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Giorno: 5 Febbraio 2015

Permessi ZTL

TABELLA DELLE CATEGORIE DEI PERMESSI ZTL

A Residenti Z.T.L. o Area Pedonale
AD Domiciliati in ZTL o AP per lavoro o studio e residenti in altro Comune a più di 20 km dal confine del territorio comunale.
AG1 Residenti in ZTL o AP, proprietari o fruitori di autorimesse o posti auto ad esclusivo uso del proprio veicolo
AG2 Titolari o fruitori di autorimesse, parcheggi o aree private di sosta all’interno della ZTL o AP, ma non residenti in ZTL o AP

TMS Titolari di esercizi per il commercio, di esercizi di somministrazione, artigiani che effettuano la vendita diretta al pubblico all’interno di ZTL o AP
L Artigiani e altre ditte che effettuano attività di manutenzione al domicilio del cliente
TM1 Imprese di autotrasporto e ditte che effettuano il trasporto merci in conto terzi
TM2 Titolari di attività che prevedono la consegna delle merci a domicilio del cliente
TM3 Istituti di credito, ditte che effettuano trasporto valori o istituti di vigilanza privata
TM4 Titolari di attività all’ingrosso, autofficine e ditte che effettuano trasporto merci in conto proprio con sede in ZTL o AP
TMG Autorizzazione non soggetta a tariffazione per transito in ZTL nella fascia oraria 6.00 – 8.00, per gli aventi diritto TMS, TM1, TM2, TM3 o TM4
R Agenti di commercio e procacciatori di affari, iscritti agli Albi e Registri delle CCIAA, per il trasporto di campionario voluminoso o ingombrante e preziosi, con esclusione di coloro che operano su catalogo
MC Medici di base convenzionati con il SSN, pediatri, medici sostituti, medici specialisti e medici veterinari
MD Associazioni di volontariato che effettuano trasporto e/o assistenza infermieristica a domicilio, infermieri professionali, chi assiste famigliari non autosufficienti, associazioni di volontariato per la tutela degli animali, ditte che forniscono pasti al domicilio di anziani e in case di riposo
H Titolari di alberghi e strutture ricettive con sede in ZTL o AP per l’accesso e la sosta limitata al tempo necessario al carico – scarico bagagli degli ospiti, nelle immediate vicinanze del proprio esercizio
S1 Enti e aziende con esigenze operative e/o di pronto intervento, o che svolgono compiti di carattere istituzionale
S2 Compiti istituzionali e di rappresentanza o per l’espletamento delle attività di servizio dei magistrati

Disciplina in materia di commercio su aree pubbliche

Art. 5 TUTELA AREE STORICHE (art. 42 II c. Reg. Polizia Urbana)
All’art. 42 Reg. P.U. viene aggiunto il seguente comma: per i posteggi di commercianti su area pubblica esistenti in Piazza Municipale, Piazza Trento Trieste, Piazza Castello, Piazza Savonarola, Piazza Duomo, C.so Martiri della Libertà, l’Amministrazione potrà tenere conto delle condizioni eventualmente indicate dalla Sovrintendenza al fine di salvaguardare le aree citate. Al riguardo potranno essere negate nuove soluzioni strutturali non concordate con l’Amministrazione e le strutture già esistenti dovranno essere mantenute pulite e decorose.
[Nella Piazza Municipale è vietato agli operatori su area pubblica di introdurre furgoni, rimorchi ed autoveicoli in genere anche solo per il carico e lo scarico della merce. Le strutture espositive anche relative ad abituali frequentatori dovranno essere preventivamente autorizzate dall’Amministrazione che potrà imporne la modifica anche totale. Le merceologie ivi ammesse: libri, fiori, bigiotteria, oggettistica natalizia e/o da regalo, prodotti naturali e biologici, artigianato artistico, piccoli oggetti da collezione e cose d’antiquariato. Gli operatori che non si atterranno alle sue stese disposizioni verranno immediatamente trasferiti in Piazza Travaglio.]

La stampa locale sulla liberazione del centro storico

SONDAGGIO DEL CARLINO 29 gennaio 2011
Mercato del venerdì: meglio in piazza o sul montagnone?
SEI FAVOREVOLE O CONTRARIO AL MERCATO IN PIAZZA?
Ferrara, 29 gennaio 2011 – I ferraresi hanno molto a cuore il loro centro storico e il trasferimento, ormai decennale, del mercato, dal ‘muraglione’ al listone, è argomento ancora sentito. Non tutti infatti, anche a distanza di tempo, sono concordi nell’affermare la positività di quello spostamento. A più riprese i commercianti ambulanti hanno contrastato la volontà di alcuni cittadini, che avrebbero preferito rivedere i banchetti nel luogo di permanenza precedente, reclamando al sindaco il loro diritto a restare nelle vicinanze del duomo; questo perché pagano ingenti tasse per la permanenza lì.
Avendo ricevuto in redazione una serie di lettere in cui erano presenti, ancora oggi, pareri contrastanti sulla permanenza del mercato del venerdì sul listone, siamo scesi in strada, tra la gente, a chiedere direttamente chi fosse favorevole o meno al mercato in piazza e perché. La signora Angela Calovi è favorevole al mercato in piazza. Laura Fava, intervenendo nella conversazione, aggiunge: «Stare al mercato, di venerdì, è come essere all’interno di un circolo; è molto bello».
«È comodo per chi abita in centro perché è facilmente raggiungibile», ci riferisce la signora Grazia Maietti.
E voi cosa ne pensate? Dite la vostra lasciando un commento a questo articolo e votando il sondaggio.

Articolo della Nuova Ferrara 8 marzo 2013
“Il mercato del venerdì fuori dalla piazza”
Proposta di Rosa (Pdl) votata all’unanimità dal consiglio della Circoscrizione 1 I commercianti dell’Anva si ribellano: dopo il sisma siamo già stati ridimensionati

Via le bancarelle del mercato cittadino del venerdì da piazza Duomo e dal Listone. In pratica, la sede dovrebbe ricalcare quella del lunedì, mettendo come limite la torre di corso Porta Reno. E’ la richiesta all’amministrazione comunale fatta dalla Circoscrizione 1, che nella seduta consiliare di mercoledì sera ha approvato all’unanimità un ordine del giorno proposto Leonardo Rosa (Pdl). La ragione per l’auspicato spostamento? Quella del decoro e della valorizzazione dei principali monumenti della città, Castello e Cattedrale in primis.
«Il venerdì è giorno in cui Ferrara riceve, fortunatamente, molti turisti – spiega Rosa -. Avere tante bancarelle decisamente poco omogenee tra loro, davanti al sagrato del Duomo, sotto il castello Estense e spesso anche lungo corso Martiri della Libertà non fanno bene all’immagine della città, specie a chi si vuol portare a casa anche solo una foto ricordo delle bellezze del nostro centro». Per il presidente della Circoscrizione, Girolamo Calò, «nella discussione ha prevalso il buon senso: in fondo il mercato del venerdì, con la sua novantina di banchi, è più snello di quello di inizio settimana, che conta circa 200 ambulanti. E poi le bancarelle rimarranno comunque in centro storico, non parliamo assolutamente di spostarle alla Rivana». Il provvedimento non vuole nuocere alle categorie commerciali. «Abbiamo il dovere di salvaguardare gli interessi di tutti – aggiunge il consigliere Rosa –, quelli degli ambulanti che hanno diritto a un mercato in centro, quelli degli esercenti per i quali il bacino di utenza del mercato offre occasioni di vendita, e naturalmente quello dei turisti e di chi opera in questo settore per garantire di godersi i monumenti che rendono Ferrara famosa nel mondo come perla rinascimentale». La proposta circoscrizionale non è vincolante e quindi spetterà al consiglio comunale pronunciarsi nel merito, su una questione di cui tra l’altro si dibatte da anni, e provare a sciogliere i nodi. Intanto non si è fatta attendere la presa di posizione risolutamente contraria da parte dei rappresentanti degli ambulanti: «Non so se ridere o prendere di petto la cosa – sostiene Pier Carlo Baglioni, presidente di Anva-Confesercenti -. Dopo il sisma, abbiamo già ridimensionato almeno del 30% il mercato del venerdì e tutti i criteri di sicurezza sono rigorosamente rispettati. Si parla tanto di voler incentivare il commercio: questo non mi sembra proprio il modo migliore, la proposta denota un atteggiamento piuttosto snob. Poi non lamentiamoci se il passo successivo sarà l’abbandono da parte delle imprese nostrane e l’aumento di quelle gestite da extracomunitari. Se convocati – chiude Baglioni -, andremo volentieri a parlare con l’assessore Marescotti e le ribadiremo la nostra contrarietà».
Fabio Terminali

Legge Art Bonus – articolo inerente la tutela del decoro dei siti culturali

Art Bonus – Decreto-Legge convertito con modificazioni dalla L. 29 luglio 2014, n. 106 (in G.U. 30/7/2014, n. 175).

Art. 4 – Disposizioni urgenti per la tutela del decoro dei siti culturali

1. Il comma 1-bis dell’articolo 52 del Codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, aggiunto dall’articolo 4-bis del decreto-legge 8 agosto 2013, n. 91, convertito, con modificazioni, dalla legge di conversione 7 ottobre 2013, n. 112, e’ rinominato a partire dalla data di entrata in vigore del presente decreto «1-ter». Al fine di rafforzare le misure di tutela del decoro dei siti culturali e anche in relazione al comma 5 dell’articolo 70 del decreto legislativo 26 marzo 2010, n. 59, di attuazione della direttiva 2006/123/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 12 dicembre 2006 relativa ai servizi nel mercato interno, al comma 1-ter dell’articolo 52 del Codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, come rinominato dal presente articolo, è aggiunto, in fine, il seguente periodo: «In particolare, i competenti uffici territoriali del Ministero e i Comuni avviano procedimenti di riesame, ai sensi dell’articolo 21-quinquies della legge 7 agosto 1990, n. 241, delle autorizzazioni e delle concessioni di suolo pubblico che risultino non piu’ compatibili con le esigenze di cui al presente comma, anche in deroga a eventuali disposizioni regionali adottate in base all’articolo 28, commi 12, 13 e 14, del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114, e successive modificazioni, nonche’ in deroga ai criteri per il rilascio e il rinnovo della concessione dei posteggi per l’esercizio del commercio su aree pubbliche e alle disposizioni transitorie stabilite nell’intesa in sede di Conferenza unificata, ai sensi dell’articolo 8, comma 6, della legge 5 giugno 2003, n. 131, prevista dall’articolo 70, comma 5, del decreto legislativo 26 marzo 2010, n. 59 recante attuazione della direttiva 2006/123/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 12 dicembre 2006 relativa ai servizi nel mercato interno. In caso di revoca del titolo, ove non risulti possibile il trasferimento dell’attivita’ commerciale in una collocazione alternativa equivalente in termini di potenziale remunerativita’, al titolare e’ corrisposto da parte dell’amministrazione procedente l’indennizzo di cui all’articolo 21-quinquies, comma 1, secondo periodo, della legge 7 agosto 1990, n. 241, nel limite massimo di un dodicesimo del canone annuo dovuto».

