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Giorno: 21 Ottobre 2014

Torna l’hip hop ad Area Giovani

da: Area Giovani, Comune di Ferrara

“Open your mind” – sabato 26 ottobre l’evento organizzato dalla Kebab Flawa Crew

Torna l’hip hop ad Area Giovani, il centro comunale di via Labriola 11.
Si terrà sabato 26 ottobre “Open your mind”, la festa organizzata presso il centro comunale dai ragazzi della Kebab Flawa Crew, per festeggiare il sesto compleanno del gruppo.
Dalle 15 in poi la consolle – con due giradischi – sarà a disposizione di chi vorrà mettersi alla prova come deejay, il microfono sarà aperto agli mc. Chi ha voglia di ballare troverà spazio per esprimersi e i più competitivi potranno sfidarsi in una “battle” che verrà definita a sorpresa.
I writers avranno a disposizione le pareti esterne della struttura per lasciare la loro impronta con bombolette e pittura colorata.
L’ingresso alla festa – durante il quale saranno allestiti anche mercatini musicali per lo scambio dei dischi – è aperto a tutti.
“La jam del 26 sarà l’occasione per tutti gli appassionati della cultura hip hop per ritrovarsi, ballare, ascoltare buona musica e divertirsi” commenta Mattkilla, ballerino e deejay che da sempre collabora nell’organizzazione di queste iniziative, il quale invita tutti gli aspiranti b-boy agli allenamenti di danza che si svolgono regolarmente presso Area Giovani il martedì e il venerdì pomeriggio, dalle 16 alle 18, e il mercoledì e giovedì sera dalle 21 alle 23.

Per informazioni è possibile rivolgersi al centro Area Giovani, afferente al servizio politiche giovanili del Comune di Ferrara, telefonando al numero 0532 900380, oppure scrivendo all’indirizzo area giovani@edu.comune.fe.it

Coldiretti: l’inganno arriva con i “furbetti del prosciuttino”

da: ufficio stampa Coldiretti

Nella nostra regione chiudono 3 stalle su 4 ma l’industria alimentare vuole prosciutti senza carne di maiale, con più aromi e più acqua. Un colpo basso per produttori e consumatori.

Mentre negli ultimi dieci anni in Emilia Romagna hanno chiuso tre stalle di maiali su quattro e proprio gli allevatori suinicoli sono tra i più danneggiati dalle importazioni di carni per fare prosciutti spacciati poi per made in Italy, va in scena il tentativo di sdoganare per decreto il prosciutto senza carne di maiale, ma con aggiunto di acqua e aromi chimici.
È il commento di Coldiretti Emilia Romagna alle dichiarazioni di Assica, associazione industriali delleCarni e dei Salumi, scesa in campo per difendere l’indifendibile decreto che va a colpire gli allevatori italiani e li mette in difficoltà ancor più di quanto non facciano le importazioni di cosce di maiali stranieri.
“I nostri allevamenti – ha detto il presidente di Coldiretti Emilia Romagna, Mauro Tonello – sono già in difficoltà per le importazioni di carne a basso costo e di scarsa qualità esalubrità, come dimostra la recente denuncia dei giornali tedeschi sull’uso massiccio degli antibiotici in Germania. Questo ulteriore colpo basso finirà con l’accentuare la mancanza di trasparenza, confondendo il consumatore ecostringendo i nostri allevamenti a chiudere. In questo modo i furbetti nostrani del prosciuttino si mettono sullo stesso piano delle industrie straniere che al Salone internazionale dell’Alimentazione di Parigi hanno portato sette prodotti con nomi che richiamano il Parmigiano Reggiano, prodotto simbolo del made in Italy”.
Per il direttore regionale di Coldiretti, Marco Allaria Olivieri, “sostenere una politica che riduce i parametri di qualità dei nostri prodotti più tradizionali significa non solo abbattere il livello di competitività del Made in Italy sui mercati nazionali ed esteri, ma anche attentare alle garanzie di scelta informata dei consumatori e al futuro degli allevatori italiani. Ricordiamo alle Istituzioni – continua il direttore – che il vero Made in Italy non è un filone aurifero inesauribile, ma va invece difeso e protetto con cura maniacale nell’interesse dell’economia, del lavoro e della qualità della vita del Paese”.
In Emilia Romagna – ricorda Coldiretti – tra il 2000 e il 2010 gli allevamenti di maiali sono passati da 4.438 a 1.179 con un calo del 73%, mentre i capi allevati sono passati da 1.555.000 a 1.247.000 con un calo del 20%. Solo tra il 2011 e il 2012 nella nostra regione abbiamo prodotto 12 mila tonnellate di carni di maiale in meno, mettendo a rischio la produzione di salumi Dop e Igp come il prosciutto di Parma, il culatello di Zibello, i salumi piacentini, i cotechini e gli zamponi.

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Sistema di qualità dei servizi educativi, la Regione assegna 300 mila euro alle Province per avviare il percorso di accreditamento dei servizi per la prima infanzia

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Si apre la fase di applicazione delle Linee guida per la valutazione della qualità dei servizi educativi per la prima infanzia, che coinvolgerà una quota significativa di servizi educativi da 0 a 3 anni in tutto il territorio regionale. La Regione ha infatti diffuso le modalità di auto ed etero valutazione della qualità dei servizi che in tre anni permetterà di mettere a regime il sistema di valutazione del settore. Per sostenere la fase attuativa delle Linee guida per il 2014/2015 la Regione ha assegnato un finanziamento di 300 mila euro alle Province, risorse che saranno utilizzate per la formazione dei coordinatori pedagogici già presenti sui territori.
I servizi per l’infanzia sono il fiore all’occhiello del sistema educativo e sociale dell’Emilia-Romagna. La legge che li regola (Legge 1/2001 ‘Norme in materia di servizi educativi per la prima infanzia’) è stata aggiornata con la Legge 6 del 2012, per adattare la normativa al contesto sociale trasformato negli anni, dalla composizione delle famiglie ai cambiamenti in ambito lavorativo, alla crisi economica che spesso ha messo in discussione le scelte delle famiglie anche in ambito educativo. Sempre del 2012 è la Direttiva regionale sui requisiti strutturali e organizzativi. Con l’emanazione delle ‘Linee guida per la predisposizione del progetto pedagogico e della metodologia di valutazione nei servizi educativi per la prima infanzia’ (2012), la Regione ha avviato un processo che ha coinvolto i territori provinciali, i Coordinamenti pedagogici provinciali (Cpp), i servizi, i coordinatori pedagogici, il personale educativo e non. La sperimentazione delle Linee guida prevede ora una serie di azioni per l’adozione di strumenti e metodologie di valutazione del servizio per adeguarlo alle direttive regionali, all’interno di un impianto che prevede momenti di auto-eterovalutazione volti a sostenere la funzione formativa della valutazione stessa. Alla fine del percorso sarà formulato un documento che, oltre a contenere gli esiti della prima applicazione, costituirà una proposta di percorso di accreditamento.

Comune di Ferrara, tutti i comunicati del 21 ottobre

da: ufficio stampa Comune di Ferrara

La newsletter del 21 ottobre 2014
BIBLIOTECA ARIOSTEA – Mercoledì 22 ottobre alle 17 alla sala Agnelli
Giovanni Tufano musica e interpreta le ‘Poesie’ di Raffaele Viviani
21-10-2014

E’ dedicato a “Umanità e poesia di Raffaele Viviani” l’appuntamento per il ciclo “Poesia in Musica” in programma mercoledì 22 ottobre alle 17 alla sala Agnelli della Biblioteca Ariostea (via Scienze 17). Nel corso dell’incontro Giovanni Tufano (voce, chitarra) musica e interpreta le “Poesie” di Raffaele Viviani (Guida, 1990)

LA SCHEDA (a cura degli organizzatori) – La fame è il tema che pervade tutta l’opera di Raffaele Viviani (Castellammare di Stabia 1888 – Napoli 1950) attore, commediografo, compositore, poeta e scrittore. Una fame che si riflette nel tipo ritratto, nella scenetta comica, nella poesia, nel canto. Protagonista è la Napoli tra le due guerre, ma senza aspetti oleografici, luoghi comuni o false consolazioni; una città enorme, tribolata, che vive di notte, nei caffè, nei vicoli, nelle stazioni, al porto. Una città dove la fame costringe a lottare: “La lotta mi ha reso lottatore. Dicendo lotta intendo parlare, si capisce, non di quella greco-romana che fa bene ai muscoli e stimola l’appetito, ma di quella sorda, quotidiana, spietata, implacabile che ogni giorno si è costretti a sostenere…” (Raffaele Viviani, Dalla Vita alle scene)
Giovanni Tufano, laureato al DAMS di Bologna, ha studiato al conservatorio di Avellino (chitarra) e di Ferrara (percussioni). Svolge attività di ricerca nel campo delle tradizioni narrative e musicali della Campania e del teatro musicale del ‘500. Dal 1991 tiene concerti in Italia e in Europa con diversi ensemble di musica antica, popolare ed etnica. Nel 1997 ha partecipato al corso di Commedia dell’Arte tenuto da Antonio Fava nella Scuola Internazionale per Attore Comico di Reggio Emilia. Ha collaborato con l’Ensemble Vicenza e La Piccionaia (Vi), con il Gibus teatro (Bo), con il Teatro Instabile Urga (Fe) e con l’attrice regista Alessia Passarelli.

ASSESSORATO ALLO SPORT – Domenica 26 ottobre alle 9.30 partenza da via Braghini
Con Uisp a Pontelagoscuro la mezza maratona ‘Memorial Cardinelli’ alla 37.a edizione
21-10-2014

Domenica 26 ottobre il podismo popolare e di qualità si ritroverà a Pontelagoscuro dove alle 9.30 prenderà il via la 37.a edizione del ‘Memorial Mario Cardinelli’ di mezza maratona. La tradizionale manifestazione è promossa dall’Uisp provinciale con il patrocinio del Comune e della Provincia di Ferrara e la collaborazione di diverse realtà associazionistiche di Barco, Pontelagoscuro e Francolino. L’iniziativa è stata illustrata questa mattina in Municipio alla presenza dell’assessore allo Sport e del dirigente Fausto Molinari del Comune di Ferrara, dalla vice presidente di Uisp provinciale Paola Bottoni e del presidente della Lega Atletica Uisp Ferrara Gianluigi Fregnani.

Il circuito della gara, modificato lo scorso anno a causa dei lavori in via Lavezzola, torna al tracciato originario. Dopo la partenza da via Braghini raggiunge infatti il Parco Urbano Bassani, tocca via Gramicia, via Calzolai e via Lavezzola per risalire sulla destra Po e far ritorno al punto di partenza. Nel corso della giornata, oltre alla classica mezza Maratona (Km. 21,097) si svolgeranno una camminata non competitiva per tutti di Km. 6 e due tracciati di minipodistica di 2mila e di 500 metri per i giovanissimi. Complessivamente sono attesi oltre 800 partecipanti (di cui circa la metà per la gara principale). Il ritrovo è fissato per le 8 al Centro di Solidarietà sociale “Il Quadrifoglio” in viale Savonuzzi 54 a Pontelagoscuro.

Per la 37.a edizione della manifestazione sulla maglietta ricordo donata a tutti i partecipanti è raffigurata come di consueto una veduta della storica Pontelagoscuro: quest’anno la scelta è caduta su via Coperta con la facciata del ristorante Eridano edificata nel 1648.

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(Comunicato a cura di Uisp Ferrara)

È tutto a punto per il trentasettesimo Memorial Mario Cardinelli, la mezza maratona Uisp che partirà domenica 26 ottobre da Pontelagoscuro, in provincia di Ferrara.

Questa mattina (martedì 21 ottobre 2014) si è svolta la conferenza stampa presso la Sala Arengo della Residenza Municipale alla presenza di Simone Merli (Assessore allo Sport) , Fausto Molinari (Ufficio Sport Comune di Ferrara), Gianluigi Fregnani (Presidente Lega Atletica Uisp Ferrara), Paola Bottoni (Vicepresidente Uisp Ferrara) e Maurizio Mazzanti (Giudice Lega Atletica Uisp Ferrara).

Fiore all’occhiello dell’atletica ferrarese, il Memorial Cardinelli rappresenta la chiusura del campionato provinciale di mezza maratona, dopo le gare di San Bartolomeo (12 gennaio) e Fiscaglia (12 ottobre). Nonostante l’impegno atletico richiesto dai 21 km del percorso, la mezza maratona di Pontelagoscuro è sempre in grado di coinvolgere grandi numeri (quasi 1.000 i partecipanti dell’anno scorso). Come da tradizione, partenza e arrivo avverranno nella cornice di piazza Buozzi. Il percorso, messo a punto dall’organizzazione del gruppo giudici della Lega atletica leggera Uisp, abbraccia il parco urbano Giorgio Bassani e, idealmente, la vasta zona dell’antico Barchetto, riserva di caccia degli Este, toccando anche le frazioni di Malborghetto e Francolino. Un percorso complesso, reso possibile grazie alla collaborazione del centro di promozione sociale Quadrifoglio, della Circoscrizione 3, della parrocchia di Pontelagoscuro, delle Pro loco di Pontelagoscuro e di Francolino.

Come ogni anno, il Cardinelli indossa una nuova maglietta, riportante un’immagine d’epoca di Pontelagoscuro, a conferma della stretta relazione del podismo con il territorio e la sua storia. Per l’edizione numero 37 è stato scelto un fotogramma del 1937 che ritrae la facciata della via Coperta, un lungo porticato, edificato nel 1648 per consentire lo stoccaggio delle merci che all’epoca risalivano il Po per essere smerciate nella Bassa padana. Nei secoli la via Coperta si è trasformata in una vera e propria galleria di botteghe in cui pulsava la vita commerciale del borgo.

