’ la domanda alla quale cercherà di dare un’esaustiva risposta la lezione gratuita proposta dal Master in Business Administration della prestigiosa School of Management di Trieste: si svolgerà a Ferrara, venerdì 17 ottobre a partire dalle ore 16.30 nella sede dello Spazio diCibo in via Carlo Mayr 4 , l’ incontro di presentazione e relativa lezione gratuita – sotto il nome di Coffee Job promossa dai Giovani Imprenditori di Confcommercio e da Ascom Ferrara – tenuta dal referente del Master Diego Vendramini.
“Coffee Job – spiega Davide Urban direttore generale di Ascom Ferrara – è uno strumento per fare consulenza alle imprese in modo innovativo. Con Coffee Job, ci incontreremo periodicamente sui temi di maggiore utilità a chi è imprenditore con un taglio dedicato alla formazione ed alla assistenza tecnica. Tra i prossimi argomenti che affronteremo la riforma del lavoro (Job Act) e la tutela del patrimonio dell’imprenditore”
“Questo appuntamento – commenta dal canto Simona Salustro presidente provinciale dei Giovani di Confcommercio – segue la nostra linea di un concreto aggiornamento continuo che possa essere di supporto tempestivo ed efficace alle esigenze degli imprenditori di sviluppo e valorizzazione delle loro attività. Coffee Job segue di poche settimane l’altro evento formativo legato all’uso manageriale dei Social Networks”.
Al centro della presentazione del Master in Business Administration – che ha una durata nel suo complesso di dodici mesi appunto a Trieste – dunque i seguenti argomenti: dal piano di marketing, al comportamento del consumatore, all’esigenza di affrontare in modo completo la filiera – marca, prodotto prezzo – il tutto integrato nell’ambito delle comunicazione e delle leve del marketing. Un Master che rappresenta uno strumento importante per chi alla ricerca di una visione strategica integrata dell’impresa e di tutti i suoi processi: un pomeriggio dedicato a tutti quei giovani imprenditori o professionisti che vogliono avere un’ idea completa di cosa bisogna fare per incrementare le loro rispettive attività imprenditoriali.

Ferrara Sì Sposa, una location d’eccezione per tutte le novità del Wedding 2015

da: organizzatori

Sarà il Teatro Comunale ad ospitare la terza tappa della stagione 2014-2015 del Circuito Fiere Sì Sposa, la rassegna di prodotti e servizi per la cerimonia nuziale ideata da bussolaeventi. Momento clou, la serata di gala ad ingresso gratuito in programma sabato 11 alle ore 21.00. Ferrara ultima provincia in Emilia Romagna per matrimoni, ma il trend è in aumento

Secondo gli ultimi dati Istat, nel 2012 è Ferrara ad aggiudicarsi la maglia nera, tra le province emiliano romagnole, per numero di matrimoni celebrati (soltanto 942, il 7,4% di quelli regionali). Rispetto all’anno prima, secondo i dati Istat più recenti, la provincia ferrarese ha registrato un sensibile decremento delle unioni civili e di quelle religiose, pari al 7,9% del totale. Complessivamente sono quasi 8 su 100 i matrimoni che hanno visto impegnarsi un cittadino straniero, con una netta maggioranza di unioni tra uomini italiani e donne provenienti da altri paesi. Sono invece appena 16 le donne ferraresi che hanno scelto di convolare a nozze con compagni non italiani. Quasi il doppio, infine, il numero di matrimoni ufficiati con rito civile (600) di quelli celebrati con rito religioso (342). Ma i dati sui matrimoni in questo ultimo anno sono in controtendenza con un forte aumento, e c’è grande richiesta per tutto quello che riguarda il settore del Wedding.

Ferrara Sì Sposa, tutto per il giorno più bello
Una richiesta che potranno soddisfare tutti i futuri sposi di Ferrara e provincia il prossimo fine settimana, sabato 11 e domenica 12 ottobre, in occasione di Ferrara Sì Sposa, terza tappa della stagione 2014-2015 del Circuito Fiere Sì Sposa, rassegna di prodotti e servizi per la cerimonia nuziale in Emilia Romagna ideata e organizzata da bussolaeventi di Valerio Schonfeld. La manifestazione si svolgerà nella splendida cornice del Teatro Comunale proprio nel cuore del centro storico della città, entrambi i giorni dalle ore 10.00 alle ore 19.00 ad ingresso gratuito.

