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Giorno: 26 Aprile 2015

Libri, convegni, jazz e disfide gastronomiche alla Festa del Libro Ebraico in Italia: programma 27/4 a Ferrara

da: ufficio Stampa Festa Libro Ebraico

Presentati da chi li ha scritti, discussi in tavole rotonde, analizzati da parterre internazionali, evocati durante una passeggiata, posti al centro di una disfida teatrale, tradotti in partitura jazz. Sono i testi, poliedrica anima della “Festa del Libro Ebraico in Italia” (VI edizione), l’evento organizzato dalla Fondazione MEIS (Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah), con il supporto di Ferrara Fiere Congressi, che anche per la giornata di domani (Lunedì 27, ndr) prosegue con un programma di altissimo livello.
Il sipario si alzerà alle 10, al Chiostro di San Paolo, con l’apertura della libreria tematica – oltre 5.400 volumi di autori ebrei e su temi legati alla cultura ebraica, più di 150 case editrici – e la tavola rotonda “Ritorni (1918 e 1945)”. All’incontro, promosso in collaborazione con l’Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara, che sarà rappresentato dalla propria Presidente, Anna Maria Quarzi, interverranno Luca Alessandrini, Direttore dell’Istituto Parri di Bologna, e Rav Luciano Caro, Rabbino Capo della Comunità Ebraica di Ferrara.
Un’ora dopo, Myriam Silvera, dell’Università di Roma Tor Vergata, Rav Scialom – Mino Bahbout, Rabbino Capo di Venezia, Shlomo Berger, dell’Università di Amsterdam, e l’On. Massimo Bray, già Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, presenteranno gli Atti del convegno internazionale di studi “Conversos, marrani e nuove comunità ebraiche nella prima età moderna”, tenutosi alla scorsa edizione della Festa.
Alle 12.30 il pubblico potrà gustare i sapori ebraico-ferraresi, con l’imbarazzo della scelta tra buricche alla ferrarese, sarde in saor, cous cous, hummus, salmone e altre prelibatezze.
“I paradigmi della mobilità e delle relazioni. Gli ebrei in Italia” è l’oggetto del convegno internazionale di due giorni che, alle 14.30, inizierà alla Sala della Musica (Chiostro di San Paolo). Curato dalla Sapienza Università di Roma e dal Comitato Scientifico della Fondazione MEIS in ricordo di Michele Luzzati, tra i più insigni studiosi di storia ebraica contemporanei, coinvolgerà esponenti di atenei, associazioni e Comunità Ebraiche da Gerusalemme a Firenze, da Roma a Londra, da Haifa a Pisa, impegnati ad approfondire le alleanze e i rapporti familiari nel network economico-mercantile delle comunità ebraiche, tra capitali e litigi.
Nel frattempo (ore 15), alla Fondazione MEIS di Via Piangipane 81, Coopculture intratterrà i bambini della scuola d’infanzia e primaria con i laboratori didattici “Le regole alimentari ebraiche” e “Le luci dello Shabbath”. E dalle 15 alle 18, ancora Coopculture guiderà i visitatori in un affascinante itinerario nei luoghi della cultura ebraica a Ferrara, con partenza dal Chiostro e approdo alla mostra “Torah fonte di vita” presso il MEIS.
Tornando al Chiostro di San Paolo, alle 16 ospiterà la conversazione tra Paola Fargion, autrice di “Come pesci sulla terra”, il noto psichiatra Alessandro Meluzzi e Rav Elia Enrico Richetti. Protagonisti del libro di Fargion, David, giovane ebreo sudafricano, figlio di una ricca famiglia di gioiellieri, e Shira, adolescente israeliana di modeste origini.
Il secondo incontro con l’autore è fissato per le 17, questa volta al Museo Civico di Storia Naturale (Via De Pisis, 24), dove Nelli-Elena Vanzan Marchini, Presidente del Centro Italiano di Storia Sanitaria e Ospedaliera del Veneto, parlerà del suo “Giuseppe Jona nella scienza e nella storia del Novecento” insieme a Riccardo Calimani, Presidente della Fondazione MEIS.
Per chi desidera scoprire la Ferrara ebraica e il suo centro storico, appuntamento alle 18 alla scalinata di San Paolo (Piazzetta Schiatti), da dove partirà il percorso guidato in compagnia di Francesco Scafuri, Responsabile dell’Ufficio Ricerche Storiche del Comune di Ferrara.

