Skip to main content

Giorno: 9 Gennaio 2015

“William Ferrari: un marinaio tra guerra e deportazione ed altri volti di ex IMI ferraresi”

da: organizzatori

Mostra storico documentaria a cura di Antonella Guarnieri con la collaborazione di Paolo Ferrari

Inaugurazione Museo del Risorgimento e della Resistenza, sabato 17 gennaio 2015 ore 11.00.

Alla presentazione, oltre alla curatrice e ai collaboratori, interverrà William Ferrari. Durante l’incontro sarà presentato il lavoro di Gianpaolo Bertelli “Gli internati militari italiani (IMI) della provincia deceduti in prigionia”, con il patrocinio dell’Istituto Nastro Azzurro di Ferrara.

Sisma, rafforzato il percorso per il superamento dei Map

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Terremoto, rafforzato il percorso per il superamento del Map nel corso del 2015: già ridotti del 40% rispetto a quelli realizzati inizialmente. L’assessore regionale Palma Costi: “Conosciamo bene la situazione. Stiamo rispettando la tabella di marcia. Per le famiglie ancora ospitate in queste aree, si stanno individuando diverse soluzioni”

« Stiamo rafforzando così come concordato con i Comuni, il programma per superare i moduli abitativi provvisori. Per i nuclei che hanno già ripristinato l’abitazione il percorso per il rientro è già stato avviato ed in corso. Mentre per le situazioni più complesse si prevede il rientro a casa entro la fine 2015. Naturalmente, man mano che saranno liberati blocchi di Map si procederà al loro smontaggio. Ad esempio, a Mirandola già il prossimo febbraio è previsto lo smontaggio dei moduli dell’area PMAR del Quartiere 29 Maggio e parte del Quartiere Mazzone-Giolitti». Così l’assessore regionale alle Attività produttive e Ricostruzione post sisma Palma Costi in merito al percorso e tempi che porteranno al superamento dei prefabbricati modulari abitativi rimovibili PMAR, comunemente definiti Map, una delle misure di assistenza alla popolazione messe in campo dal Commissario sin dai primi momenti dopo il sisma.
Oggi i Moduli urbani occupati sono 485 map e vi abitano circa 1.500 persone: dopo il sisma del 20 e 29 maggio 2012 i moduli realizzati erano 757 distribuiti in 7 comuni (Cavezzo, Concordia, Mirandola, Novi, San Possidonio, San Felice nel modenese e Cento nel ferrarese), dove il sisma ha provocato i maggiori danni e la disponibilità di abitazioni era insufficiente a fronteggiare l’emergenza. I Moduli rurali progettati per far fronte alle esigenze di continuità delle attività produttive agricole sono distribuiti in 29 comuni e sono in totale 240 moduli, per 590 occupanti (lavoratori, imprenditori agricoli e familiari).
«Conosciamo bene le situazioni in essere nei diversi territoti. Siamo i primi, con i Comuni interessati a superarli consapevoli che sono soluzioni transitorie. I numeri – aggiunge l’assessore Costi – variano settimanalmente, grazie al costante impegno degli uffici comunali che ricercano altre soluzioni abitative per questi nuclei. Al momento è stato svuotato il 40% dei PMAR. Nel rispetto della tabella di marcia, che prevede che entro il 2015 vengano smantellati. Per le famiglie ancora ospitate in queste aree, si stanno individuando diverse soluzioni: dall’assegnazione di un alloggio pubblico appena finiti i lavori di ripristino dell’agibilità poiché gravemente compromessi con il sisma, all’individuazione di un alloggio di proprietà privata disponibile per l’affitto, per il periodo necessario al rientro nella abitazione danneggiata abitata alla data del sisma».

Ai caduti sul fronte della libertà di stampa

da Ferruccio Giromini *

Cari Amici, la notizia del massacro nella redazione parigina di Charlie Hebdo è per me terribile.

Io sono cresciuto leggendo e ammirando gli autori satirici francesi, dai tempi di “Hara-Kiri” fino a “Charlie Hebdo”, appunto, e anche a “Siné Hebdo” e “Siné Mensuel”. Ho sempre ammirato il loro sempre sorprendente umorismo e il loro sempre ammirevole coraggio.

In una volta sola, vengono a mancare – a me e a tutti i loro lettori nel mondo – Wolinski, Cabu, Tignous, Charb… Con alcuni ho avuto a che fare direttamente, tutti comunque li considero indistintamente miei cari compagni di viaggio, miei amici cari.

Ma ora essi sono, e spero che ne convengano tutti al di là della facile retorica, anche veri eroi e martiri della libertà di parola. E sono sicuro che così verranno ricordati in futuro.

Non sia mai che questa tragedia venga strumentalizzata da chi fa di ogni erba un fascio e magari si erge a giudice a sproposito di imputati a sproposito. Qui i tanti immigrati onesti non c’entrano, qui è solo il fondamentalismo ideologico e religioso ad avere gravi responsabilità.

Perciò sarebbe auspicabile che, in questa tragica situazione, anche la società civile italiana ed europea avesse uno scatto d’orgoglio e fosse capace di mostrare la sua solidarietà alle figure degli
scomparsi in un modo non superficiale.
Ne va della nostra libertà di pensiero, di parola e di azione.
Credo che stavolta reagire – in modo responsabile, s’intende – si renda indispensabile per chi ha a cuore il presente e il futuro di una convivenza internazionale democratica e umana.

In una telefonata di poco fa con l’amico e collega Alfredo Castelli, è venuto fuori spontaneo l’auspicio sommesso che tutte – magari! – le testate giornalistiche europee pubblichino qualcosa ripreso dalle pagine di “Charlie Hebdo” (una vignetta, una copertina, possibilmente tra quelle incriminate dagli imbecilli boia terroristi) affermando con forza di essere dalla parte della stampa libera e non, giammai, da quella degli imbecilli, dei boia, dei terroristi.

Sarebbe bello, sarebbe giusto, sarebbe il minimo. Chissà se qualcuno avrà l’onesto coraggio di farlo. Io (e con me Alfredo e so pure tanti altri) voglio augurarmelo.

Scusate lo sfogo, grazie per avermi letto. E, se vorrete, grazie per diffondere ulteriormente questa espressione di dolore profondo e di lutto
Non lasciamo che il mondo continui a peggiorare così.

* Ferruccio Giromini, giornalista, critico e storico dell’immagine, ha anche esercitato attività di fotografo, illustratore, sceneggiatore, regista televisivo.