2. Dall’attuazione del presente articolo non derivano nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.

Sabato 7 Febbraio verrà presentato il volume d’esordio di Andrea Poltronieri “Note Appuntate”

da: Autori a Corte

Sabato 7 febbraio 2015 ore 17,30 presso la Libreria Feltrinelli di Ferrara di Via Garibaldi verrà presentato il volume NOTE APPUNTATE (Edizioni La Carmelina collana Autori a Corte) volume d’esordio di Andrea Poltronieri già presentato alla fortunata rassegna AUTORI A CORTE speciale Natale nello scorso dicembre presso la sala estense.
In questo caso lo show man ferrarese sarà intervistato da Stefano Bottoni, direttore artistico del Buskers Festival. Il volume, da poco nelle librerie ma che già sta riscuotendo un discreto successo, raccoglie i ricordi ed i pensieri di vent’anni di carriera di Andrea oltre a foto d’epoca e i testi delle sue canzoni.
La presentazione vedrà anche la lettura di alcuni brani da parte dell’attore Vincenzo Iannuzzo.

Nota stampa di Poste Italiane sul piano di razionalizzazione degli uffici postali

da: Poste Italiane, ufficio Comunicazione Territoriale Emilia-Romagna e Marche

Il piano di rimodulazione degli uffici postali nel Ferrarese adegua l’offerta all’effettiva domanda sul territorio tenendo fermo il principio della centralità del cittadino e della massima attenzione per le sue esigenze. Va detto che il piano assicura così efficienza e capillarità del servizio e la tenuta dei livelli occupazionali.
Il piano è stato definito in conformità con il vigente Contratto di Programma e con la normativa, che stabilisce particolari garanzie per i Comuni caratterizzati da una natura prevalentemente montana del territorio (divieto di chiusura di uffici postali situati in Comuni rurali che rientrano anche nella categoria dei Comuni montani con esclusione dei Comuni nei quali siano presenti più di due uffici postali ed il rapporto abitanti per ufficio postale sia inferiore a 800), dalla scarsa densità abitativa o per i Comuni delle isole minori in cui sia presente un unico presidio postale.

E’ previsto inoltre il potenziamento del servizio nelle località a maggiore afflusso di clientela.

La riorganizzazione garantisce l’accesso della clientela al servizio universale coprendo ben il 96% dei comuni italiani e, più in particolare, l’87% dei comuni con popolazione inferiore 1.000 abitanti, con livelli di servizio superiori agli standard fissati dal Contratto di programma e dalle norme in materia.

Gli interventi confermano la presenza capillare di Poste Italiane sul territorio provinciale di Ferrara, e puntano a migliorare i servizi di rete con l’obiettivo di garantire un servizio sempre più efficiente e coerente con la domanda dei cittadini.
Il personale degli uffici postali inclusi nel Piano di rimodulazione verrà opportunamente collocato in altre sedi del medesimo ambito territoriale, assumendo compiti in coerenza con le proprie competenze. Per i dipendenti ricollocati saranno inoltre studiati specifici programmi di formazione e valorizzazione al fine di garantire loro un percorso di crescita professionale, mantenendo inalterato il numero dei posti di lavoro.

ULTIM’ORA – Rinviata al 14 febbraio ore 17
Maura Franchi e Augusto Schianchi presentano il libro “L’intelligenza delle formiche Scelte interconnesse (Diabasis)”

da: responsabile Eventi Libreria IBS.it Ferrara

Dialoga con gli autori Gianni Venturi

Sarà presente Rita Vita Finzi che ha realizzato la foto in copertina

“Continuiamo a pensare alla tecnologia come a uno strumento, ma essa è assai di più, è un ambiente che trasforma il nostro modo di pensare e di decidere, non solo il modo in cui ci informiamo e comunichiamo”

Viviamo immersi nel Web e nei Social Network, scambiamo esperienze e informazioni e contribuiamo a creare enormi archivi digitali. Se non possiamo contare sulla nostra capacità di calcolo e di previsione, necessariamente limitata, ci affidiamo agli altri o alle APP che indirizzano le nostre scelte più personali: consumi, salute, benessere, tempo libero.
Eppure resta vero ciò che segnalava Spinoza e che le neuroscienze confermano: siamo sempre mossi da un desiderio. E oggi il desiderio più grande è quello di disporre di un palcoscenico in cui raccontare di noi.

Una formica, presa singolarmente, è infinitamente meno intelligente di un essere umano. Eppure una colonia di formiche forma un’entità intelligente. Accade qualcosa di analogo agli individui, nel tempo della perpetua connessione? Internet è in grado di renderci più intelligenti e capaci di collaborare? Interconnessi, siamo più capaci di scegliere? Le ragioni delle nostre decisioni restano in gran parte oscure alla nostra consapevolezza. Scegliamo spinti dalla ricerca di gratificazioni e da sentimenti di empatia, ci sentiamo meglio se le nostre scelte assecondano sentimenti etici. Internet genera scenari radicalmente nuovi e in rapido mutamento. Il libro si propone di fare emergere le molteplici influenze sulle nostre scelte, indagando con uno sguardo aperto alle più recenti ricerche in diversi ambiti disciplinari il peso di desideri, emozioni, sentimenti, relazioni, immagini, identità, condizionamenti. La complessità della scelta è rivisitata alla luce di uno scenario in radicale mutamento in cui Internet e le reti sociali hanno già assunto un ruolo determinante.

L’EVENTO
Carnevale di Venezia, un trionfo di arti e bellezza

“Una festa al sapore di Expo”, così è stato ribattezzato quest’anno il Carnevale di Venezia che, come l’Esposizione universale (in programma a Milano dal mese di maggio), presterà particolare attenzione all’alimentazione.
Sino al 17 febbraio la città di Venezia si trasformerà in un gigantesco spettacolo fatto di rappresentazioni teatrali, concerti, degustazioni, sfilate in costume, gare, feste e straordinarie esperienze sensoriali per ogni età. Sono allo stesso tempo spaventata ed emozionata, perché quest’anno, per la prima volta, anch’io trascorrerò alcuni giorni al carnevale più originale del mondo. Alcuni (e di questi molti non vi hanno mai preso parte) lo sconsigliano per l’elevatissimo numero di persone che affolleranno le strade; ma chi ha l’abitudine di recarsi a Venezia ogni anno, in occasione di questo grande evento, lo descrive come un’esperienza unica nel suo genere, che merita di essere vista e soprattutto vissuta. Così ho deciso di immergermi per qualche giorno in quello che sicuramente sarà un tripudio di colori straordinario.
Il Carnevale ha avuto inizio sabato con una festa sull’acqua, riproposta il giorno successivo, arricchita di degustazioni, musica e animazioni. Un mondo in parte galleggiante, in parte sospeso in volo, ha raccontato con successo i sapori, i colori e i profumi del tipico menù “made in Italy”. Il programma di quest’anno prevede, in primis, una ricorrenza che di certo non può mancare: il concorso della maschera più bella. Sarà proprio il pubblico a decretare i vincitori tra i numerosi partecipanti che si sfideranno a colpi di maschere mozzafiato e costumi sfarzosi.
Altro evento tradizionale è la “Festa delle Marie”, un corteo di 12 fanciulle veneziane che si snoderà su più giorni e, solo alla fine, si proclamerà la Maria del Carnevale. Questa festa viene riproposta ogni anno per celebrare l’omaggio che il Doge, nel giorno della Purificazione di Maria, faceva a 12 ragazze di umili origini, benedendo le loro nozze, vestendole e ingioiellandole sontuosamente.
Il Carnevale profuma già di successo, grazie alle tante attività proposte e all’abilità degli organizzatori che hanno tenuto conto di tutte le esigenze. Quello di Venezia, un po’ come quello di Rio, è un carnevale destinato principalmente agli adulti. Negli elegantissimi palazzi della città si terranno alcune feste a tema riservate a pochi fortunati; ma non mancheranno laboratori ed eventi per i più piccini. Ne è un esempio “Presi per il naso”, uno dei quattro spettacoli che si terranno al Teatro Fondamenta Nuove, ispirato ad una fiaba dei fratelli Grimm, che parla di una cuoca golosa e pasticciona. La rappresentazione, fatta di drammaturgia gestuale e illustrazioni proiettate in scena, mira a far capire ai bambini l’importanza degli alimenti genuini. Sul palcoscenico infatti la cuoca-protagonista si metterà veramente ai fornelli creando un’esperienza sensoriale tutta da gustare.
Anche quest’anno non mancherà inoltre l’antico “Volo dell’Angelo”, un evento straordinario in cui un’artista (quest’anno si esibirà la Maria del carnevale scorso), assicurata ad un cavo metallico, scenderà dalla cella campanaria, volteggiando nel vuoto sopra alla moltitudine di persone che da terra la osserveranno con stupore.
Uno spettacolo multidisciplinare che mi attira particolarmente è intitolato “Notti all’Arsenale”, e si terrà in più serate, presso i suggestivi cantieri navali. Si può considerare questo l’evento per eccellenza che racchiude tutta l’anima del Carnevale. Ci saranno rappresentazioni teatrali, esibizioni delle maschere più belle, spettacoli di danza aerea, concerti dal vivo e, per finire, il cosiddetto “Arsenale Carnival Experience” con dj, musica e grande intrattenimento. Chi ha più di 18 anni può godere di tutte queste esibizioni mentre gusta le prelibatezze delle “Tentazioni dinner show”, cene a pagamento dove ciascuno riceverà una maschera all’ingresso e vedrà gli artisti esibirsi tra i tavoli. Gusto, olfatto, vista, udito, tatto… tutti i sensi potranno attivarsi contemporaneamente e trasformare una semplice serata in un’esperienza indimenticabile.
Ma il vero cuore di questo evento unico è il Gran Teatro di piazza San Marco dove ogni giorno, tra coreografie, sfilate e spettacoli di circo-teatro, viene messa in mostra tutta la fantasia e l’estro degli artisti. Ancora una volta, essendo il tema di questo Carnevale il cibo e la golosità, si potrà accompagnare l’esperienza ludica a quella eno-gastronomica presso i ristoranti allestiti nei palchi laterali del Gran Teatro.
Che dire ancora del Carnevale veneziano? Comunque vada è un modo alternativo e genuino per sfuggire temporaneamente alla realtà che oggi ci circonda. Per qualche giorno potremo immergerci in una realtà fantastica, appagare i sensi e dimenticare i problemi. Almeno per qualche istante potremo farci frastornare dai suoni, inebriare dai profumi e immergerci nei colori e nel trionfo della bellezza.

