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Giorno: 22 Giugno 2015

L’OPINIONE
Dalla salama alla ricerca dell’eden. Uno sguardo sulla città e sul mondo

Dai giardini alla cucina alla politica politicata ai pozzi neri dell’orrore totale di Charleston alle parole del Papa agli scricchiolii del progetto Renzi. Una settimana d’angoscia e di riso se si sfogliano o si ascoltano le notizie global e local  direbbero i miei pronipoti calcando molto sulle ferraresi “elle” pronunciate quasi fossero un borborigmo; difesa estrema alla pronuncia generalizzata delle parole secondo lo stile romano tra un “c’è” che diventa “cz’è” e la “carne italiana” che diventa la “garne idaliana”: parola di Gringo.

E per il glocal al di là della noiosissima querelle sulla postazione del mercato a fianco della Cattedrale, strepitosa la notizia della salama da sugo, straordinario prodotto delle terre ferraresi, offerta a Michelle Obama all’Expo e ritenuto oggetto potenzialmente pericoloso tanto da far intervenire gli agenti della sicurezza. Così la nobile salama da sugo cantata da Mario Soldati e commentata da un esperto critico della cucina come Romano Guzzinati diventa oggetto di terrore nel mondo impazzito tra digiuno e sazietà, tra “eccellenze” e fame nel mondo. Ci è voluto poco a riportare la salama alla sua funzione di grande prodotto della nostra cucina, anche se confesso con molta vergogna, che la sua consistenza non è mai stata gradita al mio stomaco e al mio gusto, ma è interessante notare come ormai qualsiasi prodotto può divenire oggetto di terrorismo o di possibilità di terrorismo o di disperazione. E se ci si sposta poi al mondo dell’arte è ormai consueto inneggiare alle magnifiche sorti e progressive degli avvenimenti che si succedono a ritmo continua nella capitale estense. Mai nulla può smentire il cammino trionfale di tutto quello che succede qui siano i palloni areostatici che i festival di musica da strada o Ferrara sotto le stelle, una manifestazione che un tempo osò portare sotto i cieli della nostra città dei grandi attori che recitavano Ariosto; uno spettacolo liberamente proposto ai cittadini senza il cappio di prenotazioni che, mi si dice, hanno lasciato fuori dalle dipinte mura di Schifanoia coloro che desideravano assistere a una rappresentazione di “Aminta” del Tasso andata esaurita per prenotazioni non previste. Ma “relata refero” e siamo tutti contenti di questi mesi di spettacoli dove regna sovrano quello che è considerata la massima delle manifestazioni: il Palio di Ferrara, affettuosamente declinato dai ferraresi come il “Paglio”. Basterebbe? No di certo, perché ormai tutto deve per forza essere accompagnato da sagre, degustazioni, mangiarini ExcelLand che possano consolare il periodo buio della nostra economia nell’anno che il cibo diventa l’assoluta priorità del Paese.

Poi uno apre il telegiornale e vede quello che succede a Ventimiglia  e, immediatamente dopo, le grida e gli inni di coloro che sul prato di Pontida inneggiano alle ruspe invocate da Salvini che con quella “faccia un po’ così” strizza furbescamente l’occhio scandendo quelle parole che garantiscono che le ruspe serviranno non a radere al suolo un campo rom ma Renzi e la sua cricca.

Del resto che può dire di meglio e di più per combattere la concorrenza del poco giudizioso Grillo scrivente e non parlante che con piglio alla John Wayne vuol spazzar  via sporcizia, topi e …migranti da una Roma aperta ad ogni tipo di abusi e di scandali. Certo se la deformazione prodotta da una possibile vittoria elettorale e partitica porta al continuo declinare i miserabilia di questa politica impazzita cosa pensare di quel che è accaduto a Charleston? Una città che poteva al massimo evocare un ballo di moda ai tempi di mia madre e che ora spalanca le fogne senza fondo di un razzismo impazzito e che osa ancora nel paese della democrazia proclamare che tutto questo è successo per l’imprevvidenza dei fedeli massacrati nella chiesa dal ragazzo impastato d’odio che hanno fatto una fine prevedibile in quanto non avevano portato con sé le armi per difendersi! Allora sì che si può pensare di disprezzare l’umanità senza alcuna possibilità di redenzione.