Dopo l’aperitivo ebraico delle 19 al Chiostro di San Paolo, spazio alla musica del Trinacria Quartet (Matteo Balcone al basso elettrico, Gianfilippo Invincibile alla batteria, Roberto Manuzzi al sassofono e Carletto Spanò alla chitarra) che, in collaborazione con il Conservatorio “G. Frescobaldi” di Ferrara, spazierà dagli standard jazz alla rivisitazione di brani del cantautore Herbert Pagani sempre in chiave jazz.

La terza giornata della Festa del Libro Ebraico si chiuderà alle 21, alla Sala Estense, con “Gan Eden Restaurant. Seimila anni di gioie e dolori nella cucina tradizionale ebraica”, dove l’imprenditore fiorentino Giuseppe Burschtein e l’antropologo Ugo Caffaz daranno vita a una singolare sfida, sul filo dell’ironia, fra la cucina ebraica ashkenazita, caratteristica dell’Europa centro-orientale, e quella sefardita, di matrice spagnola.

Il programma della Festa del Libro Ebraico in Italia, che è patrocinata dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, dalla Regione Emilia-Romagna, dal Comune di Ferrara, dall’Università degli Studi di Ferrara, dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e dalla Comunità Ebraica di Ferrara, è disponibile sul sito www.meisweb.it, a questo link.

LA SEGNALAZIONE
I paradossi del cibo

Mentre Expo 2015, con il suo tema “Nutrire il pianeta, energia per la vita”, si avvicina veloce e si parla sempre di più di cibo e di alimentazione, il Barilla center for food and nutrition presenta i paradossi del cibo e come contrastarli, con la campagna di sensibilizzazione socialYes share eat!” [vedi], lanciata in occasione della Giornata della Terra. Questi paradossi sono tre, contenuti nel Protocollo di Milano [leggi], firmato il 3 aprile 2015, un accordo internazionale volto ad affrontare il problema della sostenibilità del sistema alimentare e a risolvere questi paradossi entro il 2020. Vediamo quali sono.

Primo paradosso, spreco di alimenti: 1,3 miliardi di tonnellate di cibo commestibile sono sprecate ogni anno (un terzo della produzione globale di alimenti e quattro volte la quantità necessaria a nutrire gli 805 milioni di persone denutrite nel mondo).

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I tre paradossi della campagna ‘Yes share eat!’

Secondo paradosso, agricoltura sostenibile: nonostante l’enorme diffusione della fame e della malnutrizione, una grande percentuale dei raccolti è utilizzata per la produzione di mangimi e di biocarburanti. Secondo le previsioni, la domanda globale di biocarburanti arriverà a 172 miliardi di litri nel 2020 rispetto agli 81 miliardi di litri del 2008, il che corrisponde ad altri 40 milioni di ettari di terreni convertiti a coltivazioni per biocarburanti. Un terzo della produzione agricola globale è impiegato per nutrire il bestiame. Sui circa 7 miliardi di abitanti della terra, 1 miliardo non ha accesso all’acqua potabile (il che provoca la morte di 4.000 bambini ogni giorno). In contrasto, per produrre un chilogrammo di carne di manzo servono 15.000 litri d’acqua.

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Come contrastare i paradossi del cibo

Terzo paradosso, coesistenza fra fame e obesità: per ogni persona affetta da denutrizione, ve ne sono due obese o sovrappeso (sovranutrizione): 805 milioni di persone nel mondo sono affette da denutrizione, mentre oltre 2,1 miliardi sono obese o sovrappeso. A fronte di 36 milioni di persone che muoiono ogni anno per denutrizione e carestia, 3,4 milioni muoiono a causa del sovrappeso o dell’obesità. La radice di questo problema risiede nello squilibrio globale della ricchezza e delle risorse.