Sabato 7 febbraio ospite di Ferrara in Jazz è l’asimmetrico lirismo del pianista statunitense Graig Taborn con il suo “Heroics” Quartet

da: ufficio stampa Jazz Club Ferrara

Sabato 07 febbraio ospite di Ferrara in Jazz è l’asimmetrico lirismo di un maestro del ritmo assoluto, Craig Taborn. Il pianista statunitense si esibirà sul palcoscenico del Torrione con il suo Heroics Quartet completato da protagonisti indiscussi della scena contemporanea d’oltreoceano come Chris Speed al sax tenore e clarinetto, Chris Lightcap al contrabbasso e David King alla batteria.

Sabato 07 febbraio (ore 21.30) ospite di Ferrara in Jazz è l’asimmetrico lirismo di un maestro del ritmo assoluto, Craig Taborn. Il pianista statunitense si esibirà sul palcoscenico del Torrione con il suo Heroics Quartet completato da protagonisti indiscussi della scena contemporanea d’oltreoceano come Chris Speed al sax tenore e clarinetto, Chris Lightcap al contrabbasso e David King alla batteria.
Il pubblico del Jazz Club ha avuto modo di apprezzare in più occasioni le doti di eccellente sideman di Taborn – in ambito avant jazz sia a fianco di Chris Potter, sia in occasione della memorabile performance del Michael Formanek Quartet – come di assaporare il tocco limpido e luminoso, unito al tratto minimale e intimista in piano solo (dicembre 2011).
Questa volta invece troviamo Taborn a capo di tre “eroi” del jazz tra cui si annoverano vecchie conoscenze come il batterista David King (Bad Plus) e Chris Speed, senza alcun dubbio tra i più brillanti sassofonisti di oggi. Un assetto tattico atto a valorizzare la brillante concezione armonica del leader caratterizzata da una sconfinata apertura – che pone Taborn a suo agio anche con elementi di elettonica – focalizzazione ritmica e sottile lirismo. Il pianista ama improvvisare in senso modulare, partendo da cellule sonore che pian piano sviluppa e modifica pur senza rinunciare mai alla composizione – cifra del suo pensiero musicale – dando vita a ritmi complessi, spesso asimmetrici, innervati da una grande energia esecutiva in grado di incorporare sia elementi free sia della tradizione.
In Taborn (Minneapolis, 1970) lo studio del pianoforte va di pari passo a quello di un sintetizzatore Moog.
La militanza nel gruppo del sassofonista James Carter gli permette in primis di sfoggiare una brillante cultura di base che lo trasforma in breve tempo in un sideman di lusso (Dave Holland, Steve Coleman, Evan Parker…). Successivamente si avvicina al free entrando nel cenacolo degli improvvisatori vicini a Tim Berne con cui condivide diversi progetti, per poi approdare alla formazione del proprio trio (con Thomas Morgan e Gerald Cleaver) che con “Chants” (2012) viene incluso di diritto tra gli artisti dell’etichetta ECM.

Copparo – Carnevale, modifica della viabilità

da: ufficio comunicazione Comune di Copparo

in occasione del Carnevale, nelle giornate di domenica 8, 15 e martedì 17 febbraio, la viabilità subisce alcune modifiche.

PIAZZA DEL POPOLO
DOMENICA 8 e 15 FEBBRAIO 2015:
1. ALA DI PONENTE (AREA LUNA PARK), DALLE 8:00 ALLE 20:00: divieto di sosta con rimozione forzata; interdizione del transito veicolare.

2. PARTE CENTRALE E ALA DI LEVANTE, DALLE 12.00 ALLE 20.00: divieto di sosta con rimozione forzata; interdizione del transito veicolare;
MARTEDI’17 FEBBRAIO 2015:
1. ALA DI PONENTE (AREA LUNA PARK), DALLE 8:00 ALLE 20:00: divieto di sosta con rimozione forzata; interdizione del transito veicolare;

2. ALA DI LEVANTE, DALLE 12.00 ALLE 20.00: divieto di sosta con rimozione forzata; interdizione del transito veicolare;
3. ALA DI LEVANTE, DALLE 08.00 ALLE 12.00 è istituito il doppio senso di marcia nell’intersezione con la sede stradale normalmente a senso unico in uscita .
4. AREA CENTRALE: DALLE 8:00 ALLE 20:00: divieto di sosta con rimozione forzata; interdizione del transito veicolare;

DOMENICA 8 FEBBRAIO, DOMENICA 15 FEBBRAIO e MARTEDI’ 17 FEBBRAIO 2015:

a) VIA ROMA, PIAZZA PAPA GIOVANNI XXIII, VIA CAVOUR: interdizione del transito veicolare per il tempo necessario al transito dei carri allegorici nella fascia oraria 14.30 – 17.00; divieto di sosta con rimozione forzata dalle 13.00 alle 17.00

b) SEDE STRADALE DI PIAZZA DEL POPOLO (DA VIA FIORINI A VIA VERDI), dalle 13:00 alle 20:00: divieto di sosta con rimozione forzata: interdizione del transito veicolare

c) VIA MARCONI, DALLE 13:00 ALLE 20:00: Istituzione di senso unico dall’intersezione con la via Pisacane con direzione via I° Maggio; Divieto di circolazione nel tratto compreso tra la sede stradale di Piazza del Popolo e l’intersezione con via Pisacane.
d) VIA VERDI, PER IL TEMPO NECESSARIO AL TRANSITO DEI CARRI ALLEGORICI: Divieto di circolazione nel tratto compreso tra la sede stradale di Piazza del Popolo e l’entrata del parcheggio ex Berco.
e) VIA GARIBALDI (nel tratto Campanati–Piazza Del Popolo): interdizione del traffico veicolare PER IL TEMPO NECESSARIO AL TRANSITO DEI CARRI ALLEGORICI, nella fascia oraria 13.30 – 17.00; divieto di sosta con rimozione forzata dalle 13:00 alle 17:00
f) VIA ALIGHIERI nel tratto compreso tra via Roma e Piazza del Popolo : interdizione del traffico veicolare, PER IL TEMPO NECESSARIO AL TRANSITO DEI CARRI ALLEGORICI; divieto di sosta con rimozione forzata dalle 13:00 alle 17:00 preavviso di “divieto di transito a m. 200” nell’intersezione Viale Ricci/via Alighieri
g) VIA A. GOVONI, PER IL TEMPO NECESSARIO AL TRANSITO DEI CARRI ALLEGORICI: interdizione del traffico veicolare (eccetto residenti e veicoli in servizio di emergenza)

provincia-ferrara

Polizia provinciale: no a inutili vandalismi nel mondo della pesca

da: ufficio stampa Provincia di Ferrara

La scorsa notte è stata affondata un’imbarcazione a motore di un pescatore di mestiere coinvolto nel progetto di recupero della biodiversità in territorio di Ostellato.
Oltre a causare danni economici rilevanti al pescatore, l’azione ha fatto attorcigliare le reti posate alla barca affondata, rendendone difficile il recupero e la successiva liberazione dei pesci.
Il gesto sembra riconducibile, come già accaduto, alle manifestazioni di dissenso al progetto di contenimento del pesce siluro, che alcuni pescatori di mestiere stanno eseguendo secondo le regole stabilite dalla Provincia.
Opinioni contrarie che tuttavia non rappresentano l’intero mondo della pesca sportiva e ricreativa, le cui voci principali hanno invece dimostrato spirito collaborativo nei recenti incontri in Castello con associazioni, gruppi e rappresentanze del settore.
I pescatori di mestiere ricevono i controlli regolari della Polizia provinciale che, nel caso ravvisi violazioni alle disposizioni stabilite, possono incorrere in sanzioni fino alla sospensione dall’attività.
Alcuni pescatori di professione in provincia di Ferrara hanno ripetutamente segnalato reti abusive poste dai bracconieri.
“Questi atti vandalici non hanno alcun senso – dice il comandante della Polizia provinciale, Claudio Castagnoli – perché la strada giusta è quella del recente appello rivolto alla Regione dal presidente della Provincia per chiedere un giro di vite sul problema del bracconaggio, perpetrato da pescatori in prevalenza provenienti dall’Est Europa, e della collaborazione di gruppi e associazioni sportive e ricreative”.
“Stiamo correndo il rischio – termina Castagnoli – di perdere di vista l’obiettivo comune di tutte le categorie di pescatori provinciali che è, e deve essere, di salvaguardare la nostra fauna ittica e impedire che i nostri canali siano saccheggiati da bracconieri e gente senza scrupoli”.

Copparo: “La Bohème” al De Micheli

da: ufficio comunicazione Comune di Copparo

Grande appuntamento con il bel canto al Teatro Comunale De Micheli.

Sabato 7 febbraio, alle ore 21, l’associazione culturale Operiamo e il circolo musicale Varos Zamboni presentano “La Bohème”, opera lirica in quattro quadri di Giacomo Puccini, su libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica, con l’Orchestra Città di Ferrara, direttore Renato Vanzini, maestro concertatore e direttore Mauro Perissinotto; regia di Maria Cristina Osti. Partecipano alla rappresentazione il coro “Giuseppe Verdi” di Ferrara e il Coro dei Monelli della scuola media “C. Govoni” di Copparo.

