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Giorno: 8 Febbraio 2015

Lettera aperta al Sindaco di Comacchio

Visti gli eventi accaduti nelle ultime ore, ora più di prima si avverte uno stato di ansia e paura per una nuova possibile manifestazione di tali accadimenti. È vero, gli eventi atmosferici hanno portato danni e acqua alta anche in zone non toccate dall’idrovia, ma non possiamo nascondere il fatto che almeno la zona portuale sarebbe stata salvaguardata o quantomeno limitata nei danni se i lavori per il progetto idrovia avessero previsto una degna messa in sicurezza del porto canale, cosa ripetuta centinaia di volte.
La consigliera regionale Marcella Zappaterra ha difeso a spada tratta il proprio staff di ingegneri non prendendo in ipotesi la possibilità di un errore tecnico. Si ritiene che ora sia giunto il momento di acquisire una soluzione tecnica che risolva definitivamente il problema che non può provenire da chi non l’aveva prevista prima.
A seguito di nostra interpellanza e dalle pressioni della marineria, il Sindaco Marco Fabbri il 4 giugno 2014 con nota 871 prot. 26569 inoltrava alla Regione Emilia Romagna ed alla Presidente della Provincia Marcella Zappaterra, lo studio idraulico ed idrogeologico a supporto del Piano Regolatore del Porto del novembre 2007, col quale già con il vecchio porto segnalava la necessità di realizzare opere di difesa a mare per protezione dai marosi e per evitare il fenomeno di insabbiamento dell’imboccatura portuale.
Il 6 novembre 2014 si evince sia stato raggiunto un accordo tra Provincia e Regione per la messa in sicurezza del porto, quindi riconoscevano qualche difetto nel progetto, ora la Zappaterra si trincea dietro speculazioni politiche ? dicendo che non è colpa degli ingegneri e che l’acqua alta è un problema che abbiamo dal lontano 1966 ! Assurdo non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire.
La problematica dell’allargamento, oltre ad essere palese agli occhi di un bambino, è stata sviscerata in tutte le salse ed in ogni occasione, ma ahinoi il tema dell’idrovia era il cavallo di battaglia delle campagne elettorali della ex-presidente, del suo partito e di tutto il mondo a questo correlato.
Non dimentichiamo poi le dichiarazioni dell’Assessore Nardini quando il 21 giugno 2014 dichiara alla stampa che per salvare l’idrovia occorre una biconca. Pragmaticamente significa: un opera mastodontica per imponenza strutturale ed economica mai realizzabile.

Come al solito i danni arrecati alla popolazione, alle imprese, non verranno mai adeguatamente affrontati e come al solito i responsabili pubblici non pagano mai e spesso vengono anche promossi.
Signor Sindaco per tutto quanto sopra esposto non ritiene che l’Amministrazione Comunale, in difesa della propria popolazione, debba costituirsi parte lesa e chiedere i danni causati dal progetto idrovia e pretendere subito i lavori di messa in sicurezza del porto canale ?

Il Capogruppo Comunale FI-Il Faro – Antonio Di Munno
Coordinatore Giovani FI Comacchio – Andrea Simoni

Italia: il Paese del non vedo, non sento, non parlo… però nego

Premesso che i regimi totalitari hanno causato sofferenze umane e perdite incommensurabili, che degradano non solo il diritto umano ma lo stesso spirito umano, dato che la scelleratezza di queste dittature colpivano le persone a causa della loro religione, etnia, appartenenza sociale, oppure per la loro opposizione a detti regimi; prima dai nazisti e collaborazionisti e poi dai successivi regimi comunisti. L’Italia non potrà mai chiamarsi fuori dalle responsabilità sia nei confronti delle leggi razziali e della Shoah che dell’ etnocidio dalle terre dell’ Istria, di Fiume e della Dalmazia. L’esodo istriano, fiumano e dalmata non avvenne solo per la rivalsa dei vincitori sui vinti o per l’urto di due mondi culturalmente differenti; le tecniche di quell’esodo erano state minuziosamente pianificate sul pregiudizio razziale, già nel 1937. Se le leggi razziali in Italia contro il popolo ebraico sono state di stampo fascista, nell’ Italia orientale sono state di stampo comunista, nella persona del Maresciallo Tito, con il “silenzio” del partito comunista italiano capeggiato da Togliatti, grande amico di Tito, il quale, mentre infoibava le povere vittime innocenti, veniva accolto al Grand Hotel della capitale. Vuoi tu che lo stesso Togliatti non fosse a conoscenza di questi crimini? Sapeva o non voleva sapere? Stessa “morale” politica italiana fu utilizzata per la deportazione degli ebrei. Vuoi tu che non sapessero? Si è cercato di negare sempre, come per la Shoah, anche per quest’ altra pagina insanguinata della nostra storia moderna, al cui orrore si è aggiunto circa mezzo secolo di silenzio. Si è cercato di cancellare questi orrori dalla memoria collettiva della Nazione. Le menzogne sono finite anche se ci ritroviamo i soliti “microcefali” negazionisti. A proposito di questi quando deciderà questo governo ad inserirlo fra i reati? Non solo “negazionisti”, ma ora vi sono anche i “riduzionisti” che osano contestare non solo le tragedie immani ma anche il numero dei morti! Certo che delle migliaia di infoibati, probabilmente il dato numerico complessivo non si saprà mai; comunque esso non cambierebbe la sostanza del problema né attenuerebbe la responsabilità degli aguzzini. I negazionisti dicono che “la memoria delle Foibe fu creata ad arte nel dopoguerra per screditare il movimento partigiano”. Le stesse identiche elucubrazioni quando affermano che “la Shoah è un’invenzione degli ebrei”. La verità sta nel fatto che fra l’8 e il 13 settembre 1943 iniziano gli arresti e gli infoibamenti da parte dei partigiani di Tito. Nel mirino entra particolarmente la popolazione italiana, compresi gli stessi membri del CLN (Comitato di Liberazione Nazionale) che non condividono l’idea annessionistica di Tito e che pertanto sono considerati nemici da abbattere. Non possiamo non ricordare che il 26 settembre 1943 trova la morte Norma Cossetto, una studentessa universitaria di soli 24 anni. Il medico legale certificherà che, prima dell’infoibamento, nella prigione, la ragazza subì due giorni di sevizie, di stupri collettivi, per poi venire impalata con una scopa e gettata nella foiba. Sempre nel settembre ’43, Giuseppe Cernacca, impiegato di 44 anni, viene bastonato e costretto a portare fino sull’orlo della foiba un sacco di pietre. Alcuni partigiani titini gli staccano la testa per recuperare due denti d’oro, poi la usano come pallone per una partita di calcio nella piazza del paese. Fortunatamente qualcuno è riuscito a salvarsi “contro l’impossibile” e a raccontare… Terribile continuare…mi fermo qui.

