Skip to main content

Giorno: 2 Febbraio 2015

Carnevale in Provincia di Ferrara, Unconventional Experience

da: Consorzio Visit Ferrara

Con il consorzio Visit Ferrara si viaggia tra i fasti del ‘500 con il Carnevale Rinascimentale, tra i canali di Comacchio per l’unico Carnevale sull’Acqua d’Italia e nella magia carnevalesca di Cento.

Se ci fosse un modo per classificare il Carnevale, ciò che si può vivere nel periodo più folle dell’anno in Provincia di Ferrara è senza dubbio fuori dagli schemi. Nel giro di pochi chilometri, ci si immerge nelle atmosfere sfarzose ed intriganti della Corte rinascimentale degli Estensi, per poi ritrovarsi circondati dalle suggestioni di antichi ponti e canali a Comacchio ad osservare una sfilata di barche vestite di scenografie, fino a scoprirsi a ballare il samba in un’esplosione di coriandoli e di magia tra le strade di Cento. Esperienze esclusive da vivere con il consorzio Visit Ferrara, che grazie all’unione di intenti di più di 80 operatori turistici di tutta la Provincia, è in grado di proporre servizi, iniziative e pacchetti unici.

Nella Corte degli Estensi, a Ferrara.
Tra i palazzi antichi, il Castello Estense, le piazze adornate dal raffinato gusto rinascimentale del centro storico ferrarese (Patrimonio dell’Umanità UNESCO), dal 12 al 15 febbraio 2015, si prova la sensazione di vestire i panni di dame e cavalieri, duchi e principesse che hanno disegnato nella città architetture ormai senza tempo. I fasti con cui gli Estensi nel ‘400 e nel ‘500 usavano festeggiare il Carnevale trasformeranno piazze e palazzi in un concentrato di feste da ballo, banchetti a base di ricette antiche, duelli e tornei cavallereschi. Al centro del Carnevale Rinascimentale 2015, la storica figura di Anna Sforza, il cui arrivo in città il 12 febbraio 1491 sarà rievocato nel giorno di San Valentino in un tripudio di maschere, danze, sbandieratori e giochi di fuoco. Visite animate nei luoghi e nelle storie del Rinascimento ferrarese, spettacoli teatrali, laboratori per bambini renderanno ancora più vivace l’ambiente festoso.

L’unico Carnevale sull’Acqua d’Italia, a Comacchio.
Nella “piccola Venezia”, a pochi passi dall’oasi naturalistica del Parco del Delta del Po, divertenti scenografie a tema navigano sulle acque e tra i ponti di Comacchio, dove nelle due domeniche dell’8 e del 15 febbraio esplode l’unico Carnevale sull’Acqua d’Italia. Dal ponte monumentale Trepponti, alle 14.30, le imbarcazioni adornate di gruppi mascherati partono per una sfilata lungo il centro cittadino. Ad attenderle migliaia di visitatori, che ad ogni piazza possono partecipare ad eventi diversi, per poi eleggere la barca più bella e divertirsi a fotografare le emozioni carnevalesche prendendo parte ad un concorso fotografico con Instagram.

A ritmo di samba con il Carnevale d’Europa di Cento.
È gemellato con il Carnevale di Rio de Janeiro, il Carnevale d’Europa di Cento, che dopo la pausa dello scorso anno legata al terremoto, torna a riempire di colori, di danza brasiliane e di stupore le strade del borgo. Per 5 domeniche, dal 1°febbraio al 1°marzo 2015, imponenti ed originali carri allegorici sfilano per il centro cittadino, tra musica e fuochi d’artificio. Pronti a ballare a ritmo di samba?

A San Felice sul Panaro la Giunta regionale: “Map chiusi entro l’anno, Regione parte civile nei processi antimafia”

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Riuniti a San Felice sul Panaro la Giunta regionale e il Comitato istituzionale. Procedure più snelle per la ricostruzione, Map chiusi entro l’anno, stop ai massimi ribassi nelle gare per gli appalti pubblici
Mezzo milione di euro aggiuntivi per accelerare la chiusura dei moduli abitativi provvisori. Interventi di semplificazione per rendere più snelle e accessibili le procedure di accesso ai contributi per imprese e abitazioni. E sul fronte della legalità, la Regione perseguirà l’obiettivo di bandire il massimo ribasso negli appalti pubblici e si costituirà parte civile nei processi sulle infiltrazioni mafiose per eventuali danni materiali e d’immagine derivanti dall’inchiesta Aemilia.

Lo ha annunciato il presidente e Commissario delegato alla ricostruzione Stefano Bonaccini che oggi ha riunito a San Felice sul Panaro prima la Giunta regionale poi il Comitato istituzionale e di indirizzo per il terremoto del 2012 (costituito dai sindaci dei comuni colpiti). Due occasioni per tracciare anche il programma di lavoro sui diversi aspetti e interventi della ricostruzione dei territori colpiti dal sisma.

Quello tenutosi a San Felice è stato il primo Comitato presieduto da Bonaccini: “Ritengo utile la partecipazione degli assessori al Comitato – ha spiegato – affinché abbiano contezza della situazione e delle possibili ricadute sulle loro competenze. L’obiettivo è che questo territorio ritorni ad essere più forte, più bello e sicuro di prima del sisma.

In riferimento all’inchiesta su ‘ndrangheta in Emilia-Romagna ed anche nell’area colpita dal sisma, Bonaccini ha aggiunto che “la Regione farà muro alle infiltrazioni malavitose”. A cominciare dagli appalti: “Puntiamo a “bandire” il ricorso al massimo ribasso negli appalti pubblici: un contributo positivo per la legalità”.

Inoltre – ha detto Bonaccini – “lavoreremo per semplificare le procedure e accelerare così la ricostruzione di case e imprese. Mentre, per quanto riguarda l’attività di assistenza alla popolazione, abbiamo due obiettivi: da un lato monitorare e rivedere i diversi strumenti, dall’altro legare sempre più l’assistenza al ripristino delle abitazioni”. Sui Map, Bonaccini ha annunciato di puntare alla chiusura e allo smontaggio dei Moduli abitativi provvisori alla fine dell’anno”.

L’assessore alle Attività produttive e alla Ricostruzione post sisma Palma Costi ha precisato che “per le abitazioni saranno rese sempre più snelle e accessibili le procedure soprattutto per le pratiche di minore entità, creando le condizioni per velocizzare la presentazione dei progetti attraverso il rafforzamento di tutti gli strumenti di semplificazione procedurale, informatici ed organizzativi. Con un’attenzione particolare ai centri urbani. Per gli edifici ad uso produttivo, invece, è necessario accelerare il processo di progettazione e presentazione delle istanze, nonché di concessione e liquidazione da parte delle strutture preposte, per assicurare liquidità al sistema”.

