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Giorno: 28 Maggio 2015

Tutti gli accorgimenti per una spesa intelligente

di Valeria Balboni

Anche fare la spesa richiede competenza. Avendo alcune accortezze si può agire razionalmente ed evitare abbagli. L’occasione di mettersi alla prova e fare pratica è stata offerta dal festival di Altroconsumo [vedi]. Un gruppetto di mattinieri accompagnati da due ‘guide’ esperte dell’assocaizone, a loro completa disposizione per dare consigli e rispondere a dubbi e domande. Luogo ‘dell’escursione’, la Despar di Porta Reno. C’eravamo anche noi ed ecco tutto ciò che abbiamo appreso.

Innanzitutto, una raccomandazione: seguire sempre una lista, che deve essere stesa secondo una programmazione dei pasti della settimana, o almeno dei primi giorni.

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L’esperta di Altroconsumo durante la ‘spesa guidata’.

Prima sosta al settore ortofrutta: in ogni cestone deve essere indicata la denominazione del prodotto, l’origine e il prezzo al chilo. Sembra banale ma bisogna sempre fare i confronti considerando il prezzo al chilo e non quello posto sulla confezione dei pomodorini o sul sacco delle patate, che può trarre in inganno. Per la salute, e per l’ambiente, meglio scegliere verdure di stagione. Occhio alle verdure di quarta gamma (le insalate pronte, in busta): sono più delicate perché già lavate e tagliate, quindi bisogna conservarle sempre in frigo, mangiarle prima possibile e, una volta aperto il sacchetto, entro due giorni. Attenzione poi al prezzo, perché sono comode ma costano anche tre-quattro volte di più delle verdure sfuse.

Prodotti senza glutine: fondamentali per che soffre di celiachia, ormai sono di moda e sono scelti anche da tanti che non hanno questo disturbo, convinti di mangiare qualcosa di più salutare. In realtà il glutine fa male a poche persone (si stima che soltanto l’1% della popolazione sia allergico), gli alimenti che non lo contengono sono molto costosi e non portano nessun vantaggio a chi non è intollerante.

spesa-altroconsumoSucchi di frutta e spremute: i succhi che si trovano nel banco-frigo sono gli unici ottenuti direttamente dalla spremitura dei frutti, gli altri sono preparati a partire da succo concentrato. Attenzione alle etichette: ananas, mela, arancia e pompelmo di solito sono succhi di frutta al 100%, tutti gli altri sono allungati con acqua. Questa diluizione cambia il sapore, quindi i succhi allungati (che si dovrebbero chiamare nettari, o bevande a base di frutta, a seconda della composizione) sono sempre addizionati con zucchero e a volte anche aromi, antiossidanti e addensanti. I succhi di arancia sono un caso particolare: quasi tutti i marchi producono succo di arancia bionda al 100%, e succo di “arancia rossa” (con confezione molto simile) che contiene intorno al 20-30% di succo, poi acqua, zucchero e aromi. Le confezioni sono simili ma contengono prodotti diversi: spesso i bambini preferiscono il secondo tipo…chissà perché?

spesa-altroconsumoMerendine e biscotti: qui vale la pena leggere con attenzione l’elenco degli ingredienti, ricordando che il primo è il più abbondante e via via seguono gli altri in ordine di quantità decrescente. Nei biscotti e nelle merendine la farina è sempre il primo ingrediente, poi se la giocano zuccheri e grassi – con la nota predominanza dell’olio di palma [vedi] – e le differenze ci sono. Confrontando elenco degli ingredienti e tabelle nutrizionali possiamo scoprire, per esempio, che un biscotto può avere 30 calorie ma può anche averne 90.

spesa-altroconsumoAttenzione alle offerte, di solito sono messe in evidenza all’interno di cestoni: sono molto attraenti, ma sono un affare solo quando acquistiamo qualcosa che avremmo comunque comprato. Altrimenti si rischia di fare spese inutili. Anche in questo caso è importante fare confronti: spesso il prodotto di marca in offerta non costa meno del prodotto analogo a marchio del supermercato, venduto a prezzo intero. Altroconsumo ha condotto un’indagine da cui risulta che, facendo la spesa con solo prodotti di marca in offerta, il risparmio annuo, rispetto alla media dei prodotti a scaffale, sarebbe del 2-3%, acquistando solo prodotti a marchio del supermercato il risparmio sale al 19%, mentre comprando solo prodotti di primo prezzo sale al 33%. Considerando anche i risultati qualitativi dei test effettuati dall’associazione, il consiglio è di acquistare quando possibile i prodotti con il marchio della catena, che risultano buoni e convenienti.