L’EVENTO
La ‘Pestilonza’ dilaga nel Paese. Cronache del Decamerone

Uno spettacolo per portare in scena, in un’Italia che non legge più, la giocosità, la leggiadria, l’arguzia e l’ironia delle storie boccacesche, tanto presenti nell’immaginario comune quanto ignote ai più nella loro singolarità. È “Decamerone. Vizi, virtù, passioni”, adattamento teatrale dell’opera trecentesca di Marco Baliani, che cura anche la regia, con la drammaturgia di Maria Maglietta: un’operazione coraggiosa, che si avvale della collaborazione di un volto famoso come quello di Stefano Accorsi, dal vivo forse ancora più bravo che sul grande schermo.
Questo Decamerone ruota intorno al valore della narrazione come “rito che permette di allontanare la morte” – così lo descrive Accorsi nell’incontro della compagnia con il pubblico nel ridotto del Teatro Comunale Claudio Abbado – e della parola, definita “sacro nutrimento”, secondo per importanza solo all’amore, “vero balsamo dell’alma stanca” in grado di “fomentar speranza ne lo tempo futuro”.
Ma se nell’originale le storie servono per sospendere il tempo e dimenticare ciò che accade intorno ai protagonisti, qui rivelano la “pestilonza” che, non più fisica ma morale, continua ad appestare il nostro Paese: le parole non servono a ottundere e confondere, ma a disvelare vizi e sotterfugi, e il gioco non è fine a se stesso, anzi è arguzia e ironia che induce alla riflessione e all’azione.
Un’attenzione alla parola che è anche lavoro di riscrittura di Baliani e della Maglietta, che rivisitano il linguaggio boccaccesco trasformandolo in un “italico di antica foggia”, capace di tenere alti nello stesso tempo il ritmo della recitazione e l’attenzione del pubblico. Sette novelle scelte, afferma Accorsi, “tenendo conto del potenziale teatrale e cercando la varietà nei contenuti e nella forma”. Per questo, in realtà, è come recitare “sette spettacoli diversi”, rivela l’attrice Silvia Briozzo. A metterle in scena non un gruppo di giovani, ma una compagnia di giro i cui componenti interpretano non tanto personaggi quanto “caratteri”, spiega Naike Silipo, proprio come si addice alla tradizione della commedia dell’arte.
Secondo episodio del progetto “grandi italiani”, che porta in teatro le opere di tre giganti della nostra letteratura, come Ariosto, Boccaccio e Machiavelli, per ricordarci dei nostri tesori linguistici intimamente legati a quelli artistici e paesaggistici, questo Decamerone ha il merito di far emergere la visione moderna e laica di Boccaccio riguardo tematiche come i ruoli di genere e l’ipocrisia di tutte le gerarchie.

“Decamerone. Vizi, virtù, passioni” è in scena al Teatro Comunale Claudio Abbado fino a venerdì 9 gennaio.

Parigi, gocce di memoria

Da DUBLINO – Del periodo passato a Parigi ricordo bene il quartiere di St. Germain Des Pres; i vicoli del Marais; l’area attorno ai Jardins du Luxembourg; il Boulevard St Michel. Proprio su questa strada di tanto in tanto mi fermavo a “Le Boulinier”, la grande libreria dai colori rossi all’angolo di Rue Serpente specializzata in fumetti, o bandes desinees come dicono i cugini d’oltralpe. Nei banchi sulla strada, fuori dal negozio, centinaia di libri accatastati e fumetti ingialliti a 50 centesimi. Decine di curiosi che sfogliano quelle pagine o che solamente si riparano sotto i tendoni della libreria dalla piogge improvvise, che anche qui non scherzano. Charlie Hebdo me lo ricordo bene. Facile trovare vecchie copie su quegli scaffali. E mi ricordo bene i disegni di Wolinski, Cabu, Tignous, Honoré. L’ultimo fumetto acquistato, circa un anno fa proprio ‘Le Cirque des Femmes” (Paulette va al circo), classe ’77, che desideravo avere nella mia misera raccolta. Una creazione di Wolinski. Ucciso in data 07.01.2015, non disegnerà più. Mi ricordo bene le vignette di Charbonnier (Chard): i suoi personaggi dagli sguardi pazzoidi, sotto sotto riuscivano a strapparti un sorriso anche nelle vignette più volgari, anche quelle che avrebbero potuto offendere il senso pudico o la sensibilità religiosa. Ucciso in data 07.01.2015. Nemmeno lui disegnerà più. Come anche Bernard Verlhac (Tignous) e Philippe Honoré. 07.01.2015. E anche tutti gli altri caduti in questo vile attacco, che Parigi sta sinceramente piangendo nelle sue piazze, e nel privato delle sue case. E questa volta davvero.
Di Parigi ricordo bene anche il Canal Saint Martin, i bar ed bistrot attorno alla metro di Oberkampf. Il vociare dei ragazzi seduti ai tavolini. Una demi di Stella Artois prima di andare a mangiare un couscous a La Chapelle, servito gratis al venerdì, basta conoscere i posti giusti. Poco più a sud la fermata di Richrad Lenoir, ed i nuovi uffici di Charles Hebdo. Parigi a primavera e stupenda se riesci a prendere il tempo di viverla lentamente, senza sentirti obbligato di correre da un museo all’altro. Mi piace immaginare che sia ancora così. Meglio una camminata per Rue du Temple con un amico che innervosirsi nel claustrofobico fiume umano al Louvre. A breve tornerò a Parigi a fare il turista, nonostante il Plan Vigipirate sia a livello massimo, evitando accuratamente il turismo del macabro. Ma evitando anche gli stand dei fumetti della libreria Boulinier; i locali di Oberkampf; i bordi del canale St Martin, la lunga passeggiata verso Place de la Bastille. Preferisco tenere intatto il ricordo di una Parigi meno triste di questi giorni. E se mi verrà dato spazio su queste pagine, inviare la mia vicinanza agli amici di Parigi. Anche una parte della mia infanzia si è spenta il 07.01.2015 assieme a Wolinski, Cabu, Tignous, Honoré e tutti gli altri caduti in questo attentato senza senso.

IL BRANO INTONATO: Giorgia, Gocce di memoria [ascolta]

Riprendono le attvità dell’Associazione di Promozione Sociale Feedback dedicate al cinema, con un nuovo ciclo di incontri intitolato “Storia Segreta del Cinema Italiano”.

da: organizzatori

La rassegna comprende 5 incontri serali, dedicati all’approfondimento di temi e autori ancora poco conosciuti del cinema italiano, dagli autori underground a Elio Petri, da Mario Bava a Valerio Zurlini.

Le serate si svolgeranno in 5 martedì consecutivi – dal 13 gennaio al 10 febbraio – presso la Videoteca Comunale Vigor, in via Previati 18 a Ferrara. Le lezioni inizieranno alle ore 21.00, e sono ad ingresso gratuito per i soci dell’associazione (è possibile tesserarsi la sera stessa prima della lezione).
La prima lezione si terrà martedì 13 gennaio, e si intitola “L’altro cinema. Esperienze d’artista e underground nel panorama italiano”. Relatore della lezione sarà Massimo Marchetti, curatore e critico d’arte contemporanea.

La seconda serata “Elio Petri, Todo Modo e la profezia della catastrofe”, si terrà martedì 20 gennaio, e sarà presentata da Sandro Sproccati, scrittore, critico cinematografico e docente di semiotica dell’arte e di storia del cinema.

La terza lezione, martedì 27 gennaio, è dedicata al cinema horror, e si intitola “Ossessione paura, il Cinema di Mario Bava”. Presenta la serata Massimo Alì Mohammad, socio dell’Associazione Feedback, regista di numerosi documentari, cortometraggi, e del lungometraggio “Amore tra le Rovine”.

Martedì 3 febbraio si terrà la quarta serata, intitolata “Tempeste di passione: il cinema di Valerio Zurlini”. Terrà la lezione Giampiero Raganelli, giornalista e critico cinematografico e teatrale.