Carlo Petrini, il presidente di Slow Food, usa il termine “schizofrenia” per descrivere la società contemporanea, che si muove non tanto contro-natura, ma anti-natura. E questi paradossi ne sono la prova. Come contrastarli, allora? Non sprecando, producendo di più con meno, scegliendo cibo che ne contenga e rispetti i suoi stessi valori, adottando un’alimentazione semplice, sana e variegata, facendo movimento, preferendo una filiera virtuosa (magari pure a chilometro zero), condividendo le proprie esperienze e, soprattutto, agendo nel quotidiano. Ci vuole educazione, anche per questo. Non è poi tanto difficile… vale la pena provare. Perché la libertà passa anche attraverso il cibo.

Per approfondire, “Togheter in Expo 2015” in collaborazione con il ministero dell’Istruzione, “Abbondanza e privazione: il paradosso del contemporaneo” [vedi].

FRA LE RIGHE
La copia umana

Seguire, copiare, abbandonare. Una pratica un po’ strana per ritrovare se stessi.
A Tom sembra tutto così assurdo, Hayley è andata via di casa, ma non l’ha proprio lasciato, non si sa perché né dove sia andata. Tom scopre che anche Hayley fa parte del circolo Cc, carta carbone, un gruppo di persone strambe che si mettono a stare dietro a qualche sconosciuto per guardarlo vivere e vivere di riflesso. Si mettono, cioè, dentro le vite degli altri e ci stanno un po’, copiano azioni, cibi, acquisti, mete. E poi fine, via che si ricomincia con un altro soggetto, in giro per Londra c’è pieno di gente da copiare.
Nel tentativo di seguire le poche tracce che Hayley ha lasciato, Tom conosce Pia e sperimenta questa pratica del copia e incolla. Ma si vive davvero in questo modo? Quante vite? Tutte o nessuna? La propria o quella degli altri? Quale in maniera autentica? Quelli del gruppo CC dicono che è come potere salire e scendere da un autobus a ripetizione, è come avere miliardi di finestre aperte sul mondo e non fermarsi mai, nuove opportunità, l’inaspettato sempre dietro l’angolo. Ma su una strada presa da altri, verrebbe da ribattere. E verrebbe da chiedere a questi qua che si divertono a fare l’ombra di qualcun altro, se stanno cercando la vita che potrebbe essere o una vita che non avranno mai o che magari è stata e non tornerà più.
Pia aiuta Tom che, però, sa solo in-seguire Hayley. Hayley, andata via per seguire un altro, si perde continuamente, non si trova e ferisce gli altri oltre che se stessa.
Tom riuscirà a scoprire tutta la verità su Hayley, ormai smarrita nelle troppe strade-vite che ha provato a copiare anche quando sembra che l’inseguimento sia finito.

Danny Wallace, Copia-e-incolla, Feltrinelli, 2014

DAL NOSTRO ARCHIVIO
Partigiani oggi: quali ideali, quali avversari

Ferrara ha festeggiato il 25 aprile in piazza, rivivendo l’atmosfera e le emozioni di quegli storici momenti del 1945 grazie all’impegno di Anpi e Gruppo teatro comunitario di Pontelagoscuro che, in collaborazione con Arci-Spi Cgil e fondazione l’Approdo, hanno realizzato anche quest’anno lo spettacolo “LiberAzione”, evento teatrale corale che si è sviluppato nelle vie del centro con grande partecipazione della cittadinanza.
LiberAzione1
In coincidenza con le celebrazioni per il settantesimo anniversario della Liberazione, riproponiamo le numerose testimonianze [leggi] raccolte nell’ambito della nostra inchiesta “Partigiani oggi” pubblicata lo scorso autunno, di cui riportiamo qui l’appunto introduttivo:

E’ noto l’anatema di Antonio Gramsci contro gli indifferenti. E’ vivo e presente (in molti, resistenti e resilienti) il senso dell’impegno che fu dei padri fondatori dell’Italia libera e repubblicana e dei milioni di uomini e donne che si impegnarono e si batterono, anche a costo della vita, per consegnare ai figli un Paese che garantisse a tutti un’esistenza degna d’essere vissuta. E allora ci siamo domandati quale sia, oggi, il significato autentico e attualizzato dell’espressione “partigiano”. Ci siamo chiesti quali siano, in questi nostri giorni aspri, i valori da difendere, gli avversari da combattere.