Svolta una delle “prestazioni ecologiche” in programma, nel “Sub-Comprensorio n° 2 “Centro Storico e Valli di Comacchio”

da: Ente di gestione per i Parchi e biodiversità – Delta del Po

Delta del Po, si è svolta una delle “prestazioni ecologiche” in programma, nel “Sub-Comprensorio n° 2 “Centro Storico e Valli di Comacchio” da parte di quei cacciatori che fruiscono delle zone contigue del Parco del Delta del Po dell’Emilia-Romagna; l’effettuazione di tali prestazioni è un requisito fondamentale per coloro che, in possesso del tesserino caccia per l’accesso alle aree contigue nella stagione venatoria scorsa, intendessero presentare domanda al Sub-comprensorio nº2 per stagione venatoria 2015/2016.

L’iniziativa ha visto coinvolto un cospicuo numero di cacciatori (circa 240) suddivisi tra Stazione Foce, Argine Fattibello-Foce e Valli di Comacchio; sono stati raccolti circa 40 quintali di materiale vario tra cui plastica, carta, legno, ecc..; tale materiale, grazie al supporto logistico di AREA S.p.a. e Coop. Brodolini S.r.l, è stato poi conferito presso gli impianti di smaltimento.
La giornata assume ancora maggiore importanza in quanto svolta subito dopo le recenti giornate di maltempo che hanno investito il nostro territorio.

Appare, pertanto, doveroso esprimere un particolare ringraziamento a tutte le Associazioni di categoria, ad AREA S.p.a. e Coop. Brodolini S.r.l.; ringraziamento che va esteso ai singoli cacciatori che con responsabilità manifesta, hanno reso l’iniziativa pregevole da ogni punto di vista.

Coldiretti – Maltempo: neve sul terremoto, distrutti hangar montati dopo il sisma

da: ufficio stampa Coldiretti

A Bologna isolate diverse stalle impossibilitate ad abbeverare gli animali per mancanza di energia elettrica ed acqua

Dopo il terremoto, anche la neve. In provincia di Modena, nella zona di Mirandola e San Felice sul Panaro, già pesantemente colpite dal Terremoto, la neve ha fatto crollare diversi hangar che erano stati montati come ricovero attrezzi dopo che il sisma del 2012 aveva fatto crollare i capannoni.
Ne dà notizia Coldiretti Emilia Romagna, sottolineando che i circa trenta centimetri di neve caduti nella zona si sono molto appesantiti con le successive piogge ed hanno provocato il crollo degli hangar. Stessa sorte è toccata alla tensostruttura che nella parrocchia di Rivara in comune di San Felice sul Panaro, aveva sostituito la chiesa. Crollati anche numerose serre già predisposte per il trapianto delle piantine di fragole. Sempre nella bassa modenese situazione di emergenza per numerosi terreni allagati.
Difficoltà anche sulla montagna bolognese, in particolare tra Sasso Marconi e Marzabotto – precisa Coldiretti – dove numerose stalle sono rimaste isolate e in difficoltà a causa della mancanza di elettricità per quasi tre giorni. L’assenza di energia elettrica ha bloccato anche le pompe per abbeverare gli animali. La viabilità in numerose aziende è stata ripristinata grazie all’intervento di trattori di Coldiretti.
Tra Romagna, bassa modenese e l’intero Appennino emiliano romagnolo– afferma Coldiretti regionale – ci sono condizioni per chiedere lo stato di emergenza per le aziende agricole.

Il Centro Psicoanalitico di Bologna propone seminari su infanzia, adolescenza e genitorialità

da: Centro Psicoanalitico di Bologna

I luoghi della violenza

Il tema della violenza e delle sue trasformazioni, affrontato nel ciclo dei seminari del 2013-2014, ha permesso di mostrare come gli strumenti psicoanalitici possano essere utilizzati per tollerare, contenere e dare senso ai fenomeni di violenza che possono emergere nei diversi contesti in cui si sviluppa una relazione di cura.
I Seminari di quest’anno propongono un approfondimento delle trasformazioni possibili e impossibili
della violenza, con particolare interesse per le strategie relazionali che ne consentono l’elaborazione, il contenimento e la prevenzione.
Il ciclo dei Seminari per l’infanzia, l’adolescenza e la genitorialità sarà centrato sui diversi contesti in cui la relazione di cura può assumere una connotazione violenta.
Simonetta Bonfiglio-Senise evidenzierà alcuni cortocircuiti violenti che possono caratterizzare le
modalità relazionali dell’adolescente con il suo ambiente.
Daniele Biondo svilupperà il tema della violenza nel rapporto tra le generazioni.
Angela Bresciani affronterà il complesso tema della nascita del sospetto di abuso sessuale sui bambini.
Marco Mastella approfondirà i vari aspetti della violenza insita nella situazione adottiva e le possibili riparazioni elaborative.

L’elenco dei prossimi incontri:

• Sabato 21 Febbraio 2015
Violenza nel rapporto tra le generazioni
Daniele Biondo (Roma)
Psicologo, Psicoanalista S.P.I.