E arriviamo all’olio: l’extra-vergine di oliva riporta in etichetta il frantoio e l’origine delle olive che può essere italiana, comunitaria, extracomunitaria o, come accade spesso, una miscela. È uno dei prodotti più soggetti a frodi e le valutazioni per stabilire se un olio è davvero extravergine si basano su analisi chimiche e sensoriali. Purtroppo, secondo una recente inchiesta, un buon numero di prodotti sarebbero da declassare da “extravergini” a “vergini” [vedi].

Carne e pesce: se vogliamo sapere cosa mangiamo bisogna controllare l’origine e la presenza di additivi. La nuova normativa sulle etichette dei prodotti alimentari (in vigore da dicembre 2014, leggi il pdf ) prevede l’indicazione di origine per tutti i tipi di carne non lavorata (non c’è sui salumi) e per il pesce. Per quest’ultimo deve sempre essere indicata la tipologia, se fresco, surgelato, congelato o decongelato, se allevato o pescato, in quale zona e con quali strumenti di pesca [vedi]. I pesci che vanno di più, come orate, branzini e salmone, provengono da allevamenti. Occhio poi agli additivi: nei gamberetti, per esempio, abbiamo trovato antiossidanti per conservarli, ma anche coloranti.

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spesa-altroconsumoUova: quelle in vendita sugli scaffali dei supermercati riportano per legge una data di scadenza che cade 28 giorni dopo la deposizione. Sulla confezione e sul guscio è stampato un codice che ci permette di risalire al tipo di allevamento (0 = biologico, 1= all’aperto, 2 = a terra, 3 = in gabbia), segue la sigla dello stato di produzione, poi un numero riferito al comune di produzione, la sigla della provincia e il codice dell’allevamento [vedi].

E siamo arrivati al banco frigo: da lasciare a fine spesa per evitare danni ai prodotti deperibili. Il latte fino a pochi anni fa si trovava solo fresco (pastorizzato) oppure a lunga conservazione (Uht, trattato ad alte temperature); il primo scade, per legge, sette giorni dopo la mungitura, quello Uht dura fino a sei mesi. Oggi si trovano anche tipologie intermedie, che durano più di una settimana ma, rispetto a quello a lunga conservazione, mantengono sapore e composizione nutrizionale più simile al latte fresco: il latte pastorizzato ad alta temperatura dura fino a tre settimane, quello microfiltrato circa due settimane. Questi, come il latte fresco, devono essere conservati in frigo, il latte Uht invece si conserva a temperatura ambiente, ma naturalmente solo finché è chiuso. Una volta aperta la confezione, tutti i tipi di latte devono stare in frigo ed essere consumati entro tre giorni.

Per finire, i surgelati: da acquistare per ultimi per non rischiare che si scongelino. Prima di tutto controllare la temperatura del freezer, che deve essere inferiore a – 18 gradi. La maggior parte dei prodotti surgelati, se non sono trattati con additivi, mantiene le stesse caratteristiche nutrizionali del fresco, occhio però ai piatti pronti: meglio leggere le etichette perché gli ingredienti non sono sempre il massimo per la salute. Le verdure miste a volte sono addizionate con grassi, per essere pronte da spadellare, e i famosi bastoncini di pesce contengono una percentuale di questo alimento che si aggira intorno al 60%, il resto è panatura.

Abbiamo fatto il pieno di consigli preziosi. La cosa più importante però è sempre la stessa: informarsi e leggere le etichette, solo così possiamo sapere cosa compriamo e cosa mangiamo.