L’ultima lezione, martedì 10 febbraio, si intitola “Anni di piombo: cinema e terrorismo in Italia” ed è presentata da Alessandro Bigoni, membro dell’Associazione Feedback.

Per ulteriori informazioni è possibile consultare il sito web dell’associazione all’indirizzo www.feedbackvideo.it

Tutti all’Acquedotto per il mercato del biologico e del naturale

da: organizzatori

Torna il Mercato dei Produttori Biologici e del Naturale giovedì 15 gennaio in P.zza XXIV Maggio (Acquedotto) dalle 7.30 alle 14, tutte le settimane.

Il mercato, primo nel suo genere per la città di Ferrara è stato inaugurato Giovedì 18 Dicembre ed è stato accolto con grande entusiasmo ed interesse da numeroso pubblico. L’iniziativa è organizzata dall’associazione BioPerTutti con il patrocinio del Comune di Ferrara e della Provincia, in collaborazione con il Centro Mediazione di Ferrara e con l’adesione dell’Associazione Nuova Terra Viva, l’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica e la Pro Loco di Ferrara.

Il primo appuntamento dell’anno ospiterà 15 aziende biologiche di eccellenza del territorio emiliano oltre ad alcuni artigiani con opere di grande originalità. I consumatori troveranno un’ampia gamma di prodotti di alta qualità: frutta e verdura, riso, uova, formaggi, vino, succhi di frutta, biscotti e torte di cereali antichi oltre ad abbigliamento ecosostenibile, cosmetici, oli essenziali e prodotti per la casa. L’obiettivo di BioPerTutti è quello di dare la possibilità ai consumatori di fare la spesa settimanale-BIO per soddisfare tutte le esigenze della vita quotidiana. La filiera corta garantisce la genuinità e bontà dei prodotti e la vendita ad un prezzo equo e sostenibile rendendo finalmente il biologico accessibile a tutti.

L’iniziativa inoltre ha un servizio di informazione e educazione per conoscere meglio il Bio e apprezzare ciò che mangiamo. Nel 2015 il Mercato riprenderà dunque a pieno regime Giovedì 15 gennaio dalle ore 7.30 alle 14.00 con cadenza settimanale per un vera e propria “spesa in salute”.

Coldiretti: prorogato l’obbligo di revisione per le macchine agricole

da: ufficio stampa Coldiretti

Con decreto milleproroghe differito a giugno 2015 il termine per l’emanazione del decreto interministeriale che detterà le norme per la revisione delle macchine agricole che dovrebbe partire dal 2016.

Coldiretti Ferrara comunica che con il decreto-legge 31 dicembre 2014, n. 192 (contenente “Proroga di termini previsti da disposizioni legislative”) è stato differito al 30 giugno 2015 il termine per l’emanazione del Decreto Ministeriale con il quale dovranno essere regolamentate le modalità di effettuazione della revisione delle macchine agricole, prorogando altresì al 31 dicembre 2015 l’entrata in vigore dell’obbligo di sottoporre a revisione periodica tutte le macchine agricole già immatricolate.

Viene quindi ulteriormente prorogata l’entrata in vigore dell’obbligo della revisione delle macchine agricole in considerazione della complessità delle procedure di accertamento dell’idoneità alla circolazione stradale del parco macchine esistente (quasi un milione emezzo di macchine agricole ed operatrici), tenuto conto altresì della necessità per molti di essi di adeguamenti alle vigenti disposizioni del Codice dellastrada.

Con questa proroga, che dovrà disciplinare le modalità di applicazione dell’obbligo di revisione delle macchine agricole, i Ministeri competenti (MIPAAF e Trasporti) potranno valutare in modo più attento, come sollecitato più volte da Coldiretti, la definizione dei criteri di controllo dell’idoneità alla circolazione su strada di detti veicoli. In particolare, per Coldiretti la revisione deve riguardare il controllo delle caratteristiche essenziali delle macchine agricole al pari delle altre tipologie di veicoli attualmente assoggettati a tale adempimento, senza estendere il controllo anche ad aspetti concernenti la sicurezza nei luoghi di lavoro, già disciplinati e resi operativi da altre normative ed altri Enti,evitando duplicazioni di competenze e di controlli.

Coldiretti: pensionati Emilia-Romagna, Alberto Sartori Vice Presidente Regionale

da: ufficio stampa Coldiretti

Per il presidente regionale dei pensionati di Coldiretti, Aimone Gnudi “Gli anziani in agricoltura sono una risorsa viva ed attiva, ma le pensioni troppo basse mettono a dura prova latenuta dei sistemi aziendali e familiari”.

Aimone Gnudi, classe 1941, è stato riconfermato alla presidenza dell’associazione pensionati di Coldiretti Emilia Romagna, che con 48 mila associati è la maggiore organizzazione regionale di pensionati agricoli. Vice-presidenti sono stati eletti Cesare Garavini e Alberto Sartori, imprenditore agricolo di Lagosanto ed impegnato con Coldiretti Ferrara da molti anni in diversi ruoli di rappresentanza, sia a livello locale che provinciale e regionale.
All’assemblea, Gnudi ha ricordato che “gli anziani in agricoltura sono ancora una risorsa viva e spesso attiva in azienda e sono anche impegnati nel presidio territoriale delle aree rurali dove sono spesso il motore di iniziative ed esperienze culturali e di solidarietà. Un ruolo questo – ha proseguito Gnudi – messo a dura prova in questo momento di crisi economica che gli anziani si trovano ad affrontare con pensioni non superiori a 500 euro al mese”.
Il presidio del territorio che i pensionati del settore agricolo continuano a svolgere – rileva Coldiretti Emilia Romagna – è messo a rischio anche dall’ipotesi di applicazione dell’Imu sui terreni di montagna, dove la maggioranza delle aziende agricole vede impegnate ancora gli anziani.
Nella sola Emilia Romagna su oltre 4 milioni e 200 mila abitanti, gli anziani con più di 65 anni superano le 950 mila unità (22,6%). “Per questo – ha detto Gnudi – la società rurale, in cui il pensionato resta attivo fino in età avanzata e viene seguito a livello familiare anchequando non è più autosufficiente, dà un forte contributo a ridurre i problemi legati all’assistenza agli anziani.
Per questo chiediamo ai pubblici amministratori di valutare l’opportunità di un sostegno per le famiglie che si fanno carico di accudire in casa gli anziani con disabilità o non autosufficienza”.

La risata è servita: a cena per “Un futuro per Pietro”

da: ufficio stampa Ferrara Music Park

A seguire grande show di Andrea “Sax Machine” Poltonieri

Sabato 17 gennaio al ristorante pizzeria L’Archibugio (via Darsena 24/26) si terrà la cena conclusiva dell’iniziativa benefica realizzata dalla famiglia Campana a favore del comitato “Un futuro per Pietro”. Da diversi mesi il comitato è attivo su Ferrara e dintorni con eventi e manifestazioni atti a raccogliere fondi per contribuire fattivamente alle cure del bambino. Si tratta di cure particolari e costose che costringono la famiglia a faticose trasferte negli Stati Uniti.
Per tutto il mese di dicembre a L’Archibugio e al bar Passion (centro commerciale Il Castello), parte del ricavato di ogni consumazione è stato conservato e, visto che è la somma che fa il totale, sabato 17 la famiglia Campana lo consegnerà a “Un futuro per Pietro”. La cena che inizierà alle 20,30 è composta da un menù fisso che prevede bis di primi, secondo, bevande e dolce. Il costo sarà di 20 euro a persona. Dalle 22 il testimonial Andrea “sax machine” Poltronieri intratterrà i presenti con il suo simpatico e travolgente spettacolo. Fino ad oggi le iniziative messe in campo dal comitato hanno riscosso un successo importante. Sensibilità e solidarietà non sono mai mancate.