• Sabato 14 Marzo 2015
La violenza delle istituzioni. Una lettura psicoanalitica di “Vento scomposto” di S. Agnello Hornby
Angela Bresciani (Bologna)
Neuropsichiatra infantile, Psicoanalista S.P.I.
Ore 14.30-16.00 Gruppo di discussione sul tema (*)

• Sabato 18 aprile 2015
L’abbandono e la situazione adottiva come crogiuolo di traumi e emozioni violente alla ricerca di contenimento e riparazione
Marco Mastella (Bologna)
Neuropsichiatra infantile, Psicoanalista S.P.I. con funzioni di training
Ore 14.30-16.30 Gruppo di discussione sul tema

I seminari si svolgeranno dalle ore 9.15 alle ore 13.00
presso il Centro Psicoanalitico di Bologna
Via Cesare Battisti 24

Il Centro Psicoanalitico di Bologna, in collaborazione con Biblioteca Salaborsa, propone “Il Lettino e la Piazza″

da: Centro Psicoanalitico di Bologna

Psicoanalisti e intellettuali a confronto con le istanze più urgenti del presente. Il Centro Psicoanalitico di Bologna, in collaborazione con Biblioteca Salaborsa, propone una riflessione sul tema del limite, in particolare in relazione alla crescita e al rapporto tra genitori e figli, conferenze sui temi della genitorialità e dell’accesso all’età adulta. Tutti gli incontri si tengono alle 16.30 in Auditorium Enzo Biagi di Salaborsa.

L’elenco dei prossimi incontri:

Sabato 28 febbraio
MATERNITÀ TRA CREATIVITÀ E LIMITE
Paola Golinelli
Psicologa, Psicoanalista S.P.I. con funzioni di Training

Sabato 21 marzo
SI PUÒ FARE? LIMITI E FUNZIONI PATERNE
Simona Argentieri
Psicologa, Psicoanalista A.I.Psi. con funzioni di Training

Sabato 18 aprile
C’È ANCORA QUALCUNO CHE VUOLE DIVENTARE ADULTO? IL LIMITE
EVANESCENTE DELL’ADOLESCENZA
Irene Ruggiero
Psicologa, Psicoanalista S.P.I. con funzioni di Training
Presidente del Centro Psicoanalitico di Bologna

I nomi degli scrittori e degli intellettuali che dialogheranno con gli psicoanalisti saranno resi noti appena possibile sul sito del C.P.B. (www.cepsibo.it).

Gli eventi avranno luogo dalle ore 16.30 alle ore 18.30
presso la Salaborsa di Bologna
Piazza del Nettuno 3

La partecipazione è gratuita

COMITATO SCIENTIFICO:
Daniela Battaglia
Angelo Mario Crisci
Marco Mastella
Sabrina Mosca
Sabrina Pazzaglia
Irene Ruggiero
Andrea Scardovi

Locandina Il Lettino e la Piazza

Il Centro Psicoanalitico di Bologna, in collaborazione con la Cineteca di Bologna, propone “Cinema e Psicoanalisi 2015”

da: Centro Psicoanalitico di Bologna

“Cinema e Psicoanalisi” si svolgerà al Cinema Lumière, via Azzo Gardino 65, Bologna. Verranno proiettati una serie di film, i quali saranno preceduti da una breve presentazione e seguiti da un approfondimento e un dibattito con il pubblico.

L’elenco delle prossime presentazioni:

Venerdì 13 febbraio 2015 ore 20
Disconnect di Henry Alex Rubin (USA, 2012)
Luca Nicoli e Violet Pietrantonio ne discuteranno con il pubblico

Giovedì 19 febbraio 2015 ore 21.40
I nostri ragazzi di Ivano De Matteo (Italia, 2014)
Giorgio Bambini e Manuela Martelli ne discuteranno con il pubblico
Sarà presente il regista Ivano De Matteo

Gli incontri si svolgeranno al termine della proiezione del film presso la Biblioteca Renzo Renzi del Cinema Lumière, via Azzo Gardino 65 Bologna

Locandina rassegna Cinema e Psicoanalisi 2015

‘Questa sera si recita a soggetto’, il meta-teatro di Pirandello

STANDING OVATION: I PIU’ ACCLAMATI SPETTACOLI TEATRALI DEL XXI SECOLO
“Questa sera si recita a soggetto” di Luigi Pirandello, regia di Massino Castri, Teatro Comunale di Ferrara, dal 21 al 25 gennaio 2004

Luigi Pirandello compose la sua celebre “trilogia del teatro nel teatro” nel corso degli anni Venti, adottando quelle audacissime (per l’epoca) soluzioni artistiche che gli consentirono di frantumare il dramma borghese per poi reinventarlo sul palcoscenico, e che gli valsero il premio Nobel nel 1934. Se dapprima con i “Sei personaggi in cerca d’autore” il drammaturgo siciliano mise in scena la diatriba fra il personaggio e l’attore, e in seguito con “Ciascuno a suo modo” tracciò il rapporto fra l’attore e lo spettatore, con “Questa sera si recita a soggetto”, in scena da stasera al Teatro Comunale per la stagione di prosa 2003-04, rappresentò il contrasto fra gli attori e il regista contemplando inoltre il coinvolgimento del pubblico.
L’opera si fonda sulla contesa fra attori e regista in merito alla rappresentazione di una novella, dello stesso Pirandello, dal titolo “Leonora addio”, poiché il regista, deciso ad imporre la propria creatività sul testo dell’autore, esige dagli interpreti una recitazione “a soggetto”, cioè improvvisata e semplicemente ispirata al copione. Ma gli attori si ribellano, e addirittura cacciano via il regista. Non mancheranno fin dall’inizio gli interventi di alcuni spettatori, dalla platea e dai palchi, che protesteranno per lo stallo scenico della “commedia da fare” che non incomincia mai, e si aprirà un dialogo-dibattito con il regista e gli artisti. Ovviamente tali (finti) spettatori fanno parte anch’essi della compagnia, di quegli stessi attori che persino durante l’intervallo, confusi con il vero pubblico, continueranno ad interpretare il loro ruolo nel ridotto o comunque fuori scena.
Saranno due ore e mezza di forti emozioni, anzi due ore e quaranta minuti se si considera che durante il finto-intervallo lo spettacolo continua sia in scena che nel foyer. Già “Questa sera si recita a soggetto” è una (fantastica) macchina infernale così come l’ha concepita il genio di Pirandello, ma nelle magistrali mani registiche di Massimo Castri il meta-teatro diviene neo teatro classico e l’avanguardia luminosa neo tradizione, se ci è consentito l’ossimoro. Com’è evidente, si tratta di un’occasione ghiottissima e assolutamente da non perdere. Soprattutto se si considera che “Questa sera si recita a soggetto” ha rappresentato per decenni, e rappresenta tuttora, una sfida e una severa prova anche per le compagnie più esperte e affiatate. Fra i protagonisti spiccano Valeria Moriconi e Manuela Mandracchia.