Per quanto attiene al Programma di ricostruzione delle Opere pubbliche e dei beni culturali, attraverso l’esecuzione dei Piani attuativi, è stata avviata la ricostruzione del patrimonio pubblico, storico testimoniale e religioso. Fondamentale sarà la prosecuzione delle attività delle commissioni con il Ministero dei beni culturali, per velocizzare l’emissione dei pareri preventivi ed il lavoro di Comuni e della struttura tecnica commissariale, in modo da risolvere in tempo reale le criticità che via via sorgono.

“Si sta lavorando – ha aggiunto Costi – per ottenere dall’Ue la proroga per le aziende agricole. Mentre prosegue poi il dialogo della Regione con il Governo sui diversi temi che rimangono aperti per ottenere le altre norme primarie, necessarie ad accompagnare tutta la fase della ricostruzione”. E ha citato alcuni provvedimenti, quali la proroga dello stato di emergenza; l’attenzione alla Finanza locale dei Comuni (minori entrate, esclusione dal patto di stabilità e dalla spending review, proroga dei mutui cassa depositi e prestiti); lo sblocco della spesa del personale e l’assunzione di personale interinale; la proroga dell’esenzione IMU per i fabbricati inagibili; la proroga per restituire i mutui cassa depositi e prestiti per il pagamento di tasse e contributi da parte delle imprese; sicurezza sismica nei luoghi di lavoro; l’istituzione di “zone franche urbane” per accompagnare le piccole imprese che continuano ad operare nei centri storici e quelle che intendono rientrare con le loro attività; la quota di finanziamento mancante per completare la ricostruzione del sistema delle opere pubbliche.

provincia-ferrara

Appello del presidente della Provincia alla Regione per norme più severe su bracconaggio pesca

da: ufficio stampa Provincia di Ferrara

L’appello di Tiziano Tagliani alla Regione contro il bracconaggio nella pesca

Il presidente della Provincia di Ferrara, Tiziano Tagliani, ha recentemente inviato una richiesta alla Regione Emilia-Romagna per un giro di vite sulla normativa riguardante la pesca di frodo nei canali.
Norme e sanzioni più severe chieste per contrastare il saccheggio della fauna ittica che avviene oramai quasi quotidianamente, oltre all’istituzione di un tavolo per valutare, alla luce del nuovo quadro di competenze delle Province (specialmente riguardo alla Polizia Provinciale che ora si occupa del problema), cosa si possa fare per impedire che i corsi d’acqua si trasformino in terra di saccheggio.
La Provincia sta tentando di contrastare con ogni mezzo a disposizione il bracconaggio, in gran parte per mano di bande di stranieri dell’Est che agiscono, specie la notte, con l’impiego di reti lunghe centinaia di metri.
Un problema discusso anche in recenti incontri in Castello Estense con associazioni e gruppi di pesca sportiva, ricreativa e professionale, che chiedono proprio all’amministrazione di farsi portavoce in Regione per misure più decise, rendendosi a loro volta disponibili per forme di sorveglianza del territorio.
Il danno ambientale prodotto è giudicato molto grave. Recenti monitoraggi condotti hanno, infatti, dimostrato un calo evidente della fauna ittica nei corsi d’acqua, oltre al problema sanitario della commercializzazione di pesce pescato illegalmente senza il rispetto delle procedure imposte dalla normativa igienico-sanitaria.
Il territorio ferrarese è caratterizzato da oltre 4.000 chilometri di canali di bonifica, da sempre utilizzati per le attività di pesca professionale, sportiva, e ricreativa, che richiamano gli appassionati anche da fuori provincia. A Ostellato, ad esempio, due anni fa si sono svolti i mondiali di pesca sportiva.
“Il legame pesca, ambiente e turismo – ricorda il presidente della Provincia – rappresenta un importante volano di sviluppo per l’economia provinciale, perciò le acque e la fauna ittica presente devono essere salvaguardate”.

Ultimato il trasloco, riapre al pubblico il Centro per l’impiego di Ferrara nella nuova sede di via Fossato di Mortara in città

da: ufficio stampa Provincia di Ferrara

Ultimate le operazioni di trasloco dalla sede in via Cairoli, gli uffici del Centro per l’impiego di Ferrara hanno riaperto al pubblico nei nuovi locali in via Fossato di Mortara al civico 78.
Il trasferimento è frutto della convenzione tra Comune e Provincia di Ferrara, con la quale l’amministrazione comunale del capoluogo s’impegna a fornire i locali idonei per ospitare gli uffici, mentre l’erogazione dei servizi al mondo del lavoro è compito della Provincia.
Gli uffici sono aperti lunedì, mercoledì e venerdì dalle 9 alle 13, e il martedì e giovedì anche in orario pomeridiano dalle 14,30 alle 16,30.
Info ai numeri: 0532.299808 – 299858.
“Grazie all’accordo istituzionale tra le due amministrazioni – dice il sindaco e presidente della Provincia, Tiziano Tagliani – abbiamo riaperto in tempi brevi un servizio indispensabile a cittadini, lavoratori e imprese”.

Copparo – Iscrizioni scuole dell’infanzia a.s. 2015-2016

da: ufficio comunicazione Comune di Copparo

L’ufficio Scuola del Comune di Copparo informa che sono aperte le iscrizioni per l’anno scolastico 2015-2016 alle seguenti scuole dell’infanzia comunali Cadore (via Cadore 28) e Gulinelli (piazzetta Marchesi 11) per i bambini nati negli anni 2010, 2011 e 2012. Le domande di iscrizione si ricevono fino al 27 febbraio 2015 presso l’Ufficio Scuola del Comune di Copparo (via Roma 26) il martedì, giovedì, venerdì dalle ore 8.30 alle ore 13.00 ed il mercoledì dalle ore 15.00 alle 18.00.
Bando e modulo di domanda scaricabili anche dal sito www.comune.copparo.fe.it