Questa cena benefica vuole essere un ulteriore occasione per aiutare questo bambino e la sua famiglia. Non mancate.

Per info e prenotazioni: unfuturoperpietro@gmail.com, 339.4899474.

Archeologia più forte della crisi: aumentano anche nel 2014 visitatori e incassi nei musei e siti archeologici dell’Emilia-Romagna

da: ufficio stampa SBArcheo

Quasi 71mila persone hanno visitato nel 2014 i musei e le zone archeologiche statali della regione con un aumento, rispetto all’anno precedente, del 1,46% del pubblico e del 22,4% degli incassi

Mai tanti biglietti negli ultimi 14 anni, un risultato ancor più significativo vista la congiuntura economica e la drastica riduzione del turismo scolastico.
Soddisfatto il Soprintendente Archeologo dell’Emilia-Romagna, Marco Edoardo Minoja.
Quasi 71mila persone (per l’esattezza 70.714), di cui oltre un terzo paganti (23.895), hanno visitato nel 2014 i musei e le zone archeologiche gestite dalla Soprintendenza Archeologia dell’Emilia-Romagna. Mai così tanto pubblico dal 2001, con un incremento del 1,46% rispetto al 2013 e del 22,2% rispetto alla media 2001-2013 (57.826).
Ancora meglio è andata sul piano degli incassi che hanno superato i 72mila euro, con un +22,4% rispetto al 2013 parzialmente dovuto all’aumento di alcuni biglietti d’ingresso e alla decisione del Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, di eliminare da luglio la gratuità per gli over 65.
In Emilia-Romagna, dunque, tiene e anzi aumenta il pubblico pagante dei musei e siti statali anche se si registrano affluenze importanti la prima domenica di ogni mese, gratuita sempre per volere del ministro: su 46.819 ingressi gratuiti annuali, ben 5.915 sono relativi alle sei domeniche gratis introdotte dal luglio 2014.
La migliore performance è quella del Museo Archeologico Nazionale di Ferrara che chiude il 2014 a quota 22.702 visitatori (+14,2%), con un incasso del +50% rispetto all’anno precedente.
Paga invece lo scotto di alcuni mesi di chiusura per riallestimento il Museo Archeologico Nazionale di Parma che, pur essendo il secondo più visitato della regione, perde il 22,3% di pubblico (17.230 rispetto ai 22.188 del 2013) e il 31,4% degli incassi.
Sul podio anche l’Antiquarium e l’area archeologica del municipium romano di Veleia (PC) che registra un +26,6% di visitatori e un +25,4% di incassi, tornando dopo un lustro ai livelli di pubblico del 2008 quando però l’ingresso era gratuito.
Pur perdendo il 9% dei visitatori, il Museo Nazionale Etrusco e gli annessi scavi della città di Kainua/Marzabotto (BO) incrementa del 42,4% il pubblico pagante e dell’89,3% le entrate derivanti dai biglietti, quasi raddoppiate rispetto al 2013.
Bilancio positivo anche per il Museo Archeologico Nazionale di Sarsina (FC), +17,9% di pubblico e +89,2% di incassi, e per la Villa Romana di Russi (RA), che incrementa il pubblico del 44% e gli introiti del 32%.
È interessante notare come, a fronte di un aumento dei visitatori dell’1,46%, sia aumentata del 28,4% la quota del pubblico pagante (da 18.608 a 23.895), mai così alta dal 2001 come d’altronde il dato d’affluenza. Dopo l’annus horribilis 2005 (minimo storico di 45mila presenze), dovuto alla disastrosa scomparsa della storia dai programmi scolastici (da allora di Storia antica gli italiani sentono parlare una sola volta nella vita, in quarta e quinta elementare), i musei e i siti archeologici statali dell’Emilia-Romagna registrano un lento ma costante recupero di pubblico, favorito dalla sete di cultura di cittadini e turisti anche in tempi segnati dalla crisi economica.
“Il risultato raggiunto –commenta il Soprintendente Archeologo dell’Emilia-Romagna, Marco Edoardo Minoja- premia gli sforzi di tutto il personale e degli enti locali, volontari e collaboratori che ci hanno affiancato con passione nell’organizzazione di mostre, incontri ed eventi, confermando ancora una volta la grande attrazione dell’archeologia emiliana anche in periodi di investimenti limitati. ”
Nell’ultimo biennio va poi rilevata la mancata incidenza dei dati dell’impianto portuale tardo romano e bizantino di Classe (alla periferia di Ravenna), integralmente chiuso al pubblico dal 2012 e di cui si prevede la riapertura non appena completate le opere di valorizzazione previste.

Società: assemblea pensionati coldiretti, IMU terreni montagna mette in difficoltà anziani già penalizzati da pensioni di 500 € al mese

Da: ufficio stampa Coldiretti

Gnudi, confermato Presidente Regionale pensionati Coldiretti

Aimone Gnudi, classe 1941, è stato riconfermato alla presidenza dell’associazione pensionati di Coldiretti Emilia Romagna, che con 48 mila associati è la maggiore organizzazione regionale di pensionati agricoli. Vice-presidenti sono stati eletti Cesare Garavini e Alberto Sartori.
Imprenditore agricolo con azienda a indirizzo ortofrutticolo a Galliera, in provincia di Bologna, Gnudi è alla guida dei pensionati Coldiretti dal 2008. All’assemblea, Gnudi ha ricordato che “gli anziani in agricoltura sono ancora una risorsa viva e spesso attiva in azienda e sono anche impegnati nel presidio territoriale delle aree rurali dove sono spesso il motore di iniziative ed esperienze culturali e di solidarietà. Un ruolo questo – ha proseguito Gnudi – messo a dura prova in questo momento di crisi economica che gli anziani si trovano ad affrontare con pensioni non superiori a 500 euro al mese”.
Il presidio del territorio che i pensionati del settore agricolo continuano a svolgere – rileva Coldiretti Emilia Romagna – è messo a rischio anche dall’ipotesi di applicazione dell’Imu sui terreni di montagna, dove la maggioranza delle aziende agricole vede impegnate ancora gli anziani. “Se entro il 26 gennaio non verrà cambiato il sistema di applicazione dell’Imu – ha detto Gnudi – ci troveremo di fronte a profonde disparità di applicazione della tassa che provocherà una fuga da collina e montagna, dove si sentono più forti i problemi dell’invecchiamento della popolazione, un fenomeno ormai globale che sta creando forti problemi di servizi agli anziani che interrogano tutto il mondo politico, sociale ed economico”.
Nella sola Emilia Romagna – sottolinea Coldiretti Emilia Romagna – su oltre 4 milioni e 200 mila abitanti, gli anziani con più di 65 anni superano le 950 mila unità (22,6%). “Per questo – ha detto Gnudi – la società rurale, in cui il pensionato resta attivo fino in età avanzata e viene seguito a livello familiare anche quando non è più autosufficiente, dà un forte contributo a ridurre i problemi legati all’assistenza agli anziani. Per questo chiediamo ai pubblici amministratori di valutare l’opportunità di un sostegno per le famiglie che si fanno carico di accudire in casa gli anziani con disabilità o non autosufficienza”.

