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Giorno: 28 Aprile 2015

“La notte non fa più paura”: Avant Premiere all’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles

Domani mercoledì 29 aprile “La notte non fa più paura”, film ambientato durante il terremoto d’Emilia del 2012 verrà presentato in avant premiere all’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles

Il lungometraggio, opera prima del regista Marco Cassini, racconta la storia di ragazzi che si trovano a fare i conti con una vita privata e lavorativa già precaria, messa poi a dura prova dalle scosse. Nel settembre 2012 due amici, Samuele Govoni e Stefano Muroni, pensarono di raccontare il sisma in un cortometraggio e scrissero un primo soggetto. Col passare dei mesi il corto diventò medio e alla fine si lavorò per trasformarlo in lungometraggio. Alla sceneggiatura, oltre a Cassini, lavorarono anche Muroni e Walter Cordopatri; questi ultimi sono anche i protagonisti del film. La produzione esecutiva è stata affidata a Ilaria Battistella e la comunicazione al già citato Govoni. Dopo un’estenuante ricerca i cinque giovani sono riusciti a raccogliere una cifra minima, appena sufficiente per dare il via alle riprese. In diversi hanno sposato la causa contribuendo economicamente al progetto ma l’intervento decisivo è stato quello di Maria Rita Storti, una docente ferrarese che ha scelto di investire ne “La notte non fa più paura”. Terminate le riprese, durate appena dieci giorni, si è cominciato subito a lavorare al montaggio. Per coprire le spese di questa fase si è aperto un crowdfunding e in tanti hanno contribuito con una donazione. La fase di post produzione si è conclusa solo nelle ultime ore e questa sera, il film verrà proiettato nella capitale belga: un primo importante traguardo per tutti coloro che hanno lavorato alla concretizzazione di questo progetto.

 

Beni Comuni in vendita (o in dismissione)

di Claudio Pisapia

L’intervento del Consigliere SEL, Leonardo Fiorentini, coglieva forse più di altri il punto reale della discussione sulla vendita (chiedo scusa: dismissione) delle azioni HERA di proprietà del Comune di Ferrara In programma ieri alla Sala del Consiglio Comunale. Forse denotava una presa di coscienza che però dovrebbe essere un po’ più profonda e sentita anche a livello nazionale da parte di un partito a volte troppo vicino a chi sta facendo del mercato, della finanza e delle privatizzazioni il suo faro.
Da una parte il privato che funziona sempre meglio del pubblico e dall’altra i problemi di bilancio, ecco in sostanza il tema del dibattito svoltosi ieri. Dall’altra ancora, ben distanziata, la rappresentanza dei cittadini in difesa del bene comune acqua . Uno spaccato di quanto succede a livello macro nel resto del Paese.
Tutte le opposizioni contro o per considerazioni sui principi, ‘non si può vendere ciò che appartiene ai cittadini e che va semplicemente custodito dalle amministrazioni pubbliche’, o per considerazioni pratiche, ‘il Consigliere di GOL Rendine snocciola dati sulla maggior convenienza economica a tenersi le quote’. Il M5S si oppone e propone ma senza pathos.
E durante la replica l’Assessore al Bilancio risponde al Consigliere Spath di Fratelli d’italia, che aveva proposto una sorta di vendita controllata, che non gli interessa sapere a chi verranno vendute le quote, del resto non prevede di rimanere per sempre Assessore, problema rimandato, e a GOL che il Comune non ha necessità immediata di fare cassa.
E allora perché si dismette?
Perché oggi anche in quest’aula vincono i principi, non quelli però del comitato acqua pubblica o del risultato referendario del 2011, bensì il principio che partiti o uomini soli al comando possono decidere ciò che è meglio per tutti, ovvero sono meglio le leggi del mercato e dei bilanci.

Privatizzare sempre di più, o meglio dismettere, usando una parola cara all’Assessore al Bilancio. Ma dismettere vuole forse dire altro? Sfogliando i vocabolari di lingua italiana non mi sembra.
In fondo la discussione potrebbe essere molto più semplice e fermarsi davvero ai principi. Bene Comune, ovvero di tutti, necessario alla vita quindi non può essere né dismesso né messo in vendita. E poco conta se le quote attuali sono poche o molte e se in passato sono state fatte scelte sbagliate riguardo all’Hera, semplicemente non si può continuare a farle.
I problemi di bilancio ci sono ma non si risolvono facendo i ragionieri e procedendo alla dismissione di quanto si ha. Non si può preferire accumulare soldi da utilizzare per ripagare interessi o debiti domani rimanendo fermi sulle proprie posizioni senza costruire la propria ripresa economica. Perché ad assicurare il futuro ai nostri figli non sarà di certo un foglio di bilancio in ordine, né tantomeno il mercato, la finanza e i possessori indefiniti delle quote dei beni comuni che nel tempo avremo messo in “dismissione”.

Il futuro sarà assicurato dall’esatto contrario, da quanto saremo riusciti a conservare e produrre in termine di beni reali. Dall’accesso libero ad acqua e cibo, dalla dignità di esseri umani che avremo conservato, dalla domanda interna che saremo riusciti a potenziare attraverso programmi di occupazione. La spesa di uno Stato equivale sempre a ricchezza per i cittadini, anche se fatta male perché uno Stato non riuscirà mai a spendere talmente male da equiparare quanto sperperato negli ultimi trent’anni pagando interessi ai mercati finanziari. Sperpero che nasce dalla rinuncia nel 1981 a una Banca Centrale che facesse il suo lavoro di compratore di ultima istanza, e dalle adesioni ai sistemi di cambio fisso tipo SME e poi Euro che impediscono di fatto un’autonoma politica economica e si prestano alla speculazione finanziaria. Rinuncia pura a decidere delle proprie vite e cessione al mercato del futuro di intere generazioni.
Quindi individuare il vero problema, la malattia e combatterla eliminando poi dalla gestione della res pubblica parassiti e incapaci.
Adam Smith ha posto le basi del pensiero economico classico ed è visto come il padre dell’iniziativa privata incontrollata, del liberismo puro. Eppure anche lui metteva in guardia e scriveva che le proposte che arrivano dal mondo privato devono essere considerate con grande prudenza perché provengono da un ordine di uomini il cui interesse principale non è esattamente quello del pubblico. E se lo diceva lui!

La scelta sensata oggi sarebbe quella di fermarsi e ragionare, curare la malattia e non i sintomi. E’ dal 1992 che si continuano a lanciare allarmi sulla solvibilità dello Stato e in nome di ciò a vendere (o dismettere) patrimonio pubblico. Rinunciando all’IRI si è rinunciato ad esempio ad un sano controllo sulle banche, e non mi sembra che oggi funzionino meglio o che abbiano lasciato un futuro migliore e più gestibile. Noi siamo il futuro di quelle scelte scellerate di rinunciare al controllo dello Stato di banche e aziende pubbliche che hanno prodotto disoccupazione, debito pubblico e disperazione, adesso ci viene prospettato un futuro per i giovani di oggi addirittura diminuendo il controllo pubblico sui beni comuni.

Ma è reale tutto ciò che stiamo vivendo?

Claudio Pisapia

Livio Zerbini “Alle otto della sera”

da: ufficio Comunicazione ed Eventi Unife

Stasera prima puntata alle ore 20 su Radio Rai – WR6

Livio Zerbini, docente del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Ferrara, protagonista su Radio Rai – WR6, a partire da questa sera, lunedì 27 aprile, alle ore 20 e per 12 puntate complessive, nella trasmissione “Alle otto della sera”, appuntamento culturale che coinvolge importanti studiosi e divulgatori per raccontare gli eventi salienti della Storia.

Nel nuovo ciclo radiofonico, dal titolo “Dalla Dacia alla Romania”, Zerbini metterà i riflettori puntati sulle guerre intraprese dall’imperatore Traiano nel 101-102 e 105-106 d.C contro la Dacia, che fu l’ultima duratura conquista dei Romani, ma anche uno dei primi territori ad essere perduti nel 271.

“L’incontro con Radio Rai – spiega Zerbini – è nato dall’interesse comune nei confronti di una importante ricorrenza storica: nel 2016 saranno infatti 1.900 anni dalla conquista della Dacia da parte dell’imperatore Traiano, argomento da me approfondito in numerose pubblicazioni”.

Non solo. Zerbini è anche il Responsabile del Laboratorio di Studi e Ricerche sulle Antiche province Danubiane – LAD, attivo in Unife dal 2007, centro di eccellenza internazionale sul mondo balcano-danubiano in età romana.

Afferma Zerbini: “Ho aderito volentieri a questo invito che mi è stato rivolto da Radio Rai – e che continuerà con altri progetti – perché l’attività di ricerca storica che si fa quotidianamente nelle Università ha sempre più bisogno di essere fatta conoscere e condivisa, affinché tutti possano rendersi conto di quanto sia importante. In particolare in un Paese come il nostro, che ha uno straordinario patrimonio culturale che tutto il mondo ci invidia e che potrebbe essere il punto di partenza di un nuovo “rinascimento” in termini di opportunità, se declinato in un consapevole e intelligente turismo culturale”.

Radio Rai – WR6 , il canale web “all speech” di Radio Rai che sulle sue frequenze racconta, tramite la voce di coloro che ne sono stati i protagonisti, la storia, la cultura, il costume e la società italiana degli ultimi decenni, propone quattro nuovi cicli di “Alle otto della sera”. Il primo, intitolato “Il Principe di Metternich”, dedicato al Cancelliere tedesco, ha visto come protagonista Luigi Mascilli Migliorini. Per il secondo ciclo, è stata la volta di Luciano Canfora con “La guerra civile Ateniese”, per raccontare la guerra civile che scoppiò ad Atene pochi mesi dopo la nascita del governo oligarchico dei Trenta, favorito e imposto dallo spartano Lisandro. Dopo il terzo ciclo, dedicato al tema ”Dalla Dacia alla Romania”, che partirà stasera con Livio Zerbini, appuntamento dal 4 maggio con Alessandro Barbero con il “Divano di Istanbul”, il racconto della storia dell’Impero Ottomano, lo spauracchio dell’Occidente con le scorrerie dei suoi pirati e i suoi impalamenti, con i suoi giannizzeri e le sue mire espansionistiche.

Tutti i podcast sono fruibili su www.wr6.rai.it

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Donini: “Gravissimo l’episodio di aggressione denunciato da una giovane a Bologna, giusto il provvedimento di Tper nei confronti dell’autista e ora la magistratura faccia luce su ogni aspetto della vicenda”

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

“Sono sgomento per l’accaduto, un fatto gravissimo e ancora più inammissibile se si considera che ha visto coinvolta una persona responsabile di un servizio pubblico”. Così l’assessore regionale ai Trasporti, Raffaele Donini, ha commentato l’episodio accaduto a Bologna, dove una ragazza 18enne ha accusato di essere stata insultata e picchiata da un autista d’autobus.
“Voglio prima di tutto esprimere la mia vicinanza alla giovane e alla sua famiglia – ha aggiunto Donini -, giudico quindi positivo il provvedimento disciplinare adottato immediatamente dall’Azienda di trasporti Tper ma auspico, inoltre, che la magistratura faccia luce quanto prima su ogni aspetto di questo intollerabile episodio”.

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Il sottosegretario Rossi: “La maggioranza di centrosinistra domani voterà compatta il primo bilancio della Giunta Bonaccini, nessun problema con Sel”

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

«Siamo sicuri che domani la maggioranza di centrosinistra voterà compatta il primo bilancio della Giunta Bonaccini, nessun problema con Sel con cui possono esistere posizioni divergenti come sul People mover». Ad affermarlo è il sottosegretario alla Presidenza, Andrea Rossi, a margine della Giunta regionale che si sta svolgendo in queste ore a Monteveglio (Bo) per fare il punto sui primi cento giorni di legislatura.