Confartigianato, l’intervento del Presidente Montanari su centro storico

da: Ufficio Stampa & Comunicazione di Camilla Ghedini

In queste settimane ho assistito con un certo sconcerto alla diatriba tra Ascom e Comune sulla questione Fiera del Regalo, che pare essere arrivata all’epilogo con buona pace di tutti. Sconcerto perché si è fatto passare per ‘il problema’ dello scarso appeal di Ferrara la presenza di un allestimento non adeguato. E per ‘soluzione’ una nuova ‘architettura’ fatta di casette tirolesi affatto in sintonia con l’arredo urbano. Io, anche come titolare da oltre 30 anni di una attività in pieno centro storico, posso affermare che i disagi sono ben altri. Primo, durante gli anni del benessere, abbiamo vissuto tutti della medesima clientela, della disponibilità economica delle medesime famiglie, le stesse che oggi tirano la cinghia e non consumano, perché tra perdita del lavoro e ammortizzatori sociali è stato decisamente ridimensionato il tenore dei nuclei medi. Quindi, è cambiato il ‘nostro’ bacino. A questo punto la scommessa vera sarebbe attirare sul territorio nuove famiglie, obiettivo di qualsiasi politica industriale, ma le difficoltà sono note. Il comparto della manifattura è pressoché scomparso e i costi del lavoro, unitamente a una burocrazia farraginosa – e questo non riguarda solo Ferrara – , non invogliano ad aprire nuove realtà. Eppure, per i motivi elencati, impresa e commercio sono strettamente connessi. La verità è che è cambiato il modo di spendere, di concepire i ‘beni’ necessari e superflui. La domanda vera diventa: cosa possiamo noi esercenti proporre di nuovo? Secondo: Ferrara organizza certamente iniziative atte ad attirare gente, tra mostre e manifestazioni ad uso di adulti e bambini, ma quasi tutte sono programmate per il fine settimana, quando le vie del centro sono comunque piene, perché al passeggio, pur senza acquistare, non si rinuncia. Allora, forse, accanto, meglio sarebbe pensare a qualcosa che tocchi i giorni feriali, che sappia attrarre turisti, ma anche invogliare i residenti, evitando la ‘desertificazione’ che si abbatte dal lunedì al venerdì. Allora, io dico, ripensiamo alla Fiera del Regalo, anche in termini di merce esposta, come ha suggerito l’assessore competente Roberto Serra, perché migliorare è giusto, ma senza voler fare credere, come altri vorrebbero, che lì stia il cuore dei problemi. Anche perché nel mezzo ci sono 10 mesi da ‘riempire’, in cui con ogni probabilità, nonostante i timidi segnali di ripresa che ad ogni inizio anno vengono millantati per evitare il pessimismo imperante, nuove saracinesche saranno abbassate. Quindi mettiamoci davvero tutti assieme, associazioni e Comune, e creiamo eventi a misura di turisti e di ferraresi, a misura di giorni feriali e festivi. E anche noi commercianti, facciamo la nostra parte, comprendendo che i consumi sono cambiati. Cerchiamo anche noi di mantenerci al passo coi tempi, puntando sempre sulla qualità, sulla quale si gioca la capacità di rimanere sul mercato.

Guido Montanari,
Presidente Confartigianato

Challenge Instagram Carnevale sull’acqua 2015

da: organizzatori

“Tradizioni in maschera tra Vie e Canali” questo il titolo del challenge Instagram dedicato alla IV edizione del Carnevale sull’acqua di Comacchio, domenica 8 e domenica 15 febbraio.

L’iniziativa, alla sua seconda edizione, è nata dalla collaborazione tra l’Associazione Culturale Voodoo e la community Instagramers Ferrara ed è promossa dal Comune di Comacchio e dalla Cooperativa Sociale Onlus Girogirotondo.

Dopo i felici esiti dell’esperienza dello scorso anno e le molteplici e particolarissime interpretazioni date a questo evento in maschera senza pari, si è pensato di raddoppiare le categorie di foto premiate, selezionate ad insindacabile giudizio degli organizzatori, che rappresenteranno appieno ciò che accadrà sulla terra ferma e i momenti più suggestivi sull’acqua e lungo i canali.

I vincitori saranno protagonisti di un’esposizione allestita sabato 20 giugno a Comacchio, in occasione di “Sognando una parata di barche in festa”, l’evento che vedrà vestite le barche allegoriche con sfavillanti abiti da sera e darà inizio ufficiale alle manifestazioni della stagione estiva.

Per partecipare, una volta scaricata l’applicazione gratuita Instagram, sarà sufficiente postare i propri scatti sul profilo @carnevalesullacqua2015 con l’hashtag #carnevalecomacchio2015.

Il challenge avrà inizio domenica 8 e termine domenica 15 febbraio, sarà possibile pubblicare le fotografie sino alla mezzanotte di lunedì 16 febbraio. La partecipazione è gratuita ed aperta a tutti, non ci sono limiti al numero di scatti che ogni concorrente vorrà caricare.

Coldiretti: grati a santo padre per appello a ripensare filiera del cibo. In dono a francesco la biodiversita’, da patate blu a radicchio rosa

da: ufficio stampa Coldiretti

Anche da Ferrara prodotti per la “cesta della biodiversità” donata al Santo Padre, in occasione del 70° anniversario di fondazione di Coldiretti

“Il modello di sviluppo che stiamo perseguendo garantisce un sistema di tutela sociale ed economica in grado di assicurare un futuro all’agricoltura e un cibo sicuro e accessibile a tutti, in Italia e nei Paesi piu’ poveri” ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel ringraziare il Santo Padre per le parole di sostegno ed incoraggiamento nel corso dell’udienza a cui hanno partecipato in Vaticano i dirigenti nazionali e territoriali in occasione del 70° anniversario dalla fondazione. L’appello di Papa Francesco a ripensare “a fondo il sistema di produzione e di distribuzione del cibo” ci conforta nel nostro impegno per dare un adeguato riconoscimento economico e sociale del lavoro nei campi dove – ha sottolineato Moncalvo – pesano gli effetti di una globalizzazione senza regole che favorisce lo sfruttamento, la speculazione sul cibo e sottopaga i nostri prodotti.” Il risultato – ha precisato Moncalvo – che “per ogni euro speso dai consumatori italiani per acquistare alimenti appena 15 centesimi arrivano nelle tasche agli agricoltori”. La salvaguardia dell’identità dell’agricoltura italiana, nel rispetto dell’ambiente e della biodiversità con l’obiettivo di garantire ai consumatori giusta qualità e quantità, genuinità e sicurezza degli alimenti, L’invito del Santo Padre a trovare forme per produrre cibo custodendo la terra trova una risposta concreta nella campagna italiana che – ha continuato Moncalvo – ha conquistato il maggior numero di certificazioni alimentari a livello comunitario, la leadership nel numero di imprese che coltivano biologico, ma anche quello nella sicurezza alimentare mondiale con il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici fuori norma, senza dimenticare il fatto che l’agricoltura italiana è tra le più sostenibili dal punto di vista ambientale per la ridotta emissione di gas ad effetto serra. Con le parole del Santo Padre torniamo nelle nostre campagne piu’ forti e determinati nel garantire da un lato la giusta qualità e quantità, genuinità e sicurezza degli alimenti ai consumatori e dall’altro – ha concluso Moncalvo – la salvaguardia dell’identità dell’agricoltura italiana, nel rispetto dell’ambiente e della biodiversità. Dalle patate blu alle carote viola, dalla lenticchia rossa al cece nero, dal mais bianco alla mela grigia ma anche radicchio rosa, cavoli viola e sedano rosso sono infatti alcuni prodotti rappresentativi della grande biodiversità dell’agricoltura italiana che il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo ha offerto a Papa Francesco Tutti prodotti che l’intelligente lavoro e l’attenta opera di recupero e conservazione degli agricoltori italiani ha salvato dall’estinzione che dall’inizio del secolo scorso ha colpito ben il 75 per cento delle varietà di frutta. Oltre al vino per le celebrazioni liturgiche e all’olio extravergine d’oliva per la mensa del Papa, nel cesto della Coldiretti per il Santo Padre hanno trovato spazio prodotti “minori” che conservano pero’ proprietà salutistiche e nutrizionali eccezionali a dimostrazione della grande ricchezza che porta la diversità. L’Italia infatti – conclude la Coldiretti – puo’ contare su 7000 specie di flora, 58.000 specie di animali e 1200 vitigni autoctoni contro i 222 che dei cugini francesi ma anche su 533 varietà di olive contro le 70 spagnole, grazie al lavoro quotidiano di agricoltori e allevatori.

