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Giorno: 12 Aprile 2015

Martedì 14 aprile 2015 presentazione della tesi di Giulia Ciarpaglini “Il corpo impossibile di Maria”

da: Centro Documentazione Donna

La tesi si occupa in chiave antropologica delle ragioni dei dogmi mariani, con speciale attenzione a quello della verginità. Indaga la genesi e la strutturazione della massima icona femminile del cristianesimo.

La presentazione sarà accompagnata dalla proiezione di immagini. Ospite Lidia Menapace

Giulia Ciarpaglini,nata ad Arezzo, ha lavorato a Ferrara con Antonio Slavic  nel progetto di antipsichiatria e successivamente presso il servizio di neuropsichiatria infantile. Redattrice della rivista Leggere Donna e socia attivissima del Centro Documentazione Donna, ha scritto il saggio Una stagione particolare (Ferrara 2001)  sulla sua esperienza di educatrice presso le case appartamento, due volumetti di racconti Cronaca di mezz’ora e Si chiamava Trowta Millicent Burton (Ogni uomo è tutti gli uomini, 2007 e 2009) e, con lo pseudonimo di Trowta M. Burton,  il romanzo Un segreto, anzi due (Tufani, 2009).

Lidia Menapace, donna politica notissima, non ha bisogno di presentazioni

 

Risultati della IX edizione del Torneo “Bandiere del Cuore”

da: ufficio stampa Ente Palio città di Ferrara

Il Borgo di San Giovanni è stato protagonista assoluto della giornata di ieri, dedicata alle bandiere e agli “Angeli in Calzamaglia”.  Gli atleti della Contrada Rosso Blu si sono infatti aggiudicati il premio della “classifica combinata”, aggiudicandosi quindi il premio “Bandiere del Cuore – trofeo Paolo Laccetti”.

 

Questi i risultati delle specialità:

SPECIALITA’ SINGOLO TRADIZIONALE

1° Alberto Girlanda – Montagnana – Citta’ Murata –  PP. 24.03

2° Nicolò Chiodi – Borgo San Giovanni – Ferrara  – PP.  23.15

3° Raffaele Rampino – Rione Rosso –  Faenza – PP.22.38

 

SPECIALITA’ DOPPIO TRADIZIONALE
1° Simone Ramari/Nicolo’ Chiodi – Borgo San Giovanni – Ferrara – PP 24.76

2° Enrico Emiliani/Francesco Santandrea – Rione Nero – Palio del Niballo Faenza – PP  24.15

3° Fabio Zonari/Lorenzo Pelati – Borgo San Luca – Ferrara – PP 22.30

PICCOLA SQUADRA

1° Rione Rosso –  Palio del Niballo  Faenza  – PP 25.93

2° Borgo San Luca – Ferrara – PP 24,45

3° Rione Verde – Palio del Niballo Faenza – PP 24.33

CLASSIFICA MUSICI

1° Maesta’ della Battaglia – Quattro Castella – 12.06

2°  Rione Verde – Palio del Niballo Faenza – PP 11.26

3° Borgo San Giovanni – Ferrara – PP  9.99

 

LA RECENSIONE
Il bello dell’Italia, finalmente!

“Chi non vede nulla di buono nell’Italia deve cambiare occhiali, oppure Paese. C’è bisogno di speranza e vitalità. Gli italiani hanno molti problemi ma anche grandi risorse. Devono quindi essere più ottimisti sul proprio futuro”.

