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Giorno: 2 Marzo 2015

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La newsletter del 2 marzo 2015

da: ufficio stampa Comune di Ferrara

BIBLIOTECA LUPPI – Martedì 3 marzo alle 17.20 in via Arginone a Porotto

Appuntamento con ‘Storie del martedì’ per bambini dai 4 ai 10 anni

 

 

02-03-2015

Per il ciclo ‘Storie del martedì’ è in programma martedì 3 marzo alle 17.20 alla Biblioteca comunale Aldo Luppi di Porotto (via Arginone 320) l’appuntamento settimanale con le narrazioni per bambini dai 4 ai 10 anni. L’iniziativa, ad ingresso libero e gratuito, prevede la lettura di “Storie di primavera” con i racconti ‘Un riccio per amico’ e ‘Il mio amico sole’.

 

BIBLIOTECA ARIOSTEA – Martedì 3 marzo alle 17 nella sala Agnelli in via Scienze

‘Le parole di zenith’, una conferenza di Davide Borghi

 

 

02-03-2015

Martedì 3 marzo alle 17, nella sala Agnelli della biblioteca comunale Ariostea (via Scienze 17), Davide Borghi terrà la conferenza “Le parole di zenith”. L’iniziativa, introdotta e coordinata da Eleonora Belletti, è a cura dell’associazione Lauretana di Ferrara.

LA SCHEDA (a cura degli organizzatori) – Questo è un testo “trasformazionale” nel vero senso della parola. È infatti sufficiente leggerlo con attenzione per consentire alla coscienza di innalzarsi. Secondo questa impostazione, discepolo e maestro sono la stessa persona la quale può crescere solo entrando in sé stessa, in profondità.
Davide Borghi, nato nella città di Giovanni Pico della Mirandola, conduce, per oltre trent’anni, corsi di alchimia spirituale e meditazione. Insegna allenamento mentale, per il CSR Ju-Jitsu Italia. Cura corsi di ipnosi e autoipnosi. Ha scritto “Le parole di Andrea”; “Iniziazione al Real Master Reiki”; “R.E.I. 1.0 Rilascio Emozionale Istantaneo”.

COMMISSIONI CONSILIARI 2.a / 3.a – Riunione congiunta mercoledì 4 marzo alle 15.30 in sala Zanotti

Informativa sul “Progetto COM.bus.”

 

 

02-03-2015

La 2.a Commissione Consiliare – presieduta dalla consigliera Corazzari – si riunirà in seduta congiunta con la 3.a Commissione Consiliare – presieduta dal consigliere Fiorentini – mercoledì 4 marzo alle 15.30 nella sala Zanottidella residenza municipale.
Al centro dei lavori un’informativa sul “Progetto COM.bus.” in previsione del Consiglio Comunale tematico del 9 marzo 2015″ (a cura delle assessore Annalisa Felletti e Roberta Fusari). Sarà presente Serena Maioli, responsabile del gruppo di ricerca “COM.bus.

CONFERENZA STAMPA – Mercoledì 4 marzo alle 10 nella sala dell’Arengo

Presentazione delle “Iscrizioni per l’anno scolastico 2015-2016”

 

 

02-03-2015

Mercoledì 4 marzo alle 10 nella sala dell’Arengo della residenza municipale si terrà una conferenza stampa in merito alla presentazione delle “iscrizioni all’anno scolastico 2015-2016”. All’incontro con i giornalisti interverranno l’assessora comunale alla Pubblica Istruzione Annalisa Felletti e il direttore dell’Istituzione dei Servizi Educativi Scolastici e per le Famiglie Mauro Vecchi.

INTERPELLANZA – Presentata dal gruppo consiliare FI

Interpellanza in merito al sistema di rilevazione Musa

 

 

02-03-2015

Questa l’interpellanza pervenuta:

– Il consigliere Fornasini (gruppo Forza Italia in Consiglio comunale) ha interpellato il sindaco Tiziano Tagliani e l’assessore ai Lavori pubblici/Mobilità Aldo Modonesi in merito al sistema di rilevazione Musa.

INFORMAGIOVANI – Mercoledì 4 marzo alle 10 nella Sala del Consiglio comunale (piazza del Municipio 2 – FE)

Eures, cercare lavoro in Europa

 

 

02-03-2015

EURES, CERCARE LAVORO IN EUROPA attraverso il portale della Commissione EuropeaInformagiovanixte, 4 marzo 2015
Mercoledì 4 marzo dalle 10 alle 13 si svolgerà nella Sala del Consiglio comunale di Ferrara (piazza del Municipio 2) il prossimo incontro organizzato da Informagiovani. Si preannuncia un’ appuntamento molto interessante per tutti coloro che stanno “guardando oltre confine” alla ricerca di lavoro: conosceremo a fondo il portale Eures, realizzato dalla Commissione Europea a supporto della mobilità dei lavoratori in Europa, che fornisce non solo una enorme banca dati di offerte di lavoro a tutti i livelli, ma anche un grande patrimonio di informazioni, strumenti e  opportunità costantemente aggiornati, oltre ad una rete di referenti disponibili sul territorio per contatti diretti. L’incontro è organizzato in collaborazione con il Servizio EURES di Milano e  promosso dalla Provincia di Ferrara con il  contributo della Regione Emilia Romagna.

La partecipazione è libera, ma è richiesta la registrazione tramite E-mail a informagiovani@comune.fe.it, con oggetto “eures”.

Mostra fotografica collettiva dal titolo “Emozioni”

da: A.L.I.CE. Ferrara ONLUS

A.L.I.Ce.Ferrara Onlus Associazione Lotta all’Ictus Cerebrale in collaborazione con il gruppo FB FOTOGRAFIA PER PASSIONE organizza DAL 5 all’ 8 MARZO 2015 dalle 16,00 alle 21 presso la Sala Boldini in via Previati 18 a Ferrara un mostra Fotografica collettiva dal titolo EMOZIONI.

A,L,I.Ce. Ferrara Onlus Associazione Lotta all’Ictus Cerebrale, visto il successo dello scorso anno, ritorna in questo modo a coinvolgere la cittadinanza su questa malattia, sulle sue cause e sui supporti in aiuto dei malati e dei loro famigliari.
EMOZIONI è una mostra collettiva fotografica di fotografi dilettanti e protagonisti con in comune la Passione per la Fotografia che può recare EMOZIONI a chi la coglie, ​saranno esposte circa 120 fotografie
​Emozioni e patrocinata dalla Azienda Ospedaliera Universitaria di Ferrara, della Unità Sanitaria Locale di Ferrara, ​dal Comune di Ferrara e con il contributo della Cassa di Risparmio di Cento
Inaugurazione il 5 marzo alle ore 19,00
Ingresso Libero

(www.aliceferrara.org – https://www.facebook.com/alice.ferraraonlus)

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Giornata di Studio – Tutti gli adolescenti vanno a scuola. La prevenzione nei processi formativi: un progetto possibile.

da: ufficio stampa Comune di Ferrara

Ferrara, mercoledì 18 marzo 2015, dalle ore 8.45 alle 17.30, presso l’Aula Magnadel Dipartimento di Giurisprudenza (C.so Ercole I D’Este, 37)
TUTTI GLI ADOLESCENTI VANNO A SCUOLA
La prevenzione nei processi formativi: un progetto possibile.
Organizzata da: U.O. PROMECO – Dipartimento di Scienze dell’Educazione “Giovanni Maria Bertin” Università di Bologna – Azienda USL di Ferrara
SEGRETERIA ORGANIZZATIVA
 
Tel. 0532 21 21 69 – Fax 0532 20 00 92

 

Rupe di San Leo – Il presidente Bonaccini: “La sua tutela una priorità per la Regione”

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

San Leo – A distanza di un anno dal parziale crollo della Rupe, il presidente Stefano Bonaccini assicura: “Per la Regione la tutela di questo gioiello ambientale e paesaggistico rimane una priorità”. Richiesto al Governo il finanziamento di un piano di interventi per 7 milioni e 800 mila euro. L’assessore Gazzolo: “Il lavoro di squadra ha prodotto risultati importanti e in tempi certi. Destinati a San Leo 1,5 milioni di euro”

Per la Regione Emilia-Romagna la tutela di San Leo e della sua Rupe rimane una priorità: si tratta di un gioiello paesaggistico e ambientale da proteggere con tutti i mezzi e le risorse possibili. E già dalle prossime settimane questo patrimonio sarà fruibile in tutta la sua bellezza.
Lo ha affermato il presidente della Regione Stefano Bonaccini, intervenendo a un convegno organizzato nel paese riminese in occasione del primo anniversario dal crollo di una parte della Rupe, avvenuto il 27 febbraio dello scorso anno.
“Proprio per proteggere e valorizzare questo patrimonio della nostra terra – ha anticipato Bonaccini – abbiamo già presentato al ministero dell’Ambiente i progetti per il consolidamento della Rupe e di Fosso Campone, chiedendo  che vengano inseriti nel  Piano decennale contro il dissesto idrogeologico. Si tratta di interventi per 7 milioni e 800 mila euro. La difesa del suolo è una delle priorità del nostro mandato, per questo continueremo ad investire risorse nella prevenzione e manutenzione, per non dover affrontare solo le emergenze”.
Il lavoro di squadra svolto in un anno ha prodotto risultati concreti e in tempi celeri: “Con il coinvolgimento della comunità scientifica – ha aggiunto il presidente – abbiamo messo insieme le migliori tecnologie e le migliori professionalità regionali per le azioni di monitoraggio e gli interventi di messa in sicurezza. Questo è un esempio di come l’Emilia-Romagna sa lavorare di fronte alle emergenze. Capace anche, e lo faremo nelle prossime settimane, di definire un piano delle emergenze per i prossimi cinque/dieci anni, con grande senso di responsabilità, perché siamo consapevoli che non tutto può essere classificato come ‘emergenza’”.
Anche l’assessore alla Difesa del Suolo Paola Gazzolo ha sottolineato la capacità di cui ha dato prova l’intero sistema regionale: “Abbiamo iniziato a lavorare subito in modo coordinato e integrato a tutti i livelli di governo, mettendo a disposizione 1,5 milioni di risorse, oltre un terzo delle quali dal bilancio regionale. Adesso andiamo avanti con il monitoraggio, nel frattempo il ministero dell’Ambiente e Italia sicura hanno già in mano i progetti messi a punto per la salvaguardia di San Leo”.