Nella manifestazione, oltre alla classica mezza maratona, si svolgeranno una camminata non competitiva per tutti di 6 km e due tracciati di minipodistica di 2.000 metri e 500 metri per i giovanissimi. Gli atleti sul podio maschile dell’anno scorso sono stati: Mohamed Hajjy, Massimo Tocchio e Haoul Abderazak. Per quanto riguarda la classifica femminile: l’ultramaratoneta ferrarese Marina Zanardi, l’atleta della provincia di Rieti Elsa Farris e Romina Fiorini.

MOSTRA A PALAZZO MUNICIPALE – Inaugurazione sabato 25 ottobre alle 10.30 nel Salone d’Onore
Grafica pubblicitaria e oggetti rari nella Ferrara del ‘900. La collezione Cavallaroni
21-10-2014

[Nella foto: (da sinistra) Alberto Cavallaroni e Francesco Scafuri durante la presentazione della mostra in residenza municipale svoltasi martedì 21 ottobre 2014]

E’ stata presentata questa mattina, martedì 21 ottobre nella sala Arazzi della residenza municipale, la mostra dal titolo ‘Grafica pubblicitaria e oggetti rari nella Ferrara del 900′, organizzata dal Comune di Ferrara (Ufficio Ricerche Storiche in collaborazione con le Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea e l’Ufficio Portavoce del Sindaco), con il patrocinio e la collaborazione della Camera di Commercio cittadina e Ferrariae Decus, visitabile nel Salone d’Onore della residenza municipale dal 25 ottobre al 22 novembre prossimi.

Per illustrare i contenuti della mostra che raccoglie manifesti e oggetti rari a partire da fine ‘800 agli Anni ’50, sono intervenuti all’incontro con i giornalisti l’assessore al Commercio del Comune di Ferrara, il segretario della Camera di Commercio di Ferrara Mauro Giannattasio, il presidente di Ferrariae Decus Michele Pastore, il collezionista Alberto Cavalleroni, il responsabile dell’Ufficio Ricerche storiche del Comune di Ferrara Francesco Scafuri e Anna Rosa Fava portavoce del Sindaco .

LA SCHEDA

L’esposizione, che si terrà dal 25 ottobre al 22 novembre 2014 nel Salone d’Onore del palazzo Ducale (piazza Municipio 2 – FE), comprende locandine e manifesti pubblicitari a carattere ferrarese che pubblicizzano iniziative culturali, manifestazioni sportive e prodotti commerciali, realizzati dalla fine dell’Ottocento fino agli anni Cinquanta del XX secolo da famosi illustratori italiani e artisti locali. Completano l’esposizione cartoline, riviste e libri, ma anche gli stessi oggetti reclamizzati nelle fantasiose immagini proposte in mostra.
Accanto ad artisti quali Gino Boccasile, Nives Casati, Amerigo Ferrari, Vincenzo Castelli, Filippo Romoli e Remo Fabbri, tra gli autori rappresentati spicca la figura del triestino Marcello Dudovich, uno dei maestri dell’illustrazione, che agli inizi del Novecento riuscì a condizionare molti altri autori con il suo stile inconfondibile e originale, tanto da essere considerato uno dei padri del moderno cartellonismo italiano.
Uno spazio particolare viene riservato ad alcuni manifesti ideati da Carlo Rambaldi, il celebre inventore di E.T. e creatore di tanti personaggi fantastici famosi in tutto il mondo, vincitore di ben tre premi Oscar per gli effetti speciali.

Il materiale proposto all’attenzione del pubblico, pur provenendo da un’unica raccolta privata, vuole offrire alcuni esempi significativi della grafica pubblicitaria di vari periodi, cogliendo alcuni aspetti del gusto Liberty, delle forme espressive del Ventennio fascista mutuate dalle avanguardie storiche del Novecento, fino ai fermenti espressivi del secondo dopoguerra.
La mostra vuole testimoniare, altresì, il percorso culturale ed emozionale di un collezionista ferrarese, Alberto Cavallaroni, amante della sua città e affascinato dalla creatività di tante ditte della zona, ma anche da quegli artisti che attraverso le loro opere grafiche hanno voluto farle conoscere ad un vasto pubblico. Per diversi anni, infatti, molte delle immagini e degli oggetti reclamizzati che si potranno ammirare, sono stati l’orgoglio e l’emblema delle capacità e dell’inventiva imprenditoriale di Ferrara e provincia.

A conclusione della mostra, sabato 22 novembre 2014 alle 10, nella Sala Conferenze della Camera di Commercio di Ferrara, si terrà il convegno sul tema: “Ferrara in Italia e nel mondo: tecniche moderne di promozione e lancio pubblicitario”. Oltre ad esperti delle tecniche di comunicazione e lancio pubblicitario di eventi e di prodotti dell’industria, dell’artigianato, dell’agricoltura e della cucina tipica, il noto storico dell’arte Lucio Scardino, massimo studioso di grafica pubblicitaria della Ferrara del Novecento, autore di varie pubblicazioni sull’argomento, presenterà un’inedita relazione dal titolo: “Manifesti pubblicitari ferraresi dalla belle époque agli anni del boom”. La partecipazione al convegno è gratuita previa iscrizione on-line sul sito: www.fe.camcom.it

Infine, sempre sullo stesso tema, si segnala che il professor Ottorino Bacilieri, ex vicesindaco di Voghiera, sta curando per conto di quel Comune, un’esposizione permanente presso la delizia di Belriguardo sull’archeologia industriale e in particolare sulla metallurgica ferrarese, con altrettanti manifesti d’epoca e oggetti rari del XX secolo, collezionati nel tempo dallo stesso Alberto Cavallaroni. La rassegna, che verrà inaugurata tra pochi mesi, sarà la prosecuzione dell’esperienza che verrà realizzata a palazzo ducale a partire dal 25 ottobre.

(a cura di Francesco Scafuri, responsabile Ufficio Ricerche Storiche del Comune di Ferrara)

Mostra a cura di Alberto Cavallaroni e Francesco Scafuri

promossa da: Comune di Ferrara (Assessorato al Commercio, Assessorato alla Cultura, Assessorato ai Beni Monumentali) in collaborazione con Camera di Commercio di Ferrara e Ferrariae Decus

Allestimenti: Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea

Organizzazione: Anna Rosa Fava, Francesco Scafuri
Documentazione e ricerche: Sandra Sarasini (Ufficio Ricerche Storiche, Comune di Ferrara)

Si ringrazia per la collaborazione: Maria Luisa Pacelli, Tiziana Giuberti, Ilaria Franciosi, Mauro Giannattasio, Ottorino Bacilieri, Giacomo Savioli, Sauro Angioletti, Gianni Marani, Mauro Malossi, Enrico Nigro

Inaugurazione: sabato 25 ottobre ore 10,30 (Salone d’Onore – piazza Municipio 2 – FE)

Orari di visita: dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18
nelle giornate di apertura del Comune

INTERPELLANZA – Presentata dal gruppo GOL in Consiglio comunale
Gli interventi urgenti al solaio del porticato Camerini del Municipio
21-10-2014

Questa l’interpellanza pervenuta:

– il consigliere comunale Rendine (gruppo GOL) ha interpellato il Sindaco di Ferrara e l’assessore comunale ai Lavori pubblici in merito agli interventi urgenti relativi al solaio del porticato Camerini di palazzo Municipale.

GIUNTA COMUNALE – Le principali delibere approvate nella riunione del 21 ottobre 2014
Parcheggio ex Cavallerizza, lavori alla ex scuola di Contrapò, monitoraggio ambientale, elezioni regionali e contributi
21-10-2014

Delibere approvate

– Assessorato ai Lavori Pubblici e Mobilità, Sicurezza Urbana, Protezione civile, assessore Aldo Modonesi
PARCHEGGIO EX CAVALLERIZZA – E’ stata approvata la destinazione dell’area denominata “ex Cavallerizza” – Via Palestro a parcheggio per 50 posti auto nel quale la sosta è subordinata al pagamento di una somma. In questa area, la cui gestione è affidata a Ferrara Tua Spa, l’accesso verrà limitato ai soli possessori di abbonamento mensile al costo di 120 euro e garantirà il posto auto riservato. E’ stato quindi approvato anche l’aggiornamento del Piano tariffario della sosta, predisposto dal Servizio Mobilità e Traffico con decorrenza della nuova tariffa dal 1° novembre 2014. La Società Ferrara TUA si farà carico di darne adeguato preavviso attraverso i propri canali istituzionali.

LAVORI ALL’EX SCUOLA DI CONTRAPO’ – La Giunta ha approvato il progetto esecutivo relativo ai Lavori di riparazione e rafforzamento locale post-sisma, dell’ex Scuola Comunale di Contrapò, dell’importo complessivo di euro 115.000,00 (IVA compresa), di cui euro 78.528,59 (oltre IVA) a base d’appalto, euro 22.435,67 per costo del personale ed euro 7.575,78 per oneri della sicurezza non soggetti a ribasso. La spesa complessiva è finanziata utilizzando parte del rimborso assicurativo per danni causati dal sisma, accertato e riscosso nell’esercizio 2013, confluito nell’avanzo di amministrazione e applicato al Bilancio di Previsione 2014. L’intervento prevede, tra l’altro, il consolidamento di solaio in laterocemento al primo piano; la sostituzione di architravi di porte e finestre; la chiusura dei vani sopraluce nella parete portante di spina al piano terra; opere di finitura strettamente connesse ai lavori di riparazione.

FINANZIAMENTO OPERE PUBBLICHE MEDIANTE 8×1000 – Con riferimento all’aggiornamento della disciplina normativa circa la destinazione dell’8 per 1000, la Giunta ha approvato l’orientamento relativo all’elenco dei progetti da candidare entro il 30 ottobre per l’utilizzo dei contributi. Per quanto riguarda l’Edilizia Scolastica si propongono: interventi di monitoraggio e messa in sicurezza degli edifici con presenza di amianto, abbattimento delle barriere architettoniche alla scuola Tasso ed altre sedi scolastiche ed edifici pubblici, adeguamento nuove attività soggette a controllo dei Vigili del Fuoco in funzione del DPR antincendio nella scuola primaria Guarini, manutenzione straordinaria e rifacimento coperture edifici scolastici e loro pertinenze, sostituzione infissi per messa in sicurezza e risparmio energetico in edilizia scolastica e sociali. Per i Beni Monumentali: Mura Sud – consolidamento strutturale e restauro dei paramenti murari dei Baluardi S.Pietro e S.Antonio, consolidamento strutturale e recupero funzionale del Baluardo di San Lorenzo, Nuovo Museo Antonioni a Palazzo Massari, recupero del Baluardo dell’Amore (3° lotto).

– Assessorato all’Ambiente, Lavoro, Attività Produttive, Sviluppo Territoriale, assessore Caterina Ferri
MONITORAGGIO AMBIENTALE QUADRANTI OVEST E NORD – Approvato il piano di monitoraggio ambientale nel quadrante nord e ovest della città, previsto in un arco temporale di due anni. Il piano comporta l’esecuzione di tre campagne di campionamento con cadenza semestrale su piezometri esistenti o di nuova realizzazione nel Quadrante Ovest e nel Quadrante Nord, con analisi nelle acque dei composti organo-alogenati e l’analisi gas interstiziali del terreno nel Quadrante Ovest. L’importo delle attività previste per la realizzazione dell’opera di monitoraggio nei due quadranti prevede una spesa complessiva di 75mila euro.

– Assessorato al Decentramento e Sport, assessore Simone Merli
ELEZIONI REGIONALI – In occasione dell’elezione dell’Assemblea legislativa e del Presidente della Giunta regionale dell’Emilia Romagna in programma domenica 23 novembre 2014, la giunta comunale ha approvato la determinazione e delimitazione degli spazi destinati alle affissioni per la propaganda elettorale diretta. In città è stata disposta l’installazione di 25 tabelloni in diverse zone della città dove le liste e i partiti che partecipano alla consultazione elettorale regionale potranno apporre i propri manifesti.

Nella riunione odierna (21 ottobre 2014), la Giunta ha approvato anche alcune delibere di contributo a iniziative, attività e manifestazioni organizzate da enti e associazioni del territorio:

– Assessorato agli Affari Generali, Affari Legali, Relazioni Istituzionali, sindaco Tiziano Tagliani –
500 euro al Liceo Roiti a sostegno delle spese sostenute per l’organizzazione del MEP (Model European Parliament);

– Assessorato alla Sanità, Servizi alla Persona, Politiche Familiari, assessore Chiara Sapigni
6000 euro alla cooperativa sociale Integrazione Lavoro per il progetto CAA (comunicazione aumentativa alternativa) nell’ambito del fondo regionale per la non autosufficienza anno 2014;

4000 euro all’associazione per la tutela del diritto alla vita sociale e civile dei traumatizzati cranio encefalici relativamente al progetto “vacanze estive 2014” (dal fondo regionale per la non autosufficienza anno 2014);

15.475 euro alla cooperativa sociale Integrazione Lavoro per il progetto Trasporto esercizio vita (dal fondo regionale per la non autosufficienza anno 2014);

10.728 euro alla cooperativa sociale Integrazione Lavoro per il progetto Trasporto parkinson 2014 (dal fondo regionale per la non autosufficienza anno 2014 e fondo sociale locale);

4000 euro di contributo alla sezione canottaggio del Cus Ferrara per la realizzazione del raduno a Ferrara della nazionale italiana di pararowing (dal fondo regionale per la non autosufficienza anno 2014)

4000 euro per contributo alla associazione AIAS di Ferrara per progetto “I mercoledì dell’Aias” e soggiorno estivo persone disabili gravi e loro accompagnatori (dal fondo regionale per la non autosufficienza anno 2014)

109.550 euro per l’ampliamento della rete del sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati – SPRAR 2014

PROTEZIONE CIVILE REGIONALE – Ultimi aggiornamenti a cura dell’Agenzia regionale
Tutti gli avvisi e le allerte pubblicate sul sito internet ufficiale – Condizioni meteo avverse (ALLERTA n. 152/2014)
21-10-2014

L’Agenzia regionale di Protezione civile dell’Emilia Romagna ha emesso un’allerta (n.152/2014) – fase di attenzione valida 24 ore dalle ore 00 di mercoledì 22 ottobre alle ore 00 di giovedì 23 ottobre 2014, con previsione di vento forte nel territorio ferrarese.

