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Giorno: 10 Gennaio 2015

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NOTA A MARGINE
Gramsci: pane e grammatica

Non è un caso che la conferenza tenuta ieri pomeriggio alla biblioteca Ariostea da Fiorenzo Baratelli sul principio educativo in Gramsci avesse come titolo “La formazione dell’uomo”: “una vera educazione è quella che prepara l’uomo alla sua epoca”, questa è la concezione gramsciana della formazione, che appunto deve formare menti consapevoli della propria funzione storica e sociale, non più passivamente soggette a condizionamenti. Una visione della scuola e del sistema educativo e culturale più in generale che si struttura nel tempo, partendo dagli articoli giovanili e arrivando agli scritti dal carcere: le Lettere e i Quaderni. Piccolo inciso: per entrambi Baratelli ha tessuto un prezioso legame con un altro ‘giovane favoloso’ della nostra cultura, Giacomo Leopardi, prendendo a prestito le sue parole per definire le Lettere la “storia di un’anima” e definendo i Quaderni un’enciclopedia aperta e non sistematica come lo Zibaldone di pensieri.
Gramsci non ha in mente un’educazione in senso astratto, bensì teoricamente fondata, ma pratica, operativa e sicuramente politica. Nei Quaderni, infatti, critica la concezione italiana di una cultura prettamente “prettamente libresca”, in cui “manca l’interesse per l’uomo vivente e per la vita vissuta”, mentre già nell’articolo “Socialismo e cultura” (1916) aveva scritto: “bisogna smettere di vedere la cultura come sapere enciclopedico […] questa non è cultura, è pedanteria […] la cultura è disciplina del proprio io interiore”.
Nell’umanesimo gramsciano il sistema formativo diventa uno strumento di emancipazione e di trasformazione della società perché contempera i valori classici e storici con le nuove avvisaglie dell’industrialismo moderno e perché forma le coscienze a una libertà responsabile e consapevole. Per questo fin dai suoi primi articoli si scaglia contro la scuola classista destinata a perpetuare la divisione fra chi deve guidare e chi si presuppone debba essere guidato, “polemizzando anche con il suo partito – come ha precisato Baratelli – che finisce per accettare questa organizzazione” in cui la formazione classica è privilegio di alcune classi, uniche in grado di aspirarvi, mentre per i figli delle classi lavoratrici ci sono solo le scuole professionali, dove si insegna a fare senza pensare. Da qui anche la forte critica non solo alla riforma di Gentile, ma anche alla concezione idealistica, che separano classicità e scienze esatte: per Gramsci “questa separazione rappresenta un impoverimento per entrambe ed è inattuale per i tempi”.
Anche in ambito pedagogico Gramsci rivela tutto il suo antidogmatismo e la sua lungimiranza, non solo attraverso alcune riflessioni critiche sull’educazione delle bambine, ma anche per l’importanza data al metodo, piuttosto che alle nozioni e alla memoria: “imparare a imparare, questa per lui è la funzione della scuola, prefigurando già quell’utopia della società dell’apprendimento in cui il rapporto pedagogico è una relazione che coinvolge in ogni momento tutta la comunità”, ha sottolineato Baratelli. Forse le sue più grandi intuizioni sono però il concepire la rivoluzione di una scuola di massa non calata dall’alto, ma richiesta da chi fino ad allora ne è stato escluso: l’analfabetismo non può essere debellato attraverso leggi e regolamenti, ma con la percezione, da parte del popolo, dell’istruzione come bisogno e necessità. E, parallelamente, la consapevolezza dei rischi di questa scuola di massa: primi fra tutti la semplificazione e la dequalificazione. “Forse per questo – ha scherzato Baratelli – Gramsci non è stato un autore del ‘68”. “Occorre persuadere molta gente che anche lo studio è un mestiere, e molto faticoso […] è un abito acquisito con lo sforzo, la noia e anche la sofferenza. La partecipazione di più larghe masse alla scuola media porta con sé la tendenza a rallentare la disciplina dello studio, a domandarne facilitazioni. Occorrerà resistere alla tendenza di render facile ciò che non può esserlo senza essere snaturato”, scrive nei Quaderni.
La scuola di Gramsci è insomma una scuola che forma nuovi cittadini consapevoli del proprio ruolo nella società con metodo severo e rigoroso, “un luogo dove combattere i caratteri negativi degli italiani: l’improvvisazione, il dilettantismo, l’irresponsabilità morale e intellettuale, la pigrizia fatalistica e il cinismo che portano all’inazione”.

LA SEGNALAZIONE
Tributo: Bollani “shakera” Frank Zappa

Stefano Bollani è un musicista, pianista e cantante jazz, che ha iniziato a studiare pianoforte all’età di sei anni. Dopo il diploma al conservatorio di Firenze ed essersi fatto le ossa come turnista nel mondo della musica pop, si è affermato nel jazz collaborando con i grandi protagonisti della scena, tra cui Richard Galliano, Phil Woods, Lee Konitz, Aldo Romano, Michel Portal, Gato Barbieri, Pat Metheny, Chick Corea, esibendosi a Umbria Jazz, Festival di Montreal, Town Hall di New York, Fenice di Venezia, Scala di Milano. Dal 1996 collabora con il suo mentore Enrico Rava, uno dei jazzisti italiani più noti a livello internazionale.