Il palco e le sale del ridotto del Teatro Comunale ospiteranno oltre 40 selezionati espositori provenienti da Ferrara, Bologna e Rovigo che presenteranno tutte le novità nell’ambito del Wedding 2015, per offrire alle coppie la possibilità di organizzare in un colpo solo tutti gli aspetti del momento più bello della loro vita: dai professionisti di servizi foto e video per creare un ricordo originale della giornata, agli esperti nell’organizzazione di eventi, dalle gioiellerie dove scegliere le fedi più adatte alle agenzie che propongono originali location, dai wedding planners a cui affidare in toto la pianificazione del matrimonio agli atelier specializzati in alta moda sposi e cerimonia.

Eventi speciali: serata di gala con sfilate, brindisi, musica dal vivo
E un trend che caratterizza da sempre le manifestazioni della rassegna Circuito Fiere Sì Sposa è quello delle sfilate, dove sia lei che lui possono ammirare dal vero sulla passerella gli abiti per il gran giorno. Ferrara Sì Sposa fa della sfilata di Alta Moda Sposi il momento clou della esclusiva serata di gala ad ingresso gratuito in programma sabato 11 alle ore 21.00 sul palco del Teatro Comunale: un appuntamento unico e raffinato, condotto da Roberto Ferrari e Corrado Boldi di StilEventi Group tra moda, musica, cabaret e… ventriloquismo!
E la musica dal vivo sarà il piacevole sottofondo che accompagnerà i visitatori della manifestazione durante i due giorni d’apertura.
Inoltre, sabato 11 alle ore 17.00, la storica azienda di Ferrara Orsatti Group proporrà un aperitivo con ottime ricette accompagnate da vini e spumanti selezionati, e per le coppie di futuri sposi l’iniziativa è gratis.

Una guida completa per gli sposi
Ferrara Sì Sposa sarà anche l’occasione per presentare la nuova edizione di Guida Sposi Emilia Romagna, un utile vademecum con oltre 300 schede informative e scontistiche esclusive relative a tutti i settori del Wedding per i futuri sposi distribuito gratuitamente, visibile e scaricabile anche sul portale www.guidasposi.it

Una tv dedicata al Wedding
La rassegna Circuito Fiere Sì Sposa comprende anche il canale tv appositamente dedicato Teleducato Wedding Channel visibile in tutta la regione sul canale 87 del digitale terrestre, e via web all’indirizzo www.teleducatoweddingchannel.tv . Nato da una sinergia tra bussolaeventi e Telemec Spa di Parma, il palinsesto propone programmi nuovi, esclusivi e divertenti interamente dedicati al mondo wedding: musica, viaggi di nozze, concorsi e wedding show talent, spose in forma, location da sogno, i consigli delle migliori wedding planner.

Istruzioni per l’uso
Ferrara Sì Sposa è in programma al Teatro Comunale – a Ferrara in corso Martiri della Libertà 5 – sabato 11 ottobre e domenica 12 ottobre dalle ore 10.00 alle ore 19.00. Ingresso gratuito.
Info su www.circuitosisposa.it e sulla pagina www.facebook.com/circuitofieresisposa

Tper

Servizio bus a Ferrara: in corso ritardi causa lavori

da: ufficio stampa Tper

A causa dei necessari lavori di manutenzione del ponte cavalca-ferrovia di via Bonzagni e via Trenti si registrano ritardi su tutte le corse di bus in transito in quell’area e sulle strade attigue.
Le linee urbane maggiormente interessate sono la 6 e la 7, ma gli effetti di un traffico veicolare più sostenuto verso direttrici alternative vanno a ripercuotersi anche su altre linee urbane e su diverse corse extraurbane, con ritardi non stimabili.
Tper si scusa con i passeggeri per i disagi che inevitabilmente potranno verificarsi per la durata dei lavori. Nel contempo, sta provvedendo ad affiggere informazioni alle fermate principali del servizio, a monitorare i transiti delle linee e ad adottare quegli interventi di gestione utili a garantire condizioni di servizio il più possibile regolari.
Le fermate urbane dotate di pannelli elettronici – già una ventina presenti in città – riportano le previsioni dei passaggi dei mezzi aggiornate in tempo reale, grazie al telecontrollo della flotta dei bus.