Anche da Coldiretti Ferrara è venuto un piccolo contributo per comporre “il cesto” della biodiversità: patate viola dall’azienda agricola Dolcetti Dario; cavolo rosa, radicchio rosa, radicchio variegato dall’azienda agricola Molesini Massimo; pere Volpine e cotogne dall’azienda agricola Trevisani Remo.

L’OPINIONE
De verybello gallico

I congiurati che alle fatidiche idi di marzo assassinarono Giulio Cesare erano convinti di essere dei tirannicidi e di agire nell’interesse supremo dei cittadini di Roma e delle sue antiche e gloriose istituzioni repubblicane. Il loro gesto, visto col senno di poi, in realtà accelerò la fine di quell’epoca e consentì ad Augusto di fare facilmente tabula rasa del passato.
Per fortuna, mutatis mutandis, con l’elezione a larghissima maggioranza di Sergio Mattarella alla presidenza della repubblica si è evitato che si compisse una delle tante congiure che erano state immaginate e forse persino predisposte nelle scorse settimane. Questo grazie ad una tattica efficace e ad un sussulto non affatto scontato di intelligenza politica da parte di molti dei potenziali congiurati, cui va reso indubbiamente merito. Non era un esito scontato: per le qualità del vincitore, per l’ampiezza dei consensi ricevuti, per l’impossibilità da parte di chiunque di sollevare obiezioni fondate (tolti i soliti pochi abituali mestatori di liquami).
Se questo sarà sufficiente perché si apra una fase diversa nel percorso assai accidentato in cui il Paese è impegnato per riformare le proprie istituzioni è ancora presto a dirsi. Certamente l’arbitro designato dà tutte le garanzie di rigore ed imparzialità necessarie per quel ruolo: il resto dipende invece dagli schieramenti che si contrappongono e dallo loro capacità di interpretare il cambiamento che l’Italia subisce, anche suo (e loro) malgrado. Le democrazie funzionano finché regge il patto di reciproca legittimazione fra le diverse componenti sociali e politiche che le costituiscono: nella prima repubblica esisteva il concetto di “arco costituzionale”, che comprendeva le forze che avevano contribuito, prima con la Resistenza, poi con l’attività costituente, a fondare la repubblica. Esse, nonostante lotte molto aspre, trame oscure, esclusioni preconcette dal governo e terrorismo, hanno continuato per quarant’anni a mantenerla in vita.
In questi ultimi anni convulsi e confusi quel patto, già molto indebolito dai mille trasformismi e revisionismi che hanno caratterizzato l’ultimo ventennio, nonché dalla convinzione dei molti che anche in buona fede non lo ritenevano ormai più necessario, rischia di dissolversi definitivamente. Oggi, partiti, movimenti, forze sociali, all’interno dei quali si ricombinano i frammenti dispersi delle organizzazioni politiche della prima repubblica, non si riconoscono reciprocamente il diritto di poter contribuire al cambiamento istituzionale di cui il Paese ha urgente necessità. Tale mancato riconoscimento è alla radice dell’impossibilità di trovare una sintesi condivisa.

Il valore del reclamo scritto ai tempi della protesta verbale

In una fase di prevalenza della parola sullo scritto e di diffuso ricorso alla protesta verbale, vorrei ridiscutere il ruolo fondamentale del reclamo scritto. Riprendo considerazione già espresse tempo fa come Autorità regionale di vigilanza dei servizi ambientali, ma che considero ancora molto attuali. Per comprendere la valenza del reclamo scritto e le conseguenze che da esso ne derivano, utilizzo il supporto professionale che ho avuto dall’avvocato Gianni Ricciuti, supporto legale della ex Autorità di vigilanza dei servizi ambientali in Emilia Romagna (che ringrazio per l’impegno). Occorre definire innanzitutto il concetto di “servizio pubblico”, che può essere inteso come la prestazione di un’attività rilevante dal lato economico e sociale, a favore dei cittadini, considerati singolarmente, per gruppi o nella loro totalità. Senza servizi pubblici infatti la vita sociale e quotidiana sarebbe sostanzialmente impossibile, essendo la qualità e la quantità dei servizi di cui dispone una società a determinarne il livello di progresso e, per certi versi, anche di benessere. Trascurando in questa sede una pedissequa elencazione delle normative di riferimento, basti ricordare che, anche secondo il Codice del consumo, lo stato e le regioni devono garantire i diritti degli utenti dei servizi pubblici, secondo i criteri ed i principi stabiliti di volta in volta proprio dalle leggi vigenti. In ogni caso, devono essere rispettati standard di qualità predeterminati e resi pubblici in modo adeguato, anche tramite rappresentanze e forme di partecipazione degli stessi utenti alle fasi di definizione e di valutazione di tali parametri. In generale è la stessa legge n. 241 del 1990 (relativa al procedimento amministrativo e all’accesso agli atti amministrativi), a regolare le attività delle amministrazione e dei servizi, improntandole a criteri di economicità, efficacia, trasparenza e pubblicità. Da ciò, ne deriva che le amministrazioni dovrebbero sempre agire secondo le regole del diritto privato e quindi in una posizione di parità con il cittadino (salvo che la legge non disponga diversamente). Questo non è tuttavia sempre vero e quando l’utente ritiene di avere o stare subendo un disservizio, ha diritto a “reclamare”. I reclami rappresentano infatti uno degli aspetti fondamentali nella vita organizzativa delle aziende fornitrici di servizi; messaggi attraverso i quali i cittadini comunicano che quanto loro erogato non è coerente con le loro aspettative. Un importante indicatore dunque del livello di soddisfazione e della differenza tra la qualità attesa e quella percepita, fondamentale per il miglioramento stesso della qualità dei servizi forniti. Il concetto di reclamo trova, nel diritto italiano, varie applicazioni e formalizzazioni, alla base delle quali vi è comunque la comune radice letterale del termine, che implica una protesta in cui si rivendica un diritto o si lamenta un’ingiustizia, un torto o un’irregolarità subita.