Nel 2003 Bollani riceve il Premio Carosone, l’anno successivo il magazine giapponese Swing journal gli conferisce il New star award riservato ai talenti emergenti stranieri, per la prima volta assegnato a un musicista non americano. Nel 2006 per la rivista Musica jazz è il musicista italiano dell’anno. Nel 2009, nell’ambito del North sea jazz festival in Olanda, gli viene attribuito il Paul Hacket award; due anni dopo è la volta del Los Angeles-Italy excellence award, per la cultura italiana nel mondo.
In televisione è stato simpaticissimo ospite fisso del programma di Raiuno “Meno siamo meglio stiamo”, di e con Renzo Arbore, in cui si è esibito anche nelle irresistibili imitazioni di Paolo Conte, Franco Battiato, Marco Masini, Enzo Jannacci. “Sostiene Bollani” è il titolo del suo primo programma televisivo, interamente dedicato alla musica, andato in onda su Raitre nel 2011.
Il nuovo album: Sheik yer Zappa

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Il nuovo album di Stefano Bollani, tributo a Frank Zappa

Nell’ottobre del 2014 Stefano Bollani ha pubblicato il suo tributo a Frank Zappa, un grande mito della musica, in grado di fondere tutti i generi ottenendo risultati sorprendenti.
L’album raccoglie nove registrazioni live del 2011, i brani sono di Zappa ad eccezione di “Male male”, scritto da Bollani, e “Bene bene”, composto dal pianista milanese insieme al vibrafonista Jason Adasiewicz.
Lo “shaker” che dà il titolo all’album, si riferisce all’improvvisazione con cui sono stati realizzati i brani, che prendono spunto dall’opera di Zappa, per evolversi un direzioni differenti. Un preciso riferimento, se non una vera e propria linea rossa, al modo di comporre dell’artista americano, che mescolava musiche e generi provenienti da tutte le parti del mondo, per realizzarne commistioni originali. Una traccia ideale che viene però capovolta nel modo di sviluppare il tributo, preferendo la massima libertà espressiva al rigido perfezionismo di Zappa.

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Il chitarrista americano Frank Zappa

L’album nasce dai concerti che Bollani tenne nel 2011, con una playlist selezionata dai numerosi dischi del chitarrista americano: da “Uncle meat” a “Peaches en regalia”, passando per “Blessed relief”, quest’ultimo inserito nell’album “The grand wazoo”. Per la realizzazione di “Sheik yer Zappa” è stato formato un gruppo nuovo, con un vibrafonista conosciuto tramite YouTube (Jason Adasiewicz), Larry Grenadier al (contra)basso, Josh Roseman al trombone e Jim Black alla batteria. Ovviamente manca il chitarrista; il ruolo sarebbe stato ingrato per chiunque.
Il risultato finale è positivo, giudizio che probabilmente troverà d’accordo alcuni e decisamente contrari altri, secondo i gusti personali e le aperture necessarie per accettare rielaborazioni o evoluzioni del lavoro di Zappa.
Bollani ha compiuto un’operazione difficile, sapendo di prestare il fianco a chi segue rigidamente certi schemi, ma come ci ha insegnato Frank Zappa, la qualità “dell’alchimista” la si vede nel modo con cui utilizza gli “alambicchi”, talento che non manca al musicista milanese e al suo gruppo.
La vedova e la fondazione che tutelano il nome e la qualità della musica del grande chitarrista americano, hanno approvato l’operazione di Bollani, affermando che era in linea con lo spirito di Frank.

Riprendono le attività di Apollo Arte e Cultura

da: ufficio stampa Apollo Cinepark

Dal 13 gennaio e fino a primavera inoltrata Cinepark Apollo propone eventi e spettacoli sul grande schermo.

Dopo la pausa natalizia torna Apollo Arte e Cultura con un appuntamento d’apertura davvero speciale. Martedi 13 Gennaio, alle ore 21.00, sul grande schermo dell’Apollo arriva LA RAGAZZA CON L’ORECCHINO DI PERLA DI VERMEER E ALTRI TESORI, dal Museo Mauritshuis a L’Aja, percorso unico fra le opere e la poetica di un grande artista.
Tracy Chevalier ne fece la protagonista del suo romanzo da milioni di copie vendute (dal quale fu tratto il film di Peter Webber con gli eccezionali Scarlett Johansson e Colin Firth). 350mila sono stati i visitatori che in tre mesi sono accorsi a incontrarla nel corso della mostra bolognese.
La ragazza con l’orecchino di perla, l’opera di Jan Vermeer – che 150 anni fa era soprannominato la “Sfinge di Delft” perché ben poco si sapeva della sua vita e del suo lavoro – si offre oggi al pubblico in tutta la sua silenziosa e aggraziata bellezza. Concluso un tour di due anni nei più importanti musei del pianeta (dove ha incontrato oltre 1,2 milioni di spettatori da Tokyo a New York, da Atlanta a Bologna), la gemma del Nord torna al Museo Mauritshuis pronta a raccontare la sua storia.

Martedì 13 gennaio verrà così proiettato solo per un giorno nei cinema italiani Ragazza con l’orecchino di perla di Vermeer e altri tesori dal Museo Mauritshuis, il tour cinematografico che guiderà gli spettatori tra le sale del museo dell’Aia che ri-accoglie il
suo dipinto più celebre dopo due anni di restauri. Il tour al cinema esplorerà i legami tra arte e letteratura, pittura e cinema, immagini e immaginario, anche grazie alle interviste ad esperti e a scrittori, tra cui la stessa Tracy Chevalier. Oltre all’opera di Vermeer il pubblico scoprirà anche la “Lezione di anatomia del dottor Tulp” di Rembrandt e “Il Cardellino” di Carel Fabritius (reso celebre dal romanzo best seller di Donna Tartt), venendo poi trasportato dalle parole di Proust nel cuore dei più bei dipinti del XVII secolo olandese.