Happy Birthday Messisbugo! Lo storico locale ferrarese compie 17 anni

da: organizzatori

La grande “Famiglia” del Messisbugo è pronta a festeggiare!!! Venerdì 10 ottobre dalle 19.30 alle 2 al via la festa di compleanno dello storico locale ferrarese di via Carlo Mayr, 95.
17 candeline, simbolo di tanti anni di passione, di professionalità, di risate, di musica, di condivisione, amicizia, allegria, di persone che si sono fermate anche solo una volta tra le mura del covo della famiglia, di clienti affezionati, dei sorrisi e delle battute del titolare Michele Mazzanti, Michelone per tutti quelli che lo conoscono, e soprattutto 17 anni di ottimi servizi enogastronomici.
Ad aspettarvi per augurare tutti insieme Happy Birthday al Messisbugo, i cocktails e long drink preparati dalle mani esperte di Lucia Formigoni, Eleonora Mazzetti e Tea Vidoni dal Mestre, i ricchi e prelibati aperitivi culinari creati dal bravissimo Chef internazionale Marco Boni e da Matteo Zavatti, che ogni sera delizia tutti i clienti con le sue creazioni in cucina.
Il tutto accompagnato come sempre da ottima musica, grazie alle note della Deep House del Dj DeepSteve.
Una serata imperdibile, arricchita dalla collaborazione con GiMì, il nuovo negozio di abbigliamento femminile di via Carlo Mayr, 93, che proprio in questa occasione inaugurerà aprendo le sue porte a tutti coloro che desiderano dare un’occhiata a nuovi brand giovani e fashion e che eccezionalmente vestirà le barwomen del Messisbugo. Non solo. Los Cornetteros, storica cornetteria ferrarese, “tempio” di croissant, bomboloni, creme, cioccolato e dolci di ogni tipo, verso mezzanotte offrirà a tutti i presenti un assaggio dei suoi prelibati cornetti.
Avete registrato l’appuntamento in agenda? Venerdì 10 ottobre a partire dalle 19.30 consideratevi impegnati! Il Messisbugo vi aspetta per festeggiare insieme alla Famiglia un compleanno davvero speciale!!!

Martedì 14 ottobre il primo degli eventi in programma per “Apollo Arte e Cultura”

da: Ufficio Stampa Apollo Cinepark

Provate a pensare di poter ammirare opere d’arte rare e spettacolari di un museo famoso come l’Hermitage di Sanpietroburgo senza muovervi dalla vostra città… un sogno? Uno scherzo? Niente di tutto questo: l’Hermitage sbarca nelle sale cinematografiche dell’ Apollo Cinepark.
Martedì 14 ottobre, solo per un giorno, sarà possibile fare un viaggio nel tempo attraverso i tesori d’Arte, Storia e Cultura conservati al l’Hermitage di Sanpietroburgo. Per la prima volta nella storia il leggendario Museo rivela i suoi segreti in una visita esclusiva, in occasione del 250° anniversario della sua istituzione. Da palazzo Imperiale a Museo di Stato è una delle più grandi collezioni d’arte al mondo: un viaggio avvincente in un mondo nascosto per immergersi nella storia e scoprire meraviglie indimenticabili.
Un evento esclusivo: la proiezione del docufilm HERMITAGE 250° ANNIVERSARIO, con la regia di Margy Kinmonth, distribuito da Nexo Digital, è prevista in un solo spettacolo, alle ore 21.00, al costo di un normale biglietto… da museo.
L’evento si colloca nelle iniziative di “Apollo Arte e Cultura” per la stagione 2014-2015.

LA PROPOSTA
Sculture, arredi floreali e caffetteria per il Giardino delle duchesse

Basterebbe davvero poco. Poco per rendere il Giardino delle duchesse uno spazio piacevole e accogliente. Così è desolante. Ed è un peccato perché questo salotto verde in pieno centro storico è una chicca che ha pochi eguali nelle altre città d’arte. Ferrara lo ha riscoperto solo nel 2007, dopo secoli di abbandono, in occasione delle celebrazione per la Ferrara rinascimentale volute dalla giunta Sateriale. Ma per recuperare quello scrigno i Verdi si battevano già da vent’anni.
Le sporadiche aperture iniziali sono divenute via via sempre più frequenti nel corso di tutto l’anno per impulso dell’attuale Amministrazione. Vengono ospitate presentazioni di libri, incontri, spettacoli musicali, eventi ludici, commedie, iniziative enogastronomiche, la pista di pattinaggio sul ghiaccio, intrattenimento per bambini.

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Il Giardino delle duchesse visto dal cielo

Ma per quanto riguarda il decoro, poco si è fatto. Al di là di uno spelacchiato prato e di una gettata di ghiaia non si è andati. E pensare che in questo caso non servirebbe nemmeno un particolare investimento per rendere dignitoso e gradevole il luogo. Basterebbe qualche arredo floreale, magari neppure a carico del Comune, facendo appello (come avviene in tante altre realtà e talvolta anche Ferrara) a professionisti del settore: chiedendo ai vivaisti, per esempio, di allestire alcune aiuole, che conferirebbero vivacità all’ambiente e avrebbero per loro carattere promozionale. Magari esponendo anche sculture, opera d’arte, introducendo qualche elemento di arredo che rendesse il luogo meno triste e spoglio di quanto ora non sia.