L’ambito giuridico nel quale il reclamo sembra aver raggiunto una migliore definizione ed identità è il diritto processuale civile. Il Codice di procedura civile in realtà non contempla una disciplina generale del reclamo, individuando invece specifiche ipotesi di “reclamabilità”. La dottrina prevalente ritiene infatti che il reclamo sia un vero e proprio mezzo di impugnazione e, in particolare, un mezzo di gravame, in parziale disaccordo con parte della giurisprudenza, per la quale l’impugnazione costituirebbe una categoria riferibile solo agli atti capaci di giudicato. Scegliendo un compromesso tecnico, si può affermare che il reclamo ha comunque una funzione quasi-giurisdizionale e può inserirsi tra le procedure alternative di risoluzione tra le controversie tra utenti e amministrazioni. Anche la Carta dei servizi del servizio idrico integrato e del servizio di gestione dei rifiuti urbani della Regione Emilia Romagna prevede (come tante altre) che l’utente possa presentare reclamo, in qualsiasi forma, “per via orale, per iscritto, via fax, telefono o posta elettronica, avvalendosi anche dell’assistenza del Comitato consultivo degli utenti, delle associazioni di tutela dei consumatori o delle associazioni imprenditoriali”. Indipendentemente da tali modalità, il Gestore si impegna a rispondere tempestivamente o comunque entro un massimo di 20 giorni lavorativi. Ma quanto conta la forma del reclamo? Per ogni disciplina vige in effetti un termine entro cui fare valere i propri diritti; nei contratti può addirittura costituire, per le parti, un elemento essenziale, la cui mancanza determina la nullità integrale del negozio giuridico. In generale, la forma scritta garantisce da sempre il diritto del reclamante, proprio per la maggiore facilità nel fornire la prova di “aver reclamato” nei tempi e nei modi corretti. Sono sempre più frequenti infatti, anche nelle commissioni di conciliazione, le “difese” delle aziende che, in assenza di prova scritta del reclamo, non entrano nemmeno nel merito della controversia, limitandosi a negare di aver ricevuto qualsiasi tipo di lamentela, o chiedendo all’utente di fornire la prova della denuncia, indipendentemente dalla sua tempestività. E ciò a prescindere dal fatto che comunque tutte le telefonate dovrebbero sempre essere tracciate dall’operatore competente. Va da sé che tale comportamento, oltre a cozzare fortemente con quei protocolli che annoverano tra le tipologie e forme del reclamo anche quella orale, spinga il cittadino a reclamare esclusivamente e sempre più di frequente in forma scritta, così che la prova non possa essere confutata (mail certificate, fax e raccomandate con ricevute di ritorno).
Nel dettaglio, non si può prescindere dall’art. 1334 del codice civile, per il quale: “Gli atti unilaterali producono effetto dal momento in cui pervengono a conoscenza della persona alla quale sono destinati”. La natura ricettizia o meno di un negozio o un atto unilaterale dunque, non sembra dipendere tanto dalla forma, quanto dalla effettiva conoscenza da parte del destinatario. E per determinare nel destinatario la conoscenza di un atto unilaterale ricettizio, negoziale o non, la legge non impone né una raccomandata con ricevuta di ritorno, né altri particolari mezzi, proprio perché considera idoneo, anche per stessa volontà delle parti (si veda infatti il precedente richiamo alla Carta dei servizi) qualsiasi strumento di comunicazione, purché sia congruo in concreto a farne compiutamente comprendere nel suo giusto significato, il contenuto. Secondo infatti un ormai consolidato orientamento giurisprudenziale, “per l’atto di messa in mora, che è un atto stragiudiziale, non è richiesto all’infuori della scrittura alcun rigore di forme… essendo solo sufficiente che l’atto pervenga nella sfera di conoscenza del debitore” (Cass. civ. 03/12078); o invece “quando le parti convengono che una comunicazione debba avvenire mediante raccomandata, perché la comunicazione… produca effetti, non è sufficiente che la raccomandata sia spedita, occorrendo invece che essa pervenga a conoscenza del destinatario, oppure che possa presumersi da questo conosciuta” (Cass. civ. 93/9943).
Proprio questa presunzione di conoscenza, peraltro fondamento dell’articolo 1335 del codice civile, obbliga il destinatario che asserisce di non aver mai ricevuto alcuna comunicazione, a dimostrare di essere stato, senza sua colpa, impossibilitato ad averne notizia. Si pensi ad esempio ad un utente che con una singola raccomandata, invii plurimi reclami al gestore e il destinatario, in realtà, ne riconosca uno solo. In questo caso, sarà necessario, poiché operi la presunzione di conoscenza ex art. 1335 c.c., che l’autore della comunicazione (che ha scelto detta modalità, per inviare due comunicazioni), fornisca la prova che l’involucro le conteneva, atteso che, anche secondo l’id quod plerumque accidit, ad ogni atto da comunicare, corrisponde una singola spedizione, “oppure che possa presumersi da questo conosciuta”, la Suprema Corte ribadisce che, “la lettera raccomandata, o il telegramma, anche in mancanza dell’avviso di ricevimento, costituiscono prova certa della spedizione attestata dall’ufficio postale attraverso la ricevuta di spedizione, da cui consegue la presunzione, fondata sulle univoche e concludenti circostanze della spedizione e dell’ordinaria regolarità del servizio postale e telegrafico, di arrivo dell’atto al destinatario e di conoscenza ex art. 1335 c.c.” (Cass. civ. 00/15066 e 01/10284).