I lavori per restaurare e ampliare l’elegante edificio in cui risiede il Museo, situato nel centro della città, si sono ispirati al Louvre di Parigi. Percorrerne le sale grazie alle videocamere significherà esplorarlo in lungo e in largo, nella consapevolezza che le opere che vi sono racchiuse raccontano storie che da secoli alimentano l’immaginazione di scrittori e registi. Realizzati per lo più per committenti privati, più che parlare al pubblico del tempo i quadri del Museo Maurithuis si rivolgono a singoli individui e per questo risultano spesso indecifrabili e misteriosi. Proprio come La ragazza con l’orecchino di perla che rappresenta quello che gli studiosi definiscono un “tronie esotico”. I Tronie sono ritratti raffiguranti “tipi”, più che persone, e sono un genere molto diffuso nella pittura olandese del Seicento. Il volto idealizzato della fanciulla e il suo insolito e luminoso abbigliamento (dal grosso orecchino in perla al copricapo a turbante, realizzato con panni gialli e azzurri) offrono al dipinto un carattere di atemporalità e di silenzioso mistero. Un’aura di pace e armonia pervade con delicatezza l’immagine: il modo in cui la giovane donna volge il capo -con le labbra umide e socchiuse quasi volesse prendere tra un attimo la parola- stimola la fantasia di chi guarda e ha sicuramente contribuito alla straordinaria popolarità del più famoso dipinto di Vermeer.

Fili d’erba

È arrivato gennaio con la sua aria gelida di giornate luminose. Da brava bambina ho fatto i miei propositi per l’anno nuovo, sono sempre gli stessi e non li mantengo, ma trovo allegro e scaramantico pensare che dovrei dimagrire, fare sport, diventare puntuale e tutte quelle cose che so, già in partenza, non realizzerò. Anche la cura del giardino fa parte dell’elenco, ma quest’anno non posso scantonare, per quanto possa permettersi un buon livello di autonomia, rimane sempre uno spazio con dei limiti e le mie piante li stanno sforando in tutte le direzioni. Nel 2015 compirà vent’anni e dovrò capire che cosa fare per mantenerlo con un po’ di equilibrio. In questi giorni scrivere di giardini, future potature e piantagioni, ha un suono strano, quasi stonato. Non dovrebbero esserci atrocità di serie A, eppure tra le tante notizie tremende che ci passano sopra la testa senza scuotere i nostri pensieri, ci sono tragedie che colpiscono il segno. La strage nella redazione parigina del Charlie Hebdo è una mattanza fra le tante, ma questa è una vigliaccata che ha avuto successo, ha centrato il nostro orticello di convinzioni e sicurezze facendo saltare in aria vite e quotidianità, radici culturali e simboli. Sulle macerie allargate di questo fatto non riesco ad esprimere nulla di più sensato di un preoccupato silenzio. Ascolto, cerco di capire, ma ho bisogno di spostare l’attenzione su qualcosa di bello e pulito e il mio giardino, in questo momento, non ha queste caratteristiche anche se lavorare con la terra e le piante fino allo sfinimento, è sempre un’ottima cura per alleggerire la testa. Andando alla ricerca di un pensiero positivo mi è venuta in mente una bella storia legata ad una fotografia di fili d’erba. In questa storia non ci sono macchine rimpicciolenti e inventori da strapazzo, ma c’è un ragazzino, un papà contento e una maestra con il vizio di fotografare. La maestra si chiama Olga, è una collezionista di attimi: non c’è raggio di sole, sguardo di gatto, foglia, rametto, sorriso di cane, sonnellino di parenti, che sfugga al suo obbiettivo. Come ogni collezionista è golosa e insaziabile, ma per fortuna è molto generosa e i suoi scatti di serenità vengono lanciati nel mondo e messi a disposizione di chi li vuole usare, come sto facendo io. Non contenta di tutto questo, grazie alla sua passione, Olga è riuscita a coinvolgere i suoi alunni in un laboratorio fotografico all’aria aperta, mettendo a disposizione la sua compatta per portarli alla scoperta della bellezza nascosta nelle cose, apparentemente insignificanti, che ci circondano. Non ho idea della burocrazia che abbia dovuto superare per portare in giro i suoi ragazzini, non conosco quali strategie abbia messo in pratica per coinvolgerli in questa avventura e come sia riuscita a farli lavorare insieme, ma ho visto lo splendido risultato: una serie di immagini dolcissime e piene di poesia. Una fra le tante, tutte belle e sorprendenti, è questa, che mi ha colpito per la grazia danzante di questi fili di erba che Nicola ha visto e ha saputo raccontare. La sua foto e quelle degli altri bambini, sono state adoperate per fare una mostra e un calendario, coinvolgendo così anche le famiglie nella parte conclusiva del laboratorio. In questa storia c’è tutto quello che vorrei per il nuovo anno, ed è un elenco lunghissimo di sogni in cui volano persone, grandi e bambini, che si divertono a stanare la bellezza nella quotidianità della natura più semplice; persone capaci di giocare, ridere, imparare, crescere e coltivare in pace un immenso giardino dove i fili d’erba sono verdi, vivi e luccicanti… poi mi sveglio, e le cose non funzionano così, ma la foto di Nicola, mi ha fatto sognare a occhi aperti, e lo ringrazio di cuore per questo piccolo grande regalo.

Foto di Nicola Mariani

 

Hera: attenzione alle truffe

da: ufficio stampa Hera

Pervenute all’azienda in questi giorni alcune segnalazioni su comportamenti
anomali. Ecco come riconoscere gli agenti autorizzati da Hera e tutelarsi da possibili truffe.

Agli uffici di Ferrara sono pervenute, in questi giorni, alcune segnalazioni da parte di cittadini che descrivono situazioni anomale riconducibili a potenziali truffe. Per questo Hera desidera mettere in guardia i propri clienti, fornendo alcune informazioni utili a tutela della loro sicurezza.

Innanzitutto Hera ricorda che i propri operatori non sono incaricati a intervenire sugli impianti interni ad eccezione dei casi di sostituzione dei contatori quando posizionati all’interno dell’abitazione. Pertanto, qualora qualcuno si presentasse autonomamente a domicilio per la verifica dei sistemi idraulici, elettrici o del gas all’interno delle abitazioni, non può trattarsi di un operatore di Hera.