Contributi per le imprese che puntano su innovazione e velocità dei servizi

da: Cofiter

Nell’ambito del bando regionale Sviluppo innovativo delle imprese – Asse 2, teso a sostenere la creazione e il potenziamento delle attività del territorio regionale, .anche Ferrara potrà usufruire di Cofiter Informatica, il service messo in campo da Cofiter (Confidi Terziario Emilia Romagna) per accompagnare la crescita e la digitalizzazione delle piccole e medie imprese, start up comprese. L’obiettivo, come spiega il direttore, Marco Barbero, «è supportare interventi di innovazione tecnologica, organizzativa e finanziaria finalizzati ad incrementare la competitività del sistema produttivo». Destinatarie sono tutte le imprese dell’Emilia Romagna,ad eccezione di quelle operanti nel comparto agricolo, della pesca e dell’acquacoltura. I progetti presentati potranno andare dall’attivazione dei servizi a banda larga alla realizzazione di sofisticate piattaforme informatiche per sostenere l’e-commerce. Le finalità, come recita il bando, sono infatti «l’implementazione e la diffusione di metodi di acquisto e vendita on line; lo sviluppo di funzioni avanzate nel rapporto clienti/fornitori; la riorganizzazione e il miglioramento dell’efficienza dei processi produttivi». L’agevolazione consiste in un contributo pari al 45% della spesa ritenuta ammissibile, che non deve essere inferiore ai 20mila euro. «E’ un’operazione che consente alle piccole medie imprese di migliorarsi e essere competitive non solo in termini di prodotto – chiude Barbero – ma di tempestività e velocità dei servizi». Le domande per accedere dovranno essere presentate entro il prossimo 31 marzo. Info su beneficiari, termini, requisiti, condizioni economiche scrivere a finanziagevolata@cofiter.it. Sito, www.cofiter.it.

Coldiretti: fare l’orto anche senza terra, arriva nelle scuole il personal trainer di Campagna Amica

da: ufficio stampa Coldiretti

Sono ripartite le lezioni del progetto Educazione a Campagna Amica 2015 nelle scuole primarie della nostra provincia. Arriva anche il “kit del contadino Giò” per gli alunni coltivatori per fare un orto anche senza terra.

Spesso l’orto in ambiente urbano contribuisce a preservare aree verdi della città, combattendo l’abbandono ed il degrado, ed in molti casi anche chi non ha terreno disponibile cerca di supplire con la coltivazione su terrazzi e balconi.

A questa esigenza risponde il “Kit del contadino Giò”, un orto facile da realizzare, messo a punto da Fondazione Campagna Amica di Coldiretti, che consente di coltivare erbe aromatiche e ortaggi anche senza avere terreno adisposizione. Il kit verrà utilizzato nell’ambito di Educazione alla Campagna Amica, il programma di educazione alimentare promosso da Coldiretti Donne Impresa e Campagna Amica, rivolto agli alunni delle scuole elementari per affiancarli in un percorso di crescita nella conoscenza degli alimenti e nella sana alimentazione.

Il programma educativo dell’anno 2015 si ispira proprio ad Expo: “Un orto di classe: curare la terra, nutrire la vita”, e pone al centro l’orto con le sue varie accezioni, familiare, urbano, sociale, agricolo, e accompagnerà insegnanti e alunni attraverso unpercorso multidisciplinare a scoprire tutte le tematiche connesse alla cura della terra, alla riscoperta del rapporto città e campagna, al recupero di conoscenze e tradizioni del territorio e all’adozione di comportamenti responsabili e rispettosi dell’ambiente.

Per alunni ed insegnanti Coldiretti Campagna Amica metterà a disposizione anche una figura tecnica che potrà dare consigli pratici per la coltivazione dell’orto: è il personal trainer dell’orto, una novità che per la prima volta viene proposta a tutti gli interessati, e la cui consulenza potrà essere richiesta anche dai cittadini amanti del verde che desiderano coltivare le proprie verdure o frutta nel giardino di casa o sul terrazzo.

Per le scuole che non avessero terreno o giardini disponibili, Coldiretti metterà a disposizione il “kit del contadino Giò”, che consiste in due cassoni in legno con terriccio e sistema di irrigazione integrato, di facile utilizzo.

La presentazione del kit avverrà domani, martedì 3 marzo, alle 11.00 presso la scuola primaria di Pontegradella, alla presenza del presidente di Coldiretti Ferrara, Sergio Gulinelli e dei responsabili del progetto di Educazione a Campagna Amica di Coldiretti Ferrara con la partecipazione del personal trainer dell’orto Elisa Marzola.

Legalità: varate misure per il contrasto al crimine organizzato

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Legalità – La Giunta regionale vara una serie di misure per il coordinamento delle politiche e la prevenzione della criminalità organizzata. L’assessore regionale Mezzetti: “Altre ne seguiranno: la Regione non è all’anno zero in questa battaglia. Abbiamo tutte le potenzialità per poter sconfiggere questo fenomeno”

Oggi presentiamo queste iniziative e altre ne seguiranno, sempre nell’ambito delle nostre competenze né giudiziarie né inquirenti, per stringere le maglie contro l’infiltrazione mafiosa soprattutto nel campo dell’economia e in quello degli appalti pubblici. Perché la Regione Emilia-Romagna in questo campo non è all’anno zero”.
Così l’assessore regionale alle Politiche per la Legalità, Massimo Mezzetti, ha presentato una serie di misure varate dalla Giunta regionale nella seduta di venerdì 27 febbraio, di potenziamento di quanto già in atto per la prevenzione delle infiltrazioni mafiose e della criminalità organizzata, anche attraverso la promozione e diffusione di una cultura della legalità.

“Raccogliamo l’appello che da più parti è provenuto affinchè ciascuno faccia la propria parte nel contrasto al crimine organizzato – ha affermato Mezzetti -, avendo già recepito e condiviso da tanti anni con la società regionale le indicazioni allarmanti in questo senso. Voglio ricordare che la Regione denunciava queste infiltrazioni già dalla fine degli anni Novanta e la Direzione investigativa antimafia è stata istituita a Bologna soltanto dal 2012, perché la Regione e le forze parlamentari hanno insistito a tal fine. Oggi spero che anche grazie all’inchiesta Aemilia gli occhi di tutti siano ben aperti e che nessuno possa più dire: io non sapevo. Ciascun attore di questa vicenda faccia la propria parte. Come per esempio nella zona colpita dal sisma del 2012, dove ci trovammo ad agire nella completa assenza di norme anche nazionali, e dove abbiamo ricostruito in quel frangente con il presidente Vasco Errani e col capo della Protezione civile Franco Gabrielli un quadro che ci ha consentito di rafforzare molto il filtro del controllo sugli appalti. Bisogna ricordare sempre, al di là di facili demagogie, che su 1.115 imprese oggetto di attenzione antimafia da parte delle prefetture soltanto 9 hanno ottenuto un’interdittiva: stiamo parlando dello 0, 6 per cento.

“Oggi – ha aggiunto l’assessore – vogliamo allargare queste metodologie che hanno dimostrato di funzionare, rafforzandole sulla base delle nostre esperienze, a tutto il territorio regionale. Quindi non più soltanto una griglia di criteri che superano il massimo ribasso, gli elenchi delle aziende benemerite incrociate con quelle delle White List,. Il territorio regionale, inoltre, dovrà subire una semplificazione sul numero delle stazioni appaltanti, oggi 140 solo nel modenese, portandolo a circa 50 in tutta la regione”.

“Le grandi mobilitazioni di questo periodo – conclude Mezzetti – dimostrano inoltre che non siamo in una regione dove le menti degli emiliano-romagnoli siano state corrotte dalle mafie, lo testimoniano le centinaia di iniziative di queste settimane che ci porteranno alla manifestazione nazionale di Libera del prossimo 21 marzo a Bologna. Qui abbiamo ancora tutte le potenzialità per poter arginare e sconfiggere i fenomeni di infiltrazione”.

Le iniziative varate dalla Giunta
Con un Progetto di legge (“Modifiche alla Legge regionale 9 maggio 2011, n. 3) si è deciso di rafforzare il ruolo dell’Osservatorio regionale sui fenomeni connessi al crimine organizzato e mafioso, al fine di:

  • garantire il costante monitoraggio dei segnali anticipatori della penetrazione della criminalità organizzata all’interno della comunità emiliano-romagnola e delle iniziative promosse dalla regione;
  • integrare le fonti informative esistenti sul tema del crimine organizzato e mafioso e su altri fenomeni ad esso connessi e, contemporaneamente, di predisporre rapporti conoscitivi, anche in raccordo con il Centro di documentazione regionale, da mettere a disposizione della Giunta e di tutta la comunità regionale.

A tale proposito all’Osservatorio regionale, in collegamento con gli osservatori locali, viene ora demandata la funzione di analizzare e individuare temi rilevanti ed emergenti collegati al fenomeno del crimine organizzato e mafioso e verso cui esiste una particolare sensibilità sociale da sottoporre all’attenzione della costituenda Consulta regionale, al fine di essere approfonditi sul piano conoscitivo.
Il ruolo dell’Osservatorio regionale sui fenomeni connessi al crimine organizzato e mafioso viene ulteriormente valorizzato rispetto alla diretta promozione di seminari tematici, iniziative editoriali e, più in generale, di carattere culturale, finalizzate alla diffusione di conoscenza in materia, in raccordo con il centro di documentazione tematico collocato presso la Biblioteca dell’Assemblea legislativa, nella convinzione che una comunità consapevole e informata rappresenti un argine importante nella resistenza ai fenomeni di illegalità.

Ai fini della promozione e dello sviluppo delle politiche regionali di prevenzione e contrasto del crimine organizzato e mafioso si prevede l’opportunità di convocare la Conferenza regionale sulla legalità già prevista dalla Legge 24/2003, in particolare per meglio coordinare gli interventi di prevenzione primaria e secondaria con le azioni finalizzate al sostegno degli Enti Locali destinatari di beni immobili confiscati.

Inoltre, nell’ottica di rafforzare i rapporti di collaborazione e i compiti di coordinamento della Regione con i soggetti istituzionali preposti a compiti di indagine e osservazione dei fenomeni di criminalità organizzata e mafiosa, con gli Enti locali territoriali nonché con le Associazioni e le Organizzazioni sociali, sindacali e di categoria, viene istituita la Consulta regionale per la prevenzione del crimine organizzato e mafioso e per la promozione della cultura della legalità. In particolare la Consulta regionale per la promozione della cultura della legalità svolgerà attività  propositive e consultive nei confronti della Giunta Regionale in materia di cultura della legalità e della cittadinanza responsabile.

Va inoltre aggiunto un impegno ulteriore della Regione a rafforzare il coordinamento e l’armonizzazione dei propri interventi a favore della prevenzione del crimine organizzato e mafioso. Infatti già dalla passata Legislatura, la Regione Emilia-Romagna ha adottato una serie di interventi con l’approvazione di tre Leggi regionali di settore (11/2010 “settore edile e delle costruzioni”, 3/2011 “promozione della cultura della legalità e della cittadinanza responsabile” e 3/2014 “settori dell’autotrasporto, del facchinaggio, della movimentazione merci e dei servizi complementari”).Al fine di favorire l’attuazione coordinata di queste leggi, uno dei nuovi strumenti adottati sul piano interno consiste nella costituzione di una Cabina di regia interdirezionale, presieduta dall’Assessore in materia di legalità, così da garantire maggiore efficacia alle politiche regionali e operare tra le diverse norme di settore un più puntuale raccordo e coordinamento delle attività.