resistenza
Partigiani oggi: valori da difendere, antagonisti da avversare

Abbiamo girato l’interrogativo a un nutrito ed eterogeneo gruppo di uomini e donne, chiedendo a ciascuno di riaffermare il senso di concetti quali comunità e cittadinanza. E abbiamo domandato di esplicitare quali battaglie di civiltà e di democrazia meritano di essere combattute nel presente. Ciascuno ha precisato i riferimenti ideali e gli imprescindibili capisaldi scelti come bussola del proprio agire politico; e per contrappunto ha individuato i “nemici” (materiali e immateriali), cioè i fattori che si contrappongono o gli elementi che li insidiano.

IMMAGINARIO
Il fiume, cerniera di terre.
La foto di oggi…

Un altro scatto di Daniela Solaini, la instagramer che per una settimana animerà il profilo del Comune, @comunediferrara, con i suoi scatti nell’ambito del progetto #MyFerrara che vuole avvicinare cittadini e pubblica amministrazione attraverso i social network.

Ieri il suo sguardo si è posato su un nuovo angolo della città, questo il suo commento.

“Buongiorno Ferrara, buongiorno Italia libera! La foto di oggi la dedico a tutti i fiumi d’Italia teatro di grandi battaglie, e al grande Po, cerniera che unisce e a volte divide territori e genti.
A Ferrara, il grande fiume ha due anime: quella del corso a Nord della città, frutto delle varie deviazioni nei secoli; e quella dell’antico corso principale, oggi ramo di Volano, che una volta scorreva dove ora sorge parte del centro storico, a Sud, e nel Medioevo era cuore fluviale e commerciale della città. Oggi ramo inattivo, scivola lungo la città silente e pacifico, addentrandosi nella campagna verso Marrara col suo braccio di Primaro, e nel meraviglioso Parco del Delta, fino a raggiungere l’Adriatico. Ferrara non sarebbe uguale, senza il suo Po.
In attesa di veder rifiorire l’antico ramo e le sue rive, regaliamoci una gita partendo da qui, magari in battello, verso una delle tante destinazioni del Parco del Delta…
Buon 25 aprile, Ferrara!”

OGGI – IMMAGINARIO MYFERRARA

Ogni giorno immagini rappresentative di Ferrara in tutti i suoi molteplici aspetti, in tutte le sue varie sfaccettature. Foto o video di vita quotidiana, di ordinaria e straordinaria umanità, che raccontano la città, i suoi abitanti, le sue vicende, il paesaggio, la natura…

[clic sulla foto per ingrandirla]

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foto di Daniela Solaini

GERMOGLI
Chi potremmo essere.
L’aforisma di oggi…

Una quotidiana pillola di saggezza o una perla di ironia per iniziare bene la giornata…

Il 26 aprile 1564 nasceva a Stratford-upon-Avon William Shakespeare. Scegliamo questo aforisma per fare un esercizio di fantasia e immaginare nuove opportunità. 

“Sappiamo chi noi siamo, ma non sappiamo chi potremmo essere”. (William Shakespeare)

ACCORDI
La città fantasma
Il brano di oggi…

Paola turci - candido - frontOgni giorno un brano intonato a ciò che la giornata prospetta… 

(per ascoltarlo cliccare sul titolo)

Paola Turci – Chernobyl

Il 26 aprile del 1986 rimase tristemente famoso in tutto il mondo per il disastro della centrale nucleare di Chernobyl situata nei pressi di Pryp’jat’, oggi città fantasma del nord dell’Ucraina. Una tragedia dalle dimensioni enormi i cui effetti si protraggono ancora oggi, mentre non esistono ancora stime ufficiali sul numero dei morti per malattie causate dalla nube radioattiva. Paola Turci dedicò a questo triste avvenimento un brano contenuto nell’album “Candido” del 1991.