>> GLI AVVISI E LE ALLERTE DELLA PROTEZIONE CIVILE dell’Emilia Romagna

(Aggiornamento AVVISI e ALLERTE a cura degli uffici della Protezione Civile Regionale)

IL FATTO
Interrogare la memoria. Studenti ferraresi in viaggio per Auschwitz

Sono partiti oggi i ragazzi del liceo artistico Dosso Dossi e dell’istituto tecnico Aleotti coinvolti nel progetto “Viaggio e Memoria: tracce, parole, segni sulle orme dei cittadini ferraresi di religione ebraica deportati ad Auschwitz”.
Il viaggio, che durerà fino a sabato 25 ottobre, conclude un percorso frutto della collaborazione fra i due istituti superiori ferraresi, l’Istituto di storia contemporanea e il Meis-Museo dell’ebraismo italiano e della shoah, che ha permesso ai ragazzi di approfondire le tematiche storiche della dittatura fascista e dell’olocausto, ripercorrendo le vicende della propria città e dei suoi cittadini di fede ebraica in quegli anni travagliati.
I ragazzi viaggeranno in pullman, ha spiegato Anna Maria Quarzi – direttrice dell’Istituto di storia contemporanea di Ferrara – nella conferenza stampa di presentazione, “perché ripercorreremo il più possibile le tappe del terribile viaggio degli ebrei ferraresi verso il campo di Auschwitz-Birkenau”.
Tornano alla mente le riflessioni che, da alcuni anni a questa parte, alcuni studiosi della storia e della memoria della Shoah, ma anche studiosi della storia dell’ebraismo ed esponenti della comunità ebraica fanno a proposito dei viaggi della memoria, dei luoghi della memoria e delle giornate celebrative. In un’intervista a Repubblica del gennaio 2014, Anna Foa ha parlato del rischio di “diventare professionisti della memoria” e, a proposito delle visite al Museo di Auschwitz, ha confessato “Sentire la spiegazione didascalica della guida mi ha dato fastidio. I luoghi hanno una loro forza sconvolgente perché evocano ciò che è accaduto”. La retorica non funziona, troppe complessità, troppi interrogativi. Per questo, ha continuato la studiosa in quell’intervista, “è sbagliato somministrare ai ragazzi una doccia di memoria dall’alto, come fosse una medicina”.
Qui sta il pregio del lavoro che hanno affrontato i ragazzi ferraresi insieme con i loro insegnanti, è tutto nella parola greca istoría, che significa ricerca, conoscenza attraverso l’indagine. Questo viaggio arriva, infatti, a conclusione di un lungo percorso di approfondimento che ha calato le vicende storiche nei luoghi che loro conoscono, nelle vie, nelle piazze e fra i banchi che frequentano ogni giorno. Una conoscenza affiancata dalla richiesta di riflessione e di rielaborazione personale non solo della storia e della memoria di quegli avvenimenti, ma di ciò che significa la memoria nell’esperienza di ciascuno di loro. Da qui la mostra del gennaio scorso, realizzata a partire da un concorso indetto fra gli studenti delle scuole medie e superiori della provincia, e allestita dai ragazzi del liceo artistico presso le sale del Meis in via Piangipane e lo spettacolo teatrale ideato dagli studenti dell’istituto tecnico. Viaggio e Memoria tracce, parole, segni sulle orme dei cittadini ferraresi di religione ebraica deportati ad Auschwitz ha insomma il pregio di non considerare la memoria un rito consolatorio, una narrazione del passato senza alcuna incrinatura, ma uno strumento per costruire il futuro a partire dalle proprie radici, senza temerne gli aspetti più ambigui. Per questo il titolo del concorso che darà vita alla mostra di quest’anno è Le radici del futuro. Tracce, parole, segni.

Paola Peruffo, candidata alle regionali per Forza Italia, spiega le ragioni della sua candidatura

da: Paola Peruffo, Candidata di Forza Italia alle elezioni regionali

Ho deciso di candidarmi alle regionali, per Forza Italia, ma voglio chiarire immediatamente una cosa: la mia non è una candidatura di servizio. Lo affermo a scanso di equivoci. Io non mi sono prestata per riempire vuoti, perché servivano nomi per compilare la lista. Su questo, sgombero immediatamente il campo dai dubbi. Io mi sono messa in gioco seriamente, così come ho fatto per le amministrative di maggio, riuscendo infatti ad entrare in consiglio comunale. Se la mia fosse una candidatura di servizio, allora non sarei credibile. Ma non sarebbe credibile neppure il mio partito, nel quali da anni milito con lealtà. E legittimerei un’idea ‘bassa’ di politica, la stessa che i cittadini – giustamente – rifuggono perché vi intravvedono logiche di scambio. Logiche dalle quali io sono lontanissima. Io ci sono per rappresentare me stessa, il mio partito e gli elettori. E come ci sono in consiglio comunale, ci sarò in quello regionale. Ancora, non ho accettato di candidarmi perché ‘serviva’ una donna. Ma perché come donna conosco i bisogni del mio universo di appartenenza, che so essere spesso sottovalutati, e che per questo farò miei, pur non intendendo portare avanti una politica ‘solo’ di genere’, che sarebbe addirittura dannosa. Ancora, non farò promesse che non potrò mantenere. La Regione ha competenze definite, su queste sarò sempre pronta e attenta. Il resto, sarebbero proclami. Posso però assicurare che non sarò mai ideologicamente ‘contro’. Perché la responsabilità, il senso civico cui tutti dovremmo fare appello, ci suggerisce che la società sta cambiando in fretta, che si affacciano nuovi bisogni e servono risposte.

Paola Peruffo,
Candidata Forza Italia, elezioni regionali

Visit Ferrara d’artista! Mini-guida per conoscere la Ferrara artistica e la sua preziosa Provincia. Con le vantaggiose proposte del consorzio Visit Ferrara

da: Consorzio Visit Ferrara

Crocevia di artisti e di grandi storie. Ferrara e la sua Provincia racchiudono uno scrigno prezioso di culture e di arti, da scoprire ad ogni passo, tra lo sferragliare delle biciclette. Per esplorare la vita del passato, le ricche meraviglie che ha lasciato ed immergersi nelle bellezze storico-artistiche del presente, bisogna seguire i percorsi tracciati dal consorzio Visit Ferrara, che non a caso mette insieme più di 70 operatori turistici di tutta la Provincia ferrarese all’insegna della condivisione dei servizi e di una nuova concezione di fare turismo.

Vivi il Patrimonio Mondiale UNESCO.
Il centro storico di Ferrara è un connubio armonico tra la città medievale e la città del Rinascimento. Si resta affascinati dai vicoli e le strade che richiamano ad un tempo di dame e cavalieri – percorrendo per esempio l’antica via delle Volte, l’asse lineare su cui si è sviluppato il nucleo urbano – e dai palazzi più sfarzosi del Rinascimento, quelle forme, piazze e monumenti che hanno regalato a Ferrara (con il Delta del Po) il riconoscimento di Patrimonio Mondiale UNESCO.

Immergiti tra le meraviglie Estensi.
Lo splendore del centro ferrarese è dovuto molto alla dinastia d’Este, che dominò sulla città e il territorio tra il 1.200 e il 1.600. Mentre Cristoforo Colombo scopriva l’America, Ercole I d’Este chiamò l’architetto Biagio Rossetti (era il 1492) per trasformare il cuore della città nella più moderna d’Europa, che oggi conserva intatta la sua anima e i suoi profili rinascimentali. Ercole si circondò di artisti e scienziati, così come fece la sposa di suo figlio Alfonso, la bella e controversa Lucrezia Borgia. Il suo sfarzoso arrivo in città nel 1502 oggi è rievocato, tra spettacoli, sbandieratori ed acrobazie, nel Carnevale Rinascimentale, che si festeggia ad inizio anno. Lucrezia, figlia di Rodrigo Borgia che divenne Papa Alessandro VI, giunse a Ferrara dopo due matrimoni terminati nel mistero, fra incesto e delitto, ma nel centro ferrarese fu di grande aiuto per la gente ed ebbe la lungimiranza di richiamare a corte intellettuali e uomini di cultura.

Comincia dal Castello.
La residenza degli Este divenne con Ercole I il maestoso Castello Estense, da cui può cominciare il viaggio nella storia e nell’arte ferrarese. La fortezza conserva ancora ambienti medievali, ma con gli Este fu arricchita di affreschi e di valore. Per rivivere la vita di corte, le visite guidate ci sono dal lunedì al venerdì (6 euro). Prima del maniero, i duchi risiedevano nel Palazzo Municipale, dove oggi c’è il Comune con la sua bianca scalinata, che scende su un ampio e caratteristico cortile che si apre alla piazza dominata dalla Cattedrale dallo stile gotico-romanico (aperta tutti i giorni dalle 9.30 alle 12.00 e dalle 15.30 alle 18.30) dedicata ai santi Giorgio e Maurelio, patroni della città. Molti dei suoi preziosi oggetti sono conservati nel Museo della Cattedrale (visitabile tutti i giorni, tranne il lunedì), che si può trovare facilmente in via San Romano, dopo aver ammirato una delle più grandi piazze europee: piazza Trento e Trieste.

Visita palazzi rinascimentali e conosci grandi artisti.
Dalla piazza si può scegliere di raggiungere Palazzo Schifanoia (via Scandiana, chiuso solo il lunedì e gratis fino a 18 anni), nato come luogo in cui scacciar via la noia e concedersi un po’ di sfizi. Preziose sono le sue pareti affrescate e il Salone dei Mesi, che ospita uno dei cicli pittorici più importanti del Rinascimento. Per ogni mese un affresco, dove sono raffigurate divinità pagane, segni astrologici ed espressioni vive del tempo.
Il responsabile del progetto figurativo del Salone dei Mesi è Cosmè Tura (1430-1495), uno dei maggiori artisti figurativi di Ferrara, le cui opere si trovano, con quelle di altri grandi maestri della scuola ferrarese e opere d’arte del periodo dal XIII al XVIII secolo nella Pinacoteca Nazionale (chiusa solo il lunedì, 4 euro) in corso Ercole I d’Este, nel piano nobile del capolavoro dell’architettura cittadina: il Palazzo dei Diamanti. La Pinacoteca ospita anche lavori di Ercole de’ Roberti (1459-1496), pittore di corte di Ercole, che eseguì il mese di settembre nel Salone di Palazzo Schifanoia. A dipingere tutti i mesi primaverili fu invece Francesco del Cossa (1430-1485) con scene allegoriche della vita di corte, mode e tradizioni. Prima di Natale, la Pinacoteca inaugurerà una mostra dal titolo “Lampi sublimi a Ferrara”. Esposizione di opere provenienti dalla chiesa di San Paolo di cui 7 sono del Bastianino. C’è un’opera di Tiziano e anche un’incisione del Giudizio universale di Michelangelo.

Scopri il legame tra Ferrara e la Francia.
Gioiello di Ferrara, il Palazzo dei Diamanti, con i suoi ineguagliabili rivestimenti a forma di diamante, è sede di importanti mostre d’arte moderna e contemporanea, grazie al supporto della fondazione Ferrara Arte. La prossima sarà dedicata a due altri artisti ferraresi: Giovanni Boldini (1842-1931) e Filippo de Pisis (1896-1956). Nei primi mesi del 2015 si apre l’esposizione “Boldini e De Pisis: Italiens de Paris” – negli spazi del Castello Estense – la riscoperta del patrimonio artistico oscurato dal terremoto del 2012. Le opere di Boldini, il rinnovatore della pittura italiana ed internazionale e l’amante della Bella Epoque, aprono la mostra, per lasciar spazio alle nature morte marine, le vedute parigine e i capolavori di De Pisis. A Palazzo Diamanti, invece, dal 19 aprile al 19 luglio 2015, va in scena “La rosa di fuoco. La Barcellona di Picasso e Gaudì”. Il titolo nasce dal nome della città catalana ai primi del ‘900, espressione di fermento politico, sociale e culturale, ma anche centro di violenze. Barcellona divenne con Picasso e Gaudì la più effervescente d’Europa. Con le loro, vengono esposte le opere di altri artisti che esprimono la vita moderna tra il centro catalano e Parigi, tra caffè, locali notturni, femmes fatales.
Il legame tra Ferrara e la Francia attraverso l’arte passa anche dalle opere lasciate dal più virtuoso esponente della metafisica: Giorgio De Chirico (1888-1978). Dopo aver trovato il suo linguaggio espressivo a Parigi, l’artista arrivò nel 1915 a Ferrara, dove dipinse “Le muse inquietanti” che raffigurano sullo sfondo il Castello Estense, “Ettore e Andromaca” ed altri capolavori. A piazzale S. Giovanni c’è una scultura che ha dedicato alla città.

Entra nei giardini di corte.
Il tour continua in corso Giovecca, fino ad entrare nella Palazzina Marfisa D’Este (chiusa solo il lunedì, 4 euro, gratis per gli under 18), tipica dimora estense, oggi museo decorato di antichi arredi e dei giardini di corte della Ferrara principesca, i quali sono collegati a Palazzo Bonacossi (Museo Riminaldi, via Cisterna del Follo, chiuso domenica e festivi, ingresso gratuito) sede della biblioteca d’arte e di tante opere antiche.

Vantaggi ed offerte per i turisti.
Per girare Ferrara con spensieratezza c’è la carta turistica MyFe Card, con vantaggi, sconti ed occasioni. Un passaporto utile anche per la gastronomia, lo shopping e il divertimento. Con la formula di 2 giorni il prezzo è di 10 euro, per 3 giorni di 12 euro, per 6 il costo è di 18 euro. Per raggiungere facilmente il centro dall’aeroporto di Bologna, c’è invece il servizio Bus&Fly (60 minuti, 30 euro andata e ritorno).