Rossi afferma: «Questo bilancio, come già evidenziato nelle presentazioni svolte nelle diverse sedi istituzionali, trova il plauso non solo delle forze politiche che sostengono questa maggioranza ma anche delle forze economiche e sociali che si sono confrontate su di esso. Non vi è alcun problema quindi con Sel, con cui sappiamo possono esistere anche posizioni divergenti su singoli temi, come accade per il progetto People mover. Tuttavia non sarà di certo un progetto specifico – prosegue Rossi – a fronte di un bilancio complessivo di oltre un miliardo di euro, a determinare una spaccatura tra forze politiche attente e responsabili”.

“Anche perché – conclude il sottosegretario – gli assi portanti di questo bilancio sono di grande impatto sui cittadini. Senza prelevare un euro in più dalle tasche degli emiliano-romagnoli riusciremo a dare al dissesto idrogeologico e alla tutela del territorio la priorità assoluta, a cofinanziare i fondi europei per accompagnare il rilancio della nostra economia, a mantenere la spesa sanitaria e sociale a garanzia dei servizi alla persona e ad aumentare i fondi per la cultura. Un ventaglio di azioni su cui Sel non può che trovarsi profondamente d’accordo».

Silvia Calabrese vince il premio di Laurea Leonardo 2014 sulle energie rinnovabili

da: ufficio Comunicazione ed Eventi Unife

La Dott.ssa Silvia Calabrese, Laurea Specialistica in Fisica all’Università di Ferrara, si aggiudica il Premio del Comitato Leonardo 2014 sulle Energie Rinnovabili concesso dal G.S.E. , il prestigioso riconoscimento volto a sostenere e a promuovere il talento dei giovani laureati che rappresentano il futuro dell’economia italiana, premiando le tesi più brillanti e meritevoli nei vari settori.

Il Premio di Laurea è stato conferito oggi lunedì 27 aprile, al Palazzo del Quirinale (Roma), alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel corso della Cerimonia di Consegna dei Premi Leonardo, che il Comitato Leonardo assegna a imprenditori che hanno contribuito ad affermare e consolidare l’immagine del “made in Italy” nel mondo.

La tesi dal titolo “Sviluppo di un sistema fotovoltaico a concentrazione in configurazione Cassegrain, basato sulla separazione spettrale della radiazione incidente”, premiata per qualità d’analisi, grado di innovazione e applicabilità dei risultati, è stata svolta dalla Dott.ssa Calabrese sotto la supervisione del Prof. Donato Vincenzi e si inserisce nell’intensa attività di ricerca nel settore fotovoltaico svolta all’interno del Laboratorio Sensori e Semiconduttori del Dipartimento di Fisica e Scienze della Terra di Unife.

“Sono molto emozionata per aver ricevuto questo importante riconoscimento”- afferma la Dott.ssa Calabrese – “Ho curato con interesse e passione tutti gli aspetti del mio progetto di tesi, dallo sviluppo alla caratterizzazione di un concentratore solare, dotato di un particolare filtro in grado di separare la luce che arriva dal sole in due fasci distinti, successivamente convogliati su due differenti celle solari. E´ un prototipo innovativo e unico realizzato per studiarne le prestazioni e l’applicabilità su larga scala”.

“Ringrazio tutti coloro che mi hanno supportata nel raggiungimento di questo risultato – aggiunge la Dott.ssa Calabrese – il Prof. Donato Vincenzi, il Dipartimento di Fisica dell’Università di Ferrara, il Comitato Leonardo, il G.S.E. e la mia famiglia che mi ha sempre sostenuta in questo mio percorso formativo”.

Il Comitato Leonardo, presieduto dall’imprenditrice Luisa Todini, è nato nel 1993 su iniziativa comune dell’ICE, di Confindustria e di un gruppo d’imprenditori, tra i quali Gianni Agnelli e Sergio Pininfarina, con l’obiettivo di promuovere l’Italia come sistema Paese attraverso varie iniziative, volte a metterne in rilievo le doti di imprenditorialità, creatività artistica, raffinatezza e cultura che si riflettono nei suoi prodotti e nel suo stile di vita.

“Arcadia” a Una Mostra al Mese (maggio 2015)

da: organizzatori

Arcadia è un posto idilliaco, un posto magico, il posto dei sogni. Arcadia è un regno che vive dentro le tele di Rita Guandalini, tele nate da una tecnica mista, di stucco e acrilico, su supporti di truciolati, supporti robusti per viaggi eterei che trasportano chi guarda verso un altro luogo, verso Arcadia appunto.
La settantanovesima “Mostra al Mese” di Auxing è aperta fino al 31 maggio 2015; oltre a questa Temporanea, è visitabile la Mostra Permanente degli artisti che hanno esposto precedentemente. La programmazione delle Temporanee è completa fino a febbraio 2020.

Via per Zerbinate, 31 – Bondeno (Fe)
(orari: feriali 14:00 – 23:00 – festivi su appuntamento)
Ingresso Libero (le mostre sono aperte a tutti e non solo ai soci)

Dee Dee Bridgewater & China Moses: “Just Family”

da: organizzatori

La quarantaduesima edizione del festival Ravenna Jazz parte sin da subito con una marcia alta: sabato 2 maggio al Teatro Alighieri (con inizio alle ore 21) a dare il via al festival ci sarà Dee Dee Bridgewater. Sarà l’inizio di una passerella di grandi cantanti che transiteranno sul palco dell’Alighieri (ma anche nei club cittadini) nel corso dei dieci giorni del festival.
Ravenna Jazz 2015 sarà più che mai votata anche alla didattica, con ben tre workshop in programma. Il primo sarà tenuto dal beatboxer Alien Dee e si terrà al Cisim di Lido Adriano nel corso di due giornate (2 e 3 maggio, ore 10-13, 15-18).
Ravenna Jazz è organizzato da Jazz Network con la collaborazione degli Assessorati alla Cultura del Comune di Ravenna e della Regione Emilia-Romagna, con il contributo della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, con il sostegno del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, e con il patrocinio della SIAE.

Madre e figlia assieme sul palco per un ‘affare di famiglia’ dagli ampi orizzonti stilistici: sono Dee Dee Bridgewater e China Moses. “Just Family” è una rara occasione: pur non essendo nuove a esibirsi assieme, Dee Dee e China non incrociano di frequente le loro voci. A Ravenna lo faranno per un intero concerto, che porrà la grande diva del jazz afro-americano di fronte alla giovane China, che dalla madre pare avere preso non poche cose: dalla voce portentosa e vibrante al portamento sensuale col quale domina la scena. Magie del dna: in China sembra di rivedere la dirompente Bridgewater degli anni della sua ascesa europea.
Oggi unanimemente riconosciuta come una delle migliori jazz singer in attività, Dee Dee Bridgewater ha avuto una carriera in parte ‘turbolenta’, specialmente per quanto riguarda la sua affermazione sulla scena statunitense. Nata Denise Eileen Garrett a Memphis nel 1950, prende poi il cognome del noto trombettista Cecil Bridgewater, col quale fu sposata all’inizio degli anni Settanta. A quel periodo risalgono anche le sue prime prove nella ‘serie A’ del jazz americano (con l’orchestra di Thad Jones e Mel Lewis, Dexter Gordon, Dizzy Gillespie, Max Roach, Sonny Rollins).
Ma la completa maturazione artistica di Dee Dee avviene nel corso degli anni Ottanta, dopo il suo trasferimento in maniera stabile in Francia. Oltre a raffinare le sue interpretazioni jazzistiche, flirta con la musica commerciale, riuscendo così a creare un forte legame col pubblico, mai venuto meno da allora. In Italia, in particolare, ‘sfonda’ grazie al duetto con Ray Charles al festival di Sanremo del 1989 e ad altre apparizioni sempre a Sanremo nei due anni successivi.
Le poche e sporadiche prove discografiche sino alla fine degli anni Ottanta sono state probabilmente il motivo della mancata consacrazione statunitense della cantante. Le cose cambiano però improvvisamente a partire dagli anni Novanta: Dee Dee ottiene un contratto con la Verve e infila una lunga serie di dischi memorabili. Nell’ultimo decennio le sue prove discografiche si diradano, ma ogni volta arrivano coi crismi del grande evento: progetti curatissimi destinati ad avere lunga vita nelle tournée internazionali, dalle chansons francesi di J’ai deux amours (2005) alla musica del Mali di Red Earth (2007), sino a un rinnovato incontro col repertorio di Billie Holiday (Eleanora Fagan, del 2010). Dopo tutto ciò, Dee Dee si è stabilita nuovamente negli Stati Uniti, questa volta da grande diva del canto jazzistico.

Trombo’n’ Barovvero, nelle intenzioni di Marcello ‘Jandu’ Detti, meglio soli che male accompagnati. Proprio solo non sarà, al Fellini Scalino Cinque a partire dalle 18,30,vista la gran quantità di strumenti che gli faranno compagnia sul palco: trombone, basso tuba, tromba a coulisse e conchiglie giganti. Un’intera band racchiusa in un solo musicista.
Nato a Bagno di Romagna nel 1979, Marcello ‘Jandu’ Detti dopo il diploma di trombone inizia la sua avventura all’interno di orchestre classiche e di operetta, per poi virare, iniziando un percorso musicale più moderno. Collabora quindi con Giacomo Toni e con gruppi come i Nobraino, Saluti da Saturno, Supermarket…

Protagonista anche del concerto del 5 maggio “Pazzi di Jazz” Young Project, in veste di direttore del coro Teen Voices da lui stesso addestrato nel corso di mesi di attività didattiche con giovanissimi studenti delle scuole ravennati, Alien Dee sarà poi disponibile a condividere le sue conoscenze anche con altri vocalist, musicisti e un pubblico adulto nel corso del seminario “The Alien Beatbox”.
Il workshop sarà un percorso di approfondimento storico e tecnico sull’utilizzo dello strumento “voce”, su come sfruttarne l’enorme potenziale attraverso la vocal instrumentation. Si affronteranno i lineamenti storici del beatbox, i primi approcci pratici, la sillabazione e le scomposizioni ritmiche, le modulazioni sonore vocali, la creazione della polifonia, le tecniche di respirazione, lo sviluppo delle capacità di improvvisazione/interazione con altri musicisti e con il pubblico, la microfonia, nozioni tecniche di registrazione in studio e di fonia nelle performance live.
Pioniere italiano del beatboxing, Alien Dee ne è tra i principali esponenti a livello internazionale. Perfezionista nello sviluppo di inedite tecniche ritmiche, legato all’estetica jazz per quanto riguarda le sonorità e la pratica dell’improvvisazione, Alien Dee ha iniziato a ‘suonare senza strumento’ nel 2001, allenandosi in questa particolare disciplina, sorta all’interno della cultura hip hop per far fronte alla necessità di avere sempre musica a portata di mano quando si tratta di ballare in strada (breakdance) o quando si improvvisano rime (rap). Lo human beatbox è infatti l’arte di riprodurre la musica, sia nelle sue articolazioni ritmiche che nella riproduzione dei differenti timbri strumentali, unicamente attraverso l’apparato vocale. Così, in assenza di strumenti e anche di mezzi per riprodurre musica registrata, il beatboxer utilizza la voce e il proprio corpo per creare ritmi e suoni, in particolar modo imitando il beat delle percussioni e il fraseggio degli strumenti melodici.