Finalmente un libro che rende merito a un’Italia spesso bistrattata, maltrattata e criticata dalla stampa estera (e non solo), centocinquanta pagine di angoli segreti della penisola visti dai principali corrispondenti della stampa estera. Angoli con le loro peculiarità, con l’esaltazione di quei luoghi comuni sul Belpaese che diventano pregi e riflessioni affettuose, con il cuore nei rioni dei quartieri e le parole dei fornai e degli artigiani.
L’autore di questo libro, “Il bello dell’Italia. Il Belpaese visto dai corrispondenti della stampa estera”, è un olandese, Maarten van Aalderen, da quasi vent’anni corrispondente del maggior quotidiano olandese, De Telegraaf, per l’Italia e la Turchia. Le pagine contengono 25 interviste a colleghi che da anni vivono e lavorano fra Roma, Napoli e Milano, per citarne alcune. Un vero e intenso atto d’amore da parte di chi, l’Italia, la vive ogni giorno.
Così, la brasiliana Gina de Azevedo Marques, corrispondente per Globo News, che vive a Roma dal 1987, esalta l’ironia, l’autoironia, la satira e il senso dell’umorismo degli italiani, capaci di ridere di sé stessi, di sorridere dolcemente ma anche amaramente su loro difetti e vite; la turca Esma Cakir, che lavora per l’agenzia Dogan Holding, elogia la convivialità di un popolo che trasforma cibo e bevande in un’arte, che si delizia di un’alimentazione consapevole ed eccellente, come sottolinea lo spagnolo Rossend Domenech di El Periodico do Barcellona; la giornalista romena Mihaela Iordache, corrispondente di Antena 1 e 3, rimane colpita da solidarietà e volontariato, così come lo è Nacera Benali, dell’algerino El Watan. Nella sezione “Made in Italy”, il finlandese Petri Burtskv ammira la buona e intelligente ricetta di Eataly, capace di coniugare sapientemente cibo e marketing; sua eccellenza Loro Piana affascina la moscovita Elena Pouchkaraskaia, corrispondente per il quotidiano Kommersant, una storia antica di sei generazioni che spopola in Russia. Interessanti le considerazioni, nella parte intitolata “Lo splendido stivale”, sul ruolo strategico italiano nel Mediterraneo, fin dai tempi di Enrico Mattei, con particolare riferimento all’Egitto (Mahdi El Nemr); sulla bellezza di Stromboli (Peter Loewe, Svezia) o di Pantelleria (Jesper Storgaard Jensen, Danimarca). E poi ci sono le sorprese, quelle che meravigliano Elena Llorente, corrispondente dell’argentino Pagina 12 e collaboratrice di France Presse, che incrociano in ogni momento e luogo, perché in Italia, “non c’è nemmeno bisogno di viaggiare, basta camminare per le strade”; o i tesori, come il cinema colto e raffinato, passato e presente (Carmen Cordoba, Colombia) e la creatività dell’arte contemporanea (Agnieszka Zakrewicz, Polonia). La lingua, secondo l’iraniano Hamid Masoumi, è un’altra grande bellezza dell’Italia, bella di per se’, melodica e avvolgente. “Cartoline da Roma”, la città eterna che se ore si muove, se pur lentamente, chiude la serie di incontri, con bei dipinti dell’australiana Josephine McKenna sull’archeologia romana, che, come un privilegio, si regala ai più fortunati, con i colori della tipica trattoria della capitale (Tetsuro Akanegakubo, Giappone) e del parco di Villa Ada (Megan William, Canada) e, infine, con la vita di popolo della Garbatella (della giovane olandese Sarah Venema), dopo si possono ammirare giardini e persone che brulicano in case e strade. Sorte di piccoli alveari creativi che trasmettono vita. Voci, sulle colline, che chiamano a raduno una felicità che si respira in ogni angolo. Perché questo quartiere, concepito come città giardino, rappresenta la vera Italia, un giardino fiorito un po’ decadente ma sempre vivo e profumato. Una meraviglia fra le meraviglie.
Un invito, dunque, agli italiani a esser ottimisti, a vedere i propri pregi, smettendo di lamentarsi e di piangersi addosso, ritrovando la speranza, grazie alla propria forza e vitalità, come “L’Icaro caduto” di Igor Mitoraj della copertina, che sempre avvolto dagli angeli e con le loro ali, cerca, in essi e in quelle stesse ali, un po’ di pace e di serenità.

Il bello dell’Italia. Il Belpaese visto dalla stampa estera“, di Maarten van Aalderen, Albeggi Edizioni, 2015, 151 p.

Sulle reti Mediaset da stasera la promozione della costa con il meteorologo Andrea Giuliacci

da: ufficio stampa Comune di Comacchio
Da stasera la costa comacchiese sarà in vetrina con il meteo di Andrea Giuliacci sulle Reti Mediaset. 