“La Bohème” è considerata da molti il vero capolavoro di Puccini. Uno di quei titoli che fotografano lo spirito di un’epoca e lo consegnano per sempre alla memoria dei posteri: la vita di bohème, tra soffitte fredde, affitti da pagare e ambizioni artistiche, fu un fenomeno vero della Parigi ottocentesca, dove l’opera è ambientata.
Quasi un mito, immortalato dal romanzo di Henri Murger “Scènes de la vie de bohème”, la fonte a cui si rifecero i librettisti Illica e Giacosa. I quattro quadri saltano da una situazione all’altra con la frammentarietà, il disordine, l’imprevedibilità tipica della vita precaria degli scapestrati protagonisti, il poeta Rodolfo, il pittore Marcello, il filoso Colline, il musicista Schaunard. La loro gioventù si consuma rapidamente tra grandi aspirazioni intellettuali, denti che battono per il gelo, padroni di casa da raggirare, serate di baldoria al Quartiere Latino, donne da amare…

Tra le opere più rappresentate al mondo, questo capolavoro del teatro dell’opera, ha racchiusa nella maestà delle sue melodie la capacità di evocare palpiti di sentimento; c’è nella musica la sensazione che proveremmo se ci trovassimo nel luogo descritto in quel momento, quindi ci siamo e ne veniamo immersi: sentiamo il gelo dell’alba invernale che ci pervade le membra, assaporiamo gli umori delle vivande declamate dai giovani artisti, cogliamo lo sbocciare delle rose descritte da Mimì, non possiamo non amare con la stessa fanciullesca passione. [Maria Cristina Osti]

Coldiretti: Neve in Emilia Romagna, mobilitati mille trattori per liberare le strade

da: ufficio stampa Coldiretti

Nonostante la neve, allevatori da tutta la regione porteranno in piazza domani a bologna una stalla per difendere il latte italiano

Sono scesi in campo anche i trattori spazzaneve nelle zone dell’Emilia Romagna dove ha cominciato a scendere le neve, mentre nelle altre aree dove è attesa sono già allertati i produttori agricoli pronti a scendere nella strade assegnate per mantenere la viabilità aperta. E’ quanto comunica Coldiretti Emilia Romagna ricordando che nella nostra regione sono oltre un migliaio i mezzi allertati e reperibili in qualsiasi ora del giorno e della notte.
Contro Big Snow i trattori sono necessari – precisa Coldiretti Emilia Romagna – per scongiurare il rischio di isolamento delle abitazioni soprattutto nelle aree più impervie interne e montane. Grazie alla capillare diffusione delle aziende, alla maggiore tempestività di intervento i trattori possono intervenire dove i mezzi industriali sono in difficoltà per le ridotte dimensioni delle carreggiate e per le pendenze dei tracciati stradali. Liberare dall’isolamento le strade di campagna è necessario – conclude Coldiretti – per consentire le consegne quotidiane del latte, ma anche per rifornire i mercati di verdure e ortaggi.
La neve non fermerà la mobilitazione degli allevatori emiliano-romagnoli che, domani venerdì 6 febbraio, porteranno in piazza XX settembre a Bologna un stalla, per una maxi mungitura con politici, uomini dello spettacolo e dello sport, tra cui il Governatore dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini.

A Unife parte la 2a Edizione del Corso di Perfezionamento in Management per gli Aspiranti Direttori di Struttura Complessa

da: ufficio comunicazioni ed eventi Unife

Al via domani, venerdì 6 febbraio, alle ore 9 al Dipartimento di Economia e Management dell’Università di Ferrara, (via Voltapaletto, 11), la seconda edizione del Corso di Perfezionamento in Management per gli Aspiranti Direttori di Struttura Complessa, organizzato dall’Ateneo estense.
Il Corso, della durata di 120 ore, è diretto da Emidia Vagnoni, Professoressa di economia delle aziende sanitarie di Unife e da Tiziano Carradori, Direttore generale Sanità e Politiche Sociali della Regione Emilia Romagna, che sarà presente domani alla giornata di apertura.
“Si tratta di un’importante iniziativa di formazione post-laurea nel campo del management sanitario – afferma Emidia Vagnoni – a cui partecipano 20 professionisti provenienti dalle diverse aziende sanitarie e ospedaliere della Regione Emilia Romagna e che verte su quattro aree di contenuti fondamentali: la progettazione dei modelli organizzativi in sanità, la qualità delle prestazioni sanitarie, la gestione delle risorse umane, e i meccanismi di finanziamento e gestione”.

Carlo Sivieri eletto presidente del Sindacato Regionale dei Pensionati di Confagricoltura Emilia Romagna

da: ufficio Stampa Confagricoltura Ferrara

Sarà il ferrarese Carlo Sivieri, classe 1944, a guidare per il prossimo triennio il Sindacato Regionale dei Pensionati di Confagricoltura Emilia Romagna.
Lo ha deciso all’unanimità il Sindacato stesso, riunito in Assemblea a Modena lo scorso 3 febbraio.
Carlo Sivieri, residente a Berra, agricoltore e contoterzista, attuale Presidente del Sindacato Pensionati di Confagricoltura Ferrara, metterà al servizio dei 20.000 pensionati iscritti al Sindacato le proprie doti di leader e di grande trascinatore che già hanno contraddistinto il suo incarico provinciale.
“Ringrazio il Sindacato per l’incarico affidatomi e per la fiducia che mi è stata dimostrata” dichiara il neo Presidente “raccolgo con entusiasmo questa nuova sfida che ci porterà, nei prossimi tre anni a impegnarci per il miglioramento della categoria” e spiega “il meccanismo di adeguamento annuale del valore delle pensioni all’inflazione che è ora in vigore non sta proteggendo né le pensioni di importo basso né quelle di importo medio-alto. L’aumento del costo dei servizi sanitari, delle case di cura, delle spese di accesso al servizio sanitario colpiscono i pensionati in misura maggiore che non il resto della popolazione.”

SUN KIL MOON a Ferrara sotto le Stelle

da: Ferrara sotto le Stelle 2015

Reduce dal successo dell’ultimo album a nome Sun Kil Moon, Benji, acclamato dalla stampa di tutto il mondo, l’ex leader dei Red House Painters, Mark Kozelek, farà tappa in Italia a giugno in full band con SUN KIL MOON.

“Uno dei maggiori songwriter degli ultimi 25 anni”, per citare il giudizio di Ondarock, Mark Kozelek ha dapprima segnato gli anni ’90 con i suoi Red House Painters, con 6 album editi dalla prestigiosa 4AD che hanno anticipato lo slow-core degli anni a venire, dando voce ad un folk-rock oscuro e minimale, rallentato fino quasi all’immobilità. Con il passare degli anni ha raggiunto la piena maturità artistica attraverso una nuova creatura, i Sun Kil Moon, coi quali ha potuto affinare la sue doti liriche rivelandosi tra i migliori poeti della musica contemporanea.
Ma nel frattempo Kozelek ha svolto un’inesausta attività parallela e negli ultimi anni ha dato alle stampe numerosi album solisti e lavori frutto di diverse collaborazioni. Solo nel 2013 è stata la volta di Perils from the Sea, realizzato con Jimmy Lavelle e dell’album realizzato con i Desertshore, la creatura formata da Phil Carney, ex chitarrista dei Red House Painters, Mike Stevens (batterista) ed il pianista Chris Connolly ed intitolato semplicemente Mark Kozelek & Desertshore. Senza dimenticare le sue frequenti apparizioni cinematografiche, da “Quasi famosi” a “Vanilla Sky”, entrambi per la regia di Cameron Crowe.
A soli due anni di distanza dal precedente lavoro a nome Sun Kil Moon Among the Leaves, a febbraio 2014, sempre per la sua label Caldo Verde, Kozelek ha dato alle stampe con Sun Kil Moon l’album BENJI, che vede la collaborazione di artisti del calibro di Will Oldham (Bonnie Prince Billy) e Steve Shelley (Sonic Youth). Benji è un album intimo e confessionale, che affronta con disarmante lucidità e a tratti con cruda ironia la drammaticità dell’esistenza, grazie a un racconto onesto e dettagliato della vita privata dell’autore.
Probabilmente l’album migliore della sua lunga carriera, gratificato da un rarissimo 9.2/10 dalla bibbia indie “Pitchfork”, disco dell’anno di “Rumore”, il più autorevole mensile rock italiano (che gli ha anche dedicato la copertina) e presenza fissa nelle playlist di fine anno di tutta la stampa specializzata internazionale.

Serendipità, quella strana parola che indica il polimorfo bisogno di un’alternativa

È sempre azzardato cercare di ricostruire il carattere di un popolo dalle parole che può o decide di parlare, ma si può fare un’eccezione per una parola d’eccezione: ‘serendipity’ spesso resa goffamente come “serendipità” una parola così poco comune da venire marcata come errore dal correttore ortografico del mio programma di scrittura proprio in questo momento.

Eppure ‘serendipity’ è una parola deliziosa della lingua inglese, coniata a Venezia nel 1754 dallo scrittore inglese Horace Walpole sulla base di una fiaba italiana intitolata “I tre principi di Serendip.” In questa fiaba c’erano tre eroi che facevano continue nuove belle scoperte, grazie al caso e alla sagacia, di cose di cui non andavano in cerca. Questa strana parola entrò e si diffuse in inglese come parola d’autore per designare la casualità di fare casualmente scoperte felici e inattese, insomma di trovare qualcosa di bello quando meno te lo saresti aspettato.
Gli esempi abbondano nella storia: la scoperta della penicillina, la scoperta dell’Lsd così come la scoperta dell’America (anche se quest’ultima fu purtroppo assai poca propizia per i “nativi” ma assai redditizia per i “conquistadores”).