Con il consorzio Visit Ferrara fino al 31 dicembre 2014, il pacchetto di un giorno “Ferrara, la città degli Este e di Lucrezia Borgia” permette di esplorare palazzi, monasteri e i luoghi della duchessa (pranzo compreso) a 76 euro a persona. L’offerta per gruppi “Una giornata a Ferrara tra Medioevo e Rinascimento” consente di vivere tutto il centro storico e i maggiori luoghi di cultura con 66 euro a testa. Per un tour di 2 giorni e una notte, c’è: “Ferrara light: 2 giorni per innamorarsi” da 72 euro. Per esplorare la città in 3 giorni e 2 notti “Scopri e gusta Ferrara”, fino al 30 novembre. È inclusa anche la MyFe Card, un pranzo o una cena e un omaggio, da 125 euro a persona. Non mancano pacchetti per le Mostre di Palazzo Diamanti che comprendono una notte in hotel, ingresso all’esposizione e visita guidata della città da 60 euro a testa.

Adesso visita Comacchio e il Parco del Delta del Po.
Tutelato dall’UNESCO è anche il Parco del Delta del Po, che abbraccia 9 comuni della Provincia e una natura meravigliosa, fatta di specchi d’acqua, canali ed una rigogliosa flora e fauna, espressione di biodiversità. Il Parco del Delta si può esplorare provando escursioni in barca organizzate o tour in bicicletta. Sarà emozionante scorgere stormi di fenicotteri rosa e tante specie di uccelli e animali che popolano la natura. E poi andare alla scoperta delle Delizie Estensi, le oltre 30 ville di cui è costellata tutta la Provincia. Tra i centri del Parco, splende Comacchio, la “piccola Venezia”, animata da ponti (il più monumentale è il Trepponti) e canali solcati da barchette. Prima qui c’era la città etrusca di spina, poi nel Medioevo la città si sviluppò su una serie di isolotti, arricchendosi di palazzi e monumenti tra il ‘600 e il ‘700. Da visitare assolutamente, addentrandosi tra le strade e le suggestioni del cuore cittadino, la Manifattura dei Marinati, dove si può scoprire l’intera lavorazione dell’anguilla, regina della laguna e dell’identità delle Valli di Comacchio. Una fabbrica-museo, sede di laboratori e di curiose attività. Fa parte del circuito Musei del Gusto dell’Emilia-Romagna (chiusa solo il lunedì, 2 euro).

Emozionati nell’Abbazia di Pomposa.
A qualche km da Comacchio c’è Codigoro, dove, nel bel mezzo del verde, spicca il campanile altezzoso dell’Abbazia di Pomposa, perla architettonica ed artistica del VI-VII secolo, antico centro monastico di riferimento del territorio che ha accolto grandi personaggi, come l’inventore della musica scritta con le 7 note Guido d’Arezzo. L’interno è da pelle d’oca, spazi maestosi lasciano che lo sguardo si perda tra gli affreschi ispirati alle pitture di Giotto, mentre a terra brilla il pavimento a mosaico in marmo. L’Abbazia ospita anche un museo con stucchi, fregi, iscrizioni ed arredi (tutti i giorni aperta tranne il lunedì, il sabato e la domenica si può salire sulla torre campanaria).

Trova l’offerta giusta per te.
Per vivere Comacchio e il Parco del Delta del Po, con il consorzio Visit Ferrara ci sono numerosi pacchetti. “Alla scoperta del Parco Regionale del Delta del Po” (2 giorni da 180 euro fino al 30 novembre 2014) prevede oltre al tour di Ferrara, la sosta all’Abbazia di Pomposa, ed escursione in motonave tra la “piccola Venezia” e le Valli di Comacchio. Si può scegliere di vivere un giorno tra Comacchio e l’Ecomuseo delle Valli con 60 euro (fino al 15 novembre), oppure girovagare fra “Ferrara e il Delta” per 3 giorni e 2 notti, fino al 15 novembre, compresa visita a Comacchio, Abbazia di Pomposa ed escursioni da 245 euro.

Tante altre opportunità tutto l’anno su www.visitferrara.eu .

I fotografi Cna contro l’abusivismo vogliono far valere la loro professionaltà

da: ufficio stampa Cna Ferrara

Iniziativa di sensibilizzazione che coinvolge Comuni, Curia arcivescovile, Camera di Commercio e scuole. La concorrenza sleale fonte di evasione fiscale erode il mercato dei professionisti

Gli incontri sono iniziati dal sindaco di Argenta, mentre oggi, mercoledì, tocca al Comune di Ferrara, poi sarà la volta degli altri Comuni della provincia, della Camera di Commercio e degli Istituti scolastici. Ma un momento di confronto è stato chiesto anche alla Curia arcivescovile. I fotografi associati alla Cna intendono portare le loro ragioni davanti al tutte le istituzioni che, in qualche modo, promuovono eventi o, comunque, hanno titolarità e interesse al rispetto delle regole: fattore da cui dipende in misura determinante il lavoro di una categoria di professionisti, che intendono fa valere le loro ragioni in tutte le sedi utili.
Il tema è quello, ancora una volta, della concorrenza sleale dell’abusivismo, che sottrae lavoro a chi esercita la propria attività con regolare partita Iva, paga gli elevati oneri e i costi fissi di tutte le imprese in regola, e perciò è penalizzato in partenza nei confronti di chi questi costi non li sostiene, perché sfugge alle maglie dei regolamenti, delle leggi e del fisco.
“I fotografi professionisti – spiega Francesco Robboni, responsabile dell’Unione Cna Comunicazione – giustamente chiedono di essere tutelati dalla concorrenza di quanti, fotoamatori o fotoclub, esercitano l’attività senza alcuna regolamentazione, o costi d’impresa. Il problema si è acutizzato ulteriormente in seguito alla una diminuzione dei consumi privati e, quindi, del mercato in cui operano questi professionisti”.
Che è principalmente quello degli eventi, come matrimoni di carattere religioso e civile, o altre cerimonie. La crisi ha colpito anche qui, inducendo talvolta le famiglie a rivolgersi a fotografi irregolari, per risparmiare sui costi.
Pietro D’Amato, componente del coordinamento fotografi Cna e anche nel direttivo dell’Anfm, Associazione nazionale dei fotografi matrimonialisti. “L’abusivismo è diventato una vera piaga nel nostro settore – sottolinea – perché molti, per le occasioni speciali della loro vita, si affidano a hobbisti, amici e parenti. Ma la cerimonia è un’altra cosa e molte coppie di sposi, infatti, se ne pentono successivamente. Affidarsi ad un professionista è una garanzia, non solo di serietà, ma anche di professionalità e qualità, costruiti attraverso la formazione e l’aggiornamento continuo”.
Cosa chiedono i fotografi Cna agli interlocutori con i quali si incontreranno nelle prossime settimane? “Vorremmo invitare tutti i sindaci, per esempio – precisa Robboni – a inserire, nei prontuari dei matrimoni, l’invito a rivolgersi a fotografi professionisti con regolare partita Iva, garanzia di rispetto delle leggi e delle normative fiscali, evitando quindi di alimentare il fenomeno della evasione. Mentre, alla Curia arcivescovile vorremmo proporre alcune indicazioni utili per lo svolgimento delle cerimonie religiose, con la collaborazione di professionisti che, per la loro preparazione ed esperienza, sono ben consapevoli della loro importanza e valore religioso e sanno rapportarsi nel modo più corretto”.
Più in generale, l’iniziativa si propone di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità di contrastare l’abusivismo, a difesa di una categoria che rivendica, tra l’altro, una legge di settore a tutela della propria professione. Ma intende anche ricorrere alle segnalazioni all’autorità di pubblica sicurezza dei fenomeni abusivi più evidenti.
“Ci stiamo accorgendo – puntualizza Gianni Bersanetti, fotografo di Ferrara – che un po’ per volta, giorno dopo giorno, viene rosicchiato il mercato da cui ricaviamo alimento per il nostro lavoro. Non si può reggere la concorrenza con chi non paga le tasse e non ha spese di gestione. Avverto troppa indifferenza su questo tema, ma bisogna che si capisca che la nostra è prima di tutto una professione.”

A Unife al via la rassegna per imparare ad affrontare il lutto: giovedì 23 ottobre alla Libreria IBS.it la conferenza “Comunicare la morte”

da: ufficio Comunicazione ed Eventi Unife

Giovedì 23 ottobre alle ore 18 presso la Libreria IBS.it, (piazza Trento e Trieste, 1), si terrà la Conferenza “Comunicare la morte” e la presentazione del libro “Le voci del lutto”, primo appuntamento della rassegna “Pre-senza. Nuove forme dell’assenza”. L’iniziativa raccoglie una serie di eventi organizzati nelle settimane dal 23 ottobre al 9 novembre, in concomitanza con le giornate dedicate alla Commemorazione dei defunti, promossi nell’ambito del progetto “Uno sguardo al cielo”, ciclo di conversazioni sul lutto realizzate da Università, Comune di Ferrara e Amsef.

Ad intervenire all’incontro saranno Paola Bastianoni, Professoressa associata del Dipartimento di Studi Umanistici di Unife, Chiara Sapigni, Assessora comunale alla Sanità e Servizi alla persona, Daniele Seragnoli, Professore ordinario del Dipartimento di Studi Umanistici e Direttore del Centro Teatro Universitario e Paolo Panizza, Amministratore unico Amsef.

Il ciclo di incontri prevede laboratori, seminari, (alcuni rivolti alle scuole di ogni ordine e grado, altri aperti a tutta la cittadinanza), che riflettono sul tema dell’interdipendenza tra vita e morte e sul legame che esiste tra i vivi e chi non c’è più, attraverso la ricerca e la sperimentazione delle innumerevoli possibilità espressive offerte dalle diverse forme artistiche.

35 giovani studenti di marketing di Unife per 24 ore hanno proposto le loro idee innovative a grandi imprese sul tema “food”

da: ufficio Comunicazione ed Eventi Unife

Sabato 18 ottobre una delegazione di 35 studenti del Dipartimento di Economia e Management dell’Università di Ferrara, ha preso parte all’H-Ack, evento della durata di 24 ore non-stop, che si tiene con cadenza periodica, dove ragazzi e ragazze provenienti da tutta Italia hanno la possibilità di dialogare e confrontarsi in modo pratico e partecipativo con grandi imprese di diversi settori, proponendo idee per innovare i prodotti realizzati dalle imprese partecipanti.

Con un diverso tema settoriale per evento, l’H-Ack di sabato scorso è stato dedicato al “food”, con la presenza di marchi importanti come Danone Vitasnella, Nescafè, Samsung, Rigoni di Asiago.

“Gli H-Ack – ci spiega Fulvio Fortezza, Ricercatore del Dipartimento di Economia e Management di Unife – sono organizzati da H-Farm Ventures, primo vero incubatore di imprese digitali in italia, uno spazio di lavoro immerso nelle campagne venete, riconvertito dall’agricoltura alla creazione di start-up e contenuti digitali, dove si lavora ai più interessanti trend della nuova economia immateriale. Nell’ambito del rapporto di collaborazione avviato con il Dipartimento, H-Farm quest’anno ha messo a disposizione degli studenti del Corso di Marketing una corriera dedicata, che ha portato il gruppo di giovani marketer ferraresi presso la sede di Roncade, in provincia di Treviso. Partenza alle 7 del mattino e ritorno nel tardo pomeriggio di domenica 19 ottobre. Una full immersion estremamente stimolante”.

“Si è trattato di un evento di forte impatto per i nostri studenti – conclude Fortezza – che hanno avuto la possibilità di toccare con mano aspetti pratici della vita delle imprese e del lavoro in team. Un’iniziativa che va incontro a uno dei principali obiettivi del nostro Dipartimento, sempre più attento a preparare i propri studenti alle sfide emergenti nel complesso scenario competitivo odierno, unendo solide basi teoriche a concrete possibilità applicative”.

Giovedì 23 ottobre, all’Ibs, la presentazione di “Uno sguardo al cielo. Le voci del lutto”

da: Responsabile Eventi Libreria IBS.it Ferrara

Presentano Paola Bastianoni, Chiara Sapigni, Paolo Panizza, Daniele Seragnoli e Chiara Baiamonte. Conferenza introduttiva alla rassegna “Pre-senza. Nuove forme dell’assenza”

Nel presente volume sono raccolte le “Conversazioni sul lutto” realizzate nella seconda edizione del Progetto “Uno sguardo al cielo. Percorso di avvicinamento all’elaborazione del lutto”, promosso da Amsef e dall’Università degli Studi di Ferrara. La comune volontà degli autori che hanno offerto i contenuti al volume è volta a favorire nel lettore un accesso partecipato alla riflessione sulla morte, sul lutto e sul dolore, facilitando un’espressione a più voci degli immaginari possibili sul morire e sui vissuti di chi rimane, siano essi bambini, genitori, figli, coniugi, credenti e non. Le profonde considerazioni sulla morte e sul lutto, le teorizzazioni, i suggerimenti, le esperienze e le immagini raccontate da diversi studiosi, psicologi, letterati e teologi, offrono la possibilità a chi è stato colpito da un lutto o a chi si trova a sostenere persone che stanno affrontando un momento della vita così difficile, di restituire alla morte la sua naturalità nel processo del vivere, di rinegoziare significati ed emozioni connessi al lavoro del lutto e di aprirsi a nuovi e suggestivi scenari esistenziali.

Paola Bastianoni è professore associato di Psicologia dinamica presso l’Università degli Studi di Ferrara ed è responsabile della direzione scientifica del progetto “Uno sguardo al cielo” realizzato in collaborazione con Amsef.
Loredana Catalano è collaboratrice scientifica e tecnica del progetto ed ha curato la trascrizione delle conversazioni, la loro rielaborazione e la stesura del testo.
Paolo Panizza è amministratore unico Amsef, ha ideato il progetto “Uno sguardo al cielo” e lo ha realizzato in collaborazione con lì Università di Ferrara.