Certamente l’umanità è riscattata poi dal discorso di papa Francesco tanto più trionfante sul pensiero laico, di cui sono seguace, e che per di più sa mettere in dubbio certezze e pregiudizi. Una chiesa tra le chiese non mossa da furori teologali ma che guarda gli altri, il popolo, con misericordia; una parola che solo pochissimi sono in grado di pronunciare e che sulle labbra di Francesco ha un suono nuovo: di speranza.

Arrivati a un possibile punto di non ritorno – e domani sapremo cosa ne sarà della Grecia – tuttavia sembra che alcune luci si accendano nel buio d’inferno direbbe l’amatissimo Dante in cui brancoliamo prede di pulsioni strane e diverse.

La mostra a Casal di Principe organizzata in quel luogo infaustamente conosciuto per la mafia che gli Uffizi e il suo straordinario direttore Natali hanno voluto portare per sperimentare la forza della bellezza coniugata platonicamente con la bontà a refrigerio del cuore stanco. E bene ha fatto il ministro Franceschini ad assistere di persona alla sua inaugurazione.

L’opera nobile di chi non si è sottratto a portare un piccolo aiuto ai migranti esposti nella teca della stazione centrale di Milano o tra i sassi di Ventimiglia che compensano in parte quell’abbraccio politico e un po’ repellente tra Hollande e Renzi in visita all’Expo.

Le parole appassionate con cui gli insegnanti hanno sottolineato la loro indisponibilità alla “buona scuola”

L’entusiasmo non sopito per la socialità e i diritti tra i giovani spesso penalizzati da quelle ridicole pose che li ha resi icone e modelli della pubblicità e della moda. Per fortuna alla pur giusta e necessaria compartecipazione a forme sociali di svago che li vedono tutti barbuti e tutti con un bicchiere in mano sanno reagire con dignità e coraggio a una situazione che noi, figli della guerra, non abbiamo mai sperimentato. A noi, allora, nessuno ci ha negato un lavoro. Ora per molti di loro non resta che aggrapparsi a una speranza che diventa utopia prima di realizzarsi.

Oggi sulle pagine di “La Repubblica” Nadia Fusini commenta l’irrefrenabile passione per il giardino e per quello che esso rappresenta nell’immaginario contemporaneo. Alla sua lista avrei aggiunto altri titoli e altri autori ma quel che resta inconfutabile è che l’antico significato della parola Eden ha ancora una sua irresistibile attrattiva in un mondo dove molto spesso il deserto dello spirito prevale sulla speranza di un “paradiso” a premio sulla terra della nostra spesso colpevole infelicità umana

L’EVENTO
Tappa ferrarese del “Giro d’Italia in 80 librerie”

Finalmente ci siamo, venerdì 26 giugno arriva a Ferrara il “Giro d’Italia in 80 librerie“: percorso a tappe lungo 1200 chilometri, dal Friuli Venezia Giulia alla Puglia lungo la costa adriatica con incursioni tematiche nell’interno: arrivi e partenze sono in libreria, in biblioteca, nelle piazze e nelle scuole.

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Flyer del Giro d’Italia in 80 librerie

La tappa ferrarese si svolgerà alla Biblioteca Ariostea in serata: alle 20.15 avrà luogo lo spettacolo “Chi l’ha letto?”, “il primo format di piazza della non televisione italiana”; a seguire, l’incontro coi protagonisti della tappa ferrarese, Marco Zapparoli, fondatore di Marcos y Marcos, Marco Missiroli, autore di “Atti osceni in luogo privato”, e lo scrittore ferrarese Edoardo Rosso, autore del libro “Binda, l’invincibile”. Dopo lo spettacolo prenderà il via “Il Giro di Ferrara in 80 minuti”, un suggestivo tour in bicicletta nelle vie della città con proiezioni sui muri di chiese e palazzi ad opera della “Cinebicicletta” che proietterà una sequenza di corti selezionati dal Booktrailer film festival di Brescia [vedi].

