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Giorno: 19 Maggio 2015

PAGINE DI GIORNALISMO
Ambizioni e cinismo, “non se po’ più fa chisto mestiere”

10. FINE – Stanco di leggere sui nostri giornali oscenità grammaticali e sintattiche, arricchite, o immiserite, da regole aggiuntive derivate dal faidate linguistico, mi rifugio sempre più spesso nel lavoro di alcuni amici, che so di buona cultura e più che ragionevole fantasia, per esempio in Gianni Clerici, col quale abbiamo lavorato per undici anni al Giorno e lui faceva parte della trimurti sportiva (con lui Gianni Brera e Mario Fossati) del più colto dei quotidiani italiani, prima dell’azzeramento (dava troppo fastidio), e terzo nelle vendite dopo il Corrierone e La Stampa.
Testimone del precipizio in cui siamo caduti a forza di scavare nel barile della nostra cultura, l’altro giorno Clerici raccontava, lui, ex compagno di doppio di Pietrangeli, principe della cronaca tennistica in campo internazionale, non ha trovato un posto sugli spalti del campo dove si giocava un incontro importante di questi robot violenti e urlanti, non più tennisti ma bambini cattivi: la parabola di Clerici racchiude, mi sembra, alcune notevoli spiegazioni di questo nostro tempo, così ben preparato dalla politica mondiale a essere perfido, smemoratamente feroce, come è sempre stato l’uomo. E i giornali quotidiani – ma non soltanto – hanno accompagnato la caduta voluta dall’alto, giornalisti di poco prezzo si sono adoperati a vendersi per fare squallide carriere, molti sono diventati direttori al servizio del potere, di qualsiasi potere, rosso, nero, bianco, viola che fosse, l’importante è fare carriera, essere chiamato davanti alle telecamere a dire le scempiaggini che riempiono d’aria i petti dei comandanti politici, spesso stupidi ma furbastri, vituperati, persino condannati ma sempre in piedi, i misirizzi del nostro tempo. Ma hanno una qualità di cui fanno larghissimo uso: il cinismo.

A questo proposito voglio raccontare un’altra parabola (scusate, ma sono ormai tanto vecchio e bolso che se non faccio queste puntatine nei ricordi mi trovo in serio imbarazzo), sempre a proposito del cinismo di cui i direttori dei giornali devono vestirsi per essere inondati da luce divina dopo aver offerto al potente di passaggio una parte essenziale del loro corpo. Una notte stavo chiudendo, insieme con il direttore, il giornale, saranno state le due di notte, la tipografia stava lentamente finendo il suo lavoro, quando arriva giù dalla redazione il fattorino Chiappetta, un piccolo calabrese simpaticissimo, viene dal direttore e da me sbandierando un foglio strappato dalla telescrivente Ansa: “Direttò, direttò, ho questa notizia che in redazione mi hanno detto urgente”. Erano quattro righe, un aereo di linea si era alzato in volo da Roma ed era disperso con duecento passeggeri a bordo, una strage. “Cambiamo titolo di prima”, urla il direttore, mentre io mi piego sulla macchina per scrivere e invento – ricordo – un testo abbastanza lungo per “tenere” il titolone a otto colonne di prima pagina. L’impaginatore dopo pochi minuti aveva finito e il direttore guardava soddisfatto il bozzone rifatto della prima pagina. Titolo: “Precipita aereo con 200 passeggeri”. Il direttore teneva la pagina bagnata con le braccia alte davanti a lui, come gli piaceva! Bello, vero?, mi chiese e fece un sospirone, ma in quel momento tornò correndo Chiappetta e sbandierando un altro dispaccio. Leggemmo, l’aereo era stato rintracciato, non era successo niente. Il direttore prese il bozzone e lo gettò a terra quasi urlando: “Non se po’ più fare chisto mestiere!” Aveva ragione, forse il mestiere di giornalista non si può più fare.

10. FINE

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L’IDEA
Un giardino in un vaso