IL RITRATTO
Alessandro Duran: 50 anni leggeri e micidiali

Pum! La Leica ha compiuto cent’anni, il pugile Alessandro Duran ne sta per festeggiare la metà.
Cosa c’entra una macchina fotografica con un pugile? Volendo c’entra perché è proprio quella macchina lì che ha immortalato uno dei campioni-simbolo di questo sport, che è Cassius Clay, diventato famoso con il nome di Muhammad Alì. E il pugile in questione è Duran, nato a Ferrara il 5 febbraio 1965, che proprio un’immagine di Muhammad Alì tiene appesa nella palestra della società dove porta avanti questa disciplina insieme al fratello Massimiliano e, prima, già con il padre Juan Carlos. Perché Alessandro, nel pugilato, c’è dentro da quando è poco più che un bambino: prima come atleta, ora come allenatore e commentatore, ogni sabato su ItaliaUno.

palestra-alessandro-massimiliano-duran-pugile-pugilato-giorgia-mazzotti
Punchingball della Pugilistica padana-Vigor di Alessandro e Massimiliano Duran, a Ferrara

In comune, poi, la mitica macchina fotografica e il pugile hanno il piglio dimensionale. Compatta e micidiale, la Leica è la macchina fotografica che rivoluziona dimensioni e dinamicità della ripresa. E’ il suo inventore – Oscar Barnack – che supera la tecnica degli ingombranti apparecchi a lastre. Costruisce una camera con dentro solo un piccolo pezzo di materiale fotosensibile, che è il negativo, da ingrandire poi in camera oscura. Il primo prototipo, leggero e maneggevole, è messo a punto un secolo fa, poi prodotto dal 1925. Così l’obiettivo per la prima volta esce dagli studi, inizia lo scatto a mano libera: in strada, in guerra, sul ring. La caratteristica delle fotografie fatte con la Leica è che sono sempre lì, pronte a raccontare la vita in pieno svolgimento. Non a caso il nome della macchina fotografica è legato al famoso scatto di Robert Capa, del 1936, con il miliziano colpito a morte; alla guerra in Vietnam (Nick Ut, 1972); al bacio del marinaio per i festeggiamenti in piazza del V-day (Alfred Eisenstaedt, del 1945); ma anche al ritratto del pugno di Muhammad Alì fatto da Thomas Hoepker, del 1966.

leica-macchina-fotografica-centenario-mostra
Locandina della mostra per il centenario Leica: bacio in strada per il V-day, Mohammad Alì e operaio su un cantiere

Come quella macchina che ha fissato tanti momenti storici, pure Alessandro Duran fonda la sua forza su una dinamicità leggera e veloce. Campione di pugilato, vince il titolo italiano e poi il mondiale nella categoria di peso welter, che è quello che non può superare i 67 chili, rispetto ai 90 e passa dei pesi massimi. E ora, come allenatore, Alessandro porta sul ring Simona Galassi, campionessa donna della categoria dei pesi mosca, che vuol dire sotto i 51 chili. Ragazze, ragazzini, uomini corrono svelti e leggeri al Palapalestre di Ferrara durante gli allenamenti settimanali della Pugilistica padana-Vigor. Per alcuni è palestra, per altri è mestiere.

Tra pochi giorni Alessandro Duran – che ogni sabato commenta gli incontri di pugilato in tv – farà le sue riflessioni sportive in diretta dal palasport di Ferrara: sabato 7 febbraio a partire dalle 20. In palio il titolo intercontinentale maschile superwelter e il titolo europeo femminile pesi mosca con protagonisti rispettivamente i ferraresi Matano e la Galassi. Marcello Matano combatterà contro il finlandese Jussi Koivula per il titolo Intercontinentale pesi superwelter; Simona Galassi affronterà Loredana Piazza per il titolo europeo pesi mosca. Sul ring anche Mattia Musacchi (pesi piuma) e Marco Iuculano (pesi leggeri), al loro esordio da professionisti, e poi Maurizio Lovaglio e Rosario Guglielmo a disputarsi il titolo italiano pesi massimi leggeri.

Eccoli allora, pronti a scattare: leggerezza e mira, dinamicità e colpi micidiali. Auguri.

[clic su una foto per ingrandirla e vedere tutta la galleria]

alessandro-duran-pugile-pugilato-giorgia-mazzotti
Alessandro Duran nella palestra dove allena (foto Giorgia Mazzotti)
alessandro-duran-pugile-pugilato-giorgia-mazzotti
Alessandro Duran (foto Giorgia Mazzotti)
palestra-alessandro-massimiliano-duran-pugile-pugilato-giorgia-mazzotti
Punchingball (foto Giorgia Mazzotti)
simona-galassi-alessandro-duran-pugile-pugilato-giorgia-mazzotti
Simona Galassi e Alessandro Duran (foto Giorgia Mazzotti)
simona-galassi-pugile-pugilato-giorgia-mazzotti
La campionessa pugile Simona Galassi (foto Giorgia Mazzotti)
simona-galassi-pugile-pugilato-giorgia-mazzotti
Simona Galassi si prepara (foto Giorgia Mazzotti)
simona-galassi-pugile-pugilato-giorgia-mazzotti
Allenamento della Pugilistica padana-Vigor (foto Giorgia Mazzotti)
simona-galassi-pugile-pugilato-giorgia-mazzotti
Atleti in riscaldamento (foto Giorgia Mazzotti)
simona-galassi-pugile-pugilato-giorgia-mazzotti
Ragazzi, uomini e donne si allenano (foto Giorgia Mazzotti)
simona-galassi-pugile-pugilato-giorgia-mazzotti
Un altro scatto durante gli allenamenti (foto Giorgia Mazzotti)
simona-galassi-pugile-pugilato-giorgia-mazzotti
Allenamento a Ferrara (foto Giorgia Mazzotti)
pugilistica-padana-palapalestre-ferrara-guantoni-giorgia-mazzotti
Guantoni e accessori di protezione (foto Giorgia Mazzotti)

Il senso di Andrea per Modigliani

Luca Dal Canto dopo “Il cappotto di lana” [vedi], il fortunatissimo film con cui ha vinto 15 premi ed è stato selezionato in 40 Festival, si ripropone con un nuovo cortometraggio intitolato “Due giorni d’estate”. La commedia, scritta dallo stesso Dal Canto con Anita Galvano, ambientata nella campagna livornese, trae spunto da un’opera di Amedeo Modigliani (del quale lo scorso 12 luglio si sono celebrati i 130 anni dalla nascita) e racconta la maturazione di un sedicenne che vivrà un’emozionante avventura nell’assolata campagna toscana.