Rilancio di turismo e cultura nei territori e nelle aree vaste: occorre una legge

“Ti emozioni tra spazi lunghi e tempi lenti, odori e sapori, terre, acque e nebbie dorate, estensi, legati, ville e parchi, eventi e accoglienza”.
Questa la scritta impressa in ben sette manifesti di immagini e nella home page di un corposo dvd che quando lo vedi ti pare di stare immerso, come in un 3d, dentro una cornice di un mosaico variopinto, in uno dei tantissimi localismi che i segni di tanti tempi hanno lasciato alle generazioni.
Patrimonio dell’umanità, una geografia con pezzi a milieux, volti di comunità, borghi, piazze, angoli, che puoi ritrovare con percorsi incoming, messi però a rischio da politiche che debbono ancora sciegliere come procedere nel binomio inscindibile di cultura e turismo.
Che il nostro Paese sia, tra i pochi al mondo, ricco di mille culture e la culla della storia dei popoli, è un riconoscimento diffusissimo, ma, da almeno un decennio, ha comportamenti pigri e organizzazioni fragili per l’accoglienza e la diffusione di tante bellezze invidiabili da più parti.
Manca, quindi, qualcosa per un rilancio dell’Italia: dalle sue coste, dai suoi beni artistici alle biodiversità, dalle sue montagne ai suoi laghi; di quanto lo stivale rappresenta nei suoi molteplici saperi e conoscenze: dall’Impero romano, al Medioevo, al Rinascimento, fino all’ultimo secolo breve, il ‘900.
E su questi tantissimi lembi dei territori, la presenza costante di volti che ti accolgono e di accompagnano per stare, per un po’, nella storia delle comunità, una modalità includente a quei contesti d’ambiente.
Basterebbe citare alcuni luoghi conosciutissimi come: il Garda, le Dolomiti, Venezia e la sua laguna, la Maremma aretina, le Cinque terre, il Salento, la Costa amalfitana, il Gargano, il Cagliaritano, la Sicilia orientale, itinerari di bellezze dove ritrovi te stesso e ti danno senso.
Poi vai a ricercare i piccoli turismi, siti sconosciuti ma incantevoli, piccole storie piene di sentimenti e passioni, un muretto, una chiesetta, un piccolo castello, una portualità minuta, un prodotto tipico, un particolare presepe vivente, alcuni sbandieratori e figuranti del tardo Medioevo, una vallata, una piccola laguna ed alcune valli, tantissima flora e fauna.
Certamente questa è l’Italia tutta, con i suoi diecimila specchi, con non pochi mozzafiato ma, spesso, abbandonata e lasciata nell’incuria, fuori dai grandi circuiti internazionali ed anche dei fuori porta di fine settimana.
Cosa serve allora? Serve, subito, una legislazione nazionale quadro sul turismo e sulla cultura con un articolato che precisi, ruoli, funzioni, decentramento, soggetti attuatori e gestori: dal pubblico al privato al terzo settore ma con criteri a reti e a sistemi territoriali, là dove le bellezze di un paese affiorano con forza e possono, nell’organizzazione, accogliere.

Una necessità legislativa sentita ovunque e che viene richiamata con forza anche nel ferrarese, a fronte di un contesto di modifiche costituzionali ed istituzionali ormai vicino ma che lascia però spazio ad una imprecisa transizione nelle funzioni, soprattutto sul turismo e la cultura nei territori e nelle aree vaste.
E sul futuro a breve c’è già chi si sta muovendo: dagli operatori del turismo all’associazionismo organizzato, dalle proloco ad alcuni sindaci, da Campagna amica al circuito delle sagre, dalle associazioni dei musei, al turismo religioso, alle feste rosa ai percorsi d’arte, a quelli rurali e delle vie d’acqua.
Quindi una nuova legislazione, che punti al fare reti, filiera e sistema nei territori, unico progetto vincente per le cento città, i tantissimi comuni, le moltissime comunità locali.
Una risorsa da rimuovere dalla sua lunga stagnazione e far correre verso una nuova economia dei distretti, dei territori, delle tante terre a milieux che aspettano un segnale politico forte.
Aspettiamo ed attendiamo che scendano i palazzi della politica da Roma fino alle più lontane periferie del nostro ben stivale, isole comprese.

L’IDEA
Ziferblat, il caffè a tempo

da MOSCA – Ulitsa Pokrovka, Mosca, le diciannove di una fredda domenica sera. Arrivo in taxi, come spesso ultimamente, fa troppo freddo e le fermate della metro sono il più delle volte lontane dai posti ai quali si è diretti. Se d’estate si può fare, ora quei metri sembrano chilometri. Scendo al numero 12, mi hanno detto che però devo girare l’angolo, entrare in una corte e cercare un piccolo cartello. Non è difficile, lo trovo quasi subito, salgo le scale.

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La sveglia, il simbolo e il logo del caffè a tempo

Sembra un palazzo come tanti, e in effetti lo è, salvo che al secondo piano vi è una porta che introduce in un mondo magico, brulicante di giovani, d’idee, di chiacchiere, di progetti, di libri, di oggetti vintage, di tè e biscotti. Sì, perché qui non si beve nulla di alcolico. E’ uno spazio per i desideri, un luogo dove poterli veder avverare. Appena entrata mi fanno scegliere una sveglia (lo definiscono “il rituale”), sognatrice retro come sono scelgo subito quella più adatta a me, un modello d’altri tempi, un quadrante che si chiama Maya.
Accanto alle sveglie, tazze e bigliettini lasciati dagli ospiti. Oggetti di ogni tipo alle pareti, sempre curiosi e originali. Quadri e disegni ammiccano agli ospiti. Maya viene con me.