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Expo, Palma Costi replica a M5S: “Regione già attiva e uffici in giugno, piena agibilità e sicurezza per i dipendenti”

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

“Nessun problema né di operatività né di sicurezza, la Regione Emilia-Romagna è già attiva, il mese di ritardo nella consegna degli uffici sarà contestato”. L’assessore Palma Costi replica alle polemiche del M5S sulla partecipazione regionale alla manifestazione milanese

“Nessun boomerang, nessuna beffa: la Regione Emilia-Romagna è già attiva negli spazi espositivi collettivi dell’Expo di Milano e dal 1 giugno saranno pronti gli uffici regionali, attrezzati e sicuri per il nostro personale”. L’assessore regionale alle Attività produttive, Palma Costi, risponde così al Movimento5Stelle, che ha presentato un’interrogazione in cui si chiede una contestazione dei ritardi della manifestazione milanese e si avanzano perplessità sulle condizioni di sicurezza e agibilità degli spazi destinati all’Emilia-Romagna.

“Il nostro contributo a Palazzo Italia è già operativo – ha affermato l’assessore Costi -, e gli spazi espositivi destinati alla Regione sono previsti dal 1 agosto al 31 ottobre, dunque anch’essi non subiranno ritardi”.
Un ritardo che si verificherà invece nella consegna dell’ufficio della Regione nello stesso Palazzo Italia, che non sarà consegnato prima del 1 giugno. “Ma in ogni caso – specifica Palma Costi – il ritardo sarà contestato in sede di saldo e l’Emilia-Romagna sarà ospitata dalla Regione Veneto per un mese, quindi opereremo comunque al meglio e saremo pronti per agosto. E comunque, il costo complessivo per spazi e facilities sostenuto dalla Regione non è di 2 ma di 1,1 milioni di euro”.

Per quanto riguarda il problema della sicurezza, infine, l’assessore specifica che “in ogni caso il personale regionale, per cui sono state stipulate assicurazioni speciali, entrerà solo alla consegna di uffici attrezzati e sicuri, in seguito a un sopralluogo preventivo effettuato da tecnici incaricati dalla Regione”.

Cavalleria Rusticana e Pagliacci da NY

da: ufficio stampa Apollo Cinepark

Domani, martedì 28 aprile alle ore 19:00, Apollo Arte e Cultura presenta “Cavalleria Rusticana – Pagliacci”. In diretta satellitare, si tratta della prima produzione del Metroplitan di New York, in 45 anni, delle due opere del verismo popolare più amate dal pubblico.
Cavalleria Rusticana, di Pietro Mascagni, racconta la storia del giovane ex militare siciliano Turiddu sfidato dal rivale in amore, Alfio, marito di Lola, la ragazza a cui Turiddu si era promesso prima di andar soldato.
Pagliacci, l’opera più rappresentata di Ruggero Leoncavallo, racconta del dramma che si consuma in un caldo mezzogiorno di ferragosto, nella Calabria del 1865. Canio, sul palco in cui interpreta Pagliaccio, marito tradito da Colombina, trasforma la commedia in tragedia, scagliandosi contro sua moglie Nedda, (la Colombina della compagnia teatrale), che lo ha tradito con Silvio.
David McVicar ne cura la regia, Marcelo Álvarez debutta nelle parti da tenore di entrambe le opere: l’incorreggibile Turiddu e il pagliaccio Canio. Eva-Maria Westbroek dà voce a Santuzza, l’amante abbandonata diCavalleria Rusticana, mentre Željko Lučić è il cavalleresco Alfio.
Patricia Racette interpreta Nedda, moglie dell’infelice Canio in Pagliacci, con George Gagnidze nella sua prima esibizione al Met nei panni di Tonio. Il Direttore Principale del Metropolitan Opera, Fabio Luisi, dirige entrambe le opere.

Francesca Rizzi vince il concorso per il logo del Consorzio Futuro in Ricerca

da: ufficio Comunicazione ed Eventi Unife

Francesca Rizzi, dell’Istituto di Istruzione Superiore Giovanni Valle di Padova, è risultata vincitrice del concorso diretto a individuare logo e immagine coordinata del CFR Consorzio Futuro in Ricerca di Ferrara, che potesse garantire un’immediata riconoscibilità e richiamare le origini territoriali del CFR, che nasce dall’esperienza ventennale del Consorzio Ferrara Ricerche.
Il concorso è stato promosso dallo stesso Consorzio Futuro in Ricerca in collaborazione con il Dipartimento di Architettura di Ferrara e con il Master in Comunicazione delle Scienze dell’Università di Padova.
Il progetto presentato da Francesca Rizzi, che ha così ottenuto un buono d’acquisto per materiale grafico o scientifico del valore di 2000 euro, è stato giudicato dalla Commissione aggiudicatrice “estremamente attuale, ben leggibile nei vari formati e riportante in filigrana un chiaro riferimento alle origini territoriali”.
Secondi ex aequo si sono classificati Mattia Quaglio, dell’Istituto di Istruzione Superiore De Amicis di Rovigo (motivazione: il progetto rappresenta un interessante tentativo di fondere il logo di CFR con una raffigurazione di atmosfera urbana ferrarese) e Luana Bertiè dell’Istituto di Istruzione Superiore De Amicis di Rovigo (motivazione: il progetto ha carattere di essenzialità e dinamismo figurativo) A ciascuno è andato un buono d’acquisto per materiale grafico o scientifico di 500 euro. Menzioni speciali per l’equilibrio compositivo fra caratteri tipografici e composizione figurativa a Carlo Ricci e Linda Cauduro.
La cerimonia di premiazione del concorso si è svolta il 27 Aprile nella splendida cornice di Palazzo Tassoni Estense, sede del Dipartimento di Architettura, alla presenza di Giovanni Fiorentini, Presidente della Commissione di Valutazione e del CFR Consorzio Futuro in Ricerca, di Pasquale Nappi, Rettore, di Alfonso Acocella Coordinatore del corso di laurea in Design del prodotto industriale dell’Università di Ferrara e di Alessandro Pascolini, Direttore del Master in comunicazione delle scienze dell’Università di Padova.

Baseball, Ferrara soffre e vince la prima in casa

da: Ferrara Baseball

Non c’è due senza tre. Dopo il doppio successo della prima giornata di campionato, il Ferrara Baseball concede la replica nel debutto casalingo di domenica 26 aprile; a farne le spese ancora una volta i Drunkballs di Badia Polesine, sconfitti non senza qualche ansia nella ritrovata cornice del Motovelodromo. Davanti a un pubblico più nutrito del solito, segno che la voce del ritorno del baseball in città sta lentamente girando, gli estensi confermano la propria voglia di figurare tra i protagonisti del campionato LAB. Al momento, i sudditi del duca sono in testa alla classifica a pari vittorie coi campioni uscenti del Padova e coi maestri americani di Aviano.
Pur se limitati dalle molte assenze, il manager Benetti e il coach Della Portella allestiscono una formazione partente votata ad aggredire: in batteria Abetini a servire Fabbri, sul diamante il recuperato Carlotti insieme a Novi, Bettoni e Bassi, all’esterna Medeot, Marzaduri ed Orlandi. Il disegno iniziale funziona solo a sprazzi, e il match rimane sostanzialmente in equilibrio fino al terzo inning: Ferrara, avanti di tre punti e nonostante la sempre solida prova del pitcher partente Abetini (4 strikeouts), concede in difesa quel tanto da consentire l’esplosione delle mazze ospiti e il loro pareggio (con un gran bel doppio di Michele Spedo). E’ un provvidenziale squeeze play di Orlandi a portare a casa Bettoni e scacciare la scimmia all’attacco di casa fino a quel momento asfittico, che nel quarto inning segna quattro punti lasciando gli avversari al palo. Ferrara mescola le carte e sposta Benetti in pedana: l’idea è di chiudere la pratica, ma si sa quanto sia acuta la vista della sfiga: un problema alla schiena costringe all’uscita uno scoppiettante Marzaduri (per lui tre punti, altri tre battuti a casa e quattro rubate), e la difesa si irrigidisce subendo il sussulto d’orgoglio avversario e il momentaneo 10-7. A tappare le falle in campo entrano il veterano Squarzanti e il giovane Tura, e i ragazzi del Castello mantengono i nervi saldi per il decisivo assalto nel sesto inning dove fanno il pieno, con belle cose dello stesso Tura, di Novi e Bettoni: per lui uno splendido line sul campo sinistro, purtroppo vanificato dal raggiunto limite di punti per inning. Pace libera tutti, si gioca l’ultima ripresa per migliorare la differenza punti: Badia accorcia le distanze, segnandone uno per il 15-8 finale.
Imbattibilità conservata, e soddisfazione nell’ambiente: gli allenatori dichiarano di aver apprezzato il gioco sulle basi e la concentrazione generale, con qualche rammarico per non aver messo in cassaforte la gara portato a casa più punti nella fase iniziale. In attesa delle prossime gare (ancora con Badia, e con Treviso, domenica 3 giugno) Ferrara si gode un momento di festa, con la speranza che i bollettini dall’infermeria non siano troppo severi.

Argenta in fiore “avvolge” e profuma il primo fine settimana di maggio

da: organizzatori

Sabato 2 e domenica 3 maggio, tutto pronto per
la 14 edizione di Argenta in Fiore

Sono passati 14 anni dalla prima edizione di Argenta in Fiore. Comune di Argenta ed organizzatori ancora, e sempre d’accordo, per definirla “una festa semplice e per tutti”, la festa di primavera che fin dalla prima edizione, segna il passaggio alla bella stagione, dopo i mesi più freddi. Quest’anno, Argenta in Fiore, “avvolge” il primo fine settimana di maggio. Lo fa “piantando” semi che cresceranno i prossimi anni: laboratori ed angoli d’autore, in particolare.

Sabato 2 maggio, ore 15/19.30
Oltre alla Sfilata di Primavera che coinvolge numerose attività commerciali, e gli aperitivi floreali dei bar/cafè del centro, l’imprinting del “sabato” è dedicato ai laboratori di piazza Garibaldi: a cura del Museo delle Valli di Argenta costruzione di fiori di carta e osservazione di fiori (veri) al microscopio. A cura di Vivai Venieri di Conselice (Ra) laboratorio dedicato ai frutti dimenticato e all’orto. La Fioreria Carantoni di Argenta insegnerà come mantenere in ottima salute le piante, e dalle 17.30 alle 18.30 creazione di un bouquet da sposa. L’Associazione ArgentaeArte, attivissima nel territorio e non solo, proporrà lavori di ceramica e terra cotta. Poi giochi, negozi aperti, mostra di disegni dei bambini delle Scuole Elementari di Argenta, laboratorio di lane colorate in via Mazzini a cura di Blitz, ed angoli d’autore al Centro Culturale Mercato curati da Galassi, Terre cotte d’alto Pregio di Alfonsine (Ra) e Cromia FX, Abbigliamento ed Accessori di Portomaggiore (Ra)… angoli colorati, “contamineranno” i dipinti di Giulio Ruffini, mostra presente fino al 31 maggio prossimo.

La domenica è in perfetto stile Argenta in Fiore! Dalle 10.30 fioristi, vivaisti saranno ospitati nella centralissima Piazza Garibaldi: piante e fiori per balconi, giardini, interni, per orto e tanti consigli utili per mantenerle splendide. Artigiani dell’arte e del gusto, negozi aperti, associazioni locali presenti provengono dalle frazioni di Argenta e in strada oltre 140 espositori che provengono anche da fuori regione.

Argenta in Fiore cambia, cresce, rimanendo “festa per tutti”, tenendo stretta a se la bella atmosfera gioiosa e colorata che ha contagiato tutti fin dalla prima edizione.