In allegato:
1)    Un resoconto delle politiche per la legalità della Regione
2)    Un focus sulle misure nell’area colpita dal sisma nel 2012

Bilancio attività RER
Area Sisma

 

Francesca Cappelletti incontra il Presidente Sergio Mattarella alla riunione di insediamento del Consiglio Superiore dei Beni Culturali del MiBaCT”

da: ufficio comunicazione ed eventi Unife

Francesca Cappelletti, Professoressa di Storia dell’Arte moderna dell’Università di Ferrara e membro del Consiglio Superiore dei  Beni Culturali del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo (MiBACT), ha incontrato, venerdì 27 febbraio, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel corso dellariunione di insediamento del gruppo di lavoro del Consiglio Superiore, per definire le modalità di apertura quotidiana al pubblico del Palazzo del Quirinale. Progetto del Presidente Mattarella è aprire le porte del Palazzo nel numero maggiore di spazi possibili. Non solo. Mattarella vorrebbe dedicare alcune delle sale all’esposizione di mostre temporanee. Obiettivo del ‘nostro’ Presidente, è inaugurare la stagione del Palazzo il prossimo 2 giugno in occasione della Festa della Repubblica.

Un obiettivo ambizioso che mette subito al lavoro i membri del Consiglio, composto, oltre dalla Prof.ssa Cappelletti, da Louis Godart, consigliere della presidenza per la Conservazione del patrimonio artistico,Mario De Simoni, direttore generale di Palaexpo-Scuderie del Quirinale, Alessandro Zuccari, ordinario di Storia dell’arte moderna a La Sapienza e Gianfranco Astori, consigliere del presidente per l’informazione.

Raggiunta al telefono ci parla un’emozionata Francesca Cappelletti che ci racconta… “Sono molto felice di poter partecipare a questo progetto, di così grande rilievo civile e culturale. Visitare il Quirinale vorrà dire ripercorrere la storia del nostro paese, dall’Unità d’Italia in poi, ma anche la storia dell’arte dalla fine del Cinquecento a oggi. Si tratterà di valorizzare, nel percorso, gli aspetti storici e quelli artistici, senza rendere il palazzo un museo, ma conservando il suo aspetto e la sua storia di residenza istituzionale, dove ogni stanza, ogni corridoio, raccontano un pezzo del nostro Paese. Spero che i miei studi sul palazzo barocco romano possano essere utili”.

Salute, Bonaccini inaugura all’Irst di Meldola la nuova Risonanza magnetica nucleare 3 Tesla

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Salute, il presidente Bonaccini inaugura all’Irst di Meldola la nuova Risonanza magnetica nucleare 3 Tesla: “Quest’Istituto rappresenta un esempio di qualità nei servizi per la salute e nello studio scientifico”

Esami ancora più precisi, veloci e meno invasivi nella cura dei tumori. Con l’avvio della Risonanza Magnetica Nucleare 3 Tesla (RMN 3T), inaugurata oggi dal presidente della Regione Stefano Bonaccini, l’Istituto scientifico Romagnolo per la cura dei Tumori (IRST) di Meldola completa l’offerta di strumentazioni per la diagnostica ad alta specializzazione, diventando così una realtà all’avanguardia in Italia e in Europa nel campo della cura, della ricerca e della formazione in campo oncologico. La nuova RNM 3 T entrerà a pieno regime in aprile.
“La nostra priorità – ha detto, tra l’altro, il presidente – è creare posti di lavoro, garantendo quella qualità nei servizi sanitari che abbiamo trovato prendendo il testimone da chi ci ha preceduto. L’Istituto di Meldola rappresenta, in questo senso – ha aggiunto Bonaccini – , un esempio di qualità nei servizi per la salute e nello studio scientifico”.
Il modello acquisito dall’IRST di Meldola (investimento complessivo di 2,1 milioni di euro, di cui 1,8 da parte del privato no profit) rappresenta una delle ultime e più potenti evoluzioni di questa metodologia diagnostica disponibili in Italia. La nuova RMN 3T consentirà esami più precisi (sarà possibile analizzare strutture anatomiche della grandezza di un millimetro) e veloci, garantendo una visualizzazione in 3D degli organi molto dettagliata, sia dal punto di vista morfologico che funzionale. La piattaforme installata combina due tecniche non invasive: la diagnosi e analisi a livello microscopico e spettroscopico dei tessuti cancerosi e un macchinario per l’emissione di ultrasuoni ad alta intensità per “bruciare” le cellule maligne. Il sistema offre ai pazienti la possibilità di sottoporsi a questo nuovo trattamento non invasivo, più tollerabile e senza gli effetti collaterali negativi della chemio e della radioterapia, e da un’opzione terapeutica a coloro che non possono sottoporsi ad altre tipologie di trattamento.

L’IRST di Meldola è frutto di una partnership tra pubblico (Regione Emilia-Romagna, Azienda Usl della Romagna, Comune di Meldola) e il privato no profit (Istituto Oncologico Romagnolo e 5 fondazioni bancarie). La Regione è entrata nell’assetto societario dell’Istituto per rafforzarne il ruolo pubblico e la responsabilità di nodo delle attività oncologiche di assistenza e di ricerca.

Risonanze magnetiche, oltre 60 mln gli investimenti nelle aziende del Servizio sanitario regionale
Per una spesa complessiva di circa 10 milioni di euro, in regione a oggi risultano installate cinque RNM 3T così divise: Azienda Usl di Bologna-Ospedale Bellaria (installata nel 2005), Azienda Usl di Modena-Ospedale S. Agostino Estense (2007), Azienda Ospedaliero-universitaria di Parma (2009), Istituto Ortopedico Rizzoli (2014), IRST di Meldola (2015). E’ prevista l’acquisizione di una RMN 3T per l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara nel piano investimenti 2015-2017 in corso di programmazione, per un valore presunto di 1,5 milioni di euro. In totale, a fine 2013, risultavano installate nelle Aziende del Servizio sanitario regionale 49 risonanze magnetiche di modelli e versioni differenti. Valore complessivo di acquisto, circa 50 milioni di euro.

Biodiversita’ per tutti: i progetti di “Citizen Science” per la conoscenza e la conservazione della natura.

da: ufficio stampa Comune di Ferrara

Sabato 14 marzo 2015, presso Museo Civico di Storia Naturale di Ferrara, via Filippo de’ Pisis, 24.

Programma

Ore 9.30. Registrazione dei partecipanti. Introduzione del Direttore del Museo, Stefano Mazzotti. Saluti di Massimo Maisto, Vicensindaco e Assessore alla Cultura, e Caterina Ferri, Assessore all’Ambiente, Comune di Ferrara.

Presentazione dei progetti. Coordina: Carla Corazza, Museo di Storia Naturale di Ferrara

10.00: Collezioni e citizen science. Dalla museologia al monitoraggio della biodiversità
Stefano Mazzotti, Laura Sensi, Danio Miserocchi, Museo di Storia Naturale di Ferrara; Andrea Benocci, Museo di Storia Naturale dell’Accademia dei Fisiocritici, Siena

10.20: Progetto ARVE – Farfalle del Veneto
Lucio Bonato, Dipartimento di Biologia, Università di Padova 
Marco Uliana, Museo di Storia Naturale, Venezia
Stefano Beretta, Associazione Entomologica Naturalistica Vicentina

10.40 Progetto MIPP – Monitoring of Insects with Public Participation 
Alessandro Cini e Lara Redolfi De Zan, Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (FI) e Centro Nazionale per lo studio e la Conservazione della Biodiversità Forestale Bosco Fontana, (MN);
Giovanni Nobili, Corpo Forestale dello Stato, Punta Marina (RA)

11.00 Progetto CSMON-LIFE: Data from the people, data for the people
Stefano Martellos, Dipartimento di Scienze della Vita, Università di Trieste

11.20 Progetto SiiT – Strumenti interattivi per l’identificazione della biodiversità
Pier Luigi Nimis, Dipartimento di Scienze della Vita, Università di Trieste

11.40: Progetto SiiT – I pesci del fiume Reno: dalle Valli di Argenta al mare
Mattia Lanzoni, Dipartimento di Scienze della Vita e Biotecnologie, Università di Ferrara

12.00 Intervento dell’On. Alessandro Bratti, VIII Commissione Ambiente della Camera e Presidente Commissione Bicamerale Rifiuti

12.20-14.00 Pausa pranzo in Museo

14.00 Progetto Occhio alla Medusa – Meteomeduse.focus.it – Perseus, CoCoNet, Med Jellyrisk 
Ferdinando Boero, Università del Salento, Lecce. CNR-ISMAR, Genova

14.20 Progetto Atlante delle libellule italiane
Stefano Aguzzi, Associazione Odonata.it

14.40 Progetto Ornitho.it – Piattaforma comune d’informazione di ornitologi, birdwatchers e…
Roberto Lardelli, Gruppo di Conduzione di Ornitho.it

15.00 Discussione

16.00 Chiusura lavori

La partecipazione è libera e gratuita ma chiediamo per favore la registrazione utilizzando il modulo online: MODULO DI ISCRIZIONE

Invito pdf: biodiversita_pieghevole_definitivo_2_marzo.pdf 
Locandina pdf: biodiversita _locandina_definitiva _2_marzo.pdf

Altri dettagli alla pagina Biodiversità per tutti: i progetti di citizen science per la conoscenza e la conservazione della natura

Locandina Biodiversità per Tutti

Coldiretti: il 5 marzo a Bologna il popolo del Parmigiano scende in piazza

da: ufficio stampa Coldiretti

Il popolo del Parmigiano Reggiano scende in piazza a Bologna per denunciare una crisi che sta facendo più danni del terremoto di tre anni fa. Tra la “galleria dei nemici del Parmigiano” e la preparazione in piazza di una forma dal latte di vacche rosse, al via il villaggio del latte Coldiretti.

E’ crisi senza precedenti per i formaggi simbolo della nostra regione e del made in Italy: ParmigianoReggiano e Grana Padano stanno soffrendo e patendo più danni del terremoto che tre anni fa ha fatto cadere a terra centinaia di migliaia di forme e distrutto stalle, caseifici e magazzini.

“Il popolo del Parmigiano e del Grana”, con migliaia di produttori, casari, stagionatori, gastronomi e consumatori, si ritroverà con Coldiretti Emilia-Romagna il prossimo 5 marzo 2015 dalle ore 9,30 a Bologna in piazza XX Settembre dove sarà realizzata la “prima galleria dei nemici del Parmigiano” per smascherare i falsi scovati nei diversi continenti che fanno delle due eccellenze italiane, i prodotti agroalimentari made in Italy più imitati al mondo.

Ma non solo mostra: inpiazza (dove sarà realizzata una autentica stalla) sarà possibile assistere in diretta alla preparazione di forme, da parte di casari che con antichi rituali, comprese le caldaie di rame ed il fuoco di legna, lavoreranno con sapienza e maestria il latte delle vacche rosse (la storica razza da cui è nato il Parmigiano Reggiano), evidenziando ancor più le differenze tra il prodotto originale e le “imitazioni”.

Anche da Ferrara partirà una delegazione di allevatori e produttori, con alla testa il presidente provinciale Sergio Gulinelli ed il direttore Luigi Zepponi.

Nell’occasione sarà presentato uno studio sul mercato del Parmigiano Reggiano che evidenzia una storica e drammatica inversione di tendenza dei crescenti costi di produzione e dei sempre più risicati redditi degli allevatori.