Da questo punto di vista, il concetto di “serendipity” è utilizzato attualmente dai circoli d’avanguardia (come è stato discusso questa sera ad una tavola rotonda al berlinese Ici Berlin con Antke Engel, Jule Jakob Govrin e Christoph Holzhey) per indicare un’effettiva ma non programmata reazione ad una forma di neoliberalismo che dice di sé di essere l’unica alternativa possibile: ovvero l’unica via. Per cui il concetto di ‘serendipity’ individuerebbe delle risorse politiche (o se vogliamo, alla Foucault, risorse “biopolitiche”) al neoliberalismo, di fatto ricalcando le forme dello spontaneismo operaista alla Toni Negri, controverso autore che attualmente va di nuovo per la maggiore tra gli studiosi dalla memoria corta o dal folto pelo sullo stomaco.
Tra l’altro, qualcuno, trascinato da una biechissima misoginia, si spinse a descrivere la serendipity in termini quasi boccacceschi: “la serendipità è cercare un ago in un pagliaio e trovarci la figlia del contadino.” In effetti si tratta di una definizione di serendipity che, probabilmente non casualmente, ha spinto anche verso un rilancio del sessantottino concetto di “poliamore”: ovvero la rinuncia ad una monolitica e patriarcale monogamia e l’accettazione del fatto che ogni rapporto d’amore non può che essere aperto all’eventualità non solo della catastrofe ma anche della serendipity per cui anche senza cercare nulla si potrebbe finire per trovare un altro partner che non è necessariamente migliore bensì almeno buono quanto l’altro.

Non si può notare senza una certa malinconia che la parola “serendipity”, curiosamente nata dal desiderio di uno scrittore nel Settecento, si sia diffusa a macchia d’olio nel vocabolario anglosassone, mentre il suo omologo italiano ‘serendipità’ è rimasto poco più che una rarità. Da una breve consultazione di Google risulta che il termine inglese “serendipity” è enormemente più diffuso del suo spiantato cugino italiano “serendipità”, infatti “serendipity” giganteggia con 1.700.000 occorrenze mentre il mestissimo “serendipità” deve accontentarsi di misere 8.000 occorrenze.
C’è da chiedersi se questa disparità lessicale non sia, come probabilmente è, il riflesso della natura anglocentrica della rete bensì l’indice del carattere di un popolo, quello italiano, probabilmente già da tempo troppo avvilito per sperare in una scoperta felice e inaspettata.

Arriva il gelo, attenzione ai contatori dell’acqua

da: ufficio stampa Hera

Alcune semplici precauzioni possono evitare brutte sorprese dovute alle basse temperature; ecco il ‘promemoria’ di Hera per evitare spese e disagi

L’abbassamento delle temperature in atto in questi giorni alza la soglia di attenzione anche sugli impianti idrici esterni alle abitazioni, in particolare sui contatori dell’acqua, che possono arrivare a rompersi causa il gelo. Hera ricorda alcuni semplici accorgimenti che possono evitare disagi nella fruizione del servizio e spese impreviste, poiché ai clienti spetta la corretta custodia di questi apparecchi.

I contatori esterni sono i più soggetti a rotture da gelo
I contatori “a rischio” sono quelli collocati all’esterno dei fabbricati, in locali non isolati o in abitazioni utilizzate raramente, come le case al mare o in montagna in cui si trascorrono le vacanze.
Se i misuratori si trovano nei bauletti o in nicchie esterne ai fabbricati, in locali non riscaldati o non abitati, e se la temperatura esterna dovesse rimanere per vari giorni sotto zero, è consigliabile lasciare che da un rubinetto esca un filo d’acqua. È sufficiente una modesta quantità, evitando inutili sprechi.

Isolare i vani esterni che contengono i contatori
I bauletti o le nicchie, compresi gli sportelli, devono essere opportunamente coibentati, ovvero rivestiti di materiale isolante. Si può usare polistirolo o poliuretano espanso, materiali facilmente reperibili presso rivenditori del settore edile. Lo spessore dei pannelli deve essere di almeno due centimetri e mezzo.
I rivestimenti devono ovviamente permettere la lettura del quadrante del contatore. Occorre evitare, invece, di rivestire le tubature avvolgendole con lana di vetro o stracci. Si tratta di materiali che assorbono l’acqua e, ghiacciandosi, possono aumentare il rischio di guasti.

Chiudere l’acqua nelle case disabitate
Se i contatori sono in fabbricati disabitati, è bene chiudere il rubinetto che si trova sopra il misuratore e provvedere allo svuotamento dell’impianto. Con temperature particolarmente basse e per lunghi periodi è possibile installare cavetti scaldanti, alimentati elettricamente e dotati di termostato per contenere i consumi di energia. In caso di rotture o danni al contatore, i clienti possono dare immediata comunicazione a Hera, telefonando al numero verde del Pronto Intervento: 800.713.900.

Il sistema fiscale Europeo ed Italiano, conferenza del Prof. Greggi all’Isit Burgatti

da: ufficio comunicazione ed eventi Unife

Sabato 7 febbraio alle ore 9, nell’Aula Magna dell’ISIT Bassi-Burgatti Cento (Ferrara), il Prof. Marco Greggi, associato di Diritto tributario e Diritto tributario internazionale di Unife, terrà una Conferenza dal titolo “Il sistema fiscale europeo ed italiano”.
La conferenza è il primo appuntamento di un ciclo di incontri indirizzati agli studenti degli ultimi anni delle superiori, organizzati dalla prof. Poppi e dalla prof. De Laurentiis dell’ITIS Bassi-Burgatti di Cento in collaborazione con il Centro di Documentazione Europea di Unife.

L ’appartenenza dell’Italia all’Unione europea – spiega Greggi – ha aperto grandi prospettive di sviluppo e crescita, ma sta anche pretendendo il rispetto di un rigoroso equilibrio finanza pubblica e di acquisizione delle risorse necessarie per garantirlo. Fra questi strumenti, sicuramente quello fiscale assume un ruolo centrale, destinato peraltro a rafforzarsi.
Ogni Stato non è libero di introdurre le imposte che crede opportune, ma può farlo solo nella misura in cui le tasse e i tributi siano compatibili con il diritto eurounitario e con i principi fondamentali che lo ispirano.
L’IVA, ad esempio, è una imposta sui consumi che è stata concepita non a Roma, ma a Bruxelles. I dazi dogali sono regolati dal diritto dell’unione europea pressoché in tutti gli aspetti i maggior rilievo, e anche le imposte dirette, un tempo assoluta e incontrastata prerogativa dello Stato, risentono fortemente del processo di integrazione eurounitaria. Ad esempio, la scelta di Fiat Auto di trasferire la propria sede in un altro paese dell’Unione europea e di trasformarsi in FCA è stata facilitata anche dall’assenza di norme fiscali che tassano le imprese che vogliono abbandonare il nostro Paese: e non certo perchè il legislatore non ci abbia pensato, quanto piuttosto perché sarebbero tasse proibite dal diritto dell’Unione europea.
Insomma – chiosa il relatore – la fiscalità italiana oggi è sempre più fiscalità europea: nell’incontro in programma per il 7 febbraio si cercherà di capire che cosa questo significhi, i costi che comporta e i vantaggi che ne potrebbero scaturire per tutti.

Unife contribuisce alla Terza Conferenza delle Nazioni Unite Habitat III grazie alla rete di Università latinoamericane Red Alvar “Patrimonio y Proyecto” di cui è coordinatrice

da: ufficio comunicazione ed eventi Unife

Importante incarico internazionale per l’Università di Ferrara che nel suo ruolo di coordinatrice della rete di Università latinoamericane Red Alvar “Patrimonio y Proyecto”, offrirà il suo contributo alla Terza Conferenza delle Nazioni Unite Habitat III su “Casa e Sviluppo Urbano Sostenibile”, convocata a Quito nel 2016 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite.
Si tratta di una delle prime conferenze mondiali dedicate all’“Agenda di Sviluppo Post 2015” e agli “Obiettivi del Millennio”, con lo scopo di valutare le politiche urbane e della casa che condizionano il futuro della città e di elaborare una “Nuova Agenda Urbana” per il ventunesimo secolo, con nuovi indirizzi di Governance internazionale delle dinamiche urbane.
Le due precedenti Conferenze mondiali Habitat, hanno avuto luogo a Vancouver nel 1976 (Habitat I) e ad Istanbul nel 1996 (Habitat II). In questa occasione è stato assegnato all’UNESCO il compito di elaborare il “Rapporto globale sul ruolo della cultura e del patrimonio nello sviluppo urbano sostenibile”, tenendo conto delle indicazioni emerse dalla Conferenza internazionale UNESCO “La cultura, chiave dello sviluppo sostenibile”, tenutasi nel 2013 a Hangzhou.
Per la preparazione del Rapporto, che avverrà nel corso del 2015, l’UNESCO ha suddiviso il mondo in 7 macro-regioni, assegnando a diverse istituzioni il compito di condurre analisi e valutazioni dello stato della conservazione del patrimonio in ciascuna regione. Relativamente all’America Latina e Caribe il compito è stato assegnato alla rete di Università latinoamericane Red Alvar “Patrimonio y Proyecto”, su indicazione del Prof. Paolo Ceccarelli, titolare della cattedra UNESCO in “Pianificazione Urbana e Regionale per lo Sviluppo Locale Sostenibile” dell’Università di Ferrara, che l’ha promossa e la coordina. La gestione operativa del progetto è affidata alla Università Cattolica del Cile, nella persona del Prof. Fernando Perez Oyarzun. Le informazioni verranno raccolte, paese per paese, dalle varie Università della Red Alvar mentre la Cattedra UNESCO terrà i rapporti con il World Heritage Centre dell’UNESCO a Parigi.
“Questo incarico – afferma Ceccarelli – rappresenta un importante riconoscimento internazionale dell’importanza raggiunta dalla Red Alvar, fondata a Ferrara nel 2003 proprio per promuovere lo sviluppo degli studi sulla conservazione del patrimonio culturale in America Latina. Fanno parte della Red Alvar le principali Università dell’Argentina, Brasile, Cile, Cuba, Ecuador, Messico e Uruguay”.