Ultimo, imperdibile weekend a Winter Wonderland, il parco divertimento dei record (Ferrarafiere, fino all’11/1)

da: ufficio stampa e comunicazione Ferrara Fiere Congressi

Inizia l’ultimo, imperdibile fine settimana di Winter Wonderland – Natale in Giostra, il parco divertimenti indoor più esteso d’Italia (oltre ventimila metri quadrati al coperto) e dalla durata più prolungata (23 giorni continuativi), che si congederà dalla Fiera di Ferrara Domenica 11 Gennaio.
Nella giornata di domani (Sabato 10 Gennaio, ndr), dalle 14 alle 24, il programma che si offre a bambini, ragazzi e adulti è particolarmente ricco. Protagoniste, come sempre, le giostre. Da quelle più classiche, per tutte le età, alle più “adrenaliniche”, per gli amanti del brivido: Autoscontro e Brucomela, Piovra e Tagadà, Castello incantato, Shuttle, Waterballs, Space Star, Saltamontes, Matrix, il trenino Gold Mine, il cinema 5D, Music Express, solo per citare le principali.
Nel corso del pomeriggio, oltre al laboratorio grafico sui temi legati all’inverno, torna il doppio appuntamento (16 e 19.30) con l’emozionante “Winter Circus”, lo spettacolare circo senza animali in tournée mondiale. Partecipazione straordinaria dell’acrobata Rudi Macaggi, noto al grande pubblico per le sue performance mozzafiato ad “America’s Got Talent” e “Italia’s got Talent”.
Diverse le opzioni di ingresso a Winter Wonderland: il braccialetto (19,90 euro), valido per tutta la giornata e su tutte le attrazioni; il biglietto giornaliero intero (4 euro) o ridotto (3 euro), che dà diritto a un buono di 2 euro da spendere nelle varie giostre presenti; i pacchetti promozionali scontati “Fantasia 1” e “Fantasia 2” (per i più piccoli), “Avventura” (per le famiglie) e “Adrenalina” (per i ragazzi), tutti a tiratura limitata, prenotabili sul sito winterwonderlandferrara@hotmail.it o acquistabili direttamente alle casse della Fiera.
L’area ristorazione offrirà al pubblico un’ampia gamma di stand, tra tradizione e street food in chiave territoriale: una birreria artigianale ferrarese e una tedesca, con piatti tipici bavaresi come stinco, patate e bretzel; punti ristoro classici con pizze, hamburger e crepes; arancini, spianata bolognese e molto altro ancora.
Da segnalare il trenino turistico gratuito, che consentirà di arrivare dal centro storico di Ferrara (Piazza Donatori di Sangue) al Quartiere fieristico e ritorno.
Per i turisti che sceglieranno di soggiornare a Ferrara, sono previste interessanti convenzioni con alcune strutture alberghiere (informazioni sul sito www.visitferrara.eu).

SEEDS, il Centro interuniversitario sull’economia ecologica diretto da Unife, partecipa al progetto Green.eu

da: ufficio Comunicazione ed Eventi Unife

Il Centro di ricerca interuniversitario SEEDS, Sustainability, Environmental Economics and Dynamics Studies (http://www.sustainability-seeds.org/), promosso e costituito dai Dipartimenti di Economia dell’Università di Ferrara, dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e dell’Università di Bologna, diretto dal Prof. Massimiliano Mazzanti di Unife, parteciperà al progetto Green.eu – European Global Transition Network on Eco-Innovation, Green Economy and Sustainable Development – uno dei primi Grant H2020 dell’Università di Ferrara.
Il progetto, che durerà quattro anni e avrà partenza formale nel kick off Meeting di inizio marzo a Bruxelles, vedrà partecipare oltre al Centro ferrarese, il Centre for European Economic Research (Germania, leader), la Foundation Tecnalia Research and Innovation (Spagna), il Maastricht Economic and Social Research Institute on Innovation and Technology, la Netherlands Organization for Applied Scientific Research, il King’s College London, il Technical Research Institute of Sweden, la Stellenbosch University (South Africa), l’UCL London, la KnowlEdge Srl (Italia), ed il Local Governments for Sustainability (Germania).
“La rete green.eu – ci spiega Mazzanti – è progettata per affrontare l’analisi e la diffusione di conoscenze dei processi legati alla ‘green economy’: ad esempio, un obiettivo importante è identificare i successi ed i fallimenti per l’effettiva adozione di tecnologie che possano creare risultati vantaggiosi per tutti. La rete consoliderà i concetti relativi alla eco-innovazione e il loro ruolo in attuazione di una strategia di economia verde volta a raggiungere lo sviluppo sostenibile, coinvolgendo paesi industrializzati e in via di sviluppo, così come quelli in transizione. Inoltre, la rete svilupperà linee guida per l’integrazione delle strategie di eco-innovazione e l’economia verde nel lavoro della Commissione europea. Un altro elemento importante sarà il trasferimento di eco-innovazione e il dialogo tra le diverse parti del mondo (con legami Nord-Nord, Nord-Sud, Sud-Nord e Sud-Sud). ‘personalizzando’ le esigenze di strategia dei paesi sviluppati e paesi in transizione, mediante la definizione di best practices su policy e management”.

Per informazioni: Carlotta Cocchi 0532/293554 – 338/6195391

Regione, bandiera francese a mezz’asta in segno di lutto

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Regione, bandiera francese a mezz’asta in segno di lutto per il massacro dei giornalisti di Charlie Hebdo

Bandiera francese a mezz’asta oggi in Regione, in segno di lutto per il massacro brutale che ha colpito a Parigi i giornalisti di Charlie Hebdo.

Un’azione condotta, come ha scritto il presidente Stefano Bonaccini nel telegramma di solidarietà inviato all’Ambasciatrice di Francia, “contro i luoghi, le persone e gli spazi dove si produce libertà d’espressione, pensiero libero, privo di qualsiasi condizionamento o pressione. Cosa che è, sfortunatamente, inconcepibile per coloro che sono stati addestrati ad una ideologia totalitaria”.

Le sincere condoglianze espresse a tutta la Francia dal Presidente della Regione Bonaccini, a nome dei cittadini dell’Emilia-Romagna, sono simboleggiate dall’esposizione sui pennoni delle bandiere a mezz’asta, tra cui quella francese, per tutta la giornata di oggi.