Le cronache antiche citano splendide aiuole di bosso dai fantasiosi sviluppi, dovute all’abilità dei celeberrimi giardinieri estensi. Si menzionano alberi da frutto, piante medicinali e ornamentali ad abbellire un magnifico prato, dove le duchesse (da Eleonora d’Aragona a Margherita Gonzaga) trovavano quiete e refrigerio nelle calde giornate d’estate.
Il Giardino delle duchesse fu realizzato tra il 1473 ed il 1481 nell’ambito delle trasformazioni del palazzo ducale volute da Ercole I d’Este. Era dotato di una mitizzata fontana dorata e viene descritto come luogo paradisiaco circondato da bellissimi loggiati.

Quello spazio verde, un tempo riservato al ristoro del duca e della corte, è ora un patrimonio pubblico che merita di poter essere goduto appieno, in tutta la sua bellezza.

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Edificio attualmente adibito a magazzino

Sette anni fa, duranti i lavori di recupero dell’area che si presentava come incolta sterpaglia, venne estirpato qualche albero e incomprensibilmente demolita una graziosa minuscola cappelletta ottocentesca. E’ rimasto però un vecchio edificio in mattoni, attualmente utilizzato come ricovero di attrezzi e magazzino comunale. Potrebbe essere trasformato in un locale pubblico di ospitalità, con caffetteria e magari un piccolo bookshop o uno spazio multimediale, analogamente a quanto si è fatto con gradevole effetto nel giardino un tempo trascurato di palazzo Schifanoia, ora rifiorito come luogo di sosta e intrattenimento.

 

 

L’OPINIONE
Ascolto, partecipazione e democrazia

Per chi avesse ancora dei dubbi sul significato dei termini “Campagna di ascolto e di consultazione” relativi alla “Buona Scuola” di Matteo Renzi, consiglio di visionare la puntata del videoforum organizzato da Repubblica tv [vedi], a cui ha partecipato il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini. Si ottiene la conferma che la “Buona Scuola” sia una proposta di riforma aperta… ma solo ai commenti e non alle proposte!
Ovvero… chiunque è libero di commentare sul sito le idee espresse dal premier ma né il ministro né il presidente del Consiglio si faranno influenzare dalle sollecitazioni ricevute.
È la democrazia diffeRENZIata, baby!
Ovvero… il governo presenta un’idea, lascia che gli altri si esprimano (non importa dove, come ed in quanti lo faranno) e scaduti i termini annuncerà trionfalmente che la sua idea (che non verrà affatto cambiata) diventerà legge in forza dei commenti positivi ricevuti (l’operazione on-line è talmente poco trasparente che chi gestisce quel sito sa bene come fare per arrivare a quel che vuol dimostrare).
Dalla visione del filmato si ricava anche un’altra certezza: il Ministro dell’Istruzione non conosce affatto la Legge di Iniziativa Popolare per una Buona Scuola per la Repubblica!
Se ne ricava quindi che, di fronte all’ignoranza di chi amministra e alla presunzione di chi propaganda, l’unica possibilità di cambiamento continua ad essere quella che parte dal basso cioè da ciascuno di noi.
Ovvero… possiamo discutere della Lip negli organi collegiali, nelle assemblee, nelle riunioni, negli incontri politici e sindacali ed in tutte le altre occasioni utili per richiamare l’attenzione su questo disegno di legge, già presentato al Senato in agosto e alla Camera in settembre, dal titolo: “Norme generali sul sistema educativo d’istruzione statale nella scuola di base e nella scuola superiore. Definizione dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di nidi d’infanzia“.
In pratica, una prima risposta è quella di organizzare dibattiti e proporre confronti fra la Buona Scuola di Matteo Renzi e la Legge di Iniziativa Popolare per una Buona Scuola per la Repubblica.
Qualcuno non sarà contento, certi boicotteranno, altri si disinteresseranno ma gli interessati parteciperanno ed è soltanto attraverso la vera partecipazione che ci può essere vero ascolto quindi vera democrazia.

Vedi il filmato sotto per avere conferma di quanto affermato [clic]

Rosi Braidotti fra tardo capitalismo, etica e resistenza

Quando si pensa alla “filosofia” solitamente la si identifica con una disciplina accademica, occupata di qualche questione oscura di metafisica, logica o qualsivoglia altra problematica potenzialmente separata se non addirittura drammaticamente lontana dalla realtà. Insomma, una sorta di incredibile lusso intellettuale che privilegerebbe i privilegiati tra i già privilegiati stati occidentali.
Non è di questa filosofia bensì di una moderna se non “postmoderna” critica dell’ideologia (Ideologiekritik) che si fa appassionata alfiere la filosofa femminista Rosi Braidotti, star degli “studi di genere” e volitiva assertrice di una nuova “filosofia impegnata” che smetta di orientarsi al passato, di occuparsi di “filosofi morti,” piuttosto che accetti di affrontare ciò che si chiamava una volta “lo spirito del tempo.”