Allergeni: le novità legislative nella etichettatura alimenti

da: ufficio stampa Ascom Ferrara

Allergeni: come comportarsi nel lavoro quotidiano per chi opera nel settore della ristorazione e dell’alimentare?
E’ il tema del seminario tecnico – Lunedì 9 febbraio dalle ore 15.00 (Accademia del Gusto in via Giuseppe Fabbri, 414 a Ferrara) – organizzato da Ascom Confcommercio Ferrara, da Fipe (Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi) e da Fida (Federazione Italiana Dettaglianti dell’Alimentazione) che affronterà il tema di particolare attualità legato all’etichettatura dei prodotti alimentari con riferimento alle novità per l’introduzione di disposizioni legislative comunitarie nella vendita e somministrazione in vigore dal 13 dicembre scorso.
L’appuntamento – la partecipazione è gratuita ma i posti disponibili sono limitati – vedrà i saluti introduttivi di Matteo Musacci e Mauro Campi presidente provinciali rispettivamente di Fipe e della Fida.
“Un forum – dichiarano all’unisono i due presidenti – che possa essere di aiuto concreto sul piano del lavoro quotidiano alle nostre categorie professionali coinvolte. E’ quindi fondamentale la formazione agli operatori per continuare a fornire un servizio ai consumatori sempre più professionale, competente e sensibile alla salute in tema di allergie alimentari che colpiscono un numero crescente di persone. Era opportuno dare una regolamentazione”.
A seguire poi sul piano più prettamente tecnico interverranno sulle novità legislative due esperti: Marcello Fiore direttore generale della Fipe nazionale e Roberto Cerminara responsabile italiano del settore commercio di Confcommercio.
Un pomeriggio – moderato da Davide Urban, direttore generale di Ascom Confcommercio Ferrara – che prevede la relazione di Stefano Duo funzionario della locale ASL per avere, come dire in tempo reale, tutti gli ultimi aggiornamenti sulla materia. La conclusione è prevista intorno alle ore 18.00.

L’OPINIONE
Il dramma di un’economia che non persegue progresso e benessere

“L’economia non è una scienza esatta”.  Il Medioevo, il mercantilismo, il liberismo, il socialismo, il comunismo, la scuola austriaca, le teoria neoclassica, l’economia Keynesiana, hanno storicamente dimostrato che in economia a diversi fini e diversi scopi, corrispondono differenti leggi e dinamiche. L’Unione Europea e l’Eurozona sono frutto dell’incomprensione di questo “relativismo economico” e proprio l’incapacità di comprendere il carattere mutevole dell’economia ha portato al più grande disastro dal dopoguerra. Un’incomprensione che ha radici profonde storiche da analizzare. E’ necessario accantonare la tanto acclamata quanto ingenua idea secondo cui l’Unione Europea è derivata dal volere popolare e dal “senso comune europeo”, in realtà il progetto dell’Unione Europea è proprietà dell’elité finanziaria e industriale statunitense e nordeuropea che a metà degli anni quaranta pianificò il rafforzamento del capitalismo globale.

Anche di questo si è parlato lunedì alla sala Estense a “L’altra faccia della moneta”, incontro organizzato dal ‘Gruppo di cittadini per l’economia’, un’aggregazione informale e spontanea che da tre anni cerca di colmare quella pericolosa ‘asimmetria informativa’ tra chi sa tutto e chi invece poco o nulla conosce delle dinamiche macro economiche. Una parte fondamentale della conversazione civile è stata dedicata proprio all’analisi della natura e della funzione dell’economia.

Il punto cruciale focalizzato è che non esiste in economia qualcosa che corrisponda alla legge di gravitazione universale e ancor meno un concetto che abbia valenza universale nei diversi contesti storici e culturali. Per questo la riflessione dell’economista e le coerenti risoluzioni economiche diventano estremamente complesse: non esistendo principi economici universali l’economia, strettamente collegata all’azione della politica, si è sviluppata nel corso della storia attraverso azioni estremamente diverse tra loro. Con questa eloquente premessa ha avuto inizio la lunga serata – iniziata alle 20.30 e conclusa pochi minuti dopo la mezzanotte.

L’economia è dunque riconducibile al novero delle cosiddette “scienze sociali” e come tale è condizionata da variabili culturali, contestuali e orientata coerentemente al fine di volta in volta perseguito. Se ad esempio il liberismo ha teorizzato e applicato i principi di libero mercato, di massimo profitto e di possibilità di azione marginale da parte dello Stato, il comunismo ha concepito un’economia che prevede il soddisfacimento di tutti i bisogni fondamentali dell’uomo, ma che implica la cessione allo Stato di una parte della libertà dell’individuo; da questa convinzione viene l’abolizione della proprietà privata e l’eliminazione del principio di libero mercato.

Ma l’Unione Europea, e ancor di più l’Eurozona che ne è l’espressione puramente finanziaria, è – a prescindere – un progetto antistorico: come mettere insieme la Grecia e la Finlandia, l’Italia e la Germania? Paesi estremamente diversi e con specificità inconciliabili, quali la lingua, la cultura e, nel caso particolare che stiamo trattando, la politica economica. Basti pensare alla situazione esemplare dell’Italia fino al 1980 (l’anno del divorzio fra ministero del Tesoro e Banca d’Italia) in cui veniva applicata una politica monetaria espansiva e quando lo Stato aveva un diretto controllo sul proprio credito, e quindi sulla propria banca centrale. Pensate all’assurdità dell’idea di vincolare l’Italia alle regole della politica economica propria della Germania. E’ emblematico il fatto che in lingua tedesca la parola “debito” sia Schuld, termine che sta ad indicare anche la “colpa”; ciò mette in luce la radicata eredità luterana e protestante nella società tedesca. Capire questi presupposti ci fa comprendere che nulla in economia avviene per “disgrazia divina”, al pari delle piaghe d’Egitto.

La situazione in cui i Paesi europei, chi prima e chi dopo, stanno progressivamente sprofondando, è logica conseguenza dell’applicazione di politiche economiche di austerità, l’inserimento del pareggio di bilancio in costituzione, la cessione della sovranità monetaria. La scelta, non certo determinata da consultazioni popolari attraverso i mezzi democratici, ha arricchito i maggiori speculatori internazionali, i cosiddetti “squali” della finanza. La politica economica attuale, che continua ad essere proposta dalle forze di governo di quasi tutti gli stati aderenti all’Eurozona, ha privilegiato chi fondamentalmente non produce alcun bene e scommette su numeri in un computer (speculatori e colossi finanziari), danneggiando fatalmente il lavoratore. Solamente smascherando chi sostiene una politica di austerità e di privatizzazione e continua a sostenere che il fine ultimo delle sue politiche è il “bene comune”, solamente smascherando questi uomini e donne – fantocci nelle mani di potenti lobby – si diventa lucidi e capaci di impostare una politica economica e monetaria diversa.

Senza ipocrisie e senza mistificazioni è necessario ammettere che l’unica dottrina economica che garantisce il “bene comune” è quella che nel lavoro non riconosce una merce, bensì la vera ricchezza e il mezzo fondamentale attraverso cui distribuire la ricchezza. Per permettere che questo sia, dobbiamo considerare la moneta un semplice mezzo (fiat money) in grado di permettere lo scambio di lavoro. La moneta non è quindi la vera ricchezza, paragonabile ad una vera e propria merce (come i mercati, la Borsa come i ‘liberali’ vogliono far credere), tant’è che durante il cosiddetto “comunismo di guerra” nel periodo post-rivoluzionario russo la moneta era stata abolita.

La moneta finalmente sovrana deve essere emessa per monetizzare l’operosità di una comunità. Con l’euro l’Italia è stata punita perché troppo operosa: nel sistema dell’Eurozona ad ogni prestito che la Bce (istituto creditizio privato) concede ad una nazione corrisponde un tasso d’interesse arbitrario, che varia cioè a seconda del Paese richiedente. Se analizziamo il bilancio dello Stato italiano dal 1990 al 2011 (anno di insediamento del governo tecnico Monti) risulta evidente come il bilancio dello Stato sia in attivo (surplus primario, cioè senza considerare interessi attivi e passivi); comparando a questo dato l’ammontare del valore effettivo degli interessi sul debito si noterà come questo superi di misura il surplus primario del bilancio statale. Il “nostro” debito è quindi pressoché totalmente composto da interessi sul debito (attualmente in media circa 70-80 miliardi all’anno).

Siamo ora in grado di carpire il significato genuino e rivoluzionario della frase che il pensatore statunitense Ezra Pound pronunciò durante un ciclo di conferenza all’Università Bocconi di Milano nel 1933: “Dire che un governo non ha soldi per fare opere pubbliche è come dire che un ingegnere non ha abbastanza chilometri per progettare autostrade”: capendo questo principio capiamo la grande bugia della classe dirigente e la condanna a cui ci siamo sottoposti cedendo di fatto la sovranità monetaria ad un ente ‘estero e privato’ come la Banca centrale europea.

“C’era una volta un polimero” Doppio appuntamento con Eleonora Polo

da: ufficio comunicazioni ed eventi unife

Una pallina di gomma puzzolente finita su una stufa accesa, un grembiule che esplode, un filo che sembra non rompersi mai, una provetta che non si riesce a pulite, una beuta sporca dimenticata sullo scaffale di un laboratorio, una bombola intasata, uno scarto di lavorazione… Chi avrebbe detto che tanti piccoli incidenti come questi fossero destinati a cambiare la scienza, la tecnologia, la storia e i più comuni gesti della nostra vita quotidiana?

Situazioni inconsuete e interrogativi curiosi non solo per gli addetti ai lavori, ma anche per tutto il pubblico di lettori appassionati dall’affascinante mondo delle scoperte scientifiche, descritte da Eleonora Polo, nel suo libro C’era una volta un polimero. Storie di grandi molecole che hanno plasmato il mondo (Apogeo Education, 2013), protagonista venerdì 6 febbraio di un doppio appuntamento Unife.

Alle ore 17.30, nella Libreria La Feltrinelli (via Garibaldi, 30/a), per il ciclo di incontri con l’autore Unife in libreria, Eleonora Polo presenterà il suo volume dialogando con Maria Grazia Campantico, Ufficio Comunicazione ed eventi dell’Ateneo.

Alle ore 21, in Sala Estense (piazza Municipale), Eleonora Polo sarà invece relatrice del terzo appuntamento con I Venerdì dell’Universo – edizione 2015, i seminari scientifici su Astronomia e Fisica organizzati da Dipartimento di Fisica e scienze della Terra di Unife, Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, Gruppo Astrofili Ferraresi “Columbia“, Coop. Sociale Camelot e La Terra dell’Orso

Un’anticipazione di Eleonora Polo, ricercatrice all’Istituto per la Sintesi Organica e la Fotoreattività (ISOF) del CNR di Bologna e docente del Dipartimento di Scienze chimiche e farmaceutiche di Unife, circa gli argomenti che tratterà nel doppio appuntamento di venerdì 6 febbraio:

Dalla vulcanizzazione della gomma a opera di Charles Goodyear –alla scoperta del polipropilene che fruttò il premio Nobel a Giulio Natta, fino alla realizzazione di superfibre che farebbero invidia persino a Batman, questo libro è il diario di bordo di un viaggio che ripercorre nel tempo le tappe più significative della storia dei polimeri sintetici. Materiali del tutto nuovi, dalle proprietà sorprendenti, creati dall’uomo per dare un aiutino alla natura, o addirittura per provare a reinventarla. Materiali che hanno cambiato il mondo, occupando (letteralmente) ogni angolo e ogni attimo delle nostre vite. Possiamo anche non amarli, ma difficilmente ne possiamo fare a meno. E’ una storia di scoperte avvenute quasi sempre per caso –- mentre si cercava qualcos’altro; una storia affascinante, divertente, tragica, insolita, mai banale. È anche la storia degli scienziati che hanno realizzato queste scoperte; persone come noi, uomini e donne curiosi, intelligenti, appassionati, testardi, avidi e, qualche volta, anche fortunati..