ziferblat-caffè-tempoUn po’ in russo è un po’ in inglese mi spiegano che posso (e devo solo) sedermi, dove voglio, portando con me quell’oggetto curioso, che, però, non funziona veramente, nessun ticchettio inquietante (meno male, o il passar del tempo diventerebbe ansiogeno). Le ragazze che mi accolgono segnano loro il mio momento d’arrivo, su un taccuino. Pagherò due rubli al minuto per la prima ora, un rublo a partire dalla seconda, solo per stare lì, ma non mi devo preoccupare, superate le cinque ore, il tempo si ferma e pagherò sempre la stessa cifra, fissa. Con quella sorta di simpatico, e vicendevolmente utile, scambio potrò prendere il caffè o il te, che mi serviranno giovani ragazzi e ragazze sorridenti o che potrò pure farmi da me, ci saranno biscottini al cioccolato, pasticcini e dolcetti sfiziosi tipo lingue di gatto.

ziferblat-caffè-tempoziferblat-caffè-tempoSono lì per partecipare a una serata letteraria italiana, di cui vi parlerò in futuro (perché ora voglio parlarvi solo di questo luogo) ma incrocio tante cose interessanti. Tutto è libero e compreso in quel tempo che si paga: bevande, snack, wifi, computer, stampanti, libri, atmosfera. Siamo molto lontani dagli anonimi caffè-catena della capitale, tipo Starbucks, Kofe Khaus e Schokoladnitsia. Tutta un’altra storia. A Ziferblat si parla anche italiano, si suona il pianoforte, si leggono libri. Le pareti sono costellate da volumi di ogni tipo. Le antiche macchine da scrivere, che peraltro mi appassionano da sempre, fanno subito comprendere lo spirito con il quale è nato questo posto unico, lasciatemelo già dire fin da ora.

ziferblat-caffè-tempoziferblat-caffè-tempoParlo con Dmitry, un gentile ragazzo russo che mastica un po’ di italiano, scambio email con varie persone che hanno creato quell’idea, risalgo al giovane fondatore, Ivan Mitin, quasi (e solo) trentenne. Ma come è nato Ziferblat e perché? Cosa significa la parola? Ziferblat significa quadrante dell’orologio, appunto, che caratterizza l’idea del tempo e che oggi rappresenta il “logo” dei caffè. E’ nato nel settembre 2011: Ivan voleva creare un “social network nella vita reale”, dove giovani creativi potessero incontrarsi liberamente portando di tutto, anche il proprio cibo oltre alle proprie idee, tutto tranne alcol, droga e fumo (qui è severamente vietato fumare). Un luogo dove si poteva diventare amici di tutti, perché bastava volerlo, guardarsi negli occhi e parlare. Dialogare davvero.

ziferblat-caffè-tempoA Ziferblat c’è lo spazio per organizzare eventi, serate letterarie, classi di disegno, concerti (chi arriva può suonare liberamente il pianoforte e, se non ne ha uno a casa, può tranquillamente venire qui). Incontriamo, allora, un ragazzo turco che prepara il caffè e insegna a farlo, un antropologo che racconta un suo documentario, una violoncellista che suona, uno scrittore che legge le sue pagine, un gruppo di amici che cena a lume di candela. Intellettuali e creativi che non sanno dove andare possono rifugiarsi fra queste mura accoglienti. Tutto è palcoscenico, qui, silenziosamente e puntualmente curioso. Ogni giorno. Se si è scrittori, poi, questo posto è un crogiuolo di idee e di pensieri. La penna vola, da sola.

ziferblat-caffè-tempoA questo spazio Ivan è arrivato dopo due prime fasi: quella della “poesia in tasca” e quella della “casa sull’albero”. Tutto era iniziato, infatti, con e dalla poesia. Grazie ad essa. Lui e i suoi amici lasciavano per strada, nascosti in vari luoghi, foglietti di carta con sopra scritte tante poesie. Ogni passante poteva raccoglierne una, farla sua e mettersela tranquillamente in tasca. Immaginate che bello vedere la città disseminata di poesia… Ma per fare questo e confezionare magia, i poeti avevano bisogno di un posto dove riunirsi regolarmente, per parlare, confrontarsi, sognare insieme. Ecco allora una piccola mansarda nel centro di Mosca, la “casa sull’albero” (‘dom na dereve’), sicuramente chiamata così per la sua posizione in alto, sui tetti. Chissà perché ma i tetti sono sempre legati a scrittori e poeti… (e comunque una bella, accogliente e calda casetta sull’albero resta il sogno di ogni bambino…). Per avere questo posto bisognava trovare qualche soldino in più rispetto a quelli che i poeti già avevano raccolto nelle loro “valigie”. Da qui era nato il progetto Ziferblat, che oggi è un’idea diventata realtà. Ivan e i suoi collaboratori insistono sull’originalità, la peculiarità e la differenza fra Ziferblat e i tanti “anti-caffè” che si trovano sparsi per il pianeta. Qui si fa cultura. Ivan ne è davvero convinto e ha convinto tutti.

ziferblat-caffè-tempoDal 2011 i Ziferblat aperti nel mondo sono già 11 e non solo in Russia. Hanno aperto anche a Londra, Manchester, Lubiana e prossimamente appariranno a Cracovia, Praga e New York. Qualche indiscrezione raccolta sul posto dice pure a Roma… Vedremo… Si sta cercando a San Lorenzo e in altri quartieri del centro della capitale. Per ora pare si facciano i conti con la burocrazia Italia, speriamo non sia un ostacolo insormontabile. Resta il fatto che se porti amici, porti eventi, idee, diverse culture, novità e “sostentamento” economico alla struttura (gli amici sono legati alla tua sveglia e anche loro, come te, pagano solo il tempo). Entrambi i carburanti sono necessari alla sopravvivenza di un’idea. A voi scoprirla, se lo volete. Magari tramandarla. Nel frattempo, vi auguriamo tanto buon tempo libero e spensierato, con gli amici di Ziferblat. Per me una vera serendipity (per essere alla moda).