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Nota di Caterina Palmonari (Donne PD) su 8 marzo

da: Caterina Palmonari, Coordinatrice Provinciale Conferenza Donne PD

Sto per diventare mamma, e’ questione di giorni, chissà forse di ore. Tra i millle pensieri di questi giorni, tra le ansie, le gioie e le paure, ho cercato di immaginare come cambierà la mia vita, come cambierà la nostra vita. Non ho potuto evitare di pensare, tra le tante cose, se potro’ passeggiare per il centro storico della città, sulle mura, per il Parco Massari, anche con il mio piccolino. 
Così mi sono tornati alla mente tanti discorsi fatti con le mie amiche già mamme, che mi raccontavano di quante volte si sono trovate in giro per la città nell’imbarazzo di non sapere dover allattare il proprio bimbo o la propria bimba. 
Così come i racconti del disagio di alcuni amici già papà nel trovarsi a cercare un punto per “cambiare in emergenza” il piccolino o la piccolina. Per questo, a pochi giorni dal momento in cui avrò il mio bambino e a pochi giorni dall’8 Marzo ho deciso di appellarmi, in veste di quasi mamma, di cittadina ferrarese e di Coordinatrice delle Donne Democratiche, alla Giunta Comunale e al Sindaco Tiziano Tagliani. 
Vorrei chiedere loro di individuare alcuni luoghi sparsi per la città, nel centro e lungo le mura, per allattare e cambiare i bimbi in tranquillità, affinché le mamme, i papà e i piccolini possano sempre concedersi di passeggiare tranquillamente per la nostra bellissima città. 

Torna la collettiva di fotografia “Emozioni” dal 5 all’8 marzo al Boldini

da: ufficio stampa Agire Sociale CSV Ferrara

La Collettiva del Gruppo “Foto Club Fotografia per Passione” per sensibilizzare sulla lotta all’ictus. Inaugurazione giovedì 5 marzo, ore 19, al Boldini.

Alice Ferrara Onlus Associazione Lotta all’Ictus Cerebrale in collaborazione con il gruppo “Foto Club Fotografia per passione”  organizza dal 5 all’8 marzo 2015, dalle ore 16 alle 21, una mostra fotografica collettiva dal titolo “Emozioni” presso la Sala Boldini, in via Previati 18 a Ferrara.

A,L,I.Ce. Ferrara Onlus Associazione Lotta all’Ictus Cerebrale, visto il successo dello scorso anno, ritorna in questo modo a coinvolgere la cittadinanza su questa malattia, sulle sue cause e sui supporti in aiuto dei malati e dei loro famigliari.

Manifestazione GIORNATA BASSANI 2015

“Emozioni” è una mostra collettiva fotografica di fotografi dilettanti e protagonisti con in comune la Passione per la Fotografia che può recare emozioni a chi la coglie. Saranno esposte circa 120 fotografie

Emozioni é patrocinata dalla Azienda Ospedaliera Universitaria di Ferrara, della Unità Sanitaria Locale di Ferrara, ​dal Comune di Ferrara e con il contributo della Cassa di Risparmio di Cento

Si invita all’inaugurazione della mostra che si terrà giovedì 5 marzo, alle ore 19,00, sempre alla Sala Boldini. Ingresso Libero Per informazioni: www.aliceferrara.org – https://www.facebook.com/alice.ferraraonlus

 

I risultati di “Una Lince Per Amica”

da: ufficio stampa Ente Palio città di Ferrara

La prima edizione de “Una Lince per amica” ha riscosso un grande successo: siamo riuscito in due giorni a raccogliere quasi tre quintali e mezzo di alimenti da devolvere alla chiesa di Pontelagoscuro, grazie sopratutto alla disponibilità del supermercato Interspar di via Pomposa e alla generosità tutta la clientela, che è si è dimostrata sensibile alla nostra iniziativa. – hanno commentato gli organizzatori rosso-blu – Questo risultato ci spinge a proseguire nel nostro impegno, perché la Contrada diventi così ancora di più parte attiva sul territorio, dando un aiuto concreto a chi ne ha bisogno.”

una lince per amica 1

7.000 volte “grazie”: Hera premia i frequentatori più assidui delle stazioni ecologiche, 74 sono di Ferrara

da: ufficio stampa Hera

Oltre 1 milione e 280mila accessi registrati nelle 141 stazioni ecologiche di Hera in Emilia-Romagna. Un premio ai cittadini che più spesso hanno utilizzato il servizio nel 2014 dando un contributo essenziale alla crescita della raccolta differenziata .  

49.400 sono stati gli accessi alle 3 stazioni ecologiche di Hera a Ferrara nel 2014, compiuti dai 18.153 utenti che vi si sono recati almeno una volta nel corso dell’anno, in crescita rispetto ai 16.838 del 2013. Complessivamente, sull’intero territorio gestito da Hera in Emilia-Romagna gli accessi nelle 141 stazioni ecologiche sono stati 1.280.000 e 345.000 gli utenti totali. E, tra questi, l’Azienda ha deciso di premiarne 7.000, di cui 74 sono di Ferrara,  quelli che le hanno frequentate con maggiore continuità. Un riconoscimento, quindi, attribuito all’utilizzo dei servizi forniti dalle stazioni ecologiche che rappresentano un’infrastruttura di fondamentale importanza nell’ambito del sistema di raccolta dei rifiuti e che contribuiscono a ridurre gli abbandoni sul territorio.

“Porta un amico” alla stazione ecologica

La comunicazione sta arrivando ai vincitori in questi giorni e invita gli utenti a ritirare, entro il 31 marzo 2015, il premio, un omaggio che aiuta a fare la raccolta differenziata dei rifiuti  direttamente alla stazione ecologica del proprio territorio. Gli utenti premiati potranno, a loro volta, con l’iniziativa “Porta un amico”, invitare altrettanti amici che non si sono mai recati in una stazione ecologica ad accedervi per la prima volta. Anche a questi cittadini sarà consegnato un gadget in cambio del conferimento di almeno 5 kg di rifiuti differenziati.

Dalle stazioni ecologiche transita il 22% della raccolta differenziata

I rifiuti conferiti alle stazioni ecologiche rappresentano il 22% di tutta la raccolta differenziata che viene fatta sul territorio servito da Hera nella regione. Alle stazioni ecologiche i cittadini possono portare gratuitamente anche tutti quei rifiuti urbani che devono essere raccolti in maniera differenziata ma, per tipologia, dimensioni o peso, non possono essere inseriti nei contenitori stradali o domiciliari (ad esempio, rifiuti da apparecchiature elettriche, inerti, medicinali scaduti, pneumatici, oli da cucina e minerali, cartucce per stampanti, ecc.). Il conferimento consente di ottenere per i cittadini sconti sulla bolletta della Tari.

Valorizzare il gioco di squadra tra azienda e cittadini

“Siamo convinti – commenta Tiziano Mazzoni, Direttore Servizi Ambientali di Hera – che valorizzare la collaborazione e il gioco di squadra tra l’azienda e le comunità dei territori nei quali operiamo rappresenti la ricetta ideale per continuare a migliorare il servizio erogato e, al tempo stesso, favorire una cultura allargata e condivisa della sostenibilità”.

 

Ferrara sotto le Stelle 2015: Andrew Bird nel cortile del Castello Estense

da: Ferrara sotto le Stelle 2015

L’eclettico e geniale polistrumentista di Chicago torna in Italia dopo anni di assenza per un’unica imperdibile data a Ferrara.

 

Andrew Bird ha imbracciato il suo primo violino all’età di quattro anni e ha trascorso la sua adolescenza imparando il repertorio classico completamente a orecchio. Il giovane Bird si è appassionato ad una enorme varietà di stili musicali tra cui il jazz, il country blues e il folk, sintetizzandoli poi nel suo personalissimo ed elegante pop. Dall’inizio della sua carriera discografica nel 1996 con l’album d’esordio Music of Hair Bird ha pubblicato 11 album, tra cui ricordiamo i bellissimi Noble Beast e Armchair Apocrypha e suonato migliaia di concerti, collaborando con artisti del calibro di Jeff Tweedy, Glenn Kotche, Ani Di Franco, Rufus Wainwright e Bonnie “Prince” Billy, dando vita ad uno stile raffinato e originale ed affermandosi come uno dei talenti più geniali della scena indipendente americana degli ultimi 20 anni.

Bird ha continuato a registrare con la Preservation Hall Jazz Band ed a esibirsi a New York, Carnegie Hall, Sydney Opera House e nei festival di tutto il mondo.
Negli ultimi anni ha composto la sua prima colonna sonora per il film Norman di Jonathan Segal (salutato dal The New York Times come “a probing, thoughtful score”,
ha contribuito alla colonna sonora di The Muppets e ha collaborato con l’inventore Ian Schneller a Sonic Arboretum, un’installazione che ha debuttato al Guggenheim Museum di New York ed esposta al Museo di Chicago di Arte Contemporanea.
Nel 2012, ha pubblicato due album acclamati dalla critica, Break It Yourself, e Hands of Glory, seguiti lo scorso anno dall’EP Want To See Pulaski At Night e più recentemente da una collezione di cover di The Handsome Family intitolata Things Are Really Great Here, Sort Of…che contiene anche “Far from any road”, poi divenuta la sigla della celebrata serie televisiva True Detective.

Mercoledì interruzione del servizio idrico nella zona San Carlo del Comune di S. Agostino

da: ufficio stampa Hera

Dalle ore 8.30 alle ore 12.30 per permettere l’effettuazione di alcuni lavori alle reti idriche.

Mercoledì 4 marzo, dalle ore 8.30 alle ore 12.30, nella zona San Carlo del Comune di S. Agostino, sarà interrotta l’erogazione dell’acqua potabile, per permettere la realizzazione di alcuni lavori lungo le reti idriche.

 

In particolare, saranno interessate dall’interruzione le vie Ludergnani, Luneda, Statale (dal civico 2 al civico 64 e dal civico 1 al civico 5).

I clienti interessati sono circa 60 ed Hera ha provveduto ad informarli tramite apposito volantino distribuito a tutte le porte.

 

Inoltre, potrebbero verificarsi cali di pressione nell’erogazione dell’acqua, sempre nella mattinata, anche in altre zone dell’abitato di S. Carlo.

 

Al termine dei lavori potrebbero verificarsi degli episodi di variazione di pressione o temporanei intorbidimenti ma comunque resta confermata lapotabilità dell’acqua, dal punto di vista chimico e batteriologico.

 

In caso di imprevisti o maltempo i lavori verranno rinviati al giorno successivo lavorativo.

 

Hera si scusa per il disagio arrecato, assicurando il contenimento al minimo dei tempi di intervento.

Per informazioni è possibile contattare il Pronto Intervento 800.713900, attivo tutti i giorni, 24 ore su 24.

 

Copparo: due iniziative per la Festa della Donna

da: ufficio comunicazione Comune di Copparo

Anche quest’anno il Comune di Copparo (Commissione Consiliare Pari Opportunità e Biblioteca Comunale), in collaborazione con il Salotto Letterario “Voci d’insieme” Pro Loco, intendono ricordare la Festa Internazionale della Donna con due iniziative legate alla lettura e alla scrittura.

Giovedì 5 marzo, dalle 16:30 alle 19:00, si svolgerà una breve Maratona di lettura sul tema “Scrivere donna oggi, scrittrici italiane nel panorama contemporaneo”, a cui parteciperanno lettori e lettrici volontarie. Le letture, come indicato dal titolo, riguarderanno brani dalla produzione letteraria degli ultimi 15 anni, da parte di scrittrici, giornaliste, ricercatrici.