Il programma completo su www.argentainfiore.it e www.comune.argenta.fe.it

“La notte non fa più paura”: il terremoto 2012 in un film

da: organizzatori

Mercoledì 29 aprile l’ avant prémiere all’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles

“La notte non fa più paura”, film ambientato durante il terremoto d’Emilia del 2012 verrà presentato in avant premiere all’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles. Il lungometraggio, opera prima del regista Marco Cassini, racconta la storia di ragazzi che si trovano a fare i conti con una vita privata e lavorativa già precaria, messa poi a dura prova dalle scosse.
Nel settembre 2012 due amici, Samuele Govoni e Stefano Muroni, pensarono di raccontare il sisma in un cortometraggio e scrissero un primo soggetto.
Col passare dei mesi il corto diventò medio e alla fine si lavorò per trasformarlo in lungometraggio. Alla sceneggiatura, oltre a Cassini, lavorarono anche Muroni e Walter Cordopatri; questi ultimi sono anche i protagonisti del film. La produzione esecutiva è stata affidata a Ilaria Battistella e la comunicazione al già citato Govoni.
Dopo un’estenuante ricerca i cinque giovani sono riusciti a raccogliere una cifra minima, appena sufficiente per dare il via alle riprese. In diversi hanno sposato la causa contribuendo economicamente al progetto ma l’intervento decisivo è stato quello di Maria Rita Storti, una docente ferrarese che ha scelto di investire ne “La notte non fa più paura”.
Terminate le riprese, durate appena dieci giorni, si è cominciato subito a lavorare al montaggio. Per coprire le spese di questa fase si è aperto un crowdfunding e in tanti hanno contribuito con una donazione.
La fase di post produzione si è conclusa solo nelle ultime ore e questa sera, il film verrà proiettato nella capitale belga: un primo importante traguardo per tutti coloro che hanno lavorato alla concretizzazione di questo progetto.

“Song Improvisations”, Concert & Jam al Torrione

da: ufficio stampa Jazz Club Ferrara

Giovedì 30 aprile, al Jazz Club Ferrara, al Torrione di San Giovanni, in occasione della Giornata Internazionale UNESCO del Jazz, in collaborazione con Crossroads – Jazz e altro in Emilia-Romagna e Fondazione A.C.A.RE.F

Didattica, solidarietà e musica a profusione per l’ultimo appuntamento firmato Ferrara in Jazz 2014-2015. Giovedì 30 aprile, in occasione della Giornata Internazionale UNESCO del Jazz, Crossroads – Jazz e altro in Emilia-Romagna e Jazz Club Ferrara, in collaborazione con la Fondazione A.C.A.RE.F, presentano “Song Improvisations”, saggio finale in jam con allievi e docenti della master class sulla ‘forma canzone’ tenuta, nel corso della stessa giornata, da Marta Raviglia, Silvia Donati, Piero Bittolo Bon, Alfonso Santimone, Danilo Gallo e Zeno De Rossi. Parte dell’ incasso della serata – con ingresso a offerta libera per i Soci Endas – sarà devoluto alla Fondazione A.C.A.RE.F, da sempre impegnata a sostenere la ricerca scientifica sull’attassia spinocerebellare (SCA1).

Didattica, solidarietà e musica a profusione per l’ultimo appuntamento firmato Ferrara in Jazz 2014-2015, realizzato da Crossroads – Jazz e altro in Emilia-Romagna e Jazz Club Ferrara, in collaborazione con la Fondazione A.C.A.RE.F.
Giovedì 30 aprile, in occasione della Giornata Internazionale UNESCO del Jazz, una rosa dei più autorevoli musicisti che gravitano nell’area emiliano-romagnola come Marta Raviglia, Silvia Donati, Piero Bittolo Bon, Alfonso Santimone, Danilo Gallo e Zeno De Rossi, si uniranno per dare vita a “Song Improvisations”, una master class dedicata alla forma canzone aperta a tutti gli improvvisatori, che siano strumentisti o cantanti.
Il corso intensivo, che si terrà dalle ore 10.00 alle ore 13.00 e dalle ore 14.00 alle ore 17.00, si focalizzerà sulla varietà di approcci improvvisativi alla forma canzone, analizzando le varie tecniche e strategie a disposizione. Dopo la giornata di studio e pratica, la sera (ore 21.30) il palco del Torrione ospiterà allievi e docenti per un concerto saggio in forma di jam. Sia nel corso del seminario, che del concerto i docenti si combineranno in varie formazioni per interpretare un repertorio di songs senza steccati stilistici.
Durante il saggio finale, la Fondazione A.C.A.RE.F. (www.acaref.org) sarà presente con un proprio punto informativo. Nata a Ferrara nel 2012, A.C.A.RE.F sostiene da sempre la ricerca scientifica sulla SCA1 (atassia spinocerebellare), malattia neuro degenerativa rara ad oggi incurabile.
A partire da quest’anno, in collaborazione con l’Università di Ferrara, la Fondazione darà il via ad un progetto condotto da giovani ricercatori nei laboratori accademici al fine di individuare una cura.
Parte dell’incasso della serata – con ingresso a offerta libera per i Soci Endas – sarà devoluto a sostegno della Fondazione. Ad impreziosire l’appuntamento di giovedì 30 è, infine, il ricco aperitivo a buffet del Wine Bar del Torrione, a partire dalle ore 20.00.

Cantante, improvvisatrice e compositrice, Marta Raviglia frequenta da sempre le musiche più avventurose. Canta stabilmente in diverse formazioni tra cui il duo Vocione e quello con Manuel Attanasio, il trio con Pierluigi Balducci e Maurizio Brunod, il quintetto Mansarda con Henry Cook.

Anche se il sax alto è il suo strumento d’elezione, Piero Bittolo Bon è fondamentalmente un polistrumentista. Membro del collettivo El Gallo Rojo, guida il sestetto Jümp The Shark e gli Original Pigneto Stompers (con Jamaaladeen Tacuma).

Alfonso Santimone ha suonato con Harold Land, Robert Wyatt, George Cables, Jimmy Owens, Tony Scott. Ma è attivo anche come compositore per opere teatrali, video e multimediali; collabora inoltre a molteplici progetti di musica sperimentale, elettronica e improvvisata.

Tra i tantissimi musicisti con cui Danilo Gallo ha suonato si ricordano Uri Caine, Cuong Vu, Marc Ribot, Ben Perowsky, Ralph Alessi, Bob Mintzer, Benny Golson, John Tchicai, Gianluigi Trovesi, Francesco Bearzatti… Ma è anche leader dei Gallo & The Roosters, e co-leader di formazioni come i Mickey Finn, i Rollerball e i Guano Padano.

Il percorso vocale di Silvia Donati è iniziato col funky e l’R&B, prima di approdare alle sue attuali specialità: il jazz e la musica brasiliana. Ha cantato con Marcello Tonolo, Pietro Tonolo, Ares Tavolazzi, Danilo Rea, Nicola Stilo e Toninho Horta.

Batterista e compositore, Zeno de Rossi ha dato dimostrazione della sua versatilità suonando con artisti come Franco D’Andrea, Enrico Rava, Vinicio Capossela, Francesco Bearzatti… Fa parte del collettivo El Gallo Rojo.

INFORMAZIONI
www.jazzclubferrara.com
jazzclub@jazzclubferrara.com
Infoline: 339 7886261 (dalle 15:30)
Il Jazz Club Ferrara è affiliato Endas, l’ingresso è riservato ai soci.

DOVE
Torrione San Giovanni via Rampari di Belfiore, 167 – 44121 Ferrara.

COSTI E ORARI
Ingresso a offerta libera riservato ai soci Endas.
Tessera Endas € 15
Non si accettano pagamenti POS
Apertura biglietteria: 19.30
Aperitivo a buffet a partire dalle ore 20.00
Saggio finale in jam: dalle ore 21.30

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Confartigianato a un passo dall’Expo

da: Ufficio Stampa & Comunicazione di Camilla Ghedini

L’Expo parla anche ferrarese.
Sarà infatti inaugurato mercoledì, a Milano, in via Tortona, nel cuore del mondo della moda e del design, a un passo dall’esposizione universale che aprirà giovedì 1 maggio, l’annunciato Italian Markers Village, un’area di 1800 metri quadrati appositamente riqualificata e attrezzata da Confartigianato nazionale per accogliere circa 700 aziende provenienti da tutto il Paese. Tra queste, nelle due settimane che vanno dal 25 al 29 giugno e dal 17 al 31 settembre una cinquantina sono dell’Emilia Romagna e 3 di Ferrara. Nello specifico si tratta della Perfetta (Berra), del Pastificio Ricci (Ferrara), dell’Avicola Artigiana (Formignana). Nell’ambito del progetto regionale Food Story, il 25 e 26 settembre saranno invece all’Expo Non solo cose Buone (Ferrara) e Unipasta (Argenta). Ma il contributo di Confartigianato non finisce qui. «Solo a Ferrara – conferma il Segretario Generale, Giuseppe Vancini – abbiamo venduto mille biglietti per l’Expo. E all’Expo, il prossimo 20 giugno, faremo la nostra assemblea nazionale». Un segnale importante, quello dell’associazione di via Veneziani. «Nonostante il clima di incertezza e insicurezza con cui ci si è avvicinati a questo evento, spesso presentato come la Panacea dei mali del Paese – conferma – noi abbiamo voluto costruire un progetto ad hoc, capillare, per le piccole imprese, accompagnandole passo dopo passo. Abbiamo ritenuto fosse giusto scommetterci. E le nostre aziende con noi. E in questo senso – rimarca Vancini – riteniamo anche di avere dato un contributo all’Expo. Perché – chiude il segretario – il senso di ‘non concluso’ con cui si ‘apre’ è davvero imperante e i numeri, in un frangente diverso, avrebbero potuto essere certamente superiori.
Noi comunque ci siamo».

Berba Cup 2015 a Comacchio

da: organizzatori

Seconda edizione del Torneo Calcistico Berba Cup, dal 1 al 3 maggio allo Stadio Raibosola di Comacchio.
In campo 12 squadre categoria pulcini 2005 calcio a 7
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Tre giorni di calcio agonistico dedicato alla categoria pulcini 2005 Calcio a 7 per la seconda edizione del torneo calcistico Berba Cup. La manifestazione, organizzata dalla Polisportiva Magnavacca, in collaborazione con Holiday Village Florenz e Street Sport, vede coinvolte 12 squadre di cui dieci professionistiche, che si sfidano dal 1 al 3 maggio sul campo dello stadio Raibosola di Comacchio. Il torneo, giunto quest’anno alla sua seconda edizione, è tra i più importanti della sua categoria, come dimostra la fitta presenza di squadre in competizione, la maggioranza delle quali professionistiche.
Scendono in campo Chievo Verona, Pordenone, Hellas Verona, Imolese, Spal, Roma, Inter, Torino, Udinese, Empoli, l’austriaca Sturm Graz e il Magnavacca, società dilettantistica di Porto Garibaldi.
Attese all’Holiday Village Florenz del Lido degli Scacchi il 30 di aprile, le squadre avranno modo di conoscersi nel corso della cerimonia di apertura del torneo, in programma alle 21:15 presso la Berba Arena, mentre quella di chiusura, con tanto di premiazione, è prevista domenica alle ore 17:00 sul campo di calcio che ospita le formazioni.
Il torneo, tenuto a battesimo dal presidente provinciale del CSI di Milano Giuseppe Valori, dalla delegata provinciale Coni di Ferrara Luciana Pareschi Boschetti, dal responsabile del settore giovanile della Spal Ruggero Ludergnani, ha tutte le carte in regola per trasformarsi in un appuntamento di primo piano del mondo calcistico dei giovanissimi. “Oltre rappresentare l’occasione per mostrare il lavoro delle società nelle attività di base, la Berba Cup si distingue rispetto agli altri tornei per la qualità delle formazioni in campo – spiega Antonio Piazza, organizzatore con Street Sport e osservatore per AS Roma – Vi prendono parte le squadre più importanti e appare evidente la cura con cui le società, fin dall’attività di base, si applicano nell’insegnamento della tecnica e della psicocinetica”.
Il torneo rappresenta anche un’occasione che permette alle famiglie dei giocatori in erba di trascorrere insieme una fine settimana all’insegna dello sport, del relax e si presta a visitare lo splendido territorio di Comacchio. “Con i bambini arrivano almeno 300 genitori, che escono dal villaggio, visitano il territorio e consumano sulla riviera – conclude l’imprenditore Franco Vitali – Si parla di un indotto di 40 mila euro in tre giorni. Questo per ricordare come lo sport sia un ottimo volano per l’industria turistica locale”.