Per la lettura dei contatori, invece, si precisa che spesso non è necessario neppure far entrare in casa il personale incaricato da Hera, poiché di norma l’apparecchio è collocato all’esterno. Nel caso in cui il contatore sia invece all’interno dell’abitazione, si ricorda che è sempre possibile fare l’autolettura con i canali messi a disposizione dall’azienda. Gli unici operatori incaricati di contattare i clienti a domicilio sono gli agenti di Hera Comm, la società commerciale del Gruppo Hera, che si recano a casa dei clienti per presentare loro le nuove proposte di fornitura luce e gas con offerte a mercato libero. Sono riconoscibili grazie a un tesserino che indossano e che contiene nome e cognome, foto e il logo “Hera Comm – Agenzia autorizzata”.

Per avere la massima sicurezza, è anche possibile chiamare il Servizio Clienti Hera 800.999.500 e chiedere conferma rispetto al nominativo dell’addetto che si reca a domicilio, poiché gli operatori del numero verde Hera dispongono dell’elenco costantemente aggiornato di tutti gli agenti autorizzati. Questi agenti potrebbero anche richiedere informazioni sui consumi e le bollette, in quanto non sono in loro possesso. Si ricorda, però, che tutti i dati relativi ai clienti sono già in possesso di Hera, coperti da privacy. Nel caso in cui venga richiesto da estranei di visionare le bollette, si precisa che questi documenti contengono dati personali che, in quanto tali, il cliente non è tenuto a mostrare a nessuno, a meno che questo non rappresenti una sua libera scelta.

In nessuna circostanza, infine, il letturista o le agenzie autorizzate da Hera Comm possono effettuare incassi o rimborsi di denaro. Inoltre mai alcun operatore è stato incaricato da Hera della vendita di apparecchiature relative agli impianti interni del gas o per la sicurezza domestica.

Grande festa di chiusura a winter wonderland, il parco divertimento dei record

da: ufficio stampa e comunicazione Ferrara Fiere Congressi

Chiusura in grande stile per Winter Wonderland – Natale in Giostra, il parco divertimenti indoor più esteso d’Italia (oltre ventimila metri quadrati al coperto), che domani (Domenica 11 Gennaio, ndr) si congeda dalla Fiera di Ferrara, dopo ben 23 giorni di attività senza interruzioni.

E le attività del parco funzieranno a pieno regime anche l’ultimo giorno, dalle 10 alle 24, offrendo a bambini, ragazzi e adulti un programma molto intenso e un’ampia gamma di emozioni, a partire da quelle assicurate dalle giostre: Autoscontro e Brucomela, Piovra e Tagadà, Castello incantato, Shuttle, Waterballs, Space Star, Saltamontes, Matrix, il trenino Gold Mine, il cinema 5D e Music Express. Ovvero divertimento, sorpresa, sfide e brividi per tutti i gusti e tutte le età.
Nel corso del pomeriggio, torna il doppio appuntamento (16 e 19.30) con l’emozionante “Winter Circus”, lo spettacolare circo senza animali in tournée mondiale. Partecipazione straordinaria dell’acrobata Rudi Macaggi, noto al grande pubblico per le sue performance mozzafiato ad “America’s Got Talent” e “Italia’s got Talent”.
La festosa “parata” di chiusura sarà, invece, affidata ad alcuni protagonisti d’eccezione: i personaggi dei cartoni animati più amati dai bambini, che per l’occasione sfileranno nei padiglioni della Fiera di Ferrara insieme ai propri fan.
Diverse le opzioni di ingresso a Winter Wonderland: il braccialetto (19,90 euro), valido per tutta la giornata e su tutte le attrazioni; il biglietto giornaliero intero (4 euro) o ridotto (3 euro), che dà diritto a un buono di 2 euro da spendere nelle varie giostre presenti; i pacchetti promozionali scontati “Fantasia 1” e “Fantasia 2” (per i più piccoli), “Avventura” (per le famiglie) e “Adrenalina” (per i ragazzi), tutti a tiratura limitata, ancora prenotabili sul sito winterwonderlandferrara@hotmail.it o acquistabili direttamente alle casse della Fiera.
L’area ristorazione proporrà al pubblico piatti della tradizione e street food in chiave territoriale: una birreria artigianale ferrarese e una tedesca, con specialità bavaresi come stinco, patate e bretzel; punti ristoro classici con pizze, hamburger e crepes; arancini, spianata bolognese e molto altro ancora.
Da segnalare il trenino turistico gratuito, che consentirà di arrivare dal centro storico di Ferrara (Piazza Donatori di Sangue) al Quartiere fieristico e ritorno.

Crisi: Emilia-Romagna, credito di “soccorso” per aziende agricole

da: ufficio stampa Coldiretti

Sostenere le aziende agricole dell’Emilia Romagna che a fine 2014 hanno visto “fuggire” dai campi il loro reddito a causa del crollo delle vendite e dei prezzi, soprattutto nel settore ortofrutticolo e del Parmigiano Reggiano. E’ questo l’obiettivo di un pacchetto creditizio “di soccorso” messo a punto da CreditAgri Italia, consorzio fidi di Coldiretti, per essere a fianco delle imprese agricole in questo momento di crisi economica e di stretta creditizia.
L’indice dei prezzi agricoli dell’Istat – informa Coldiretti Emilia Romagna – a settembre ha fatto registrare un flessione dei prodotti vegetali del 6,9 per cento con punte del 34,1 per cento per le patate e 10,3 per la frutta. Quest’ultima in particolare ha scontato l’anomalo andamento meteorologico dei mesi primaverili ed estivi, che non ha invogliato il consumo di frutta, e l’embargo russo sui prodotti agroalimentari dell’Unione europea. Embargo che ha determinato anche il crollo dei prezzi del Parmigiano Reggiano, con la conseguenza che due settori fondamentali dell’agricoltura emiliano romagnola stanno attraversando un momento di difficoltà.
Il pacchetto “di soccorso”– informa Coldiretti – metterà a disposizione delle aziende i consulenti di CrediAgri per valutare le esigenze finanziarie, individuare le soluzioni più adeguate e reperire le migliori risorse finanziarie sul mercato per interventi che vanno dal finanziamento per l’acquisto dei mezzi tecnici agli anticipi sui prezzi dei prodotti conferiti il cui pagamento è dilazionato nel tempo, fino agli anticipi sui contributi pubblici già ammessi a finanziamento, ma con l’erogazione prolungata nel tempo. L’intervento di CrediAgri, reso disponibile fino al 30 aprile prossimo, avverrà a costi competitivi e consentirà di accedere ai migliori tassi bancari in modo da mettere le aziende in grado di far fronte alle difficoltà di mercato, anticipando finanziamenti che arrivano con il contagocce a causa della lentezza burocratica delle pubbliche istituzioni.
L’intervento di soccorso – conclude Coldiretti – diventa un modo per dare un’opportunità concreta agli imprenditori per continuare il proprio lavoro mantenendo standard di qualità elevati e accrescendo i livelli competitivi dell’impresa.