Come ha eloquentemente sostenuto in una gremitissima lezione di filosofia presso il berlinese Institute for Cultural Inquiry (Ici Berlin), è tempo che la filosofia assuma su di sé compito di analizzare, esaminare e infine giudicare l’evoluzione del “tardo capitalismo” che non è solamente l’ultima versione del capitalismo di marxiana memoria bensì una vera e propria “mutazione” rispetto al capitalismo classico. Non diversamente da ciò che nel film Matrix si chiamava (riferendosi all'”umanità”) un virus che si espande esaurendo le risorse vitali? Braidotti descrive il “tardo capitalismo” come una mutazione letale del capitalismo classico che ovvero non tende più semplicemente allo sfruttamento dell’uomo per il profitto ma allo sfruttamento di ogni forma vitale secondo una varietà di formulazioni politiche ed economiche che declinano il concetto foucaultiano di “biopotere” in termini piuttosto tenebrosi: un capitalismo che avanza implacabile come un bulldozer, ovvero come una macchina che non ha più uno scopo se non se stessa, quindi un complesso volitivo di potere e desiderio (un altro punto centrale della biopolitica di Foucault) che potenzialmente tende allo sfruttamento totale e definitivo di ogni risorsa vitale e ambientale arrivando addirittura a produrre “nuove forme vitali” in vitro, in laboratorio.

Rispetto a questa diagnosi alquanto sconfortante della postmodernità, Rosi Braidotti oppone una “soggettività nomade” che non è semplicemente una “teoria filosofica” (Rosi Braidotti direbbe: “una metafora”) bensì una autentica pratica vitale che si oppone a ciò che Spinoza (il vero eroe del pensiero nomade) chiamava il vero male etico: il nichilismo maniaco-depressivo che nulla sia possibile se non ciò che è effettivamente dato nel qui è ora – ovvero un presente dominato da desideri inconsci manipolati se non inculcati dalle multinazionali del “tardo capitalismo” come consumo, shopping, tecnolgIa e così via.

Al contrario, Rosi Braidotti invoca una filosofia che impropriamente si potrebbe chiamare una “psicoanalisi della filosofia” cioè una pratica di pensiero che sia da un lato un inno alla vita e dall’altro una firma di resistenza contro ciò che il “tardo capitalismo” costruisce, produce e inculca in modo cieco.

La psicoanalisi a cui Braidotti pensa è sopratutto quella di Jacques Lacan – che ammette che l’inconscio sia effettivamente, per ragioni strutturali, un amalgama linguistico indecifrabile se non in minima parte ma allo stesso tempo ritiene che una via d’uscita sia da individuare nella capacità di negoziare con l’inconscio appunto rinunciando ad una soggettività costruita su stereotipi e aspettative “maschiliste,” “patriarcali,” è così via – aprendosi invece ad una soggettività nomade: cioè la consapevolezza che siamo infranti, plurilingui, multipli e plurali.

Si tratta di un aggiornamento della tradizionale critica dell’ideologia che richiede la capacità di estraniarsi dalla “realtà” quanto basta per poter gettare uno sguardo critico su ciò che ci circonda: una realtà di cui il tardo capitalismo rappresenta solo una delle possibili varietà. Contro questa Braidotti propugna una filosofia che sia fondata su due pilastri concettuali: resistenza (al tardo capitalismo) e etica (del dono contro l’etica del profitto). Diversamente dai post strutturalisti francesi come Derrida e Lacan, questo impegno etico non vivrebbe in una sorta di malinconica rassegnazione per un’alterità (politica e culturale) che non si “incarnerà” mai effettivamente in questo presente bensì una vigorosa affermazione di sé, seguendo il riso omerico di Nietzsche così come la filosofia di Deleuze e Guattari. Sarebbe quindi in questo l’aspetto più “affermativo” cioè “positivo” o “creativo” di questo pensiero nomade.

Eppure nonostante l’incredibile energia dialettica e argomentativa di Rosi Braidotti non si può mancare di osservare che il tardo capitalismo, per quanto efficace e “globalizzato” perché impone meccaniche produttive sfruttatrici, sia tuttavia ancora una forma politica e sociale per i privilegiati dei privilegiati dei privilegiati – mentre il resto dell’umanità soffre di condizioni di vita che potremmo appena definire premoderne.