Sarà poi proiettato un audiovisivo realizzato dalla Biblioteca. L’iniziativa sarà preceduta dall’offerta di tè e biscotti a tutti i partecipanti.La Maratona avrà luogo presso la Biblioteca Adulti (Torre Estense, secondo piano).

Domenica 8 marzo, alle ore 16:00 presso la Galleria civica Alda Costa, in contemporanea con l’apertura della mostra “Meccanismi naturali” (foto e testi di Marco Caselli Myotis), avrà luogo una tavola rotonda, accompagnata da musica e letture, dal titolo “A Copparo si scrive così, autrici copparesi a confronto”.

Nel corso dell’incontro interverranno Silvia Beda, Gaia Conventi, Giuseppina Ruighi e Nicoletta Zucchini, che saranno intervistate da Matteo Bianchi (Gruppo del Tasso).

Nel corso del pomeriggio, letture di brani dalle opere delle autrici e di scrittrici copparesi non più presenti tra noi, ma che hanno lasciato importanti tracce nella letteratura locale, come Clara Mantovani e Liana Medici Pagnanelli.

Concluderà l’evento un aperitivo con sfiziosi assaggi.

Ad entrambe le iniziative sono invitati tutti i cittadini.

Coldiretti: il Popolo del Parmigiano scende in piazza

da: ufficio stampa Coldiretti

Contro i falsi che affossano il mercato del formaggio più imitato al mondo.

Per la prima volta il popolo del Parmigiano Reggiano e del Grana Padano scende in piazza di fronte ad una crisi senza precedenti che sta facendo più danni del terremoto che tre anni fa ha fatto cadere a terra centinaia di migliaia di forme e distrutto stalle, caseifici e magazzini.

Sarà Coldiretti Emilia Romagna a portare migliaia di produttori, casari, stagionatori, gastronomi e consumatori il prossimo 5 marzo 2015 dalle ore 9,30 a Bologna in piazza XX Settembre dove sarà realizzata la “prima galleria dei nemici del Parmigiano” per smascherare i falsi scovati nei diversi continenti che fanno delle due eccellenze italiane, i prodotti agroalimentari made in Italy più imitati al mondo.

Ad evidenziare le differenze con il prodotto originale nella piazza ci saranno i casari che prepareranno le forme secondo gli antichi rituali, con caldaio di rame su fuoco di legna ed una vera e propria stalla con vacche rosse, la storica razza da cui è nato il Parmigiano Reggiano.

Nell’occasione sarà presentato uno studio sul mercato del Parmigiano Reggiano che evidenzia una storica e drammatica inversione di tendenza.

Marzo donna 2015: tutte le iniziative in programma

da: ufficio stampa Comune di Comacchio

Sabato 7 marzo alle ore 15 con la X edizione della rassegna pittorica “Donne, forme e colori”, curata dall’Udi-Spazio Donna e patrocinata dall’Amministrazione Comunale, si aprirà il sipario sul calendario di iniziative “Marzo Donna 2015”. A Palazzo Bellini infatti sarà inaugurata la personale di Parmarè e la collettiva di artiste locali, con le quali l’UDI di Comacchio anche quest’anno, in concomitanza con la Festa della Donna, vuole dare voce all’estro femminile. Dopo i saluti del Sindaco Marco Fabbri e dell’Assessore alle Pari Opportunità Alice Carli interverranno Ornella Farinelli (Udi-Spazio Donna) e Liviana Zagagnoni (Udi-Ferrara). Sarà poi proiettato un video relativo alla storia degli ultimi 10 anni di attività e di impegno dell’Udi locale e a seguire avrà luogo l’inaugurazione e la visita guidata alla mostra pittorica nelle sale espositive del piano terra (Via Agatopisto, 5). “In questi dieci anni di attività – commenta Ornella Farinelli – la nostra associazione ha toccato numerose importanti tematiche, stimolando riflessioni profonde sulle discriminazioni e sugli abusi che ancora purtroppo gravano su milioni di donne in tutto il mondo. Dal 2013 , grazie alla firma della convenzione NO More contro il femminicidio, siamo impegnate a stretto fianco con il Comune per dire basta alla violenza sulle donne e anche attraverso questa rassegna pittorica vogliamo proseguire le nostre battaglie di civiltà.” La mostra “Donne, forme e colori” sarà visitabile ad ingresso gratuito sino al 4 aprile prossimo (orari: 9/12 e 15/18). Sempre venerdì 6 sabato 7 marzo, con replica domenica 8 marzo, torneranno in Piazza Folegatti i banchetti allestiti dall’Udi Spazio Donna per la tradizionale distribuzione della mimosa. Domenica 8 marzo la sala polivalente “San Pietro di Palazzo Bellini” ospiterà alle ore 15 il “Premio Donna Comacchio Marisa Marighi”, promosso ed organizzato, come di consueto dal Centro Italiano Femminile locale. “La manifestazione si pone come finalità – spiega Luciana Luciani, presidente del C.I.F. -, quella di premiare con una medaglia d’oro una donna del nostro territorio, che si sia distinta particolarmente in ambito sociale e civile e di volontariato, esaltando i valori cristiani e civili dell’altruismo e della dedizione ai più deboli, anche in nazionalità lontane e povere. Anche quest’anno la scelta non è stata facile – prosegue Luciani -, perchè sono tante le comacchiesi, di ogni età, che si prodigano in silenzio per il prossimo.” Dopo i saluti del Sindaco Marco Fabbri e dell’Assessore alle Pari Opportunità Alice Carli, interverranno la stessa Luciana Luciani e Nadia Lodi (Presidente regionale del CIF). Spetterà poi a Laura Luciani, Vice-presidente del CIF di Comacchio, leggere le motivazioni sottese al conferimento del premio. Lucia Felletti coordinerà l’iniziativa. Alle ore 17 si esibirà la compagnia teatrale “Briciole di Teatro”, alle ore 17.45 assisteremo al concerto di Tony Marlow e Patrizia, mentre la serata terminerà con l’aperitivo e con la distribuzione della mimosa a tutte le donne. Infine venerdì 27 marzo al Circolo ricreativo “Laguna” (Via Spina, 77) “Festeggiamo a tavola con le donne del mondo” è la cena conviviale con musica, balli, letture a tema che dalle ore 20.30 animerà la serata al femminile, promossa dall’Udi-Spazio Donna, a chiusura del calendario di iniziative “Marzo Donna 2015.” Tutte le iniziative vedono un lavoro organizzativo intenso, curato dietro le quinte dalla responsabile del Servizio Pubblica Istruzione e Pari Opportunità, Patrizia Buzzi. L’Assessore alle Pari Opportunità Alice Carli, entusiasta per l’ottimo lavoro svolto dalla Commissione Pari Opportunità, sottolinea come “ogni anno si perfeziona la sinergia e la proficua collaborazione instaurate con le associazioni femminili. Fa piacere riscontrare la bella sintonia tra donne che provengono dal mondo dell’associazionismo, seppur di estrazione culturale diversa ed è un bel messaggio di coesione che si vuole lanciare alle giovani generazioni. L’impegno sin qui profuso contro le discriminazioni e gli abusi sulle donne – conclude l’Assessore Carli – è un obiettivo che ci prefiggiamo di continuare a condividere anche per il futuro. Solo stando unite, tra donne e Amministrazione Comunale, si possono vincere nuove, importanti sfide.”

Marzo Donna 2015

Uomini e Topi sul grande schermo

da: ufficio Stampa Apollo Cinepark

Domani sera alle 20.15 all’ Apollo Cinepark, live dal National Theatre di Londra, sullo schermo arriva “Uomini e Topi” con James Franco e Chris O’Dowd.

Tratta dal romanzo del premio Nobel per la letteratura John Steinbeck  l’opera è in lingua originale sottotitolato in italiano ed è uno degli appuntamenti più attesi della rassegna “Apollo Arte e Cultura”.

Ambientato in California, Of Mice and Men (pubblicato a New York nel 1937 e disponibile in italiano per Bompiani nel volume a cura di Luigi Sampietro) è un potente ritratto dello spirito americano dopo la Grande Depressione del 1929, ma anche la testimonianza straziante della forza dell’amicizia. Ha dichiarato James Franco “E’ la mia prima volta a Broadway, ma me ne sono innamorato. Quando i miei colleghi del mondo del cinema mi chiedono come riesca a farlo e rifarlo tutte le sere, io rispondo che le repliche hanno sempre una nuova energia grazie al pubblico che hai davanti. E’ come se ci fosse una nuova elettricità ogni sera. In un certo senso è più emozionante che fare un film”. 

L’attore e comico irlandese Chris O’Dowd, conosciuto per commedie come Le amiche della sposa e Friends with Kids, interpreta la parte del bracciante Lennie, affetto da un ritardo mentale. James Franco veste invece i panni di un altro bracciante, George, che si prende cura di Lennie, come se ne fosse il tutore. Dotato di un’enorme forza fisica, Lennie sfugge spesso al suo controllo tanto da arrivare un giorno a spezzar l’osso del collo della moglie del padrone del ranch. Disperato George sarà costretto ad ammazzare l’amico per sottrarlo al linciaggio.
Nato nel 1978 a Palo Alto, James Franco è un attore, regista, scrittore e sceneggiatore statunitense. Inizia a recitare negli anni Novanta in serie televisive come Freaks and Geeks e raggiunge la fama internazionale interpretando Harry Osborn nella trilogia di Spider-Man di Sam Raimi, lo spacciatore Saul Silver in Strafumati, Aron Ralston in 127 ore e il mago di OZ nel film Il grande e potente Oz. Nel 2013 l’attore ha ricevuto la sua stella nella Hollywood Walk of Fame.

Regia: Anna D. Shapiro
Cast: James Franco; Chris O’Dowd

 

L’INCHIESTA
Rimborsi per il sisma, l’odissea dei creditori

Tempi lunghi per i rimborsi dei danni del sisma. Lunghissimi. Il Comune di Ferrara svolge un’istruttoria accurata, al punto da ripetere per almeno due volte tutte le verifiche: la pratica presentata viene esaminata da un primo nucleo di valutazione che la istruisce e poi la trasmette al gruppo incaricato di predisporre l’ordinanza del sindaco che ripete di nuovo tutti controlli, magari eccependo sul lavoro fatto nel grado precedente. E alla fine se l’importo erogato è relativo a lavori in corso, a conclusione si deve verificare di nuovo che tutto quadri. E’ un po’ come in tribunale, con vari gradi di giudizio. E gli effetti non sono tanto differenti: si sa quando un ‘processo’ incomincia, non quando finisce. L’unica certezza è che il creditore dovrà avere pazienza, molta pazienza.