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Treni, dal 1° maggio il regionale veloce per l’Expo

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Pronto il treno regionale veloce per l’Expo. L’assessore Donini: “Rafforziamo il servizio per rendere Milano più raggiungibile e promuovere il nostro territorio”

Con il via ufficiale di Expo 2015, entra in servizio venerdì primo maggio lo Stadler Etr 350, l’elettrotreno che, per tutti i sei mesi dell’esposizione universale, rafforzerà i collegamenti tra Parma, Piacenza e Milano. Finanziato dalla Regione con uno stanziamento di 870mila euro, l’Etr (cinque carrozze, 270 posti a sedere, postazioni e toilette attrezzate per passeggeri con disabilità motoria, posti per il trasporto biciclette) sarà operativo tutti i giorni fino al 31 ottobre, domenica inclusa, con tre corse di andata e tre di ritorno, e farà base a Bologna. “Siamo pronti – è il commento dell’assessore regionale alle Infrastrutture e Trasporti Raffaele Donini – , l’Expo rappresenta una grande occasione per l’Emilia-Romagna, una vetrina internazionale dove valorizzare le nostre eccellenze, la tradizione e al tempo stesso la capacità d’innovazione. Per questo ci siamo impegnati a garantire un servizio ferroviario aggiuntivo, in modo da rendere Milano più raggiungibile e promuovere al tempo stesso il nostro territorio”.

Il treno farà una prima corsa completa al mattino da Bologna a Milano, dopodiché effettuerà la spola per due volte sulla tratta Milano-Parma Parma-Milano, per rientrare definitivamente a Bologna in serata, garantendo sei corse in tutto. Per quanto riguarda le tre corse d’andata, la prima è da Bologna alle 7.00 (utile per l’apertura dell’Expo) e arriva a Milano Centrale alle 9.50 (con fermate intermedie a Modena, Reggio Emilia, Parma, Fidenza, Fiorenzuola, Piacenza, Lodi, Milano Rogoredo e Lambrate); le altre due – pomeridiane – vanno da Parma (con partenza alle 14.18 e alle 18.18) a Milano Centrale (arrivo alle 15.45 e alle 19.45), con fermate a Fidenza, Fiorenzuola, Piacenza, Lodi, Milano Rogoredo e Lambrate. Nella direzione opposta ci sono le due corse da Milano a Parma (partenze dalla stazione Centrale alle 12.15 e 16.15, arrivo a Parma rispettivamente alle 13.40 e 17.40), con fermate a Lambrate, Rogoredo, Lodi, Piacenza, Fiorenzuola, Fidenza. Infine, l’ultima corsa in serata, da Milano (22.15) a Bologna (arrivo alle 0.30), con fermate a Lambrate, Rogoredo, Lodi, Piacenza, Parma, Reggio Emilia e Modena. I viaggiatori interessati a raggiungere l’Expo avranno diverse possibilità, quella più rapida è scendere a Milano Rogoredo e di qui prendere uno dei treni che, attraverso il passante di Milano, portano a Rho Fiera (frequenza, un treno ogni 10 minuti).

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Coop Costruzioni, siglato oggi in Regione l’accordo per la Cigs in deroga

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Siglato oggi in Regione l’accordo per la Cassa integrazione in deroga per la Coop Costruzioni. L’accesso all’ammortizzatore sociale dal 7 maggio, per tre mesi, prorogabili di altri due.
L’assessore regionale alle Attività produttive Palma Costi: “Un passo in avanti nel percorso per affrontare questa complessa crisi aziendale”

Dopo l’intesa del 24 marzo scorso che dava il via libera alla possibilità di accedere alla Cassa integrazione in deroga al termine dei contratti di solidarietà, è stato concordato che dal 7 maggio per tre mesi, prorogabili di altri due, Coop Costruzioni ricorrerà all’ammortizzatore sociale Cigs in deroga.
L’intesa è stata siglata dall’assessore regionale alle Attività produttive Palma Costi, dai rappresentanti della Città Metropolitana, dai rappresentanti di Coop Costruzioni e dai sindacati Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil nonché le rappresentanti sindacali aziendali.
«Prosegue – ha sottolineato l’assessore regionale alle Attività produttive e ricostruzione post sisma Palma Costi – il percorso per affrontare questa complessa crisi aziendale. Un importante passo in avanti. Entro metà luglio ci incontreremo di nuovo, secondo quanto previsto dall’accordo del marzo scorso, al fine di individuare il percorso necessario ad affrontare le difficoltà aziendali anche nel lungo periodo». La misura – basata sul principio della rotazione – riguarderà fino ad un massimo di 348 lavoratori su un totale di 481 addetti, tra operai ed impiegati.

Sisma, prosegue lo smontaggio dei Map: svuotati quasi il 45% dei moduli

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Prosegue lo smontaggio dei Map lasciati liberi dai residenti che hanno trovato una soluzione abitativa. Svuotati quasi il 45% dei moduli che passano dai 757 iniziali a 413 di oggi.
A Mirandola smontata l’intera area di via ’29 Maggio’ dove, nei pressi del polo scolastico, sorgerà una nuova stazione delle autocorriere

Proseguono le operazioni di smontaggio dei Pmar (Prefabbricati modulari abitativi rimovibili, comunemente definiti Map, realizzati dopo sisma del 20 e 29 maggio 2012) lasciati liberi dai residenti che hanno trovato una soluzione abitativa alternativa. Ad oggi è stato svuotato oltre il 45% dei Map rispettando la tabella di marcia che prevede la chiusura entro il 2015. Al 27 aprile dei 757 iniziali sono ancora occupati 413 e vi abitano 1.297persone. I numeri calano settimanalmente, grazie al costante impegno degli uffici comunali che ricercano altre soluzioni abitative per questi nuclei.
«Obiettivo è la chiusura dei moduli abitativi provvisori entro il 2015. Questo – ha sottolineato l’assessore regionale alle Attività produttive e alla Ricostruzione post-sisma Palma Costi – è l’obiettivo che la Giunta regionale si è posto.
Con lo smontaggio dei 70 moduli abitativi di Mirandola continua in modo preciso e puntuale questo processo realizzato in pieno accordo e collaborazione con i Comuni. Stiamo affinando le ordinanze al fine di ridefinire tutti gli strumenti utilizzabili. Inoltre abbiamo destinato come Giunta ulteriori 500 mila euro proprio per completare questa operazione e permettere alle famiglie di avere una altra soluzione. Le risorse messe a disposizione dalla Regione hanno l’obiettivo preciso di consentire ai nuclei familiari che ancora vivono nei Map di riacquistare progressivamente una propria autonomia e di tornare a una vita normale».
Le risorse, provenienti dal Fondo sociale regionale, sono state ripartite tra sette Comuni del cratere dove sorgono aree con Map: 30.983 euro a Cento (Fe), 49.146 euro a Cavezzo (Mo), 75.855 euro a Concordia (Mo), 142.094 euro a Mirandola (Mo), 92.949 euro a Novi (Mo), 53.419 euro a San Felice sul Panaro (Mo), 55.556 euro a San Possidonio (Mo).
A Mirandola in queste settimane si sta concludendo la rimozione di complessivamente 69 Map, 13 oramai vuoti dell’area di via Mazzone, 6 vuoti dell’area di via Giolitti e una cinquantina dell’area di via 29 Maggio che sarà completamente liberata e dove sorgerà la nuova stazione delle autocorriere, attigua al complesso scolastico e di servizi ricostruito dopo il terremoto.
«Una fase importante della ricostruzione – precisa Maino Benatti, sindaco di Mirandola – è trovare abitazioni e una soluzione abitativa per le persone che sono adesso ospitate nei moduli abitativi provvisori. Contemporaneamente alla ricerca di queste soluzioni, stiamo anche smantellando le aree dove sono situati questi moduli.
Erano 260 all’inizio, con le operazioni di smontaggio di questi giorni scendiamo a 130 moduli abitativi. Questo vuol dire ricostruire anche una comunità con regole precise e con situazioni normali.
In via 29 Maggio abbiamo un area che smonteremo nel giro di qualche mese completamente. Lì realizzeremo la nuova stazione delle corriere, vicina e funzionale alle scuole, ovvero a due passi da coloro che utilizzano prevalentemente i mezzi pubblici».

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Regione, in aula il bilancio di previsione 2015. Manovra da 12 miliardi

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

In aula il bilancio di previsione 2015. Manovra da 12 miliardi. Bonaccini: “Rilanciamo lavoro, occupazione e investimenti pubblici”. Petitti: “Raggiunto un risultato importante anche grazie ad un’ampia consultazione di forze sociali ed economiche”

Cogliere le opportunità della nuova fase di sviluppo e crescita mantenendo lo stato sociale. Questi gli obiettivi di fondo del bilancio previsionale 2015, in discussione oggi dall’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, che conferma gli impegni a lasciare bloccata la pressione fiscale, contenere le spese e accompagnare il processo di riordino istituzionale.

Il Bilancio di previsione 2015 (che ha entrate e uscite pari a 12 miliardi di euro) prevede tra le sue priorità di spesa il cofinanziamento ai fondi strutturali europei e contiene anche le conferme sui fondi per la non autosufficienza e le politiche socio-sanitarie e un’attenzione particolare alla sicurezza dell’ambiente e ai trasporti.

“Rilanciamo lavoro, occupazione e investimenti pubblici, salvaguardiamo welfare e sanità. Con questo bilancio – sottolinea il presidente della Regione Stefano Bonaccini – manteniamo gli impegni presi e, pur tagliando come nessun altro ha fatto e non aumentando un solo euro di tasse, mettiamo la Regione in condizione di fare ingenti investimenti contro il dissesto idrogeologico e per il rilancio e l’accompagnamento di una crescita vera. La nostra ossessione rimane quella di creare posti di lavoro. Stiamo lavorando sodo perché, a fine maggio, come avevamo promesso, vogliamo sottoscrivere il patto per il lavoro e io mi auguro di poterlo firmare con tutte le parti sociali”.

“In un quadro di finanza pubblica complicata abbiamo definito le priorità in modo chiaro e abbiamo raggiunto un risultato importante – spiega l’assessore regionale al Bilancio Emma Petitti – anche grazie ad un’ampia consultazione delle organizzazioni sociali ed economiche, prima e durante la redazione del progetto di legge sul bilancio, che ci ha consentito di delineare obiettivi comuni e registrare apprezzamenti da parte di organizzazioni sindacali, piccole e medie imprese ed enti locali. Oggi ci sono spiragli positivi che vogliamo radicare con le scelte di sviluppo e crescita compiute nel bilancio preservando e valorizzando politiche del turismo e culturali. Nei prossimi anni, inoltre, lavoreremo per mettere in campo interventi per realizzare politiche di genere, a partire dall’attuazione della legge quadro per la parità e contro le discriminazioni di genere”.