Valeria Balboni è biologa, ha frequentato il Master in giornalismo e comunicazione istituzionale della scienza dell’Università di Ferrara. Da 15 anni lavora nell’editoria parascolastica (per AlphaTest) e dal 2011 collabora con il Corriere della sera. Appassionata di divulgazione scientifica, si occupa in particolare di alimentazione, ambiente e sostenibilità.

va.balboni@gmail.com

Il piacere del caffè. Viaggio alla scoperta della migliore miscela

Un buon caffè, anzi, un caffè davvero buono: ecco quello che ci vuole. Sì, ma cosa vuol dire buono? Qual è il segreto di questo piacere che – come recitava Nino Manfredi in uno spot – se non è buono, che piacere è? Cos’è che rende un sapore così piacevole e, secondariamente, esiste un piacere oggettivamente così buono? A caccia di risposte, ti arriva Altroconsumo con il suo festival, che per il terzo anno consecutivo sceglie Ferrara, i suoi cortili e i suoi palazzi per sviscerare dubbi, bisogni e richiesta di informazioni da parte dei consumatori. Ad accompagnarci in un viaggio tra gli aromi del caffè, nel week-end appena concluso, ci sono nientemeno che gli esperti del Centro studi assaggiatori. E’ un gruppo di persone, addestrate e preparate per riconoscere e distinguere aromi, colori e sapori. Gente che è pagata per svolgere test, alla fine dei quali viene emesso il verdetto.
Che voglia di sentirsi dire: questo è buono e quello no. Invece, come spesso avviene per le cose importanti, la risposta è più lunga e difficile. Lo spiega Luigi Odello, che è il presidente del Centro studi assaggiatori, a cui Altroconsumo si appoggia per i test che poi pubblica sulle sue riviste. Tanto per cominciare Odello ti fa capire che, per analizzare un prodotto, non è che ti puoi lasciare andare al piacere di gustartelo. Anzi, serve un approccio asettico, quasi monacale.
“Quando valuti un cibo – dice – l’importante è non avere aspettative, non essere alla ricerca di qualcosa, ma assaporare ed esaminare senza attese né pregiudizi”. In ballo ci sono vista, gusto e olfatto. Nascosti loghi e marchi, con gli occhi analizzi il colore che vedi e la sua intensità (dal giallo ambrato al nocciola, fino al color tonaca di frate), ma anche la tessitura, che poi è la compattezza e la regolarità della sua crema. Con il palato cerchi di dare un valore al corpo della bevanda (che può essere leggero, medio, consistente, sciropposo) e al suo livello di acido, amaro e astringente. Con il naso provi a distinguere e dare un nome ai sentori di fiori e frutta fresca; frutta secca (nocciola, mandorla, fichi, uva passa, datteri); spezie (pepe, chiodi di garofano, senape e liquirizia); tostatura (cacao, cereali, vaniglia, pasticceria e caramello); fino alla presenza di elementi vegetali che possono andare dal bosco (balsamico) all’erba (fresco), passando attraverso paglia e fieno (secco) e patata e zucca (lesso). Particolare attenzione il naso deve porre, poi, agli odori emessi da sostanze organiche carbonizzate, cercando di capire se ricordano di più il fumo, il bruciato o il fritto.
Alla fine sei talmente esausto che, a farsi friggere, ci va il piacere! Dov’è finito quel godimento effimero, che ti faceva gustare un caffè così libero e spensierato? “Lo stress è un elemento di interferenza del gusto”, ammette Odello, secondo il quale un espresso non ha più lo stesso sapore dopo un litigio col moroso o prima di un colloquio cruciale.
Sul caffè e la sua analisi, lui, che ci ha riempito pagine di libri, può dare solo la certezza di quello che non piace. Banditi ovunque odori negativi e quella sensazione di secchezza e rugosità che “allappa”. Per il resto, i gusti variano e mutano qua e là. Tanto più che ogni regione, pare, abbia una propria identità sensoriale. Mentre, ad esempio, le miscele a Napoli prediligono profumi di frutta secca e intensità di corpo, Piemonte e Liguria ricercano aromi floreali e fruttati, con qualcosa di mandorla e nocciola. In Toscana il tratto comune è rappresentato da spezie con sfumature di vaniglia e cannella. L’Emilia-Romagna ha un debole per il profumo cioccolatoso che, insieme al tostato, rievoca il cacao fondente.
Il piacere – conclude il leader degli assaggiatori professionali – ha tre diversi livelli, che sono il piacere primario e istintivo, che è il piacere-bambino; quello adulto, capace di dare un nome e di descrivere quello che si prova; infine, il piacere ricco, che unisce gusto e consapevolezza col fremito esclusivo che ti dà il fatto di sapere che qualcosa è raro e prezioso”. Attenzione, però – avverte Natalia Milazzo, caporedattrice della rivista Altroconsumo – a non farsi traviare da prezzi e notorietà delle marche. “Perché – dice – i test dimostrano che non sempre quello che è più costoso è più buono”. Non resta che rilassarsi e lasciarsi andare. Occhi naso e bocca aperti, una bella tazzina e, magari, buona compagnia.