“Insieme per Comacchio”, presentato il progetto innovativo che mette in rete le scuole del territorio

da: ufficio stampa Comune di Comacchio

L’imminente avvio della procedura delle iscrizioni all’anno scolastico 2015/16 previsto per il prossimo 15 gennaio, ha stimolato una riflessione pubblica, alla quale sono stati invitati a partecipare questa sera tutti i genitori degli alunni che frequentano le classi terze degli istituti di istruzione secondaria di primo grado.
La dirigente scolastica reggente dell’Istituto comprensivo di Comacchio, Roberta Monti, ha introdotto il dibattito attorno al progetto “Insieme per Comacchio”, che per la prima volta vede alleate tutte le realtà scolastiche del territorio. L’obiettivo dell’iniziativa è quello di valorizzare le scuole locali e le loro proposte formative, congiuntamente ai loro indirizzi di studio, per un più facile accesso al mondo del lavoro, in accordo con il percorso educativo immaginato per i ragazzi. Dopo i ringraziamenti a tutti coloro che sono intervenuti, il Sindaco Marco Fabbri ha sottolineato che “deve crescere la consapevolezza che turismo e agro-alimentare devono essere la prima industria italiana. Noi dobbiamo puntare sul turismo che rappresenta una grande potenzialità. Ci attende una sfida importante – ha aggiunto Fabbri – e finalmente scuole, Comune, pubbliche amministrazioni e imprenditori stanno dialogando per costruire insieme un patto di crescita del territorio.”
Nel suo intervento il Sindaco ha toccato alcuni aspetti nodali che riguardano i percorsi formativi dei nostri alunni, partendo dalla necessità di apprendere le lingue straniere, con particolare riferimento al tedesco e all’inglese, ma ha anche rimarcato come sia determinante debellare il pregiudizio diffuso nella comunità, che crede ancora poco nelle potenzialità dell’istituto di istruzione secondaria “Remo Brindisi.” In verità questo istituto sforna continuamente eccellenze e si aggiudica prestigiosi premi in tutte le gare nazionali ed internazionali, alle quali partecipa.
Un altro aspetto degno di nota, sottolineato anche dalla responsabile per l’orientamento dell’istituto “Remo Brindisi”, riguarda l’estensione del bacino di utenza verso la Romagna. Da un paio di anni l’Amministrazione Comunale ha introdotto i collegamenti in pullman anche con il ravennate e si continuano a registrare riscontri molto positivi, con numerosi alunni provenienti da Casal Borsetti, Sant’Alberto, Alfonsine, ma anche dal faentino e da Ravenna città. Il Sindaco ha poi aggiunto che a breve gli studenti faranno parte degli imminenti appuntamenti fieristici internazionali, a partire da quello di Stoccarda dal 22 gennaio dove, ancora una volta Comacchio con il suo nuovo brand sarà rappresentata da una delegazione comunale. Il Sindaco di Ostellato, Andrea Marchi, condividendo la necessitò di riscoprire l’identità collettiva “per superare visioni antiche che non hanno fatto la fortuna di questa provincia”, ha parlato dell’Istituto Fratelli Navarra come di un’autentica eccellenza del territorio. “Prima c’era scarsa fiducia perché l’istituto potesse rappresentare la vera chance formativa – ha dichiarato Marchi -, mentre la scuola si occupa dell’agricoltura specializzata, che va dalla vivaistica, alla floricoltura, all’enologia ed è diventata un punto di forza. Si è lavorato molto anche sui trasporti per i collegamenti con la bassa bolognese.” Secondo Marchi la chiave di volta per fornire risposte adeguate al territorio è proprio la formazione, mettendo in rete scuola, trasporti ed idee. Massimiliano Urbinati, dirigente scolastico reggente dell’Istituto di istruzione secondaria “Remo Brindisi” del Lido degli Estensi, sottolineando lo sforzo congiunto dell’Amministrazione Comunale, delle realtà scolastiche locali e degli imprenditori, ha illustrato gli indirizzi di studio, dall’alberghiero, all’ex-Ipsia, al Liceo Linguistico, sino all’istituto tecnico economico –indirizzo turismo, soffermandosi sulla novità che sarà introdotta dal prossimo anno scolastico. Infatti ci sarà ai nastri di partenza un nuovo indirizzo di studio, teso a formare operatori della pesca e dell’acquacoltura, con possibilità di acquisire anche la patente nautica dopo il terzo anno. Si tratta di un percorso formativo altamente specializzato e qualificante, che abbraccia tutte le competenze dalla nautica, alla diportistica, alla meccanica applicata alla riparazione dei motori, sino alla pesca e alla conoscenza del mare. Emma Felletti, responsabile dell’orientamento, ha ricordato i due importanti appuntamenti, quello di domenica 11 gennaio alle ore 15 con l’Open Chocolate e con visite guidate all’istituto e l’Open Day del 17 gennaio, durante il quale (dalle ore 15 alle ore 18) i docenti saranno a disposizione dei genitori per informazioni e consulenza utili per le iscrizioni online al prossimo anno scolastico. Roberta Monti, dirigente scolastica del Polo scolastico agroalimentare Estense, con incarico a reggenza dell’Istituto comprensivo di Comacchio, nel condividere il progetto di messa in rete delle realtà scolastiche, ha introdotto la progettualità dell’Istituto “F.lli Navarra”, plaudendo al risultato conseguito con “Dalla terra alla tavola”, in vista dell’Expo 2015. Anche Stefano Calderoni, vice presidente della “Fondazione Navarra”, dopo aver raccontato la propria esperienza nel settore dell’agricoltura, ha aggiunto che “Il Made in Italy è un elemento di grande attrazione. L’occupazione cresce nel settore agroalimentare, sono nate nuove imprese agricole, come la mia e nuovi giovani hanno scelto di investire in questo settore, che può diventare estremamente qualificante.” L’Istituto “Fratelli Navarra” di Ostellato offre due Open Day sabato 10 e domenica 11 gennaio e altri due nel mese di febbraio (17 e 18/02), per consentire agli interessati di effettuare visite guidate ed ottenere tutte le informazioni del caso dai docenti. Ha partecipato all’incontro anche la dirigente scolastica reggente dell’Istituto comprensivo di Porto Garibaldi Ines Cavicchioli che, rallegrandosi per “la visione lungimirante”, ha dichiarato che “è indispensabile questo tavolo di collaborazione per gettare le basi dello sviluppo futuro. Bisogna mettersi in gioco con questo entusiasmo – ha concluso-.”