Da oggi infatti, domenica 12 aprile prende il via la Campagna “Comuni Costa 2015-Meteo Cinema”, presentata il 3 aprile scorso a Rimini con un testimonial d’eccezione, il meteorologo Andrea Giuliacci. Sino al 18 aprile, ma anche dal 3 al 9 maggio, dal 17 al 23 maggio, dal 31 maggio al 6 giugno e dal 7 giugno al 13 giugno vedremo, durante gli intervalli dei film delle reti Mediaset lo spot realizzato per promuovere la costa-emiliano romagnola. La campagna televisiva promozionale si inserisce per la prima volta all’interno delle previsioni elaborate dal Centro Epson Meteo e andrà in onda su Canale 5, Italia 1, Rete 4 e TGCOM 24 per un totale di 26 passaggi da oggi al 18 aprile e poi sino a giungo per un totale di cinque settimane di programmazione. Gli spot metteranno in luce il ricco e variegato ventaglio di offerte turistiche di tutte le località della Riviera emiliano-romagnola e sapranno conferire il dovuto risalto alle peculiarità della costa comacchiese che, oltre all’ospitalità e alla vacanza balneare, ha le sue punte di diamante nel turismo naturalistico e in quello culturale, con l’archeologia ed i percorsi escursionistici in valle in pole position. Alla conferenza stampa di presentazione ha partecipato, per il Comune di Comacchio, l’Assessore al Turismo SERGIO PROVASI. La campagna, presentata come si è detto in anteprima a Rimini il 3 aprile scorso, è un’operazione di co-marketing per un investimento di oltre 750mila euro, che vede in campo per un grande gioco di squadra Apt Servizi Emilia Romagna, Unione di Prodotto Costa, Comuni rivieraschi (da Comacchio a Cattolica), compresi i Parchi divertimento.

PAGINE DI GIORNALISMO
Fra il ‘Candido’ e ‘Il borghese’ ecco il golpe di De Lorenzo

7. SEGUE – Che la morte di Mattei fosse stata causata da un attentato era fuori di dubbio fin dall’inizio, ma, come succede sempre in Italia, la coltre di silenzio fu stesa con molta cura dagli inquirenti. Con Pier Bellini delle Stelle, capo ufficio stampa Eni, ci sentivamo ogni giorno, ma non c’era mai nulla di nuovo, nemmeno l’arrivo del nuovo presidente Eni, Cefis, cambiò qualcosa, anzi tutto fu riportato a una allucinata normalità, cioè si mise mano alla normalizzazione dell’ente idrocarburi, via i giornali, via le idee espansionistiche in Africa e in Asia, bocciato il tentativo di porre l’Eni a fianco delle Sette sorelle: sembrò proprio che non si aspettasse altro che la scomparsa di Mattei per ricondurre l’ente a un ruolo subalterno rispetto ai concorrenti mondiali. La prima operazione condotta da Cefis fu il ritiro dell’Eni dalle attività giornalistiche e così la grande Agenzia Italia, che era arrivata a fare concorrenza all’Ansa, fu messa in liquidazione, i giornalisti furono licenziati con un’operazione spietata a cui i timidi sindacati non seppero, o non vollero, opporre la minima resistenza. Nessuno venne in aiuto dei giovani e dei meno giovani, nessuno li difese, da un giorno all’altro si ritrovarono sulla strada, ma non soli, c’erano i dipendenti di Stasera. Per il resto nemmeno una prece.
Intanto, procedeva il grande disegno di normalizzazione del Paese, che non doveva tentare voli pindarici, la politica voluta da Andreotti (non del tutto in accordo con Fanfani e Moro) disegnava una società a basso regime, la società dei borghesi piccoli piccoli, tutti a messa la domenica, la società che sognava Nilla Pizzi e il Festival di Sanremo, Miss Italia e s’intendeva di sport, gli intellettuali abbandonati in un limbo, dove pensavano tra di loro di cambiare il Paese, i giornalisti scomodi venivano sistemati con lauti guadagni, che qualcuno facesse pure strilli, il rovescio della medaglia – se è controllato – ha sempre fatto del bene al potere, dà un amaro sapore di libertà. Era cominciato un lungo periodo di mediocrità, in Italia se non sei mediocre non fai carriera (imperativo), la barzelletta che correva in quei giorni era paradigmatica, era riferita al partito comunista russo, ma si rivolgeva agli italiani: lo psicologo della grande azienda incaricato delle assunzioni chiede al candidato “ma lei ha idee sue politiche?” e il candidato ”certo, ma non le condivido!”