IL RICORDO
Vajont, quell’onda
che ancora ci travolge

di Alessandro Oliva

Nove ottobre 2014: una data che ci riporta a una tragedia che ancora oggi è in grado di scatenare dolore, rabbia e sofferenza. Sono passati cinquantun anni dal disastro del Vajont. Catastrofe epocale su cui pesano oltre duemila morti e la distruzione di interi paesi, sciagura terribile che ha goduto di momenti di notorietà e oblio, il Vajont è una ferita insanabile per la cui memoria si è lottato e si continua a combattere. Lo ha fatto per prima Tina Merlin, la battagliera cronista dell’Unità, e poi hanno portato il loro solido contributo Marco Paolini e Renzo Martinelli, per giungere infine a Mauro Corona con la sua “La voce degli uomini freddi”.

La storia di questa tragedia annunciata è molto lunga e non si è ancora conclusa. Comincia con il progetto di un’ ambiziosa società idroelettrica, la Sade, che decide di costruire un’enorme diga nella valle del Vajont, tra Veneto e Friuli, nonostante si palesino rischi sempre più evidenti, e si trascina ancora oggi negli echi e nei segni tangibili delle ricostruzioni,delle cause civili e penali e degli esodi. Nel mezzo, alle 22,39 del 9 ottobre 1963, una catastrofe con oltre duemila vittime, uccise dall’onda assassina nata dalla titanica frana del monte Toc nel bacino della diga.

Le operazioni per tenere in vita il ricordo di questo disastro si ripetono ormai annualmente, in forma istituzionale e spontanea. Ci sono eventi, manifestazioni e commemorazioni, escono libri e film, flussi turisitici sempre più consistenti si recano sul luogo del disastro. Nonostante l’ignoranza di molti, i rari accenni nei libri di storia e l’occultamento passato della vicenda, troppo scomoda per gente troppo importante, il Vajont sembra dunque pian piano consolidarsi nella memoria collettiva. E’ importante, benché i rischi siano molteplici. Innanzitutto, nella crescente mole di contributi e commemorazioni, quello di una sua omologazione e “anniversarizzazione”, ”ovvero il ricordare limitatamente a una data e a un’occasione commemorativa mettendo in luce solo certi aspetti, magari quelli emotivi, adombrando i presupposti e la vera natura della tragedia. In secondo luogo e conseguentemente, la mancanza di ricadute pratiche, sociali e concrete.
E’ bene dunque che si esca dal silenzio di un ricordo relegato a una dimensione locale, ma non perdendo di vista cosa fu realmente il Vajont. E perché.

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La diga del Vajont

L’essenza del disastro si colloca infatti dietro agli avvenimenti, dietro alla fiancata di montagna che precipita nel lago artificiale della diga, scatenando un’onda di morte e devastazione. Fu una tragedia verificatasi, come dichiara Maurizio Rebershack, in senso greco, cioè di responsabilità pienamente umana, culmine di un processo di soprusi e prevaricazioni imposto dalla Sade con la collusione dello Stato; fu uno degli esempi più terribili dell’avidità e degli uomini, disposti a negare un fallimento e il pericolo sempre più evidente e arrivare a sacrificare duemila anime soltanto per il profitto, per mantenere la propria credibilità e affermare con sicurezza di poter dominare la natura; fu un periodo, un percorso lungo e difficile segnato dalla necessità di ricostruire, di fare giustizia, di andarsene, di emigrare e abbandonare la propria casa; fu il perfetto ritratto di una nazione infetta e corrotta; fu, infine, anche una sciagura destinata a ripetersi: come non poter pensare alla negligenza nella frana di Stava (1985, 268 vittime), all’incoscienza nell’alluvione di Sarno e Quindici (1998, 160 vittime) e non riuscire notare gli inquietanti parallelismi con il terremoto dell’ Aquila, (2009, 309 vittime)…

Tutte queste catastrofi hanno in comune la prevedibilità, l’irresponsabilità, l’imprudenza, una visione limitata e una totale e sconvolgente mancanza di coscienza e apprendimento da parte del passato. Che cosa ci ha insegnato allora il Vajont, concretamente? A quanto pare, ben poco. Politici, tecnici, scienziati e consulenti sembrano non aver ancora imparato la lezione, continuando a credere di poter plasmare la natura e il mondo a loro piacimento, a discapito dei notevoli rischi. E noi, noi comuni cittadini, che cosa abbiamo appreso? Marco Paolini, autore del “Racconto del Vajont”, afferma nell’introduzione all’ultima edizione, intitolata “Il Vajont e l’Aquila, due tragedie parallele”, che in questi casi le responsabilità si ampliano, non si può solamente puntare un dito d’accusa o ricorrere al vittimismo. Ogni scelta e ogni azione che impatta sul nostro ambiente ci coinvolge; siamo responsabili di ciò che ci circonda e dobbiamo imparare a prendercene cura e a lottare per esso.