Domani, e solo per una sera, all’Apollo Cinepark sul grande schermo il film sugli Spandau Ballet, “Soul Boys of the Western World”, del regista George Hencken

da: ufficio stampa Apollo Cinepark

SCHEDA A CURA DELLA NEXO DIGITAL
Se gli anni Ottanta resteranno per sempre una pietra miliare nella storia del costume e della cultura del secolo scorso, di certo gli Spandau Ballet rappresentano, con i loro 25 milioni di dischi venduti nel mondo e 23 singoli in hit parade, una delle band più iconiche, sconvolgenti e rivoluzionarie di quello straordinario decennio, pionieri di un nuovo pop destinato ad attraversare il globo. 
Per questo quello che si prevede per i prossimi mesi è un ritorno in grande stile. Arriva infatti sul grande schermo, solo per 2 giorni, il 21 e il 22 ottobre SPANDAU BALLET – Il Film – Soul Boys of the Western World, l’opera firmata da George Hencken per raccontare la storia di un gruppo di ragazzi della classe operaia di Londra che è stato capace di creare un impero musicale globale. Tony Hadley, Steve Norman, John Keeble e i fratelli Martin e Gary Kemp vengono così raccontati, attraverso filmati personali e materiale recentemente riportato alla luce, in quello che è l’affresco emozionante, intenso e possente di un’intera epoca che ha fatto storia. Dal costume alla musica, dai film alle tendenze, gli anni Ottanta hanno creato un mondo capace di scatenare emozioni e di lasciar sbizzarrire l’immaginario comune.
Sin dagli esordi quella degli Spandau Ballet è stata una musica tempestiva, capace di raccontare il presente e di prevedere il futuro: da Communication a True, da Gold, a Only When You Leave, sino ad arrivare a I’ll Fly For You e Through The Barricades. L’enorme successo degli Spandau Ballet fu suggellato dalla partecipazione alla registrazione del disco ‘Band Aid’ e dalla loro performance al Live Aid allo stadio di Wembley nell’estate del 1985. Organizzato da Bob Geldof e Midge Ure per ricavare fondi per combattere la carestia in Etiopia, Live Aid è diventato uno dei più grandi eventi rock di tutti i tempi: mai consapevolezza globale fu incanalata in modo più netto e chiaro. Quattro anni più tardi, nel 1989, gli Spandau avrebbero dato vita all’album Heart Like a Sky, l’ultimo prima dello scioglimento. L’appuntamento del 2014 è il più importante dopo la storica reunion della band avvenuta nel 2009.
L’appuntamento nelle sale italiane con SPANDAU BALLET – Il Film – Soul Boys of the Western World sarà preceduto dall’esclusiva partecipazione del film come evento di gala al Festival Internazionale del Film di Roma, dove sarà proiettato eccezionalmente il 20 ottobre alla presenza della band.
Solo pochi giorni prima, il 13 ottobre, arriverà negli store italiani per Warner Music Italia The very best of Spandau Ballet: the story, contenente 3 attesi inediti prodotti dal leggendario Trevor Horn: il primo singolo estratto dall’album ‘This is The Love’, ‘ Steal’ e ‘Soul Boy’.

SPANDAU BALLET – Il Film – Soul Boys of the Western World è distribuito in Italia da Nexo Digital e Feltrinelli Real Cinema in collaborazione con Warner Music Italia e il Festival Internazionale del Film di Roma assieme ai media partner Radio DEEJAY, Radio Capital, MYmovies.it.
Biglietti: interi 12 euro – ridotti 10 euro

Esperti al servizio delle imprese: premiato l’ufficio Posteimpresa di Ferrara

da: ufficio Comunicazione Territoriale Emilia Romagna e Marche

Al secondo posto nell’Area Centro Nord per qualità del lavoro svolto

Serietà, competenza, credibilità e responsabilità come qualità professionali per porsi in maniera vincente all’interno del mercato dei prodotti rivolti all’impresa e ai professionisti.
Al meeting Poste Impresa dell’Area Centro Nord di Poste Italiane, cui hanno partecipato i vertici nazionali e territoriali di settore e 141 specialisti provenienti da Emilia Romagna e Marche, il team della Filiale Ferrara si è aggiudicato il posto d’onore con l’ufficio PosteImpresa di Ferrara. Tale successo è dovuto ai risultati ottenuti e alla capacità di capire i bisogni della clientela proponendo le soluzioni più adatte alle diverse necessità, ispirandosi all’etica e alla competenza professionale.
«Poste Italiane – dichiara il responsabile territoriale di Doriano Bolletta – è un’azienda fortemente radicata sul territorio e, in un momento in cui il tessuto economico cerca occasioni di rilancio, riteniamo di poter essere partecipi e trainanti.»
Le difficoltà di accesso ai prestiti, in particolare da parte delle piccole e medie imprese della provincia di Ferrara, hanno indotto Poste Italiane a ricercare un prodotto finanziario semplice e veloce (Prontissimo Affari) per realizzare nuovi investimenti e aiutare lo sviluppo delle attività imprenditoriali del territorio.

“I due foscari”, il primo Verdi diretto da Antonio Pappano e interpretato da Placido Domingo in diretta lunedì 27 ottobre in ottanta sale cinematografiche italiane

da: ufficio stampa Studio Sottocorno

Giuseppe Verdi | Opera in tre atti
Cantata in italiano | Durata: circa 2 ore e 35 minuti (incluso 1 intervallo)

Plácido Domingo torna sul palco della Royal Opera House per regalare al pubblico una magnifica performance in un altro ruolo maggiore da baritono. I due Foscari si basa sulla pièce teatrale di Byron, ambientata nella Venezia del XV secolo. I due Foscari del titolo sono il Doge della città, Francesco Foscari (cantato da Domingo), e suo figlio, Jacopo (Francesco Meli), ricondotto a Venezia dall’esilio per essere sottoposto al processo per tradimento. Jacopo è innocente, ma né le suppliche di sua moglie Lucrezia (Maria Agresta), né quelle del suo potente padre sono sufficienti a salvare Jacopo dalla condanna dell’ostile Consiglio dei Dodici. Questo dramma, teso e cupo, fornisce le basi per una delle musiche più interessanti e coinvolgenti del primo Verdi, che manca dalla Royal Opera House dal 1995 e che torna con un meraviglioso allestimento del regista statunitense Thaddeus Strassberger, dopo un’acclamata première a Los Angeles e il successo di Valencia.
Il Cast comprenderà:
Francesco Foscari Plácido Domingo Jacopo Foscari Francesco Meli
Lucrezia Contarini Maria Agresta Jacopo Loredano Maurizio Muraro
Royal Opera Chorus
Orchestra della Royal Opera House
Direttore d’orchestra Antonio Pappano Regia Thaddeus Strassberger
Scenografie Kevin Knight Costumi Mattie Ullrich

Costo biglietto: 10 -15 euro

Per l’elenco completo dei titoli, delle sale coinvolte: http://www.rohalcinema.it

Tutte le proiezioni ospiteranno inoltre interviste agli interpreti più amati e curiosità da dietro le quinte. Il pubblico sarà incoraggiato a partecipare, mandando domande attraverso i social network e interagendo con il pubblico delle altri parti del mondo.

L’INTERVISTA
Uno spritz con Nabokov
e De André: al tavolo
del bar buona musica e bookcrossing

Bookcrossing, una pratica in voga, che difficilmente però si associa a un bar. Fa eccezione il Bar91 di via San Romano. Qui lo scambio di libri è un’abitudine: fra un caffè e uno spritz chiunque può entrare e lasciare un libro, in una piccola libreria pronta ad accoglierli, fra le bottiglie e i sandwich che stanno dietro il bancone del locale. Clemente Gandini ne è il proprietario.

Come e quando ti sei avvicinato al bookcrossing?
L’ispirazione nasce da un piccolo locale a Ghiare di Berceto, in Val di Taro. Era pittoresco: nella saletta di una piccola stazione ferroviaria c’era questa libreria aperta e completamente libera, in cui chi passava poteva prendere un libro e lasciarne un altro. L’idea mi colpì anche visivamente, oltre a darmi lo spunto di poterlo fare, in un futuro non lontano. E così è stato.

Quali iniziative avete adottato per coinvolgere le persone e farvi conoscere?
Un paio di settimane fa abbiamo fatto questo esperimento: da mezzogiorno a mezzanotte, per ogni libro che ci veniva portato in dono da aggiungere alla nostra libreria, noi offrivamo un caffè. Abbiamo intitolato questo appuntamento “Un caffè per un libro”. Per l’occasione avevamo ideato e distribuito segnalibri disegnati da Marco Jannotta, artista ferrarese e amico. L’iniziativa ha avuto successo e abbiamo in programma di ripetere questa esperienza, magari periodicamente, battezzando un determinato giorno della settimana una volta al mese.

C’è una prevalenza di genere, tra i libri che vengono portati?
C’è grande eterogeneità di testi, tra narrativa e saggistica, e libri per tutti i gusti: da Lolita di Nabokov (in una fantastica prima edizione, ndr) a Storia degli Stati Uniti di Allan Nevins e Henry Commager, da Niente di vero tranne gli occhi di Giorgio Faletti a Cronache italiane di Stendhal, passando per la popolare trilogia Cinquanta sfumature di Ellroy. Poi Buchi neri e universi neonati di Stephen Hawking, Pagine gialle di Forattini, W l’organizzazione di Townsend. C’è persino un libro in russo (Le profezie di Nostradamus) e qualche testo sulle fate in inglese. E l’elenco è molto vasto, siamo a quota 90 libri circa. Questa ricchezza rispecchia anche la grande varietà e mescolanza umana delle persone che entrano: studenti universitari, clienti del bar, giovani e meno giovani, appassionati e curiosi.

C’è qualcosa che accomuna le persone che entrano qui attirate dall’iniziativa?
Alla base esiste un profondo senso del dono. Non c’è ritorno economico di nessun tipo; nessuno dei libri che vedi è stato acquistato né sarà venduto. Sono tutti regalati, arrivati, piovuti; e non abbiamo notato mai leggerezza o superficialità in chiunque si avvicina all’iniziativa, né, viceversa, eccessivo attaccamento all’oggetto che potrebbe caratterizzare un bibliofilo. A volte qualcuno entra e chiede quasi con timidezza “Posso lasciare un libro?”, come a chiedere se qualunque opera sia bene accetta. E lo è, naturalmente. É il senso di condivisione alla base del tutto, e naturalmente grande passione per la lettura, la letteratura e i libri in generale. Nella prospettiva di un ingrandimento della libreria, abbiamo intenzione di applicare anche un timbro per identificare un libro che passa per i vari luoghi che ha toccato nel proprio viaggio, in modo simile al codice unico con cui vengono identificati volumi appartenenti a uno stesso circuito tipico del concetto di bookcrossing, come se si potesse tracciare la rotta seguita dal libro nel suo viaggio.

Non vi occupate solo di letteratura ma anche di arte. Da dove arrivano i bellissimi quadri?
Nel corso di questa edizione di Internazionale a Ferrara, in collaborazione con Zamenhof Art e Ferrara Art Festival esponendo opere di Fiorenzo Bordin, Mario d’Amico, Ivo Stazio e Marica Zorkic, dal titolo “Istantanee di una città immaginata”, i cui quadri sono ancora esposti nel nostro locale. Per Racket Festival, serie di mostre al Palazzo della Racchetta durante tutto il mese di settembre e la prima settimana di ottobre, abbiamo curato il servizio bar.

Accompagnati dalle note di Fabrizio de André la sciamo questo singolare bar: la musica d’autore ne conferma la vocazione culturale e alternativa.

Smart City Exhibition 2014, domani il primo giorno: tutti gli appuntamenti da non perdere

da: ufficio stampa Smart City Exhibition

Dal 22 ottobre torna Smart City Exhibition (Bologna 22-24 ottobre), la manifestazione europea dedicata alle città e alle comunità intelligenti organizzata da Forum PA con Bologna Fiere.
La tre giorni, che riunirà a Bologna ricercatori, makers, politici, imprenditori e cittadini, inaugura domani con il primo incontro del Forum Comune ‘Costruiamo le città del futuro, rammendiamo l’Italia!’ alle 10.00 che vedrà la partecipazione, tra gli altri, del Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, del Presidente di Confindustria Giorgio Squinzi e del Sindaco di Bologna Virginio Merola.
Il Forum sarà un’occasione per ripensare il concetto del vivere urbano alla luce di una necessità che si fa sempre più urgente, quella di una innovazione a tutti i livelli.
Filo conduttore di questa terza edizione di Smart City Exhibition è la consapevolezza della necessità di un’interazione verticale tra la governance e il modo di ‘utilizzare’ le città, specialmente in vista della pioggia di miliardi che sta per arrivare dalla programmazione europea (2014-2020) e di cui il 5% dovrà essere dedicato alle politiche di programmazione urbana.
Una grande opportunità che potrebbe rimettere in moto la corsa all’innovazione a patto di riuscire a capire, imparare, applicare per tempo tutto quello che c’è da sapere per rendere ‘intelligente’ la propria città.

Il cibo e la città
Tra gli appuntamenti che compongono il fitto calendario di convegni, laboratori, sessioni formative ed eventi off di Smart City Exhibition 2014, non poteva mancare nella città felsinea l’incontro dedicato al rapporto tra la città e il cibo Food & City: il futuro smart delle politiche alimentari urbane (in collaborazione con Eating City International Platform) dalle 14.30: qualsiasi città che voglia guardare al futuro non può prescindere dal tema dell’alimentazione. In che modo l’alimentazione può diventare un pilastro indispensabile delle città resilienti e sostenibili, se il 30 % del cibo che acquistiamo spesso viene buttato mentre un miliardo di persone muoiono di fame? Il convegno intende indagare il futuro delle politiche alimentari urbane, attraverso il racconto di casi positivi di innovazione sociale legata al food, come ad esempio il primo farmers market a Pechino e gli esempi di una nuova sensibilità anti-spreco che ci arrivano dall’Europa, ma anche la vicina Milano che ha appena lanciato l’Urban Food Policy Pact e che nei prossimi due anni svolgerà il ruolo di capofila del progetto Food Smart Cities for Development finanziato dalla Commissione UE.