incanto-purezza-arcaica-modì
Le riprese

I genitori del giovane Andrea sono in procinto di vendere la casa di campagna al cugino Genio, sognando di acquistare una villetta in Sardegna. Il cugino arriva al casolare con la giovane fidanzata (Lunia), una bella e ormai disillusa ragazza, che scatena le fantasie adolescenziali di Andrea, il quale crede di riconoscere in lei la modella del ritratto di Lunia di Amedeo Modigliani. Il ragazzo, deluso e avvilito a causa della bocciatura a scuola, ritrova slancio e fiducia in se stesso dopo il ritrovamento del diario della nonna e di un preziosissimo schizzo di un paesaggio di campagna. Grazie a questa scoperta inizia la ricerca del luogo dove fu dipinto “Stradina toscana del 1898”, uno dei rari paesaggi attribuito a Modigliani. I tre mesi estivi passati nel casolare dei suoi genitori sono stati fino a quel momento noiosi e privi di interesse ma quegli ultimi due giorni, vissuti con la ragazza alla ricerca del panorama dipinto dal grande pittore, danno una svolta positiva alla vacanza.

incanto-purezza-arcaica-modì
il ritratto di Lunia di Modigliani e la ragazza del cugino nello sfondo

Dal Canto, proseguendo il tema delle incomprensioni generazionali, sviluppate in un contesto diverso rispetto al precedente film, propone nuovamente Livorno quale riferimento artistico e culturale. Tuttavia, mentre nel primo film l’atmosfera era più rarefatta e magica, qui, tutto rimane ben ancorato alla realtà, almeno sino a quando non entra in scena Lunia, grazie alla quale Andrea compirà il proprio percorso di maturazione. Il film è stato presentato in anteprima a Livorno il 16 febbraio 2014 poi, nel mese di giugno, è stato selezionato all’interno della sezione “Short Film Corner” del 67° festival di Cannes e quindi distribuito dalla 2way TV di Los Angeles, tramite la free Apps “Play Festival Films”.
“Due giorni d’estate” è stato prodotto a budget zero, grazie alla preziosa e amichevole partecipazione del cast (Marco Conte, Simone Fulciniti, Roberta Stagno, Giulia Rupi e Lorenzo Aloi) e alla piccolissima ma valida troupe.
Marco Conte si conferma un ottimo caratterista, una di quelle professionalità che hanno fatto grande il cinema italiano, mentre il giovane Aloi si muove a suo agio, nei panni del ragazzino introverso, in questa avventura dal sapore “modiglianese” che parla di amicizia, arte e adolescenza.

incanto-purezza-arcaica-modì
La locandina

La locandina di “Due giorni d’estate” è stata realizzata da Enrica Mannari, una grafica e illustratrice livornese con molte esperienze internazionali, impegnata nel ridare slancio alla cultura della sua città. Il manifesto ricostruisce, con toni sognanti e fiabeschi, il tipico paesaggio toscano attorno a cui ruota tutto il cortometraggio.
“Due giorni d’estate” sarà presente al 30° Marché international du court métrage de Clermont Ferrand, la più importante kermesse a livello mondiale dedicata ai cortometraggi, che si svolgerà nella cittadina francese dal 30 gennaio al 7 febbraio 2015.

incanto-purezza-arcaica-modì
I due protagonisti nella campagna livornese

“Due giorni d’estate” di Luca Dal Canto, con Lorenzo Aloi, Marco Conte, Simone Fulciniti, Roberta Stagno e Giulia Rupi 2014, Italia
Trailer del film [vedi]

IL FATTO
Mosca, la Chernobyl dei libri: in fumo due milioni di preziosi volumi

da MOSCA – Un terribile incendio, divampato nella notte del 31 gennaio, ha colpito la Biblioteca dell’Istituto accademico dell’informazione scientifica sulle scienze sociali (Inion), fondata nel 1918 e con più di 14 milioni di libri, moltissimi testi rari. Partito dal terzo piano, pare per un corto circuito, il fuoco, estinto in più di 4 ore, con oltre sessanta squadre di pompieri, ha letteralmente divorato libri e carte, invadendo 2000 metri quadrati (e facendo crollare il tetto dell’edificio).

chernobyl-libri
Libri bruciati, immagine che gira sui social network

I russi hanno seguito con interesse e preoccupazione l’evento, sia sulla stampa che sui social network. Su Instagramsono comparse molte immagini drammatiche. Commenti altrettanto preoccupati hanno accompagnato gli eventi che travolgevano questo “custode” della storia russa. Un immenso patrimonio rischiava una vera catastrofe.

I media russi (in particolare Russia Today) hanno subito parlato di “Chernobyl dei libri”, paragone d’obbligo per un disastro di tali dimensioni. Al momento, si pensa che il 15% della collezione (quindi quasi 2 milioni di volumi) sia andato in fumo. Insieme alla storia, insieme alle radici culturali della Russia ma anche del mondo. Il responsabile dell’Accademia russa delle scienze, Vladimir Fortov, accorso sul luogo del disastro con il direttore dell’Istituto, Yuri Pivovarov, ha ricordato la grande perdita per tutto il mondo scientifico, un luogo dove veniva e viene conservato materiale unico al mondo e di cui si ha copia digitale solo in parte.

chernobyl-libri
Squadre di pompieri in azione

Un disastro. Anche se, fortunatamente, la maggior parte dei volumi sono tenuti nei sotterranei e il terzo piano è quello colpito. Magra consolazione ma almeno la tragedia non è stata completa, il disastro non definitivo. Almeno così si spera (molti volumi soni stati danneggiati dall’acqua e dalla schiuma degli estintori). Resta orribile vedere la carta bruciata, parole volate via, traduzioni sparite, storie scomparse, pensieri volatilizzati, civiltà andate. Volumi che hanno resistito a una storia difficile soccombono al “semplice” e stupido fuoco di un gesto d’incuria umana. Inaccettabile.

chernobyl-libri

Dopo il risultato delle investigazioni che prenderanno sicuramente un po’ di tempo (si parla di un corto circuito al sistema elettrico, ma non va dimenticato che l’ultima ispezione alla biblioteca, di marzo 2014, aveva evidenziato sette violazioni, comportato una multa di circa 2000 dollari e dato alla direzione il termine del 30 gennaio scorso per sanarle… ironia della sorte…), si dovrà valutare se procedere a un restauro completo o parziale dell’edificio. Certo è che la biblioteca dell’Inion conta quasi 50.000 lettori, 330 impiegati, oltre 30.000 metri quadrati e rappresenta il più importante centro di ricerca in Russia dedicato alle scienze sociali e umanistiche. La seconda collezione di Mosca dopo la biblioteca Lenin.