Comacchio: illustrati i progetti “Cibo salvato, cibo mangiato” e “Di casa in casa”

da: ufficio stampa Comune di Comacchio

Nel 2014 è stato avviato, in forma sperimentale, il progetto “Cibo salvato, cibo mangiato” (meglio conosciuto come progetto del “buon samaritano”). L’Amministrazione Comunale, sulla scorta dei risultati positivi sinora conseguiti, ha ritenuto opportuno rinnovare il protocollo di intesa con alcune associazioni no profit presenti sul territorio, al fine di dare continuità al progetto. “La crisi economica non accenna a placarsi – spiega il sindaco Marco Fabbri – accentuando i disagi ai quali sono soggette sempre più famiglie, che vivono in condizioni di indigenza.” Grazie dunque all’intesa con le associazioni “In cammino verso Maria”, le Cooperative sociali “Girogirotondo” e “Work & Service” e “Camst”, quest’ultima in qualità di gestore del servizio di refezione scolastica, verranno ridistribuiti alle famiglie in difficoltà i pasti non somministrati nei refettori scolastici delle scuole primarie di Comacchio, Porto Garibaldi e San Giuseppe. “L’obiettivo che ci siamo prefissati con questo progetto – spiega il Sindaco – è la solidarietà sociale e la lotta contro gli sprechi mediante la distribuzione dei pasti non consumati all’interno delle mense scolastiche.” “La forza di questo progetto è la rete che si è creata tra i vari soggetti ,-aggiunge l’Assessore alla Pubblica Istruzione Alice Carli-. L’assessorato che presiedo è stato il promotore dell’iniziativa, avviata in modo sperimentale nell’anno 2014, con il coinvolgimento di tutti gli attori del percorso, attraverso l’attivazione di tavoli di confronto, in cui il Comune ha assunto il ruolo di coordinatore. La Camst fornisce un prezioso supporto tecnico attraverso il proprio personale – prosegue l’Assessore -, che sporziona i pasti e li mantiene a temperatura adeguata, mentre e le associazioni di volontariato, alle quali va un sentito ringraziamento, svolgono un importante e prezioso lavoro di volontariato.” Nelle giornate di apertura della mensa infatti i volontari delle associazioni si recano nei refettori scolastici, prelevano i pasti e li ridistribuiscono alle famiglie bisognose, in base alle segnalazioni fornite dai Servizi Sociali del Comune. Tutte le operazioni avvengono in sicurezza rispettando le norme igienico-sanitarie, fornite dai competenti servizi dell’AUSL. Sono circa una decina le famiglie alle quali quotidianamente viene fornito questo supporto. Oltre al progetto del Buon Samaritano, grazie alla CAMST si riesce a fornire gratuitamente una quindicina di pasti gratuiti ai bambini che frequentano le scuole, le cui famiglie si trovano temporaneamente in difficoltà e non possono sostenere il costo del pasto. “L’Amministrazione Comunale è particolarmente attenta a cogliere i bisogni dei cittadini, specie quelli più deboli e in situazione di fragilità fornendo servizi – sottolinea il Sindaco Marco Fabbri – anche nell’ambito della raccolta e ridistribuzione di indumenti, attrezzature e materiali per l’infanzia (come ad esempio carozzine, passeggini, seggioloni, fasciaoti, ecc.), in forza del progetto Di casa in casa.” Gli interessati possono rivolgersi presso il Centro per le famiglie “La libellula” in Via Buonafede 12 (Palazzo Patrignani), tutti i martedì pomeriggio dalle ore 15 alle ore 18.

LA STORIA
E intanto a Parigi si canta la musica del mondo: l’algerina Souad Massi

Souad Massi è una sensibile e raffinata cantautrice nata e cresciuta ad Algeri nel quartiere popolare di Bab El-Oued, reso famoso dall’omonimo film di Merzak Allouache.
Incoraggiata dal fratello maggiore, inizia a studiare musica in giovane età, cantando e suonando la chitarra. Crescendo apprezza sempre di più il rock e il genere country americano, stili musicali che avrebbero influenzato il suo modo di comporre. Souad canta in arabo algerino, francese e, occasionalmente, in inglese e cabilo, alcune volte impiegando più lingue nella stessa canzone.

Come molti algerini, durante gli anni dei disordini, Souad si trasferì con la famiglia in Cabilia, dove ebbe l’opportunità di diventare la front-woman del gruppo rock “Atakor”, con cui suonò per sette anni. La band, causa i testi politici e la crescente popolarità, divenne bersaglio di minacce, tanto che la cantante dovette trasferirsi in Francia a Parigi.

souad-massi
La copertina di ‘Raoui’

La sua carriera ebbe una svolta importante nel 1999, grazie all’esibizione al “Femmes d’Algerie Festival” a Parigi, che le fruttò un contratto discografico con la Island Records. Due anni dopo uscì “Raoui”, il suo primo album da solista, accolto molto bene da critica e pubblico sino al punto di ottenere la nomination come Best newcomer ai World music awards del network inglese “Bbc Radio 3”.
La definitiva consacrazione arrivò con l’album “Deb” (Cuore spezzato) scritto con testi più personali e meno politici. Il disco divenne un successo mondiale, cosa abbastanza rara per un autore nord-africano. Tre anni dopo, nel 2006, fu la volta di “Mesk Elil” (Caprifoglio) in cui l’artista algerina ampliò i temi dell’amore, già esplorati in “Deb”, e cantò con Daby Touré e Rabah Khalfa (leggendario percussionista algerino).
Il suo più recente album si intitola “Ô Houria” (Libertà), prodotto da Francis Cabrel (chansonnier francese di origine italiana) e Michel Françoise (autore e chitarrista nato in Algeria). L’opera, che contiene il brano “Let me be in peace” cantato con Paul Weller, si distingue per i ritmi più vicini al pop occidentale. Imperdibile il duetto con Francis Cabrel nel brano “Tout rest à faire”.

souad-massi
Alcuni cd e dvd di Souad Massi

Le atmosfere musicali di Souad oscillano tra folk (arabo-andaluso), rock e tradizione algerina (chaâbi), miscelando chitarre elettriche e flamenco, oud e liuto arabo, batteria, sintir (basso acustico sahariano) e karkabous (nacchere metalliche sahariane), una fusion che esalta la sua sensuale e potente voce che ben si amalgama con i testi politici e personali.
La cantante si esprime al meglio dal vivo, come si può constatare nel live acustico del 2007 (registrato al Théâtre la Coupole di Parigi) da cui furono tratti un cd e un dvd.
Nella scaletta di quel concerto non poteva mancare il brano “Raoui”, precedentemente inserito nel suo primo album: “Oh cantastorie, raccontami una storia, fa che sia un racconto, raccontami delle genti antiche, raccontami delle mille e una notte, di Lunjia Bent el Ghoula e del figlio del Sultano…”.

Da qualche tempo Souad Massi canta nel duo “Chœurs de Cordoue”, che ha creato col chitarrista Eric Fernandez. Il nome è un omaggio alla città di Cordova, in cui nel X° secolo, nonostante le differenze, convivevano uomini di scienza e artisti cristiani, musulmani, ebrei e atei.

souad-massi
Immagine recente di Souad Massi

Il suo nuovo album, intitolato “El moutakalimoun” (Quelli che parlano), uscirà il prossimo 30 marzo. Si preannuncia come un lavoro aperto alle sonorità della world music, sulla scia di “Mesk Elil”, infatti, il suo “folk-rock algerino” incrocia ritmi africani, bossa e tradizione, pur essendo ancorato al mondo contemporaneo. I testi sono tratti dalle opere di grandi poeti arabi come il libanese Elia Abou Madi, il tunisino Abou El Kacem Chebbi e l’iracheno Ahmad Ibn al-Husayn Al-Mutanabbi.