La Smart City è Donna
Una città è veramente intelligente se non è inclusiva: da qui partono le riflessioni delle due iniziative che saranno presentate a Smart City Exhibition 2014 che intendono osservare l’evoluzione delle città intelligenti attraverso la ‘lente di genere’, primo passo per conoscere le trasformazioni e i mutamenti dei contesti urbani. Si parte alle 9.30 alla Creativity Room con la rete WISTER – Women for Intelligent and Smart TERritories che presenta Il #fattoreD nelle politiche dei territori, laboratorio di co-design che intende rispondere alle sfide lanciate dagli amministratori nella co-progettazione di territori smart in cui, nelle politiche per il lavoro come per il turismo, per la scuola come per l’ambiente, attivare il #fattoreD (Donne e Diversità) può generare interventi innovativi ad alto impatto per l’intera cittadinanza.
Seguirà alle 12.00 la presentazione dei risultati della call ‘in ottica di genere’ promossa da Forum PA con forum@lfemminile (progetto di social responsibility promosso da Microsoft e ASUS) e nata per divulgare ed incentivare la promozione della cultura digitale in ottica di genere, individuando e premiando quei percorsi virtuosi di inclusione e condivisione delle competenze femminili a vantaggio della società.

Bologna e Regione Emilia Romagna – territori smart
Bologna Smart City è l’incubatore dove il Comune di Bologna, insieme a Università di Bologna e Aster e alcune realtà del territorio – Acer, ICIE, Aeroporto di Bologna, Engeneering, Coop Adriatica – si conferma spazio di condivisione di progettualità smart che, in linea con le esperienze europee, cercano di valorizzare le conoscenze e le innovazioni tecnologiche per migliorare la qualità di vita delle nostre comunità. Alle 10.00 ci sarà l’incontro Incubatore di area metropolitana: partendo dall’esperienza del progetto “le Serre dei Giardini” promosso da Comune di Bologna, Kilowatt, Fondazione Marino Golinelli, Aster, è prevista la partecipazione di realtà pubbliche, private o nate dalla collaborazione pubblico-privata.
Nel pomeriggio, alle 15.30, si parla di co-produzione e coinvolgimento con l’incontro Citizen focus: dal coinvolgimento alla co-produzione: design dei servizi, innovazione sociale, esperimenti di partecipazione attiva si confrontano per realizzare pienamente la vera co-produzione.
Anche la Regione Emilia Romagna presenta i suoi progetti a Smart City Exhibition. Sempre mercoledì 22 ottobre, all’interno dello spazio Smarter Emilia Romagna, sarà presentato HOMER, progetto strategico del programma MED, nato con l’obiettivo generale di contribuire a sfruttare appieno attraverso gli Open Data il potenziale dei PSI (Public Sector Information) nel Mediterraneo. Alle 12.00, sarà la volta di Cyberpaziente e Cybercondria: come sfruttare al meglio la tecnologia per migliorare il rapporto medico paziente: l’incontro farà il punto sull’attuale relazione medico-paziente alla luce degli ultimi rapporti del Censis, da cui emerge che internet è il mezzo di consultazione delle informazioni sanitarie a cui si rivolgono sempre più persone. Nel pomeriggio, alle 14.30, Makers in rete! Mak-ER il network di fabbricazione digitale dell’Emilia-Romagna presentazione del primo modello di makers territoriale che intende fornire risposte su come fare per capitalizzare l’esperienza, le attività e le energie delle realtà di fabbricazione digitale e in che modo aiutare questi soggetti a lavorare assieme, conoscersi, condividere know-how, dialogare con le imprese, entrare nelle scuole e far entrare le stesse nei laboratori. Durante il workshop, alcuni dei primi aderenti al network regionale esporranno le loro attività, con focus su progetti legati ai temi Smart living, casa e città interattive.

Smart City Exhibition OFF – a Bologna il 22 e il 23 ottobre
Smart City Exhibition, in collaborazione con Working Capital e RENA, lancia per la prima volta il suo programma OFF, mirato a costruire un calendario partecipato di eventi dedicati all’innovazione, che la racconti in tutte le sue sfaccettature, componenti, declinazioni: dai piccoli gesti alle grandi trasformazioni. Un’avventura che colleghi i luoghi e le comunità che a Bologna fanno dell’innovazione la loro vita quotidiana: il 22 ottobre Localjob e Comuni-Chiamo presentano Simone Cicero, connector di OuiShare in Italia, che traccerà i contorni dell’economia collaborativa e della sharing economy, illustrando in che modo le start-up possono diventare protagoniste positive dello sviluppo locale, creando e sfruttando le opportunità di business grazie al dialogo con gli amministratori.
Seguirà un momento di Q&A moderato da Lorenzo Viscanti di SHIFT.
L’appuntamento è per le 18.00 presso Working Capital Accelerator, via Oberdan 22, Bologna. Per partecipare all’evento, è necessario iscriversi: bit.ly/Byowcap_cicero

Come ogni anno Smart City Exhibition vedrà avvicendarsi nelle tre giornate i maggiori esponenti della politica e del mondo della ricerca e dell’innovazione, tra cui il Ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti; Maurizio Lupi, Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti; Mauro Bonaretti, Segretario Generale alla Presidenza del Consiglio dei Ministri; il Sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico con delega alle Smart City Simona Vicari; il Sottosegretario ai Trasporti Riccardo Nencini; Angelo Rughetti, Sottosegretario di Stato alla Semplificazione e Pubblica Amministrazione; Stefano Quintarelli, deputato della Repubblica Italiana; Giorgio Squinzi, Presidente di Confindustria; Lorenzo Romagnoli di Officine Arduino; Pierre Sallenave, Direttore Generale Anru, Agenzia Nazionale Francese per la Riqualificazione Urbana; Robin Gurlay, responsabile delle food policy per il Governo Scozzese; Chang Tianle, fondatrice dei primi farmers market in Cina; Alessandra Poggiani, Direttore dell’Agid; Francesco Profumo, Presidente dell’Osservatorio Smart City ANCI; Luis Prez Breva, esperto in innovazione del MIT di Boston; Ruggero Frezza, fondatore dell’incubatore d’aziende ad alto contenuto tecnologico M31. Saranno presenti inoltre i Sindaci e i Vice Sindaci delle maggiori città italiane e oltre 45 Assessori.

www.smartcityexhibition.it

Domani, alla Sala Boldini, la presentazione del film “9×10 Novanta”, diretto da 10 giovani registi italiani con materiale d’archivio per celebrare i 90 anni dell’Istituto Luce

da: Arci Ferrara

Rassegna “Riusciranno i nostri eroi”
I nuovi autori del cinema italiano incontrano il pubblico.
Regia di: Marco Bonfanti, Sara Fgaier, Claudio Giovannesi,
Alina Marazzi, Pietro Marcello, Giovanni Piperno,
Costanza Quatriglio, Paola Livia Randi,
Alice Rohrwacher, Roland Sejko

Nel 2014 l’Istituto Luce ha compiuto novant’anni. Una lunga storia che ha accompagnato l’Italia attraverso il cinema, e con quel patrimonio di immagini unico al mondo che è l’Archivio Luce. Per festeggiare questo compleanno, alcuni dei più apprezzati nuovi autori del nostro cinema sono stati invitati a realizzare un piccolo film, ciascuno con dieci minuti di immagini dell’Archivio, scelte tra le migliaia di ore di filmati che esso contiene. Ne è nato un album di narrazioni diverse. I film raccontano del primo giorno di una guerra, e di invocazioni di pace; di crolli e di ricostruzioni; memorie di paesaggi e realtà perdute; miracoli, superstizioni e sogni. Si parla della condizione delle donne, di sessualità, del significato di una canzone. Ci sono la favola e il diario, le parole di grandi scrittori accanto alle voci di persone comuni. Con personaggi reali e storici, e personaggi di pura finzione. Un quadro eterogeneo, un gioco combinatorio di incroci, contrasti, analogie. Con in comune il filo delle immagini d’Archivio.

Il film è stato presentato come Evento speciale alle Giornate degli Autori alla Mostra del Cinema di Venezia.

Al termine della proiezione il regista Marco Bonfanti incontrerà il pubblico.

La Sala Boldini aveva già ospitato Bonfanti lo scorso anno per la presentazione de “L’ultimo pastore”, film che ha ricevuto numerosi riconoscimenti in Italia e all’estero.

Biglietto di ingresso 5 euro.
Per informazioni – www.cinemaboldini.it – 0532.247050
Arci Ferrara – 0532.241419.

La rassegna è promossa da Fice Emilia Romagna in collaborazione con il Sindacato nazionale Critici Cinematografici Italiani (gruppo Emilia Romagna-Marche) e la Rete degli Spettatori.

I Cantori del Vòlto in concerto con “Officium Defunctorum” di Tomás Luis De Victoria

da: organizzatori

Sabato 25 ottobre, alle 21.15, presso la parrocchia della Sacra Famiglia in via Bologna 148, il gruppo vocale I Cantori del Vòlto, diretto da Raffaele Giordani, propone una serata-concerto sulle note dell’ Officium Defunctorum di Tomás Luis De Victoria.
L’opera è stata composta nel 1603 in occasione dei funerali dell’imperatrice Maria d’Asburgo, sorella di Filippo II, re di Spagna. De Victoria era stato il suo cappellano personale presso il Monasterio de las Descalzas de Santa Clara di Madrid fin dal 1581 e decise di renderle onore con questo Requiem, che è anche la sua ultima opera, probabilmente la più amata.
In questo Officium Defunctorum, da molti considerato la sua massima gloria artistica, ritroviamo molte delle caratteristiche peculiari dello stile compositivo di De Victoria: i frequenti chiaroscuri, i contrasti dinamici ed armonici e quello svolgere il pensiero musicale attraverso immagini nitide, vigorose e di grande forza espressiva.
Ad arricchire quest’esperienza saranno gli interventi di don Mauro Ansaloni, il parroco della Sacra Famiglia, che ospita la serata.

Mortadella ridisegna l’immagine della Mortadella Bologna Igp: un prodotto del territorio, dalle caratteristiche uniche e ideale anche per una dieta equilibrata

da: ufficio stampa Mortadellabò Omnia Relation

La kermesse in scena a Bologna dal 9 al 12 ottobre è stata l’occasione per fare il punto sull’universo Mortadella Bologna IGP con lo sguardo rivolto al futuro.

La Mortadella Bologna IGP come alleata versatile di una dieta equilibrata, un prodotto dalle caratteristiche organolettiche uniche garantite dal marchio IGP che sempre più lega il suo nome alla città di Bologna. Questi i principali spunti emersi nel corso di MortadellaBò, evento andato in scena a Bologna dal 9 al 12 ottobre: più che una kermesse un vero e proprio laboratorio che, fra incontri e dibattiti con esperti del settore, ha esplorato a 360° l’universo della Mortadella Bologna IGP.

Un alimento a misura di dieta
Grande spazio all’attualità con il tema legato alla corretta alimentazione, protagonista di un incontro in cui la Dott.ssa Evelina Flachi, fra le massime esperte nazionali in scienza dell’alimentazione ed ospite fissa de La Prova del Cuoco, ha “ridisegnato” la dimensione di questo prodotto, sfatando molti falsi miti e dimostrandone l’utilizzo anche in una dieta equilibrata. “A differenza di quanto in genere si crede, la Mortadella Bologna IGP è oggi più che mai in grado di soddisfare le esigenze di chi presta attenzione alla propria alimentazione” ha affermato Evelina Flachi. “Un etto di prodotto contiene circa 285 calorie, lo stesso valore – a parità di quantitativi – della carne di pollo o di un pesce come ad esempio la spigola. Gli stessi grassi presenti sono monoinsaturi, simili a quelli dell’olio extra vergine di oliva e il basso livello salino va incontro a chi soffre di diverse problematiche. Parliamo insomma di un salume che, grazie ad un apporto di grassi e sale ormai estremamente contenuto, risulta perfettamente inseribile in regimi alimentari equilibrati”. Niente a che vedere insomma con l’immagine di prodotto grasso e pesante che, a lungo – erroneamente – ha accompagnato l’immagine della mortadella.

Diffidare dalle imitazioni
Un salume che, altro elemento fondamentale per il consumatore, trova nel marchio IGP una garanzia assoluta del rispetto di tutti i passaggi imposti dal disciplinare di produzione – fra cui origine delle materie prime e processo di lavorazione – e, soprattutto, in termini di controllo da parte del Consorzio Mortadella Bologna: “Come Consorzio ci poniamo a garanzia del consumatore sulla qualità del prodotto IGP – dice Corradino Marconi, Presidente del Consorzio Mortadella Bologna – attraverso una fitta rete di controlli che prevede anche due ispezioni settimanali in ciascuna delle 31 aziende consorziate, per tutto l’anno”. Il tutto “testabile” nel piatto, con un prodotto dall’aspetto visivo e dalle caratteristiche gustative uniche, che si differenzia anni luce dai tanti “surrogati” che si trovano sul mercato, soprattutto oltre i confini nazionali: “I problemi riguardano soprattutto l’estero” aggiunge Marconi “quando uno trova, come purtroppo accade, prodotti di colore “mattonato”, con nomi che ricordano vagamente l’italianità, allora c’è da preoccuparsi. In Italia le cose sono più semplici: basta verificare la presenza del logo blu del Consorzio, è questa la migliore garanzia per il consumatore”. E in questo senso vale la pena ricordare come la Mortadella Bologna sia l’unica mortadella sul mercato che può fregiarsi del marchio IGP, ottenuto nel 1998.