Per saperne di più visita il sito di Ziferblat [vedi]

Fotografie di Simonetta Sandri

Il sentiero del dolore e della colpa

Vuole scoprire e ricostruire un pezzo mancante della storia della sua famiglia, l’origine del dolore senza fine di sua madre. Troppe morti e poche spiegazioni per Antonia, scrittrice di polizieschi che si trova di fronte a un mistero tragico che non è finzione. Da Bologna va a Ferrara, una città a lei sconosciuta, capace di stupirla e affascinarla per il suo ritmo lento, le bicilette, la parlata, il sapore del pasticcio di maccheroni, un certo atteggiamento degli abitanti, la luce chiara e opaca dell’atmosfera.
Antonia vuole cercare le tracce dello zio Maio, fratello scomparso di Alma, sua madre, che si porta addosso, da trent’anni, una storia mai rivelata fino in fondo e intrisa di senso di colpa. Alma ha lasciato Ferrara dopo avere perso tutti, dopo che, come in un domino, le tessere della sua famiglia sono cadute, non sopravvissute a un dolore improponibile, incapaci di salvarsi. Alma pensa di non esserselo meritato, vive nella paura costante, è la paura di soffrire che non ti abbandona, che mette una patina su tutto ciò che vivi, è qualcosa di peggio della sofferenza contingente che puoi affrontare perché la vedi in faccia, la paura di soffrire è subdola, tentacolare, può solo allentarsi in qualche tregua, ma non ti lascia.
Alma e Maio erano fratelli, erano amici, giovani in anni di ideologie convinte e di coraggio, anche di affrontare il proibito. Alma è più forte di Maio, almeno così sembra, almeno così tutti credono. Antonia conduce una sua personale indagine andando nei luoghi dove la sua famiglia aveva abitato e parlando con chi c’era, con chi ricorda, ma soprattutto sa. Arrivata a Ferrara per comprendere qualcosa di più sulla scomparsa di Maio, Antonia recupera un passato, che fino a quel momento era stato muto, e che è anche il suo. La ricerca della verità si allarga alla storia dei nonni, si intreccia ad altre vite, agli abbandoni in una conseguenza dopo l’altra fino a fare di sua madre Alma la persona che è: “Intensa. Concentrata. Profonda. Sempre, senza tregua”.
A fianco di Antonia ci sono Leo, il suo compagno, un poliziotto che saprà esserci, e Luigi, un collega di Leo con cui Antonia, a un certo punto, può anche fare a meno delle parole, entrambi pensano che l’amore bisogna meritarlo.
Ciò che, poi, Antonia scopre su Maio andrà anche oltre ciò che la stessa Alma ha sempre saputo, o creduto. Antonia, che sta per diventare mamma e ha già iniziato a pensare doppio, supera il segreto di Alma, che le era parso così insondabile, colmandolo di verità e certezza.

L’amore che ti meriti, Daria Bignardi, Mondadori 2014

SETTIMO GIORNO
Una politica senza poeti e una curia senza misericordia

Il VESCOVO – Sono felice, sono felice perché il vescovo consegnatoci dal Medioevo ha riportato alla ribalta categorie del pensiero che sembravano morte: erano, e sono, invece, vive e vegete. Chi può negare, infatti, la verità dell’affermazione del presule secondo il quale la legge sull’aborto “non ha consentito di venire al mondo a oltre sei milioni di italiani e la scarsità di figli ha fatto sprofondare il Paese in questa crisi economica”? Finalmente conosciamo le cause della crisi che ha colpito anche i popoli che fanno tanti figli, non ci avevamo pensato, ma l’alto prelato ha un filo diretto con Dio e noi siamo purtroppo degli idioti, i quali nulla conoscono perché Dio parla soltanto con i vescovi, con i cardinali, come no, e con i papi, un tempo parlava anche con la gente comune, a volte mandava la Vergine Maria a colloquiare con i fanciulli, ma, insomma, si faceva vivo con noi miserabili, adesso non più, ora mantiene un inquietante silenzio se non hai gradi ecclesiastici, con tutti coloro, insomma, che sono contro lo Stato se lo Stato mostra un’anima liberale, quella che ha suggerito di approvare una legge contro l’omofobia, una legge che, per il vescovo venuto dai secoli bui, “è un delitto contro Dio e contro l’umanità”. Sono felice che il presule abbia espresso così crudamente il suo penoso pensiero, non ci possono più essere equivoci. Se pensi che gli esseri umani siano tutti uguali e abbiano stessi diritti a prescindere dal loro sesso e dal grado di importanza raggiunto nella società, in tal caso puoi dire addio al regno dei cieli.
PS – Caro papa Francesco, non La invidio quanto lavoro l’attende se religione significa soltanto odio, peccato, condanna, intolleranza!

IL POLITICHESE – La politica? Ho sentito in questi giorni predicare ancora una volta contro l’antipolitica, ma non ho compreso se si sappia con una certa precisione che cosa sia la politica. E’ forse questa, questa in cui gli ideali sono stati sostituiti dai patteggiamenti, dagli accordi sottobanco, questo straccio di pessimismo materialista che ha chiuso le porte al pensiero, alla cultura e ai valori dello spirito e si esprime con linguaggi ridicoli, burocratici, conditi con strani intercalari, come “in qualche modo”, che molti giovinastri e vecchiacci prestati alla vita pubblica pensano siano il sale dei loro astrusi discorsi. Non molto tempo fa un noto politicante, già segretario di un partito della falsa sinistra, ha urlato durante un discorso: qui non si deve fare della poesia. Magari si facesse della poesia, caro ex compagno, magari, personalmente sono del parere di Victor Hugo, il quale nei “Miserabili” scrisse che soltanto quando al governo ci saranno i poeti l’uomo conoscerà la democrazia.