“Houria” clip ufficiale [vedi]

Si ringrazia Souad Massi per la concessione dell’ultima fotografia.

L’OPINIONE
La forza e il coraggio di dialogare

Scrivere ancora sulla spaventosa strage di Charlie Hebdo potrebbe essere presunzione: in questi momenti solo il silenzio sarebbe consentito se non fosse che in certe situazioni estreme il foglio bianco, la mancanza di parole potrebbe essere segno di resa. Resa all’odio implacabile che arma la mano dei terroristi. Un commento di Corrado Augias ha portato la discussione su un binario percorribile e condivisibile. Anche gli italiani hanno avuto una stagione del terrore e quel terrore era sprigionato da una (falsa) concezione della sinistra. Solo quando la sinistra si è opposta alla strage ecco che la ragione, l’illuminismo come ora si è soliti dire, ha saputo prendere il sopravvento sulla irrazionalità del fatto, dell’odio come momento di scelta. Ma ci siamo dimenticati che dal nostro Paese è stato esportato nel mondo il metodo e la violenza della mafia? Ci siamo scordati che la discriminazione è stata l’incidenza più violenta di gran parte delle tragedie del Novecento: in America con le stragi degli anni Trenta, con i soprusi contro i neri. E in Europa sorgeva la violenza fascista fino alla tragedia della Shoah o dei campi di concentramento siberiani al tempo di Stalin. E nonostante questo dato storico serpeggia nell’opinione pubblica la convinzione che tutti i mussulmani siano colpevoli, come se in Francia la condizione degli immigrati dell’ex impero francese che ha portato cinque milioni di loro in quel Paese sia spiegabile con un stile di vita e di convinzioni anti illuminista. Siamo allora noi italiani tutti mafiosi? Sono allora tutti i francesi anti-mussulmani? Sono dunque i tedeschi tutti nazisti?. Sono infine tutti i russi stalinisti? Ovviamente no! Ma è la mancanza di razionalità che insorge feroce a condannare sbarchi di clandestini, il concetto stesso di famiglia diverso dal nostro, ma soprattutto le convinzioni religiose. Ha ragione Umberto Eco ad affermare che non i mussulmani sono un pericolo ma l’Isis la forma più odiosa di una rivendicazione di un credo religioso a sostegno di una politica feroce. Non sono d’accordo con un mediocre scrittore e debole pensatore come Houellebecq che viene indicato come l’origine della vendetta terrorista assieme ai disegnatori di Charlie Hebdo per le sue idee ora espresse nel romanzo-saggio “Sottomissione” il quale secondo le recensioni (non ho ancora letto il libro) immagina una sottomissione dell’Occidente al pensiero mussulmano. Ogni giustificazione del fanatismo religioso è di per sé accusa d’intolleranza. Qualcuno mi scrive che il fanatismo cristiano ha prodotto il pensiero più forte dell’Occidente: dalla poesia all’arte, dalla musica alla filosofia, alla scienza. E questo non sarebbe successo nel mondo mussulmano. Ma cosa ne sappiamo noi? E comunque nessuna forma di terrorismo ideologico e pratico può essere giustificato da questa dubitabile consequenzialità. Ciò che si richiede e che dovrebbe guidare il nostro pensiero, specie per chi pratica la cultura come mestiere, non è tanto – o non solo- la com-partecipazione al destino dei caduti di Charlie Hebdo come singoli, come individui, ma il tentativo di evitare nella banalità del giudizio (si ricordi “La banalità del male” di Hannah Arendt) un coinvolgimento generale che ottunde il pensiero e pigramente lo lascia in mano ai luoghi comuni: è un negro, è un meridionale, ora, è un mussulmano. Ricordo lo stupore con cui – era il 1962 – recandomi in Austria per partecipare a un grande convegno su “Industria e letteratura” organizzato dallo scrittore Paolo Volponi e dal filosofo Rosario Assunto, vidi nella stazione di Monaco, alla porta della toilette della stazione, la scritta “Proibito l’accesso ai lavoratori turchi e italiani”. Nel paese austriaco sede estiva dell’Università austriaca, Alpbach, il gestore dell’unico caffè non voleva servire gli italiani per l’odio che ancora nutriva per il nostro popolo dopo le vicende non della seconda, ma della prima guerra mondiale!
Alla fine aiutati da un musicista ungherese che parlava tedesco, allievo di Bèla Bartok e che diverrà tra gli amici più cari della mia vita ci siamo seduti ad un tavolo e abbiamo parlato, oste ed avventori, fino a stringerci la mano e gustare il più buon strudel che abbia mai mangiato.
Non sono racconti moralistici o peggio pietistici ma è il vero, credo, segno dell’opposizione del pensiero illuminista, basato sulla tolleranza verso qualsiasi forma di pensiero diverso dal nostro, all’odio, alla barbarie, alla violenza, all’ottundimento della ragione, a quella fede feroce che Montale cantava nella “Primavera hitleriana”, “Oh la piagata/primavera è pur festa se raggela in morte questa morte”. Così, come penso, è necessario si debba ragionare rispetto a simili mostruosità, quale quella della strage di Charlie Hebdo, attaccandosi alla speranza che Clizia, la donna amata dal poeta Montale, colei che porta in sé il pegno di una sconfitta della fede feroce che “ Forse le sirene, i rintocchi/ che salutano i mostri nella sera/ della loro tregenda, si confondono già/ col suono che slegato dal cielo, scende, vince-/ col respiro di un’alba che domani per tutti/si riaffacci, bianca ma senz’ali/ di raccapriccio, ai greti arsi del sud…”.

Ma tutti insieme.