Il mondo sta cambiando. Lo percepiamo, ma lo stiamo anche capendo? Ne siamo pienamente consapevoli? Consumiamo risorse naturali che ci hanno detto essere limitate, assistiamo a azioni distruttive del territorio, deforestazione, cambiamenti climatici, siccità, terremoti, inondazioni e frane, ma preferiamo occuparci di rischi e rendimenti finanziari. Intanto però stanno crescendo i conflitti ambientali, al cui interno procrastinano la mancanza di dialogo, la poca informazione, le scarse competenze, ma anche gli interessi economici, l’iniqua distribuzione di vantaggi per pochi e di svantaggi per molti che sono costretti a subire. Le ricadute ovviamente sono anche economiche, sociali, e tecniche.

Che cosa ci può insegnare allora il Vajont? Per citare nuovamente Paolini, a farci un nodo al fazzoletto, a prendere coscienza di un capitolo buio e maturare dei bisogni per una storia più luminosa: di fiducia, di trasparenza, di qualità, di sicurezza, di rispetto ambientale, di prevenzione e di certificazione; soprattutto, di coscienza civica come valore fondamentale, di un vero e proprio sentimento civile che ci porti, nel nostro quotidiano, a diventare responsabili per la collettività e in quanto collettività. Per questo giocherà un ruolo fondamentale il concorso, lanciato quest’anno, denominato «Vajont 50+ – Il mio Vajont», destinato a coinvolgere le scuole medie e superiori di tutta Italia, in modo da dare il via a una serie di riflessioni sulla tragedia: perché nulla è più pericoloso della nostra indifferenza.

LA STORIA
Gli anni del vinile:
c’era una volta Rca Italia

Nel secondo dopoguerra la Rca (Radio Corporation of America), con sede a New York, era una delle più importanti case discografiche degli Stati Uniti; fondata nel 1919 come compagnia radiofonica, nel 1929 aveva acquistato la Victor Talking Machine Company, entrando così nel mercato discografico.
Nel 1949, Frank M. Folsom, vice presidente della RCA Victor, fu ricevuto in udienza privata da Papa Pio XII, il quale in ricordo dei bombardamenti americani che colpirono il quartiere di San Lorenzo, gli chiese l’installazione di una fabbrica nel borgo romano. La società americana, già decisa ad aprire uno stabilimento in Italia, dopo quell’incontro scelse Roma come sede, inizialmente vicino a Villa Borghese e, nel 1951, al Km 12 della via Tiburtina.

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Sede Rca Italia in via Tiburtina

I primi anni furono stampati per lo più dischi di provenienza dalla Rca statunitense, (Elvis Presley e Harry Belafonte in primis), anche perché la casa madre non era interessata a promuovere più di tanto gli artisti italiani; le poche registrazioni di quegli anni riguardavano Domenico Modugno, Nilla Pizzi e Katyna Ranieri.
Alla fine del 1954 la casa madre propose di chiudere la sede romana, il cui bilancio era in perdita. Papa Pio XII incaricò Ennio Melis, uno dei suoi segretari laici, di verificare lo stato dell’azienda.

Melis, che affidò l’amministrazione a Giuseppe Ornato, vide nell’azienda un enorme potenziale, questa intuizione lo portò a diventare il responsabile della politica intrapresa dalla RCA Italiana nei 30 anni successivi. Per molti aspetti la visione di Melis ricorda quella di Enrico Mattei con l’Agip.

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Harri Bellafonte

Le prime decisioni furono di portare tutta la produzione sui 45 giri, abbandonando il 78 giri, trasferire studi e uffici presso lo stabilimento di via Tiburtina e scegliere Vincenzo Micocci come direttore artistico. I due promossero la costruzione di nuovi studi di registrazione e l’assunzione di giovani e promettenti musicisti, tra cui Ennio Morricone e Luis Enriquez Bacalov. I primi cantanti ingaggiati furono i famosi “quattro moschettieri”: Nico Fidenco, Gianni Meccia (per lui Melis, con Micocci, coniò il termine “cantautore”), Jimmy Fontana ed Edoardo Vianello. Nello stesso anno il direttore artistico mise sotto contratto Rita Pavone e Gianni Morandi, che negli anni successivi dominarono le classifiche di vendita.
Negli anni successivi la RCA ingaggiò come direttore artistico Nanni Ricordi, che portò in “dote” artisti quali Sergio Endrigo, Gino Paoli, Luigi Tenco ed Enzo Jannacci. In quel periodo la RCA Italiana divenne la casa discografica leader per le vendite, grazie ai successi dei cantautori e di Gianni Morandi e Rita Pavone, abbinando quindi la canzone d’autore a quella di consumo.