Le cifre

Queste le linee del bilancio di previsione 2015, una manovra complessiva da 12 miliardi di euro di cui 8 solo per la sanità.
Il primo rilevante elemento di priorità delle spesa riguarda la copertura che con il bilancio di previsione 2015 si fornisce al cofinanziamento regionale dei fondi strutturali europei (Fse, Fesr e Feasr) con riferimento alla nuova programmazione comunitaria 2014-2020.
L’importo annuale di tale impegno ammonta complessivamente a circa 56,1 milioni di euro e consentirà una spesa sul territorio regionale per 368 milioni di euro per 7 anni e di sbloccare risorse totali per 2,5 miliardi di euro destinati a lavoro, ricerca e innovazione.
Per accompagnare la legge di riordino istituzionale e il percorso verso la costituzione delle aree vaste, il bilancio assicura una quota aggiuntiva pari a 28 milioni di euro (oltre ai 31 milioni ordinariamente previsti) che consentiranno la copertura integrale delle spese inerenti le funzioni da delegare o mantenere in gestione diretta, oltre a garantire il lavoro ai dipendenti delle Province.

Tra i punti prioritari: il mantenimento dei servizi alla persona, con 120 milioni di risorse proprie e aggiuntive per il Fondo regionale per la non autosufficienza (che così arriva a 460 milioni complessivi) e il sostegno a economia e turismo.
In particolare per le politiche di sviluppo economico sono previste più risorse rispetto al 2014: complessivamente 38 milioni di euro per il cofinanziamento dei fondi europei, le leggi d’incentivazione regionale e l’Expo (5 i milioni per quest’anno che si sommano agli altri 2,5 già stanziati nel 2014).
Per quanto riguarda il turismo, l’obiettivo al 2020 è che superi il 10% del Pil regionale. In questa prospettiva, il bilancio conferma 28,3 milioni per Apt e Unioni di prodotto, programmi per favorire il turismo e la commercializzazione e i consorzi fidi.
Per le politiche dell’agricoltura si prevede il raddoppio delle risorse proprie correnti finalizzate al cofinanziamento dei fondi europei che aumentano, tra il 2014 e il 2015, da 15 milioni a 29 milioni di euro. Sostanzialmente confermate le risorse finanziarie per le altre attività (9 milioni).
Per quanto riguarda la formazione e il lavoro, sono previste risorse regionali pari a 17 milioni di euro (connesse ai cofinanziamenti del Fse) e oltre 41 milioni di euro per interventi di natura pubblica a sostegno delle fasce più deboli del mercato del lavoro.
Per le politiche socio-sanitarie, oltre alle risorse per il Fondo per la non autosufficienza regionale, vi sono 46 milioni a integrazione al Fondo sanitario nazionale; 20 milioni al Fondo speciale per il sociale; 2,2 milioni al Fondo regionale degli affitti e 1 milione al Fondo per l’eliminazione delle barriere architettoniche.
L’Emilia-Romagna è l’unica Regione ad aumentare i fondi per la cultura: 28,4 milioni di euro complessivi, con un incremento di oltre 10 milioni rispetto al 2014.
Per quanto riguarda il diritto allo studio, 20 milioni di risorse regionali vengono assegnate alle borse di studio universitarie, 4 milioni alle borse di studio scuole medie superiori e 3 milioni ad attività per la formazione scolastica. 1,2 milioni vanno alle politiche sportive, 2 milioni sono per gli impianti sportivi.
Per le politiche per l’ambiente e la difesa del territorio si confermano i fondi con particolare attenzione alla protezione civile, al contrasto al dissesto idrogeologico e alla valorizzazione dei parchi e delle riserve naturali (45 milioni).

Nessun taglio, infine, al trasporto pubblico locale, così da garantire i servizi ai cittadini emiliano-romagnoli: alle risorse proprie regionali (oltre 36 milioni) si aggiungono 363 milioni di euro, che sono la quota destinata all’Emilia-Romagna per il 2015 dal Fondo nazionale per il trasporto pubblico. Le spese d’investimento aggiuntive destinate ai trasporti e alle infrastrutture ammontano a 40 milioni, e riguardano sistemi informativi e telematica (2,3 milioni), riqualificazione urbana (5 milioni), viabilità (10 milioni), manutenzione e sistema di sicurezza della rete ferroviaria (5 milioni) e People mover (17,5 milioni).

Linee generali
Il difficile contesto di finanza pubblica nel quale si è collocata l’approvazione della legge di stabilità 2015 ha richiesto un contributo rilevante da parte delle Regioni e degli enti locali.
Per le sole Regioni, i 4 miliardi previsti per quest’anno si sono aggiunti agli effetti cumulati delle precedenti manovre di rientro che hanno prodotto minori trasferimenti complessivamente pari a 5,7 miliardi.

L’accordo tra Regioni e Governo ha permesso di contenere, attraverso un’importante azione di mediazione e confronto, i tagli diretti sul bilancio dell’Emilia-Romagna a 61 milioni di euro (di cui 20 dal mancato gettito sull’Irap e 41 dalla mancata riduzione dei fondi Fas).
A fronte dei minori tagli, le Regioni si sono impegnate a cedere maggiori spazi finanziari agli Enti locali del proprio territorio attraverso il patto incentivato regionale.
Per l’Emilia-Romagna si tratta di 80 milioni con i quali gli Enti locali potranno accelerare i pagamenti alle imprese per le opere pubbliche già realizzate.

Infine, con i risparmi ottenuti sulle spese collegate al funzionamento (personale), al costo della politica, alla sanità (parte burocratica) e agli oneri finanziari, si è riusciti a recuperare 82 milioni di euro ed evitare così tagli ai servizi.

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Vittime amianto, gli impegni della Regione. Gazzolo e Venturi: “Piano condiviso e Processo Eternit”

da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Gli assessori Venturi e Gazzolo nella Giornata mondiale per le vittime del lavoro e dell’amianto: “Dalla Regione impegni concreti: un Piano regionale condiviso e affiancamento del Comune di Rubiera nel Processo Eternit di Torino”

“La Regione Emilia-Romagna è vicina ai lavoratori e ai familiari delle vittime dell’amianto, e continuerà il proprio impegno sia in sede giudiziaria nel Processo Eternit a Torino, sia nella produzione di un Piano regionale condiviso per la tutela della salute in ambito lavorativo”.
Così gli assessori regionali alle Politiche per la salute e alle Politiche ambientali, Sergio Venturi e Paola Gazzolo, hanno commentato la celebrazione odierna in occasione della Giornata mondiale dedicata alle vittime del lavoro e dell’amianto.

“La migliore maniera per ricordare le vittime dell’amianto – dicono gli assessori Venturi e Gazzolo – è assumere impegni concreti: come previsto nel programma di legislatura, prosegue l’impegno per un Piano sull’amianto che riguarderà la tutela della salute, dell’ambiente e la prevenzione della salubrità nei luoghi di lavoro. L’approvazione del Piano, in tempi brevi, sarà aperta al contributo di associazioni, organizzazioni sindacali e degli Enti locali, per valorizzare a pieno le esperienze già sviluppate in Emilia-Romagna”.
“La Regione inoltre – annunciano gli assessori – continuerà ad affiancare il Comune di Rubiera e l’associazione dei familiari delle vittime nella nuova richiesta di rinvio a giudizio per omicidio doloso da parte della Procura di Torino nell’ambito del Processo Eternit”.

NOTA A MARGINE
Legge elettorale, ecco di cosa si discute

Nel vortice di polemiche al calor bianco che accompagnano la discussione della legge elettorale alla Camera si ha spesso come l’impressione che molti dimentichino alcuni dati di fatto importanti.
Il primo è una semplice constatazione: in Italia una reale “democrazia dell’alternanza”, cioè una democrazia di tipo occidentale che funziona, non si è mai vista. Per tutta la prima repubblica, in un contesto elettorale di tipo sostanzialmente proporzionale, ha infatti prevalso un regime di democrazia bloccata, che per ragioni di politica estera escludeva a priori la possibilità per i rappresentanti di circa un terzo dell’elettorato di poter partecipare al governo del Paese e che rendeva di conseguenza praticamente obbligatorie coalizioni fra i partiti restanti. Tutte le combinazioni possibili sono state esplorate più volte: tri quadri e penta partiti, appoggi esterni, desistenze, non sfiducie: in una gara grottesca alla creazione di neologismi improbabili. In questa fase l’Italia era già famosa nel resto del mondo per la sua instabilità politica e per i suoi governi lampo, che potevano anche essere “di transizione” e persino “balneari”.
Nella seconda repubblica, nella quale sono state applicate due diverse leggi elettorali (il “mattarellum” e la porcata calderoliana), entrambe di ispirazione maggioritaria, abbiamo visto sia a destra che, soprattutto, a sinistra l’aggregarsi di coalizioni molto composite e poco coese. Al punto che la destra, che pure ha ottenuto dalle urne maggioranze parlamentari imponenti, non è mai riuscita a portare a termine nessuna delle “grandi riforme” che aveva sbandierato durante le campagne elettorali; colpa certamente del populismo che le caratterizzava, ma anche dell’impossibilità di portare a sintesi progetti che nel loro iter dovevano piegarsi alle esigenze delle mille lobby che infestano il Paese.
Detto in altri termini, l’Italia dal dopoguerra ad oggi non è mai stato un Paese “normale” in cui chi governa, grazie alla maggioranza ottenuta dalle urne, realizza il proprio programma elettorale e chi è all’opposizione esercita il ruolo di vigilanza che la Costituzione gli assegna e si prepara, se ci riesce, a diventare maggioranza nel Paese alla tornata elettorale successiva.
Quello a cui abbiamo invece assistito è stato il proliferare di meccanismi consociativi del tutto opachi, sia interni alle coalizioni di governo che trasversali rispetto ad esse, ed all’emergere di centri di potere, anomali in quanto del tutto al di fuori dal quadro istituzionale ed anch’essi spesso trasversali, molto più durevoli delle labili maggioranze di governo, in un contesto in cui in alcune fasi è stato molto difficile capire chi realmente stesse governando ed in base a quale mandato. E’ appena il caso di ricordare che il contesto di corruzione ed illegalità diffuse che opprimono l’Italia è strettamente legato alla mancanza di un meccanismo di alternanza democratica efficace. Gli ultimi 5 anni, poi, hanno visto il trionfo esplicito della trasversalità più totale e, per certi versi, spudorata.
Abbiamo cioè, detto in sintesi, un passato che dal punto di vista della pratica della democrazia è del tutto indifendibile e che occorre superare al più presto. Chiunque vagheggi, da questo punto di vista, una qualsiasi trascorsa età dell’oro o è in malafede o ha evidenti problemi di memoria.
Una seconda questione, che anima anch’essa il dibattito, è quella relativa alle preferenze. Anche qui la memoria dovrebbe venire in soccorso a molti e la sua rievocazione fare riflettere chi non c’era.
Nel sistema proporzionale in vigore alla Camera durante tutta la prima repubblica c’erano le preferenze. Nella sinistra di allora si riteneva abbastanza unanimemente che fossero un elemento fortemente negativo da contrastare, sia per motivi, per così dire, interni, sia per altri di carattere più generale. Rispetto ai primi basta ricordare che in quel periodo era tassativamente vietato ai singoli candidati fare campagne elettorali autonome utilizzando proprie risorse economiche; tutta l’attività di propaganda elettorale era invece interamente svolta dai partiti (il PCI, innanzitutto, ma anche le diverse e molteplici formazioni alla sua sinistra), i quali decidevano a priori chi dovesse essere eletto e davano a tale proposito ai propri militanti indicazioni molto precise sulle preferenze da indicare, in modo che si realizzasse il risultato voluto. In quanto ai secondi, era sotto gli occhi di tutti il “mercato delle preferenze” che si svolgeva negli altri partiti, che consentiva spesso l’elezioni in Parlamento di personaggi legati a specifici gruppi di potere, anche di tipo malavitoso.
Per questi motivi quando nel 1991 si votò un referendum per abolire le preferenze elettorali alla Camera la sinistra si schierò unanimemente per il voto a favore.
La legge elettorale attualmente in discussione prevede un sistema misto, che fa eleggere prioritariamente in ogni collegio i capilista, mentre le preferenze servono per determinare gli altri eventuali eletti di ogni lista. Nella sostanza i partiti minori, che al massimo possono pensare di eleggere un solo rappresentante per collegio, vengono tagliati fuori dal meccanismo delle preferenze. Il partito di maggioranza relativa, invece, che in virtù del premio ottiene il 55% dei seggi, cioè 346 parlamentari, dato che i collegi sono circa 120, ne elegge circa due terzi con le preferenze (in realtà potrebbero essere di più a seconda della scelta o meno dei capilista di presentarsi in più collegi, con un massimo previsto dalla legge di dieci). Se si tiene conto che da sempre i partiti maggiori portano in Parlamento un numero consistente di candidati “nominati”, ad esempio tecnici esperti in diversi settori, ma pressoché sconosciuti all’elettorato, e anche, inutile negarlo, persone in qualche modo da “premiare”, la proporzione definita dalla legge appare essere tutt’altro che scandalosa e, soprattutto, garantisce che la grande maggioranza degli eletti del partito che avrà il governo del Paese sia stata eletta direttamente dai cittadini.
Il problema vero, del quale stranamente si discute molto poco, è però un altro e non tanto le preferenze quanto piuttosto la formazione delle liste di candidati. Vale a dire chi decide chi deve farne parte ed in base a quali criteri. Fra l’altro tale questione è determinante per i sistemi a collegi uninominali, dove ogni partito presenta un unico candidato per collegio e che molti pensano essere i migliori sistemi elettorali possibili. Naturalmente, indipendentemente dalla legge in vigore, nulla vieta ad un partito di definire le proprie liste, capilista inclusi, sulla base del risultato di elezioni primarie o, comunque, strumenti che garantiscano l’espressione democratica del consenso della loro base di militanti ed elettori. Molti vorrebbero che questo meccanismo venisse imposto e regolato per legge, cosa a mio parere non priva di senso, ma che ha come necessario presupposto la piena attuazione dell’art. 49 della Costituzione (“Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale.”), in base al quale dovrebbero essere definite regole comuni sulla struttura organizzativa e la rappresentanza democratica nei diversi partiti.
La terza ed ultima questione riguarda la natura del premio di maggioranza, che la legge in discussione assegna al partito più votato, mentre c’è chi vorrebbe venisse attribuito alla coalizione di cui, eventualmente, facesse parte. E’ indubbiamente una scelta forte, volta principalmente a ridurre il potere di condizionamento che i piccoli partiti hanno sempre avuto sulle coalizioni e le maggioranze di governo, che ha indubbiamente anche un effetto significativo nel favorire la tendenziale scomparsa delle formazioni politiche, molto spesso negli ultimi anni create ad hoc alla vigilia delle elezioni ed assai poco rappresentative, che, godendo della “protezione” della coalizione di cui facevano parte, hanno garantito seggi a rappresentanti di interessi specifici. D’altra parte l’abbassamento al 3% della soglia per potere eleggere propri rappresentanti in Parlamento garantisce un adeguato “diritto di tribuna” a tutte le forze realmente rappresentative.