Ma cosa era ed è questa biblioteca? Vediamolo brevemente, da fonti russe. Nata nel 1918 come Biblioteca dell’accademia socialista, qui venivano conservati e collezionati tutti gli esemplari di ogni rivista, giornale o volantino che venivano stampati. Nel 1936, la biblioteca era diventata parte della Accademia delle scienze dell’Urss come la Biblioteca principale delle scienze sociali. All’inizio degli anni Quaranta, rappresentava già la più grande biblioteca specializzata nel campo delle scienze sociali, con molti fondi e una fitta rete di biblioteche organizzate presso gli istituti dell’Accademia delle Scienze. Cambiamenti significativi sarebbero avvenuti nella biblioteca all’inizio della Grande guerra patriottica (alla fine del 1941, molti volumi erano stati portati a Tashkent ma sarebbero ritornati a Mosca già dal 1943). A partire dal 1946, la biblioteca aveva iniziato il suo ampliamento in maniera alquanto significativa. Durante questo periodo, videro la luce nuovi settori, divisioni e suddivisioni (come quella slava e sulle democrazie popolari europee nel 1949, quella letteraria, nel 1953 e la linguistica, nel 1956). Nel 1969, veniva creato l’Istituto di informazione scientifica sulle scienze sociali, nel 1970-1971 nacquero vari dipartimenti sul comunismo scientifico, la storia e la filosofia. Nel 1970, l’Inion ha iniziato a ricevere documentazione da 115 paesi, tra cui più di 4 mila riviste straniere. L’Istituto ha, allora, iniziato a organizzarsi per fornire informazioni e servizi di biblioteca ai singoli lettori e alle varie organizzazioni. Dal 1972, infatti, lancia il cd. “sistema operativo di diffusione selettiva di informazioni (Sdi)”, con cui, dopo aver letto il contenuto delle riviste straniere, si potevano (e possono) ordinare copie di articoli selezionati. Nel 1992-1993, la difficile situazione economica del paese complica notevolmente il lavoro dell’Istituto. Finanziamenti insufficienti e irregolari, poca valuta estera per l’acquisto di letteratura straniera. Nel 1997, l’Istituto subisce una profonda riforma organizzativa. Il risultato è stato la creazione di servizi sulla base di entità più grandi, i Centri (Sociale e Scienze Umane, Centro per la scienza e dell’informazione, Studi di problemi globali e regionali, il Centro per l’informazione scientifica, Studi di scienza, dell’educazione e della tecnologia).
La biblioteca ha lo status di importanza federale dal 1920, e, per questo, riceve una copia gratuita dei documenti cd. “obbligatori”. Fra i suoi 14 milioni di volumi di testi antichi e moderni europei e asiatici vi sono rare edizioni di oltre 400 anni fa. Raccoglie anche una delle più grandi collezioni di libri in lingue slave del paese oltre che una collezione di documenti della Lega delle nazioni, delle Nazioni unite, dell’Unesco e rapporti parlamentari statunitensi (dal 1789), inglesi (dal 1803) e italiani (dal 1897).

Vedremo il bilancio finale (per ora restano impresse le immagini della devastazione) ma molti, qui, parlano di “dramma e tragedia per la scienza russa”. Io aggiungerei, “per tutta l’umanità”.

Foto RIA Novosti / Vladimir Astapkovich

IMMAGINARIO
Nessun Gubbio.
La foto di oggi…

Nessun Gubbio può fermare la Spal in questa serie positiva. Dopo la vittoria in casa 1 – 0 di ieri, ora è ottava, c’è ancora da lottare, ma con un po’ più di ottimismo.

Nella bella foto che ci è stata concessa dalla redazione de Lo Spallino, Zigoni viene festeggiato dai compagni al Paolo Mazza.

Se non eravate allo stadio e volete sapere com’è andata la partita, trovate qui il commento.

OGGI – IMMAGINARIO SPORT

Ogni giorno immagini rappresentative di Ferrara in tutti i suoi molteplici aspetti, in tutte le sue varie sfaccettature. Foto o video di vita quotidiana, di ordinaria e straordinaria umanità, che raccontano la città, i suoi abitanti, le sue vicende, il paesaggio, la natura…

[clic sulla foto per ingrandirla]

foto di Geppy Toglia
foto di Geppy Toglia

GERMOGLI
Ripensare il cibo.
l’aforisma di oggi…

Una quotidiana pillola di saggezza o una perla di ironia per iniziare bene la giornata…

carlo_petrini_slowfoodAnche il Papa interviene sulla questione del cibo, della sua produzione e della sua distribuzione: sostenibile, ripensata e umana.

Troppo spesso il cibo viene prodotto non per essere mangiato, bensì venduto; bisogna tornare ad avere un giusto rapporto con il cibo”(Carlo Petrini)

ACCORDI
Le cose finiscono così.
Il brano di oggi…

Ogni giorno un brano intonato a ciò che la giornata prospetta selezionato e commentato dalla redazione di Radio Strike…

[per ascoltarlo cliccare sul titolo]

WOW – Sospiro

“…alle difficoltà e alle speranze dei concittadini.”

Senza sorprese e senza congiure, abbiamo un nuovo Presidente della Cosa Pubblica.
Che sia dedito alla res publica, è chiaro… e non potrebbe essere altrimenti!
Ma adesso possiamo tornare ad assopirci nella mera convinzione di sapere cosa è del Popolo, e soprattutto cos’è il popolo. Tiriamo insieme un sospiro…di reminiscenze.

Pensiero nato dalla riflessione sull’etimologia e sul significato profondo di Res Publica. Il Popolo non è un qualsiasi aggregato di gente, ma un insieme di persone associatosi intorno alla condivisione del diritto e per la tutela del proprio interesse.

foto di Verdiana Spicciarelli
l’album Amore degli Wow

Selezione e commento di Cristiana Neglia, autrice del programma “Vernice” in onda il sabato dalle 12 alle14, ogni due settimane (attualmente sospeso). Il programma vuole essere una vetrina per la musica underground, prodotta in maniera autonoma e diffusa attraverso mezzi di comunicazione non sempre convenzionali.

Radio Strike è un progetto per una radio web libera, aperta ed autogestita che dia voce a chi ne ha meno. La web radio, nel nostro mondo sempre più mediatizzato, diventa uno strumento di grande potenza espressiva, raggiungendo immediatamente chiunque abbia una connessione internet.
Un ulteriore punto di forza, forse meno evidente ma non meno importante, è la capacità di far convergere e partecipare ad un progetto le eterogenee singolarità che compongono il tessuto cittadino di Ferrara: lavoratori e precari, studenti universitari e medi, migranti, potranno trovare nella radio uno spazio vivo dove portare le proprie istanze e farsi contaminare da quelle degli altri. Non un contenitore da riempire, ma uno spazio sociale che prende vita a partire dalle energie che si autorganizzano attorno ad esso.

radio@radiostrike.info
www.radiostrike.org