Bologna nel dna
Un prodotto che oggi più che mai vuole rafforzare il legame con le proprie origini, con quella Bologna che, oltre a dargli il nome, da sempre ha proprio nella mortadella uno dei suoi più importanti ambasciatori gastronomici. A partire dal tardo periodo rinascimentale sono numerose le tracce di questo prodotto in testimonianze letterarie e storiche delle varie epoche. Per esempio, nel 1661 il cardinale Farnese emise un bando che codificava la produzione della mortadella fornendo uno dei primi esempi di disciplinare simile a quelli attuali dei marchi DOP e IGP. La fabbricazione e l’applicazione dei previsti sigilli di garanzia erano di competenza della Corporazione dei Salaroli, una delle più antiche di Bologna che già nel 1376 aveva per stemma un mortaio con relativo pestello.

Stufatura e docciatura: caratteristiche produttive di unicità
La tecnica produttiva della mortadella è assolutamente particolare e unica in tutto il mondo: base di partenza sono carni attentamente selezionate (trattate secondo un disciplinare europeo) che vengono triturate e ridotte a un’emulsione cremosa attraverso tre diversi passaggi in apposite macchine tritacarne. Vengono poi preparati i cubetti di grasso, che sono ricavati principalmente dal grasso di gola, il più duro e di conseguenza il più pregiato tra i grassi. L’impasto così ottenuto viene insaccato nella misura voluta (esistono mortadelle di tutte le taglie: da pochi grammi a oltre 20 quintali) e sottoposto a cottura. E’ questa la fase più delicata, capace di dare alla mortadella tutto il suo aroma e morbidezza; il procedimento prevede l’utilizzo di apposite stufe ad aria secca, con tempi di cottura che vanno da poche ore a diversi giorni. Segue una docciatura con acqua fredda e una sosta in cella di raffreddamento che consente al prodotto di “stabilizzarsi”. L’aggiunta di polifosfati, sostanze ad azione colorante e proteine del latte è assolutamente vietata.

LA STORIA
Ritratto di amiche

Sono sedute una di fronte all’altra, non si vedevano da tempo.
Che piacere rincontrarsi dopo tanti anni. Tante vite sono passate sotto i loro occhi e pensieri, tante gioie e tanti dolori, tanti amici e tanti nemici, tanti successi e tante delusioni. E poi gli amori iniziati e finiti, i figli nati e partiti lontani, i lavori terminati e perduti, i baci regalati e rubati, gli anni che sono passati. Tania e Anna si abbracciano, si baciano sulle candide guance, si accarezzano i capelli curati, morbidi e lucidi, lasciati liberi dai loro copricapi invernali già necessari per la prima neve. Vestite di stelle, si sono date appuntamento in una sala da tè moscovita, dall’atmosfera molto retrò e liberty, se non altro perché li’ parla e si mangia francese. Chez Paul, il classico nome che si ritrova un po’ ovunque a Parigi o in altra città della Francia. La musica in sottofondo è quella della colonna sonora di W.E., di Abel Korzeniowski, un vero genio delle note e della loro armonia.
Una musica del ritorno, dell’amore complicato, dell’amicizia ritrovata, del legame oltre la vita. Quella musica che proprio ora mi sta ispirando, che mi porta in questa scena finemente colorata, dai dolci sapori del miele e dei macaron, del tè al gelsomino e delle zollette di zucchero di canna a forma di cuore e di pulcino. E’ quasi una scena d’altri tempi.
Intorno ci sono note, dolcezza, spensieratezza, libertà, voglia di vivere e amicizia.
I giornali appoggiati sui tavolini lasciano intravedere la pagina degli spettacoli, balletti, concerti ma anche esposizioni e spettacoli del circo. La parte degli annunci presenta alcuni cerchi, marchiati a inchiostro rosso intenso, su annunci di scambi di amicizia e di conversazioni russo-francese. Sono stropicciate, perché vissute, studiate, lette e rilette, consumate dalla ricerca di qualche cosa. Chissà se accarezzate trepidando o se scartate con impeto, distrazione, rabbia.
Tutto lì dentro sa un po’ di attesa.
Alle pareti ci sono immagini in bianco e nero della Parigi degli anni trenta, qualche riproduzione di foto di Henri Cartier Bresson; ci sono poi anche ritratti che ricordano i bei lineamenti delle donne degli impressionisti. Una pare proprio la bella e dolce Jeanne Samary, di Auguste Renoir, che, oggi, se ne sta tranquilla nelle enormi e luminose sale dell’Hermitage.

chez-paulTania e Anna si guardano, si possono specchiare ciascuna negli occhi verdi trasparenti dell’altra, hanno visto talmente tanto spesso le stesse cose che ormai si assomigliano. Hanno quasi la stessa espressione, lo stesso colore di occhi, gli stessi vestiti, lo stesso cappellino, la stessa gonna, gli stessi stivali, le stesse rughe, le stesse espressioni.
Quasi fossero allo specchio. E stasera lo sono davvero, senza schermi né difese. Si parlano, si capiscono, si sono perse di vista negli anni ma si sono ritrovate oggi, cambiate ma uguali.
La vita non è poi così diversa, ci sono sicuramente delle varianti, ma la sostanza resta la stessa, per tutti. Tania e Anna continuano a parlare, si sorridono, si commuovono, si confessano. Come le amiche di sempre, quelle che sono state e che sono rimaste. E, dolcemente, si guardano allo specchio. Riflessi di luce si diffondono nell’aria leggera profumata di caramello e di tiglio. Bello ritrovarsi, senza più distanze né troppe speranze. Lo specchio parla da sé.

I caldi colori del romantico autunno

da MOSCA – L’autunno, iniziato ufficialmente Il 23 settembre, è ormai nella sua piena maturazione. Stagione romantica, di foglie che cadono, di colori caldi e avvolgenti. Ci sono il marrone, il beige, il giallo e il verdino spento, ma anche il rosa delle luci delle case che rimbalza sui vetri come in un colorato e felice caleidoscopio. Gli alberi si spogliano, fanno cadere i vestiti secchi pronti per il prossimo rigoglio primaverile, quando ci sarà la nuova rinascita. Alcuni si addormenteranno nel lungo e rigido inverno, altri intrecceranno i loro rami secchi in un lungo e forte abbraccio che li scalderà. Perché l’unione farà la forza.

com-autunno-alberi-fogliecom-autunno-alberi-foglieI bambini nelle scuole prepareranno orsetti e spaventapasseri da ritagliare, alberi, cornici e copertine da colorare, lavoretti per i genitori e i nonni, magari già pensando al Natale. E poi ci sono uva, mele, castagne, mandorle, noci, cachi e clementine. L’odore dei mandarini sbucciati. Cestini di frutta secca e ghirlande di pigne autunnali.
Spuntano cappotti, cappelli, guanti e sciarpe, soprattutto qui a Mosca, dove inizia già a fare freddino. Da un palazzo antico si sente suonare l’omonima stagione di Vivaldi. Le note leggere di pianoforte accompagnano le passeggiate di chi va a zonzo per la città.

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Mosca, autunno 2014
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Mosca, autunno 2014

Per molte culture, l’Equinozio d’autunno è un giorno di celebrazioni, un momento speciale nel quale le forze di luce e tenebra sono in perfetto equilibrio. Anche per noi è un passaggio importante, un tempo per la meditazione, per rivolgersi all’interno, durante il quale la separazione tra visibile e invisibile si assottiglia fino quasi a scomparire. Nella memoria delle antiche popolazioni celtiche, l’Equinozio autunnale veniva festeggiato col nome di Mabon: il giovane dio della vegetazione e dei raccolti. Indicato col nome di Maponus, nelle iscrizioni romano-britanne, è il figlio di Modron, la Dea Madre: rapito tre notti dopo la sua nascita, fu imprigionato per lunghi anni fino al giorno in cui venne liberato da Culhwch, cugino di Re Artù. Il suo rapimento è l’equivalente celtico del rapimento greco di Persefone. Nell’antica Grecia si celebravano i Grandi misteri eleusini, che rievocavano appunto il rapimento di Persefone, figlia della dea Demetra che regolava i cicli vitali della terra, condotta agli inferi dal dio Ade che ne fece la sua sposa. La leggenda racconta che Demetra, come segno di lutto e fin quando non riebbe sua figlia, rese impossibile il germogliare delle sementi e delle piante e sterile la terra. Ogni autunno si rivive il sacrificio degli dei che, dopo le gioie e le glorie amorose della primavera e dell’estate, dopo aver dato con la massima potenza fecondante i frutti a tutti gli esseri viventi, sono costretti a declinare nel buio della Terra. Che però resta casa, ventre, madre, riparo accogliente.
L’equinozio è anche il tempo del seme, delle radici officinali, delle potature, del compost e dell’acqua. In Francia, dal 1793 al 1805, questo giorno divenne il Primo dell’anno e in Giappone ancora oggi è una festività dedicata agli avi e alla famiglia.
Da poco passato l’equinozio, passeggiamo fra i colori, sapendo che i posti più belli in questo momento dell’anno sono sicuramente Canada e Giappone, ma che noi siamo qui. Contenti, comunque, di poter respirare una fresca aria di casa, sotto le stelle.
E allora, benvenuto dolce, timido, caldo e sereno autunno.

Foto di Simonetta Sandri

In occasione dell’arrivo dell’’autunno il New Yorker ha selezionato 40 sue bellissime copertine autunnali. Il settimanale statunitense è celebre anche per la bellezza e varietà delle sue copertine. Tra queste, alcune traggono spunto dagli elementi classici dell’autunno: foglie secche che cadono al suolo, alberi spogli, nature morte, quasi tutto in tinte virate all’arancione. Ce ne sono anche altre, però, che reinventano gli stessi elementi e ci aggiungono un po’ di fantasia, come quella del 12 settembre del 1994, con impiegati in giacca e cravatta che camminano sui trampoli con le loro valigette, mentre alle loro spalle si staglia lo skyline di New York [vedi].

L’INCHIESTA
Siae: c’è chi dice no. Andrea Caovini: “Il monopolio è anacronistico”

Un’inchiesta in cinque tappe per approfondire le ragioni delle critiche nei confronti della Società italiana autori ed editori.

2. SEGUE Nella prima parte del nostro viaggio Sara “Dagger Moth” Ardizzoni ha illustrato le ragioni che l’hanno indotta a cancellarsi dagli elenchi della Siae. Oggi parla Andrea Caovini, musicista e attivista per la tutela della musica originale.

Di cosa ti occupi e quali sono le ragioni delle tue critiche alla Siae?
Come occupazione principale faccio il musicista e l’organizzatore di eventi di promozione per la musica originale, non sono iscritto Siae ed il dissenso nasce proprio dall’ingerenza della Siae nei riguardi dei miei eventi personali, con richieste secondo me indebite.

Qual è la tua posizione nei confronti della Siae e del diritto d’autore?
La Siae ed il diritto d’autore sono spesso trattati come argomenti complementari, ma non lo sono. Il diritto d’autore nasce con la creazione di un’opera, non con l’iscrizione della stessa alla Siae. La Siae ha il compito principale di raccogliere e ridividere i proventi derivanti dall’utilizzo di opere, se ciò non serve perché il giro d’affari è tale da essere curato direttamente dall’autore la Siae è oltre che inutile dannosa e rappresenta un costo al posto di un ricavo…

Secondo te come dovrebbe essere regolamentato il diritto d’autore?
L’autore deve avere piena disponibilità del suo diritto, quindi deve essere libero di gestirlo secondo sua coscienza, regalarlo quando vuole e lo reputa giusto, farselo pagare caro quando caro quando lo ritiene opportuno, quindi il mandato a Siae deve poter essere adattato all’uso.
Ancor meglio sarebbe se il diritto fosse gestito in un mercato di libera concorrenza. Faccio un esempio: in un evento in beneficenza vogliono usare una mia canzone come sigla, la regalo. La vuole la Bmw per una pubblicità, voglio un milione di euro. Mi piace l’operato della Siae in merito ai diritti televisivi ma non in merito agli eventi di musica live, vorrei poter dare loro mandato solo per ciò che apprezzo del loro agire.

Al momento si possono fare scelte selettive come tu auspichi?
Sì, si può sia limitare il mandato alla Siae, escludendo ad esempio i live dai loro compiti di riscossione, sia iscriversi ad una collecting estera: costano meno, a volte hanno iscrizioni una tantum e non annuali e soprattutto sono obbligate da statuto a reinvestire nella musica parte dei proventi in diversi casi. Il problema rimane in parte in quanto in Italia anche se io sono iscritto alla società francese o spagnola è sempre la Siae ad occuparsi della riscossione con delega da parte delle società estere, quindi, vuoi o non vuoi, parte dei miei soldi le passerebbero comunque per le mani.

Periodicamente ritorna in circolazione la notizia secondo la quale il monopolio della Siae sarebbe finito, è vero?
Il monopolio della Siae non può finire se non cambia la legge 633 del 1941 che glielo concede. Al tempo stesso nessuno vieta ad un cittadino dell’Unione Europea di utilizzare i servizi di uno qualsiasi degli stati membri, quindi a tutti gli effetti il monopolio non esiste più.
Quella notizia che dal 2012 ci passeggia intorno cambia o cambierebbe di poco lo stato delle cose. Fermo restando che la revisione di una legge del 1941 di stampo fascista e che detta un monopolio è necessaria quanto è anacronistico il suo contenuto.

2. CONTINUA [leggi la terza puntata]

 

Articolo sotto licenza Creative Commons Attribuzione – Condividi allo stesso modo 4.0.