Trecentonovantatré sono le richieste di contributo accettate dal Comune di Ferrara su 2.102 presentate al 30 gennaio scorso. Venti milioni e trecentomila gli euro assegnati, dei quali dieci milioni 663mila già erogati ai primi 280 beneficiari. Gli altri sono in attesa. “Ora ci stiamo occupando degli interventi più onerosi, quelli relativi alle ricostruzioni vere e proprie: parliamo di importi sino a due, tre milioni ciascuno”. Marco Vanini è il responsabile dell’ufficio sisma e assieme ad altri undici colleghi, ingegneri o come lui architetti (e un amministrativo), già dal giugno 2012 si occupa delle pratiche relative ai rimborsi per i danni causati dal terremoto. “All’inizio eravamo solo in cinque, poi quando dopo circa un anno sono cominciate ad arrivare numerose istanze il numero è aumentato”.
Da più parti arrivano lamentele per la lentezza con cui procedono le istruttorie e si assegnano i soldi a chi ne ha diritto. Cosa dice la la normativa regionale a riguardo? “Dalla presentazione dell’istanza dovrebbero trascorrere massimo 60 giorni, ora portati a 90”. E invece? “Invece poi quasi sempre le domande sono incomplete e richiedono dunque integrazioni che allungano l’attesa”. In media quanto si aspetta? “Difficile fare una media”. In realtà un media matematica non è così difficile da calcolare, ma il prudente architetto Vanini non si sbilancia. Di certo c’è chi ha atteso anche un anno e mezzo prima di avere i soldi sul conto corrente.

Ma perché tanto tempo? Il Comune prevede due livelli di controllo. Il primo di merito. “Valutiamo le spese, la correttezza dei computi metrici, il rispetto delle normative sulla sicurezza, gli aspetti strutturali”. Se tutto è in ordine scatta il benestare e si predispone l’ordinanza del sindaco che sancisce il diritto al rimborso. A quel punto l’atto viene notificato alla banca che prenota alla Cassa depositi e prestiti la somma stanziata. “Quando però si procede a Sal (cioè a rimborsi in stato progressivo di avanzamento dei lavori, ndr) come avviene di norma, si rende ovviamente indispensabile un’ulteriore verifica, che comprovi il rispetto delle previsioni”. Comprensibile. Meno comprensibile invece è che lo stesso criterio si applichi anche a chi richiede il rimborso di lavori già effettuati e magari pure pagati. Anche in questo caso il fascicolo passa da un primo nucleo di istruttori a un secondo, con le medesime competenze (trattandosi sempre di architetti ed ingegneri) che prima di emettere l’ordinanza ripassa al setaccio per la seconda volta la documentazione già analizzata dai colleghi del medesimo ufficio, con un significativo e poco giustificato incremento dei tempi di attesi”. Anche perché un’ordinanza può richiedere tre mesi per essere prodotta. “Troppi?” ci domanda il responsabile, e di rimando ci mostra un faldone così pesante da sembrare un arma impropria… “D’altronde i controlli sono necessari, stiamo assegnando soldi della comunità, denaro di tutti, ci vuole senso di responsabilità”.
“E poi ci sono le telefonate – aggiunge – Ne arrivano tantissime. Rispondere a tutti e con cortesia è un dovere, ma richiede anche parecchio tempo”. Finirete entro l’anno l’esame delle pratiche pendenti? Vanini spalanca le braccia. “Forse sì, forse no. Io di certo terminerò il mio lavoro, perché a dicembre vado in pensione”.

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PAGINE DI GIORNALISMO
Vita da giornalista (meglio che lavorare)

Etaoin etaoin etaoin: sono nato professionalmente, giornalisticamente, quando questa frase iterativa aveva un significato, oggi è soltanto un oscuro messaggio, cento milioni a chi sa dire che cosa significhi, per facilitare posso aggiungere la parola asfongobeis. Ora tutto chiaro, no? Sovente, negli articoli dei giornali di una volta (poche pagine, quasi niente pubblicità se non quelle di un callifugo che si trovava su tutti i fogli oppure della miracolosa pomata per rassodare i seni stanchi e afflosciati delle donne e farli ergere come a sedici anni), dicevo che spesso gli articoli dei quotidiani finivano misteriosamente con la frase incriminata. Per esempio: “…e con tre coltellate il marito malfidente ha ucciso, accusandola d’infedeltà, la moglie. Etaoin etaoin etaoin asfongobeis”. Pareva un saluto in greco antico. Invece, era semplicemente una riga di piombo, anzi due, che il linotipista faceva scendere sulla colonna ancora bollente, ma non più allo stato fuso, per pareggiarla e con la mano sinistra faceva una strisciata in verticale sui primi tasti delle sei file della consolle e usciva la riga con tre etaoin, poi, con la mano destra, compiva lo stesso gesto ma in orizzontale e sulla colonna rovente cadeva la riga di piombo con asfongobeis, ora sarebbe necessario spiegare che cos’era la linotype, com’era fatta, che funzioni aveva nella stampa a caldo, ma andremmo fuori tema, c’era la linotype e basta, e c’erano i linotipisti, coloro che trasferivano sul piombo i manoscritti (si scriveva molto a mano, soprattutto i collaboratori intellettuali) e i dattiloscritti: erano bravissimi i linotipisti, veloci, precisi. Etaoin etaoin etaoin asfongobeis. Pensieri vaganti in un momento in cui i ricordi vanno a quando molto lavoro umano era ancora manuale, il cellulare non era il telefonino ma semplicemente il furgone per il trasporto dei detenuti, i telefonini non esistevano e per chiamare il giornale da fuori città si chiedeva alla centralinista una “R”, una “rovesciata”, voleva dire avere la precedenza sulle interurbane normali e far pagare la chiamata al giornale. Era tutto più faticoso e più semplice. Adesso che tutto è semplice le cose sono maledettamente complicate.

Forse la vita comincia quando e dove finisce la ragione, era una massima di mia nonna Adele, nata Sgallari, ma potrebbe anche essere di Kierkegaard o, ancora più indietro, di Giordano Bruno in attesa del rogo purificatore che la Chiesa riserva a chi parla o pensa troppo. L’apostema (termine scelto con cura maniacale per la sua bruttezza) personalmente l’avrei affisso all’entrata delle grandi città dei morti, e pure dei piccoli cimiteri, creati, in nome di Dio, per la gloria dei vivi, meglio di quell’orribile motto che i nazisti mettevano sui cancelli dei loro lager, “Arbeit macht frei”, stupido, arrogante, feroce: il lavoro stanca l’uomo, mica lo rende libero, i padroni hanno sempre fatto lavorare i loro servi, ritagliando per se stessi ampi spazi di libera inettitudine, mascherata sotto l’ipocrita formula “il signore sta studiando”, mai visto un signore (o una signora) zappare la terra, al massimo sono stati notati, i signori, mentre curano le camelie, operazione che, come si sa, comporta molta fatica. Camelie oppure orchidee. Se i padroni avessero amato lavorare, certamente a curare le camelie avrebbero mandato i loro operai, ai quali viene raccomandato di non pensare, pensare, infatti, è pericoloso e il padrone ha il dovere di salvaguardare la salute psicofisica dei dipendenti. E avrebbero riservato a se stessi, i padroni, l‘ambita fatica negli altiforni. E’ una delle ragioni principali dell’atteggiamento paternalistico e protettivo degli editori nei confronti dei loro giornalisti, che sono gli zappatori del pensiero, i manovali dell’intellettualità, guai se un giornalista comincia a pensare, il suo capo servizio subito lo guarda con sospetto, il sospetto poi viene comunicato al direttore, da questi all’editore e, alla prima occasione propizia, il cogitante viene allontanato con le buone o con le cattive maniere, messo da parte, confinato nel limbo degli impuri rivoltosi nemici della società: c’era un mio collega per il quale era stato ritagliato un solo compito, trascrivere, mandandoli poi in tipografia, gli annunci del mercatino dell’usato dei lettori, centinaia ogni giorno e lui scriveva, scriveva, di tanto in tanto qualcuno gli passava dietro, gli batteva con la mano su una spalla e gli diceva “beato te, Paolo, che fai il giornalista e viaggi”.

Parlare dei giornalisti e del giornalismo oggi significa tentare di spiegare le ragioni di una società stupida, violenta, ignorante, in cui i giornalisti sono gli strumenti del potere per imporre alla gente il proprio interesse. Il potere è un’enorme, furba, indifferente bestia pelosa. E il popolo moderno non viene educato secondo regole del buon comportamento, siccome voleva un antico codice borghese, anche questo ormai dimenticato – la formula era: come un buon padre di famiglia – ma dai programmi televisivi pensati per le casalinghe meno attrezzate culturalmente e dalle centinaia di settimanali-bagascia nei quali gli argomenti più impegnati riguardano le tette siliconate di ragazze decerebralizzate e i muscoli taroccati di qualche maschio enfiato con gli anabolizzanti, come le galline e i vitelli da macello, la cui carne si sgonfia e si affloscia appena sente il brucior del fuoco. Il buon giornalista è quasi sempre colui il quale vende meglio la propria carne e il proprio cervello e il grande giornalista è un intellettuale che conosce meglio degli altri l’inesauribile gioco del mercato delle idee, non si deve prestar fede a chi presenta figure romantiche di scrittori che hanno saputo opporsi con il proprio petto agli insulti della violenza del potere, gettare la stampella contro il nemico, chi veramente lo ha fatto è stato impallinato, umiliato, avvilito, confinato e insultato: un grande giornalista, Guido Nozzoli, forse il migliore tra gli italiani inviati durante la guerra in Vietnam, venne richiamato in patria, scriveva cose sconce, cioè la verità su quella nefanda avventura del capitalismo non soltanto americano, ecco, Nozzoli diceva di avere un unico censore, il suo barbiere di Rimini, nella cui bottega tornavano di tanto in tanto anche Federico Fellini e Sergio Zavoli, amici antichi, sì che il negozio era diventato luogo di ritrovo, di discussione, di dibattito ed era sempre il parrucchiere a dirigere, a giudicare, a condurre come un Santoro da bottega e, a volte, a ironizzare sui tre suoi amici famosi: quando ero in Vietnam – raccontava Guido – e descrivevo un’operazione bellica e mi accorgevo di aver usato una parola desueta, immaginavo di vedere il mio barbiere uscire dalla sua boutique e urlare il mio nome facendo seguire il grido da una sonora pernacchia. A quel punto Nozzoli cancellava il termine sostituendolo con uno più popolare, “che Dio benedica il mio barbiere”, concludeva. L’eretico anticapitalista Nozzoli fu punito, il suo raggio d’azione non poteva andare oltre le mura della pur grande Milano, “sono un inviato in tram”, diceva sorridendo amaro. Un giorno venne a salutarmi, eravamo in redazione al giornale, torno a Rimini, disse, vado in pensione a fare l’ebanista, mi piace fare l’ebanista, un giorno vieni a vedere come ho sistemato un cassettone antico a casa mia. Il giornalismo del potere lo aveva mandato in pensione anzitempo, ma non credo che abbia poi fatto l’ebanista. Di lui rimane nella mia biblioteca il bellissimo libro “I ras del fascismo”. Rividi qualche anno dopo, seduto a un bar davanti all’Embassy, glorioso baladùr riminese, stravaccato su una poltroncina di vimini, sembrava uscito dal film “I vitelloni” del suo amico Fellini, pantaloncini bianchi corti, maglietta, ciabatte da spiaggia: “cosa fai qui?”, mi chiese, mi hanno tolto i servizi politici, mi hanno tolto le inchieste sul terrorismo, risposi, ora seguo le vacanze degli italiani, i nostri sguardi s’incontrarono. Comprese. Non c’era bisogno di altri commenti.