Romeo, er mejo der Colosseo

“Pe’ arivacce qui da Roma ho fatto l’autostop
e ‘n Francia è già m’ber pezzo che ce sto…
Ma pure da emigrato, mica so cambiato:
io so’ Romeo, er mejo der colosseo!
Io fermo nun ce sto, proprio nun me va!
Se domani qui sarò, oggi chi lo sa?
Forse un po’ m’acchitterò e me ne andrò in città, già…
E poi laggiù tanta scena farò, ogni gatta che me vedrà dirà:
“ma che ber micione, che simpaticone, quello è Romeo
er mejo der colosseo!.”

aristogatti
La locandina

Sono appena finite le feste, durante le quali molti di noi hanno trascorso pomeriggi sereni davanti alla televisione o al cinema. I cartoni animati hanno sicuramente avuto la loro parte, in queste festività molto legate ai bambini. Ma non solo loro hanno riassaporato vecchi film d’animazione, quei capolavori disneyani che tutti noi abbiamo visto da piccoli ma anche rivisto da grandi.
Ecco allora che, un freddo pomeriggio, proiettano gli Aristogatti, film divertente e allegro che mi riguardo per l’ennesima volta, perché l’ho sempre adorato per due ragioni precise: Romeo e Parigi di inizi ‘900. Ho sempre amato la capitale francese, dove ho vissuto a lungo, e proprio oggi che soffre per i noti e tristi fatti di Charlie, amo ricordare le sue belle strade, quella Cattedrale di Notre Dame che nel film di Disney sfila pacifica nella notte mentre l’infido Edgar porta via i gattini. Le matite dell’epoca avevano disegnato, con loro consueti tratti leggeri ed eleganti, tetti e stradine, ponti sulla Senna e lampioni romantici. Niente 3D moderni o computer ma le origini dei cartoon, fatte di fine artigianato e sfondi dipinti a mano. Per questo le immagini sono delicate. Quasi acquarelli da belle époque, cornice ideale per una storia d’amore.

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Matisse, Minou e Bizet

Oggi più di allora riconosco le strade e quell’atmosfera unica e galeotta che si respira solo a Parigi. E poi vi sono il tenero Romeo, con quel simpatico accento romanesco nel doppiaggio di Renzo Montagnani, l’elegante e affascinante Duchessa, i gattini Minou, Bizet e Matisse, per non dimenticare la banda di Scat Cat o il topolino Groviera (doppiato da Oreste Lionello), che aiuterà i gattini a ritornare dalla loro amata padrona, Madame Adelaide Bonfamille. Riscoperti solo ora, sono, poi, splendidi lo Zio Reginaldo e le oche inglesi Adelina e Guendalina Bla Bla. Qui si ritrovano amore e strada di casa, in una Parigi del 1910, dove il maggiordomo Edgar, che non vuole aspettare che i gattini muoiano prima di ereditare la fortuna di Madame Adelaide (che nel testamento gli lasciava tutto ma solo dopo i suoi gattini), complotta per rimuovere i gatti dalla posizione ereditaria. Un cattivo che lo addormenta, quindi, e che si dirige in campagna per abbandonarli.

aristogattiaristogattiDuchessa, però, incontra il randagio e allegro Romeo che, con simpatia e charme, si offre di riportarla a Parigi insieme ai gattini. Si incrociano, quindi, paesaggi da vera favola oltre che Adelina e Guendalina, fino ad arrivare a danzare e cantare senza freni, sui tetti di Parigi, con Scat Cat e la sua banda sgangherata. Le avventure sono tante e il perfido Edgar finirà in un baule spedito a Timbuktu, con un testamento che verrà riscritto da Adelaide, per includervi anche Romeo. La storia romantica di Duchessa e Romeo è accompagnata dalla colonna sonora cantata da Maurice Chevalier.
Un classico imperdibile. Belli i disegni, i colori, le atmosfere, le musiche, le auree di romanticismo e bontà. Un film che si rivede sempre con immenso piacere e gioia, a qualsiasi età. Perché ridà la serenità che tanto serve e perché “tutti quanti voglion fare jazz”.

Gli Aristogatti, di Wolfgang Reitherman, USA, 1970,78 mn.