Eleonora Polo
Nata a Ferrara, laureata in Chimica, ricercatrice all’Istituto per la Sintesi Organica e la Fotoreattività (ISOF) del CNR di Bologna, UOS di Ferrara e docente per il corso di Chimica Metallorganica della Laurea in Chimica dell’Università di Ferrara. Si occupa da anni di divulgazione scientifica attraverso articoli e partecipazione a iniziative come Unijunior, il Progetto Lauree Scientifiche, UTEF e la Notte dei Ricercatori. Fa parte del Comitato scientifico dell’Associazione Italiana delle Macromolecole (AIM) ed è Responsabile Editoriale di AIM Magazine, la rivista di divulgazione dell’Associazione. Collabora alla rivista Naturalmente. Con il suo volume “C’era una volta un polimero. Storie di grandi molecole che hanno plasmato il mondo” (Apogeo Education, 2013) si è aggiudicata il terzo posto al Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica 2014, bandito dall’Associazione Italiana del Libro, con il patrocinio del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), dell’Associazione Italiana per la Ricerca Industriale (AIRI) e delle Biblioteche di Roma.

Ferrara, Museo Archeologico Nazionale. Etruschi in maschera, carnevale al museo domenica 8 febbraio tra maschere, musica e danze

da: ufficio stampa SBArcheo

In attesa del Carnevale Rinascimentale, al Museo Archeologico Nazionale di Ferrara si festeggia anche quello “Etrusco”. L’8 febbraio dalle ore 15, al Palazzo di Ludovico il Moro, un pomeriggio tra maschere, musica e danze

Al Museo Archeologico Nazionale la festa delle maschere e della teatralità avrà anche il volto di Dioniso.
Il Gruppo Archeologico Ferrarese dedica infatti ai più piccoli “Etruschi in maschera”, laboratorio sulla creazione di maschere ispirate al mito e ai pittoreschi personaggi che caratterizzano il corteo di Dioniso, l’esuberante e affascinante signore del vino, della vegetazione e del teatro.
Saranno proprio le ceramiche attiche di Spina a introdurre i piccoli visitatori nei “retroscena” del mondo greco ed etrusco mentre i personaggi del mito, in carne ed ossa, faranno loro da guida tra le sale del Museo.
E mentre i bimbi sono impegnati nel laboratorio di maschere, i genitori, i nonni e gli altri visitatori potranno partecipare a una visita guidata a tema, condotta dai volontari del GAF.
Al termine, la Sala della Carte Geografiche del museo diventerà il palcoscenico dove i bambini, circondati da magiche e surreali scenografie, potranno sfilare indossando le proprie creazioni.

Ingresso € 5,00 – gratuito per i bambini
Consigliata prenotazione per il laboratorio di maschere: 0532 66299

Palazzo Costabili, detto “di Ludovico il Moro”, sede del Museo Archeologico Nazionale di Ferrara, Via XX Settembre 122
Opera di Biagio Rossetti, il maggior architetto rinascimentale della corte estense, Palazzo Costabili è detto anche “di Ludovico il Moro” per i possibili legami della sua committenza con il famoso Duca di Milano.
Alla raffinata architettura del Palazzo, la cui costruzione è da datare tra la fine del XV ed i primi anni del XVI secolo, si affiancano le sale affrescate da Benedetto Tisi detto Il Garofalo e da Dosso Dossi che rappresentano un’ambientazione artistica di alto impatto unica nel suo genere. In particolare la Sala del Tesoro, luogo di raccolta di opere d’arte e preziosi del padrone di casa, Antonio Costabili, presenta uno stupendo affresco del Garofalo sullo stile di Andrea Mantegna, enfatizzato da un rosone in legno intagliato e dorato.
Acquisito dallo Stato nel 1920, il Museo fu inaugurato nel 1935 per ospitare i materiali provenienti dalla città etrusca di Spina, uno dei più ricchi e importanti empori del mondo antico, attivo tra la metà del VI e gli inizi del III secolo a.C. La fama di Spina nella storia degli studi è da attribuire in massima parte all’impressionante complesso funerario costituito dalle oltre 4000 tombe della necropoli, da cui proviene una delle maggiori raccolte di vasi greci a figure rosse del mondo.
La secolare storia di Palazzo Costabili detto “di Ludovico il Moro”, riportata all’originario splendore con i restauri degli apparati decorativi e monumentali, si sposa nel nuovo allestimento del Museo con le moderne tecniche di comunicazione, per fornire ai visitatori un percorso di straordinaria suggestione culturale.

info su www.archeoferrara.beniculturali.it

LA NOTA
L’arte di ricucire

Una vecchia macchina da cucire se ne sta lì immobile, seria, quasi attenta e pensierosa, commossa dal solo ricordo di quella anziana nonna che, fino all’ultimo, le aveva accarezzato le membra stanche. Sembra pensare proprio a quella nonna che un tempo, da giovane, con lei aveva cucito anime spiegazzate e ricamato sogni che volevano rimanere impressi su bianchi vestiti da sposa. Merletti che avevano accompagnato all’altare tante belle ragazze, orli di pantaloni che avevano aiutato i loro sposi a sembrare più ordinati ed eleganti.

ricucire
Pubblicità di una macchina da cucire Vibrante

Dopo la seconda guerra mondiale si cuciva a mano, e lo si è fatto per molto tempo, si preparavano le giornate più importanti con fili, perline e ricami, si sopravviveva alle difficoltà economiche anche andando dalle sartine di fiducia. Che con abilità, pazienza, creatività e fantasia ti rendevano belle e molto più che presentabili, copiavano i modelli dei primi numeri di Vogue (fondato nel ben lontano 1892…) o delle pagine fresche e patinate che arrivavano dalla vicina Francia. Anche mia madre mi ha sempre raccontato di come si cercava la bellezza lontano, di come si pagavano a rate quei vestiti luccicanti per i balli della città, dove la gioventù ferrarese s’incontrava vociante e guardava speranzosa al futuro che si profilava. Mi piace ascoltarla.
Quelle macchine da cucire allora lavoravano a pieno ritmo, un ritmo che ticchettava e batteva veloce sulle note di giorni speranzosi e giovani volonterosi di risollevarsi. Le cuciture scorrevano e scivolavano su velluti, crine e cotoni colorati, i filati intessevano storie nuove. Se anche ci si pungeva un attimo, poco importava, si stava costruendo un pezzo d’Italia, si preparava una bella gioventù a presentarsi al mondo splendente e coraggiosa, con la voglia di sposarsi, di fare figli, di lavorare, di migliorare, di crescere, di vedere il mondo. Con quei bei vestiti cuciti a mano, con quegli allegri manichini che sorridevano dalle vetrine colorate ma semplici si guardava lontano. C’era la speranza. E mentre tutto questo avveniva per le strade e nelle menti di ogni italiano, le sartine cucivano, cucivano, inventavano, disegnavano, tagliavano. Solo con le loro mani screpolate, le loro forbici taglienti, le loro idee lungimiranti. E tutto nasceva, una nuova alba vedeva il giorno.
Oggi rimane solo qualche vecchia macchina da cucire, messa lì come un cimelio, ma per qualcuno è ancora un ricordo non troppo lontano.
Perché anche gli oggetti hanno una storia e un’anima. Perché questi oggetti stanno lì per ricordarci quel che eravamo, quello che siamo stati, un paese che si è risollevato ma che fatica ad andare avanti, ora. Perché ci vorrebbero ancora, forse, tante macchine da cucire e tante sartine, a ricucire un bel pezzo di passato che non c’è più.

Fotografia della macchina da cucire di Anna Pirazzi

Hungry Hearts, fiocco nero a New York

Dopo “La solitudine dei numeri primi”, Saverio Costanzo propone un nuovo film incentrato sulla famiglia, e sulle difficoltà e i drammi che possono nascere al suo interno: “Hungry Hearts”, tratto dall’ottimo romanzo di Marco Franzoso. Una storia sull’amore tra due giovani, lei italiana e lui americano, ambientata in un abbastanza inedito Upper west side di New York, e in un minuscolo appartamento metropolitano sul cui tetto la protagonista coltiva biologico in una piccola serra.

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La locandina

L’incontro-prologo dei due, in un ristorante cinese dove rimangono chiusi in un bagno appena usato dal giovane per evacuare con grande effluvio odoroso cibo tossico, rimanda a una accentuata e forse parossistica fisicità, al cibo come ancestrale simbologia e sintesi della vita stessa. Da questo incontro un grande amore, seguito da una gravidanza e da una nascita; un ciclo naturale, su cui si innesca la particolare sensibilità di una straniata Alba Rhorwacher, che rinchiude il figlio all’interno della casa, sottraendolo al contatto col fuori; indottrinata da tante letture new age, vegane ed esoteriche, alimenta il figlio coi pochi cibi, solo vegetali, che ritiene non ledano la purezza sua e del figlio.

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La famiglia

Uno scontro anche tra la socialità, rappresentata dai medici, dalla strada, dalla suocera, e la privatezza del nucleo familiare. Da qui un crescendo di scontri, che per ovvi motivi non anticipiamo.
Anticipiamo però che si tratta di un gran bel film, molto ben interpretato da una inquietante Alba Rhorwacher, che inevitabilmente ci rimanda alla Mia Farrow di Rosemary’s Baby, e del nuovo attore emergente Adam Drivers, entrambi premiati al Festival di Venezia.