‘Diversamente abili’ alla Mostra

Pronto Ada? Hai un po’ di tempo? Ti debbo raccontare una bella storia. Devi sapere che sabato scorso il sant’uomo, in seguito alle mie fervide preghiere, mi ha accompagnato a vedere la mostra su Boldini e De Pisis in Castello. L’inaugurazione cominciava alle 18 e quando giungiamo il cortile del Castello era gremito da un corteo di persone che quasi arrivava sulla strada. Ci mettiamo diligentemente in coda, ma niente si muove, non c’è segno di apertura. Mentre il noto dolore alla schiena si fa preoccupante mi cade l’occhio su un gruppetto di persone che conversano tranquille davanti a un portone: guardo, capisco, decido. Sono gli handicappati che, per un sacrosanto diritto di precedenza, vengono esentati dal fare la coda. Mi rivolgo allora al sant’uomo: “Mio adorato, non è forse vero che la sciatica ti tiene sveglio la notte, oppure quando affranto cedi al sonno hai l’incubo che ti stanno segando la gamba?” Il sant’uomo, innocente, mi guarda incuriosito: “Non è forse vero che la mia schiena presenta una deformazione a rocchetto dei corpi vertebrali da 09 a L2, come recita l’ultima risonanza magnetica?” A questo punto il sant’uomo, che non è del tutto stupido, comincia a capire e a preoccuparsi. “Tranquillo, amore mio, tranquillo” e corriamo felici – corriamo si fa per dire, siamo pure zoppetti – insomma zompettiamo contenti di arruolarci nelle truppe handicappate in assetto di guerra davanti al portone che conduce all’ascensore. Poco dopo compare una bella ragazza in divisa (non dirò mai più male dei dipendenti di Comune e Provincia, lo giuro), la quale, impietosita dalle nostre infermità al freddo, ci invita a entrare: “La mostra non può aprire finché non arrivano le autorità”, insomma, cara Ada, per fartela breve, la ragazza in divisa ci porta all’ascensore e ci fa salire al piano della mostra, ma “per l’amor di Dio – dice – da questo corridoio passeranno le autorità, è meglio che non vi vedano. C’è un pianerottolo semibuio qui accanto, adesso vi porto altre seggiole”. E così, amica mia, quando Dio vuole, ossia quando le autorità arrivano e tutto comincia, assisto alla sfilata delle donne e degli uomini che contano a Ferrara. Ma erano tanti, ma erano tanti che non finivano mai e il sant’uomo, che li conosce, ogni tanto ordinava alla truppa “sono finiti, all’attacco!”. Macché, la ragazza in divisa ci stoppava allarmatissima, “ce ne sono ancora altri”, così mi sono messa tranquilla sulla mia seggiolina al calduccio e li ho guardati uno a uno. Ti dirò, lusso avveduto, eleganza da tinello, moderate flanelle, saggi tailleur, gioielli discreti, pellicce ragionevoli, le quali mescolavano ai profumi non preziosissimi un rassicurante effluvio di canfora. “Qui c’è puzza di vecchio!”, sbraita il sant’uomo e io giù calci. Oddìo, un po’ di vintage c’era, specie tra le signore belle tacchinone impastate nel fondo tinta, a qualcuna pareva dolessero i piedi perché guardava noi handicappati seduti con sottile invidia. Aveva aperto il corteo l’ex sindaco emerito, alto profilo di cavallo sindacalista, la criniera perde qualche setola ma non importa, la Camusso pare che lo ami. E, poi, c’era quel torello del sindaco in carica, tutto muscoli anche di sabato e la domenica in provincia. Saltava da un capo all’altro del corteo il puledro vice sindaco-assessore, pura razza sarda. Quando finalmente la fattoria degli animali è arrivata tutta intera nelle sale, anche noi handicappati possiamo entrare e vedere lo spettacolo di quei capolavori impreziositi dall’ambiente solenne.

arte - castello - ferrara - de pisis - boldini - mostra
Quadri di Boldini nella Sala del Governo (foto di Dino Buffagni)

Lì, davanti al “Notturno” di Boldini, davanti alle “Cipolle di Socrate” di De Pisis, la Direttrice – gallinella di prima penna – illustrava con la consueta maestria, ma così bene che il pubblico la contemplava estasiato e dimenticava di guardare i quadri, ma non importa. Però, ti dirò cara Ada, tu sai che io sono, come si dice a Ferrara una ‘scunzamnestra’, ti dirò che quel titolo della mostra “L’arte per l’arte” mi aveva fatto pensare a una dichiarazione di estetica crociana. Te lo ricordi il nostro professore di Filosofia teoretica come si accalorava: quella di Croce è una dialettica dei distinti, non degli opposti come quella di Hegel che unifica tutto nella sintesi. Vada a leggere, signorina, le mille pagine dell’Estetica di Croce e troverà la formulazione chiara del momento estetico come momento di pura bellezza, l’arte per l’arte appunto. “Non l’arte per la vita”, concludeva il sant’uomo le mie ingarbugliate riflessioni, mentre uscivamo dal Castello con la felicità di essere “diversamente abili”.

La foto della mostra “L’arte per l’arte” è di © Dino Buffagni

IMMAGINARIO
Sbarca il Carnevale.
La foto di oggi…

Oggi e la prossima domenica 15 febbraio a Comacchio ci sarà il Carnevale sull’acqua.
Sfilata di gruppi mascherati e barche allegoriche lungo le vie e i canali di Comacchio con partenza dal ponte monumentale dei Trepponti.
Animazione, musica, allegria, giochi. Parco giochi e strutture gonfiabili.
Distribuzione di crostoli, caramelle, dolciumi e bevande calde. Per tutti i bambini gadget,coriandoli e stelle filanti.

Questo il programma.

DOMENICA 8 E 15 FEBBRAIO 2015

Ore 14:30 Piazzetta Trepponti
La Sfilata de “Le Barche del Carnevale” accompagnata dai bambini mascherati delle Scuole dell’Infanzia di Comacchio, avverrà lungo i canali del centro storico a cura delle associazioni di Volontariato e delle Attività commerciali di Comacchio.

Ore 15:00 Via Cavour
“Giochi di magia e castelli di carte” Incantesimi, meraviglia e stupore a cura del Prestigiatore.
Intrattenimento , giochi, animazione , allegria e colore insieme alle Carte Magiche.

Ore 15:00 Via XX Settembre
Alla riscoperta delle Maschere d’Italia – Parrocchia Duomo Rosario
Arlecchino, Balanzone, Brighella, Colombina vi intratterranno con bizzarri travestimenti, laboratori “Crea il tuo costume “e giochi fin dal mattino .Animazione musicale col Duo Parmiani e per finire dolcetti per tutti.

Ore 15:00 Piazzetta Barboncini
Bambini in Gioco tra fantasia e bolle di sapone – Cooperativa Sociale Girogirotondo Onlus
“Con Girogirotondo si diverte tutto il mondo” Lasciati catturare dalle enormi bolle di sapone, trasformati con il truccabimbi, divertiti con le sculture di palloncini colorati e aggiungi un tocco di dolcezza alla tua inebriante giornata con il nutellaparty!