Vittorio Sgarbi: la critica come volontà di bellezza

Secondo Oscar Wilde (“Il Critico come Artista”), il vero critico è un artista, un poeta. In Italia, e non solo, nessuno come Vittorio Sgarbi, forse ma strumentalmente più celebre come polemista e dandy moderno, incarna questa rara e nobile arte-vita.
Nei suoi libri d’arte, Sgarbi, con incredibile e rarissima quasi fotosintesi, mixa scienza della critica e poesia pura, archetipica ma dinamica: “una cosa bella è una gioia per sempre”, disse il grande poeta romantico John Keats; così la parola di Sgarbi come artista della critica.
Controcorrente, Sgarbi, come sempre: gioia e passione, scintillano nelle numerose esplorazioni estetiche; mai solo critica colta ed elevata al quadrato, quasi minuetti alla Mozart, per certa sublime leggerezza, e rara comunicazione, espressiva e profonda superficie psicologica e analitica sintetica.
Vera e propria arte-terapia contro certa estetica da addetti ai lavori, spesso autisticamente quasi criptici e morbosamente preda del dolore e della sofferenza incoronati essenza del fare bellezza, con focus a una dimensione, più pertinenti alla psicologia, semmai.
Malinconia e disperazione, il tragico della vita umana, naturalmente attraversa la dimensione umana, dell’artista forse in particolare: ma logica del senso dell’arte stessa è trasformare le lacrime in meraviglia, come fa Sgarbi.
“Piene di grazia. I volti della donna nell’arte” ( Bompiani, 2012), tra le numerosissime pubblicazioni, forse, è il vertice della penna desiderante e felice del celebre critico d’arte: un excursus stupefacente, attraverso capolavori dell’arte di ogni eone, dal Rinascimento al contemporaneo in particolare, del volto e l’anima e la bellezza e la sensualità della Donna.
Un inno alla Natura innamorante, incarnata dalla figura femminile: un inno in certa sinfonia quasi cosmica della Storia dell’arte, espressa, creata dal genio dei vari Cimabue, Masaccio, Van Eyck, Piero della Francesca, Antonello da Messina, Carpaccio, Leonardo, Raffaello, Gentileschi, Tiziano, Picasso, Klimt…
La donna, molto più dell’anima gemella Uomo, simultaneamente archetipo e corpo reale, Madonna e Madre e Amante, piena di vita, di futuro, di grazia e felice peccato di libertà…
“Piene di grazia” del libertino Vittorio Sgarbi è il manifesto del post femminismo del futuro prossimo, preludio geniale della Donna autenticamente libera, dal dolore e dalle paure non naturali, dal mito del femminismo stesso, libera da sé stessa, in quanto tale… la Donna, scienza della felicità e della creazione umana.

Sgarbi non ha bisogno, né sogno… di presentazioni: poeta come critico letterario, è forse il più creativo critico d’arte italiano contemporaneo… le parole sono fatti diceva Jonesco, basta scorrere ad esempio la sua bibliografia, di seguito solo alcuni testi, su Wikipedia l’elenco completo: “ll sogno della pittura” (1985, premio Estense 1985), “Davanti all’immagine” (1989, premio Bancarella 1990), “Il pensiero segreto” (1990), “Aroldo Bonzagni. Pittore e illustratore” (1887-1918), “Ironia, satira e dolore” (1998), “Giorgio De Chirico. Dalla Metafisica alla “Metafisica”. Opere 1909-1973″ (2002), “La stanza dipinta. Saggi sull’arte contemporanea” (2002), “Da Giotto a Picasso”, (2003), “Un paese sfigurato. Viaggio attraverso gli scempi d’Italia” (2003), Andrea Palladio. La luce della ragione. Esempi di vita in villa tra il XIV e XVIII secolo” (2004), “Dell’anima” (2004), “Guercino. Poesia e sentimento nella pittura del Seicento” (2004), “Le ceneri violette di Giorgione. Natura e Maniera tra Tiziano e Caravaggio” (2004), “Davanti all’immagine (2005), “Vedere le parole. La scrittura d’arte da Vasari a Longhi” (2005), “Le meraviglie della pittura tra Venezia e Ferrara dal Quattrocento al Settecento” (2006), “L’Italia delle meraviglie” (Bompiani, 2011), “Le meraviglie di Roma. Dal Rinascimento ai giorni nostri” (Bompiani, 2011) “Piene di grazia. I volti della donna nell’arte (Bompiani, 2011), “L’ombra del Divino nell’arte contemporanea” (Cantagalli, 2012), “L’arte è contemporanea. Ovvero l’arte di vedere l’arte” (Bompiani, 2012), “Nel nome del Figlio. Natività, fughe e passioni nell’arte” (Bompiani, 2012), “Il tesoro d’Italia. La lunga avventura dell’arte” (Bompiani, 2013), “Mattia Preti – Rubbettino” (2013), “Il punto di vista del cavallo. Caravaggio” (Bompiani, 2014), “Porto Franco. Gli artisti sdoganati da Sgarbi (EA Editore, 2014), L’Italia delle meraviglie. Una cartografia del cuore” (Bompiani, 2015).

Per saperne di più visita il sito di Vittorio Sgarbi [vedi] e la pagina di Wikipedia [vedi]

* da Roby Guerra, “Dizionario della letteratura ferrarese contemporanea”, Este Ediiton-La Carmelina ebook [vedi]

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Montecarlo ‘coast to coast’

Si tratta di un road-movie del 1970, con protagonista la rock-progressive band The Trip di Joe Vescovi (scomparso recentemente), che si muove tra situazioni e scenografie hippy, sospeso tra musica, ironia e comicità, trattate con un gusto tipicamente italiano. Il film si divide in due parti, quasi fosse stato scritto da autori diversi. Nella prima parte i tempi comici sono più lenti, mentre il montaggio segue un ritmo veloce ed essenziale, nella seconda emerge il lato commedia, con un improbabile legame narrativo affidato a Mal, punto di riferimento per lo sconclusionato viaggio del gruppo di musicisti alla ricerca di Montecarlo. Quando tutto sembra finito e anche le gag si sono esaurite, il film si trasforma in documento o, per meglio dire, in “testimonianza”. Montecarlo diventa Roma e più precisamente le Terme di Caracalla, dove si sta realmente svolgendo il 1° festival rock Italiano, con The Trip tra i protagonisti.