renzi

IL VETRIOLO
Esclusivo: la malacopia della lettera di Renzi ai docenti

Grazie ai potenti mezzi messici a disposizione da WikiFantasy, siamo riusciti ad avere in anteprima la malacopia della lettera che Matteo Renzi spedirà agli insegnanti per convincerli a desistere dallo sciopero del 5 maggio prossimo.
Essendo scritta nel solito linguaggio politico fatto di parole difficili, di vocaboli con il naso lungo e di termini con le orecchie d’asino, siamo riusciti a tradurla dalla lingua “Renzusconiana ” grazie al nuovo software “Whistles for Flagons” (Fischi per Fiaschi).
Eccola in anteprima.

Caro corpo dei docenti e delle docentesse,
“nessuno che sia un vero Italiano, qualunque sia la sua fede politica, disperi nell’avvenire. Le risorse del nostro popolo sono immense”… questo meglio toglierlo… mi è venuto spontaneo cominciare come aveva fatto il nonno Benito nella sua ultima lettera.
Riprovo…
Care gambe delle docentesse,
accidenti, a questo ci aveva già pensato lo zio Silvio.
Ricomincio…
Cara pancia, anzi no, meglio cambiare perché quella la devo lasciare a Salvini per contratto.
Questa è la volta buona…
Cara schiena dei docenti,
che, pur piegandoti, riesci a sopportare il peso delle offese che ti hanno rivolto finora, ti prego non rialzarti perché nella “buona scuola” serve essere servi.
Care ginocchia dei docenti,
so che invidiate quelle della lavandaia per potervi lamentare di qualche cosa ma io vi offro la speranza di un miracolo: la “buona scuola” riuscirà sicuramente a farvi sentire come mamme che nutrono i loro figli, in pratica vi farà venire il latte.
Caro fianco dei docenti,
prestati ancora, con spirito di abnegazione, a tutte le umiliazioni che verranno con la “buona scuola” perché se non diventi un fiancheggiatore come entrerai nelle grazie del superiore?
Cara bocca dei docenti,
continua a tenere acqua dentro per non parlare di tutto ciò che cambierà in peggio. Ti prometto che la “buona scuola” ti farà venire spesso l’acquolina… prima di ingoiare un altro rospo.
Caro occhio dei docenti,
la riforma sta arrivando come un ciclone per distruggere, ma tu puoi sempre vedere “la buona scuola” come una grande bicicletta che ti può portare meritatamente verso traguardi supplicati.
Care orecchie dei docenti,
vi consiglio di assomigliare definitivamente a quelle del mercante perché la “buona scuola” cerca clienti e si vende al miglior offerente.
Caro fegato dei docenti,
rimani tranquillo e riposati; nella “buona scuola” è sufficiente dimostrare il coraggio di essere ruffiani.
Care mani dei docenti,
state al vostro posto, non mettetevi avanti e preparatevi a separarvi per meglio sorprendere i dirigenti; la soluzione che vi propongo è l’eutanasia cioè diventare ciascuna una mano morta.
Caro scheletro dei docenti,
rimani ben chiuso nell’armadio altrimenti lo sai che noi, che ci siamo fatti le ossa imparando a scalare dai tre monti, sappiamo adoperare la “buona scuola” come una medicina per darti il calcio di cui hai bisogno.
Caro cuore dei docenti,
entrando nel merito, non c’è bisogno che la “buona scuola” sia di sana e robusta Costituzione quindi è meglio se ti fai rottamare.
Cara testa dei docenti,
non mi interessa che tu sia d’uovo, di cuoio o di qualcos’altro. Con te non ci parlo più da un pezzo e a te la “buona scuola” non parla proprio.
Cari docenti,
scrivo a voi ma in realtà voglio rivolgermi ai genitori, agli studenti e soprattutto ai nonni per fargli sapere che non siete solo fannulloni ma vi considero delle frattaglie umane, dei pezzi di carne precaria solo cuore, anima e cervello.
Come fate a non credere alle promesse che riesco a raccontare così bene?
Come fate a non accettare di farvi prendere in giro dal sottoscritto?
Come fate a non accogliere il mio disprezzo per la democrazia?
Come fate a non capire che lo faccio per il vostro bene?
Come fate a non condividere la mia autorità dispotica?
Come fate a non esultare per i miei modi fascisti?
Come fate a non vedere che è peggio per voi?
Come fate a non prendermi sul serio?
Come fate a non adorarmi?
Come fate senza selfie?
Come fate?

Matteo@QuelloCheViHaDatoGli80Euro.it

EVENTUALMENTE
La magia dei Giardini estensi

Un evento da presentare in anteprima, per darvi la possibilità di partecipare e di curiosare prima di andare, per meglio selezionare quello che più v’interessa. Un evento cui presenzieremo e di cui parleremo ancora. Perché l’idea ci piace. E il profumo, le tonalità e i colori dei fiori pure, e tanto.
Il 2 e 3 maggio, nella splendida cornice del Castello, ritorna “Giardini Estensi”, con un’edizione dedicata al fiore di peonia (“La peonia, fiore degli Dei”). Come non ricordare che il nome della Peonia deriva da Paeon, il medico greco degli dei e che, secondo la leggenda, Peone utilizzò il fiore per guarire una ferita di Plutone; e che per ringraziarlo il dio gli fece il dono dell’immortalità trasformandolo nel bellissimo fiore della peonia. Un grande privilegio, poiché, per i greci, la peonia era l’unico fiore che meritava l’ammirazione degli dei e per questo era ospitato nell’Olimpo.
Il 2 maggio alle 9.30, verrà, quindi, realizzata, nel loggiato del cortile ducale del Castello Estense, una composizione floreale di peonie recise a cura della Scuola d’arte floreale del Garden Club di Ferrara (peonie fornite dall’azienda agricola La Riniera di Castel S. Pietro Terme).

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La locandina dell’iniziativa ‘Giardini estensi’

Ci sarà poi una bella mostra mercato che presenterà espositori di qualità, con piante rare, attrezzature per il giardinaggio e la cura degli spazi verdi. Per la gioia di espositori, di appassionati del verde e della natura, di esperti e meno esperti, di coloro che vorranno immaginarsi in un giardino fiorito nel bel mezzo della città. Un’atmosfera da favola. In contemporanea, negli imbarcaderi del Castello, si realizzerà la prima edizione della manifestazioneAtmosfere Country”, mostra mercato dedicata al vivere in campagna e all’artigianato di alta qualità; le antiche sale ospiteranno raffinati arredi, accessori e oggettistica di qualità legati a un mondo che rievoca le atmosfere rurali tradizionali.

L’impiego di delicati toni pastello, di materiali naturali come il legno, la prevalenza di forme morbide e la ricercatezza dei particolari sono alcune delle caratteristiche delle creazioni che si potranno ammirare. I materiali utilizzati sono spesso di riciclo oppure sono opportunamente anticati per ottenere oggetti vintage che richiamino atmosfere romantiche e retrò. Tutte le realizzazioni sono prodotte da artigiani e vanno dai mobili agli accessori come biancheria per la casa, accessori e servizi per la cucina. Si potranno trovare anche capi di abbigliamento e oggettistica varia, tutto rigorosamente hand-made.

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Spazio espositivo in piazza Castello

Una serie di eventi collaterali vedrà la partecipazione di ospiti illustri, come la famosa giornalista del verde e blogger Mimma Pallavicini, che terrà una conferenza sull’evoluzione del giardino mediterraneo, sabato 2 Maggio alle 17.00, nella sala Alfonso I del Castello; la presentazione di libri, uno show cooking vegano, a cura della chef Annalisa Malerba (da provare), mostre d’arte e diverse conferenze, tra i cui relatori vi saranno anche il maestro giardiniere Carlo Pagani e il curatore dell’Orto botanico di Ferrara, Fabrizio Negrini.
Saranno previste, inoltre, visite guidate nei giardini storici della città (da non perdere), a cura di Guide estensi Ferrara, comprendono il giardino pensile degli Aranci e quelli del Castello, il giardino delle Duchesse, di Palazzo Massari e il parco della cinta Muraria, con gli antichi orti estensi.
Verranno anche riconfermati alcuni contributi delle scorse edizioni, come il corso di cesteria per principianti tenuto dal maestro cestaio Roberto Bottaini e la realizzazione di architetture in salice, a cura Alberto Rabitti, artigiano e ingegnere.