LA NOTA
Dietro la porta

Le porte delle città medievali sono sempre particolarmente attraenti. Ferrara non fa certo eccezione. Camminando per la città ne scorgo tante, alcune più belle di altre, alcune più misteriose e accattivanti di altre. Ma tutte stupende, una vera calamita per me. Una mi colpisce particolarmente, in via Ragno, una deliziosa piccola strada nel cuore della città. Abbracciata da campanelli dorati e finestre serie, rigorosamente simmetriche, questo varco attira la mia attenzione e stimola la mia fantasia. Sento una musica celestiale provenire da dietro di lei. Un tocco magico e leggero di un pianoforte, forse a coda. La musica non c’è, ma io la sento. Non sono impazzita, ma la sento. Odo note melodiose, come sempre quando passeggio nel mio bel centro storico. Talora reali, talora meno, ma c’è sempre musica nelle mie orecchie sensibili e attente.
Dietro quella porta, seduto al piano, vedo un ragazzo molto giovane, esile e magro ma dalle dita nodose forti ed energiche. Tutta l’energia che può comunicare si trova ora distesa sulla sua tastiera. Allungata come un gatto persiano dal bianco pelo morbido.
Energia, energia e ancora energia. È tutto quello che percepisco.
Ma insieme a lui, cosa c’è dietro quella porta? Dietro una porta si possono immaginare tante cose, io lì vedo angeli, due, per la precisione, il pianista e un cherubino che lo accompagna, che guida le sue dita sulle ali della dolce musica che gli aleggia intorno.
Dietro quella porta potrebbe esserci una signora anziana, dai capelli innevati, che ricama un centrino all’uncinetto, come quelli che non se ne vedono più in giro, come quelli che la nonna faceva d’inverno di fronte al camino, modellando tela e sagome di gigli. Quegli stessi ricami candidi che ancora si trovano, nelle iniziali delle lenzuola di lino ricamate a mano, parte di un corredo antico che ancora, instancabile, attende qualcuno e qualcosa. Un corredo che non ha perso la speranza ma che si sta un po’ ingrigendo e raggrinzendo, con il passare del tempo e con la sua ottimistica attesa.
Dietro quella porta, potrebbe esserci una mamma che cucina un brodino di pollo per due allegri bambini appena rientrati dal catechismo domenicale. Qualche cappelletto aspetta di tuffarsi nel piatto bollente e fumante, mentre un cucchiaio d’argento appoggiato alla tovaglia di fiandra tintinna vicino al suo bicchiere di cristallo preferito. Una coppia vincente, affiatata, da sempre su quella tavola imbandita per il pranzo della domenica e le feste di famiglia. Sempre insieme, sempre uniti, sempre sorridentemente complici. Perché mi piace pensare che anche gli oggetti della nostra tavola abbiano un cuore e un’anima, pensieri e sentimenti. Perché ci accompagnano e stanno vicini a noi da anni. Quindi, ci conoscono e capiscono, ormai.
Dietro quella porta potrebbero esserci un Labrador affettuoso che attende impazientemente il suo padrone, un gatto che miagola.
Dietro quella porta, potrebbe esserci un giardino fiorito, che ospita alberi secolari e piante ben curate da una padrona attenta, delicata, longilinea e profumata. Magari c’è pure una coppia di tartarughe.
Dietro quella porta potrebbe esserci una coppia di fidanzati, che si ritrovano dopo lunghi mesi di lontananza e mari che li separano. Baci infuocati e teneri abbracci potrebbero svelare i volti di quegli innamorati, mentre quella porta medievale scricchiola leggermente.
Eccola, si apre…

La scienza osteopatica al servizio dello sport

“C’è un evidente rapporto tra il movimento e la salute” (A.T.Still)

L’osteopatia è una scienza, una disciplina che si occupa globalmente della salute dell’individuo. Si basa sulla ricerca degli squilibri e delle riduzioni di mobilità delle diverse componenti del corpo umano. Questo approccio correttivo delle alterazioni del sistema muscolo-scheletrico avviene attraverso tecniche manuali specifiche di normalizzazione che vengono portate a compimento dopo un’attenta fase di analisi e studio del caso specifico. L’osteopatia permette di ottimizzare il rendimento della ‘macchina uomo’, liberando l’organismo da tensioni che in vario grado limitano la prestazione. Il miglioramento che si ottiene dal punto di vista posturale riduce il consumo energetico e gli attriti interni, rendendo più fluidi i gesti tecnici.
In questo caso il trattamento osteopatico può intervenire su più livelli; l’osteopata può essere di grande aiuto nei confronti dello sportivo durante i periodi di allenamento molto intensi, ma anche in prossimità di appuntamenti agonistici importanti, infatti tramite un particolare approccio al sistema cranio-sacrale riesce a modulare l’attività del sistema nervoso autonomo migliorando:
– qualità del sonno;
– concentrazione agonistica;
– gestione dello sforzo;
– prevenzione del sovrallenamento.

Il termine osteopatia (dal greco osteon osso e pathos sofferenza), fu introdotto in origine dal dr. Andrew Taylor Still per definire quelle alterazioni organiche, funzionali o strutturali che coinvolgono l’apparato viscero-fascio-muscolo-scheletrico sotto forma di una eccessiva densità tissutale, provocando un alterato squilibrio e disallineamento posturale.

Principali indicazioni dell’osteopatia
L’osteopatia è indicata nella cura dei dolori e delle disfunzioni della colonna vertebrale: sciatiche, sciatalgie, dolori intercostali, mal di schiena nelle svariate forme, dolori cervicali del collo. Ma è possibile risolvere anche problemi agli arti (distorsioni, tendiniti, reumatismi), ai visceri (reni, fegato, intestino, colite), allo stomaco (gastrite). Poi problemi al cranio che generano il mal di testa, problemi alla mascella, nevralgie facciali, sinusiti, ma anche stress e ansia.

L’osteopatia nello sport
Il sostegno dell’osteopatia nella cura e nella prevenzione in ambito sportivo è di fondamentale importanza. Questa figura sta diventando sempre più importante e indispensabile per assicurare che la struttura organica dell’atleta sia tale da ottimizzarne l’attività sportiva e una preparazione fisica completa. Ad oggi, in Italia, circa il 20% delle società sportive vedono la presenza dell’osteopata nel loro staff. Il pensiero che si sta sviluppando è quello di seguire l’atleta, non solo quando gravita ai massimi livelli del professionismo, ma anche prima, durante la sua crescita.
Questo permette di condurlo lungo il percorso sportivo sfruttando pienamente le sue potenzialità e prevenendo alcuni inutili infortuni.
Da studi effettuati su atleti professionisti, si è constatato che un trattamento osteopatico mirato può prevenire traumi (dovuti a disequilibri impercettibili del comportamento strutturale) e, soprattutto, può migliorare la performance dell’atleta in maniera oggettiva ed evidente. Questo avviene attraverso alla possibilità che viene data all’atleta di avere a disposizione una struttura corporea in completo equilibrio, dove l’avvenuta correzione di ogni alterazione muscolo-scheletrica e posturale ne migliora la capacità di muoversi nello spazio e di rendere secondo una perfetta efficienza biomeccanica.

IMMAGINARIO
Circo senza animali.
La foto di oggi…

Mangiafuoco, acrobati e ballerine. Come può essere bello il circo senza animali, solo spettacolo e magia di luci e ombre, salti e fiato sospeso. Lo fanno alla fiera di Ferrara, all’interno di quel mega-parco dei divertimenti che è Winter Wonderland. Allestito nei padiglioni, l’evento si reinventa le giostre al coperto con un’estensione da record tra autoscontro e brucomela, tagadà, castello incantato e “waterball” per ruzzolare sull’acqua. Ingresso a pagamento in via della Fiera 11, a Ferrara, spettacoli del circo alle 16 e 19,30. Fino a domenica 11 gennaio.

OGGI – IMMAGINARIO ACROBATI

circo-winter-wonderland-fiera-ferrara
Circo senza animali a Winter Wonderland, parco divertimenti al coperto della Fiera di Ferrara

Ogni giorno immagini rappresentative di Ferrara in tutti i suoi molteplici aspetti, in tutte le sue varie sfaccettature. Foto o video di vita quotidiana, di ordinaria e straordinaria umanità, che raccontano la città, i suoi abitanti, le sue vicende, il paesaggio, la natura…

[clic sulla foto per ingrandirla]

GERMOGLI
Anniversari tecnologici.
L’aforisma di oggi…

Una quotidiana pillola di saggezza o una perla di ironia per iniziare bene la giornata…

steve-jobs
Steve Jobs

8 anni fa Steve Jobs, con Apple, lancia il telefono più famoso al mondo, l’iPhone.

“Essere l’uomo più ricco al cimitero non mi interessa. Andare a letto la sera sapendo di aver fatto qualcosa di meraviglioso, quello mi interessa”. (Steve Jobs)