Abbiamo voluto conoscere gli organizzatori Simone Sacco e Marco Zapparoli, e li abbiamo incontrati durante la tappa ad Argenta del 12 e 13 giugno per farci raccontare come nasce l’idea del tour ciclistico-letterario.

“La bicicletta è la penna che scrive sull’asfalto” (Guy Demaysoncel)

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Marco Zapparoli durante la tappa ad Argenta.

“Leggere è istruttivo, divertente, utile. Per leggere si deve oltrepassare uno scoglio, che implica lo sforzo e la fatica di applicarsi, quello che poi genera conoscenza ma anche piacere. Questo perché la lettura è fondamentale, non solo nella sua accezione più conosciuta. L’aspetto magico è la modalità ampia di interpretare i libri, allo stesso modo in cui si possono leggere la storia, o le pietre: lo scorso anno ho incontrato una archeologa che leggeva la storia nelle pietre. L’idea iniziale del Giro d’Italia in 80 librerie – racconta Marco Zapparoli, fondatore della casa editrice indipendente milanese MarcosyMarcos e co-ideatore dell’iniziativa – risale a tre anni fa, quando organizzai una staffetta ciclistica. La formula del giro è stata sperimentata per la prima volta nel settembre 2013. L’anno scorso abbiamo percorso la via Francigena. Quest’anno invece siamo partiti dal Friuli per poi arrivare a Bari, in un itinerario che mira a diffondere l’amore per i libri e la lettura, attraverso itinerari che percorrono la penisola in percorsi a prova di panorama e sostenibilità, veicolando varie forme espressive e artistiche tra cui la fotografia e la musica, oltre che la lettura.”

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Biciclette fornite per il Giro da BiciDeltaPo

La bicicletta è il principale partner meccanico, e anche il tramite con la tecnologia applicata ai mezzi comunicativi. Una delle idee era creare biciclette in grado di proiettare immagini e suoni sui muri di un paese o di una città, creando un potente sistema di prodotti audiovisivi: così sono nate le biciclette parlanti, cosiddette perché portano diffusori acustici pilotati da smartphone.
“Abbiamo scelto come accompagnatori mezzi di movimento di viabilità dolce, tra cui anche gli asini, protagonisti indiscussi della tappa di Monte Grimano Terme grazie a Massimo Montanari.

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Sul battello ‘Pesce di legno’ durante il laboratorio di scrittura con Michele Marziani.

La barca è il mezzo di locomozione di Libri in voga, organizzata in occasione della nostra tappa veneziana dedicata a Jack London, in cui 15 barche libere si fermavano in alcuni punti e a turno i partecipanti leggevano un brano. Proprio London, il cui viso campeggia serioso sulla maglietta bianca di Marco, è uno dei protagonisti di “Chi l’ha letto?” in cui i campioni di oggi uniscono i propri lavori ai grandi classici. Proprio quelli che rientrano protagonisti grazie alle letture scelte per l’evento, che propongono 12 classici della letteratura spariti da scaffali di librerie e biblioteche, di cui sono rimaste le effigi a mezzobusto tracciate, a mo’ di foto segnaletica, da Tuono Pettinato, poi riportate su magliette e cestini di biglie. “Obiettivo è rivitalizzare la presenza dei classici in modo scherzoso e alternativo. La lettura combatte la superficialità, la piccolezza delle cose.”

“Perché la bicicletta non importa dove porti, è tutto un equilibrio di periodi e di rapporti…” (Frankie Hi-nrg, Pedala)

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Simone Sacco in sella verso il bosco.