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SPECIALE – Mafia a Ferrara

Gli audio integrali dell’incontro “Mafia a Ferrara, allarmismo o rischio reale”, organizzato da Ferraraitalia il 16 febbraio alla biblioteca Ariostea.

Prima parte

Seconda parte


Articoli e interventi
di Ferraraitalia sul tema mafia [clic qua per leggere la rassegna]

Il nostro resoconto del 17 febbraio sull’incontro Mafia a Ferrara

NOTA A MARGINE – “Il rischio mafia esiste, compito di tutti è mantenere sana la città”

“Nelle zone di origine e presenza endemica, oltre a un vero e proprio controllo del territorio le organizzazioni mafiose hanno una funzione di mediazione sociale che permette loro di acquisire consenso; i risultati sono perdita di competitività del tessuto produttivo e deficit di cittadinanza. Ma il nord è diverso, è zona di colonizzazione: qui si fanno investimenti per riciclare i proventi delle attività illecite e sempre di più il metodo di infiltrazione non si basa sulle intimidazioni, ma su corruzione e strumenti del credito, con la costruzione di un sistema di connessioni in loco attraverso la connivenza di quell’area grigia formata da burocrati, politici, professionisti e imprenditori. Ecco perché Giovanni Tizian scrive di ‘holding finanziaria’ e il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti parla di ‘una visione politica del radicamento’”.

Fulvio Bernabei (foto di Aldo Gessi)

A sottolinearlo è stato Fulvio Bernabei, intervenendo al secondo incontro del ciclo “Chiavi di Lettura, opinioni a confronto sull’attualità” organizzato da Ferraraitalia con lo scopo di chiarificare nodi controversi del nostro vivere quotidiano. Ieri, in biblioteca Ariostea, si è dibattuto di mafia a Ferrara fra allarmismo e rischi reali, per cercare di capire quanto la nostra provincia è davvero permeabile e quali siano i segnali a cui dobbiamo porre attenzione.

Bernabei (Guardia di finanza) e Federico Varese (Oxford university) hanno fornito un inquadramento generale di cosa significhi mafia oggi: un fenomeno complesso e diversificato a seconda delle differenti aree della nostra penisola.
Il problema della diffusione al nord è noto. Il più recente documento che si occupa di illegalità diffusa nel nostro territorio è il rapporto “L’economia illegale in Emilia Romagna”, realizzato per Osservatorio della legalità e Unioncamere regionali dal professor Andrea Mazzitelli di Universitas Mercatorum. E proprio questo documento è stato il detonatore dell’appassionato confronto che ha attratto in biblioteca un folto e attento pubblico. “La nostra ricerca – ha spiegato Mazzitelli in collegamento Skype da Roma – indaga in particolare la presenza del fenomeno illegale nel tessuto produttivo legale, reso più fragile dalla crisi economica di questi anni: attraverso l’individuazione di indicatori e di campioni statistici ripetibili, si sono resi evidenti ‘i fattori di rischio’ e ‘la vulnerabilità economica e sociale’, considerandoli segnali anticipatori dell’infiltrazione”. Ed è “l’ormai palpabile sfilacciamento del tessuto sociale e produttivo”, fotografato anche dal rapporto di Mazzitelli, che ci deve preoccupare, non solo come ferraresi ed emiliani, ma a livello generale, perché è fra queste crepe di illegalità diffusa che le mafie si infiltrano con agilità.

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Varese – criminologo noto a livello internazionale in collegamento Skype da Oxford – ha però preso le distanze dalle conclusioni dello studio di Unioncamere, sostenendo che il giudizio è “falsato dalla considerazione di troppe fattispecie di reato non propriamente ascrivibili alle modalità d’azione delle organizzazioni mafiose e che, al contrario, nei settori tipicamente infiltrati dalla mafia (edilizia, movimentazione terra, stoccaggio rifiuti) a Ferrara si è registrata negli ultimi anni una contrazione del volume di attività”. Acqua sul fuoco dunque, accompagnata però dalla raccomandazione di non abbassare la guardia perché le insidie sono reali, come dimostrano le vicende delle vicine province di Reggio e Modena.

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Sintetico ma significativo ed eloquente è stato il contributo di Tito Cuoghi (Anpar) sui rischi di presenza e le modalità d’azione delle ecomafie negli appalti, con specifici riferimenti alla ricostruzione dopo il sisma dell’Emilia.

Donato La Muscatella (foto di Aldo Gessi)

Infine, il referente del coordinamento provinciale di Libera, Donato La Muscatella, ha concluso che il problema del radicamento in Emilia Romagna ormai è innegabile e anche a Ferrara “il rischio esiste: è necessario quantificarlo”. Per quanto riguarda il contrasto e la prevenzione, La Muscatella ha sottolineato che “il fenomeno criminale è competenza di magistrati e forze dell’ordine, ma il fenomeno sociale riguarda tutti; perciò benché non ci sia un vero e proprio allarme, la guardia va tenuta alta ed è compito di tutti i cittadini farlo per ridurre le occasioni di infiltrazione”. (Federica Pezzoli)

Il fotoservizio è di Aldo Gessi

Fulvio Bernabei (foto di Aldo Gessi)
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Tito Cuoghi (foto di Aldo Gessi)
Donato La Muscatella (foto di Aldo Gessi)

JAZZ CLUB
La magia di Potter al sax

Un nome che è magico per tutti gli amanti del jazz, e non c’entra nulla con il maghetto creato dalla fantasia della Rowling. E’ Chris Pottter, il sassofonista e compositore statunitense, definito da Down Beat “uno degli artisti più studiati (e copiati) del pianeta”. Venerdì scorso il tour europeo del Chris Potter underground quartet ha fatto tappa a Ferrara. Nel Torrione affollatissimo che ospita il Jazz club Ferrara Potter ha presentato “Imaginary Cities”, secondo album realizzato per l’etichetta Ecm. A completare la formazione Adam Rogers alla chitarra, Fima Ephron al basso elettrico e Nate Smith alla batteria. E Stefano Pavani dietro all’obiettivo per immortalare l’evento con la magia dei suoi scatti.

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Chris Potter Underground a Ferrara (foto Stefano Pavani)
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Chris Potter Underground a Ferrara (foto Stefano Pavani)
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Chris Potter Underground a Ferrara (foto Stefano Pavani)
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Chris Potter Underground a Ferrara (foto Stefano Pavani)
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Adam Rogers alla chitarra per i Chris Potter Underground (foto Stefano Pavani)
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Fima Ephron al basso elettrico accompagna Chris Potter (foto Stefano Pavani)
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Nate Smith alla batteria per i Chris Potter Underground (foto Stefano Pavani)
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Chris Potter al Jazz club Ferrara (foto Stefano Pavani)
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Chris Potter Underground a Ferrara (foto Stefano Pavani)
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Chris Potter Underground a Ferrara (foto Stefano Pavani)
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Chris Potter Underground a Ferrara (foto Stefano Pavani)
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Chris Potter al Jazz club Ferrara (foto Stefano Pavani)
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Chris Potter al Jazz club Ferrara (foto Stefano Pavani)
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Fima Ephron al basso elettrico accompagna Chris Potter (foto Stefano Pavani)
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Adam Rogers alla chitarra per i Chris Potter Underground (foto Stefano Pavani)
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Nate Smith alla batteria per i Chris Potter Underground (foto Stefano Pavani)

NOTA A MARGINE
La traversata di Moisé nel mare del dolore

La settimana scorsa ho avuto l’occasione di ascoltare la storia di un uomo che, durante la sua infanzia, ha dovuto confrontarsi con una realtá feroce e scioccante. Il suo nome è Cesare Moisè Finzi, oggi ha 85 anni, ma ricorda perfettamente la data del 3 settembre 1938, come se quel giorno fosse stato scolpito nella sua mente in maniera indelebile. Da un po’ di tempo ormai il signor Finzi ha deciso di diffondere la storia della sua vita; vuole che i giovani non dimentichino le persecuzioni razziali che negli anni ’40 hanno causato la morte di milioni di persone, la disintegrazione di interi nuclei familiari, la tortura di un numero indescrivibile d’innocenti. Oggi tiene incontri nelle scuole dove parla agli studenti, costringendosi ogni volta a confrontarsi con la sofferenza vissuta, ripercorrendo un viaggio a ritroso nel dolore, nell’incredulitá, nella vergogna.

Con “Il giorno che cambió la mia vita”, titolo del suo ultimo libro, Cesare Finzi si riferisce proprio a quella fatidica data, prima della quale conduceva una vita tranquilla e serena. Nacque nel 1930, anno in cui a Ferrara, sua cittá natale, vi era circa un ebreo ogni cento abitanti. A quel tempo Cesare si sentiva una bambino come tutti gli altri, andava alla scuola ebraica e al pomeriggio giocava al parco con i suoi amici. Per lui la differenza tra un bambino cattolico e uno ebreo stava solamente nel fatto che il primo andava in chiesa la domenica, il secondo in sinagoga il sabato; il primo recitava le preghiere in latino, il secondo in ebraico, entrambi senza comprendere una parola delle rispettive ‘lingue religiose’. Per il resto non vedeva molte differenze tra gli uni e gli altri, se non le diverse festivitá e l’obbligo d’indossare la divisa scolastica in giornate prestabilite. Finita la terza elementare Cesare chiese ai genitori di poter cambiare scuola; voleva lasciare quella ebraica e frequentare quella pubblica per il semplice motivo che, così, si sarebbe ritrovato in una classe più numerosa, con più amici con cui poter giocare. Ma il 3 settembre 1938, quando aveva solamente otto anni, andó ad acquistare il quotidiano per il padre e sulla prima pagina non poté fare a meno di leggere una frase: “Insegnanti e studenti ebrei esclusi dalle scuole governative e pareggiate”. Rimase colpito da quelle parole, ma il pieno significato lo comprese solamente qualche giorno dopo quando si recó, come d’abitudine, al parco Massari per incontrare gli amici. Ad una ad una le madri allontanarono i propri figli da Cesare e lui si ritrovò completamente solo. “Riuscite ad immaginare come può sentirsi un bimbo nel vedersi portar via tutti gli amici e sapere di essere la causa di quell’abbandono?” ha chiesto Cesare agli studenti dell’Einaudi durante il suo ultimo incontro. Dovette quindi proseguire i suoi studi alla scuola ebraica, ma da quel giorno smise di sentirsi come i suoi coetanei. Quel giorno la sua vita cambiò. Ogni ebreo fu in un certo senso costretto a “condannare” se stesso: era necessario compilare un documento in cui si dichiarava di essere ebrei. Provate ad immaginare il dolore di un genitore costretto a mettere nero su bianco che il proprio figlio appartiene ad una razza considerata inferiore. Quelle persone vennero bollate così che, quando la “caccia all’ebreo” divenne spietata, nessuno potesse sfuggire ai rastrellamenti. Paradossale è che il padre di Cesare fu uno dei primi fascisti italiani e combattè per l’Unità d’Italia. Già nel 1923 però cancellò il suo nome dal Partito perchè intuì che le cose sarebbero cambiate.