In mezzo alle cambiali, un mare di carta che sosteneva un boom economico fasullo, tra i palazzi di cartone costruiti ci mancava poco sui sagrati delle cattedrali, ma anche, e peggio, sui greti dei fiumi e sotto montagne in via di sgretolamento, si muoveva, insomma un paese marcio, credeva di poter diventare ricco con montagne di cartaccia, di pagherò senza valore e qualcuno là in alto accreditava questo miracolo straccione e, intanto, muoveva altre pedine per convincere la sinistra a celebrare un matrimonio (chiamiamolo morganatico, ma non so proprio quale delle due parti fosse quella nobile) con la destra sempre pronta a salire sul carro del vincitore. Ma sempre in nome di Dio, povero Dio. In quella palude marcia la Democrazia cristiana si muoveva per grazia ricevuta e tramava, avendo uno scopo fisso: il colpo di Stato, in grado di mettere definitivamente fuori corso l’odiato partito comunista, usando anche una letteratura giornalistica tutta di destra, a partire dal volgarissimo “Candido” di Guareschi, per il quale i maschi del Pci avevano tre narici e le donne comuniste tre tette, animali stupidi di una ignoranza senza speranza: quella di Guareschi è stata una delle operazioni più truculente della cultura italiana, mai prima di allora uno scrittore si era permesso di offendere così grossolanamente un’intera e consistente fetta di popolazione. Pochi anni dopo ”Candido” mi celebrò con un’intera pagina centrale del giornale, definendomi il giornalista più stupido: mi ero permesso di controbattere il tentativo di far passare una legge a favore della pena di morte. Nemmeno l’altro settimanale fascista o fascistoide, “Il borghese” cadde in una volgarità così sconcia, ma il suo direttore era Longanesi, pasta culturalmente diversa da Guareschi, cinico ma arguto e lucido, un uomo sprezzante che si sentiva superiore alla vituperevole massa degli ignoranti.
Ma c’era una situazione nell’informazione che determinava in tutta la popolazione cosciente una conoscenza del tutto parziale, ideologicamente parziale, vorrei dire volutamente parziale, in grado di escludere dalla realtà del Paese una grande fetta di cittadini: la televisione, che stava allora diventando padrona delle teste degli italiani, assumeva di giorno in giorno un’importanza determinante e dominava le notizie, sempre viste con un occhio solo, così da obbligare i quotidiani a seguire un’impostazione indottrinata di destra, perchè, se è vero che si stava dando vita al primo centro-sinistra organico, con l’avvento al governo dei socialisti, è altrettanto vero che la politica sociale seguiva un programma che lasciava fuori dal potere i lavoratori e le loro organizzazioni, primo tra tutte il Pci. Lo stesso Nenni ebbe a scrivere, ricordando quei giorni, che si discuteva tra il “tintinnar di spade”.. Aveva ragione: il generale De Lorenzo, coadiuvato dal suo ufficiale Mingarelli (che vedremo impegnato in prima persona nella strage di Peteano) e sotto l’cchio benevolo del presidente della Repubblica Antonio Segni, andava preparando un golpe che avrebbe sistemato l’organizzazione della nazione secondo un’idea, la quale poteva essere condensata in una sola entità: ordine. Ricordo quando l’allora colonnello Dalla Chiesa, che comandava la legione dei carabinieri di Milano, chiamò i giornalisti ad assistere a una parata di mezzi d’assalto, autoblindo e carriarmati. A che cosa serviva quella dimostrazione di forza se non a rendere inattaccabile il sistema poliziesco del paese?