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Archi in salice
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Tunnel in salice

Queste ultime possono essere particolarmente interessanti, perché permettono di creare bellissime strutture semplicemente piantando e intrecciando talee di salice (solitamente), per farne un gazebo, un’area giochi per bambini, un garage, un arredo urbano o uno spazio confortevole e piacevole di relax. Da essa filtrano luce, fresco ed energia d’estate, i bagliori della neve d’inverno. Ripetendo gesti antichi, si possono realizzare architetture viventi (e vivaci), piccole o grandi, verdi e a impatto zero. Da bambini abbiamo tutti sognato una bella casetta in armonia con la natura, questa è quel sogno, tanto più che cambia aspetto, forma, dimensione e colore, a seconda della stagione. Negli anni cresce, si può modificare, intrecciare, pettinare, accarezzare, cambiare. Basta curarla, mantenerla in forza e in salute con le adeguate potature durante l’anno. Prendersene cura, insomma. Alla manifestazione, Rabitti realizzerà un esempio di recinzione e un tunnel, il 3 maggio, al giardino delle Duchesse, dalle 11.00 al tramonto. I creatori curiosi non possono mancare. Particolarmente originale sarà anche l’esposizione degli hotel per insetti a cura di Paolo Tosco Parlamento (tutta la giornata di domenica 3 maggio, nel giardino delle Duchesse).

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Hotel per gli insetti
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Realizzati a regola d’arte

Spazio all’immaginazione e alla creatività, quindi. D’inverno, quando fa freddo e il lavoro nel giardino è ridotto, quale migliore idea se non quella di costruire un hotel per gli insetti? Una casa di tal tipo serve agli insetti come sito di nidificazione. In particolare, le specie vulnerabili, come le api selvatiche, possono stabilirsi lì per sviluppare e riprodursi in uno spazio tranquillo e protetto. Molti insetti sono impollinatori e si nutrono di parassiti. Essi sono molto importanti per l’ecosistema, ma l’agricoltura moderna e la silvicoltura hanno distrutto molti habitat naturali utili a questi insetti. Attraverso l’installazione di una casa per gli insetti alcune specie possono essere sostenute nella loro esistenza e aiutati nella loro lotta per la sopravvivenza. Ma ci sono delle regole. L’hotel per insetti deve essere orientato a sud o sud-est, in modo da poter essere illuminato dal sole al mattino, deve “voltare le spalle” ai venti dominanti e trovarsi nei pressi di un bel prato di fiori selvatici e/o coltivati (il ristorante dell’hotel) ed essere sollevato da terra di una trentina di centimetri e riparato dalle intemperie. E vi sono materiali adatti. Per i calabroni, ad esempio, serve una scatola con un buco del diametro di 10 mm e una piccola “rampa di lancio”, per alcune specie di api e vespe solitarie, meglio una stuoia di legno o di paglia arrotolata, per le api solitarie, mattoni forati riempiti di argilla e paglia, per gli imenotteri, giunchi, bambù o altri bastoncini vuoti all’interno, per alcune specie di api e vespe solitarie, pezzi di legno secco con dei buchi. Anno dopo anno, l’hotel contribuirà ad arricchire la micro-fauna d’insetti ausiliari e impollinatori del giardino. Qui vi sarà insegnato tutto questo e altro.

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Piazza Castello ‘Giardini estensi’ edizione 2013

L’intento dell’organizzazione è di creare iniziative culturali di alto livello e ben coordinate per potenziare l’opportunità di sviluppo turistico della manifestazione.
La novità: è stata attivata una convenzione tra Atmosfere Country (la sezione dedicata all’artigianato all’interno degli Imbarcaderi) e il museo del Castello Estense. Per i visitatori del museo, l’ingresso ad Atmosfere Country sarà possibile al costo di 2 €.

Per i dettagli della manifestazione, l’elenco degli espositori e il programma degli eventi culturali, visita il sito [vedi].

LA CITTA’ DELLA CONOSCENZA
La scuola che venne dal freddo

La vita di ognuno, nuova e vecchia che sia, è sempre una promessa, sempre uno sviluppo verso il futuro. Se la vita è appena nata è piena di speranze e tutti sono lì a spianarne la strada, almeno fino a quando uno non decide che la sua strada se la spiana da solo. La delusione non è di quanti avrebbero voluto aiutarlo, ma che alla fine di tanti sforzi si rischi di trovare solo il nulla.
La conoscenza, il sapere, l’istruzione, la curiosità, la meraviglia sono le nostre libertà. Si nasce che è un tutto darsi da fare per assimilare il mondo che ci sta intorno e che ci deve ospitare. E questo è un imparare, un apprendere incessante, spontaneo, naturale.
La stupenda avventura della crescita, del cammino nel mondo di chi nasce è storicamente imbrigliata, mortificata dalle culture e dai costumi sociali, attraverso un’educazione che è ancora un universo di riti di passaggio, obbligatori per essere accolti nell’alveo degli adulti.
L’amore per i nostri piccoli non è ancora così forte da difenderli dai nostri condizionamenti, dalle nostre aspettative, dalle nostre visioni del mondo.
Eppure il rispetto della libertà di ogni individuo ci dovrebbe indurre a diffidare della parola educazione quando si sostituisce all’istruzione, alla conoscenza, all’esperienza, ai processi di apprendimento. Abbiamo un eccesso di cultura dell’adattamento sociale che distrae dai sentieri che conducono ai veri saperi, alle vere conoscenze.
L’infelicità di una classe, di un banco, di una lavagna nera, di una realtà di nozioni in formule bianche e nere, l’anonima solitudine delle scuole, degli apprendimenti gelidi, dei tradimenti del pensiero, della mente, dell’intelligenza. La noia che precipita le sue nubi sul tempo dei giovani, che ne oscura il sole, che ne anticipa i tramonti.
La mano sinistra a scuola non ha mai avuto cittadinanza, è sempre stata mancina, da ricondurre sulla retta via della destra.
Siamo così abituati a vivere le nostre mancanze di libertà, che tutto ciò ci pare normale o per lo meno riteniamo che è sempre stato così. Qui sì l’obbedienza non è più una virtù, come scriveva Lorenzo Milani. Cosa ci sarebbe di così virtuoso nel sottomettersi alle lunghe pratiche di un’educazione che avrà anche cambiato i propri metodi, la considerazione dell’infanzia e dei giovani, ma che, alla pari di quella più tradizionale, tende ancora prioritariamente a formare cittadini fedeli, emozionalmente legati alla cultura e ai simboli del proprio paese o della propria civiltà?
Sarà bello e rassicurante, ma non è virtuoso, perché posto a monte anziché a valle di un processo volto ad impadronirsi dei saperi e degli strumenti culturali che consentano alle nostre ragazze e ai nostri ragazzi, una volta divenuti adulti, di compiere scelte consapevoli in piena libertà. Le nostre scuole non esercitano la mente e il suo spaziare, le intelligenze e il loro ragionare, se non entro i confini sanciti da quei percorsi di studio che chiamiamo curricoli, ma che del latino ‘currĕre’ hanno mantenuto solo l’etimologia.
Verso dove corrono i giovani che escono dalle nostre scuole? Non certo verso la propria realizzazione, non certo verso ciò che li renda felici, arresi ormai come sono al sistema che li ha educati, o meglio piegati. Fin dall’infanzia a scuola li prepariamo per una società che c’è già stata e per una che, quando anche loro saranno grandi, non ci sarà già più.
Ma nessuno si pone in questa prospettiva, quasi fossimo convinti che meglio del presente e degli insegnamenti tramandati dal passato non ci sia nulla.
Invece il meglio c’è, ed è la cura delle nostre giovani generazioni non per educarli a quello che noi abbiamo deciso di mettergli attorno, ma per fornire loro ambienti ricchi di strumenti e di opportunità d’apprendimento permanente, per imparare ad essere se stessi, a realizzare pienamente la propria personalità, a migliorare per sé e per gli altri il mondo in cui vivono.
Si tratta di un’operazione delicata e difficile che non può essere imbrigliata nello schema di prescrizioni e regolamenti, nella visione angusta di una scuola per classi, corsi, orari, gradi ed esami, inadatta per la sua scarsa flessibilità a forme progettuali e creative di apprendimento condotte dagli studenti stessi.
È tempo per i nostri sistemi di istruzione di evolvere. Di uscire dalla scuola del freddo, delle conoscenze senza calore, incapaci di accendere il fuoco del sapere. Anche gli insegnanti più capaci e impegnati sono in difficoltà a preparare gli studenti per questo tempo nuovo, all’interno di un modello educativo sviluppato per il secolo diciannovesimo. La natura antiquata di questo modello sta causando seri problemi agli studenti, di interesse, di motivazione, di prospettive per il futuro. Oggi, circa un terzo dei bambini di tutto il mondo non accederà mai alle scuole superiori e molti di coloro che giungeranno ad iscriversi abbandonerà prima della fine. Gli altri che ce la faranno ne usciranno senza un’idea di cosa voglia dire istruzione permanente, disimpegnati come saranno ad imparare. Ciò implica una perdita enorme di potenziale umano e un costo economico elevato per la società. Dobbiamo e possiamo fare meglio.
La buona notizia è che in alcuni posti intorno al mondo studenti e insegnanti innovatori stanno effettuando il cambiamento, formando in modo nuovo gli studenti alle competenze che il secolo ventunesimo richiede. Questo sulla spinta delle conclusioni del vertice “Equinox: learning 2030”, tenuto a Waterloo, nell’Ontario, in Canada, ne abbiamo già scritto in questa rubrica. [vedi]

IMMAGINARIO
Diamanti in fuga.
La foto di oggi…

Quinto scatto di Daniela Solaini la igers che sta animando il profilo Instagram del Comune, @comunediferrara, nell’ambito del progetto #MyFerrara realizzato assieme al gruppo Igers Ferrara.
Oggi un punto di vista insolito su un edificio simbolo della città, e non solo della nostra come ci racconta l’autrice nel suo commento.

“Qualcuno è stato a Palazzo Diamanti in questo fine settimana? Sicuramente è uno dei palazzi più noti della città, e attira sempre migliaia di visitatori, non solo per le splendide mostre, come La rosa di fuoco attualmente in corso, ma anche per la particolare struttura geometrica delle facciate, alla quale deve il nome. Fin qui niente di nuovo, direte. Ma è per questo che amo questo palazzo, per la sua unicità…o quasi. Una curiosità: a Marsiglia, proprio dietro il bellissimo Hotel de Ville che si affaccia sulla darsena, c’è un palazzo che si chiama, guarda un po’, Maison Diamantée, e le sue pareti sono decorate con lo stesso motivo. Si dice, ma la fonte non è certa, che il suo costruttore sia di origini italiane… Il punto di vista che preferisco, è proprio questo, diamanti in fuga…”

OGGI – IMMAGINARIO MYFERRARA

Ogni giorno immagini rappresentative di Ferrara in tutti i suoi molteplici aspetti, in tutte le sue varie sfaccettature. Foto o video di vita quotidiana, di ordinaria e straordinaria umanità, che raccontano la città, i suoi abitanti, le sue vicende, il paesaggio, la natura…

[clic sulla foto per ingrandirla]

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foto di Daniela Solaini
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