“Leggere è un atto d’amore, ed è per tutti. Attraverso questa iniziativa contiamo di avvicinare le persone all’aspetto più aperto della lettura, sdoganandolo dagli aspetti principali che lo connotano, di silenzio e raccoglimento, senza per questo renderlo meno intimista.” Me lo racconta tra una pedalata e l’altra Simone Sacco, pedalatore rinnovabile, amante librico, membro dell’associazione Letteratura rinnovabile e socio di Marco in questa avventura, nel pomeriggio dedicato alla lettura all’Ecomuseo delle Valli di Argenta, nell’Oasi di Campotto, mèta della tappa del 12 e 13 giugno in cui sono state proposte alcune iniziative deliziose: la passeggiata con letture nel bosco di notte, dedicata ai bambini e da loro pilotata con le lanterne create da loro per l’occasione, poi i novelli Pollicini, si sono addentrati nel bosco rapiti dalle letture al lume di quella lanterna; il laboratorio di scrittura navigante sul fiume Idice con il battello “Pesce di legno”; e infine con il laboratorio di fotografia.

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Costruzione delle lanterne da parte dei bambini.
Bambini in marcia per ‘Letture nel bosco. Le mille e una notte con Sharazade’.
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Bambini incantati a ‘Letture nel bosco’.
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Protagonisti del laboratorio di fotografia con Sergio Stignani.

“Parlando con Marco nascono idee, spunti, immaginazioni: alcune incredibili, sognanti e sognatrici che si scontrano con una loro effettiva realizzabilità; altre invece eccole, le portiamo in giro su ruote e con altri mezzi – racconta Simone – Il tutto potendo mantenere totale indipendenza tanto nella linea editoriale quanto politica dell’evento, grazie agli sponsor che ci hanno sostenuto in questa iniziativa, la Snam e la Federazione ciclistica italiana.”

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Laboratorio di lettura nel bosco con Massimo Vitali.

Leggimi! Sembrano chiamarti, mentre ne peschi uno dal mazzo che propone Massimo Vitali, scrittore bolognese e mentore della tappa argentana insieme a Michele Marziani e Sergio Stignani. Partire in bicicletta sulla ghiaia, che scricchiola sotto le ruote e scotta sotto il sole, per raggiungere un angolo di verde, una radura in cui scendere dalle compagne arancioni a due ruote uscite da un capanno in legno scuro e subito pronte ad accompagnare bipedi accaldati verso un ristoro fatto non solo di parole. Arrivati alla radura ognuno dei partecipanti trae il proprio nutrimento non dalla magia nera, ma dalle parole che premono per uscire dai fogli di carta stampati per finire dritte in pasto a famelici lettori. I quali, ben lontano dal potersi tenere dentro tanta poesia, la rimettono in circolo.
Cesare Zavattini, Stefano Benni, Julio Cortázar, Giovanni Guareschi, Truman Capote, Gabriel García Márquez sono alcuni degli amici di questo sabato pomeriggio, letture suddivise in momenti topici – Poesia, Caos, Racconto; incipit storici e quasi nuovi, condivisi, partecipati e sentiti, a voce bassa o tonante, con mani ferme e teatrali o con occhi sfuggenti e chini sulla lettura. Ascolti che sono stati seguiti dagli applausi e dai silenzi, da occhi chiusi per meglio godersi il potere del suono di una parola e commentati e votati (ma non al silenzio) sotto la guida di Vitali.

Il gruppo dei ciclo-lettori
Campi nell Valli di Campotto
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Massimo Vitali legge Alessandro Bergonzoni.
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Il gruppo durante una lettura nel bosco
Giorgia Pizzirani di Ferraraitalia durante ‘Letture nel bosco’.
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Letture nel bosco, una partecipante.