7. CONTINUA [leggi l’ottava puntata]

leggi la prima, la seconda, la terza, la quarta , la quinta, la sesta puntata

IL CORSIVO
Le sante feste

“Natale coi tuoi, Pasqua con chi vuoi”, proclama festoso il sant’uomo, da intendere “Pasqua con chi voglio io”. Ma mi ero svegliata bene la mattina di Pasqua, benedetta fluoxetina, che assumo con generosità sotto forma di quelle generose pastigline di Prozac, dovrebbero farlo santo l’inventore. San Prozac, segnalato sul calendario per esempio dopo la prima domenica di Avvento, riscuoterebbe più audiens di San Giuseppe.
Tu sai, cara Ada, che ormai i farmacisti della città mi conoscono e mi tengono rifornita di psicofarmaci anche con ricette vistosamente false, ma non farmi perdere il filo… Mangio benzodiazepine sera e mattina, ormai è una questione risolta e va bene così.
Devi sapere che avevamo ricevuto l’invito per un petit dejeunér da un’amica molto chic nella sua villa di Fregene. Grazie a San Prozac il tono dell’umore era alto e accontento il sant’uomo senza tergiversare. Ma che cosa mi metto? Per una colazione informale, in una villa nella pineta di Fregene, dove le case sono più umide e più care, qual è l’abbigliamento giusto? Ti dico la verità, Ada, il sant’uomo cominciava a spazientirsi mentre io, freneticamente, tiravo fuori dall’armadio pantaloni alla pescatore, no troppo giovani!, maxipull al ginocchio peggio che andar di notte! Alla fine opto per una gonnellina a pieghe color notte con maglietta rigata che è il massimo del bon ton. Il sant’uomo approva e partiamo. Ma i guai devono ancora cominciare. Appena superato Sasso Marconi il cielo si fa fosco, “non allarmarti amore mio, è ancora molto presto, più tardi migliorerà. Ho guardato le previsioni del tempo del parmacotto ieri sera, regioni centro-meridionali bel tempo, mari poco mossi, venti deboli.” Vorrei timidamente eccepire che dei mari non m’importa un fico: santo Prozac funziona ancora. Dopo cinque ore arriviamo a Fregene sotto una pioggia battente, i tavoli imbanditi si sono rovesciati, gatti felpati balzano dall’uno all’altro portando a termine i guasti del temporale, i piccoli strillano e strilla anche la signora chic, che, nel trambusto della bufera, ha perduto l’apparecchio acustico. “Buona Pasqua, buona Pasqua”, urla nel vento, mi viene il sospetto che sia anche cecata.
“In salotto per gli aperitivi!”, impone qualcuno e tutti a tuffarsi in salotto, mezza flute di prosecco e quattro salatini malinconici. “Peccato – annuncia ineffabile la signora chic addobbata di gioielli veri, sopra un abituccio che ha conosciuto tempi migliori – avevo fatto preparare due cosucce tanto per rompere il digiuno, poi la pioggia ha rovinato tutto. Ma non importa, la bellezza è ritrovarsi insieme.”
Però che classe! dico al sant’uomo affamato, mentre riprendiamo la via del ritorno, che stile invitare a pranzo e non dare niente da mangiare! Non dire che hai fame, sai, non fare il ceto medio! Un aristocratico è sempre mal nutrito.
Quando si dice una Pasqua santa.

IMMAGINARIO
Storione del Po.
La foto di oggi..

“Lo storione del Po e il caviale ferrarese”: per vedere e sapere qualcosa di più di questo pesce favoloso e di un cibo della corte ducale, riportato sul piatto solo da pochissimo, c’è la mostra-studio allestita all’interno del Salone delle sagre-Misen. Oggi, domenica 12 aprile, alle 11, la presentazione della mostra e del “Progetto storione” promosso da Slow Food. Lo storione, anche se di allevamento, torna infatti a far parlare di sé, grazie ad un progetto gastronomico di Slow Food e a una ricerca che ha permesso alla cuoca Cristina Maresi di recuperare e riproporre la ricetta storica del caviale ferrarese.

Interventi di Daniele Biancardi (associazione Bondeno cultura), Valentino Nizzo (Soprintendenza archeologia Emilia-Romagna), Roberto Roda (Centro etnografico ferrarese), Simone Bergamini, Lara Dal Fiume, Giulia Osti e  Margherita Pirani (Gruppo di ricerca Storion Land), Stefano Tassi (Slow Food).

L’esposizione, promossa dall’associazione Bondeno cultura, Gruppo archeologico di Bondeno e Comune di Bondeno, è curata dal Centro Etnografico del Comune di Ferrara con la collaborazione di Soprintendenza archeologia Emilia-Romagna, Dipartimento di Scienze della vita e biotecnologie dell’Università di Ferrara e Slow Food.

Questa mattina al Salone delle sagre, FerraraFiera, via della Fiera 11. Ingresso a pagamento.

OGGI – IMMAGINARIO DEL GUSTO

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Storione del Po protagonista di una mostra-studio alla Fiera di Ferrara (foto da Il giornale del Po)

Ogni giorno immagini rappresentative di Ferrara in tutti i suoi molteplici aspetti, in tutte le sue varie sfaccettature. Foto o video di vita quotidiana, di ordinaria e straordinaria umanità, che raccontano la città, i suoi abitanti, le sue vicende, il paesaggio, la natura…

[clic sulla foto per ingrandirla]

Max Gazzè

ACCORDI
Relax.
Il brano di oggi…

Copertina-cd-Sotto-CasaOgni giorno un brano intonato a ciò che la giornata prospetta.

[per ascoltarlo cliccare sul titolo]

Max Gazzè – I tuoi maledettissimi impegni

Domenica è (o almeno dovrebbe essere) sinonimo di relax e pausa dalla frenesia che, soprattutto oggigiorno, imperversa nella nostra quotidianità. Il brano I tuoi maledettissimi impegni di Max Gazzé, uscito nel 2013 e contenuto nell’album Sotto casa, è una critica a questa frenesia e un inno alla ricerca di maggior tempo libero per godersi a pieno la vita. Buona domenica… di riposo!