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Alba Rohrwacher e il figlio in una scena del film

Il film provoca forti reazioni: la ostinazione della madre nel difendere il suo personalissimo e disperatamente difeso diritto a seguire le sue convinzioni, “una madre sa cosa serve a suo figlio”, ci rimanda certamente a una visione di un irrazionale femminile che spaventa e inquieta. Alcune riprese con l’ottica fisheys deformano la figura già esile e androgena della protagonista fino a farne una icona quasi mostruosa; la macchina da presa insegue i dialoghi e i visi, in momenti in cui la violenza sembra esplodere.

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Adam Drivers con il piccolo in una scena del film

Il crescendo di manipolazioni reciproche tra i due genitori inquieta; ci sentiamo sospinti verso l’orrore dell’inaccettabile e del mostruoso; la mamma possessiva che decide da sola, contro ogni evidenza medica e scientifica, come alimentare e depurare il figlio, o la suocera manipolatoria e rinchiusa in una specie di padiglione da caccia con corna di cervo e trofei, danno della figura femminile una immagine inquietante e angosciosa.
Eppure la regia non condanna, non prende posizione, ma indugia anzi, a nostro parere, verso una umana simpatia e comprensione per il particolare percorso della madre; come afferma lo stesso Costanzo “è la storia estrema di una ossessione d’amore che una madre non riesce a gestire l’amore per il figlio, che non riesce a contenere il miracolo della sua maternità”.
Cerchiamolo nelle sale, premiamo un film italiano coraggioso e di stampo internazionale.

Hungry Hearts, di Saverio Costanzo, con Con Adam Driver, Alba Rohrwacher, Roberta Maxwell, Al Roffe, Geisha Otero, drammatico, vietato ai mionori di 16 anni, durata 109 min., Italia, 2014

LA RIFLESSIONE
Non è più tempo di eroi

Topolino e Paperino assieme a topi, paperi e cani sorridenti, emblemi di diverse etnie, con una matita bene in vista. L’annunciata copertina di solidarietà con la rivista Charlie Hebdo ieri non è arrivata in edicola. Topolino ha scelto diversamente per la sua prima pagina: un classico Pippo in versione reporter. Quella apparsa in anteprima sulle pagine Facebook del celebre settimanale di fumetti “era solo un’ipotesi”, spiega l’editore Panini. Al prode topo detective questa volta ha fatto difetto il proverbiale coraggio… [leggi la notizia su Repubblica]

Il mercoledì era il giorno degli eroi. Quello in cui non vedevi l’ora che il babbo tornasse dall’edicola, con il tuo fumetto preferito. E nel fumetto tutto aveva una sua logica, una sua placida e serena rassicurazione nel sapere che ogni avventura finiva bene. Che Qui, Quo e Qua sarebbero sempre stati i nipoti di Zio Paperino, fermi all’età in cui tutto va bene, in cui credi ancora che i problemi possano risolversi in qualche modo.

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Super Pippo

Che Superpippo sarebbe accorso in aiuto del malcapitato di turno, volando attraverso il mondo grazie alle supernoccioline. Che Topolino avrebbe acciuffato il solito Gambadilegno, maldestro e simpatico farabutto, mentre i poliziotti brancolavano nel buio. Lì gli eroi erano un po’ tutti i personaggi, e di questo avevi bisogno. Che ci fossero, e che ti dimostrassero che avevano un senso nelle loro due dimensioni di carta; animali antropomorfi che si esprimono nella tua lingua, intercalando con buffe onomatopee; con occhi che grondano lacrime grosse come laghi e occhi a cuore, epocali arrabbiature e dispetti familiari.

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Topolino

E l’eroe in copertina era la panacea di quello che si voleva fare da grande: il simbolo della disavventura che capitava a chiunque, che ti consolava dopo il disastro che avevi combinato. Era qualcosa in cui poter sperare, una volta alzate le coperte del letto e ripensando a quella giornata così così che era appena trascorsa, densa e impregnata di aspettative dolci come la tua immaginazione e delusa da piccole inceppature che sembrano pesanti come sassi. Se hai la fortuna di diventare grande, capisci che gli eroi sono un’altra cosa. Non hanno i superpoteri, ma utilizzano al contrario quello che Hannah Arendt raccontava nella “Banalità del male”: non c’è sempre bisogno di essere criminali di natura per fare del male, basta la banalità; allo stesso modo non c’è sempre bisogno di essere eroi per fare del bene, a volte bastano la volontà e la passione; basta mostrare, pungolare la curiosità; basta lanciare un dado sulla plancia della giornata di un ragazzino, basta mostrare una matita e un sorriso.

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Paperino e Qui Quo Qua

Quel mercoledì si assopisce dolcemente, quando diventi grande. Lo metti nell’album dei ricordi. E quando quel mercoledì di Topolino inevitabilmente ha lasciato il posto ad altri giorni e ad altre pagine – perché scopri altro, leggi altro, te ne allontani serenamente. Con la rassicurante certezza che, mentre il tuo mondo cambia, quello resterà sempre lo stesso. E che ogni volta che passerai davanti a una edicola e la vedrai ancora una volta, quella copertina così ambita ogni mercoledì, vedrai un eroe di tutti i giorni in copertina, qualcosa in cui riconoscerti ancora una volta, ancora adesso che di anni ne hai venti, quaranta, sessanta.

Pippo reporter con la macchina fotografica, in copertina di uno dei giornalini più letti, è qualcosa in cui identificarsi, ancora di più se quello è un mestiere che ami, o stimi. Ma Pippo reporter al posto di una folla con una matita alzata – chiamiamola ancora matita, non già simbolo – , giustificata come scelta editoriale, come “ipotesi scartata”, è il voto bello da esibire nel compito interamente copiato dal compagno di banco, il secchione antipatico.

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Topolino e il Commissario Basettoni

E ti chiedi quante altre cose ti sei perso negli anni in cui lo hai letto, quel fumetto; e quanti altri rassicuranti Pluto e Commissario Basettoni hai visto, che allora ti sembravano (e forse erano) tutto quello di cui avevi bisogno, nell’età dell’innocenza che nessuno merita, nella sua abbagliante cecità. Quel Pluto e quel Commissario Basettoni, un po’ troppo simili a quando in classe conosci la risposta alla domanda della maestra e te ne stai zitto, seduto al banco, con le braccia conserte. Per timore di fare la degradante figura del secchione.

Il mercoledì di “Topolino” probabilmente non esiste più, o forse è solo finita l’infanzia. Felice il Paese che non ha bisogno di eroi.

IMMAGINARIO
Legalizziamola.
La foto di oggi…

E se fosse questa la strada per togliere le prostituite dalla strada? Permettere loro di esercitare legalmente la professione, singolarmente o in modo organizzato, con tanto di tasse e contributi? Pare che non sia nemmeno una novità…

Un’occasione di confronto sarà oggi, dalle 18, presso la Sala Polivalente del Grattacielo (Viale Cavour 189), dove si terrà il primo incontro del ciclo “Nei luoghi comuni, oltre i luoghi comuni. Sicurezza: allarme sociale e analisi dei fenomeni” a cura del Centro di Mediazione del Comune di Ferrara. Il tema è:”PROSTITUZIONE A FERRARA. NUMERI, FATTI, PROSPETTIVE CONCRETE”.

Interverranno: Chiara Sapigni(Assessore alla Salute e Servizi alla Persona e Immigrazione), Maria Grazia Lonzi (Progetto Luna Blu), Laura Trentini (Comandante della Polizia Municipale Terre Estensi), Lorenza Maluccelli (ricercatrice sociale PhD presso l’Università di Nottingham).
Maria Grazia Lonzi, referente del progetto Luna Blu, presenterà i dati e la situazione della prostituzione per la zona di Ferrara e le varie progettualità messe in campo dal Progetto Oltre la Strada gestito dal Centro Donna Giustizia e sostenuto dal Comune di Ferrara. Anche la Comandante della Polizia Municipale Laura Trentini relazionerà sui dati in possesso del Corpo relativi al fenomeno della prostituzione di strada a Ferrara e successivamente analizzerà le possibilità dell’utilizzo delle Ordinanze emanate dai comuni in materia di prostituzione delineandone i contenuti e analizzandone gli effetti. Il contesto di riferimento e la comparazione con le esperienze di altri territori sarà alla base dell’intervento della Dr.ssa Lorenza Maluccelli, autrice della ricerca “Geografie urbane della prostituzione in Emilia Romagna”.

I prossimi approfondimenti saranno i seguenti:

19 febbraio: h 18 Sala polivalente del Grattacielo (Viale Cavour 189)
UNA CITTA’ SICURA. TEORIE E PRATICHE PER PROMUOVERE LA SICUREZZA
Interverranno Aldo Modonesi (Assessore ai Lavori Pubblici e Sicurezza), Carlo Pieroni (Comandante Provinciale Carabinieri di Ferrara) e Gian Guido Nobili (Responsabile area ricerca e progettazione Servizio politiche per la sicurezza e la Polizia Locale Regione Emilia-Romagna)

5 marzo: h 18 Sala Polivalente Grattacielo (viale Cavour 189)
I PERMESSI DI SOGGIORNO NELLA NORMATIVA, OLTRE I LUOGHI COMUNI.
Interverranno Chiara Sapigni (Assessore alla Salute Servizi alla Persona e Immigrazione), Michelina Pignataro (Dirigente dell’Ufficio Immigrazione della Questura di Ferrara), Federico Tsucalas (Coordinatore del CSII), Massimo Cipolla (esperto giuridico CSII)

Le iniziative sono inserite nel progetto “Area stazione… e oltre”, predisposto dall’Ufficio Sicurezza e dal Centro di Mediazione e reso possibile grazie a un recente Accordo di Programma tra il Comune e la Regione Emilia Romagna.

Per ulteriori info sul progetto:
http://servizi.comune.fe.it/index.phtml?id=7148

OGGI – IMMAGINARIO SOCIETA’

Ogni giorno immagini rappresentative di Ferrara in tutti i suoi molteplici aspetti, in tutte le sue varie sfaccettature. Foto o video di vita quotidiana, di ordinaria e straordinaria umanità, che raccontano la città, i suoi abitanti, le sue vicende, il paesaggio, la natura…

[clic sulla foto per ingrandirla]

prostituta - prostituzione - ferrara - immaginario - strada
foto di Luca Pasqualini
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foto di Luca Pasqualini
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foto di Luca Pasqualini
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