Prima – terminando la chiacchierata con Marco – parlavamo di magia: e allora ti dico che sto rileggendo “Il vagabondo delle stelle” di London, uno dei classici libri dai quali si resta letteralmente incantati. Ed è la storia di un condannato a morte che riesce, grazie alla sua mente, a uscire dalla cella in cui si trova: è la sua immaginazione a permettergli di prendere distanza dal proprio corpo e prendendo al contempo per mano il lettore sprigionando tutta la forza del patto narrativo tra scrittore e lettore.” Lui, l’arcano incantatore, è perfettamente a suo agio tra frasche e fiori selvatici, pigre e grasse lumache che tastano gli intrusi con antenne sempre all’erta, forse di qualche parola che vuole crearsi una storia per i fatti propri. E ci riesce.

ACCORDI
Family Day.
Il brano di oggi…

Ogni giorno un brano intonato a ciò che la giornata prospetta selezionato e commentato dalla redazione di Radio Strike.

[per ascoltarlo cliccare sul titolo]

Get On Home di The Manson Family.

Mi capita spesso di perdermi le notizie e puntualmente anche ‘sta storia del Family Day l’ho scoperta all’ultimo.
In più in ‘sti giorni ero un po’ malaticcio e ho avuto qualche buco di memoria. Io sinceramente pensavo non lo facessero più.
Però ieri mattina ho aperto Facebook e ho notato quanto fosse intasato di roba varia inerente ‘sti pazzi del Family Day.
In tutto questo il vincitore è un mio amico che ha postato una foto con tutti i membri della Manson Family scrivendoci sotto FAMILY DAY. Ha ragione quel mio amico. A una cosa così assurda si può rispondere solo con una cosa altrettanto assurda.
Quindi scegliendo il pezzo di oggi mi pare doveroso adeguarmi all’assurdismo.

Selezione e commento di Andrea Pavanello, ex DoAs TheBirds, musicista, dj, pasticcione, capo della Seitan! Records e autore di “Carta Bianca” in onda su Radio Strike a orari reperibili in giorni reperibili SOLO consultando il calendario patafisico. xoxo <3

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Radio Strike è un progetto per una radio web libera, aperta ed autogestita che dia voce a chi ne ha meno. La web radio, nel nostro mondo sempre più mediatizzato, diventa uno strumento di grande potenza espressiva, raggiungendo immediatamente chiunque abbia una connessione internet.
Un ulteriore punto di forza, forse meno evidente ma non meno importante, è la capacità di far convergere e partecipare ad un progetto le eterogenee singolarità che compongono il tessuto cittadino di Ferrara: lavoratori e precari, studenti universitari e medi, migranti, potranno trovare nella radio uno spazio vivo dove portare le proprie istanze e farsi contaminare da quelle degli altri. Non un contenitore da riempire, ma uno spazio sociale che prende vita a partire dalle energie che si autorganizzano attorno ad esso.

radio@radiostrike.info
www.radiostrike.org

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IMMAGINARIO
Un prato, due mondi.
La foto di oggi…

Un prato, due mondi. Un ragazzo, una ragazza. Il giardino pubblico con l’estate diventa luogo aperto di incontro, unione, confronto. Alla luce del sole, un posto dove prendere sole, frescura, bagliore. Buon’aria aperta

OGGI – IMMAGINARIO FOTOGRAFIA

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Un prato, due mondi (foto Giorgia Mazzotti)

Ogni giorno immagini rappresentative di Ferrara in tutti i suoi molteplici aspetti, in tutte le sue varie sfaccettature. Foto o video di vita quotidiana, di ordinaria e straordinaria umanità, che raccontano la città, i suoi abitanti, le sue vicende, il paesaggio, la natura…
[clic sulla foto per ingrandirla]

GERMOGLI
Ben essere.
L’aforisma di oggi

Giornata mondiale dell’osteopatia, che compie 139 anni. La sua scoperta è dovuta ad Andrew Taylor Still, nel 1874.

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Osteopatia e benessere

I vecchi saggi raccontano che il corpo umano si tiene in equilibrio con la felicità e ogni volta che questa viene a mancare insorgono i disturbi, le malattie: la felicità è l’equilibrio dell’universo. (Romano Battaglia)

Una quotidiana pillola di saggezza o una perla di ironia per iniziare bene la giornata…

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