Tra le assurdità delle leggi italiane ve ne era una che stabiliva che gli studenti ebrei dovessero frequentare la scuola ebraica, ma sostenere l’esame di stato alla scuola pubblica, insieme agli altri studenti cattolici. Il 10 giugno 1940 l’Italia entrò in guerra e Cesare si recò, assieme al suo caro amico Nello Rietti, a dare l’esame di quinta elementare. Mussolini fece installare altoparlanti in ogni angolo della città, cosicché tutta la popolazione potesse ascoltare il suo discorso. Due frasi rimasero a Cesare molto impresse: “Vincere, e vinceremo” e “A me servono poche centinaia di morti per sedermi al tavolo dei vincitori”. Quest’ultima frase lo fece raggelare e lo pose davanti ad un grande dilemma: “Sono italiano e dovevo sperare che l’Italia vincesse, ma se così fosse stato le leggi razziali sarebbero rimaste. Dovevo quindi sperare che il mio stesso Paese venisse sconfitto?” ha domandato agli studenti, rapiti dal suo racconto.

Nonostante al tempo la scuola dell’obbligo terminasse con la quinta elementare, Cesare proseguì i suoi studi, sempre alla scuola ebraiaca di via Vignatagliata. Giorgio Bassani fu il suo professore di italiano e latino, che lui ricorda come un insegnante straordinario. Dopo i tre anni di scuola media si recò nuovamente alla scuola pubblica per sostenere l’esame finale. Quel giorno però, mentre il preside leggeva i nomi degli studenti in ordine alfabetico per accertarsi che fossero tutti presenti, il nome di Cesare e quello del caro amico Nello Rietti non si udirono. Dopo lunghi minuti di attesa i due nominativi vennero trovati nel retro dell’ultimo foglio, scritti in piccolo nell’angolo. “Nemmeno i nostri nomi potevano stare con quelli degli altri” racconta Cesare con afflizione e tristezza. Vennero così fatti sedere dal preside in fondo all’aula, ma la professoressa pensò fosse una scelta dei due studenti, così da potersi aiutare a svolgere l’esame. Quando domandò loro perchè si fossero isolati da tutti gli altri, Cesare rispose: “Siamo stati messi qui perché siamo ebrei”. Nell’aula scoppiò il caos: i due amici ricevettero fischi ed insulti dai loro stessi compagni. L’insegnante li spostò così in prima fila, affermando “Tanto non attaccherete la malattia”. Parole forti, accusatorie, dolorose, ma che nella sua tenera ingenuità, Cesare non comprese. Domandò allora a quale malattia ci si riferisse e la maestra, stupita, rispose: “Ma come, voi ebrei non avete la coda?” Una donna di cultura, laureata, un’insegnate di scuola media credeva ad uno dei tanti e stupidi pregiudizi del tempo, come quello che sosteneva gli ebrei fossero mezzi-animali. Nonostante tutto Cesare venne promosso a pieni voti e proseguì gli studi fino al conseguimento di una laurea in medicina, mentre per il caro amico Nello fu tutto inutile: morì a Buchenwald nell’aprile del 1945.

La disavventura dell’esame era stata per Finzi solamente l’inizio di una serie di tragedie.
Il 25 luglio del 1943 il Gran Consiglio dei Ministri, quello stesso organo che 5 anni prima aveva deciso che i ragazzini ebrei come Cesare non potevano frequentare la scuola pubblica, mise Mussolini in minoranza. L’8 settembre l’Italia firmò l’armistizio, ma la guerra continuò. Vennero imposte le leggi razziste tedesche, molto più rigide di quelle italiane perchè colpivano chiunque venisse classificato come “diverso”. Sulla testa di ogni ebreo pendeva una taglia, di conseguenza chiunque aveva interesse a denunciare uno di loro perchè in cambio avrebbe ottenuto un premio in denaro. Ciò che spinse la famiglia Finzi a fuggire fu la notizia della cattura dei loro parenti di Bolzano, tra cui la cuginetta Olimpia, di appena tre anni. Solo 30-40 anni dopo seppero che erano stati deportati in Austria in un campo di concentramento, poi ad Auschwitz, da cui non fecero ritorno.
Se Cesare è sopravvissuto è perchè ha avuto la fortuna di incontrare persone che hanno aiutato lui e la sua famiglia. Fuggiti da Ferrara hanno trascorso la prima notte a Ravenna dove, un conoscente dello zio di Cesare, li ospitò nella sua casa e per un anno li protesse (erano in 10, 4 adulti e 6 bambini). Se quell’uomo, il signor Muratori, li avesse denunciati, avrebbe guadagnato una somma di denaro enorme, per quell’epoca. Il giorno seguente proseguirono il viaggio e trovarono rigufio a Gabicce Mare. Quì un uomo, di cui Cesare non conobbe mai nè il volto nè il nome, li aiutò senza volere nulla in cambio. Procurò loro carte d’identità (con nomi falsi e senza il timbro di appartenenza alla razza ebraica) e la tessera annonaria, necessaria prima di tutto per ottenere generi alimentari. Purtroppo però a Gabicce i membri della famiglia Finzi erano conosciuti con i loro veri nomi; furono così costretti a fuggire nuovamente e arrivarono a Mondaino, un piccolo centro vicino a Rimini. Quì vissero mescolandosi con la popolazione locale, imparando a fare il segno della croce, andando in Chiesa e recitando l’Ave Maria. Presto però la popolazione civile fu allontanata da Mondaino e dovette attraversare la linea del fronte. Finirono nella cosidetta terra di nessuno: “le bombe che non cadevano sugli inglesi o sui tedesci, cadevano su di noi” racconta Cesare, con gli occhi lucidi per il dolore del ricordo. Una di quelle bombe colpì il piede del fratello e la situazione divenne drammatica. Dovevano a tutti i costi rischiare di attraversare la linea del confine per cercare aiuto. Cesare, quattordicenne, camminò così per 13 chilometri con il fratelllino di nove anni sulle spalle. Tornarono a Mondaino, liberata dalle truppe anglo-americane, e lì trovarono un ospedale da campo che poteva però curare solamente i feriti e i malati dell’esercito. Ancora una volta, nella tragedia che stavano vivendo, ebbero un colpo di fortuna. Un medico, capitano dell’esercito nemico, rischiò la sua vita e la sua carriera per salvare la vita di un bambino. Operò il fratello di Cesare da sveglio, senza alcun tipo di anestesia. “Ho fatto il medico, di operazioni ne ho viste tante, ma quell’intervento non lo scorderò mai”, così Cesare rammenta quel giorno infernale.

Finalmente la famiglia Finzi era libera, ciascun membro potè riprendere il proprio vero nome. Solamente dopo il 25 aprile 1945 fecero ritorno a Ferrara dove ritrovarono la loro casa e il negozio del padre. Cesare frequentò il liceo scientifico di Rimini, poi il Roiti di Ferrara, dove incontrò compagni meravigliosi che lo accolsero senza alcun pregiudizio. Cesare Moisè Finzi, 85enne dal volto rigato da delicate rughe, una voce dolce e piena di dolore, ha deciso di parlare ai giovani perchè in loro vede la speranza. Finito il racconto della sua vita, uno studente gli ha domandato quale fosse stato per lui il momento più difficile. Senza esitazione Cesare ha raccontato l’orrore del momento in cui durante il passaggio del fronte vedeva le bombe esplodere intorno a lui e ai suoi famigliari. Quel giorno però si aggrappò alla speranza di trovare un rifugio e mettersi in salvo. Ma niente è stato tragico e doloroso come il ritorno a casa, scoprire tutto ciò che era successo e perdere completamente la fiducia nell’Uomo. Se oggi Cesare è ancora vivo è grazie a tutte quelle persone che ha incontrato lungo il suo cammino e che hanno rischiato la vita per difendere chi al tempo era considerato il “nemico”. Ecco perchè serve la speranza; questa lui la ripone nei giovani d’oggi e li invita, con la voce rotta dal pianto, a combattere per la ragione, la giustizia e l’umanità.

L’intelligenza connettiva

L’intelligenza, intesa nelle sue varie declinazioni, si sviluppa in un contesto sociale, caratterizzato dal dialogo e dall’interazione. Il linguaggio è stato un fattore evolutivo importante proprio perché ha consentito alla specie di stabilire una coesione comunicativa, sia emozionale che cognitiva. Attraverso il linguaggio scambiamo informazioni, sentimenti, memorie, esperienze e pensieri che consentono di interagire con gli altri. L’insieme di questi scambi costituisce la cultura. Attraverso il linguaggio ci coordiniamo, anche se non sempre efficacemente, a dire il vero. Alcuni insetti, come le formiche, le api, gli stormi di uccelli, sono dotati di meccanismi biologici per il coordinamento, meccanismi che sono studiati da coloro che si occupano di intelligenza artificiale.
Le connessioni consentite da Internet fanno compiere un enorme passo avanti alla nostra capacità di coordinare informazioni. Chi ha visto il film “The imitation game”, sulla macchina di Alan Turing ha avuto, in una forma (un po’ troppo) romanzata, il senso di come un essere umano, per quanto intelligente, non sia in grado di processare il numero di informazioni di una macchina che calcola. Ora siamo molto oltre i risultati dei primi anni Quaranta, la scienza dei Big Data elabora le tracce che lasciamo in rete e consente di costruire modelli di previsione sofisticati in molti campi, dal traffico all’epidemiologia.
Le informazioni ricevute e scambiate permettono azioni che richiedono coordinamento e sincronismo e che nessun essere umano da solo è in grado di compiere. Una grande serie di attività in rete si basano sulla cooperazione creativa degli utenti che contribuiscono a produrre conoscenze, per effetto di apporti minimi, ma costanti e di una continua interazione. Le connessioni che si producono, al pari delle sinapsi cerebrali, si rafforzano grazie alla ripetizione di singole attività e dei legami che queste instaurano. Si può ipotizzare, allora, che Internet contribuisca a formare un’intelligenza connettiva che scaturisce proprio dalla densità degli scambi e delle comunicazioni? Si può immaginare che contribuisca a produrre capitale sociale, vale a dire risorse scaturite dalle relazioni e spendibili nella vita individuale e collettiva?
Affermare questo non significa ignorare le forme oscure che la densità comunicativa della rete propone: le nuove diseguaglianze digitali, le asimmetrie di potere, il peso di influenze, o la trappola della personalizzazione, per cui Google costruisce attorno a noi bolle personalizzate che ci offrono un mondo su misura, un universo che gira intorno alle nostre scelte per inviarci le informazioni su cui siamo d’accordo.
Ma, obiettivamente, avanza un meccanismo di interdipendenza nelle nostre scelte. Ciò che desideriamo e facciamo è sempre più correlato a ciò che desiderano e fanno gli altri. Soprattutto le nostre scelte vengono compiute in uno scenario costantemente mobile. È questo il senso della metafora delle formiche che abbiamo di recente proposto per ragionare sulle dinamiche della scelta nell’ambiente del web, con il libro che presenteremo al Senato il 12 marzo, ore 11-13 (M. Franchi, A. Schianchi, “L’intelligenza delle formiche. Scelte interconnesse”, Diabasis).

Maura Franchi – Laureata in Sociologia e in Scienze dell’Educazione. Vive tra Ferrara e Parma, dove insegna Sociologia dei Consumi. Studia i mutamenti socio-culturali connessi alla rete e ai social network, le scelte e i comportamenti di consumo, le forme di comunicazione del brand.

maura.franchi@gmail.com

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