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La sede di Via Tiburtina non era soltanto il luogo degli uffici, delle registrazioni e della
stampa dei dischi, si trattava di una vera e propria “cittadella della cultura”. Il bar della RCA è stato il salotto “temporaneo” in cui, per tanti anni, è passata tutta la cultura italiana.Tra i tanti frequentatori: Pier Paolo Pasolini, Arthur Rubinstein, John Huston, Vittorio De Sica, Sergio Leone, Luigi Magni, Ettore Scola, Giuseppe Patroni Griffi, Pasquale Festa Campanile, Elio Petri, Dario Argento, Alberto Sordi e Alberto Moravia. Un altro importante luogo di ritrovo è stato il “Cenacolo”, una sorta di campus situato in via Nomentana.
Il successo dei dischi degli anni ‘60 fu spesso dovuto agli arrangiamenti di Morricone e Bacalov, che non si limitavano all’orchestrazione, ma cercavano nuove sonorità ed effetti, inoltre, un ruolo importante lo ebbe anche la tecnologia, notevolmente all’avanguardia per quell’epoca.

Gli anni settanta continuarono con i grandi successi dei cantautori e dei nuovi cantanti, tra i tanti nomi citiamo Lucio Dalla, Claudio Baglioni, Ivano Fossati, Renato Zero, Gabriella Ferri, Nicola di Bari, Fiorella Mannoia, Nada, Riccardo Cocciante, Schola Cantorum, Angelo Branduardi, Stefano Rosso, Anna Oxa, Ron, Antonello Venditti, Francesco De Gregori e Rino Gaetano. Venne anche stipulato un accordo per la distribuzione della Numero Uno, la casa discografica di Mogol e Lucio Battisti, che produceva anche Formula 3, Bruno Lauzi e la PFM.

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In quegli anni si ebbe un primo periodo di crisi economica, dovuto al calo del mercato discografico italiano e a una serie di errori, tra cui il flop delle cassette Stereo 8, imposto dalla casa madre. Nel 1978 la RCA perse Baglioni e Venditti e alcuni cantanti non raggiunsero gli obiettivi di vendita previsti.

Negli anni 80 altri artisti lasciarono la Rca (tra questi Paolo Conte, Francesco De Gregori e Ivano Fossati) e non furono ingaggiati personaggi di rilievo, una delle rare eccezioni fu Luca Carboni. Nel 1983, avendo saputo che la Bmg Ariola era interessata all’acquisto della RCA e che quindi si doveva ridurre il personale (da 600 a 200 dipendenti), Melis decide di lasciare l’azienda.

Gli edifici della sede storica di Via Tiburtina sono stati in parte trasformati, sopravvivano quelli che furono gli studi di registrazione (già drasticamente ridotti negli anni ’80, dopo l’uscita di Melis), la palazzina dirigenti, il magazzino e pochi altri. Questi palazzi sono oggi utilizzati come magazzini per ditte di abbigliamento e calzature.
L’idea di realizzare un museo sta diventando sempre più sentita e a nostro avviso anche dovuta.

IMMAGINARIO
Sagra dell’anguilla
La foto di oggi…

La chiamano la “regina delle valli” e a questo pesce nomade di laguna è dedicata la Sagra dell’anguilla, a Comacchio per la 16a edizione. Nella piccola capitale del Delta due settimane di dimostrazioni di pesca in valle, pesce allo spiedo negli storici camini della Manifattura dei Marinati, escursioni e gare in barca nei canali cittadini. Con cene a tema, lezioni di cucina e degustazioni guidate dei vini ‘doc delle sabbie’. Fino a domenica 12 ottobre. (Giorgia Mazzotti)

OGGI – IMMAGINARIO EVENTI

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Anguilla protagonista a Comacchio (foto di SUSI CRISTIANA BONAZZA)

Ogni giorno immagini rappresentative di Ferrara in tutti i suoi molteplici aspetti, in tutte le sue varie sfaccettature. Foto o video di vita quotidiana, di ordinaria e straordinaria umanità, che raccontano la città, i suoi abitanti, le sue vicende, il paesaggio, la natura…

[clic sulla foto per ingrandirla]