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La locandina

Il film, diretto da Giulio Paradisi (per molti anni aiuto di Federico Fellini), rivisto con gli occhi di oggi e slegato dal contesto sociale e politico degli anni ‘70, acquista uno spessore diverso, riuscendo a fare apprezzare situazioni grottesche al limite del paradosso, rappresentando il passaggio dal periodo beat a quello del rock progressive italiano. Qualche “visione” felliniana del regista (gli uomini che fanno le uova), la futuristica fotografia di Gianfranco Romagnoli e la colonna sonora dei New Trolls, fanno passare in secondo piano qualche ingenuità narrativa.

La pellicola fu voluta da Alberigo Crocetta (manager e proprietario del Piper di Roma), con l’obiettivo di fare conoscere gli artisti della sua “scuderia” che compaiono nel ruolo di se stessi. Ecco spiegato come possano coesistere nella stessa trama il gruppo di Joe Vescovi, Mal e i Ricchi e Poveri. Compaiono e cantano anche Jody Clark, The Primitives, Four Kents e Sheila. Nel 1970 la Rca pubblicò un album con dieci brani tratti dalla colonna sonora del film.

“Terzo canale. Avventura a Montecarlo” di Giulio Paradisi, con i musicisti della band The trip, Mal, i Ricchi e poveri, road-movie, 1970, Italia.

Il film è occasionalmente trasmesso dal canale Iris del digitale terrestre e interamente visibile su Youtube a questo indirizzo [vedi]

IMMAGINARIO
Francesco, che papa.
La foto di oggi…

Tutto è iniziato con un morbido accento vocalico latino-americano, al posto del tedesco così pieno di consonanti. Si è aggiunto un sorriso rotondo che riempie il viso fino agli occhi, e stop a risatine che possono apparire beffarde. Poi la Renault R4 usata per sostituire un po’ la Mercedes-Benz torpedo e quel pappagallo verde che si affianca alla bianca colomba. A parlare del grande cambiamento di papa Francesco arriva oggi Massimo Faggioli, docente di Storia del cristianesimo all’Università di Minneapolis-Saint Paul. Ingresso libero al Mum (museo Ugo Marano) per “Papa Francesco, todo cambia?” a Ferrara, in via Benvenuti Tisi 1, ore 17. Organizza Ferraraitalia in collaborazione con Azienda per i servizi alla persone e Città del ragazzo.

OGGI – IMMAGINARIO PAPALE

Ogni giorno immagini rappresentative di Ferrara in tutti i suoi molteplici aspetti, in tutte le sue varie sfaccettature. Foto o video di vita quotidiana, di ordinaria e straordinaria umanità, che raccontano la città, i suoi abitanti, le sue vicende, il paesaggio, la natura…

[clic su una foto per ingrandirla e vedere tutta la galleria]

Abbraccio tra papa Jorge Mario Bergoglio e Ratzinger
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Altro abbraccio tra papa Francesco e Benedetto XVI
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Jorge Mario Bergoglio con la Renault R4 usata
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Papa Ratzinger sulla papamobile Mercedes Benz
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Papa Francesco con il pappagallo
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Papa Francesco e la colomba

 

ACCORDI
Cambia il modo di pensare.
Il brano musicale di oggi

Bisognerebbe davvero riuscire a cambiare il nostro modo di pensare e di vedere le cose. Per superare la crisi – non solo economica, ma di sistema – c’è il metodo del salmone: mutare direzione. Papa Francesco ci sta aiutando: a riconsiderare i rapporti con noi stessi e con gli altri, a riscoprire i valori etici, significativi per credenti e non credenti, a inquadrare la vita sotto un prospettiva differente.

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Come arrivare al Mum

Oggi al Mum (museo Ugo Marano di Ferrara, in via Benvenuti Tisi da Garofalo 1) Massimo Faggioli, apprezzato studioso e docente di Storia del cristianesimo, sarà intervistato dal direttore di Ferraraitalia Sergio Gessi. L’incontro, dal titolo “Papa Francesco, todo cambia?”, è aperto al pubblico. Si incomincia alle 17, ad ospitarci è una chiesa sconsacrata. Forse anche particolare qualcosa significa…
Dell’ospitalità siamo grati ad Azienda per i servizi alla persona e Città del ragazzo che collaborano all’organizzazione.

Mercedes Sosa, Todo cambia (per ascoltare cliccare sul titolo)

oppure clicca qui per sentire la versione live

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Il professor Massimo Faggioli

Ogni giorno un brano intonato a ciò che la giornata prospetta…

TUTTO CAMBIA

“Cambia ciò che è superficiale
e anche ciò che è profondo
cambia il modo di pensare
cambia tutto in questo mondo.
Cambia il clima con gli anni
cambia il pastore il suo pascolo
e così come tutto cambia
che io cambi non è strano.

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Mercedes Sosa

Cambia il più prezioso brillante
di mano in mano il suo splendore
cambia nido l’uccellino
cambia il sentimento degli amanti.
Cambia direzione il viandante
sebbene questo lo danneggi
e così come tutto cambia
che io cambi non è strano.
Cambia, tutto cambia
cambia, tutto cambia
cambia, tutto cambia
cambia, tutto cambia.
Cambia il sole nella sua corsa
quando la notte persiste
cambia la pianta e si veste
di verde in primavera.
Cambia il manto della fiera
cambiano i capelli dell’anziano
e così come tutto cambia
che io cambi non è strano.
Ma non cambia il mio amore
per quanto lontano mi trovi
né il ricordo né il dolore
della mia terra e della mia gente.
E ciò che è cambiato ieri
di nuovo cambierà domani
così come cambio io
in questa terra lontana.
Cambia, tutto cambia…”.

Testo del poeta cileno Julio Numhauser