Nella foto di Werner Swan, il musicista Andrea Caovini

Precedente articolo dell’inchiesta:
Dagger Moth, un’artista ferrarese che ha revocato l’iscrizione alla Siae

LA RIFLESSIONE
Le tecnologie digitali e il reddito di cittadinanza

La crisi ha riportato in auge uno spettro che ha accompagnato lo sviluppo industriale: il timore che la tecnologia, le macchine, possano distruggere il lavoro e l’occupazione, lasciando fasce di popolazione in balia della miseria. Fino a qualche anno fa si guardava con sufficienza alle rivolte dei luddisti nell’Inghilterra del XIX secolo, ritenute, a ragione, infondate e basate su paure irrazionali. Oggi, il dubbio che le nuove tecnologie digitali, pur garantendo sviluppi ancora oscuri ai non esperti, possano anche distruggere occupazione in modo irreversibile sta prendendo nuovamente piede ed appare, anche ad autorevoli esperti, una prospettiva assolutamente probabile, per non dire quasi certa. Effettivamente, negli ultimi due secoli, la tecnologia ha grandemente contribuito a spostare milioni di persone dal settore agricolo a quello industriale e poi, da questo, a quello dei servizi. Ora, le nuove tecnologie digitali, in rapida diffusione, hanno alcune caratteristiche distintive rispetto alle tecnologie che hanno animato la rivoluzione industriale: da un lato, esse si reggono su una gigantesca infrastruttura fisica tangibile, dall’altro, sono sempre più spesso in grado di simulare e riprodurre operazioni che, fino a poco tempo fa, si pensava fossero attributi del cervello e patrimonio esclusivo della cognizione umana. Superata questa soglia, messo sotto esame il comportamento del cervello, agganciato stabilmente il comportamento umano alle applicazioni tecnologiche, si aprono scenari che, ad un tempo, esaltano e preoccupano. La domanda diventa dunque quanto mai attuale: la tecnologia digitale crea o distrugge lavoro? Oppure semplicemente lo trasloca spiazzando quote crescenti di popolazione che rischiano così di essere espulse dai processi di consumo e di creazione di valore?

Lasciamo un attimo in sospeso questa domanda per analizzare brevemente il nostro rapporto con queste tecnologie ed alcune conseguenze che ne derivano. In questo preciso momento ognuno di noi è connesso ad un dispositivo digitale collegato in rete (altrimenti caro lettore non potresti leggere questo articolo). Per il semplice fatto di essere connessi stiamo fornendo informazioni al sistema: lo facciamo quando telefoniamo da qualsiasi dispositivo, quando usiamo il navigatore dell’auto, quando facciamo zapping in tv o quando ci sintonizziamo su una stazione radio. Lo facciamo quando usiamo il bancomat o la carta di credito e quando scarichiamo ed usiamo una qualsiasi app. Forniamo informazioni quando entriamo ed usciamo dall’autostrada usando il telepass, quando facciamo acquisti online o quando usiamo una tessera fedeltà o quando usiamo i social network. Certo, in alcuni casi paghiamo e, in cambio, riceviamo servizi che a volte ci semplificano la vita; in altri casi, non paghiamo nulla ignorando però che la nostra partecipazione gratuita è l’elemento chiave per generare enormi profitti. Non sono ne siamo consapevoli, ma forniamo informazioni ogni volta che passiamo sotto l’occhio di una telecamera di videosorveglianza ed ogni volta che usiamo la nostra tessera sanitaria; quando attraversiamo il tornello della metropolitana o prendiamo posto su un treno o un aereo. Finora tutte queste informazioni erano archiviate su supporti poco interattivi, sostanzialmente isolate tra di loro: la tecnologia digitale consente ora, con sempre maggiore facilità, di collegarli e renderli facilmente accessibili. Ma non solo. L’internet delle cose sta collegando sempre più strutture ed oggetti in gigantesche reti che producono quantità immense di dati digitali. Su piccola scala lo vediamo nelle applicazioni domotiche e, crescendo di livello, nelle applicazioni industriali di workflow management, nelle tecnologie di traffico intelligente, nelle nascenti smart city, negli ecosistemi militari, nella rete di calcolatori che gestiscono la finanza globale.
Da un lato, dunque si sta costruendo un nuovo ambiente, digitale, intelligente, caratterizzato da una sensoristica estremamente diffusa che raccoglie informazioni in modo sempre più automatico, depositandola in database sempre più capienti, numerosi ed interconnessi. Dall’altro, noi stessi offriamo continuamente informazioni a questo ambiente attraverso i nostri comportamenti quotidiani e non solo per il fatto di essere connessi consapevolmente alla rete internet che conosciamo. Le tecnologie digitali consentono di valorizzare tutto questo moltiplicando esponenzialmente la produzione di informazione, trasformando informazioni inutilizzabili in disponibili immediatamente, annullando i costi della raccolta di informazione e, in ultima istanza, conferendo valore d’uso enorme a qualcosa che prima, pur potenzialmente presente, non poteva essere utilizzato facilmente. Ovviamente questo è possibile se esistono le infrastrutture per farlo e se i cittadini continuano a funzionare come comoda fonte di informazione. Si tratta, a ben vedere, di una situazione senza precedenti che, per certi versi, ribalta la consolidata logica di un mercato dove ogni cosa ha un prezzo riconoscibile; dietro l’uso gratuito di molta tecnologia di comunicazione vediamo infatti la realtà, piuttosto inquietante per alcuni versi, di un sistema dove noi stessi (o meglio tutte le nostre scelte e comportamenti) siamo la merce che viene venduta. Big Data è il nome attraverso cui si riconosce il nuovo campo disciplinare destinato a governare questa immensa mole di informazioni digitali.
Tutto questo pone ovviamente davanti a sfide gigantesche non ultima quella del lavoro che qui ci interessa. E’ assai probabile infatti che l’applicazione massiccia delle tecnologie digitali porterà all’abbattimento di moltissimi posti di lavoro anche nel settore dei servizi (inteso in senso allargato), seguendo il medesimo trend di quanto successo nell’agricoltura prima e nell’industria poi. Porterà anche ad aprire nuovi settori occupazionali tutti da esplorare e ad alto contenuto di innovazione e creatività. Forse, spingerà anche molte persone a guardare con rinnovato interesse ad attività più semplici e naturali. Che ne sarà tuttavia della centralità del lavoro come strumento principe per la costruzione dell’identità e giusto mezzo per guadagnare da vivere?

Con tale domanda lasciamo anche questo scenario possibile, per prendere in esame un’altra vecchia idea poco conosciuta che sembra conservare una forte carica utopica: quella del reddito di cittadinanza (o reddito minimo universale o reddito base). Come noto, si tratta di un’erogazione monetaria garantita ad intervalli di tempo regolari e per tutta la vita di una persona. Viene riconosciuta a tutti coloro che hanno cittadinanza e residenza, per consentire una vita minima dignitosa; l’erogazione è cumulabile con altri redditi derivanti da lavoro, da impresa e da rendita ed è indipendente dal tipo di attività lavorativa, dalla nazionalità, dall’orientamento sessuale, dal credo religioso e dalla posizione sociale. In un mondo caratterizzato da un surplus di produzione che impone una sfrenata corsa al consumo, in un contesto che pone forti interrogativi circa la proprietà e l’uso degli enormi archivi di informazioni digitali, dove l’informazione è importante, largamente disponibile e manipolabile, l’idea di un reddito di cittadinanza sembra sia pertinente, al di là di ogni doverosa considerazione di tipo morale, che necessaria (pensiamo alla crescente forbice tra ricchi e poveri, effetto non secondario dall’avvento delle nuove tecnologie).
Possiamo dunque pensare che i cittadini ricevano un trasferimento monetario per il semplice fatto di fornire comunque informazioni indispensabili al sistema anziché pagare per ottenerne i servizi? In uno scenario caratterizzato, se non dalla fine del lavoro, quantomeno da una sua fortissima crisi, può essere il reddito di cittadinanza la soluzione capace di semplificare e rilanciare il sistema di welfare, garantire la copertura dei bisogni essenziali, salvaguardare gli spazi di intrapresa e produrre quel minimo di giustizia sociale che il vecchio modello non sembra più in grado di garantire?

Torniamo a giocare

Questa settimana parliamo di gioco. E chi meglio della Lego esemplifica l’idea di gioco? La Lego non poteva resistere alla tentazione di avere un mercato anche per adulti e così ti inventa il Lego Serious Play. “Un gioco per allenatori e atleti dell’esistenza umana ai nostri tempi. Sono gli ‘inner games’, i giochi interiori, con l’illusione di liberarci da tutto ciò che ci potrebbe ostacolare nell’appagamento dell’ossessione del successo. Insomma, la storia è sempre la stessa giocare per vincere.”

Da sempre le nostre mani hanno servito la mente. Ora invertire le gerarchie del nostro corpo può sembrare sorprendente. Eppure la superiorità del cervello nella specie umana deve cedere di fronte al pragmatismo delle mani. Con le mani si può pensare. È la scoperta delle neuroscienze che la Lego, la famosa casa danese, quella dei mattoncini della nostra infanzia, ha fatto propria con il metodo Lego Serious Play, Lsp. La parola ‘serious’ non manca di suggerirci qualcosa di più di un semplice gioco. Ma si sa che quando sono gli adulti a mettersi a giocare è già tutta un’altra storia.
Si tratta di un servizio di consulenza offerto da un facilitatore, o allenatore o coach, certificato Lego Serious Play, con l’obiettivo di favorire il pensiero creativo attraverso l’uso dei mattoncini Lego. I partecipanti lavorano su problemi aziendali – reali o immaginari – attraverso scenari sviluppati con le costruzioni tridimensionali Lego, da cui il nome “gioco serio”.
Il metodo, in uso dagli anni ’90 in numerose aziende ed università europee, è descritto come “un processo appassionato e pratico per costruire fiducia, impegno e intuizione”. Promette una veloce, profonda e significativa comprensione del mondo e delle sue possibilità. Si presenta come indispensabile per imparare a comunicare in modo efficace, per attivare l’immaginazione, per affrontare il lavoro con maggiore fiducia, impegno e intuizione.
In realtà nulla di nuovo, ma come sempre giungiamo in ritardo a scoprire le cose più semplici che ogni giorno stanno sotto i nostri occhi.
Seymour Papert, matematico, informatico, pedagogista sudafricano, naturalizzato statunitense, ce l’aveva già descritto con il suo ‘costruzionismo’, guarda caso, introducendo il concetto di ‘artefatti cognitivi, cioè oggetti che facilitano lo sviluppo di specifici apprendimenti.
È stato tra i primi ad adottare Lego come strumento per l’educazione e la didattica, sfruttando la stretta relazione che esiste fra le mani ed il cervello. Ce l’aveva detto nei primi decenni del secolo scorso anche Maria Montessori, ma ora le ricerche nel campo neuroscientifico confermano che le mani sono connesse con circa il 70/80% delle nostre cellule celebrali. Ciò implica che sfruttando queste connessioni neurali, attraverso la stimolazione simultanea di mani e cervello nella costruzione materiale di un artefatto, è possibile sollecitare l’apprendimento e il pensiero creativo.
Il fatto è che questo giocare, proposto agli adulti dalla Lego Serious Play, non è più quello dei bimbi per esplorare il mondo e conoscere se stessi.
Il gioco è studiato per primeggiare nella vita e nel lavoro. Il gioco è un allenamento per vincere la partita non insieme agli altri ma contro gli altri. Il gioco simbolico dei bambini qui si fa gioco di simulazione, di contesti virtuali per progettare e programmare le mosse vincenti quando sarà il momento vero della vita. Non mancano neppure i siti web che offrono corsi per apprendere a raggiungere prestazioni eccellenti in ambito lavorativo, sportivo e nella propria vita quotidiana. Un gioco per allenatori e atleti dell’esistenza umana ai nostri tempi.
Sono gli ‘inner games’, i giochi interiori, con l’illusione di liberarci da tutto ciò che ci potrebbe ostacolare nell’appagamento dell’ossessione del successo.
Insomma, la storia è sempre la stessa giocare per vincere.
Ancora una volta la strada intrapresa è quella di piegare il capitale umano alle regole inflessibili del mercato. Ben altra cosa dall’utilità vera del gioco, dalla via segnata da Seymour Papert.
Non c’è età in cui l’essere umano non abbia bisogno per esistere della mediazione del gioco, non per vincere, ma per imparare e comprendere.
Secondo Papert, la nostra mente ha bisogno di materiali da costruzione appropriati, esattamente come un costruttore: il prodotto concreto può essere mostrato, discusso, esaminato, sondato e ammirato.
La difficoltà ad assimilare concetti non è dovuta alla loro complessità o formalità, ma alla povertà culturale dei materiali che usiamo come mediatori, che dovrebbero rendere il concetto semplice e concreto. Perché è soprattutto con l’aiuto di artefatti cognitivi che l’uomo da sempre apprende.
Pensiamo allo sviluppo della conoscenza che hanno prodotto i computer e la rete, veri artefatti di supporto all’istruzione per tutti, ad ambienti di apprendimento che aiutano a costruirsi nuove idee.
Come negare che il computer con le sue opportunità, o la televisione stessa, non sia il gioco per eccellenza della nostra epoca.
Ormai con un click interagiamo con il mondo, si formano comunità di apprendimento senza gerarchie, si creano e si condividono idee, l’errore è fonte di confronto, si impara in modo significativo.
Il rischio vero è che nel gioco della vita siano ben altri a prendersi gioco di noi, pretendendo di insegnarci a vivere una vita che non è la nostra.

IMMAGINARIO
Moplen da Nobel.
La foto di oggi…

“E mo’ e mo’ e mo’… Moplen! ”. Era il tormentone affidato a Gino Bramieri per pubblicizzare i nuovi prodotti in plastica, metà anni ’60. E a Ferrara va la paternità dell’unico prodotto chimico italiano da Nobel: quello per il Moplen, assegnato a Giulio Natta nel 1963. Il riconoscimento arriva grazie a una scoperta realizzata alla Montedison, parte del polo chimico cittadino. Ferrara – che mantienela produzione del prodotto con l’azienda LyondellBasell – può festeggiare così il compleanno dell’ideatore di quel premio: Alfred Nobel, nato a Stoccolma il 21 ottobre 1833.

OGGI – IMMAGINARIO DA PREMIO

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Gino Bramieri su Carosello per la pubblicità dei prodotti Moplen, premiati dal Nobel per la chimica

Ogni giorno immagini rappresentative di Ferrara in tutti i suoi molteplici aspetti, in tutte le sue varie sfaccettature. Foto o video di vita quotidiana, di ordinaria e straordinaria umanità, che raccontano la città, i suoi abitanti, le sue vicende, il paesaggio, la natura…

[clic sulla foto per ingrandirla]

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