Ore 15:00 Via Mazzini
Carnevale in bianco e nero! – Ass. Culturale Voodoo
Il cinema muto e gli anni ’20 in una coinvolgente suggestione in maschera e con Sir Oliver Hardy in persona che curerà un fenomenale dj set remixando le sonorità del periodo. Ballo per tutti
Per gli amanti di Instagram… Pronti allo scatto che potranno partecipare al challenge del Carnevale

8 Febbraio

ore 15:00 in Via Mazzini e ore 16:00 in Piazzetta Trepponti
Esibizione Corpo di ballo la Bottega degli artisti di Sara Parmiani coreografia“Il Re Leone”

Ore 16:00 in Via Mazzini e Ore 17:00 in Piazzetta Trepponti
Coreografia di Zumba Con Beatrice Cavallari: L’Asd. El Movimiento va en España!

ore 16:20 – Piazzetta Trepponti
Premiazione con pergamena e gadget ai bambini delle Scuole dell’infanzia che hanno partecipato alla sfilata

15 Febbraio

ore 16:00 – Piazzetta Trepponti
Premiazione della maschera più originale e… per le vie del centro storico animazione itinerante con il gruppo Arte Danza

Ore 16:00 Piazzetta Trepponti
Coreografia divertente hip hop di Veronica Madia: “Le carte che magia, le carte in allegria.”

Ore 17:00 – Piazzetta Trepponti
Ballo e animazione con Stefan e Adriana di Easy dance

Ore 17:30 – Piazzetta Trepponti
Premiazione della Barca più votata con la tradizionale Forcola comacchiese.
Grande ballo finale tutti insieme per salutare il Carnevale!

INOLTRE …
Animazione nel centro storico a cura delle attività commerciali:

Via Muratori – Animazione e intrattenimento in location ispirata ai profumi della Primavera

Piazza Folegatti – Miguel son mi, ambientazione Messicana

Piazzetta Ugo Bassi – Disney cartoon

Via Mazzini – Il saloon dei Cow Boy e per i giovani gli animatori del camper promozionale di YoungER Card che regaleranno la nuova carta regionale e allestiranno un piccolo centro giovanile, con apparecchiature per prodotti audiovisivi, connessione wi-fi, tablet a disposizione degli utenti e musica.

Via Zappata – giocolieri, trampolieri, illusionisti

E ANCORA…
Lungo le vie del centro allestimento di espositori e bancarelle, dolciumi, parco giochi per bambini, strutture gonfiabili, animazione e spettacoli itineranti, palloncini, truccaviso, gadget e sorprese per tutti i bambini

Info:www.comacchio.it e facebook Carnevale a Comacchio

OGGI – IMMAGINARIO EVENTI

Ogni giorno immagini rappresentative di Ferrara in tutti i suoi molteplici aspetti, in tutte le sue varie sfaccettature. Foto o video di vita quotidiana, di ordinaria e straordinaria umanità, che raccontano la città, i suoi abitanti, le sue vicende, il paesaggio, la natura…

[clic sulla foto per ingrandirla]

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il Carnevale a Comacchio (foto di Franco Colla)

ACCORDI
La casa è dove voglio essere.
Il brano di oggi…

Ogni giorno un brano intonato a ciò che la giornata prospetta selezionato e commentato dalla redazione di Radio Strike.

[per ascoltarlo cliccare sul titolo]

Talking Heads – This Must Be The Place

Risulta sempre più difficoltoso attenuare l’apporto dell’attività antropica sulla Terra soprattutto in questa società che ci invita al consumo eccessivo e senza scrupoli delle risorse naturali.. basti pensare anche solo ai prodotti dell’agricoltura che rimangono a marcire nello stesso posto dove nascono (vedi campagne dell’interland ferrarese) perché non si riesce a pagare la mano d’opera..

Certo è che qualcosa alla Terra la dobbiamo! pretendiamo “diventi” la nostra Casa perfetta, quando Essa lo è sempre stata! Dovremmo rimanere con i piedi ancorati al suolo, e cercare avvicinare la volontà ai fatti, senza illuderci che il problema prescinda dalle nostre scelte quotidiane.

Pensiero nato da una riflessione sulla Giornata nazionale contro lo spreco alimentare che è stata celebrata il 5 Febbraio per il secondo anno; dai commenti del presidente di Last Minute Market Andrea Segrè: “..la semplificazione normativa per gli alimenti invenduti ..consentirà finalmente di favorire e incentivare la donazione delle eccedenze … lungo la filiera, attraverso la semplificazione del quadro di riferimento – procedurale, fiscale, igienico-sanitario – che disciplina il settore”.

foto di Paola Marinelli
l’album This must be the palce dei Talking Heads

Selezione e commento di Cristiana Neglia, autrice del programma “Vernice” in onda il sabato dalle 12 alle14, ogni due settimane (attualmente sospeso). Il programma vuole essere una vetrina per la musica underground, prodotta in maniera autonoma e diffusa attraverso mezzi di comunicazione non sempre convenzionali.

Radio Strike è un progetto per una radio web libera, aperta ed autogestita che dia voce a chi ne ha meno. La web radio, nel nostro mondo sempre più mediatizzato, diventa uno strumento di grande potenza espressiva, raggiungendo immediatamente chiunque abbia una connessione internet.
Un ulteriore punto di forza, forse meno evidente ma non meno importante, è la capacità di far convergere e partecipare ad un progetto le eterogenee singolarità che compongono il tessuto cittadino di Ferrara: lavoratori e precari, studenti universitari e medi, migranti, potranno trovare nella radio uno spazio vivo dove portare le proprie istanze e farsi contaminare da quelle degli altri. Non un contenitore da riempire, ma uno spazio sociale che prende vita a partire dalle energie che si autorganizzano attorno ad esso.

radio@radiostrike.info
www.radiostrike.org

GERMOGLI
Vivere.
L’aforisma di oggi…

Una quotidiana pillola di saggezza o una perla di ironia per iniziare bene la giornata…

James Dean, accanto a Marilyn Monroe, è forse uno dei più grandi miti hollywoodiani di sempre. Nasceva l’ 8 febbraio 1931. Sarebbe morto a soli 25 anni.

“Sogna come se dovessi vivere per sempre. Vivi come se dovessi morire oggi”. (James Dean)