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L’assaggiatore Luigi Odello tra gli ospiti di Altroconsumo festival
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Altroconsumo festival 2015 a Ferrara per la terza edizione
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Altroconsumo festival 2015 a Ferrara (fotogramma Youtube)
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Luigi Odello alle prese con gli assaggi dei “Narratori del gusto”

IMMAGINARIO
Delta del Po da Unesco.
La foto di oggi…

ll Parco del Delta del Po candidato Unesco come area da proteggere per le sue caratteristiche bio-naturali e paesaggistiche. In termini tecnici sito da classificare come Mab che sta per “Man and biosphere”, luogo che mette insieme la valorizzazione dell’insediamento socio economico dell’uomo e la biodiversità in un’ottica sostenibile. La candidatura è stata ufficializzata in aprile, a Venezia. Il progetto andrà all’esame del Comitato internazionale dell’Unesco che si riunirà dall’8 al 12 di giugno.
Le fotografie di Luca Zampini raccontano aspetti di bellezza di questi luoghi. (gio.m)

OGGI – IMMAGINARIO NATURA

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Sacca di Scardovari nel Delta del Po (foto di Luca Zampini)
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Acqua e terra a Sacca di Scardovari (foto di Luca Zampini)
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Sacca di Scardovari (foto di Luca Zampini)

Ogni giorno immagini rappresentative di Ferrara in tutti i suoi molteplici aspetti, in tutte le sue varie sfaccettature. Foto o video di vita quotidiana, di ordinaria e straordinaria umanità, che raccontano la città, i suoi abitanti, le sue vicende, il paesaggio, la natura…

[clic su una foto per ingrandirla e vederle tutte in sequenza]

GERMOGLI
Cani.
L’aforisma di oggi

Estate, caldo, vacanze. Ma il cane è il nostro migliore amico. Non abbandoniamolo.

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Victor Hugo

Se guardi negli occhi il tuo cane, come puoi ancora dubitare che non abbia un’anima?
(Victor Hugo)

Una quotidiana pillola di saggezza o una perla di ironia per iniziare bene la giornata…

ACCORDI
Sun Kil Moon sotto le stelle.
Il brano di oggi…

Ogni giorno un brano intonato a ciò che la giornata prospetta…

(per ascoltarlo cliccare sul titolo)

Sun Kil Moon – Third and Seneca

Manca poco al primo appuntamento estivo con la rassegna Ferrara sotto le Stelle 2015. Il primo artista ad esibirsi, domenica 7 giugno nel Cortile del Castello Estense, sarà l’ex membro dei Red House Painters Mark Kozelek con la sua creatura, i Sun Kil Moon. Il gruppo di San Francisco ha riscontrato un ottimo successo con l’ultimo ultimo lavoro, Benji, rilasciato lo scorso anno, mentre risulta particolarmente citato in Italia negli ultimi giorni poiché presente nella colonna sonora del film Youth – La Giovinezza di Paolo Sorrentino con il brano Third and Seneca.

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