La nostra città è verde, parchi, viali alberati, giardini, giardinetti, siepi, fiorai. Il sotto mura.
Dietro agli antichi portoni imponenti spesso si nascondono curiosi giardini segreti, spazi amorevolmente coltivati e curati da altrettanto amorevoli mani. Nei giardinetti di ogni quartiere sbucano aiuole profumate, che decorano ogni pensiero. Le mura lussureggiano, i rami degli alberi applaudono. I pensieri corrono all’infanzia, quando si passeggiava o si correva per i vialetti del parco Massari o quando si andava, la domenica, a comprare i fiori per la mamma. Spesso i soldi della cosiddetta sabatina (o sabadina, per altri) non bastavano a comprare mazzi fioriti importanti. Allora si raccoglieva qualche rosa o margherita nei giardini oppure si confezionava un piccolo vaso cui si colorava la base. Se si era in campagna, da qualche amichetto, la scelta poteva cadere sui papaveri. Se si aveva più tempo, poi, s’iniziava qualche mese prima e, fin dall’estate in montagna, si raccoglievano fiori che finivano pressati in quaderni o in albi-raccoglitori rudimentali. La gioia di mamme, nonne e zie era presentata come grande e autentica. Che sorpresa! Mai avremmo immaginato che i nostri lavoretti, fatti con tanto amore e cura, avrebbero alimentato scatole e scaffali di granai e ripostigli. Quei fiori erano per noi un regalo infinito, un dono immaginato con il cuore, una creazione che, da sola, poteva adornare le tavole e illuminare i pensieri invernali spenti e sbiaditi. In primavera cercavamo ancora i colori. Sempre quelli, ma anche di nuovi, con lo stesso entusiasmo e la stessa cura. Felici.
Nelle esposizioni floreali cittadine, ho recentemente rivisto quell’energia, quei colori, quella voglia di dare e di portare allegria. Ferrara è fiorita, oggi, lo è nei suoi giardini e nelle sue vetrine di fiori, nelle sue mostre e nelle sue strade. Ma possiamo fare meglio. Aggiungiamo, allora vasi di fiori, ovunque, in ogni angolo, spargiamoli come riso sul sagrato di una chiesa. Distribuiamo colori vivaci e petali per le strade. Perché un giardino segreto può essere anche, semplicemente, in un piccolo vaso. Ora come allora.

Fotografie di Simonetta Sandri, dalla manifestazione Giardini Estensi

IMMAGINARIO
La scuola scende in piazza.
La foto e il video di oggi…

“Queste sono le nostre armi” ha detto un’insegnante sollevando la Costituzione durante il flash mob realizzato nel tardo pomeriggio di ieri in piazza Trento e Trieste da alunni, docenti, genitori e cittadini disposti in cerchio attorno al Listone. Ad organizzarlo, sindacati, Rete degli Studenti, Unione degli Studenti, Comitato a sostegno della LIP, ANPI, MCE e Proteo.
L’idea era di scendere in piazza portando dei libri per protestare contro il DDL Buona Scuola.Tante le adesioni come si può vedere nel filmato. Tra i libri scelti, i Promessi Sposi e Orwell, ma anche Trilli, portato da una giovanissima manifestante.
“Il decreto di legge la Buona Scuola è in discussione ora in Parlamento – ha detto al megafono Hania Cattani, segretario generale di FLC CGIL – sono i giorni in cui il disegno di legge sta per raggiungere l’approvazione quindi in tutte le città docenti, personale Ata, studenti e famiglie si stanno mobilitando per difendere la scuola pubblica”.
Stabilizzazione dei precari, finanziamento al diritto allo studio e all’edilizia scolastica, respingimento di ruoli e poteri della dirigenza, no all’intervento per legge in materia di contrattazione di lavoro, si alla presenza del personale Ata nel DDL, sono le rivendicazioni di chi ha protestato ieri, e oggi si ritroverà di nuovo per un presidio davanti alla prefettura in corso Ercole I D’Este dalle 17.

OGGI – IMMAGINARIO CITTA’

Ogni giorno immagini rappresentative di Ferrara in tutti i suoi molteplici aspetti, in tutte le sue varie sfaccettature. Foto o video di vita quotidiana, di ordinaria e straordinaria umanità, che raccontano la città, i suoi abitanti, le sue vicende, il paesaggio, la natura…

[clic sulla foto per ingrandirla]

flash-mob-scuola-ferrara

GERMOGLI
Musica.
L’aforisma di oggi

La musica è armonia. Non tutta.

oscar-wilde
Oscar Wilde

“Quando si ascolta della cattiva musica è un dovere affogarla nella conversazione” (Oscar Wilde)

 

Una quotidiana pillola di saggezza o una perla di ironia per iniziare bene la giornata

ACCORDI
Mercy.
Il brano di oggi…

MuseDronesCoverOgni giorno un brano intonato a ciò che la giornata prospetta…

(per ascoltarlo cliccare sul titolo)

Muse – Mercy

Si chiama Mercy il nuovo singolo dei Muse, la band britannica capitanata da Matthew Bellamy. Uscito ufficialmente ieri, quest’ultimo brano è la quarta e ultima anticipazione del prossimo, attesissimo album Drones in uscita l’8 giugno

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